Sul Lemene
Pasqua 2008
Nel comune linguaggio delle nostre popolazioni tra l’Aquila e il Leone,tra il Friuli ed il Veneto, quando la Pasqua cade nel mese di marzo si dice “bassa”; se invece, la Risurrezione di Gesù si celebra nei giorni vicini a San Marco (25 aprile), si dice “alta”.
Quest’anno la festa di Pasqua giunge al 23 di marzo ed una celebrazione così anticipata ci ha un po’ sorpreso. Si tratta infatti, della Pasqua più “bassa” che si conosca: nel secolo scorso, non era mai capitato, (solo nel 1940 c’era stata Pasqua il 24 di marzo).
Non si tratta però di un nuovo ordinamento o di un nuovo calendario emanato recentemente e non centra niente il nuovo Pontefice.
Ma allora, perché cambia così vistosamente la data di Pasqua?
La Pasqua cristiana cattolica è stata fissata in modo definitivo dal calendario di Papa Gregorio XIII° nel 1582. La più importante festa cristiana viene celebrata nella domenica che segue il plenilunio, dopo il 21 marzo, cioè dopo l’equinozio di primavera.
Ma le lune, in un anno, sono 13 e quindi non corrispondono ai 12 mesi.
Perciò la data della Pasqua, in teoria, può oscillare dal 22 di marzo al 25 di aprile.
Come la data del Natale, così la data della Pasqua, non è uguale per tutti i cristiani, perché non tutti hanno adottato il calendario gregoriano (come, ad esempio, i nostri fratelli ortodossi).
Alta o bassa, col freddo o col caldo, con foglia o senza foglia, è importante che la Pasqua sia capita e vissuta con fede dai cristiani.
Si tratta infatti dell’evento fondamentale della nostra religione, che ricorda
i giorni culminanti della vicenda terrena di Gesù di Nazaret: la domenica delle palme, l’ultima cena, la morte in croce, la resurrezione.
Tutti questi fatti sono vissuti nelle comunità cristiane con grande partecipazione e grande intensità interiore. Non si tratta solo di un ripetersi tradizionalistico, ma di un coinvolgimento spirituale che ci riporta alle sorgenti della fede e auspica un rinnovato impegno.
Buona Pasqua 2008
Don Giacinto Biscontin
Don Giovanni Vendrame
Era il 16 gennaio 1944, ancora al culmine della seconda guerra mondiale. I nostri paesi erano occupati dalle truppe tedesche; c’erano spesso bombardamenti e i tedeschi avevano operato anche qualche rastrellamento.
Ma quella domenica sera sembrava tranquilla a Cintello, a Suzzolins, a Teglio, …qualche ragazzo era andato anche al cinema a Cordovado.
All’improvviso una luce squarcia il cielo, nuvole di fumo si dipanano all’orizzonte, la terra si infiamma, assordanti esplosioni sconvolgono la debole quiete. Piovono bengala e si fa giorno. La gente cerca rifugio nei fossi.
Oliva Santa Scottini, moglie di Emilio Fanzel, con i figli Fiorenzo e Francesca (Antonio svolgeva il servizio militare a Montecassino) si dirige verso il riparo nel vicino fossato del Battiferro, dove è ricavato un semplice rifugio. Il marito è già al sicuro, disteso nel fossato stesso. Oliva, attardata per recuperare i figli, alza la testa. Questo movimento per lei si rivelerà fatale: è raggiunta, sulla fronte, da una scheggia di bomba a grappolo e muore sul colpo.
Sono circa le ore 22.30 ed il silenzio scende di nuovo su quella maledetta e fredda notte di gennaio. Intanto si apprende che l’incursione aerea ha fatto altre sette vittime a Suzzolins, in gran parte giovani e diversi feriti nei paesi limitrofi. I nomi dei caduti di Suzzolins: Biasio Marcellino, anni 30; Bozzato Antonio, anni 34; Bozzato Maria, anni 31; Bozzato Michele, anni 18; Nicodemo Ferruccio, anni 20; Pin Giovanni, anni 43 e Riva Antonio, anni 32.
Oliva aveva solo 44 anni: era nata infatti a Cintello il 26 marzo 1899, figlia di Ludovico e Luigia Sandri, maritati a Savorgnano. Il 6 novembre 1920 aveva sposato Emilio Fanzel ed ora abitava nella casa vicino alla stazione ferroviaria, in località “Forcate”, ai confini con la parrocchia di Portovecchio.
Nell’atto di morte, don Antonio Carnielli annota che è stata “colpita da bombe nemiche in campagna di Battiferro”. In realtà, da ricostruzioni successive, pare che a sganciare le bombe siano stati degli aerei alleati. Questi bombardieri (inglesi?), di ritorno dall’attacco al ponte di Latisana, avrebbero scaricato in aperta campagna le bombe residue, per far ritorno più speditamente alle loro basi. Qualcuno ritiene, invece, che volessero colpire la ferrata, per impedirne l’uso ai tedeschi. In ogni caso, l’uccisione di civili inconsapevoli e inermi, è stato solamente un tragico errore.
Vista l’eccezionalità dell’evento luttuoso, si muove anche il Vescovo di Portogruaro per porgere le condoglianze ai famigliari. Poi, per quasi sessant’anni, cala il silenzio su quel tragico 16 gennaio 1944 e sulle sue vittime civili. Nessun riscontro ai famigliari: agli orfani di guerra è riconosciuta una piccola pensione; agli orfani civili nulla.
Domenica 21 gennaio 2001 a Suzzolins, nell’area del Centro Sociale “La Casetta”, viene ufficialmente inaugurato il monumento alle vittime civili del 16 gennaio 1944: si tratta di un grande e semplice blocco di roccia sul quale è stata fissata una targa coi nomi delle otto vittime innocenti della guerra, uccise tra Suzzolins e Cintello, tra cui anche Oliva Scottini. Accanto ai nomi, sono impresse le parole: “memoria di guerra, luogo di pace”.
Nonostante siano passati tanti anni da quei dolorosi eventi, molta gente ha voluto partecipare alla commemorazione, che ha visto la presenza delle amministrazioni comunali di Teglio Veneto e di Cordovado, unitamente alla Pro Suzzolins Onlus, che si è fatta promotrice di quel doveroso ricordo. Pietro Giuseppin, di Teglio, ha composto una toccante poesia-memoria in dialetto tegliese: “Calvari di puora zent”, interpretata magistralmente dal prof. Angelo Innocente. Una pergamena è stata poi consegnata ai famigliari delle vittime.
Per non dimenticare e tener vivo il ricordo di quanto è accaduto, ogni anno, in gennaio viene riproposta la commemorazione, curata alternativamente dai comuni di Cordovado e Teglio Veneto.
Giacinto Biscontin
Le notizie d’archivio riportate, fanno riferimento ai documenti dei registri parrocchiali di Battesimo, Matrimonio e Morte, di Cintello.
È stata interpellata la figlia Francesca Fanzel in Sacilotto e i nipoti Olivo e Giorgio Fanzel.
La ricostruzione storica dell’incursione aerea è opera di Antonio Michele Bozzato, presidente della Pro Suzzolins Onlus.
Parte della documentazione è stata pubblicata su “Il Tiglio” di Pasqua 2001 e di Pasqua 2005.
MAESTRI E SCOLARI A CINTELLO
Documenti e notizie per una storia dell’istruzione nel nostro paese
Presentiamo in queste pagine alcuni spunti utili per ricostruire la storia delle istituzioni scolastiche a Cintello, con l’avvertenza che il presente contributo non ha alcuna pretesa di esaustività e si limita, per motivi di spazio, ad una prima e parziale trattazione dell’argomento, sul quale non mancheremo di ritornare ancora in futuro.
1. La scuola a Cintello dalle origini all’Ottocento
Come ben si può immaginare, l’utilità di formare, dare una istruzione a bambini e adulti, non è stata sempre sentita come una necessità, ma spesso avvertita come un fastidioso obbligo non tanto da parte dei fanciulli, quanto da parte dei genitori che si vedevano privati di indispensabili braccia per il pesante lavoro dei campi, intrapreso spesso in età oggi considerate adatte solo alla frequenza delle prime classi elementari.
Ovviamente le società rurali non avvertivano nella massima parte dei propri componenti, e non è necessario andare tanto indietro con la memoria, la necessità di una adeguata formazione scolastica per condurre una vita “normale”; in fondo per un contadino il saper far di conto e leggere non lo aiutava a far maturare il mais in quantità e qualità adeguata… e poi ad avere idee si era considerati facinorosi sobillatori, controllati dal clero e dallo stato, austriaco o italiano che fosse. L’istruzione pubblica infatti faticò ad affermarsi, come l’idea (comune anche negli amministratori locali) che i soldi investiti dalla comunità nell’istruzione dei fanciulli non fossero altro che un fastidioso obbligo imposto da pensatori un po’ originali, residenti in città e abbastanza ricchi per non dover lavorare per vivere e quindi con molto tempo da dedicare alla politica.
La prima testimonianza di una scuola in Cintello risale al 1704. Il parroco di allora, don Antonio Brunetti originario di Teglio, certifica come la preparazione del giovane bagnarolese Antonio di Valentino Missano, impartita da lui stesso nella sua scuola di Cintello dall’ottobre 1701 all’aprile 1704, fosse stata recepita, tanto che se ne può sperar buona riuscita, probabilmente come futuro seminarista1.
Questa notizia richiama alla mente uno dei più noti istitutori della letteratura italiana: il pievano di Teglio, ma originario di Clauzetto, che alla fine del XVIII secolo nella finzione del più bello e importante romanzo del Risorgimento, Le confessioni d’un italiano, istruì alla lettura e alla calligrafia, al latino e alla matematica il giovane Carlino Altoviti, nipote del castellano di Fratta.
Nei tempi dell’antico regime quindi l’istruzione era affidata al clero; a tutti veniva dispensava la dottrina e ai pochi che lo volevano o potevano permetterselo, la cultura.
Con l’avvento dell’Impero degli Asburgo si cominciò a pensare a creare un sistema di istruzione elementare di base. Nel 1820 il Friuli venne diviso in sette distretti scolastici, ognuno con il proprio ispettore, nominato su proposta del vescovo della diocesi entro cui ricadeva l’edificio scolastico. Il governo austriaco volle così sfruttare l’organizzazione ecclesiastica delle foranie e delle parrocchie e sovrapporvi la “mappa” scolastica. All’epoca fu la stessa curia di Udine a manifestare perplessità, in quanto una struttura imperniata su esigenze spirituali (come quella delle foranie) non avrebbe sempre potuto adattarsi alle esigenze della popolazione scolastica. I vescovi suggerirono di adottare la struttura amministrativa civile, in quanto teneva conto della percorribilità delle strade e della distanza tra i vari centri abitati2. Nel 1822 il governo valutò queste osservazioni e operò qualche modifica, mantenne però il diritto dei vescovi alla presentazione del direttore distrettuale, che doveva essere un ecclesiastico e risiedere nel capoluogo distrettuale. Inoltre il governo chiese ai vescovi di verificare la fattiva collaborazione tra parroci ed ispettori, per la riuscita e l’uniforme attuazione del piano nazionale di istruzione elementare.
Il Regolamento per le scuole elementari del Regno Lombardo-Veneto, risalente al 1818, divideva l’istruzione primaria in “elementari minori”, “elementari maggiori” e scuole tecniche. Le minori si dovevano aprire in ogni parrocchia con almeno cinquanta scolari e dovevano fornire gli elementi di base della lettura, scrittura, composizione, aritmetica e religione e si componevano di tre classi distribuite in quattro anni. C’era una prima classe minore e una maggiore, una seconda e una terza. Le elementari maggiori educavano alle scienze e alle arti e comprendevano una quarta classe biennale in cui si impartivano insegnamenti di geometria, architettura, disegno, geografia e storia.
La struttura scolastica descritta rimase in funzione fino all’annessione del Veneto e del Friuli al Regno d’Italia nel 1866. Fino allora era l’ispettore scolastico della forania di Cordovado ad occuparsi, da regolamento, delle scuole della frazione di Cintello, appartenente al comune di Teglio3.
Da una relazione di don Osvaldo Turrini, parroco di Morsano e ispettore scolastico per la forania di Cordovado, sappiamo che la scuola di Cintello non funzionò nel 1864 per mancanza di maestro, mentre per gli anni 1862, 63 e 65 non ci furono problemi. La situazione di Cintello era particolare: apparteneva al comune di Teglio che ormai da mezzo secolo era in provincia di Venezia, ma le relazioni dell’ispettore scolastico competente sulla frazione riportano l’indicazione di “Provincia del Friuli” perché la forania a cui faceva capo Cintello da molti secoli era quella friulana di Cordovado (soppressa negli anni ‘30), mentre Teglio era inglobato in quella di Fossalta. Il comune era quindi diviso tra due amministrazioni scolastiche.
In Cintello nel 1863 funzionava una scuola minore maschile, da due anni il maestro era il parroco don Angelo Borsatti nativo di Claut di 57 anni d’età, il quale fungeva anche da catechista, la cui attività e diligenza era valuta buona, il suo rapporto e il suo contegno verso i fanciulli fu giudicato distinto. Il maestro si comportava con il dovuto rispetto verso i superiori, si dichiarava disposto ad usare impegno nell’insegnamento, ma lo scarso profitto degli alunni era da addebitarsi alla poca frequenza.
Di contro alle troppe assenze e al mediocre progresso nelle materie insegnate, la condotta morale era buona, come del resto la disciplina.
Dei 22 bambini maschi tra i 6 e i 12 anni, solo 15 frequentavano, con un calo di 3 unità rispetto il 1862. Don Angelo evidenziava inoltre come i genitori non fossero in grado di coadiuvare il lavoro del maestro, data la generale mediocre istruzione, e come fossero tutti villici, che hanno bisogno anche dell’opera dei figliuoli per il lavoro nei campi.
La necessità di istruire i figli non era sentita da quelle persone, secondo il maestro e di conseguenza il loro contegno verso di lui era relativo all’importanza che danno all’istruzione.
L’edificio scolastico era una parte della casa canonica, presa in affitto dal comune, ed era in buono stato, ma erano necessari due bancali, una tavola nera, sei tavolette nere, e una cattedra.
L’ispettore valutò anche la preparazione complessiva dei bambini solo nelle classi prima inferiore e superiore, non essendo attiva una classe seconda. Le materie della prima inferiore erano l’istruzione religiosa, l’aritmetica, i primi rudimenti di scrittura e lettura. Nella prima superiore oltre alla religione valutò la lettura, la calligrafia, l’aritmetica e la grammatica. I risultati furono accettabili, tra buono e mediocre in una scala che comprendeva anche distinto e cattivo.
I risultati della visita furono, a stare alla relazione, migliori rispetto i precedenti, e l’ispettore volle solo ricordare all’amministrazione comunale di adoperarsi verso i genitori per incentivare la frequenza.
Dal 1866 Veneto e Friuli entrarono a far parte del Regno dei Savoia e, anche sul versante scolastico, molte cose cambiarono.
Luca Vendrame
Note
1) Pordenone, Archivio Storico Diocesano, Filze, b. 35.
2) Il Friuli provincia del Lombardo-Veneto. Territorio, istituzioni, società (1814-1848), Udine 1998, pp. 208-232, con bibliografia.
3) Archivio Comunale di Teglio Veneto, Consuntivo 1866.
2. La scuola a Cintello nel Novecento
La riorganizzazione scolastica che fece seguito all’annessione del Veneto al Regno d’Italia, portò all’istituzione di un’unica scuola pubblica a Teglio che doveva servire l’intero comune. Solo alla fine dell’Ottocento iniziò un dibattito in seno alle istituzioni locali circa l’opportunità di dar vita ad una scuola anche nella frazione di Cintello, in considerazione dell’aumentato numero degli abitanti e di una nuova sensibilità in tema di istruzione che si andava via via diffondendo. Nel 1901 il Consiglio comunale deliberò l’istituzione della scuola mista di Cintello. Nel 1903 fu approvato il progetto, redatto dall’ing. Bon, e l’anno successivo fu autorizzato l’acquisto del terreno. A questo punto però il tutto rimase bloccato a causa dei problemi finanziari del Comune. Nel 1906 il Consiglio fece addirittura marcia indietro annullando le precedenti decisioni, motivando la scelta in quanto – affermava il Sindaco in una nota inviata alle autorità scolastiche provinciali – alcuni presupposti che per legge determinavano l’obbligatorietà dell’istituzione di una scuola per la frazione erano venuti meno, in particolare la diminuita popolazione di Cintello, che da 520 era passata a 438 abitanti, e la rettifica della misurazione della distanza che intercorre tra la frazione ed il capoluogo, erroneamente valutata in 2.035 metri, ma in realtà pari a 1.903. Come si comprende anche dalla lettura di altri documenti dell’Archivio Comunale, è chiaro che l’Amministrazione stava cercando degli appigli per evitare di affrontare una spesa che in quel momento sarebbe stata difficilmente sostenibile. Ciò è evidente nel carteggio intercorso tra il Sindaco ed il Provveditore agli Studi di Venezia, il quale in una lettera del 16 marzo 1909, dopo un lungo batti e ribatti, intimava l’Amministrazione a procedere con la costruzione della scuola. Di fronte a tali pressioni il Sindaco fu costretto a dar corso al progetto; nello stesso anno fu deliberato l’acquisto del terreno, una porzione del mappale 684, proprietà di Tirapelle Alessandro.
La fretta imposta, complici anche le accresciute aspettative degli abitanti di Cintello, fu tale che il Comune fu costretto a cercare dei locali provvisori dove ospitare le lezioni, inoltre dovette reclutare una maestra in modo tale da poter garantire l’inizio delle attività con l’anno scolastico 1909-10. Affittata una stanza di casa Marin in via Canton dietro la Chiesa, per 80 lire annue, più arduo fu il compito di individuare una maestra disponibile ad accettare; solo agli inizi di novembre, mentre già l’anno scolastico era iniziato, fu dato l’incarico di insegnante provvisoria a Gisella Tabaro di Portogruaro, dietro l’annuo stipendio di lire 600. La prima lezione si tenne il 12 novembre 1909.
Nel frattempo procedeva anche l’iter per la costruzione della scuola, non senza nuovi intoppi. Nel 1912 la situazione era ancora bloccata da lungaggini burocratiche; in una lettera del 12 febbraio 1912 il Sindaco dovette rispondere ad una richiesta di chiarimenti da parte del Provveditore in merito alla mancanza nel progetto di un alloggio per l’insegnante: “Contrariamente alle informazioni date dall’ispettore scolastico che non può conoscere la località [di Cintello], vi sono delle case decenti adatte ad insegnanti, non solo, ma vi sono anche delle famiglie civili disposte a prendere a pensione”.
Anche per i due successivi anni scolastici il Comune riuscì ad ottenere la nomina della Tabaro, pur essendo questa sprovvista della patente di maestra e nonostante le rimostranze da parte del Provveditorato. Nel novembre del 1913 fu intimato al Sindaco di revocare la nomina della Tabaro, già deliberata anche per il nuovo anno scolastico, dovendosi procedere alla copertura del posto per concorso. Il Sindaco di Teglio, che allora era Edoardo Reis, tentò un’ultima carta, elogiando l’operato della Tabaro e soprattutto ricordando un episodio occorso alcuni mesi prima. Infatti, dopo che il Provveditore aveva incaricato come insegnante una certa signorina Alessi, questa inviò i genitori per rendersi conto di che cosa avrebbe trovato, dopodichè rinunciò. Secondo il Sindaco, altrettanto avrebbe fatto la nuova candidata designata da Venezia, una certa Anita Savigni; così si esprimeva il Reis: “La sig. Savigni che si dice disposta ad accettare, non ha visto né Cintello, né la scuola: quando li vedrà dirà che superando di gran lunga la realtà le sue più nere previsioni, non si sente per tanto sacrificarsi”. Ma i pronostici del primo cittadino si rivelarono sbagliati, infatti la Savigni accettò, anche se la sua permanenza fu di breve durata. A partire infatti dal novembre del 1914 fu chiamata a sostituirla, inizialmente con nomina provvisoria, la veneziana Giannina Natalis. Sul nome di quest’ultima è doveroso spendere alcune parole, dato che da quell’anno scolastico essa continuò ad insegnare nella scuola del nostro paese fino al pensionamento, avvenuto negli anni ’50. La signorina Giannina, meglio conosciuta poi come la “maestra Gemmati” dopo il matrimonio con il signor Umberto, rappresenta una delle figure più importanti per la storia della comunità di Cintello nel Novecento; sotto di essa si sono formate generazioni di giovani che in quarant’anni di insegnamento essa ha fatto crescere, dando un contributo notevole al progresso del paese, in tempi certamente non facili segnati dalle due guerre mondiali e dal ventennio fascista.
Dopo questa doverosa parentesi, ritorniamo al 1913; anche per quell’anno le lezioni si svolsero nella sede provvisoria di Via Canton, infatti, a causa di ipoteche che gravavano sul terreno destinato alla costruzione della nuova scuola, i lavori non erano ancora iniziati; il primo cittadino tegliese rassicurò però le autorità scolastiche affermando che nella “ventura primavera” certamente la questione si sarebbe risolta. Agli inizi del 1914 giunse il prestito da parte della Cassa Depositi e Prestiti di Lire 9.700, destinato alla costruzione e all’arredo dell’edificio scolastico che finalmente per l’autunno di quell’anno poteva dirsi completato. Nel novembre del 1914 la nuova sede fu inaugurata; le classi ospitate erano tre: la prima contava 30 alunni (14 maschi e 16 femmine), la seconda 30 (17 maschi e 13 femmine) e la terza 16 (10 maschi e 6 femmine); gli orari delle lezioni andavano dalle nove di mattina alle sette di sera.
Quanti volevano proseguire gli studi dopo la terza elementare, dovevano recarsi a Teglio e così sarà per altri trent’anni; solamente dopo il secondo conflitto mondiale anche a Cintello furono istituite le classi quarta e quinta; ciò rese necessario un ampliamento della sede scolastica, deciso nel 1949 e subito realizzato con la sopraelevazione di un piano che determinò l’aggiunta di altre due aule alle due già esistenti, garantendo nel complesso una capienza per 130 alunni.
Il resto è storia recente, ben viva nella memoria di quanti hanno calcato il pavimento di quelle aule.
Accanto alla maestra Gemmati si sono susseguite altre insegnanti, per periodi più o meno lunghi; (tra le tante ricordiamo almeno le cintellesi Giovanna Argenton ed Elsa Carnielli).
Dal 1959 al 1983 un’altra maestra ha segnato la storia della nostra scuola, Flavia Bortolussi Gemmati, che ha raccolto il testimone della suocera (possiamo dire che il ‘900 per Cintello è stato il secolo delle due maestre e dei due parroci), affiancata da altre validissime insegnanti, dimostrando anche ai più scettici quali eccellenti risultati si potevano ottenere in una pluriclasse.
Negli anni ’80 l’edificio, che iniziava a risentire dei segni del tempo, subì un radicale restauro che ne ha in parte stravolto le forme, e per questo, oltre che per la sua incompiutezza, ha contribuito all’imbruttimento dell’immagine del paese.
Nel 1992, a causa del calo delle nascite, quelle aule che avevano visto passare migliaia di Cintellesi, si sono chiuse definitivamente e con ciò è morta anche una parte della nostra identità. Ora quel freddo edificio, già utilizzato come ambulatorio medico, sede di qualche associazione e durante le elezioni, sembra perfino essere divenuto scomodo: assurdo per il Comune spendere soldi per completarne la sistemazione esterna, si attende solo che qualcuno trovi il coraggio di sbarazzarsene una volta per tutte mettendolo in vendita al miglior offerente.
Eugenio Marin
I documenti sulla scuola citati nell’articolo sono conservati nell’Archivio Comunale di Teglio Veneto, attualmente in fase di riordino.
Anno 1947circa
Prima fila partendo dall’alto: Ariego Daneluzzi, Giuseppe Marin, Carlo Cicuto, Niccolò Gruarin, Giovanni Piasentin, Fiorenzo Fanzel, Mario Delle Vedove, Roberto Stefanuto, Francesco Biancolin, Luigi Stefanuto.
Seconda fila: Pina Nosella, Salute Drigo, Mirella Gaiatto, Olga Lena, Anna Farenci, Serafina Argenton, Ida Steccanella, Maria Cicuto, Ines Daneluzzi, Rosalia Pavan, Maria Geremia, Vanda Biason.
Terza fila: Bruna Martin, Lucia Marin, Pia Cicuto, Anita Tesser, maestra Giannina Natalis in Gemmati, Iolanda Pavan, Emma Steccanella, Maria Daneluzzi, Luciana Delle Vedove, Tersilla Marin.
Quarta fila: Vittorio Casolin, Emilio Marin, Giuseppe Argenton, Pietro Giuseppin, Ermo Argenton, Giordano Stefanuto, Elia Pauletto, Vittorio Marin, Natale Pauletto, Costante Geremia, Franco Argenton.
LA SCUOLA MEDIA
Dal 10 settembre 2007 alcuni ragazzi di Teglio e Cintello hanno compiuto un passo molto importante: la frequenza alla scuola media!!!
La scuola media è molto diversa dalle scuole elementari, ci sono però anche delle cose in comune. Per esempio si continua a prendere il pulmino e non si ha bisogno di alzarsi prima rispetto a quando eravamo bambini e andavamo alle elementari.
Luca, il conducente del pulmino, è molto simpatico e ci tiene tanto al suo mezzo e non corriamo il rischio di annoiarci durante il viaggio.
Le differenze sono che, innanzi tutto, ci sono i professori, a cui non bisogna dare del “tu” e che, a differenza delle maestre, sono un po’ più severi e stabiliscono delle regole che bisogna rispettare.
Le materie sono un po’ più complicate e visto che ci danno più compiti il pomeriggio stiamo a casa, ma dopo aver terminato i compiti avanza ancora il tempo per andare a fare un giro in bici e andare a trovare le maestre. Noi e altri amici siamo andati qualche volta a salutare le nostre “vecchie” insegnanti, però trovavamo sempre solo le maestre di inglese e di matematica, mai quella di italiano, ma alla fine ci siamo riusciti e una mattina prima di andare a scuola, quando le abbiamo detto che c’era interrogazione sul popolo romano, ci ha detto che non dovevamo preoccuparci perché ormai sapevamo già tutto.
In questa nuova scuola ci sono alcuni bidelli che già conoscevamo, molto simpatici.
Riparlando dei professori: alcuni sono gentili, comprensivi e severi, ma non tutti. Ci sono professori che riescono a mantenere sempre la calma e hanno anche una voce calma!
Alle medie poi, oltre ai professori, si conoscono nuovi amici che provengono da altri paesi e altre scuole. Le classi delle elementari vengono divise nelle varie sezioni: è proprio così che si iniziano a conoscere i nuovi compagni.
La nostra classe ora è abbastanza tranquilla, se non fosse per un ragazzino un po’ turbolento che fa impazzire tutti i professori, e per questo ci fa anche ridere.
All’inizio è un po’ duro abituarsi ma poi si comincia a fare amicizia con i nuovi compagni e a conoscere i professori, così diventa tutto più semplice.
Dobbiamo ancora scoprire molte cose sul nuovo anno scolastico. Per ora ci troviamo bene e possiamo assicurare a quelli che ci seguiranno che le medie non sono poi così male!
Dario, Elisabetta, Erika, Ludovica, Martina
(della fantastica I c)
Sono passati esattamente dieci anni dalla visita pastorale dell’allora vescovo Sennen Corrà. Anche Monsignor Ovidio Poletto non ha voluto mancare a questo appuntamento con le parrocchie, prima di terminare il suo mandato, incominciando dalla provincia di Venezia. La sua visita è stata preceduta da quella di Renato Sitta, vicedirettore dell’Ufficio Economato della Curia, per un controllo anche della situazione contabile della parrocchia stessa. Il dirigente amministrativo ha trovato tutto in ordine, compresi i libri contabili, l’inventario e l’archivio, accuratamente aggiornato da Eugenio Marin.
“Vescovo Ovidio, perché sei qui in visita pastorale?”
Durante la S. Messa a Cintello, domenica 6 maggio 2007, il pastore della diocesi ha spiegato che la risposta era molto semplice e prendeva lo spunto dalla lettura domenicale, il viaggio apostolico di Paolo e Barnaba nelle comunità cristiane dell’Asia Minore: rianimare i cristiani, infondere coraggio e fortezza anche nelle tribolazioni (At. 4,21-24).
Questo è anche il compito del Vescovo che vuole dare incoraggiamento alle comunità, nella testimonianza e nella partecipazione.
Sia a Cintello che a Teglio il Presule ha usato uno stile semplice e famigliare che ha coinvolto i fedeli e li ha invitati a non farsi fuorviare dai falsi profeti e falsi idoli che distolgono dalla vera strada di Cristo.
Nonostante una partecipazione piuttosto scarsa (in chiesa c’erano diversi vuoti), si è complimentato per la presenza del coro diretto da Fabia Geremia, che ha sostenuto il canto liturgico.
Al termine, il presule si è intrattenuto brevemente con la popolazione, per poi recarsi in casa di Aurelia Sclabas per un a visita ed una benedizione.
Poi il trasferimento e la celebrazione a Teglio Veneto.
Nei giorni precedenti, il Vescovo aveva incontarato il Consigli Parrocchiali di Cintello, Teglio e Fossalta, nonché tutti gli operatori pastorali, ai quali ha raccomandato la collaborazione, per il buon andamento della “barca”, vista anche la mancanza di preti e le previsioni piuttosto oscure, riguardo al futuro.
I partecipanti hanno potuto illustrare attività, programmi e aspettative dei vari ambiti della pastorale: Liturgia, Caritas, Giovani, Catechesi e Famiglia.
Nella visita, il presule ha riservato una particolare predilezione per la catechesi incontrando a Teglio i ragazzi del Catechismo ed auspicando che anche a Cintello possa esserci almeno una catechista. (G.B.)
BREVI DI CRONACA
Da un San Valentino all’altro…
San Valentino 2007
Un tempo Cintello era conosciuto nei dintorni per la “Sagra di San Valentino” e per un primato che la accompagnava; infatti essa era la prima festa di una lunga stagione che si chiudeva soltanto a dicembre con l’Immacolata, pure questa solennemente festeggiata in paese. Nella foto un momento della processione svoltasi il 18 febbraio 2007. (E.M.)
La festa della Terza Età
Per la prima volta dopo molto tempo il tradizionale appuntamento con la festa della Terza Età si è svolto nel mese di maggio, più precisamente domenica 20, anziché in autunno come in passato, scelta dettata dalla vicinanza con la festa comunale degli anziani che si tiene a Teglio ogni anno ad ottobre. La buona partecipazione di persone ha confermato il successo della manifestazione, segno che i meno giovani, ma non solo, avvertono ancora il bisogno di ritrovarsi e ritrovare lo spirito della comunità, che purtroppo in questi tempi va via via sfaldandosi. Intanto fervono già i preparativi per l’edizione del 2008, prevista per il 18 maggio con le consuete modalità. (E.M.)
Pellegrinaggio a Brezje
Siamo convinti che la Madre di Gesù si può pregare dappertutto, anche a Cintello, dove abbiamo una bellissima immagine della Madonna Immacolata ed un altare dell’Annunciazione. Tuttavia, di anno in anno frequentiamo diversi santuari che manifestano la grande devozione a Maria. Nel secondo sabato di giugno ci siamo recati al santuario di Brezje, in Slovenia, dedicato a Maria Pomagaj (Ausiliatrice). Si tratta del santuario più importante di questo Stato confinante con l’Italia, frequentatissimo e visitato dallo stesso Papa Giovanni Paolo II: una grande statua all’ingresso del piazzale ricorda l’eccezionale avvenimento. Abbiamo constatato in questa popolazione una grande fede e abbiamo ammirato tanti anziani ed anche giovani in ginocchio ed in preghiera. Una Santa Messa ha coronato la nostra presenza per dire grazie a tutte le donne di Cintello e Teglio che offrono il loro servizio per il decoro e la pulizia delle rispettive chiese. La giornata è poi proseguita con il pranzo presso il fantastico lago di Bled e con un giro dello stesso bacino con il trenino dei villeggianti. (G.B.)
ETICAmente
Lasciata la storica sede di Suzzolins, “ETICAmente”, la manifestazione della Pro Loco Tegliese che si pone l'obiettivo di diffondere la cultura del rispetto, della pace e della convivenza civile tra i popoli, nonché l'adozione di stili di vita volti alla centralità dell’uomo e alla salvaguardia dell'ambiente che lo circonda, è approdata quest’anno presso gli spazi del Centro “Mario Cicuto” di Cintello. Nelle tre serate del 1, 2 e 3 giugno, sul palco si sono avvicendati relatori di fama internazionale (tra gli altri ricordiamo Teresa Sarti presidente di Emergency), accanto a personaggi dello spettacolo del calibro di Angela Finocchiaro e Natalino Balasso. Da segnalare l’interessante ed originale visita guidata all'impianto di biogas dell'azienda agricola Pascotto di Cintello: un impianto di recente realizzazione che getta le basi per una nuova politica energetica anche nel nostro Comune. Intanto è stato da poco comunicato che anche per il 2008 la manifestazione si svolgerà a Cintello (E.M.).
La Sagra del Bisat
Iniziata quasi per scommessa più di vent’anni fa, la Sagra del Bisat continua a riscuotere un notevole successo in termini di partecipazione di pubblico ma soprattutto di collaboratori, volontari senza i quali i lusinghieri risultati ottenuti in questi anni non si sarebbero potuti raggiungere. Molto è cambiato nel corso delle edizioni, primo fra tutti il luogo dove si svolgono i festeggiamenti; se inizialmente la sagra si teneva letteralmente all’ombra del campanile, poi essa è stata spostata cercando di volta in volta degli spazi più adatti, fino ad approdare, al termine di una lunga peregrinazione, nell’area attrezzata del Centro “Mario Cicuto”. Accanto a ciò vi è stato anche un continuo rinnovamento all’interno del comitato organizzatore che ha permesso di trovare nuovi stimoli per continuare ad essere il fulcro della comunità cintellese. Ciò che in tanti anni è rimasto sempre uguale (e ci auguriamo non cambi mai) è il bisat, vero e indiscusso protagonista di questa sagra che ha contribuito a renderla celebre e a far conoscere al mondo Cintello come regno incontrastato dell’arte culinaria, molto prima che la pizzeria “Al Tajer” ne consacrasse la fama di capitale assoluta.
L’edizione 2007, che si è svolta nei giorni 29 e 30 giugno, 1, 6, 7, 8 luglio, si è caratterizzata per il notevole afflusso di pubblico, complici anche le belle serate, che ha così premiato le scelte coraggiose e gli investimenti compiuti negli ultimi anni da parte del comitato, da un lato per cercare di attirare i più giovani, dall’altro, grazie alla presenza di gruppi musicali di qualità, per far si che la gente non si limitasse a consumare la cena e poi disperdersi velocemente. L’appuntamento è alla prossima edizione (se non abbiamo fatto male i conti nel 2008 la sagra compirà il 25° anno) che si svolgerà nei fine settimana del 4, 5, 6 e 11, 12, 13 luglio. (E.M.)
Concerto in Chiesa
Il 24 luglio 2007 nella chiesa parrocchiale di Cintello si è svolto un concerto per flauto e clavicembalo realizzato con il contributo della provincia di Venezia, la Fondazione musicale Santa Cecilia e con la collaborazione del Comune di Teglio Veneto nell’ambito della rassegna “Avanti, c’è Musica! Inviti musicali d’estate”.
I maestri Mauro Fiorin, flautista versatile e poliedrico, e Michele Bravin, eccellente organista che in questo caso però si è presentato nelle vesti di clavicembalista, hanno eseguito musiche di Bach, Galuppi, Haendel, Mozart, Nicolai e Telemann, allietando per circa una ora e mezza un pubblico numeroso, ancorchè composto soprattutto da “foresti”. (E.M.)
Trofeo "Sportivi di Cintello" - G.S. Cintellese
La passione per il ciclismo qui a Cintello parte da molto lontano, e affonda le proprie radici nella storica fabbrica di biciclette fondata da Umberto Gemmati nel primo dopoguerra. All’inizio degli anni ’70 un gruppo di amici decise di dare vita ad una manifestazione ciclistica denominata “Gran Premio Sportivi di Cintello”, inizialmente riservata ai dilettanti. Con la nascita della società sportiva “G.S. Cintellese” la competizione si è trasformata in gara riservata alla categoria esordienti. Giunta nel 2007 (anno del ventennale del G.S. Cintellese) alla sua XXXIII edizione, la manifestazione continua ad attirare corridori e sportivi non solo dai dintorni, ma anche dal Friuli e dal trevigiano, ed è ormai entrata di buon diritto tra gli appuntamenti immancabili della stagione. Oltre alla gara di Cintello, svoltasi il 1° luglio, la “Cintellese” ha organizzato anche la gara di apertura della stagione sportiva a Teglio Veneto il 1° di aprile e quindi una terza e ultima manifestazione il 26 agosto a Portovecchio.
Per la società sportiva di casa nostra l’anno del ventennale si è concluso con un ottimo risultato ai Campionati italiani per Giovanissimi svoltosi a Treviso, dove Filippo Della Bianca e Federico Gruarin si sono classificati al 3° posto.
Confermato presidente del sodalizio Paolo Mestriner con tutti i consiglieri degli anni scorsi. (E.M.)
Teatro: “Due dozzine di rose scarlatte”
Nell’ambito della rassegna teatrale “Venezia porta d’Oriente” che già da diversi anni la provincia di Venezia organizza in collaborazione con i vari comuni, il 15 luglio 2007, negli spazi dell’area festeggiamenti di Cintello, si è svolta la rappresentazione dal titolo “Due dozzine di rose scarlatte”. Una commedia di Aldo De Benedetti portata sulle scene dalla compagnia “La Piccionaia – I Carrara, Teatro Stabile d’Innovazione” per la regia di Titino Carrara. La protagonista Marina, stanca della routine familiare, si trova - a causa dell’equivocato dono di un mazzo di rose - ad immaginare di essere corteggiata da uno sconosciuto che si firma “Mistero”. In realtà “Mistero” è proprio il marito Alberto, che di fronte all’evidenza dell’infatuazione della moglie, comincia ad assecondarla con l’aiuto dell’amico Tommaso. Le scrive, le manda altri fiori, ed arriva finalmente a darle un appuntamento. L’insuperabile meccanismo comico prevede che l’amico tenti goffamente di approfittare della situazione provocando il felice scioglimento della vicenda. (E.M.)
La Lucciolata
La Lucciolata è divenuta un appuntamento fisso per la nostra comunità, che già da diversi anni vede, in un sabato sera del mese di ottobre, svolgersi questo importante momento di solidarietà in favore della “Via di Natale”. Nel 2007 ricorrevano i 30 anni dalla fondazione di questa Associazione nata su iniziativa di Franco Gallini che ha saputo coinvolgere un gruppo di amici impegnati in varie attività imprenditoriali e non, che avevano l’obiettivo di promuovere e sostenere programmi di studio, ricerca scientifica, educazione, istruzione e diffusione delle conoscenze nel campo della salute ed altre finalità umanitarie di pubblica utilità, identificando nella malattia cancro una battaglia da combattere. In trent’anni di attività i risultati ottenuti, grazie alla generosità e alla disponibilità di tante persone, sono stati enormi, basti ricordare la costruzione delle case Via di Natale 1 e 2, destinante ad ospitare i famigliari degli ammalati che giungevano al CRO di Aviano, ma anche i malati oncologici in terapia ambulatoriale presso lo stesso Istituto nonchè malati terminali oncologici che beneficiano oltre che dell’ospitalità, anche per un familiare, dell’assistenza medico-infermieristica altamente qualificata 24 ore su 24. Il tutto in forma totalmente gratuita. (E.M.)
La festa dell’Immacolata
L’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria è dogma della Chiesa cattolica dal 1854 e sancisce l’elezione di Maria da parte di Dio ancora prima della sua nascita. Unica fra gli uomini, la Vergine fu concepita senza peccato originale in previsione del suo ruolo futuro di Madre del Salvatore. Nella storia questo mistero fu oggetto di un’enorme partecipazione popolare: già nell’XI secolo la festa della Concezione di Maria si celebrava in Inghilterra e in Normandia e il Concilio di Basilea la dichiarò verità di fede nel 1439. La statua lignea realizzata nel 1954 per la chiesa di Cintello dallo scultore Giuseppe Scalambrin, la raffigura secondo la classica iconografia che deriva dalla descrizione presente nel dodicesimo capitolo dell’Apocalisse: Maria è coronata da dodici stelle, in piedi sulla luna mentre schiaccia con il tallone il serpente.
Un grande impulso alla devozione per l’Immacolata venne in seguito alle apparizioni di Lourdes, di cui quest’anno ricorre il 150° anniversario, e così anche a Cintello, dove il culto della Madonna era già attestato con l’altare dell’Annunciazione, a partire dalla fine dell’Ottocento si iniziò la pratica della processione che da allora si svolge ogni anno l’8 dicembre. Nella foto un momento delle celebrazioni 2007 (E.M.)
La Befana
La consegna delle calze ai bambini buoni di Cintello il giorno della Befana è un appuntamento introdotto molti anni fa da don Giuseppe Zamuner, a coronamento della festa che vede nel primo pomeriggio svolgersi la benedizione dei fanciulli. Ancor oggi questo compito è egregiamente svolto da una nostra sempre disponibile compaesana, che per un giorno all’anno assume le vesti dell’arzilla vecchietta, per la felicità dei più piccoli. Nella foto un momento della manifestazione 2008 (E.M.).
San Valentino 2008
Domenica 17 febbraio 2008 si è rinnovata l’antica tradizione di portare San Valentino in giro per le vie di Cintello. In una giornata rigida, fatto non infrequente nel mese di febbraio quando spesso i colpi di coda dell’inverno si fanno sentire, la festa religiosa è stata come sempre acompagnata da una buona presenza di fedeli, cintellesi e non. Alla Santa Messa del pomeriggio, celebrata da don Giacinto e don Giovanni, ha partecipato il coro “Città di San Vito”, per la prima volta ospite della nostra parrocchia, la cui presenza ha reso particolarmente solenne la liturgia. È seguita quindi la processione, accompagnata dalle note della “Nuova Banda di Orzano” che da oltre trent’anni allieta questa nostra festa con la consueta professionalità e bravura. (E.M.)
(febbraio 2007-febbraio 2008)
Battesimi
Giulio Bifone di Pietro e Pacolla Marcella, nato il 24/12/2006; battezzato il 29/04/07
Davide Moras di Daniele e Drigo Cristina, nato il 07/06/07; battezzato il 25/09/07
Jordan Pirolo, di Maurizio e Versolato Michela, nato il 25/12/06; battezzato l’11/11/07
Anna Valentinis di Fabio e Aloe Patrizia, nata il 06/09/07; battezzata il 05/01/08
Matrimoni
Pellegrin Riccardo e Drigo Laura, 21/07/07
Marin Eugenio e Dazzan Tamara, 06/10/07
Geremia Andrea e Zaccheo Fabiola, 20/10/07 (a Concordia Sagittaria)
Geremia Gianluca e Baso Francesca, 27/10/07 (a Caorle)
Defunti
Marino Bertolini di anni 60, + 09/03/07
Elisabetta Fancello di anni 97, +25/03/07
Luisa Caterinò in Daneluzzi di anni 80, +7/04/07 in Francia
Augusta Giusti ved. Cristante di anni 94, +20/09/07
Elia Zamarian di anni 94, +09/01/08
Iolanda Zuin ved. Brichese di anni 81, +16/01/08
Giuseppe Tesser di anni 91, +15/02/08
Era il 1998 quando l’allora Vicario Generale Monsignor Sante Boscariol venne a Cintello per la Celebrazione della Cresima.
Negli anni successivi i ragazzi e le ragazze di Cintello hanno ricevuto il Sacramento della Confermazione nella Chiesa di Teglio Veneto, assieme ai loro compagni del capoluogo:
Quest’anno il numero era abbastanza consistente e quindi si è optato per una celebrazione a Cintello.
Sabato 26 gennaio 2008 il Vicario Vescovile Monsignor Basilio Danelon ha celebrato la S. Messa festiva dell’ultima domenica di gennaio ed ha conferito la Cresima a 13 giovani: Stefano Cicuto, Francesco Daneluzzi, Leonardo Durì, Luciano Glogovich, Elisa Panzarotto, Valentina Pauletto, Rossella Scala, Gabriele Scatigno, Alberto Stefanuto, Federica Stefanuto, Martina Vanzin, Mirco Vazzoler e Ilario Zoccarato.
L’avvenimento è stato celebrato con grande partecipazione di fedeli, tanto che la chiesa era stracolma. La presenza del Coro Parrocchiale di Teglio Veneto, diretto da Fulvia Perulli, ha contribuito certamente a rendere ancora più bello e solenne il sacro rito: lo stesso Vicario l’ha ringraziato pubblicamente, al termine della celebrazione.
I cresimandi erano stati coinvolti in una seria preparazione, sia remota che immediata, con incontri settimanali, durante le scuole medie.
Erano preparati al Sacramento? Spero di sì, anche se è difficile entrare nella mente e nel cuore di giovani per valutarne la consapevolezza, l’impegno e le motivazioni profonde di questo passo, che certamente và al di là di una festa e di qualche regalo.
Hanno rinnovato le promesse del loro Battesimo, davanti al Vicario e a tutta la comunità, abbracciando la fede cristiana con una scelta responsabile e personale e non solo come una opzione fatta dai genitori.
Cristiani, quindi, maturi e coraggiosi, protagonisti nella società, con le parole e con l’esempio.
Il vero problema si chiama continuità: la Cresima rischia di diventare non il Sacramento dell’impegno responsabile ma dell’abbandono della chiesa e della pratica religiosa. Il Delegato Vescovile ha ricordato tutto questo, raccomandando con fermezza a non mollare gli impegni cristiani.
Per questo vogliamo ripetere “Veni Sancte Spiritus”, vieni Santo Sprito e riempi i cuori di questi giovani.
Don Giacinto Biscontin
Sul Lemene
Numero unico della parrocchia di Cintello di Teglio Veneto (Ve)
E-mail: cintello@libero.it
Sito internet:
http://digilander.libero.it/Cintello/SulLemene/Index.html
Resp. don Giacinto Biscontin
Stampa: Portografica (Portogruaro/Ve)
Composizione: Compset (Portogruaro/Ve)