MOVIMENTO PER LA SOCIETÀ DI GIUSTIZIA E PER LA SPERANZA
Lecce
DOCUMENTI E INTERVENTI 2011
Indice: gli ultimi interventi
Punti d’iniquità nella manovra Monti, 5/12/011
La vigilanza e l’intervento del Presidente, 28/11/011
Aumentare l’IVA è ingiusto, 22/11/011
L’interdizione della pillola del quinto giorno, 14/11/011
Al Pres. Obama - Gli Usa ingiusti col popolo palestinese, 9/11/011
Alcune proposte per il programma del PD, 31/10/011
Urge un messaggio di denunzia al Parlamento e alla Nazione, 18/10/011
Al Pres. Barack Obama, Una campagna forte contro il Partito Repubblicano, 11/10/011
Basta col Parlamento degli inquisiti, 26/09/011
Il Ministro non pensa alla riduzione del debito pubblico?, 19/09/011
La Compagnia delle Opere, il lavoro, il Vangelo, 12/09/011
Al Pres. Barack Obama - L'aria pulita non può attendere, 5/09/011
Il discorso del Presidente Napolitano al Meeting di Rimini, 29/08/011
Al Partito Socialista francese - Strauss-Kahn e gli errori del Partito Socialista, 23/08/011
Continua il comportamento ingiusto del Ministro della giustizia,11/07/011
La coalizione dev'essere solida, 4/07/011
Una riforma delle tasse che non tocca gli sprechi, 24//06//011
Basta con le arroganti pretese di Lega Nord, 20/06/011
Alcuni vizi della riforma fiscale in corso, 13/06/011
Al Pres. Barack Obama - Ingiustizia e arroganza nel caso di Osama bin Laden, 6/06/011
L’alleanza con Berlusconi è ormai l’inizio della fine, 31/05/011
Al Pres. Barack Obama - Gli Usa portatori di guerra, 9/05/011
La speranza di una redenzione terrena, 3/05/011
Gli errori dell’intervento armato in Libia, 26/04/011
Urge che Berlusconi sia dichiarato persona indegna con un messaggio alle Camere, 18/04/011
Un linguaggio più efficace è necessario, 11/04/011
L’accoglienza umana e rigorosa degl’immigrati, 4/04/011
Basta col caos degli approdi tunisini, 28/03/011
Nessuna azione militare italiana contro la Libia è lecita, 22/03/011
Urge una soluzione del problema dei Rom, la stanzialità, 28/02/011
Questo Parlamento dev’essere sciolto, 21/02/011
Il Ministro Frattini e la violazione della privacy, 11/02/011
Un Ministro della giustizia specializzato in leggi ingiuste , 7/02/011
Berlusconi è persona indegna: Napolitano lo dichiari con messaggio alle Camere, 17/01/011
Urge l’abolizione dell’ergastolo, 10/01/011
Continua l’erronea e ridicola proibizione del preservativo, 3/01/01
(Al Presidente Giorgio Napolitano, al Premier Mario Monti, al Ministro Elsa Fornero, al Segretario PD PierLuigi Bersani
Punti d’iniquità nella manovra Monti
La lettura del testo della Manovra, le “Disposizioni urgenti per la crescita, l’equità ecc.”, ci ha lasciati fortemente perplessi, se non anche indignati.
Ecco infatti i due punti dell’Iva (anzi 2,5 dal 1/01/2014), la più ingiusta delle tassazioni perché colpisce nella stessa misura il ricco come il povero, nella stessa misura tutta la scala del reddito; sulla quale il Movimento aveva messo in guardia il Presidente come il Premier;
la tassa facile, con la quale, secondo quanto anche la stampa ha notato, metà della manovra è subito risolta, dodici e più miliardi di euro. Per cui non c’era bisogno di un governo di tecnici, di radunare tante teste d’uovo, per una misura così semplice e così banale che un qualunque politico di strapazzo l’avrebbe adottata; e del resto già Tremonti alla fine l’aveva introdotta nella sua ultima manovra, per procurarsi con un sol punto – una cosa da niente – cinque-sei miliardi di euro.
Ecco l’accanimento sulle pensioni, il punto più delicato e doloroso, dietro al quale v’è una vita intera di lavoro. Si pensa che si allunga la vita e la vitalità, quindi è logico che si allunghi anche l’età pensionabile, fino a 66 anni, a 70, per l’uomo come per la donna.
Ma non si pensa al peso che il lavoro rappresenta nella vita; in particolare il lavoro manuale; al peso che ancor più rappresenta con l’avanzare dell’età. Non è solo la fatica, è anche la disciplina che impone alla giornata, alla settimana, lo spostamento, il viaggio.
Per cui dopo i quarant’anni di lavoro – che già sono un tempo lunghissimo – la decisione di continuare dev’essere lasciata al lavoratore, e non imposta per legge.
Si parla tranquillamente di pensioni minime (intorno ai 470 euro?), che è una vergogna orrenda.
Non si pensa a stabilire un minimo decoroso di pensione garantito, così come un minimo di salario garantito (in Italia non c’è neanche questo, mentre c’è in Francia e in altri 90 paesi).
Si stabilisce che al disopra del doppio del minimo (la grande somma!) le pensioni non saranno rivalutate sulla base dell’inflazione. Davvero si va davvero a rubare il denaro ai poveri.
Mentre non si tocca l’Irpef, e non si toccano i patrimoni. Invece di accanirsi sulle pensioni si potevano almeno tassare, e con durezza, le grandi fortune; come avviene in Francia e altrove; dare un segno dell’equità tanto sbandierata.
E non si toccano i politici, non v’è un accordo con loro se non per il vitalizio. Restano intatti i 20.000 euro mensili, e tutte le gratuità: per cui la politica continua ad essere concepita in Italia come un privilegio, non come un servizio. Restano intatte le 90000 auto blu (fonte Formez), i 30 aerei. Gli sprechi dei politici, le misure che la gente tanto attendeva.
Lecce, il 5 dicembre 2011
(Al Presidente Giorgio Napolitano, al Premier Mario Monti, al Segretario PD Pier Luigi Bersani
La vigilanza e l’intervento del Presidente
Questa vigilanza è stata un fatto assiduo e provvidente in tutta la legislatura;
ma in particolare ha segnato l’uscita da un governo incapace e disonesto.
Il Movimento aveva insistito più volte per una denunzia pubblica di questo governo come del parlamento, delle leggi inique varate e che si apprestavano a varare (così la legge bavaglio sulle intercettazioni, la legge dei processi lunghi e della prescrizione a breve);
ma il Presidente, appena ha trovato un varco, il governo messo in minoranza in una votazione importante, ha aperto la via per un nuovo governo. Con grande tempismo e saggezza, di cui tutta la nazione gli è grata.
Ora bisogna vegliare su questa complessa manovra di risanamento che il nuovo governo si appresta a fare. Il Premier Monti ha parlato sempre di equità, accanto a rigore e crescita.
Perciò bisogna evitare l’aumento dell’IVA (già molto alta in quel 20 – e ora 21% –, un quinto del costo di un prodotto), la più ingiusta delle imposte, che colpisce nella stessa misura il ricco e il povero.
Bisogna evitare la privatizzazione dei servizi (si parla di privatizzare le aziende autonome comunali); che sono parte essenziale dello welfare, lo Stato dei servizi e del benessere:
servono il cittadino, mantengono bassi i prezzi, sono una forma di ridistribuzione della ricchezza. Semmai riorganizzarli affinché non siano causa di spreco.
Mentre privatizzati diventano strumento di profitto.
Essi contraddistinguono il modello europeo rispetto al modello statunitense: si è visto la difficoltà del Presidente Obama nell’istituire un servizio sanitario; che è rimasto ancora imperfetto, affidato alle assicurazioni private, e ancora esclude dodici milioni di cittadini. Perciò la tassazione negli Usa si mantiene al 28%, mentre nel modello europeo supera il 40.
Confidiamo nel Suo occhio attento, nella Sua saggezza, nella Sua decisa volontà di bene.
Lecce, 28 novembre 2011
(Al Premier Mario Monti, al Vicepremier Antonio Catricalà, al Ministro Elsa Foriero, al Ministro Andrea Riccardi
Aumentare l’IVA è ingiusto
Perché l’IVA è la più ingiusta delle tasse, in quanto colpisce nella stessa misura il povero e il ricco, tutti i cittadini nella stessa misura;
perché il 20% (ora il 21) è già un’aliquota molto alta (anche se diffusa), un quinto del prezzo di un prodotto; e interviene ad ogni scambio. L’IVA dev’essere semmai abbassata;
perché è una misura facile; basta aumentarla di un punto per ricavarne 5-6 miliardi di euro; ma tanto più facile, quanto più iniqua;
perché già verrà reintrodotta l’ICI, soppressa per puri scopi elettorali precipitando i comuni in grosse difficoltà; reintrodotta giustamente in quanto necessaria ai bilanci comunali;
e verrà introdotta la RES per risarcire i servizi.
Si dice che tutto questo verrà compensato, almeno per i meno abbienti, con una riduzione delle aliquote IRPEF; ma, dai conteggi comparsi sulla stampa, questa riduzione non copre nemmeno la metà degli aumenti IVA e RES.
Con questo aumento, si aumenta anche l’ingiustizia.
Una misura di giustizia, che può anche evitare l’aumento dell’IVA, è invece la patrimoniale, se sarà introdotta con saggezza, scalandola sull’entità dei patrimoni; non limitandola alle grandi fortune.
Questa è anche la proposta della CGIL, cioè del maggiore sindacato, del popolo lavoratore.
Siamo d’accordo che la situazione economica del paese dev’essere risanata, e rapidamente, per quanto possibile; e però secondo giustizia, non accrescendo le già gravi ingiustizie in cui viviamo.
Il premier è di fede cristiana, e anche altri ministri lo sono; ma anche se non lo fossero, la giustizia resta sempre la norma suprema, dopo l’amore fraterno.
Lecce, il 22 novembre 2011
(Al Romano Pontefice Benedetto XVI, al Card. Tarcisio Bertone, al Card. Angelo Bagnasco, al Card. Angelo Scola,
L’interdizione della pillola del quinto giorno
La Chiesa si è affrettata ad interdire la pillola del quinto giorno. Come già prima quella del giorno dopo. Ma la questione dovrebbe per lo meno essere discussa, un’ampia discussione dovrebbe essere aperta.
Infatti i due maggiori teologi del ‘900, Bernhard Häring, il maggiore moralista, e Karl Rahner, il maggior teologo teoretico – e con essi molti altri – sono d’accordo nell’affermare che nei primi quattordici giorni l’embrione non può essere ritenuto persona umana. Perché, essendoci una totale indifferenziazione delle cellule, manca la base per l’animazione.
Ne è riprova il fatto che nei primi giorni l’embrione può dividersi in un parto gemellare; mentre sembra certo che la persona non possa dividersi. E ancora che molti embrioni nei primi giorni vengono spontaneamente eliminati; mentre non sembrerebbe coerente che la natura faccia un così ampio spreco della persona umana.
Perciò alcuni stati, come ad esempio l’Inghilterra, nei primi quattordici giorni consentono la sperimentazione sull’embrione.
Al riguardo la situazione nella chiesa cattolica lascia interdetti.
Perché i teologi sono le persone che più attentamente e profondamente affrontano i problemi sia di fede che di etica. Le persone, dunque, cui il potere ecclesiastico dovrebbe essere attento, in un dialogo e scambio continuo; che però non avviene.
Ma anche i vescovi sono assenti dalla discussione, non v’è nella chiesa – in particolare in quella italiana – nessuna vera ricerca e discussione aperta; tranne che forse nel concilio, che però è un fatto eccezionale e raro; mentre la discussione dovrebb’essere aperta sempre. Sembra esservi nei vescovi un timore del potere supremo, del suo dogmatismo, del suo intervento repressivo e punitivo
Ma anche i laici, il popolo tutto dovrebbe partecipare alla ricerca della verità, alla discussione nella ricerca.
V’è una specie di comunità del timore che contrasta con la comunità dell’amore fraterno.
Lecce, il 14 novembre 2011
(To the President Barack Obama, to the Vice President Joe Biden, to the Secretary of State Hillary Rodham Clinton
The US treats the Palestinian people unjustly
It was really surprising that the US should thwart so forcefully the entrance of the Palestinian people in the UN; that President Obama should declare it so openly.
It was also surprising, in these days, that they should oppose the vote of Unesco who welcome Palestine, to the point of denying Unesco their financial contribution in retaliation.
An act of profound injustice toward a people, who have already suffered so much,
that tolerate the fact that Israel does not respect its autonomy and sovereign right,
continuing to occupy its territory with its agricultural colonies;
humiliating it with military interventions.
It is really difficult to understand how a great nation like the US, which should act as a guide for other peoples, can endorse such a great injustice. It is often said that the US government does it so as not to alienate the powerful Jewish lobby;
to have in Israel a secure basis in the Middle East.
But this is to a certain extent a power politics, that should not be accepted by any nation,
and in particular by a President who received the Nobel Peace Prize,
and who stirred up so much sympathy and hope in his election.
The Movement is not asking that the United States cease to protect Israel;
It asks, however, that this protection does not trample upon the sacrosanct right of another people.
Lecce, 2011-11-09
(testo italiano)
Gli Usa ingiusti col popolo palestinese
Ha sorpreso molto il fatto che gli Usa si opponessero con tanta forza all’ingresso del popolo palestinese nell’Onu; che il Presidente Obama lo dichiarasse apertamente. E ha anche sorpreso, in questi giorni, che essi avversassero il voto dell’Unesco che ha accolto in sé la Palestina, al punto da negare all’Unesco il loro contributo finanziario come ritorsione.
Un atto di profonda ingiustizia verso un popolo che già tanto ha sofferto.
Così come il tollerare che Israele non ne rispetti in nulla l’autonomia e il diritto sovrano,
continuando ad occuparne il territorio con le sue colonie agricole;
umiliandolo con interventi militari.
È davvero difficile comprendere come una grande nazione quale gli Usa , che vorrebbe essere addirittura nazione guida per gli altri popoli, possa avallare una così grande ingiustizia.
Si dice di solito che il governo Usa lo fa per non alienarsi la potente lobby ebraica;
per avere in Israele una base sicura in Medio Oriente.
Ma questa è politica di potere, che non è ammissibile da parte di nessuna nazione,
così come da parte di un Presidente che ha ricevuto il premio Nobel per la pace;
e che tanta simpatia e speranza aveva suscitato nella sua elezione.
Il Movimento non chiede certo che gli Usa cessino di proteggere Israele;
chiede però con forza che questa protezione non calpesti il sacrosanto diritto di un altro popolo.
(Al Segr. PD Pier Luigi Bersani, al Vice Segr. Enrico Letta , alla Pres. dell’Assemblea nazionale Rosy Bindi
Alcune proposte per il programma del PD
L’impressione generale è che il PD sia più polemico che propositivo.
Ora la polemica è necessaria, specie di fronte a personaggi che spudoratamente mentiscono.
Ma la proposta è ancor più necessaria affinché la gente capisca il modo in cui si vuole gestire lo stato e risolvere davvero i suoi problemi, e sia quindi disposta a dare il suo consenso.
I 100 punti di Renzi sono un tipo di progetto globale molto concreto e fattivo; sono tutt’altro che obsoleti o irreali, come taluni hanno detto. Semmai sono molti, volendo dir tutto.
Ma sul sito del PD non si trova niente di comparabile; i documenti approvati dall’Assemblea nazionale sui vari temi sono troppo estesi, una loro lettura globale è troppo faticosa e prende troppo tempo.
Ma ecco una prima proposta che concerne il modello democratico attualmente prevalente, in cui l’esercizio della sovranità popolare è ridotto a quel misero voto ogni cinque anni, oltre il voto amministrativo e a qualche referendum; voto spesso manipolato dai partiti in vario modo.
Proponiamo:
elezioni primarie generalizzate cui tutti i cittadini possano presentarsi, sì che i candidati siano scelti dal popolo;
esclusione dalla candidatura, come poi dal parlamento, di persone indiziate di qualunque reato; i membri del parlamento devono essere ineccepibili, esemplari;
sistema proporzionale, il più corrispondente al voto popolare; corretto, se necessario;
nessuna indicazione del presidente, a tutti i livelli, in quanto porta a forme di potere personale e spesso anche abusivo (con la sua giunta in alterità dal consiglio); mentre organo supremo della democrazia è il parlamento, l’organo della legge; o il consiglio, che gli corrisponde; forme varie di presidenzialismo devono essere evitate;
possibilità d’indicare preferenze;
introduzione del mandato imperativo (oggi proibito dalla costituzione), per cui che l’eletto sia sì responsabile alla nazione, ma anche al collegio; cui renda conto in riunioni mensili; sì da responsabilizzare maggiormente l’eletto, e da promuovere l’interesse e la partecipazione popolare alla vicenda politica e ai suoi problemi;
possibilità di elezione al parlamento per non più di due legislature; per tutti, anche per i leader di partito; per promuovere un ricambio continuo, una più ampia possibilità di elezione per tutti i cittadini; per evitare parlamentari a vita, del tipo Andreotti e compagni.
Queste proposte riguardano solo il fatto elettorale, non entrano ancora nella riforma del parlamento.
Lecce, il 31 ottobre 2011
(Al Presidente Giorgio Napolitano, al Segr. PD Pier Luigi Bersani, al Segr. IDV Antonio Di Pietro
Urge un messaggio di denunzia al Parlamento e alla Nazione
Pensiamo che un messaggio di denunzia di Berlusconi come persona indegna sia necessario
a ridare dignità e coraggio alla Nazione,
a ristabilire stima e fiducia nelle altre Nazioni.
Questo personaggio che si appresta a varare altre leggi inique per sfuggire alla giustizia,
manipolando un Parlamento succube, che già ha varato di queste leggi, un Parlamento indegno
in cui operano altri 85 indagati:
la legge bavaglio contro le intercettazioni giudiziarie;
la legge per allungare i processi e insieme abbreviare la prescrizione, per annientare i suoi processi,
ma insieme annientare un milione di processi in corso. Un fatto di gravità estrema.
Un personaggio noto al mondo intero come un truffatore carico di processi, che ha la sfacciataggine di attribuire alla persecuzione di una fantomatica magistratura di Sinistra;
un mentitore spavaldo;
un libertino che gozzoviglia con donne di malaffare.
Che cos’attende il Presidente? Per quanto tempo ancora l’Italia dovrà essere umiliata,
noi tutti dovremo soffrire questa umiliazione? Per quanto tempo ancora dovrà essere esposta al disprezzo delle altre Nazioni?
Che cos’attende? Si rende conto della sua responsabilità di fronte ai cittadini come di fronte al mondo?
Un atto di supremo coraggio è necessario, un atto di rottura.
Lecce, il 18 ottobre 2011
(To President Barack Obama, to Vice-President Joe Biden, to Secretary of State Hillary Rodham Clinton
A strong campaign against the Republican Party
We believe that a strong campaign must be conducted against the Republican party,
that the blindness and the injustice of their behavior must be clearly explained to the American people.
It must be clearly stated that they are working against the good of the nation.
In fact:
They have opposed and still oppose the national health service and because of this, it has remained incomplete, entrusted to private insurance, and one talksabout 12 million people who are left out; they have denied a key measure of justice and help for those most in need.
They reject the Buffett Law, which asks the wealthy for an important contribution to the state
that is in trouble because of the crisis, a contribution these rich should be proud to make.
Here too a measure of justice is at stake: those who have more should give more.
They reject the American Jobs Act, which can give employment to many who have none
at this time, individuals and families who are struggling to live.
The President in concerned both for these laws which cannot be approved and for the outcome
of his election campaign. But if people, the common people first of all, understand that he acts according to justice for the good of the nation, he will not lose votes.
An extensive information campaign is needed
Lecce, 2011-10-11
(testo italiano)
Una campagna forte contro il Partito Repubblicano
Noi pensiamo che contro il Partito Repubblicano dev’essere condotta una campagna forte;
che al popolo statunitense dev’essere spiegata con chiarezza la cecità e l’ingiustizia del loro comportamento.
dev’essere detto con chiarezza che essi operano contro il bene della nazione.
Infatti:
Hanno osteggiato e osteggiano tuttora il servizio sanitario nazionale, che così è rimasto incompleto,
affidato ad assicurazioni private, e si parla di 12 milioni di persone che ne sono rimaste escluse. Una fondamentale misura di giustizia, di aiuto ai più bisognosi è da loro rifiutata.
Rifiutano la Buffett Rule, che chiede ai grandi ricchi un importante contributo per lo stato che è in difficoltà a causa della crisi; un contributo di cui questi ricchi dovrebbero essere fieri.
Anche qui è in gioco una misura di giustizia: chi ha di più, deve dare di più.
Rifiutano l’American Jobs Act, che può dare lavoro ai molti che in questa fase ne sono privi, individui e famiglie che stentano a vivere.
Il Presidente è preoccupato sia per queste leggi che non riescono ad essere approvate, sia per l’esito della sua campagna elettorale. Ma se la gente, il popolo anzitutto, capirà ch’egli agisce secondo giustizia per il bene della nazione, il suo voto non potrà mancare.
Una capillare campagna d’informazione è necessaria.
(Al Presidente Giorgio Napolitano, al Pres. Gianfranco Fini , al Segr. PD Pier Luigi Bersani
Basta col Parlamento degli inquisiti
Bel Parlamento che abbiamo. Con una ventina d'inquisiti. Ieri poi Milanese, domani Romano si aggiungono. Il Premier carico di processi. Sull'esempio del capo marciano gli altri, il numero degl'inquisiti aumenta. Una vera sconcezza.
Questa gente non sa forse che il Parlamento è l'organo della legge, di ciò che di più grande e decisivo v'è nella Stato.
Se si richiede un'autorizzazione affinché il parlamentare sia sottoposto a processo o arrestato, questo è solo per accertare la fondatezza dell'azione penale, non per sottrarvelo, non per fare del Parlamento il rifugio di coloro che invece di osservare la legge di cui sono autori, per primi la trasgrediscono. E non per faredell'immunità parlamentare un'impunità.
Basta con questo Parlamento che protegge e raduna in sé i malfattori.
Vogliamo un Parlamento che sia degno del suo altissimo compito;
che sia fatto di persone ineccepibili, che siano un esempio per la nazione:
che non ci disonorino presso le altre nazioni.
Vogliamo un Parlamento dove nessun inquisito possa entrare;
e dove chi è inquisito debba uscire.
Chiediamo che in tal senso sia modificata la Costituzione.
Chiediamo al Pres. Napoletano d'intervenire con un messaggio che richiami il Parlamento alla sua suprema dignità di organo della legge, di fedeltà alla legge.
Lecce, il 26 settembre 2011
(Al Ministro del Tesoro Giulio Tremonti, al Ministro delle politiche sociali Maurizio Sacconi, al Segretario PD Pier Luigi Bersani
Il Ministro non pensa alla riduzione del debito pubblico?
Il Ministro del Tesoro, insieme col governo e i partiti della maggioranza, hanno fatto una manovra finanziaria che si è presentata come uno sforzo enorme e confuso, per raggiungere la parità di bilancio;
ma non si è parlato per nulla di quel debito pubblico che pesa sulla nazione come un macigno:
il 120 del PIL (si parla anzi del 123);
1.911 miliardi di euro nel 2011;
80 miliardi all'anno d'interessi.
Quando il debito era al 103%, e comunque già altissimo, Prodi fece un piano di rientro del 3% annuo, in modo da avvicinarsi in un decennio alla media europea, ad un 70% (il Patto di stabilità fissa il 60, ma già Francia e Germania sono all'81 e 83 per cento).
Questo piano di rientro è necessario, urgente. Raggiunta la parità di bilancio si deve iniziare la riduzione del debito.
E non sarà difficile farlo se si aprirà un'azione fiscale seria:
che inizi con l'eliminare anzitutto gli sprechi della politica, aprendo un'era di sobrietà: il politico non come un privilegiato con uno stipendio (tutto compreso) da 120.000 euro, e con tutta una scandalosa serie di gratuità. Stipendio da ridurre di due terzi, gratuità da abolire. Il politico come cittadino sobrio ed esemplare. Finirà pure questo vergognoso berlusconismo che ci ha umiliati di fronte al mondo intero.
E finirà anche lo sconcio della Lega Nord che, con una presenza del 10% (30% nel Nord) pretende dividere il paese intero.
Una politica fiscale che affronti con serietà l'evasione.
Che prenda il denaro là dove si accumula, e cioè anzitutto dai patrimoni, che Berlusconi non intende toccare, cominciando dal suo.
Il Movimento pensa che solo con una rinnovata coscienza etica l'Italia potrà salvarsi e crescere. Non certo con un berlusconismo e una maggioranza della disonestà e dello scandalo.
Lecce, il 19 settembre 2011
(Al Presidente della Compagnia delle Opere Bernhard Scholz, al Direttore Enrico Biscaglia, al Presidente di Comunione e Liberzione Julián Carrón
La Compagnia delle Opere, il lavoro, il Vangelo
Queste riflessioni conseguono sempre al Meeting di Rimini da poco trascorso – come già le riflessioni sul discorso del Presidente Napolitano a quel Meeting.
La Compagnia delle Opere è parte integrante di Comunione e Liberazione, cioè di un "movimento ecclesiale il cui scopo è l’educazione cristiana matura dei propri aderenti". Movimento ecclesiale, quindi ispirato all'annunzio evangelico, che è singolarmente annunzio ai poveri e redenzione anche materiale del povero, come si vede nella primitiva comunità gerosolimitana in cui tutto era distribuito a tutti, e "nessuno yutra loro era indigente".
La Compagnia delle Opere è invece un'associazione d'imprenditori.
Si occupa di padroni, più che di lavoratori. Anche se, qua e là, nei suoi statuti, si parla marginalmente del lavoro, dell'inserimento nel lavoro di giovani e disoccupati, d'incrementare le opportunità occupazionali, la riqualificazione dei lavoratori.
Si parla anche di concezione dell'impresa e del mercato che "rispetti la persona in ogni suo aspetto". Strana espressione, in un mondo d'imprese capitalistiche volte anzitutto al profitto – siano pur piccole e medie – in cui la dignità della persona non può essere rispettata perché il lavoratore è astretto dalla condizione salariale che è condizione di dipendenza, di sfruttamento, di precarietà.
L'opposto della evangelica "condizione fraterna".
La sua liberazione, la sua condizione di libertà, la sua dignità di persona può attuarsi solo là dove il capitale vien meno; o meglio è assunto dalla comunità di lavoro attraverso l'autopossesso e l'autogestione dell'impresa. Un punto che già il socialismo dell'800 aveva chiarito, in autori che conoscevano il Vangelo, come Proudhon; che auspicavano la società fraterna, come Saint-Simon e Fourier.
Solo così avviene la "redenzione del lavoro" come la "redenzione del povero" che è poi il lavoratore. E così si attua l'annunzio evangelico all'umanità; annunzio che non può restare lettera morta, anche se lo è rimasto per secoli e millenni.
Di cui, a quanto pare, la Compagnia delle Opere, non si cura. E certo la sua valenza cristiana ed evangelica sarà scarsa fino a che non concentrerà la sua attenzione e il suo impegno nella redenzione del lavoro.
Lecce, il 12 settembre 2011
(To the President Barack Obama, to the Vice President Joe Biden, to the Secretary of State Hillary Rodham Clinton
Clean air cannot wait
"Clean
air can
wait": so said
President Obama, suspending
the campaign against
air pollution and
against global warming until
2013.
The reason given:
the crisis, lower costs
for businesses and
their growth, job
recovery.
With this, the
President indicated indirectly the
cause of
his decision: the
pressure of big business, of
oil companies, of finance in
general - to which he
presumably has
ceded.
But
there is a
greater responsibility, that
of the US towards
humanity.
A very serious responsibility after Bush's
refusal to ratify
the Kyoto
protocols. Bush,
the oil
companies’ friend ,
and an
oilman himself, who thus put his
interest before
that of his people and
of all humanity. So the delay of
a strong nation and major polluter; a
delay that has
yet to be recovered, it needs
to speed
up rather
than stop.
President Obama thinks
about business
and the
workplace,
but more
urgent are the diseases
that cause pollution; just in
the U.S.;
and the most
urgent are
especially the disasters towards
which global
warming is
leading us, and
which according to scholars can
no longer be avoided,
and this
is why one must
be solicitous about strong
action against greenhouse
gases.
President Obama must
also think
of the hope that
his election has
caused in
the world; he must think of what
the world
expects from
him.
He must
think of the qualified consensus that
he may miss
through his actions: the consensus
of environmentalists, of young
people, of those who
suffer from pollution.
This also concerns
us because
- like
many others
around the world - we
would like him to be re-elected. We
would like our hope not
to be lost.
Lecce, 2011-09-05
(testo italiano)
L'aria pulita non può attendere
«L'aria pulita può attendere»: così ha detto il Presidente Obama nel sospendere la campagna contro l'inquinamento atmosferico, e contro il surriscaldamento, fino al 2013.
Il motivo addotto: la crisi, i minori costi per le imprese e la loro crescita, il recupero di posti di lavoro.
Con questo il Presidente indicava indirettamente le cause della sua decisione: la pressione delle grandi imprese, dei petrolieri, della finanza in genere. Cui presumibilmente ha ceduto.
C'è però una responsabilità maggiore, ed è quella degli USA di fronte all'umanità.
Responsabilità gravissima dopo il rifiuto di Bush di ratificare i protocolli di Kyoto; Bush l'amico dei petrolieri e petroliere egli stesso; che dunque poneva il suo interesse davanti a quello del suo popolo e dell'umanità intera. Quindi il ritardo di una grossa nazione forte inquinatrice; ritardo che dev'essere ancora recuperato, che ha bisogno di accelerazione piuttosto che di soste.
Il Presidente Obama pensa alle imprese e ai posti di lavoro; ma più urgenti sono le malattie che l'inquinamento provoca; proprio negli USA; e più urgenti sono soprattutto le catastrofi cui il surriscaldamento globale ci sta portando, che secondo gli studiosi ormai non si potranno evitare; e tanto più quanto meno si sarà solleciti di una forte azione e accelerazione contro i gas serra.
Il Presidente Obama deve anche pensare alla speranza che la sua elezione ha suscitato nel mondo; a ciò che il mondo si attende da lui.
Deve pensare al consenso qualificato che può così perdere: consenso degli ambientalisti, dei giovani, di coloro che soffrono per l'inquinamento.
Anche questo ci preoccupa poiché – come tanti altri nel mondo – vorremmo che fosse rieletto. Vorremmo che quella speranza non andasse perduta.
(Al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al Presidente di CL Julián Carrón, al Segr. PD Pier Luigi Bersani
Il discorso del Presidente Napolitano al Meeting di Rimini
Questo discorso, che per altri versi è stato apprezzato, verteva sulla crisi economica, crisi mondiale, in cui l’Italia è particolarmente coinvolta a causa di quell’altra crisi, politica e morale, di cui il discorso non parlava, se non per qualche vago accenno.
Crisi duplice, che l’attanaglia da vent’anni, i cui fattori sono due: il Berlusconismo e la Lega Nord.
Il Berlusconismo, che è sollecitato dagli interessi del suo capo, i suoi processi, le sue aziende; e quindi distratto dagl’interessi della Nazione.
Che per questi suoi interessi distorce la legge a suo vantaggio contro il vantaggio della Nazione; calunnia ostentatamente i magistrati, lui il povero innocente perseguitato dalla loro malvagità;
si è formato un Parlamento succube (anche col denaro), pronto a votare quelle leggi inique.
La Lega Nord che, con solo un 10% di consenso nazionale e solo un 30% nello stesso Nord, pretende oggi ancora di annientare i 150 anni di unità nazionale, unità che è stata costruita proprio partendo dal Nord, e attraverso una lunga lotta, per una fantomatica secessione. Che in ogni caso persegue gl’interessi del Nord e non quelli della Nazione, e col suo 10% condiziona la maggioranza e la Nazione intera.
In questa situazione di degrado politico e morale il Presidente si lamenta dello scontro tra maggioranza e opposizione e invoca il dialogo. Invocazione irreale e deleteria. L’opposizione dev’essere certo anche propositiva, laddove è possibile, ma deve combattere aspramente questo degrado della Nazione e i suoi autori; anche per illuminare la gente che inconsapevole, disinformata, ha dato loro il suo voto.
Il Presidente ha pensato ad un discorso irenico in un’accolta – quella di Comunione e Liberazione – che è irenica solo in apparenza; in realtà è dominata da una volontà di potenza aliena dal Cristianesimo che professa, e dannosa al Paese.
Lecce, il 29 agosto 2011
(Aux leaders du Parti Socialiste français Martine Aubry, François Hollande, Ségolène Royal
Dominique Strauss-Kahn et les erreurs du Parti Socialiste
Ce qui nous étonne profondément, c’est qu’un personnage comme Strauss-Kahn
puisse rester dans le Parti Socialiste, en être un leader, être même choisi comme le plus haut représentant du Parti, comme le candidat du Parti à la Présidence de la République française.
Pour deux raisons au
moins:
- son attachement
à l'argent, qui est adapté plutôt à un parti
de droite;
- son libertinage,
son manque de respect pour
la femme, pour la dignité et les droits de la femme ; l'égale dignité
et droit des femmes et des hommes est l'un desprincipes indérogeables du
socialisme et un droit
universel indérogeable (l’abandon de la poursuite américaine n’est pas
décisif : il s’agit seulement d’un cas parmi les autres).
C’est étonnant qu’un type semblable soit resté dans le Parti Socialiste ; il aurait dû en être expulsé ; qu’il en soit devenu un leader ; que le Parti ait pu l’imaginer et le présenter comme la plus haute expression du Socialisme français ; qu’aujourd’hui encore un courant du Parti le défende et le soutienne.
Qu’est donc devenu le Socialisme français ? Quels principes et quels idéaux poursuit-il ? S’il soutient cet homme là et pense en faire sa plus haute expression ?
C’est ce que se sont demandés et que se demandent beaucoup de socialistes qui voient dans le Socialisme français, dans sa force, dans le consensus qu’il obtient, un modèle pour la reprise du socialisme européen.
Lecce, le 23 Août 2011
(testo italiano)
Strauss-Kahn e gli errori del Partito Socialista
Ciò che profondamente stupisce è che un personaggio come Strauss-Kahn potesse restare nel Partito Socialista, esserne un leader, addirittura essere scelto come il più alto esponente del partito stesso, come il candidato del Partito alla presidenza della Repubblica francese.
Per almeno due motivi:
il suo attaccamento al denaro, che lo faceva adatto semmai a un partito di destra;
il suo libertinaggio, la sua mancanza di rispetto per la donna, per la dignità e il diritto della donna, la pari dignità e diritto di donna e uomo: uno dei principi inderogabili del Socialismo, e un inderogabile diritto universale (l’archiviazione del caso americano non è decisiva; si tratta solo di un caso tra gli altri).
Ci si meraviglia che un tipo simile sia potuto rimanere nel Partito Socialista; avrebbe dovuto esserne espulso. Che ne sia diventato un leader. Che il partito lo abbia potuto pensare e presentare come somma espressione del Socialismo francese. Che oggi ancora una parte del partito lo difenda e sostenga.
Che cos’è diventato allora il Socialismo francese? Quali principi e ideali persegue? Se sostiene un tipo siffatto e pensa di farne la sua somma espressione?
Questo si sono chiesti e si chiedono molti socialisti autentici che vedono nel Socialismo francese, nella sua forza, nel consenso che riscuote, un modello per la ripresa del socialismo europeo.
(Al Presidente Giorgio Napolitano, al Ministro Angelino Alfano, al premier Silvio Berlusconi, al Segretario PD Pier Luigi Bersani
Continua il comportamento ingiusto del Ministro della giustizia
È questa una somma iattura per la Nazione: avere un Ministro della giustizia che fa leggi ingiuste. A cominciare dal famoso Lodo che portava il suo nome e che è stato cassato dalla Consulta;
alla legge sul legittimo impedimento;
alla leggina inserita non si sa come nella manovra fiscale e che liberava Berlusconi dal grosso risarcimento dovuto per l’assegnazione indebita (attraverso corruzione di magistrato) delle edizioni Mondatori.– deplorata dall’intera Nazione ma che il Ministro non si trattenne dal dichiarare giusta¸ fino a quella pretesariforma della giustizia che, per quanto se ne sa, ne è uno stravolgimento.
Il Presidente Napolitano dovrebbe richiamare il suddetto Ministro ad un comportamento corretto, che non faccia scempio della giustizia.
Alfano, poi, per questi suoi meriti, è stato promosso a coordinatore o segretario del cosiddetto Popolo della libertà; che egli ha preteso designare come il “partito degli onesti”;
davvero una simpatica designazione, se si pensa a quante persone perseguite penalmente contiene questo partito, a cominciare dal suo fondatore e leader, sempre carico di processi, e sempre intento a fare leggi per scaricarsene, accusando i giudici di persecuzione:
la favola oscena che getta derisione e disprezzo sulla Nazione italiana.
Lecce, 11 luglio 2011
(Ai Segretari e leader della coalizione per il rinnovamento della Nazione italiana
Pier Luigi Bersani, Pier Ferdinando Casini, Gianfranco Fini, Antonio Di Pietro, Nichi Vendola
La coalizione dev'essere solida
Stupiscono i sospetti e le gelosie che percorrono la coalizione:
quelli anzitutto ideologici: il sospetto per la Sinistra democratica a causa della sua provenienza sovietico-marxista; provenienza ormai lontana; ma in cui dev'essere comunque riconosciuto l'alto
valore del progetto socialista, la redenzione del popolo lavoratore e del povero;
quelli pragmatici ed elettorali, si tratti dell'appoggio del Vaticano o della conquista del voto "moderato", ritenuto il più forte e prezioso.
La coalizione deve accettare le diversità per comporle in un programma comune e in una
comune azione a livello popolare.
Il programma comune è il fatto più decisivo, e dev'essere preparato fin d'ora; non bisogna attendere; bisogna iniziare un lavoro d'incontro e di scambio per individuare i punti di un rinnovamento profondo della Nazione, dopo anni in cui il Parlamento era succube di un padrone e per lui lavorava varando leggi inique, pretese riforme della giustizia che dovevano liberarlo dai suoi processi; leggi o leggine di aiuto alle sue imprese. Uno scempio.
Punti essenziali come la riduzione del debito (magari riprendendo la proposta prodiana di una riduzione di tre punti l'anno), la promozione di un lavoro stabile per tutti (questa sì una grande
risorsa elettorale), la moralizzazione del comportamento, tanto degradato nella "cristiana" Italia.
L'azione a livello popolare è altrettanto importante; e dev'essere capillare, penetrante, deve accostare la gente, deve spiegare, deve formare. O altrimenti a che servono i partiti? Non è questo il loro compito precipuo, la formazione della coscienza ed azione polìtica popolare?
Questa unità di forze e d'intenti è ciò che la Nazione si attende per il suo rinnovamento dopo la disastrosa vicenda del populismo berlusconiano, dopo gli anni dell'illusione e dell'inganno, della ingannevole captazione del voto popolare.
La coalizione lo deve fare, è il suo più stretto dovere.
Lecce, il 4 luglio 2011
( Al Presidente Giorgio Napolitanoo, al Ministro Giulio Tremonti , al Segr. PierLuigi Bersani
Una riforma delle tasse che non tocca gli sprechi
Questa è la riforma fiscale che il Ministro Tremonti, e Berlusconi, e l'intera maggioranza vuoi fare. Si parla infatti di diminuire di due punti l'IRPEF per il primo scaglione fino a un reddito di 15.000 euro; e di una quantità imprecisata per le famiglie numerose o con anziani e disabili a carico; così come di un taglio deH'IRAP relativo al costo del lavoro.
I mezzi per questa riforma - che ovviamente non deve aumentare il già colossale debito pubblico - si prenderebbero da una problematica lotta all'evasione fiscale; da una tassa sull'attività finanziaria; ma soprattutto da un aumento dell'IVA.
Ora si sa che l'aumento dell'IVA porta ad una riforma ingiusta, perché colpisce tutti i consumatori indifferentemente, poveri e ricchi pagano tutti la stessa IVA.
Tremonti, con una frase ingannevole, dice di voler dirottare la tassazione «dalle persone alle cose»; quasi che fossero le cose a pagare, sgravando le persone; mentresono le persone a pagare le cose.
L'IVA dunque non dev'essere toccata; ci sono ben altri settori in cui compiere una riforma secondo giustizia:
i grandi patrimoni, che in Italia non sono soggetti a particolare tassazione, come in Francia e altrove; e i beni di lusso, quelli sì meritano un adeguato aumento dell'IVA;
i profitti delle imprese che non vengono reinvestiti;
i redditi dei politici, che devono essere dimezzati; mentre devono scomparire tutte le altre facilitazioni; e le pensioni devono essere portate a norma, come tutte le altre;
le famose auto blu, che in Italia sono 90.000, mentre in Germania 55.000;
e tutti gli altri sprechi in commissioni e consulenze varie, di cui sempre si parla.
Di questi sprechi della politica Tremonti non parla mai, quasi non esistessero.
Insomma, se si vuoi fare una riforma fiscale secondo giustizia, si trovi il denaro là dove si accumula ed eccede, attraverso lo sfruttamento, la speculazione, lo spreco; non là dove già è scarso.
Lecce, il 24 giugno 2011
(Al Presidente Giorgio Napolitano, al Premier Silvio Berlusconi, al Segr. Lega Nord Umberto Bossi, al Segr. PD Pier Luigi Bersani
Basta con le arroganti pretese di Lega Nord
Chiediamo al Presidente Napolitano d’intervenire con la sua saggezza e il suo prestigio contro le pretese insensate di questo piccolo gruppo, che secondo gli ultimi rilievi demoscopici rappresenta appena il 9-10% della Nazione ma pretende dividere la Nazione intera;
che non ha neanche la maggioranza nel Nord, ma si e no il 30%, e pretende decidere per tutto il Nord;
approfittando anche, in questo momento, della debolezza del Governo.
Un piccolo gruppo che in passato avrebbe voluto anche la secessione di tutto il Nord, una follia totale, una presunzione e arroganza unica, se si pensa quanto è costata l’unità d’Italia, che ha avuto proprio il Nord come primo protagonista.
Così ora pretende di spostare al Nord quattro Ministeri, cosa inaudita, contraria all’unità e solidarietà della Nazione; causa di disagio sociale e di nuove spese in un momento di difficoltà economiche.
Che questa arroganza abbia fine, che abbia fine questa insensata divisione della Nazione
Lecce, il 20 giugno 2011
(Al Presidente Giorgio Napolitanoo, al Ministro Giulio Tremonti, al Segr. PD Pier Luigi Bersani
Alcuni vizi della riforma fiscale in corso
Almeno quattro sono i vizi di questa riforma fiscale.
1. L’aumento dell’IVA che colpisce tutti i consumatori indifferentemente, poveri e ricchi pagano tutti la stessa IVA. Tremonti, con una frase ingannevole, dice di voler dirottare la tassazione «dalle persone alle cose»; quasi che fossero le cose a pagare, sgravando le persone; mentre sono le persone a pagare le cose.
2. La riduzione delle aliquote IRPEF da cinque a tre, mentre per essere giuste le aliquote devono essere numerose, per non creare troppa disparità di tassazione. In particolare, col nuovo schema del 20, 30, 40 per cento, il beneficio maggiore toccherà ai redditi più alti.
3. Non vengono toccati i grandi patrimoni, che in Italia non sono soggetti a particolare tassazione, come in Francia e altrove; e i beni di lusso, quelli sì meritano un adeguato aumento dell’IVA;
non vengono toccati i profitti delle imprese non reinvestiti;
4: Non vengono toccati se non marginalmente gli sprechi della politica:
i redditi dei politici, che devono essere dimezzati; mentre devono scomparire tutte le altre facilitazioni; le pensioni devono essere portate a norma, come tutte le altre;
le famose auto blu, che in Italia sono 90.000, mentre in Germania 55.000; Tremonti si accontenta di toccare gli aerei blu;
e tutti gli altri sprechi in commissioni e consulenze varie, di cui sempre si parla.
Insomma, se si vuol fare una riforma fiscale secondo giustizia, si trovi il denaro là dove si accumula ed eccede, attraverso lo sfruttamento, la speculazione, lo spreco; non là dove già è scarso.
Lecce, il 13 giugno 2011
(To the President Barack Obama, to the Vice President Joe Biden, to the Secretary of State Hillary Rodham Clinton
Injustice and arrogance in the case of Osama bin Laden
We were surprised how
President Obama closed that case. We
thought that he loved
justice
and wanted above all to act justly. Instead
he led the U.S.
to act as a predator nation.
He invaded and violated the sovereignty of Pakistani territory; he had neither advised nor asked for consent to carry out the violent military action that took place on that sovereign territory.
Osama bin
Laden should have been
captured and submitted
to the judgement of the International criminal court; instead
he was executed. Even
when he appeared
at the window he was shot, then in his
room was killed by shots to the abdomen and head.
An act of premodern barbarism, which takes
us back to before Habeas
corpus.
His body should have been returned to the family for burial, but instead was thrown overboard. His body was treated with no respect. Respect that even in war isalways shown to the enemy when captured or killed; it is always shown to a human being.
Therefore this was not an act of justice but of revenge, a transgressive act to be condemned if done by a private citizen, inconceivable for a modern State, which owns and administers justice.
Pres Obama has deeply disappointed and saddened us: those who stand for justice must act justly.
Lecce, 2011-06-06
(testo italiano)
Ingiustizia e arroganza nel caso di Osama bin Laden
Ci ha sorpreso il modo in cui il Pres. Obama ha chiuso quel caso. Pensavamo che amasse la giustizia e volesse anzitutto agire secondo giustizia. Invece ha portato gli USA ad agire come una nazione predatrice
Ha invaso e infranto la sovranità del territorio pakistano; non ha avvertito né chiesto l’assenso per un’azione militare e violenta che si svolgeva in quel territorio sovrano.
Osama bin Laden doveva essere fatto prigioniero e sottoposto al giudizio del tribunale penale internazionale; invece è stato giustiziato, Già quando si è affacciato alla finestra gli è stato sparato; poi nella sua stanza è stato ucciso con un colpo al ventre e alla testa.
Un atto di barbarie premoderna, che ci riporta a prima dell’Habeas corpus.
Doveva essere restituito alla famiglia per essere sepolto; invece è stato gettato in mare. Non si è avuto nessun rispetto per il suo cadavere. Quel rispetto che anche in guerra è sempre dovuto al nemico quando prigioniero o ucciso; è sempre dovuto alla persona umana.
Perciò non un atto di giustizia ma di vendetta; atto trasgressivo e da condannarsi se compiuto da un privato; inconcepibile per uno Stato moderno, che detiene e amministra la giustizia.
Il Pres. Obama ci ha profondamente delusi e rattristati: chi impersona la giustizia deve agire secondo giustizia.
(Al Segr. della Lega Nord Umberto Bossi, al Ministro Roberto Maroni, al Ministro Roberto Calderoli
L’alleanza con Berlusconi è ormai l’inizio della fine
Si tratta di una fine anzitutto morale, che però porta alla fine storica perché la gente non può più fidarsi di chi sostiene un personaggio talmente depravato e squalificato; di chi ne è anzi il sostegno maggiore.
Di chi ha approvato in parlamento tutte le sue leggi inique, fatte solo per liberarlo dai processi in cui lo ha coinvolto la sua attività disonesta; ha fatto scempio del parlamento che è l’organo della legge, è l’organo supremo della democrazia, l’espressione della sovranità popolare.
Di chi ha sostenuto un personaggio che ha disonorato l’Italia di fronte all’Europa e al mondo.
Un truffatore che con le sue truffe si è caricato di processi; altro che persecuzione di fantomatici giudici di Sinistra;
un mentitore spavaldo, che mente ogni giorno alla nazione intera;
un libertino di alto bordo, che invece di pensare ai problemi della nazione si diverte con decine di giovani donne in un divertimento osceno e venale.
Questo è il personaggio che la Lega Nord ha mantenuto al governo di una nazione come l’Italia, tra le maggiori del mondo, ricoprendola di fango.La Lega Nord ne è stata, e ne è tuttora, il complice maggiore.
Così ha anche snaturato e svergognato lo spirito lombardo, di cui si dice paladina, mentre ne è in realtà l’espressione peggiore. Il vecchio spirito lombardo onesto e leale.
La Lega Nord, la sostenitrice disonesta del maggior disonesto nell’Italia degli ultimi vent’anni.
Ha davvero di che vantarsi la Lega Nord.
Lecce, il 31 maggio 2011
Gli Usa portatori di guerra
L’intervento armato in Libia, voluto dagli Usa insieme con Francia e Inghilterra, è avvenuto in contrasto con un principio fondamentale dello Statuto dell’Onu,e cioè che i conflitti devono essere risolti con la trattativa, non con la guerra; l’intervento armato dev’essere solo una extrema ratio.
Questa trattativa, che doveva essere forte, convincente, coinvolgendo anche la Lega araba, coinvolgendo molti popoli, non c’è stata.
Nonostante la volontà di pace, la forte decisione per la pace sancita nello Statuto dell’Onu, che è la comunità planetaria dei popoli, nell’intero dopoguerra gli Usahanno troppo facilmente scatenato la guerra:
prima in Corea, dove sono stati fermati dalla Cina;
poi in Viet-Nam, dove sono stati sconfitti;
in ambedue i casi in funzione anticomunista;
nella guerra del Golfo;
poi nella due guerre infinite dell’Afghanistan e dell’Iraq,
dove combattono inutilmente da dieci anni, con enormi perdite di vite umane e di beni, e nella loro potenza sono stati umiliati, e sono ancora umiliati ogni giorno, perché contro la guerriglia gli eserciti sono impotenti.
In questa fase, che dovrebbe essere di pace, dopo le atroci esperienze delle due guerre mondiali,
gli Usa sono per l’umanità i maggiori portatori di guerra; sono, in questo senso, un flagello per l’umanità. E lo devono riconoscere.
Né possono addurre la scusa del terrorismo islamico, perché il terrorismo non si combatte con la guerra, ma con altri mezzi; anzitutto infrenando Israele nella sua arrogante politica anti-palestinese; poi sviluppando rapporti amichevoli con i popoli islamici.
Il Presidente Obama ha anche un personale dovere di pace, poiché ha ricevuto il Premio Nobel per la pace. Questo premio era più un auspicio che un compenso. Il Presidente ha il dovere di avviare iniziative globali di pace, come:
l’iniziativa del disarmo nucleare, coinvolgendo i popoli che posseggono quest’arma mostruosa; l’iniziativa della progressiva riduzione delle armi convenzionali.
Se gli Usa sono una grande nazione, devono sviluppare una grande iniziativa di pace,
una iniziativa benefica, e non più malefica, per l’umanità.
Lecce, 9 maggio 2011
(Al Romano Pontefice Benedetto XVI, al Segretario di Stato Card. Tarcisio Bertone, al Presidente CEI Card. Angelo Bagnasco,
ai Card. Dionigi Tettamanzi e Angelo Scola
La speranza di una redenzione terrena
Nell’omelia pronunziata durante la cerimonia della scorsa domenica il Pontefice ha detto
che “la carica di speranza che era stata ceduta in qualche modo al marxismo e all’ideologia del progresso, egli (Papa Wojtyla) l’ha legittimamente rivendicata al Cristianesimo, restituendole la fisionomia autentica della speranza”.
Quale speranza, dunque, se non quella di una redenzione terrena dell’umanità dai mali che l’hanno afflitta lungo l’intera sua storia? Dal “blocco della società ingiusta” che ha dominato la storia umana fino a tempi recenti, e ancora in parte l’affligge: dispotismo, guerra perenne, asservimento di popoli, formazione d’imperi (cos’è un impero se non un grande brigantaggio, diceva Agostino); schiavitù, soggezione della donna, sfruttamento oppressione povertà del popolo.
Speranza che il messianismo ebraico e l’evangelo avevano acceso con l’annunzio di una società di giustizia e di una società fraterna; con l’annunzio ai poveri, con la redenzione anche materiale del povero che si compiva nella primitiva comunità cristiana dove “nessuno più era indigente”.
Questa speranza si era perduta con l’affondare della Chiesa nella ricchezza e nella potenza, la sua alleanza col dispotismo, la sua benedizione alla conquista dei popoli col pretesto della conversione; col mantenimento della schiavitù, della soggezione della donna (si vedano in proposito le lettere di Paolo), della povertà del popolo; poiché alla condivisione dei beni aveva sostituito l’elemosina e le sue forme; al diritto del povero aveva sostituito la benevolenza del ricco.
Se una redenzione terrena si è aperta nella storia, se una speranza terrena si è illuminata, non è venuta dalla Chiesa, ma dalle rivoluzioni moderne che hanno impostato il modello democratico, la sovranità popolare; e dal socialismo che col movimento operaio e la sua lotta, quindi con lo stato sociale e del benessere (lo Welfare), ha trasformato la condizione popolare.
Cose tutte che la Chiesa a suo tempo ha condannato, che ha in parte accolto solo in tempi recenti,
quando il processo di costruzione di una società di giustizia era già molto avanzato.
Wojtyla ha dato un piccolo contributo alla caduta del modello sovietico, cioè di una rivoluzione che era fallita e si era trasformata in un sistema oppressivo e in una minaccia per l’umanità, distorcendo il marxismo stesso.
La redenzione terrena, e la speranza che l’accompagna e la sostiene, proviene sì dall’annunzio messianico-evangelico, ma attraverso la società secolare e il suo impegno nella costruzione di una società di giustizia.
Un obiettivo che la Chiesa ha mancato, di cui porta la colpa.
Lecce, il 3 maggio 2011
(Al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al Premier Silvio Berlusconi, al Ministro Franco Frattini, al Segr. PD Pier Luigi Bersani
Gli errori dell’intervento armato in Libia
L’Italia fa un altro passo nell’intervento in Libia e partecipa ad azioni aeree offensive contro obiettivi militari. Lo fa per motivi politico-economici:
la pressione di Obama e l’importanza di riacquistare prestigio presso gli Usa come presso Francia e Inghilterra (in particolare per Berlusconi);
il timore di perdere il petrolio libico.
Con questo non contraddice alla lettera della Costituzione, che ripudia la guerra “come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli”; dal momento che intervienein aiuto di un popolo che lotta per la sua libertà.
Contraddice però allo spirito della Costituzione che è animata da una volontà di pace; quella stessa che anima lo Statuto dell’Onu che la precede, e che pone la pace come primo obiettivo della comunità dei popoli; e introduce il principio che le controversie tra gli stati non si risolvono con la guerra ma con la trattativa. L’azione bellica è vista come estrema ratio.
Ora dev’essere detto con chiarezza che nei riguardi della Libia non v’è stata una fase forte di trattativa, una forte pressione, un massiccio intervento delle diplomazie, dei capi di stato; la fase della trattativa, la più importante, è mancata; ci si è precipitati subito sull’attacco aereo.
Sotto il dettato dell’Onu si affaccia una coscienza etica che va maturando in questi decenni e che porta al rifiuto radicale della guerra: la guerra è un fatto talmente atroce, il macello umano, l’uccisione intenzionale, programmata, scientifica di masse d’uomini, la guerra non è mai lecita.
Nessuna guerra è giusta, per nessun motivo.
È in questo senso che procede lo spirito della nostra Costituzione, ed è in questo senso che l’Italia deve operare sulle altre nazioni: come presenza di pace, come richiamo, incentivo di pace per gli altri che non hanno nelle loro costituzioni questo principio.
Qui Bersani si è troppo facilmente affrettato ad approvare le azioni aeree offensive.
Chiediamo al Presidente Napolitano di richiamare il Paese a questo spirito.
Lecce, il 26 aprile 2011
(Al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al Presidente della Camera Gianfranco Fini, al Segr. PD PierLuigi Bersani
Urge che Berlusconi sia dichiarato persona indegna con un messaggio alle Camere
Non si capisce come il Presidente della Repubblica tolleri che a capo del governo ci sia un personaggio talmente indegno da costituire una vergogna per la Nazione, e di fronte alle altre Nazioni.
Un personaggio carico di reati di cui in parte si è liberato, già nella precedente legislatura, con leggi e leggine inique, sì che oggi risulta incensurato – una vera beffa per tutti i cittadini onesti –, di altri si sta liberando attraverso altre leggi inique.
Un mentitore spregiudicato e spavaldo che ogni giorno accusa la magistratura (e ultimamente anche il Presidente della Camera) di aver inventato quei reati per perseguitarlo; per pretesi motivi ideologici, le pretese toghe rosse.
Un corruttore che trascina con sé un Parlamento in parte succube, in parte comprato in vario modo; ne fa un Parlamento perverso che produce leggi inique.
Un libertino che celebra festini con decine di giovani donne, lautamente pagate, e – secondo la stampa – indotte a comportamenti immorali.
Col suo silenzio il Presidente Napolitano si fa complice di questo abominio,
si fa concausa del discredito e della vergogna in cui è caduta la Nazione.
Urge che egli denunzi tutto questo con un messaggio alle Camere e che, in caso di resistenza, proceda allo scioglimento delle Camere stesse, secondo il dettato della Costituzione.
Questo atto di forza, di coraggio, è oggi necessario; è ormai per lui un dovere.
Lecce, il 18 aprile 2011
(Ai Segretari dei partiti dell’Opposizione Pier Luigi Bersani, Pier Ferdinando Casini, Antonio Di Pietro, Gianfranco Fini
Un linguaggio più efficace è necessario
È ora di smetterla di parlare di legge ad personam, espressione eufemistica che la gente non capisce. Tutto il linguaggio dell’Opposizione dev’essere più forte, più aggressivo, più appassionato per la verità e la giustizia.
Si deve parlare di legge truffa, di legge iniqua, perversa, con cui il truffatore, il mentitore perenne, il libertino Berlusconi, manipola e snatura la legge – una cosa sacra già per gli antichi perché su di essa si regge lo stato – per sottrarsi ai processi che giustamente devono colpire le sue truffe e il suo libertinaggio.
E per far questo, corrompe e trascina con sé la Maggioranza del Parlamento, tutti i suoi servili e disonesti compagni della maggioranza, in parte da lui comprati col denaro e con le cariche, pronti sempre a votare queste leggi truffa. Ecco dunque come, per riuscire nel suo intento truffaldino di sfuggire alla giustizia, eglicorrompe il Parlamento che è l’organo della legge.
Si deve spiegare alla gente con chiarezza che queste leggi truffa sono ingiuste;
che il processo breve annulla più di 100.000 processi di ogni genere, facendo dilagare così l’ingiustizia e il crimine nel paese;
che un effetto analogo ottiene la prescrizione breve.
Si devono spiegare alla gente tutte le leggi truffa che il disonesto Berlusconi ha fatto varare in questa e nella precedente legislatura, tutti i processi ai quali così è sfuggito.
La gente deve sapere che il disonesto e libertino Berlusconi è pronto a rovinare il paese, così come a svergognarlo di fronte alle altre nazioni. Tutto questo dev’essere detto alla gente con estrema chiarezza perché la gente non lo sa; tutta la gente che attinge le notizie alla televisione la sera sul primo canale non sa nulla di tutto questo.
Lecce, l'11 aprile 2011
(Al Presidente Giorgio Napolitano, ai Ministri Franco Frattini e Roberto Maroni, al Segretario PD Pier Luigi Bersani
L’accoglienza umana e rigorosa degl’immigrati
In questi giorni si è sentita la parola “accoglienza”, sempre evitata in passato; ma si tratta di un’accoglienza disordinata e caotica, che gl’immigrati stessi contestano, e che rivela una totale incapacità di gestire il fenomeno. Ne consegue un grave disordine sociale.
Si chiedono tre cose:
1. Lampedusa sia la nostra Ellis Island.
Vi sia costruito rapidamente, in prefabbricato, un Centro di controllo, sì che al suo sbarco l’immigrato sia accolto dalle forze dell’ordine e sia condotto a questo Centro:
a. per la registrazione e il controllo dei documenti. Gl’immigrati devono sapere che non potranno essere accolti senza documenti. Se ne sono sprovvisti dichiarano la loro identità, ricevono una carta provvisoria e si obbligano a richiedere al più presto i documenti in patria. Restano intanto in stato di semi-detenzione.
b. per la visita medica, cui può seguire una quarantena o un ricovero sanitario.
c. per l’accertamento della condizione di profugo o meno; dell’intenzione di restare in Italia o passare altrove (questo passaggio sarà organizzato in base alle intese con altri stati; avverrà sotto controllo); della professione, delle intenzioni e capacità di lavoro.
Uscendo dal Centro di controllo l’immigrato sarà portato al Centro di accoglienza (rigorosamente custodito dalle forze dell’ordine) e lì attenderà le ulteriori destinazioni.
2. Al punto in cui siamo l’accesso di altri immigrati dev’essere sospeso.
Accordi devono essere presi in particolare col governo tunisino:
per la sospensione delle partenze;
per una collaborazione economica che crei posti di lavoro in patria affinché abbia fine questa continua emorragia di forze giovanili;
in accordo con tale governo un pattugliamento dev’essere disposto per impedire altri esodi.
Accordi analoghi devono essere presi con gli altri governi della zona.
3. Una trattativa dev’essere avviata con altri governi europei – in particolare con Francia, Germania, Svizzera – per l’accoglienza di una parte di quest’immigrati, specie di quelli che vi hanno già parenti o amici; e che saranno scortati e consegnati alle forze dell’ordine di quel paese.
La Commissione Europea dev’essere sollecitata a un rapido riordino di tutta questa materia.
Lecce, il 4 aprile 2011
(Al Presidente Giorgio Napolitano, ai Ministri Franco Frattini e Roberto Maroni, al Segretario PD Pier Luigi Bersani
Basta col caos degli approdi tunisini
Quello che sta succedendo in questi giorni a Lampedusa sta veramente sotto il segno della stoltezza. Da decine d’anni i migranti vi approdano e non v’è ancora nessuna struttura e nessun procedimento serio dì accoglienza.
Se solo si pensa agli Usa, dove agl’inizi del ‘900 poteva arrivare anche un milione d’immigrati in un anno. C’era Ellis Island, e lì una struttura e un procedimento serio di accoglienza.
Lì i migranti dovevano passare, c’era la registrazione col controllo dei documenti, con l’escussione dei motivi; c’era la visita medica, cui potevano poi seguire dei trattamenti sanitari; c’era poi lo smistamento in ordine al lavoro e al posto di lavoro e di abitazione. Tutto fatto con estrema serietà, che era anche umanità,mentre da noi tutto è ancora inumano.
Ci si chiede che cosa intenda fare il Ministro Maroni; e se vuol continuare a muoversi nel caos attuale:
gente di cui nessuno sa niente;
chi sono, perché sono venuti, cosa vogliono fare, dove vogliono andare;
che s’aggirano e bivaccano per l’isola, senza che nessuno si curi di loro, solo un po’ di cibo;
che se ne vanno per la penisola in cerca di un passaggio in Francia o altrove; ma neppure a Ventimiglia nessuno si cura di loro;
che ci sta a fare il Ministero degl’Interni? i prefetti? le forze dell’ordine?
Perché questo grande esodo? Proprio dopo che la nazione tunisina si è liberata dalla dittatura e può vivere meglio? perché questa fuga di forze giovanili che certo impoverisce la nazione?
Il Ministro Frattini propone loro un compenso di 1.500 euro per riportarli in patria. (quando si dice che ne abbiano speso almeno 5000 per arrivare da noi)? Strana proposta.
Urge invece un accordo col governo tunisino per fermare l’emorragia;
urge impiegare quello, e altro denaro per iniziative economiche, piccole imprese che diano lavoro in patria ai giovani che fuggono; urge un’intesa di lungo respiro per aiutare la Tunisia nell’urgenza di una crescita economica;
urge un’intesa con l’Unione Europea in proposito;
in tal senso urge che si muova il Ministro.
Insomma basta col caos, si prendano iniziative ragionevoli e dignitose.
Lecce, il 28 marzo 2011
(Al Presidente Giorgio Napolitano, ai Ministri Franco Frattini e Ignazio La Russa, al Segretario Pier Luigi Bersani
Nessuna azione militare italiana contro la Libia è lecita
La stampa riferisce che non solo otto aerei da guerra italiani sono stati messi a disposizione dell’offensiva contro la Libia, ma che sei di essi hanno partecipato ad azioni distruttive di postazioni antiaeree, cioè ad atti di guerra. Si riportano in proposito dichiarazioni dello Stato Maggiore della Difesa.
Sarebbe un atto criminale perché nessuna guerra è lecita, non c’è guerra “giusta” o intervento bellico “umanitario”. Sarebbe inoltre una gravissima lesione della Costituzione.
La Russa dice “è una guerra, non la facciamo volentieri”; dice anche “vogliamo partecipare alla pari con gli altri”, dimenticando che noi non possiamo come gli altri fare guerra, non lo possiamo né volentieri né malvolentieri.
Ma anche Frattini dice “vogliamo essere alla pari con gli altri”, anch’egli dimenticando la Costituzione e l’incondizionata volontà di pace che la anima.
Ma anche Napolitano dice “non siamo entrati in guerra. Siamo impegnati in un'azione autorizzata dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”. Che importa l’autorizzazione? Nessuno ci può autorizzare ad atti di guerra.
Altri politici lamentano che l’Italia non sia entrata nel comando dell’attacco; dimenticando che non poteva entrare, che la Costituzione non lo consente.
Ci si chiede se le nostre basi militari potevano essere messe a disposizione degli attaccanti. Ebbene no: se si rifiuta la guerra – come è stabilito nella Costituzione – non si possono offrire basi a quelli che la fanno, perché è un modo di parteciparvi. E un modo ipocrita.
Tutti questi politici dimenticano il dettato della Costituzione e la sua avanzatezza, la sua grandezza, la sua superiorità a ciò che fanno “ gli altri”. Dimenticano l’esempio offerto al mondo col rifiuto reciso della guerra, con una incondizionata volontà di pace.
Dimenticano quale atrocità sia la guerra, il macello umano, i fratelli che si scannano, che scientificamente e tecnologicamente perseguono l’uccisione e la morte.
Dimenticano che nessuna guerra è lecita, per nessun motivo.
Agli altri si doveva dichiarare “noi non possiamo macchiarci di questo crimine”.
Anziché mandarvi le loro armi, i capi di stato dovevano essi recarsi da Gheddafi e con la loro autorità, l’autorità dei loro popoli, premere su di lui, e convincerlo alla pace e alla rinunzia.
Lecce, il 22 marzo 2011
(Ai Sindaci di Bari, Milano,. Napoli, Roma, Michele Emiliano, Letizia Moratti, Rosa Iervolino Russo, Gianni Alemanno
Al Ministro dell’Interno Roberto Maroni
Urge una soluzione del problema dei Rom, la stanzialità
Il recente tragico e dolorosissimo fatto, la morte di quattro fratellini, arsi nell’incendio della baracca in cui vivevano, richiama con forza una soluzione del problema dei Rom; una soluzione vera, definitiva, e umanamente significativa.
I Rom non possono più continuare nella loro vita errabonda, ora che i mezzi di sussistenza di un tempo si sono estinti, sì che si sono ridotti a vivere per lo più di furto, accattonaggio coatto di donne e bambini, o anche prostituzione.
Non possono più continuare nel loro nomadismo, né chiedere l’ospitalità di altre nazioni, per vivere poi nell’illegalità e costituire un disordine sociale. Non possono invocare una libertà che diventa libertinismo e trasgressione.
D’altro canto i fondi che i comuni spendono in accampamenti e in altri interventi possono essere più opportunamente spesi nell’aiutarli a trovare casa e lavoro.
La soluzione del problema è la stanzialità.
I Rom devono essere messi di fronte a questa possibilità e insieme a questa alternativa: o risiedere stabilmente in un comune, col vantaggio di casa e lavoro, di una vita più onesta e più umana, con la possibilità di un’educazione e di un futuro per i figli; come molti di loro già hanno fatto; o ritornare nei loro paesi.
Congiuntamente un accordo dev’essere preso con questi paesi, anzitutto con la Romania, con la quale intercorre un’amicizia di lunga data.
L’operazione Sarkozy, del rimpatrio forzato, era viziata perché non prevedeva l’offerta della stanzialità, con la possibilità di casa e lavoro.
Lecce, il 28 febbraio 2011.
(Al Pres. Giorgio Napolitano, al Pres. Silvio Berlusconi, al Pres. Gianfranco Fini, al Segr. Pier Luigi Bersani
Questo Parlamento dev’essere sciolto
La Costituzione dà al Presidente della Repubblica la facoltà di sciogliere il Parlamento.
Ora, se c’è un Parlamento che dev’essere sciolto è questo.
Per i seguenti motivi che a tutti son noti:
un Parlamento che non lavora (secondo quanto la stampa ha più volte rilevato, la Camera lavora 16 ore la settimana, 4 ore per 4 giorni; il Senato 9 ore, 3 ore per 3 giorni);
un Parlamento che non si occupa dei maggiori problemi della nazione: così il problema dei salari, che sono oggi del 30% inferiori ai salari delle maggiori nazioni europee (del 50% rispetto a Germania e Inghilterra) e mettono le famiglie in gravi difficoltà; così scuola e università – in cui si adempie la formazione del cittadino e quindi della crescita della Nazione stessa – ridotte in condizioni di penuria;
un Parlamento che ha approvato leggi inique, come il lodo Alfano e il legittimo impedimento, poi cassate dalla Consulta; e si appresta ad approvarne altre ancora più inique, come il processo breve (che farà cadere 100.000 processi in corso), il blocco delle intercettazioni, la pretesa riforma della giustizia;
leggi inique in quanto mirano solo ad impedire che il capo della maggioranza sia regolarmente processato, come ogni cittadino; mirano a distorcere eannientare l’esercizio della giustizia in questo paese.
Questo Parlamento disonora e danneggia la Nazione,
che il Presidente ha il dovere di tutelare con tutti i mezzi a sua disposizione;
senza temere il conflitto, che in questo caso è necessario.
Il Movimento, come tutti i cittadini onesti e consapevoli, si attende dal Presidente un atto di coraggio.
Lecce, il 21 febbraio 2011
(Al Ministro Franco Frattini, e p.c. al Pres: Giorgio Napolitano, al Premier Silvio Berlusconi, al Segr. Pier Luigi Bersani
Il Ministro Frattini e la violazione della privacy
Il Ministri Frattini prospetta un ricorso alla Corte Europea dei diritti dell’uomo, in quanto la magistratura milanese, nella sua inchiesta sui festini e le altre vicende di Arcore, avrebbe violato la privacy. Ma vediamo subito d’intenderci.
Forse il Ministro pensa che la privacy sia stata violata con la trasmissione al Parlamento del dossier d’inchiesta, in seguito alla quale i contenuti del dossier hanno avuto un’ampia diffusione mediatica. Ma questa trasmissione era necessaria, la magistratura ha compiuto un atto dovuto. Dopo di che era compito del Parlamento trattare quel dossier con discrezione.
Oppure il Ministro pensa che, come molti suoi colleghi parlamentari sono andati raccontando in questi giorni, nel privato ognuno può fare quel che vuole. Un’idea di una banalità e falsità elementare, perché allora nel privato il marito potrebbe battere tranquillamente la moglie, e seviziare i figli; o anche stuprarli, come purtroppo accade. Il vincolo etico che avvince la coscienza è lo stesso nel pubblico come nel privato, la dignità e il diritto della persona sono gli stessi.
Così la pari dignità e diritto di uomo e donna; il rispetto dovuto alla dignità e diritto della donna da parte del maschio. Per cui un uomo occidentale e moderno – di quella modernità in cui sono maturati i fondamentali diritti umani – incontra una donna, per una cena, per un drink; in quanto incontra una persona e rispetta la sua dignità e diritto. Non ne incontra e raccoglie attorno a sé venti o trenta. Questo lo può fare un sultano islamico, in quanto nell’Islam il principio di pari dignità e diritto di uomo e donna non si è ancora affermato; il Corano consente al maschio di avere quattro mogli e un numero imprecisato di concubine. Ma si sa che certa etica del Corano non fa che raccogliere il costume arcaico delle tribù arabe del tempo. Cosa che anche certi studiosi islamici riconoscono.
Probabilmente il Ministro non pensa che la magistratura non possa sviluppare la sua inchiesta nel privato; per raggiungere un crimine, una trasgressione, accertarne l’entità, la realtà. Perché ciò vorrebbe dire sottrarre il privato alla legge, il crimine e la trasgressione nel privato alla giusta pena. Il privato diverrebbe il mondo eslege del crimine e della trasgressione.
Che cosa vorrebbe dunque chiedere il Ministro alla Corte di Strasburgo? Quale violazione della privacy?
Lecce, l’11 febbraio 2011
Al Ministro della giustizia Angolino Alfano, e p.c. al Pres. Giorgio Napolitano , e al Pres. Silvio Berlusconi
Un Ministro della giustizia specializzato in leggi ingiuste
Questo è Angelino Alfano, ministro della giustizia.. Le leggi che ha preparato?
Servono a fare in modo che persone perseguite per reati non siano processate. In realtà queste persone sono una sola, cioè il suo capo e padrone e Capo del governo.
Il quale rifiuta di sottomettersi alla legge, e al giudizio in caso di trasgressione, come ogni cittadine di uno Stato bene ordinato. In questo simile ai dittatori e ai capipopolo del Terzo Mondo, dal momento che in Europa all'indizio di reato di un politico seguono subito le dimissioni (vedi i casi Kohl e Strauss-Kahn).
Perché fa questo?
perché è attaccato al potere ritenendosi un grande leader?
perché si ritiene superiore alla legge?
perché ha un Parlamento succube che approva tutte le leggi che lui vuole?
perché ha una maggioranza di persone mediocri e disoneste che confermano tutto ciò che lui
dice? nessuno che mai esprima un parere diverso. Sono parlamentari fotocopia?
Perciò l'Angelino Alfano, Ministro della giustizia, prepara una legge ingiusta dopo l'altra, con grande talento perché si tratta di sfuggire alla Corte Costituzionale:
il Lodo Alfano (che porterà in eterno il suo nome glorioso);
il legittimo impedimento (per un personaggio talmente impedito dal lavoro, che fa cene e feste di 6-7 ore con decine di donne, come un sultano asiatico; di cui parla il paese intero);
il processo breve, che ora si appresta a riprendere;
la legge sulle intercettazioni telefoniche, che si appresta a riprendere allo stesso modo.
un secondo Lodo che, secondo la stampa, sta preparando.
Benvenuto, Ministro, Lei sarà ricordato come un prototipo dell'ingiustizia; oppure la storia l'oblierà, l'abbandonerà come un guscio vuoto (per usare l'espressione hegeliana).
Lecce, il 7 febbraio 2011
(Al Presidente Giorgio Napolitano, al Presidente della Corte Costituzionale Ugo De Siervo, al Presidente della Camera Gianfranco Fini
al Segr. PD PierLuigi Bersani
Berlusconi è persona indegna: Napolitano lo dichiari con messaggio alle Camere
Non si capisce per quale straordinaria disattenzione il Presidente Napolitano abbia potuto promulgare una legge come quella del “legittimo impedimento”, secondo la quale il premier Berlusconi non potrebbe seguire i processi in cui è irretito in quanto sopraffatto dagli impegni istituzionali;
quando da più di un anno si sa com’egli passi intere serate in cene e feste, cui partecipano decine di donne di ogni fatta, prostitute comprese.
E non si capisce come la Corte Costituzionale abbia potuto prendere sul serio una legge siffatta.
Il comportamento del Berlusconi è una vergogna per la Nazione italiana:
ha costituito una maggioranza di persone succubi che approvano leggi inique;
in più questo Parla mento non lavora perché approva quasi solo leggi del Governo;
il detto Berlusconi attacca la magistratura in modo menzognero e spavaldo;
organizza festini con decine di donne di ogni fatta e in cui, secondo la stampa, si compiono azioni sconvenienti;
è indagato per prostituzione minorile.
Si tratta di persona indegna della carica che ricopre.
Il Presidente della Repubblica ha il dovere di tutelare l’onore della Nazione;
il dovere di denunziare questa indegnità con un messaggio alle Camere e con l’invito a scegliere un Premier più degno.
Lecce, il 17 gennaio 2011
(Al Presidente Giorgio Napolitano, al Presidente della Corte Costituzionale Ugo De Siervo, al Ministro degli Esteri Franco Frattini
al Segr. PD Pier Luigi Bersani
Urge l’abolizione dell’ergastolo
Il caso Battisti è stato presentato in Italia come una irragionevole resistenza del Governo brasiliano all’estradizione di un pluriomicida, la quale contrasterebbe con il Trattato di estradizione siglato tra i due paesi nel 1989.
In realtà nodo del problema è l’ergastolo, cui Battisti è stato condannato. Il Brasile è pronto a concedere l’estradizione a patto che non ci sia un aggravio di pena, in particolare a patto che l’ergastolo sia commutato in una pena non superiore a trent’anni.
In Brasile, infatti, l’ergastolo è stato abolito; come in molti paesi del Sudamerica e in Messico; come in India e in Indonesia. L’Occidente è su questo punto molto arretrato, l’abolizione è avvenuta soltanto in Spagna, Grecia, Austria, Norvegia.
Si tratta di un caso di grave arretratezza, che contrasta con la natura della pena così come è maturata nella coscienza moderna. E cioè col suo carattere medicinale e di recupero del condannato alla società; più che con un carattere punitivo e vendicativo. Come anche la nostra Costituzione si esprime all’art. 27: le pene «devono tendere alla rieducazione del condannato».
Perciò l’ergastolo, che esclude definitivamente il condannato dalla società deve considerarsi anticostituzionale, le condanne all’ergastolo dovrebbero essere annullate dalla Corte Costituzionale.
Urge quindi una legge che abolisca definitivamente l’ergastolo e che sottragga l’Italia a questa contraddizione e arretratezza giuridica.
Lecce, il 10 gennaio 2011
(Al Romano Pontefice Benedetto XVI, al Card. Tarcisio Bertone, al Card. Angelo Bagnasco; ai Card. Angelo Scola e Dionigi Tettamanzi
Continua l’erronea e ridicola proibizione del preservativo
Ha stupito alquanto l’espressione del Pontefice, ampiamente commentata dalla stampa, che
concedeva il preservativo alle prostitute, dopo averlo negato lo scorso anno all’Africa sotto il flagello dell’Aids. Lo concedeva ad un’attività immorale e fonte di disordine sociale, per negarlo alla preservazione della persona nella salute e nella vita stessa.
Anche qui, come nel caso della procreazione assistita, il Pontefice si fondava sul principio di natura, cioè che il congiungimento sessuale debba compiersi secondo la sua linea naturale, senza interventi che in qualunque modo la modifichino e la adattino alle esigenze della persona. Che è poi il principio che la gerarchia cattolica segue da sempre, in quanto nella natura e nel suo corso si esprimerebbe la volontà e legge di Dio che ne è l’autore.
Dimenticando però il principio di persona che, secondo coscienza e libertà, gestisce la natura in ordine al suo bene. Secondo le parole stesse del testo biblico che conferisce all’uomo un «dominio» sulla natura; un dominio, diremmo, non di tipo potestativo ma amministrativo.
L’uso del preservativo – come altri interventi analoghi – rientra in questa gestione della natura da parte della persona: in particolare quando si tratta, nell’unione sessuale, di comporre il momento amativo col momento procreativo; dove è evidente che il momento amativo appartiene all’unione amoroso-sessuale nella sua interezza, mentre il momento procreativo concerne solo pochi casi quando, nella procreazione responsabile, la coppia decide per un figlio.
Il quale figlio è persona, soggetto di dignità e diritto, di benessere, e secondo questa dignità
e questo benessere, secondo il livello storico dei bisogni e della cultura, dev’essere allevato e cresciuto. Non certo nel più gran numero.
Perciò alcuni teologi, come Bernard Häring, il maggiore moralista del ‘900, ritengono che l’unità di momento amativo e procreativo, che la tradizione esige, debba essere considerata non nel singolo atto, ma nella globalità della procreazione responsabile. Ed è questo anche il parere della Commissione Teologica USA per il rinnovamento dell’etica sessuale.
Non possiamo non augurarci che il Vaticano, nelle sue decisioni, ascolti il parere dei teologi,
che sono parte eminente della chiesa, anziché perseverare in una dottrina repressiva che risulta anche inutile in quanto il popolo, nella sua luminosa intuizione, non la segue.
Lecce, il 3 gennaio 2011