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LA FORMICHINA E
LA COLOMBELLA (di
Rina Buongiorno)
Un giorno una colomba scese a
dissetarsi nell'acqua chiara e fresca di un ruscello. Ad un tratto
vide una formica che era caduta dentro una pozza d'acqua. Per la
sfortunata formica
quell'acqua era come un immenso oceano dalle onde smisurate. La formichina
agitando
le zampine sottili, si sforzava di tornare verso la sponda che a lei
sembrava lontanissima.
Finalmente vide un filo d'erba, cercò di muoversi fino a raggiungerlo e
con un grande sforzo
riuscì ad aggrapparsi al filo. Era stata la colomba che glielo aveva
buttato perché
potesse salvarsi. In quel momento un ragazzaccio che correva a piedi nudi
sull'erba,
passò lì vicino. In mano aveva un arco che si era fabbricato da sè con
un ramo
flessibile, un pezzo di spago e una freccia che aveva intagliato con un
coltellino
da un pezzo di legno. Vedendo la colombella, pensò "Che magnifica
preda!" e si
preparò per scoccare la freccia e colpirla a morte. La formica capì
l'intento del ragazzaccio
e pensò cosa avrebbe potuto fare per impedire quel terribile atto. Non
appena il ragazzo
si accinse a scoccare la freccia... urlò di dolore, la formichina lo
aveva morso a un piede con le
mandibole taglienti, procurandogli una piccola ferita. Il ragazzaccio
lasciò così cadere l'arco e la freccia per massaggiarsi il piede e
vedere quale insetto lo avesse punto. Quei pochi secondi
bastarono alla colomba per volar via, lontano da ogni insidia. Soccorrere
chi si trova in pericolo
e' un atto generoso e buono e la riconoscenza ripaga chi lo ha compiuto.