1
E quasi ha ceduto stamane l’uomo il mendico
3
tremolavano tenere. Era alto il sole
e le foglie dei pioppi tremolavano
di stupore nel mondo. Bianco il sole
e di luce tremavano le cose
e attonito il mondo sui pioppi e i prati verdi
sui campi di grano, di stupore immobile
vicino a piangere. La luce bianco e smeraldo
e di stupore immobili i pioppi e i campi di grano,
le cose, mentre di tenerezza gemeva
di verginità gemeva in silenzio il mondo.
E la corona dei pioppi lontano
la rossa capigliatura di fuoco
il bosco lontano dei pioppi ardeva
di amore un fuoco ardente nei rossi capelli
di ardore piangeva il bosco il mondo
di stupore tremava in silenzio
di ricordo si struggeva di pianto
4
nel cortile le risa, il grido
delle rondini che irrompono, il volo
dei rondoni l’irrompere a stormo
nel cortile, le rondini, il grido.
Le accarezzava il sole sui capelli
sui lunghi capelli sciolti il sole
la sua carezza, il vento, passava
sui capelli il profumo del vento
il soffio lieve di profumi, la musica lieve,
nel meriggio l’alito più lieve del vento
carezzava i capelli. E splendevan nel sole
in nero e viola in cupo ardente splendore
in nero e viola nel cortile di sole.
E il grido s’alzava delle rondini, il volo,
dei fiori viola il profumo, delle rondini
il canto nell’ora in cui di sole
splendevano, di carezze nel meriggio
5
chiamava il padre a gran voce
piangeva in pianto desolato chiamava
in disperazione e pianto a gran voce
chiamava verso l’alto «padre
o padre, o babbo babbo».In ginocchio
di pena e pianto scosso, di orrore
chiamava
Alto il fiume
il rilucente incanto del fiume,
il disegno dei gorghi incantevole,
alto scorreva l’incanto lucente il fiume.
E già lontana la ragazza in sonno
sul letto lucente abbandonata portata
sul letto alto giaceva distesa ardente
di freddo fuoco fredda ardente passione,
di morte fredda voluttà.
E ancora i capelli splendevano
in nero e viola in cupo colore in bagliore
livido d’acque nel cielo cupo
nel cielo velato d’ombra velati
gli occhi del cielo
Verso l’ora nona
si contorceva al suolo nudo il figlio
livida immagine, di livide piaghe
sparso sfigurato, di orrore
di colpa di piaghe di colpa
e la madre gli occhi si copriva
sfigurati velati d’ombra cenere
gli occhi del cielo velati, oscuro
il cielo nel bosco i pioppi
tremanti d’ansia di freddo
6
ogni voce di collera ogni cosa tremenda
e mansueta tace, ogni voce. È calma
silenzio. È silenzio.
La madre nascosta piange, l’occhio arido sperduto.
In silenzio sperdute in pianto silenzioso
le sorelle stanno, la madre
sperduti gli occhi, velati, le sorelle
fiori aridi, o fanciulle o donna
o figlie di Gerusalemme. È silenzio.
Prima di sera l’allodola s’alza
prima che il sole si perda – è puro il sole –
prima che un brivido freddo passi per l’aria.
L’ora è pura e l’allodola s’alza
sbatte l’ali in gioia vibra l’ali freme
in gioia il piccolo cuore e s’alza in fremiti
di gioia, grande troppo, rapita
portata. L’aria è pura, è mattino
un altro mattino e freme di canto
s’inebria, di canto ebbra, di speranza
e nel mattino puro s’innalza invincibile
segno, di speranza volontà più forte.
Quasi immobile in cielo, il segno,
il canto, s’inebria, il volo,
nel cielo puro, più forte, il cuore più grande,
di canto s’inebria nel mattino