Sul Lemene

Natale 2004

Foglio informativo della comunità di Cintello a cura del gruppo “Cintello Giovani”


SOMMARIO

EDITORIALE

IL MULINO DI CINTELLO

FOGHERA E BEFANA 2004

SAN VALENTINO

VIA CRUCIS

PELLEGRINAGGIO A CHIAMPO  

INSERTO SPECIALE: UN RESTAURO A CINTELLO. TRE SCULTURE LIGNEE DEL CINQUECENTO

BISAT SEI FRITTO… LA SAGRA È TORNATA!

PRESENTAZIONE DEL TRITTICO RESTAURATO

LUCCIOLATA PER LA “VIA DI NATALE”

GIANLUCA CONTINUA A CORRERE SULLA STRADA DEL SUCCESSO
IL VESCOVO TRA NOI

IMMACOLATA

FESTA DELLA TERZA ETÀ

ANAGRAFE PARROCCHIALE


 “Pace in terra agli uomini di buona volontà”  

...e anche nel nostro paese e nelle nostre case...

Come possiamo riempirci la bocca con le parole “pace in terra agli uomini di buona volontà”, quando portiamo negli occhi le visioni di guerra, di violenza, di stragi e di morte? Quando il nostro cuore è appesantito dalla tristezza, dal dolore e dall’orrore di tutto quel che accade, non solo in Iraq, ma anche in tante altre parti del mondo? Quando si percepisce ogni giorno l’oltrggio alla vita,  alla civiltà e alla stessa intelligenza umana?  
Eppure vogliamo crederci, vogliamo ancora sperare in un mondo migliore.  
Ma guardando lontano agli avvenimenti mondiali, rischiamo di perdere di vista la nostra realtà paesana e quella delle nostre famiglie. Divisioni e rancori non sopiti si sono manifestati soprattutto al tempo delle elezioni comunali, con ben tre liste in competizione. Anche la realtà delle nostre famiglie è in sofferenza per tutte quelle crisi, separazioni, incomprensioni, ecc. che sono ormai il pane quotidiano della nostra civiltà, dove non si sanno più coniugare parole come perdono, pazienza, rispetto e tolleranza.  
E allora vogliamo seppellire l'ascia di guerra per cercare di formare una vera comunità,nella pacifica convivenza,nella fattiva collaborazione e nella cordialità dei rapporti?  
“Pace in terra agli uomini di buona volontà” recita il Gloria della liturgia natalizia: una volontà a superare steccati di odio, muri di divisione, sospetti e rancori.  
Ci speriamo e ci crediamo.  
Buon Natale e felice 2005

Don Giacinto Biscontin

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Il mulino di Cintello

Nel territorio di Cintello è mai esistito un opificio idraulico ad uso molitorio? Oggi di un tale edificio non c’è traccia apparente, neanche nei ricordi dei più anziani. Ma appare ben strano che una importante risorsa come il fiume Lemene, sfruttata per far girare ruote idrauliche da tutti i paesi posti sulle sue rive, solo nel nostro non sia mai stata presa in considerazione: forse che a Cintello non si mangiava la polenta (bianca o gialla secondo i gusti) ma il chicco intero come ancor oggi fanno gli statunitensi e i tacchini?  
Tutto ciò è assai improbabile, infatti... ma procediamo con ordine e partiamo da un antico atto notarile datato addirittura 1270. Con quest’atto il vescovo concordiese Fulcherio investiva Lupoldo di Gruaro di un ponte posto sul fiume Lemene conducente ad un mulino chiamato Nogarolo. Dunque la zona in cui sorgeva il mulino apparteneva alla giurisdizione concordiese e non all’abate di Sesto, sotto il quale però vivevano le comunità della riva destra del fiume come Gruaro, Bagnara e Boldara. Ancora nel 1297, e ancora in un atto vescovile, compare il mulino del Nogarolo definito “destructo e combusto” e posto sul Lemene tra Cintello e Portovecchio. L’opificio fu messo a ferro e fuoco ancora nel 1313 dagli armati del Conte di Gorizia, durante la guerra contro il Patriarca. Lungo il secolo XIV le notizie si infittiscono. Nel 1348 il mugnaio si chiamava Sabatino e veniva definito molendinario di Cintello o del Nogarolo. Nel 1364 il mulino torna nella piena disponibilità vescovile e il prelato affitta le tre ruote a due tali chiamati Lorenzo ed Enrico per una quantità di grano, sorgo e mistura, un porco e quattro capponi per il brodo (essendo il vescovo di allora nativo di Reggio il brodo era probabilmente con i tortellini). Nel 1534 la contribuzione in natura si trasforma in denaro sonante e i capponi divengono due pollastri, ma destinati anch’essi al brodo (probabilmente con il riso, essendo prelato un veneziano).
I documenti tacciono fino al 1518, ma le testimonianze fornite d’ora in poi offrono dati precisissimi grazie ai cintellesi Pascut Vivian e Fantin Cechin i quali spiegano i reali confini tra le giurisdizioni di Concordia e Sesto: due opifici idraulici molto vicini tra loro sfruttano delle derivazioni delle acque del Lemene per far girare le loro ruote. Nelle pertinenze di Boldara, e quindi di proprietà dell’abate sestense, sorge l’edificio significativamente definito Molin Grande, mentre il secondo edificio sorge nelle pertinenze di Cintello ed è quello del Nogarolo.
La necessità di precisare continuamente i confini derivava dalla situazione di quella parte del territorio, una terra improduttiva ed indivisa perché invasa costantemente dalle acque e sfruttata come pascolo e riserva di legna dalle comunità confinanti. La situazione di non chiarezza sui confini (fonte di reddito cospicua per gli Azzeccagarbugli parlanti un incomprensibile latinorum) generava spesso liti tra i paesi posti sulle rive del placido fiume e le carte processuali prodotte dai legulei dell’epoca per stabilire quel che xe mio e quel che xe tuo non si contano tanto sono numerose.
In compenso tra XVI e XVII secolo i due mulini divengono patrimonio livellario della famiglia udinese Brazzà. Sappiamo da rilevazioni fiscali del 1687 che il mulino di Boldara aveva sei ruote, quello di Cintello solo tre, tra cui una una mola da guàr e una adibita a pila del riso. Nel 1740 anche il Nogarolo inizia a dare ufficialmente il suo piccolo contributo allo sviluppo dell’industria metallurgica divenendo battiferro: l’energia idraulica muoveva ritmicamente un maglio che battendo un informe grumo di ferro rovente, e grazie agli abili e sapienti movimenti dei fabbri, produceva indispensabili attrezzi per il lavoro agricolo. Nel 1804 la famiglia Toffoli conduce entrambi gli opifici, ma già il battiferro, si è riconvertito in pila riso, per poi divenire nel 1839 pila orzo.

Ma c’è una novità sostanziale. Dai primi anni del XIX secolo il Nogarolo, dopo almeno sei secoli di operosa attività, non è più compreso nelle pertinenze di Cintello!  
Cos’era successo di tanto epocale da spostare improvvisamente terre e fiumi, da cancellare dalla storia orgogliose capitali e stati millenari?  
Semplicemente il nuovo padrone di Bonaparte del mondo, un isolano francese di provincia neanche tanto alto e un po’ pelato, dal rindondante nome di Napoleone, aveva deciso di mettere un po’ d’ordine amministrativo nelle terre recentemente acquisite al suo vasto impero ordinando la costituzione di un Catasto.  
Si stabilì così definitivamente (e vale ancor oggi) quel che xe mio e quel che xe tuo. Gli emissari del nanerottolo decisero che strade, fiumi e ogni altra cosa immutabile erano “IL” confine: basta con alberi, paludi o boschi, di volta in volta bonificabili o incendiabili e quindi mutabili. Questo decisionismo comportò ovviamente lo stravolgimento di antichissime consuetudini ma ci si guadagnò in chiarezza, o meglio, alcuni ci guadagnarono e Cintello ci rimise il suo mulino che finì definitivamente nelle pertinenze del comune di Gruaro per pochissimi metri perché la strada era confine più certo che non la palude secondo il geometra (allora definito pubblico perito) incaricato delle misurazioni.  
La ruota del Nogarolo girò operosa fino alla fine del XIX secolo, poi già dall’inizio del ‘900 lo stabile divenne solo una casa d’abitazione (attuale casa Curato di Boldara). Il mulino Grande invece lavorò per ancora oltre sessant’anni ed è ancora riconoscibile nella sua ultima veste di moderno opificio molitorio.  
Lo scorrere del tempo può forse spiegare la perdita del ricordo, aiutato anche dalle modificazioni del territorio e dalle fortunatamente migliorate condizioni di vita: la farina la si trova comodamente in negozio e il brodo con i tortellini è nelle disponibilità di tutti e non occorre più recarsi con la mussa carica di granaglie al mulino per macinare il mais.  
Per fortuna esistono ancora le vecchie carte che consentono di esercitare il diritto alla memoria e aiutano a capire i segni del tempo.  
Queste notizie sono facilmente rintracciabili in un interessante e documentatissimo libro edito dal comune di Gruaro nel 1998 dal significativo titolo Di terre e di acque. La toponomastica del comune di Gruaro.

Luca Vendrame


Il mulino di Boldara (secc. XV-XX)

 

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Foghera e Befana 2004

La vigilia dell’Epifania ci riporta alla tradizione che iniziava in Chiesa con la benedizione dell'acqua e della frutta. L’acqua, poi, si portava a casa e serviva per benedire la famiglia, la stalla, gli animali e la foghera. Questo falò epifanico era legato alla tradizione contadina per chiedere ed auspicare dei buoni raccolti ed il tempo favorevole. Prima si pregava con le litanie e poi si gridava tutti insieme “pan e vin” e prosperità per ogni famiglia. A seconda delle abitudini, sulla sommità della pira era sistemata una croce o un fantoccio che ricordava la vecchia Befana. Nonostante i lavori del nuovo “Centro Sociale” il gran falò è stato acceso in Via Ciol, anche se ormai i significati originari si sono smarriti nel tempo e la foghera serve come momento di incontro comunitario.  
Nel pomeriggio dell’Epifania, ha avuto luogo la benedizione dei bambini che hanno ricevuto un angioletto come protettore.
Nei locali dell’Oratorio, è giunta la solita Befana, impersonata da Mara che ha distribuito regali e dolci a tutti i bambini presenti.. G.B.

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San Valentino

La tradizionale processione in onore di San Valentino quest’anno si è svolta domenica 15 febbraio 2004. La bella giornata, quasi primaverile, ha favorito l’afflusso di numerosi fedeli anche dai paesi vicini che hanno preso parte alla Santa Messa e alla solenne processione con la statua del Santo lungo le vie di Cintello accompagnata dalla banda di Vado.

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Via Crucis

Il Venerdì Santo rappresenta uno dei momenti più importanti per i cristiani, in cui si ricorda la Passione  e morte di Gesù sulla Croce, preludio alla Pasqua di Resurrezione. Quest’anno la Via Crucis serale è stata celebrata il 9 aprile dal vicario generale mons. Basilio Danelon, in sostituzione di don Giacinto impegnato alla stessa ora a Teglio. A causa del maltempo la tradizionale e suggestiva processione lungo le vie del paese illuminate da centinaia di lumini, non si è potuta svolgere. Non per questo un nostro parrocchiano ha rinunciato ad allestire la grande croce all’inizio di via Case Sparse che ormai da anni illumina la notte del Venerdì Santo cintellese.

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Pellegrinaggio a Chiampo

Il nostro pellegrinaggio annuale del 5 giugno, ha riguardato un santuario piuttosto insolito: la grotta di Lourdes di Chiampo (VI).  
Fui costruita nel 1935, sotto la direzione del beato Claudio Granzotto, perfettamente identica a quella di Lourdes, in Francia. Lo scopo era quello di evitare un lungo viaggio fino ai Pirenei, ai tanti malati e devoti deill’Immacolata, apparsa a Santa Bemardetta, nel 1858. La statua della Vergine, posta in un anfratto roccioso, è opera dello stesso beato Claudio.
Folle innumerevoli di pellegrini raggiungono questo santuario all'aperto e anche noi vi abbiamo sostato per la preghiera e la celebrazione della S.Messa. Di grande interesse anche la Via Crucis,costituita da 15 gruppi statuari in bronzo, a grandezza naturale. È ritenuta una delle più belle e suggestive del mondo per le opere d'arte, per l'ambientazione boschiva e per il silenzio meditativo.  
Dopo il pranzo, consumato lì vicino, abbiamo fatto tappa a Padova, per una visita ed una preghiera a S.Antonio, amato e supplicato da tutti.  
Le presenze più importanti hanno riguardato le signore che a turno si prendono cura delle pulizie e del decoro delle chiese di Cintello e Teglio: a loro va la gratitudine di tutta la comunità cristiana.                                            G.B.

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Bisat sei fritto… la sagra è tornata!

Nell’epoca della ricerca e della riscoperta dei sapori tradizionali, delle guide, dei manuali, dei programmi e delle trasmissioni specializzate dedicati all’arte della cucina, nel tempo del dop e docg e igt, stonava un poco l’assenza dal panorama enogastronomico local-nazionale del protagonista per eccellenza della cucina tradizionale cintellese: il grande, unico e sgusciante bisat, in tutte le salse (ed è proprio il caso di dirlo…) e con i suoi mille profumi e sapori.  
Ma il grande attore aveva bisogno di un palcoscenico ideale per tornare ad esibirsi; e proprio nell’anno della riapertura della Fenice e del restauro della Scala, anche il protagonista della nostra gastronomia ha finalmente assistito all’inaugurazione del teatro della cucina della tradizione, il palcoscenico in cui rappresentare lo spettacolo dei sapori che fanno parte della nostra cultura.  
Da questa estate, grazie allo sforzo comune della comunità e delle istituzioni, la Sagra del Bisat ha finalmente trovato un suo spazio, un’area dedicata dove poter allestire al meglio le strutture (cucina, tavoli, bar, pesca, birreria, ecc.) al fine di poter valorizzare ancora di più l’immensa bontà delle proposte culinarie (della tradizione e non solo), fondendole con iniziative rivolte ad un pubblico di giovani (i “venerdì giovani”, con concerti e tornei di freccette).
E tale sforzo è stato premiato, nonostante il tempo non sia stato dei più favorevoli nella prima settimana, dalla grande affluenza di appassionati e curiosi che non si sono lasciati sfuggire l’occasione, dopo diversi anni di astinenza, di assaporare quanto la gastronomia cintellese è in grado di offrire.  
Ma  a questi affezionati tutto il Comitato organizzatore e le tantissime persone che hanno lavorato per la manifestazione,  vogliono sicuramente lanciare un rassicurante messaggio: non preoccupatevi, ancora per molto tempo potrete deliziarvi con le nostre specialità.  
Bisat sei fritto (e non solo…)! La Sagra è tornata!
                                                                         

          Gabriele Rizzetto

Dopo tre lunghi anni di silenzi la “Sagra del Bisat” ha finalmente riaperto i battenti. Ricordiamo che nel corso del 2001 si sono svolti i lavori di restauro della Chiesa e dell’oratorio rendendo inagibili i locali che da sempre erano usati a supporto dell’avvenimento, infatti il comitato della sagra decise che la festa non si sarebbe più svolta in modo precario senza strutture fisse e senza una collocazione sicura, come è successo per circa vent’anni. Gli organizzatori hanno così intavolato un dialogo con l’Amministrazione di Teglio Veneto affinché anche Cintello potesse disporre di una struttura polifunzionale, completa di un piccolo parco, di un campo giochi, di una costruzione  dentro la quale trovassero posto i bambini e gli anziani, i giovani e tutte le associazioni che volessero intrattenersi in compagnia, e potesse essere un punto di riferimento per lo svolgimento della festa paesana. Tutto ciò è stato realizzato e il nuovo centro è stato inaugurato il 15 maggio 2004 con una splendida festa completa di taglio del nastro, cominciata con un aperitivo e finita con chiacchierate in compagnia.  
Bisogna ringraziare tutti i volontari che hanno collaborato alla costruzione, che per un anno hanno prestato il loro aiuto affinché l’edificio fosse pronto per l’estate e quindi per la sagra perché la realizzazione di questo centro rappresenta un’opportunità di crescita e di rinnovamento per Cintello e per la Sagra del Bisat.  
Così a cavallo tra Giugno e Luglio si è svolta la tradizionale sagra e un cintellese su tre si è impegnato per la buona riuscita della stessa. L’organizzazione della festa parte molti mesi prima della manifestazione e le cose da fare sono sempre tante, ma quest’anno tutti i collaboratori dovevano scontrarsi con  una realtà diversa da quella degli anni precedenti, con attività nuove e soprattutto con un sistema di lavoro un po’ differente. L’organizzazione delle cucine si è rinnovata: il comitato si è informato sui modi di strutturazione e di lavoro delle feste dei paesi vicini, confrontando i loro metodi di lavoro e scegliendo alla fine quello che poteva essere il più congeniale per Cintello. Nei mesi precedenti la festa si è provveduto, come di consueto, alla preparazione del bisat che comporta sempre un grosso lavoro da parte delle signore del paese, che vengono comunque ripagate dall’entusiasmo che accompagna gli avventori della festa quando assaggiano il prelibato piatto.  
La struttura enogastronomia coperta, ampia e funzionale ha raccolto e riparato durante gli occasionali acquazzoni  moltissime persone venute anche da posti lontani per rincontrare il bisat che non si vedeva oramai da tre anni. Il successo è stato notevole, l’affluenza di pubblico è stata anche maggiore del previsto e tutti ne parlano con soddisfazione.  
La festa comprendeva la pista da ballo con orchestra dove si sono esibiti provetti danzatori e si sono divertiti improvvisati ballerini, e dove al venerdì si è raccolto un giovane pubblico per ascoltare i concerti dal vivo nonostante la pioggia dei primi giorni. A fianco del palco i giovani del paese hanno gestito un chiosco con tavolini e musica propri e oltre alla birra proponevano anche succulente alternative al bisat.  
Quest’anno è stata poi inserita la novità della pesca di beneficenza che ha rappresentato un ottimo intrattenimento per i più ludici e ha raffigurato un successo in termini di affluenza.  
L’edizione 2004 della Sagra del Bisat è stata un grande successo ed è la conferma che la gente di Cintello vuole la sagra e che è pronta a rimboccarsi le maniche e a lavorare per la buona riuscita della stessa. Viva la Sagra del Bisat allora baluardo della tradizione cintellese,  capace di essere unica fra tutte le sagre, e un grazie di cuore a tutti coloro che hanno dato il loro contributo per la riuscita di questa edizione.  
Un ringraziamento particolare va a coloro che hanno lavorato durante l’inverno alla costruzione dell’edificio del centro sacrificando il loro tempo libero e rendendo possibile lo svolgimento della Sagra del Bisat edizione 2004. 

Ivana Pin

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Presentazione del trittico restaurato

Il 23 giugno scorso il pubblico delle grandi occasioni ha salutato il ritorno nella chiesa di Cintello delle tre statue lignee del Cinquecento finalmente restaurate. Per dare ancor più importanza all’evento è stata scelta la vigilia della solennità di San Giovanni Battista, patrono della nostra comunità e titolare della chiesa. Durante la presentazione, introdotta da don Giacinto, si sono susseguiti gli interventi di Eugenio Marin, della restauratrice Giovanna Menegazzi e di Rita Bernini della Soprintendenza che, anche attraverso la proiezione di diapositive hanno illustrato le fasi del restauro e tracciato le principali vicende storico-artistiche legate alle tre sculture. La serata ha avuto come ospite illustre il vescovo di Concordia-Pordenone mons. Ovidio Poletto, che ha concluso con la benedizione delle recuperate opere d’arte. Al termine nell’oratorio i partecpanti hanno potuto assaporare un ricco rinfresco allestito da alcune signore di Cintello.

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Lucciolata per la “Via di Natale”

La Lucciolata è un importante momento all’insegna della solidarietà e della fratellanza che anche a Cintello è ormai divenuto un appuntamento fisso di fine ottobre. Quest’anno per la prima volta la partenza e l’arrivo del corteo non si sono svolti dall’oratorio parrocchiale, ma dal nuovo “Centro sociale” di via Ciol, dove il comitato festeggiamenti il 30 ottobre scorso ha allestito una grande castagnata per tutti i partecipanti.

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  Gianluca continua a correre sulla strada del successo

Ho studiato per 5 anni a Venezia e non sono mai andato a vedere S. Marco; ho abitato per 3 anni a Padova e non ho visitato né gli Scrovegni né il Santo; vivo da 6 mesi a Milano e ancora devo ammirare il Cenacolo Vinciano; sono di Cintello è non so come stia andando la carriera ciclistica di Gianluca Geremia. Spesso cerchiamo l’esotico lontano, e tralasciamo le cose importanti vicino a noi…  
Lo avevo lasciato giovane campione nazionale su pista, ancora con la maglia gialla delle Cintellese; e ora? Ora corre per una importante società, la Zalf Dèsirèe Fior, ottiene vittorie a raffica, e per il prossimo anno chissà…  

Allora Gianluca, facci un bilancio di questo 2004, che sappiamo essere stato ricco di soddisfazioni  
Sicuramente è stato un anno molto positivo, splendido dal punto di vista dei risultati; oltre a 4 vittorie in gare nazionali di primissimo piano (“Popolarisima di Treviso”, “Vicenza Bionde” a Verona, “Trofeo Camon” a Lugo di Romagna e la “Freccia dei Vini” ancora a Verona) ho conquistato  altri 2 successi (Gran Premio città di Bozzolo e Trofeo Città di Orsago) e soprattutto mi sono laureato Vicecampione italiano di velocità olimpica su pista.

Sicuramente per ottenere questi grandissimi risultati sono molti i sacrifici  cui ti devi sottoporre  
Certo; mi alleno 20-25 ore alla settimana, percorrendo circa 700 Km; sono grandi sacrifici, ma la passione e il sostegno di moltissime persone del paese che mi seguono e mi stanno sempre vicine riescono a darmi una motivazione in più, alla ricerca di sempre nuove vittorie e soddisfazioni.

A proposito di soddisfazioni e di vittorie; con un curriculum sportivo come il tuo, abbinato alla sportività vera che ti contraddistingue, mi sembra che il grande salto (al professionismo) sia il giusto premio…  
Speriamo, non lo nego; è per questo che da molti anni sto lavorando duramente, e ammetto anche che sono avviate alcune trattative con delle società professionistiche per il 2005;  ci terrei moltissimo, ovviamente, e non solo per me: vorrei tanto dedicare questa grande vittoria (il passaggio a professionista) a mio padre Dante; era il nostro grande sogno.

Un sogno che, ci puoi scommettere, sarà presto realtà.  
Il titolo di questo articolo oltre che una sintesi del passato voleva essere anche un augurio per il futuro; in bocca al lupo Gianluca, e ricorda che Cintello è sempre con te.

Gabriele Rizzetto

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Il Vescovo tra noi

Domenica 22 agosto, c’è stata una lieta sorpresa in chiesa a Cintello. A sostituire il parroco don Giacinto, assente per una settimana di ferie, è venuto il Vescovo Ovidio Paletto che ha celebrato la Santa Messa festiva delle ore 10. È stato felice di poter essere in una piccola comunità che non dimentica le proprie radici e la fede cristiana.  
Infatti, i fedeli erano un po’ più numerosi del solito e i canti, accompagnati dall'organo di Fabia Geremia, hanno reso la Santa Messa più bella e solenne.  
Con la sua presenza, il Vescovo ha incoraggiato quanti si adoperano per la chiesa e tutti i cristiani che vedono in lui un punto di riferimento.  
Dopo il sacro rito, il presule si è intrattenuto amabilmente con le persone che hanno voluto incontrarlo e scambiare con lui le proprie opinioni.  G.B.

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Immacolata

Anche la solennità dell’Immacolata Concezione, proclamato dogma 150 anni fa da Pio IX (1854) e che la Chiesa festeggia l’8 dicembre, ha visto una buona presenza di gente. Al termine della Messa, celebrata da don Giacinto e che ha visto partecipare il coro parrocchiale diretto da Fabia Geremia, si è svolta la processione con la statua di Maria, scultura realizzata esattamente 50 anni fa dal fossaltese Giuseppe Scalambrin.

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Festa della Terza Età

“La vita si è allungata, voi siete sempre più numerosi, ma non siete un peso per questa società, siete invece una risorsa, una immensa riserva di energie umane e di professionalità che possono manifestarsi soprattutto nel volontariato”. Così il parroco ha sintetizzato il suo intervento nella celebrazione della festa degli anziani, svolta a Cintello il 17 ottobre 2004. La signora Rosanna Ciccarello in Tesser ha letto una preghiera “per tutti gli anziani che non godono di buona salute, perché si sentano amati, rispettati ed assistiti in ogni famiglia”.  
Ha quindi avuto luogo il grande pranzo comunitario, preparato dalle donne di Cintello, nell’Oratorio adiacente alla Chiesa. Un pranzo sontuoso, allestito con amore da mani esperte: nulla a vedere con quello di Teglio.  
Il sindaco cintellese, Sandro Mestriner e Mara Geremia hanno espresso brevi indirizzi di saluto ai 60 partecipanti. Poi è impazzata la musica ruspante del gruppo “Los bafos” di Fossalta, mentre i giovanotti dai capelli bianchi si cimentavano in qualche passo di danza.  G.B.

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ANAGRAFE PARROCCHIALE 2004

Battesimi

Artico Marco di Attilio e Argenton Anna, nato il 6-11-2003, battezzato il 18-04-2004

Lippiello Giulia di Fabio Oscar e Iriarte Maria Laura, nata  il 11-02-2004, battezzata il 8-08-2004

Falcomer Edoardo di Luca e Comin Flavia, nato il 25-06-2004, battezzato il 18-09-2004

Zanco Daniel di Lorenzo e Steccanella Elisa, nato il 31-07-2004, battezzato il 3-10-2004

Bortolussi Anna di Mauro e Miniscalco Angela, nata il 19-09-2004, battezzata il 14-11-2004

 

Prima Comunione

Quattro bambini di Cintello hanno raggiunto una tappa fondamentale nella loro formazione cristiana: quella della Prima Comunione. In questo giorno, sono loro il più bel messaggio: Alessia Celant, Ylenia Macor, Francesca Pauletto e Riccardo Tuniz. Hanno celebrato due volte la loro festa: prima a Teglio e poi a Cintello, per riunire le due comunità, al di sopra di ogni campanilismo.  
Le giornate della Prima Comunione, il 16 e 23 maggio 2004, hanno coinvolto positivamente genitori, nonni e parenti in un momento ricco di suggestioni e ricordi. Anche i più allergici alla chiesa e alla preghiera, hanno fatto uno strappo alla regola. Resterà qualcosa di positivo nell’animo e nel cuore di tutti? Ci sarà una continuità? L'inizio è stato buono, speriamo continui così. In questa occasione, genitori, insegnanti e bambini hanno voluto dare anche un piccolo segno di solidarietà verso i più bisognosi, con l'adozione a distanza di due scuole: una a Turkana in Kenia e l’altra a Paranà in Brasile. Un gesto per far sì che altri possano essere partecipi della nostra gioia.

 

Cresima

Nel giorno di S.Valentino, sabato 14 febbraio 2004, il vescovo Ovidio Paletto è venuto a Teglio Veneto, per impartire il sacramento della Cresima o Confermazione a 40 ragazzi, 34 di Teglio e 6 di Cintello: Celant Valentina, Geremia Sara, Marin Claudia, Stefanuto Silvia, Tambasco Milena e Vazzoler Matteo. Raggiunta questa tappa di maturità nella loro fede, ora sono chiamati a confermare le scelte cristiane nella concretezza della vita in famiglia, nella scuola, nelle amicizie, nei rapporti sociali e, un domani, nel mondo del lavoro, saranno chiamati a compiere scelte coraggiose, talvolta controcorrente, in una società in cui l'essere cristiani sembra non pagare per niente.  
Nell’intransigenza dei loro 14-15 anni, i ragazzi sembrano ascoltarci poco… ma non ci tolgono gli occhi di dosso: il nostro modo di fare e di essere è per loro il più grande esempio. Il Vescovo ha anche ricordato loro la continuità nella pratica religiosa, senza smarrire l’indirizzo della chiesa.

 

Matrimoni

Moras Daniele e Drigo Cristina, sposati il 28-02-2004 a Cintello

Lena Ivan e Bivi Veruska, sposati il 18 settembre 2004 a San Michele al Tagliamento

 

Defunti

Stefanuto Attilio m. il 6-01-2004 di anni 88

Argenton Natale m. il 14-01-2004 di anni 72 (Morto a Rovetta-BG)

Bertolini Irma ved. Stefanuto m. il 1-02-2004 di anni 92

Cicuto Sante m. il 4 marzo 2004 di anni 91

Pascotto Rina ved. Traverso m. il 29-05-2004 di anni 79

Argenton Anna m. il 9-06-2004 di anni 91

Argenton Virginia ved. Farenci m. il 18-06-2004 di anni 93

Argenton  Alessandro m. il 7-07-2004 di anni 73

Drigo Natalina ved. Giacomini Pilon, m. il 23-08-2004 di anni 80

Bolis Giuseppe m. il 9-12-2004 di anni 75

Mentre il giornalino andava in stampa è giunta la notizia della scomparsa del nostro compaesano Giuseppe Bolis. Lo ricordiamo in queste brevi righe per esser stato Sindaco di Teglio Veneto dal 1975 al 1987, ma soprattutto per il profondo amore per il suo paese, Cintello.
I funerali si sono svolti alla presenza delle autorità locali, che ne hanno commemorato la figura di politico e di uomo, protagonista di un momento di cambiamento per la vita amministrativa del nostro comune.

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Sul Lemene

Numero unico della parrocchia di Cintello di Teglio Veneto (Ve)
E-mail: cintello@libero.it
Sito internet: http://digilander.libero.it/Cintello/SulLemene/Index.html
Resp. don Giacinto Biscontin
Stampa: Portografica (Portogruaro/Ve)
Composizione: Compset (Portogruaro/Ve)

Si ringraziano tutti coloro che hanno contribuito in qualsiasi modo alla buona riuscita del giornale.