Sul coro degli uccelli la sera

 

1

Lenta la sera scendeva, il cielo terso bianco

quasi, immobile il cielo, mentre lenta scendeva

l’ombra, la luce ancora resiste nel cielo

bianco terso, resiste nel cuore dell’uomo

la luce

            quando di voci il concerto d’un tratto

s’alzò, inatteso s’alzò con forza, nell’aria

si librò alto intatto indomito, nel cielo

colonna luminosa altissima, contro l’ombra

che inesorabile scendeva s’innalzò fendendola

compatto forte                                                                

                         migliaia di voci, piccole voci

sicure intense ardenti, il piccolo cuore ardente

nel canto che luminoso caldo s’alza, nel coro

dei piccoli esseri che nel cielo liberi volano

e il mondo incantano, fusi nel coro, di luce

volontà indomita, di musica luminosa

 

nella sera che lenta scende incanta                           

il mondo l’uomo                                                                 

 

2

Lenta la sera scendeva, limpido pallido il cielo,

di un pallore grigio esangue, immobile quasi

mentre l’ombra scendeva lenta, una luce diffusa

resiste nel cielo pallido, resiste nel cuore

dell’uomo

                  mentre il concerto vibrava alto intatto,

inatteso sempre vibrava nell’aria, intatto indomito s’alzava

nel cielo, alto si librava, colonna di luce di fuoco

contro l’ombra e il suo morso oscuro tenace

inesorabile, s’innalzava fendendola

compatto forte                                                                      

                         compatto il coro, di voci migliaia,

di piccole voci, piccoli cuori ardenti, piccoli esseri

che nel cielo liberi gioiosi volano

e il mondo incantano, di luce il canto il grido,

di fuoco il grido compatto indomito s’alza,

di luce e canto volontà luminosa indomita

 

nella sera che lenta le cose dissolve incanta

il  mondo l’uomo                                                                     

 

3

Lenta la sera aveva invaso il cielo il mondo

e solo un pallore residuo resisteva immobile

quasi, una striscia di luce pallida amorfa a occidente

immobile esausta ormai, resisteva appena

il cuore dell’uomo

                              mentre il concerto più forte ardente

intenso vibrava nell’aria, più forte intatto indomito

s’innalzava fendeva l’ombra, colonna di luce

di fuoco intatta indomita penetrava alta l’ombra

la tenebre, contro l’ombra il suo morso

il suo strazio s’innalzava fendendola

compatta forte                                                                        

                        il coro dei piccoli esseri, piccole voci

piccole cose da nulla, cuori piccoli ardenti

sempre, nel volo libero gioioso che il mondo

incanta, nel volo nel canto compatti lottavano

contro la tenebra, nel canto nel grido immenso

intatto indomito, grido di luce di fuoco s’alza

nell’ombra sempre più densa s’alza volontà luminosa

indomita di salvezza

                                  nella sera che tutto dissolve

rincuora l’uomo il mondo

 

4

Lenta la notte aveva dissolto ogni cosa

in tenebra, la terra il cielo dissolti, di tenebra

polvere pulviscolo, in nulla e assenza e ricordo

ormai dissolti, e pianto dell’uomo sull’orlo

dell’abisso estremo

                                il concerto soltanto resisteva forte

ardente, intatto indomito vibrava nella tenebra, nel nulla

del mondo, orrore del nulla, orrido abisso immenso indicibile, 

la colonna di luce di fuoco s’alzava intatta indomita,

canto di luce intatto indomito indicibile nell’abisso

resisteva ancora sempre intatto intenso

nel morso nello strazio del nulla s’innalzava

compatto forte

                         il coro il canto resiste persiste,

nella tenebra s’alza luminoso, gioioso nell’orrore del nulla

s’alza il volo gioioso libero che il mondo

incantava, s’alza intatto indomito, del nulla

nel vuoto resiste persiste, il canto il grido

di luce di fuoco s’alza intatto immenso a riempire

del nulla il vuoto, volontà luminosa indomita

d’essere di salvezza

 

                                 resiste persiste, salva

l’uomo il mondo