Foglio
informativo della comunità di Cintello a cura del gruppo “Cintello Giovani”
INSERTO SPECIALE: UN RESTAURO A CINTELLO. TRE SCULTURE LIGNEE DEL CINQUECENTO
Come possiamo
riempirci la bocca con le parole “pace in terra agli
uomini di buona volontà”, quando portiamo negli occhi le visioni di guerra, di violenza, di stragi e di morte? Quando il nostro cuore è
appesantito dalla tristezza, dal dolore e dall’orrore di
tutto quel che accade, non solo in Iraq, ma anche in tante altre parti del mondo? Quando si
percepisce ogni giorno l’oltrggio alla vita,
alla civiltà e alla stessa intelligenza umana?
Eppure vogliamo
crederci, vogliamo ancora sperare in un mondo migliore.
Ma guardando
lontano agli avvenimenti mondiali, rischiamo di perdere di vista
la nostra realtà paesana e quella delle nostre famiglie.
Divisioni e rancori non sopiti si sono manifestati soprattutto al
tempo delle elezioni comunali, con ben tre liste in competizione. Anche la realtà
delle nostre famiglie è in sofferenza per tutte quelle
crisi, separazioni, incomprensioni, ecc. che sono ormai il pane quotidiano della
nostra civiltà, dove non si sanno più coniugare parole come perdono, pazienza,
rispetto e tolleranza.
E allora vogliamo
seppellire l'ascia di guerra per cercare di formare una vera comunità,nella pacifica convivenza,nella fattiva collaborazione e nella cordialità dei rapporti?
“Pace in terra
agli uomini di buona volontà” recita il Gloria della liturgia natalizia: una volontà a superare steccati di odio, muri di
divisione, sospetti e rancori.
Ci speriamo e ci
crediamo.
Buon Natale e
felice 2005
Nel territorio di Cintello è mai esistito
un opificio idraulico ad uso molitorio? Oggi di un tale edificio non c’è
traccia apparente, neanche nei ricordi dei più anziani. Ma appare ben strano
che una importante risorsa come il fiume Lemene, sfruttata per far girare ruote
idrauliche da tutti i paesi posti sulle sue rive, solo nel nostro non sia mai
stata presa in considerazione: forse che a Cintello non si mangiava la polenta
(bianca o gialla secondo i gusti) ma il chicco intero come ancor oggi fanno gli
statunitensi e i tacchini?
Tutto ciò è assai improbabile, infatti...
ma procediamo con ordine e partiamo da un antico atto notarile datato
addirittura 1270. Con quest’atto il vescovo concordiese Fulcherio investiva
Lupoldo di Gruaro di un ponte posto sul fiume Lemene conducente ad un mulino
chiamato Nogarolo. Dunque la zona in
cui sorgeva il mulino apparteneva alla giurisdizione concordiese e non
all’abate di Sesto, sotto il quale però vivevano le comunità della riva
destra del fiume come Gruaro, Bagnara e Boldara. Ancora nel 1297, e ancora in un
atto vescovile, compare il mulino del Nogarolo
definito “destructo e combusto” e posto sul Lemene tra Cintello e
Portovecchio. L’opificio fu messo a ferro e fuoco ancora nel 1313 dagli armati
del Conte di Gorizia, durante la guerra contro il Patriarca. Lungo il secolo XIV
le notizie si infittiscono. Nel 1348 il mugnaio si chiamava Sabatino e veniva
definito molendinario di Cintello o
del Nogarolo. Nel 1364 il mulino torna nella piena disponibilità vescovile e il
prelato affitta le tre ruote a due tali chiamati Lorenzo ed Enrico per una
quantità di grano, sorgo e mistura, un porco e quattro capponi per il brodo
(essendo il vescovo di allora nativo di Reggio il brodo era probabilmente con i
tortellini). Nel 1534 la contribuzione in natura si trasforma in denaro sonante
e i capponi divengono due pollastri, ma destinati anch’essi al brodo
(probabilmente con il riso, essendo prelato un veneziano).
I documenti tacciono fino al 1518, ma le testimonianze fornite d’ora in poi
offrono dati precisissimi grazie ai cintellesi Pascut Vivian e Fantin Cechin i
quali spiegano i reali confini tra le giurisdizioni di Concordia e Sesto: due
opifici idraulici molto vicini tra loro sfruttano delle derivazioni delle acque
del Lemene per far girare le loro ruote. Nelle pertinenze di Boldara, e quindi
di proprietà dell’abate sestense, sorge l’edificio significativamente
definito Molin Grande, mentre il secondo edificio sorge nelle pertinenze di
Cintello ed è quello del Nogarolo.
La necessità di precisare continuamente i confini derivava dalla situazione di
quella parte del territorio, una terra improduttiva ed indivisa perché invasa
costantemente dalle acque e sfruttata come pascolo e riserva di legna dalle
comunità confinanti. La situazione di non chiarezza sui confini (fonte di
reddito cospicua per gli Azzeccagarbugli parlanti un incomprensibile latinorum)
generava spesso liti tra i paesi posti sulle rive del placido fiume e le carte
processuali prodotte dai legulei dell’epoca per stabilire quel
che xe mio e quel che xe tuo non si contano tanto sono numerose.
In compenso tra XVI e XVII secolo i due mulini divengono patrimonio livellario
della famiglia udinese Brazzà. Sappiamo da rilevazioni fiscali del 1687 che il
mulino di Boldara aveva sei ruote, quello di Cintello solo tre, tra cui una una mola da guàr e una adibita a pila del riso. Nel 1740 anche il
Nogarolo inizia a dare ufficialmente il suo piccolo contributo allo sviluppo
dell’industria metallurgica divenendo battiferro:
l’energia idraulica muoveva ritmicamente un maglio che battendo un informe
grumo di ferro rovente, e grazie agli abili e sapienti movimenti dei fabbri,
produceva indispensabili attrezzi per il lavoro agricolo. Nel 1804 la famiglia
Toffoli conduce entrambi gli opifici, ma già il battiferro, si è riconvertito in pila riso, per poi divenire nel
1839 pila orzo.
Ma c’è una novità sostanziale. Dai
primi anni del XIX secolo il Nogarolo, dopo almeno sei secoli di operosa attività,
non è più compreso nelle pertinenze di Cintello!
Cos’era successo di tanto epocale da
spostare improvvisamente terre e fiumi, da cancellare dalla storia orgogliose
capitali e stati millenari?
Semplicemente il nuovo padrone di Bonaparte
del mondo, un isolano francese di provincia neanche tanto alto e un po’
pelato, dal rindondante nome di Napoleone, aveva deciso di mettere un po’
d’ordine amministrativo nelle terre recentemente acquisite al suo vasto impero
ordinando la costituzione di un Catasto.
Si stabilì così definitivamente (e vale
ancor oggi) quel che xe mio e quel che xe
tuo. Gli emissari del nanerottolo decisero che strade, fiumi e ogni altra
cosa immutabile erano “IL”
confine: basta con alberi, paludi o boschi, di volta in volta bonificabili o
incendiabili e quindi mutabili. Questo
decisionismo comportò ovviamente lo stravolgimento di antichissime consuetudini
ma ci si guadagnò in chiarezza, o meglio, alcuni ci guadagnarono e Cintello ci
rimise il suo mulino che finì definitivamente nelle pertinenze del comune di
Gruaro per pochissimi metri perché la strada era confine più certo che non la
palude secondo il geometra (allora definito pubblico perito) incaricato delle misurazioni.
La ruota del Nogarolo girò operosa fino
alla fine del XIX secolo, poi già dall’inizio del ‘900 lo stabile divenne
solo una casa d’abitazione (attuale casa Curato di Boldara). Il mulino Grande
invece lavorò per ancora oltre sessant’anni ed è ancora riconoscibile nella
sua ultima veste di moderno opificio molitorio.
Lo scorrere del tempo può forse spiegare
la perdita del ricordo, aiutato anche dalle modificazioni del territorio e dalle
fortunatamente migliorate condizioni di vita: la farina la si trova comodamente
in negozio e il brodo con i tortellini è nelle disponibilità di tutti e non
occorre più recarsi con la mussa
carica di granaglie al mulino per macinare il mais.
Per fortuna esistono ancora le vecchie
carte che consentono di esercitare il diritto alla memoria e aiutano a capire i
segni del tempo.
Queste notizie sono facilmente
rintracciabili in un interessante e documentatissimo libro edito dal comune di
Gruaro nel 1998 dal significativo titolo Di
terre e di acque. La toponomastica del comune di Gruaro.
La vigilia dell’Epifania ci riporta alla
tradizione che iniziava in Chiesa con la benedizione dell'acqua e della frutta.
L’acqua, poi, si portava a casa e serviva per
benedire la famiglia, la stalla, gli animali e la
foghera. Questo falò epifanico era legato alla tradizione contadina per
chiedere ed auspicare dei buoni raccolti ed il tempo favorevole. Prima si
pregava con le litanie e poi si gridava tutti insieme
“pan e vin” e prosperità per ogni famiglia. A seconda delle
abitudini, sulla sommità della pira era sistemata una croce o un fantoccio che
ricordava la vecchia Befana. Nonostante i lavori del
nuovo “Centro Sociale” il gran falò è stato acceso in Via Ciol,
anche se ormai i significati originari si sono smarriti nel tempo e la foghera serve come momento di incontro comunitario.
Nel pomeriggio dell’Epifania, ha avuto luogo la
benedizione dei bambini che hanno ricevuto un angioletto come
protettore.
La tradizionale processione in onore di San Valentino quest’anno si è svolta domenica 15 febbraio 2004. La bella giornata, quasi primaverile, ha favorito l’afflusso di numerosi fedeli anche dai paesi vicini che hanno preso parte alla Santa Messa e alla solenne processione con la statua del Santo lungo le vie di Cintello accompagnata dalla banda di Vado.
Il
Venerdì Santo rappresenta uno dei momenti più importanti per i cristiani, in
cui si ricorda la Passione e morte
di Gesù sulla Croce, preludio alla Pasqua di Resurrezione. Quest’anno la Via
Crucis serale è stata celebrata il 9 aprile dal vicario generale mons. Basilio
Danelon, in sostituzione di don Giacinto impegnato alla stessa ora a Teglio. A
causa del maltempo la tradizionale e suggestiva processione lungo le vie del
paese illuminate da centinaia di lumini, non si è potuta svolgere. Non per
questo un nostro parrocchiano ha rinunciato ad allestire la grande croce
all’inizio di via Case Sparse che ormai da anni illumina la notte del Venerdì
Santo cintellese.
Il nostro
pellegrinaggio annuale del 5 giugno, ha riguardato un santuario piuttosto
insolito: la grotta di Lourdes di Chiampo (VI).
Folle innumerevoli
di pellegrini raggiungono questo santuario all'aperto e anche noi vi abbiamo sostato per la preghiera e la celebrazione della S.Messa. Di grande interesse anche la Via Crucis,costituita da 15 gruppi statuari in bronzo, a grandezza naturale. È ritenuta una delle più belle e suggestive del mondo per le opere d'arte, per l'ambientazione boschiva e per il silenzio meditativo.
Bisat sei fritto… la
sagra è tornata!
Nell’epoca della ricerca e della
riscoperta dei sapori tradizionali, delle guide, dei manuali, dei programmi e
delle trasmissioni specializzate dedicati all’arte della cucina, nel tempo del
dop e docg e igt, stonava un poco l’assenza dal panorama enogastronomico
local-nazionale del protagonista per eccellenza della cucina tradizionale
cintellese: il grande, unico e sgusciante bisat, in tutte le salse (ed è
proprio il caso di dirlo…) e con i suoi mille profumi e sapori.
Ma
il grande attore aveva bisogno di un palcoscenico ideale per tornare ad
esibirsi; e proprio nell’anno della riapertura della Fenice e del restauro
della Scala, anche il protagonista della nostra gastronomia ha finalmente
assistito all’inaugurazione del teatro della cucina della tradizione, il
palcoscenico in cui rappresentare lo spettacolo dei sapori che fanno parte della
nostra cultura.
Da
questa estate, grazie allo sforzo comune della comunità e delle istituzioni, la
Sagra del Bisat ha finalmente trovato un suo spazio, un’area dedicata dove
poter allestire al meglio le strutture (cucina, tavoli, bar, pesca, birreria,
ecc.) al fine di poter valorizzare ancora di più l’immensa bontà delle
proposte culinarie (della tradizione e non solo), fondendole con iniziative
rivolte ad un pubblico di giovani (i “venerdì giovani”, con concerti e
tornei di freccette).
Ma
a questi affezionati tutto il Comitato organizzatore e le tantissime
persone che hanno lavorato per la manifestazione,
vogliono sicuramente lanciare un rassicurante messaggio: non
preoccupatevi, ancora per molto tempo potrete deliziarvi con le nostre specialità.
Dopo tre lunghi anni di silenzi la “Sagra del Bisat” ha finalmente
riaperto i battenti. Ricordiamo che nel corso del 2001 si sono svolti i lavori
di restauro della Chiesa e dell’oratorio rendendo inagibili i locali che da
sempre erano usati a supporto dell’avvenimento, infatti il comitato della
sagra decise che la festa non si sarebbe più svolta in modo precario senza
strutture fisse e senza una collocazione sicura, come è successo per circa
vent’anni. Gli organizzatori hanno così intavolato un dialogo con
l’Amministrazione di Teglio Veneto affinché anche Cintello potesse disporre
di una struttura polifunzionale, completa di un piccolo parco, di un campo
giochi, di una costruzione dentro
la quale trovassero posto i bambini e gli anziani, i giovani e tutte le
associazioni che volessero intrattenersi in compagnia, e potesse essere un punto
di riferimento per lo svolgimento della festa paesana. Tutto ciò è stato
realizzato e il nuovo centro è stato inaugurato il 15 maggio 2004 con una
splendida festa completa di taglio del nastro, cominciata con un aperitivo e
finita con chiacchierate in compagnia.
Così
a cavallo tra Giugno e Luglio si è svolta la tradizionale sagra e un cintellese
su tre si è impegnato per la buona riuscita della stessa. L’organizzazione
della festa parte molti mesi prima della manifestazione e le cose da fare sono
sempre tante, ma quest’anno tutti i collaboratori dovevano scontrarsi con
una realtà diversa da quella degli anni precedenti, con attività nuove
e soprattutto con un sistema di lavoro un po’ differente. L’organizzazione
delle cucine si è rinnovata: il comitato si è informato sui modi di
strutturazione e di lavoro delle feste dei paesi vicini, confrontando i loro
metodi di lavoro e scegliendo alla fine quello che poteva essere il più
congeniale per Cintello. Nei mesi precedenti la festa si è provveduto, come di
consueto, alla preparazione del bisat che comporta sempre un grosso lavoro da
parte delle signore del paese, che vengono comunque ripagate dall’entusiasmo
che accompagna gli avventori della festa quando assaggiano il prelibato piatto.
La
struttura enogastronomia coperta, ampia e funzionale ha raccolto e riparato
durante gli occasionali acquazzoni moltissime
persone venute anche da posti lontani per rincontrare il bisat che non si vedeva
oramai da tre anni. Il successo è stato notevole, l’affluenza di pubblico è
stata anche maggiore del previsto e tutti ne parlano con soddisfazione.
La
festa comprendeva la pista da ballo con orchestra dove si sono esibiti provetti
danzatori e si sono divertiti improvvisati ballerini, e dove al venerdì si è
raccolto un giovane pubblico per ascoltare i concerti dal vivo nonostante la
pioggia dei primi giorni. A fianco del palco i giovani del paese hanno gestito
un chiosco con tavolini e musica propri e oltre alla birra proponevano anche
succulente alternative al bisat.
Quest’anno
è stata poi inserita la novità della pesca di beneficenza che ha rappresentato
un ottimo intrattenimento per i più ludici e ha raffigurato un successo in
termini di affluenza.
L’edizione
2004 della Sagra del Bisat è stata un grande successo ed è la conferma che la
gente di Cintello vuole la sagra e che è pronta a rimboccarsi le maniche e a
lavorare per la buona riuscita della stessa. Viva la Sagra del Bisat allora
baluardo della tradizione cintellese, capace
di essere unica fra tutte le sagre, e un grazie di cuore a tutti coloro che
hanno dato il loro contributo per la riuscita di questa edizione.
Un
ringraziamento particolare va a coloro che hanno lavorato durante l’inverno
alla costruzione dell’edificio del centro sacrificando il loro tempo libero e
rendendo possibile lo svolgimento della Sagra del Bisat edizione 2004.
Presentazione del trittico restaurato
Il 23 giugno scorso il pubblico delle grandi occasioni ha salutato il
ritorno nella chiesa di Cintello delle tre statue lignee del Cinquecento
finalmente restaurate. Per dare ancor più importanza all’evento è stata
scelta la vigilia della solennità di San Giovanni Battista, patrono della
nostra comunità e titolare della chiesa. Durante la presentazione, introdotta
da don Giacinto, si sono susseguiti gli interventi di Eugenio Marin, della
restauratrice Giovanna Menegazzi e di Rita Bernini della Soprintendenza che,
anche attraverso la proiezione di diapositive hanno illustrato le fasi del
restauro e tracciato le principali vicende storico-artistiche legate alle tre
sculture. La serata ha avuto come ospite illustre il vescovo di
Concordia-Pordenone mons. Ovidio Poletto, che ha concluso con la benedizione
delle recuperate opere d’arte. Al termine nell’oratorio i partecpanti hanno
potuto assaporare un ricco rinfresco allestito da alcune signore di Cintello.
La
Lucciolata è un importante momento all’insegna della solidarietà e della
fratellanza che anche a Cintello è ormai divenuto un appuntamento fisso di fine
ottobre. Quest’anno per la prima volta la partenza e l’arrivo del corteo non
si sono svolti dall’oratorio parrocchiale, ma dal nuovo “Centro sociale”
di via Ciol, dove il comitato festeggiamenti il 30 ottobre scorso ha allestito
una grande castagnata per tutti i partecipanti.
Ho studiato per 5 anni a Venezia e non sono mai andato a vedere S.
Marco; ho abitato per 3 anni a Padova e non ho visitato né gli Scrovegni né il
Santo; vivo da 6 mesi a Milano e ancora devo ammirare il Cenacolo Vinciano; sono
di Cintello è non so come stia andando la carriera ciclistica di Gianluca
Geremia. Spesso cerchiamo l’esotico lontano, e tralasciamo le cose importanti
vicino a noi…
Lo avevo lasciato giovane campione nazionale su pista, ancora con la
maglia gialla delle Cintellese; e ora? Ora corre per una importante società, la
Zalf Dèsirèe Fior, ottiene vittorie a raffica, e per il prossimo anno
chissà…
Allora Gianluca, facci un bilancio di
questo 2004, che sappiamo essere stato ricco di soddisfazioni
Sicuramente è stato un anno molto positivo, splendido dal punto di
vista dei risultati; oltre a 4 vittorie in gare nazionali di primissimo piano
(“Popolarisima di Treviso”, “Vicenza Bionde” a Verona, “Trofeo Camon”
a Lugo di Romagna e la “Freccia dei Vini” ancora a Verona) ho conquistato
altri 2 successi (Gran Premio città di Bozzolo e Trofeo Città di Orsago)
e soprattutto mi sono laureato Vicecampione italiano di velocità olimpica su
pista.
Sicuramente per ottenere questi
grandissimi risultati sono molti i sacrifici
cui ti devi sottoporre
A proposito di soddisfazioni e di
vittorie; con un curriculum sportivo come il tuo, abbinato alla sportività vera
che ti contraddistingue, mi sembra che il grande salto (al professionismo) sia
il giusto premio…
Un sogno che, ci puoi scommettere, sarà presto realtà.
Il titolo di questo articolo oltre che una sintesi del passato voleva
essere anche un augurio per il futuro; in bocca al lupo Gianluca, e ricorda che
Cintello è sempre con te.
Domenica 22 agosto, c’è stata una lieta sorpresa in chiesa a
Cintello. A sostituire il parroco don Giacinto, assente per una settimana
di ferie, è venuto il Vescovo Ovidio Paletto che ha celebrato la Santa Messa
festiva delle ore 10. È stato felice di
poter essere in una piccola comunità che non dimentica le
proprie radici e la fede cristiana.
Anche la solennità dell’Immacolata Concezione, proclamato dogma 150
anni fa da Pio IX (1854) e che la Chiesa festeggia l’8 dicembre, ha visto una
buona presenza di gente. Al termine della Messa, celebrata da don Giacinto e che
ha visto partecipare il coro parrocchiale diretto da Fabia Geremia, si è svolta
la processione con la statua di Maria, scultura realizzata esattamente 50 anni
fa dal fossaltese Giuseppe Scalambrin.
“La vita si è
allungata, voi siete sempre più numerosi, ma non siete un peso per questa
società, siete invece una risorsa, una immensa riserva di energie umane e di
professionalità che possono manifestarsi soprattutto
nel volontariato”. Così il parroco ha sintetizzato il suo intervento nella celebrazione della festa degli
anziani, svolta a Cintello il 17 ottobre 2004. La signora Rosanna Ciccarello in Tesser ha letto una preghiera “per tutti gli anziani che non godono di buona salute, perché si sentano amati, rispettati ed
assistiti in ogni famiglia”.
Battesimi
Artico
Marco di Attilio e Argenton Anna, nato il 6-11-2003, battezzato il 18-04-2004
Lippiello
Giulia di Fabio Oscar e Iriarte Maria Laura, nata
il 11-02-2004, battezzata il 8-08-2004
Falcomer
Edoardo di Luca e Comin Flavia, nato il 25-06-2004, battezzato il 18-09-2004
Zanco
Daniel di Lorenzo e Steccanella Elisa, nato il 31-07-2004, battezzato il
3-10-2004
Bortolussi
Anna di Mauro e Miniscalco Angela, nata il 19-09-2004, battezzata il 14-11-2004
Prima
Comunione
Quattro
bambini di Cintello hanno raggiunto una tappa fondamentale nella loro formazione
cristiana: quella della Prima Comunione. In questo giorno, sono loro il più bel
messaggio: Alessia Celant, Ylenia Macor, Francesca Pauletto e Riccardo Tuniz.
Hanno celebrato due volte la loro festa: prima a Teglio e poi a Cintello, per
riunire le due comunità, al di sopra di ogni campanilismo.
Cresima
Nel
giorno di S.Valentino, sabato 14 febbraio 2004, il vescovo Ovidio Paletto è
venuto a Teglio Veneto, per impartire il sacramento della Cresima o
Confermazione a 40 ragazzi, 34 di Teglio e 6 di Cintello: Celant Valentina,
Geremia Sara, Marin Claudia, Stefanuto Silvia, Tambasco Milena e Vazzoler
Matteo. Raggiunta questa tappa di maturità nella loro fede, ora sono chiamati a
confermare le scelte cristiane nella concretezza della vita in famiglia, nella
scuola, nelle amicizie, nei rapporti sociali e, un domani, nel mondo del lavoro,
saranno
chiamati a compiere scelte coraggiose, talvolta controcorrente, in una società
in cui l'essere cristiani sembra non pagare per niente.
Matrimoni
Moras
Daniele e Drigo Cristina, sposati il 28-02-2004 a Cintello
Lena
Ivan e Bivi Veruska, sposati il 18 settembre 2004 a San Michele al Tagliamento
Stefanuto
Attilio m. il 6-01-2004 di anni 88
Argenton
Natale m. il 14-01-2004 di anni 72 (Morto a Rovetta-BG)
Bertolini
Irma ved. Stefanuto m. il 1-02-2004 di anni 92
Cicuto
Sante m. il 4 marzo 2004 di anni 91
Pascotto
Rina ved. Traverso m. il 29-05-2004 di anni 79
Argenton
Anna m. il 9-06-2004 di anni 91
Argenton
Virginia ved. Farenci m. il 18-06-2004 di anni 93
Argenton
Alessandro m. il 7-07-2004 di anni 73
Drigo
Natalina ved. Giacomini Pilon, m. il 23-08-2004 di anni 80
Bolis
Giuseppe m. il 9-12-2004 di anni 75
Mentre il giornalino andava
in stampa è giunta la notizia della scomparsa del nostro compaesano Giuseppe
Bolis. Lo ricordiamo in queste brevi righe per esser stato Sindaco di Teglio
Veneto dal 1975 al 1987, ma soprattutto per il profondo amore per il suo paese,
Cintello.
I
funerali si sono svolti alla presenza delle autorità locali, che ne hanno
commemorato la figura di politico e di uomo, protagonista di un momento di
cambiamento per la vita amministrativa del nostro comune.
Sul Lemene
Numero
unico della parrocchia di Cintello di Teglio Veneto (Ve)
E-mail: cintello@libero.it
Sito internet: http://digilander.libero.it/Cintello/SulLemene/Index.html
Resp. don Giacinto Biscontin
Stampa: Portografica (Portogruaro/Ve)
Composizione: Compset (Portogruaro/Ve)
Si ringraziano tutti coloro che hanno contribuito in qualsiasi modo alla buona riuscita del giornale.