Lo stile del poeta

 

Difficile per il poeta parlare del suo stile. Un tentativo forse, dal di dentro, da com'egli sente e costruisce il discorso poetico, dalla sua esperienza.

Del poemetto s'è già detto nel "Profilo del poeta".

Al poemetto si accompagna il verso lungo, tra quindici e venti sillabe. Che è una necessità per costruire quel discorso particolare, quel particolare intreccio e intarsio di parole. L'iterazione, cioè il ritorno insistente della stessa parola, quasi a gustarla a fondo, farla risonare intensamente; e però intrecciandosi con altre parole e frasi che pure ritornano. L'accumulo di aggettivi, spesso in posizione ossimorica cioè di contrasto; di aggettivi e sostantivi. L'allitterazione, con la sua particolare musicalità. Un musaico che va componendosi attraverso un ritorno di colori. Qualcuno ha detto che

in questo continuo ritorno si compiva come un incantamento, una danza derviscia che porta alla trance, o alla trance tende. Ma il paragone è certo forte, forse troppo.

Costruzione di un discorso il cui perno è l'iterazione, il continuo avvolgente ritorno di parole e frasi, in un tessuto in cui le parole si accumulano dense, forti, un discorso che per lo più fluisce senza soluzione di continuità, senza pause o quasi. Nella sua ridondanza qualcuno ha pensato al barocco, quello leccese in cui siamo immersi. Ma questo discorso era nato prima della venuta e presenza a Lecce del poeta lombardo; era nato attraverso ricerche e tentativi fatti altrove, lungo gli anni. Era uno stile che s'era fatto da sé, forse dal temperamento musicale del poeta, che pure non è musicista, anche se nella sua vita ha cantato in diversi cori, e anche diretto un coro di adolescenti; e ha suonato diversi strumenti. Ma soprattutto ha ascoltato molta musica, in concerti, e per l'abitudine di scrivere con un sottofondo di musica classica (dev'essere però una musica nota); e quindi un amore immenso per la musica.

In realtà l'iterazione nasce come forma musicale. In particolare le "Variazioni", la raccolta uscita nel '94 ma che riunisce un lungo lavoro iniziato nel '66 a Bologna, nascono proprio dalla considerazione che la musica ha questo privilegio di enunziare un tema, poi rienunziarlo, poi variarlo, poi riprenderlo; dalla volontà di riprendere quella forma musicale e tradurla in certo modo nel discorso poetico. Quasi da un invidia per il privilegio musicale e dal tentativo di emularlo.

 

Una poesia intensamente musicale nel comporsi delle parole come nel ritmo.