Sul tema di un pomeriggio estivo
1
Era d’estate un pomeriggio e il mare luminoso forte
splendeva, un blu profondo intenso, la sabbia splendeva
dorata calda e tutto era immobile, il mare il cielo,
immobile il prodigio del mondo
quando dall’alto
da un’altezza vertiginosa, dagli abissi dello spazio sconfinato
l’aereo improvviso uscì come un uccello dalle ali grandi spiegate
uccello argenteo librato in volo, e veloce puntò verso il mare
- di morte volontà, di catastrofe volontà ferrea decisa -
puntò dritto sul mare - di un destino di morte inesorabile
volontà ferrea - in un attimo lo raggiunse lo fendette lo penetrò
in una nuvola di schiuma bianca sparì lontano
Sobbalzò il cuore dell’uomo immerso nel sole
nello splendore del pomeriggio nell’estrema bellezza
del mondo, sobbalzò di paura e orrore e impotenza
mentre la tragedia si consumava lontano
2
Era d’estate un pomeriggio e la luce talmente forte
intensa che gli occhi abbagliava, e d’un blu il mare
talmente forte intenso che gli occhi fasciava
d’estasi, e tutto era immobile, il mare il cielo,
il mondo nell’estasi rapito
quando nell’alto una nube
si formò improvvisa densa e un aereo dietro ad essa improvviso
spuntò, l’uccello dalle ali grandi immense, l’uccello
che verso il mare puntò deciso veloce, come quando il falco
punta veloce la preda, più veloce - in una fredda decisa
volontà di morte di nulla, destino di morte invincibile -
in un attimo lo raggiunse, l’eroico nero uccello
in una nube di schiuma enorme alta sparì lontano
Sobbalzò il cuore dell’uomo strappato all’estasi delle cose
che intorno a lui perdurava sublime intatta, il mare il cielo
la sabbia dorata calda, la nube che nel cielo si formava
densa, la tragedia scoppiata lontano
3
Era d’estate un pomeriggio e la nube s’era distesa nel cielo
enorme e la luce s’era fatta opaca fredda e il mare
opaco freddo, di un blu cupo freddo, cupo minaccioso
e tutto era immobile, il mare il cielo, immobile
il mondo in attesa
quando dalla nube l’aereo improvviso
spuntò, un grande nero uccello enorme, le ali nere distese,
veloce puntò verso il mare - nella sua fredda cupa
volontà di morte, destino di morte di nulla - e un tuono
grande enorme percorse il cielo e un lampo grande enorme
precipitò dall’alto e ancor più veloce lo trafisse, e in fuoco
divampò, come palla di fuoco precipitava e sul mare
ardeva lontano
Sobbalzò il cuore dell’uomo, di paura e orrore
un brivido lo scosse, di freddo un brivido sulla sabbia fredda opaca
il mare il cielo da un brivido scosso, il mondo scosso
da un brivido mentre la tragedia si consumava lontano
4
Era d’estate un pomeriggio tardo, era la sera la notte
del mondo, e un vento s’era alzato freddo impetuoso
e nuvole di sabbia si alzavano e il mare rumoreggiava sordo
e la palla di fuoco lontano ardeva, quasi spenta ormai
Quando le onde si sollevarono e alte come montagne correvano
veloci l’oceano, correvano enormi, rabbiose precipitavano
sulla spiaggia la foresta le case le città, su tutto passavano
con rabbia tese a tutto distruggere mentre dal cielo
il tuono rotolava rabbioso da un’estremità all’altra
correndo e i lampi fitti cadevano con la loro luce
rabbiosa livida, e il mondo crollava, l’opera grande sublime
crollava, in briciole si frantumava
E il cuore dell’uomo era come strappato straziato
dalla potenza di quel Dio rabbiosa livida, la potenza
che aveva creato e ora distruggeva l’opera sua mirabile
Piangeva l’uomo, piangeva in silenzio, piccolo impotente
mentre la tragedia del mondo rabbiosa si consumava