Sul Lemene

Natale 2003


Foglio informativo della comunità di Cintello a cura del gruppo “Cintello Giovani”

 

Sante Conti (Portogruaro 1845 – Bra, Cuneo 1904), Annunciazione di Maria, olio su tela datato 1866. Cintello, chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista.


SOMMARIO

Natale: far festa senza dire perché?

I preti talora se la prendono con l’albero natalizio che in molte case ha preso il posto del presepe. Più spesso ce l’hanno con Babbo Natale, che nelle attese dei bambini è più importante di Gesù Bambino.
Polemiche inutili. Anche le prediche sul Natale consumistico sono fiato sprecato. Non fanno i conti con l’attuale occidente. Dopo 2000 anni, siamo tornati al punto di partenza, al paganesimo.
Il calendario laico, impadronendosi del Natale e trasformandolo in una kermesse industrial-commerciale, ne ha accentuato gli aspetti di “Festa dell’Inverno”. Il mondo secolarizzato, sotto la spinta dei modelli nord-americani ha legato in modo inscindibile Natale e neve, Natale e abeti. E così l’ha imposto anche all’emisfero meridionale, dove a dicembre sfolgora l’estate. Ed è un chiaro esempio di colonialismo culturale euro-americano.
Le distorsioni del nostro Natale senza fede ci costringono, con pressioni economiche e sociali, a fare festa senza dirci cosa festeggiamo. Questo almeno i pagani lo sapevano: festeggiavano il sole. Noi nuovi pagani, invece, ci agitiamo e spendiamo, con l’obbligo di essere buoni e contenti, senza mai nominare Gesù, il vero  motivo della festa.
Un filosofo scrive che l’uomo secolarizzato, nel Natale, celebra la nostalgia dell’infanzia perduta. Il Natale, non motivato da profeti di una speranza operosa, ora è affidato ai negozianti e agli elettricisti e celebra il nostro sogno di restare bambini che si divertono senza impegni e responsabilità. Un sogno impossibile e malinconico come quello di Peter Pan.
Dopo la guerra in Iraq, dopo le tante vittime di attentati, dopo tante lacrime di dolore innocente, vorremmo anche un impegno e una preghiera per la pace, davanti a Gesù Bambino, principe della pace.
Buon Natale 2003 e felice 2004

Don Giacinto Biscontin

Ritorna al Sommario


Verso la conclusione il restauro delle statue lignee

 Nel mese di luglio del 2000 la Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici del Veneto prelevava dalla chiesa di Cintello il gruppo formato da tre statue lignee del Cinquecento, per procedere al loro restauro. A distanza di tre anni e mezzo ora finalmente l’intervento si è concluso e, se non interverranno ulteriori intoppi, si prevede che il San Giovanni Battista, il San Sebastiano ed il San Rocco possano ritornare a fare bella mostra di sé nella nostra chiesa entro breve tempo.
A far slittare i tempi di consegna è stata innanzitutto la complessità del restauro, infatti la presenza di ben cinque strati pittorici sovrappostisi nel corso dei secoli, ha richiesto un lungo e paziente lavoro “chirurgico” per riportare alla luce l’originaria pellicola, dipinta agli inizi del ‘500 dall’ignoto artista di scuola friulana che modellò le opere. Chi ha avuto la fortuna di vedere le statue nel laboratorio di restauro durante le ultime fasi di pulitura, assicura che il risultato è di grande effetto: al posto di un’anonima vernice bianca (avventatamente posta negli anni ’70) sono ricomparsi il blu, il rosso vivo e le dorature dei vestiti ed il rosa degli incarnati; tutto ciò ha ulteriormente accresciuto il già grande valore artistico delle sculture, compensando così i lunghi tempi di attesa.
Il ritardo nella consegna è dovuto inoltre alla constatazione da parte dei funzionari della Soprintendenza che nella nostra chiesa mancavano le condizioni di sicurezza minime per la ricollocazione dei preziosi manufatti. A tale mancanza si sta provvedendo con l’installazione di un impianto di allarme, grazie ad un contributo della Curia. Rimane ora da individuare un idoneo sito in cui posizionare il gruppo ligneo, sarebbe auspicabile, infatti che esso riacquisti l’originaria unità e trovi un posto più degno di quello occupato negli ultimi trent’anni (smembrato nei due corretti laterali, con da una parte San Giovanni e dall’altra i Santi Rocco e Sebastiano), riguadagnando quella centralità della scena da sempre occupata da quella che per secoli è stata la “pala dell’altar maggiore”.
Ricordiamo che le spese del restauro sono stati assunte in parte dalla Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico e Demoetnoantropologico del Veneto ed in parte dalla Fondazione CARIVE di Venezia che a tal fine ha destinato un generoso contributo di 3.500 €.

Eugenio Marin

Ritorna al Sommario


Abbiamo realizzato tanto in poco tempo

Non ci speravamo proprio: nel 2002 la chiesa si trovava ancora in condizioni deplorevoli, con la necessità di tanti restauri, la prospettiva di una spesa enorme e l’insicurezza dei finanziamenti.
Ma siamo andati avanti, bussando a tante porte: Regione, Comune, Soprintendenza, Curia e tutti i fedeli della nostra piccola comunità.
Restano, però, ancora da pagare 23.000 Euro circa.
Abbiamo realizzato tanto in poco tempo.
A breve, ritorneranno anche le tre statute lignee restaurate: la fondazione CARIVE ha finanziato i lavori e la Curia provvederà ad un impianto di allarme. Il Consiglio Amministrativo ringrazia tutti di cuore, per quanto hanno fatto e potranno fare alla nostra bella chiesa.

ENTRATE

           Conferenza Episcopale (Curia)                      Euro 36.688,44

            Comune di Teglio Veneto                            Euro 12.911,42

            Ministero Beni Culturali                                Euro 39.982,84

            Fondi parrocchiali                                        Euro 43.696,12

            Totale                                                         Euro 133.258,82

             (=Lire 258.025.055)

USCITE

            Tiranti (Fibe)                                               Euro 10.345,66

            Palificazioni (Geoservizi)                              Euro 19.230,21

            Assistenza edile (Camponogara)                   Euro 43.098,84

            Copertura (Edilveneta)                                 Euro 29.107,51

            Spese tecniche                                             Euro 16.030,82

            Opere idrauliche (Valentinis)                         Euro   9.203,78

            Nuovo impianto elettrico (Zanotel)               Euro 13.180,00

            Pittura (Falcomer)                                        Euro 11.500,00

            Opere fabbro (Venturuzzo)                          Euro      840,00

            Parafulmine  (Platter)                                    Euro   3.100,00

            Revisione e collaudo caldaia (Franzon)          Euro   1.062,00

            Totale                                                         Euro 156.698,82

                                                                               (=Lire 303.411.224)

 Restano da pagare                                                  Euro 23.440,00

                                                                                (=Lire 45.386.169)

Don Giacinto Biscontin, Gino Daneluzzi, Stefano Lena, Giovanni Valentinis

Ritorna al Sommario


Quattro secoli di devozione mariana a Cintello

Una delle feste liturgiche più care alla nostra parrocchia è quella riservata all’Immacolata Concezione, festeggiata con una solenne processione lungo le vie del paese, che si tiene ogni anno l’8 dicembre. La venerazione per la Vergine, ha però conosciuto forme di devozione diverse nel corso dei secoli, sotto i vari titoli che sono attribuiti alla Madonna.

L’Annunciazione

Per trovare il primo documento in cui viene fatta menzione dell’esistenza di un altare mariano nella chiesa di Cintello, bisogna tornare indietro nel tempo fino al 18 aprile 1625, quando il vescovo di Concordia Matteo Sanudo il Giovane in visita pastorale, annotava che “è un altar della Madonna che no si celebra” [i]. Per conoscere il titolo preciso con cui veniva invocata Maria dobbiamo attendere ancora alcuni decenni, fino ad arrivare al 17 agosto 1690; questa volta è il vescovo Agostino Premoli a compiere l’ispezione all’edificio sacro, rilevando la presenza dell’altare della SS.ma Annunziata, “portatile”, ovvero non fisso e di legno e per di più con annessa una confraternita retta da laici[ii]. La più antica devozione mariana era dunque quella dell’Annunciazione, solennità che la chiesa celebra il giorno 25 di marzo.
Qualche anno più tardi però, il 25 ottobre 1693, i verbali della visita di mons. Paolo Vallaresso riportano un titolo diverso per quell’altare, ovvero della Beata Vergine del Rosario[iii]. È possibile che dopo soli tre anni si sia avuto un cambiamento di intitolazione? A nostro avviso riteniamo si tratti di un errore compiuto dalla cancelleria vescovile, anche se è più che probabile che si fosse diffusa pure a Cintello la devozione per il Rosario, esplosa nel mondo cristiano dalla fine del Cinquecento. La conferma dello scambio ci viene dalla successiva visita, del 4 settembre 1700, dove l’altare viene restituito all’Annunziata, inoltre viene nominata ancora l’omonima confraternita di cui più tardi si perderà ogni memoria[iv]. Ancora dalle visite pastorali, apprendiamo che nel XVIII secolo in questo luogo veniva allestito il “Sepolcro” durante la Settimana Santa[v].
L’altare mariano era – ed è tuttora – quello posto sulla cappella aperta lungo la parete destra della chiesa, dove ancor oggi si può vedere la tela che raffigura il saluto dell’Angelo alla Vergine, dipinta nel 1866 dal portogruarese Sante Conti (1845-1904) che la realizzò su commissione del fabbriciere Domenico Scarparetto.
In una tabella posta all’inizio del registro dei battesimi (1862-1930) e compilata verso il 1862, così il parroco di allora don Angelo Borsatti descriveva gli altari della chiesa:

1. Maggiore: titolare S. Gio:Battista con S. Rocco, S. Sebastiano e li 4 Evangelisti dipinti sul soffitto del Coro.
2. Laterale a destra: S. Valentino Pr. e M. con altri emblemi religiosi e pitture.
3. Laterale a sinistra: L’Annunziata dipinta in tela con altri emblemi religiosi e pitture.

Quest’ultima annotazione ci porta a dire che sul luogo dell’attuale esisteva un più antico dipinto raffigurante però il medesimo tema iconografico.
A tale proposito ricordiamo che anche sul muro di una vecchia casa di Via Canton, entro una nicchia ricavata sulla parete esterna verso la strada, si possono vedere ancora le tracce di un dipinto risalente con ogni probabilità agli inizi dell’Ottocento, raffigurante proprio l’Annunciazione, testimonianza del fatto che tale devozione era assai radicata.

Altre devozioni mariane

Anche le altre principali feste mariane del calendario liturgico hanno avuto un posto importante nella devozione popolare a Cintello. Molto sentita era la solennità della Purificazione di Maria, meglio conosciuta con i nomi di “Candelora” o “Ceriola”, festeggiata il 2 febbraio e famosa per la benedizione delle candele, pratica ricordata dal parroco don Giovanni Antonio Parussati nel 1648: “Al tempo della Madonna Ceriola benedico le Candele et anco le case…”[vi].
Una particolare processione in onore della Madonna viene nominata invece da un altro parroco, don Giuseppe Brunetti nel 1781. Essa, sconfinando fuori parrocchia raggiungeva il santuario della Madonna delle Grazie di Cordovado, luogo sacro sorto sul luogo di una prodigiosa apparizione fin dal 1602, un tempo molto frequentato dai pellegrini[vii].
Nella raccolta degli “Usi antiquati di Cintello per funzioni Ecclesiastiche specialissime…” redatta da don Angelo Borsatti nel 1862, si accenna invece alla pratica di recitare il Rosario tutte le sere durante la Quaresima ed inoltre si parla dell’istituzione della festa votiva in onore della Madonna della Salute (21 novembre), in cui si ricorda la Presentazione al Tempio di Maria.

L’Immacolata Concezione

E veniamo alla devozione più recente in ordine di tempo. La proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione di Maria da parte di Pio IX (1854) e le apparizioni di Lourdes (1858) determinarono una grande diffusione di questo culto nella seconda metà dell’Ottocento. Per giungere all’istituzione della festa che si celebra ancor oggi con la solenne processione, bisogna attendere però il 1896, come dimostra una richiesta del parroco di allora rivolta alla Curia, che abbiamo rintracciato nell’archivio parrocchiale:

Ill.ma e Rev.ma Curia
Questi parrocchiani per mio mezzo presentano a codesta Ill.ma e Rev.ma Curia umile domanda affinché venga loro dato il permesso di poter fare nel giorno 8 dicembre di quest’anno e negli anni in avvenire, la processione con la statua di Maria Immacolata.
Dall’Uff.o Parrocchiale di Cintello li 30 Nov. 1896
Il Parroco D. Giuseppe Fabris

Portogruaro 1 X.mbre 1896
Visto si permette
Pietro Arcivescovo di Udine Amm. Apost. di Concordia

È quasi certo che a quell’anno risale la statua della Madonna “vestita”, da poco rinfrescata ed esposta nell’antisacrestia. Si tratta di un’effigie nella quale sono scolpite solamente la testa, le mani ed i piedi, essendo destinata ad essere poi vestita. A causa del pericolo dovuto alla facilità con cui i materiali che ricoprivano le Madonne “vestite” potevano prendere fuoco, il loro uso fu proibito dalle autorità ecclesiastiche. Ma nonostante l’ordine, ribadito anche dal vescovo Paulini in visita a Cintello nel 1933, per la sostituzione si dovrà attendere il 1954 con l’arrivo del nuovo simulacro scolpito dal fossaltese Giuseppe Scalambrin (1886-1966).

La “Peregrinatio Mariae”

Concludiamo questa veloce carrellata, con un cenno alla cosiddetta Madonna Pellegrina, una particolare forma di devozione mariana consistente nel trasportare in processione nelle parrocchie di una diocesi una statua della Vergine. Tale pratica di culto, che risponde ai desideri espressi dalla Madonna nelle apparizioni di Fatima, seguì alla consacrazione del Mondo al Cuore di Maria, consacrazione celebrata nel 1942 da Pio XII, lo stesso pontefice che nel 1950 proclamerà il dogma dell’Assunzione. Nell’immediato dopoguerra tutte le contrade d’Italia furono percorse dal baldacchino con la “Madonna Pellegrina”; la “Peregrinatio Mariae” giunse anche nella nostra parrocchia nel corso del 1950, e l’evento è ricordato ancora dai non più giovanissimi per i grandi preparativi e l’imponente coreografia che fu allestita per accogliere il simulacro della Vergine che rimase a Cintello per una settimana.

Eugenio Marin

All’inizio del 2003 su iniziativa di alcune donne di Cintello, è stata restaurata la vecchia statua della Madonna “vestita”, che da cinquant’anni giaceva dimenticata nella soffitta della canonica. Si tratta di un simulacro della fine del XIX secolo in cui sono intagliati solo la testa, le mani ed i piedi della Vergine, scultura priva di particolare valore artistico ma un tempo assai cara alla devozione popolare e che solo per questo meritava un recupero.
L’intervento sul manufatto, purtroppo non eseguito secondo i criteri del restauro conservativo, si è limitato alla stesura di una mano di vernice, mentre le abili mani di una parrocchiana hanno confezionato il sobrio abito che, assieme alla nuova coroncina metallica posizionata sul capo della Madonna, ha ridato dignità ad un pezzo di storia, anche se recente, della nostra parrocchia. (E.M.)
 

Ritorna al Sommario


NOTE AL TESTO

[i] Pordenone, Archivio della Curia Vescovile, Visite pastorali (d’ora in poi ACVPn), b. 8, vol. 1, c. 14v.

[ii] ACVPn, b. 12, vol. 6, c. 67v.

[iii] ACVPn, b. 13, vol. 1, c. 55r.

[iv] ACVPn, b. 13, vol. 2, c. 36r.

[v] ACVPn, b. 20, vol. 2, c 26v.

[vi] ACVPn, b. 10, vol. 5.

[vii] ACVPn, b. 20, vol. 11, c 13r.


Si fa presto a dire ponte...

In fondo basta un fiume (c’è), due sponde (se c’è un fiume ci sono anche le rive!), due luoghi da collegare (ci sono anch’essi). Bisogna poi aggiungere un po’ di legno e un po’ di buona volontà, mescolare con energia ed infornare per due minuti in forno caldo.
Magari la ricetta e gli ingredienti fossero così facilmente reperibili!
Per collegare Cintello e Bodara con la passerella che sarà presto festosamente inaugurata, ci sono voluti più di cento anni! Tempo giustificato dall’enorme difficoltà dell’impresa.
Scherzo? Non direi proprio.
Nella Sezione Separata dell’Archivio comunale di Teglio Veneto (busta 264, fasc. 15, collocazione provvisoria) è conservato un breve ma significativo documento che merita di essere trascritto integralmente:

27 novembre 1899

Oggetto n. 17: Costruzione di una strada da Boldara a Cintello

Il Presidente, dato lettura della proposta fatta dal comune di Gruaro per l’apertura di una nuova strada in linea più breve da Boldara a Cintello ed osservato che le condizioni finanziarie del comune anche sotto l’aspetto della poca utilità che ne deriverebbe alla frazione di Cintello propone che sia respinta la domanda. Esperita la votazione sopra la proposta del Presidente venne la medesima ammessa all’unanimità.

Letto e sottoscritto etc.

Motivi economici dunque bloccarono quel timido tentativo di approccio tra le due comunità divise solo da un placido fiume di pianura neanche tanto largo. Ma forse influirono anche gli almeno mille anni di divisione amministrativa tra Gruaro feudo dell’abate sestense e Cintello appartenente al vescovo concordiese, antiche rivalità solo momentaneamente sopite dall’entusiasmo determinato dall’unità appena conquistata col resto d’Italia. In fondo anche il destino sotto forma toponimica evidenziava l’inopportunità del ponte: come si chiamava (e chiama tutt’ora) l’acqua che il ponte avrebbe dovuto attraversare? Si chiama LEMENE! Un segno del destino e contro il fato non si può combattere! Non riporto opinioni, ma fatti scientificamente documentati. Per chiarire il concetto espresso sopra ecco il significato della parola “Lemene” dottamente spiegato da Giovan Battista Pellegrini a pag. 107 de L’area portogruarese tra veneto e friulano, volumetto edito a Portogruaro nel 1984:

Il Lémene (la forma friulana è lémit che si spiega con léme, -i + epitesi di -t, assai comune come è ben noto) potrebbe risalire a "limina" (REW 5047 "limen" “Schwelle”) ed infatti nel comasco limni significa “confine” e non escludo che il fiume abbia segnato una antica confinazione. Il Di Prampero p. 90 riporta Lemene, Lemenar cioè fiume Lemene da San Vito a Falconara, a. 888 decurrit ex una parte Leminar (alias Lemen), a. 996 … aqua que vocatur Lemen, a. 1140 fluvius qui dicitur Lemen ecc. La forma “Lemenar” costruita sul tipo “limitare” ("limen" e "limes" si incrociano) parrebbe confortare la mia ipotesi.

Perché costruire un ponte sopra un fiume che ha addirittura il nome “separante”? È una contraddizione insopportabile per i figli del positivismo illuminista progettare di unire infischiandosene dei confini!
E poi prima di costruire qualcosa di importante come un ponte ci vuole almeno una giustificazione… un disastro naturale che giustifichi le spese per la ricostruzione… che so, almeno un diluvio universale.
Scherzo? Ancora una volta no, ed ecco le prove tratte da un best-seller mondiale (ha venduto milioni di copie), un libro che racconta le storie di alcuni uomini fuori dal comune e del loro capo.

“Ecco, disse Dio, il segno del mio patto ch’io stabilisco fra me e voi e tutti gli esseri viventi che sono con voi, per tutte le generazioni future: porrò il mio arcobaleno nelle nubi e sarà il segno del patto fra me e la terra. E quando avrò accumulate le nubi nel cielo, nelle nubi comparirà il mio arco, ed io mi ricorderò del mio patto con voi e con ogni essere vivente che ha la carne, e non verranno più le acque del diluvio a sterminare tutti i viventi. L’arcobaleno sarà nelle nubi, ed io, guardandolo, mi ricorderò del patto sempiterno stabilito fra Dio ed ogni essere vivente di qualsiasi specie che è sulla terra”. E soggiunse Dio a Noè: “Questo è il segno del patto che io ho stabilito fra me ed ogni carne che è sulla terra”. [Genesi, IX, 12-17]

Fuor di metafora: l’arcobaleno rappresenta (anche nella forma) il ponte tra Dio e gli uomini, il simbolo di un patto reciproco. Certamente la Genesi era un libro dell’Antico Testamento conosciuto anche nel 1899 e c’era quindi la coscienza dell’impegno morale e dell’alto esempio da seguire che la realizzazione dell’impresa proposta (il ponte sul Lemene) comportava… ma nel contempo c’era la consapevolezza dei tegliesi dei loro limiti: addirittura osare costruire un ponte… come Dio! E senza neanche la scusa non dico di un Diluvio Universale, ma almeno di una piccola esondazione! Inoltre mancavano gli operai specializzati; o meglio quell’unica persona specializzata nel costruire a regola d’arte quella particolare struttura chiamata “Ponte” era a Roma, città dove abitualmente dimorano tutt’ora i pontefici cioè coloro che costruiscono i ponti. Ecco ancora la prova provata di quanto affermo tratta dal dizionario etimologico:

pontéfice (-ìfice) m. (Petrarca), -ale (ant., XIV sec.), -ato (ant.- XIV sec.); papa; XIV sec., prelato, vescovo; archeol. (XIV sec.), sacerdote romano; v. semidotta, fr. Pontife (-if, XV sec.), lat. p o n t i f e x  -icis sacerdote, evoluto al significato cristiano, etimologicamente fabbricatore (facere) di "ponti", con allusione alle prerogative del p. che aveva come insegna la scure.

Ma pare che il XXI secolo sia finalmente riuscito a sconfiggere gli impedimenti della natura e una passerella pedonale (non proprio un ponte, ma accontentiamoci) scavalcherà confini millenari segnati dall’impetuoso Lemene.
Sempre dal dizionario etimologico ecco il significato della parola:

pónte m., XIV sec., -aio (a. 1871, fior., chi fa impalcature), -ata (XIV sec., impalcatura, lavoro che può farsi per la lunghezza del ponte), archit.; costruzione per valicare un corso d'acqua, fossato, ecc.; cavalcavia, viadotto; (XIV sec., Fr. Sacchetti), mest., palco posticcio innalzato da muratori, pittori; mar. (a. 1585, Garzoni), piano orizzontale di legno o ferro che divide lo scafo della nave; anche fig.; lat. pons- pontis, in origine strada (cfr. gr. pátos id. e forse póntos mare, propriam. Luogo di passaggio); panromanzo, passato al celt. insulare (britt. pont).

Recenti studi (Di terre e di acque, Gruaro 1998, pp. 96-97), a conferma delle insuperabili difficoltà evidenziate in questo scritto, parlano di uno ponte super Lemen tra Boldara e Cintello addirittura nel 1270, poi (giustamente) destructo e combusto nei primi anni del XIV secolo e di un ulteriore manufatto nel 1457, del quale si era persa addirittura la memoria.
E quando qualcuno protesterà per i tempi lunghi dei lavori pubblici fategli leggere queste poche righe e capirà che si fa presto a dire PONTE.

Luca Vendrame

Ritorna al Sommario


MASSIMILIANO, CHE KARATE….RE!!!!
Massimiliano Fanzel campione italiano di Karate

Facciamo dunque tutti insieme i complimenti a Massimilano,  che si è laureato campione italiano di Karate nella gara di kata individuale, e festeggiamo insieme a papà Giorgio e mamma Lucia un altro cintellese d’oro.
A Padova, dove Massimiliano ha partecipato con la sua squadra, lo Shito-Ryu Itosu Kai di Cinto guidato dal Maestro Chinellato, al torneo nazionale AICS di karate tradizionale, si è scritta un’altra pagina della storia sportiva cintellese.
Grande sicurezza, grinta e concentrazione sono le doti che gli hanno permesso di raggiungere questo traguardo, che gli hanno consentito di salire sul gradino più alto del podio e vedere coronati gli sforzi di anni di duro lavoro.
Vedere il proprio figlio così in alto,  che emozione dev’essere stata per papà Giorgio, mamma Lucia e, ci piace pensarlo, anche per nonna Elisa, che nei mesi scorsi ci ha lasciato non senza aver prima gioito però per la vittoria dell’amato nipote.
Grandi gioie, come quella che già in passato ci aveva dato nel ciclismo Gianluca Geremia, che ci rendono orgogliosi di far parte di una comunità che nel suo piccolo riesce, e non solo in campo sportivo, a regalare a chi ne fa parte motivi di orgoglio e soddisfazione.

Gabriele Rizzetto

Ritorna al Sommario


GIRO (D’ITALIA), MA PASSO SEMPRE PER CINTELLO…

Una volta ogni 5 anni, come si conviene ai grandi riti.
Anche se mediamente (negli ultimi 15 anni è la terza volta), il giro d’Italia di Ciclismo non si sottrae a questa legge, e nel 2003 passa a salutare Cintello, che come sempre gli riserva, anche in tempi duri per l’immagine delle due ruote, un caldo abbraccio che solo il vero amore per il ciclismo riesce a dare.
È ora di pranzo, i corridori sfilano in gruppo, da poco partiti da San Donà di Piave e con la testa alle fatiche che li attenderanno sulle ripide salite dello Zoncolan.
La gente li saluta, i bambini li incitano con tutta la forza della loro innocenza, come se si giocassero la vittoria di tappa in fondo alla strada; qualcuno si accorge che non c’è più Piccolo, che a Cintello passava sempre primo perché andava a vincere in solitaria a Portogruaro all’immaginario traguardo che ogni corridore ha nella sua città natale, dove invece della coppa ti danno in braccio il bambino appena nato che non hai potuto vedere prima perché eri in giro per lo stivale a sudare per il campione che magari ti sta anche poco simpatico.
I campioni, quelli cambiano, ma se l’amore resta vuol dire che è amore per il Ciclismo, quello con la “C” maiuscola, quello che ti porta tutte le domeniche sulle strade di paesini sperduti del Veneto e del Friuli per seguire tuo figlio che già prima di imparare a leggere sa che in volata come nella vita bisogna essere più veloci degli altri, ma con lealtà; quello che riempie il cuore allo stesso modo quando uno dei tuoi vince il campionato nazionale e quando vedi passare davanti a casa tante piccole magliette gialle che seguono una macchina, pulcini dietro a un sogno.
Campioni a Cintello ne sono passati tanti, è sicuro; ma è altrettanto sicuro che non è passato né mai passerà l’amore per il Ciclismo: la Cintellese, la passione che ancora oggi sostiene Gianluca Geremia sulle strade di una brillante carriera, Gemmati e la fabbrica di biciclette.
Ed è per questo che il Giro d’Italia ritornerà a salutare ancora le nostre strade.

G. R.

Ritorna al Sommario


La Befana 2003

La festa dell’Epifania si inserisce profondamente nel tessuto popolare, con radici antiche alimentate da motivi astronomici (in prossimità del solstizio d’inverno) e religiosi. In epoca pagana, in questo tempo si celebrava la festa della Gran Madre Natura che dorme ma non muore. E la vecchia befana non è altro che questa Gran Madre che pare scomparire, ma che poi rinasce e si rifà viva a primavera.
Nata pagana, grazie ai suoi trasformismi, la Befana è entrata nella civiltà cristiana ed è sopravvissuta ai tempi moderni, anche perché funzionale al “dio” del consumismo. Per la maggioranza dei bambini italiani la Befana è più importante dei Magi e magari dello stesso Gesù Bambino.
Secondo tradizione, a Cintello, dopo la benedizione dei bambini, arriva la Befana, impersonata da Mara, felice nel ruolo più amato dai piccoli. C’è sempre, infatti un dono per tutti i bambini del paese, che possono trascorrere un’ora insieme alla generosa “vecchietta”.

G.B.

Ritorna al Sommario


San Valentino

Domenica 16 febbraio 2003 si è svolta la solenne processione in onore di San Valentino, celebrazione religiosa che si ripete da più di 4 secoli ogni anno la domenica succesiva al 14 febbraio.
Prete o vescovo, protettore degli innamorati o guaritore degli epilettici, San Valentino ha avuto da sempre un culto molto diffuso e tuttora radicato nonostante la confusione di identità, infatti pare che si possano riunire in una sola persona i due Valentino ricordati il 14 febbraio dal Martirologio Romano. La tradizione locale e le rappresentazioni iconografiche presenti nella chiesa di Cintello ci portano ad identificare il nostro santo con il sacerdote romano decapitato nel 268 sotto l’imperatore Claudio il Gotico per aver convertito il prefetto Asterio e la sua famiglia con la guarigione della figlia cieca. Le sue doti di taumaturgo, che si riflettono anche nel nome stesso - Valentino significa “che sta bene, sano, forte” - lo hanno poi fatto invocare contro l’epilessia. Da qui la presenza nel dipinto di mano ignota (risalente con ogni probabilità agli inizi dell’Ottocento), conservato in una delle due cappelle laterali della nostra chiesa, accanto al santo raffigurato in abiti sacerdotali e con la palma simbolo del martirio, di un giovane steso a terra in preda ad una crisi epilettica.
La particolare protezione per gli innamorati pare sia nata nel Medioevo, poiché si credeva che il 14 febbraio gli uccelli comincassero a nidificare.

E.M.

Ritorna al Sommario


Gita sulla neve (23 febbraio 2003)

La gita sulla neve era sfumata durante le vacanze natalizie, per mancanza dell’elemento principale: la neve appunto. E allora si cambia data e si cambia posto: andiamo a Piancavallo, nota località sciistica sulle montagne avianesi. Sono presenti un ventina di chierichetti di Cintello e Teglio, premiati per la loro presenza ed il loro servizio. Al seguito anche una trentina di genitori che hanno vissuto una giornata spensierata. Il posto presso il Grill Roncjade è praticamente un parco giochi riservato ai piccoli. La neve è abbondante e ben battuta, il campo è ampio e senza pericoli, il sole riscalda una giornata veramente limpida. Non mancano slittini, bob e gommoni per scendere a tutta velocità dal pendio della montagna. C’è perfino l’impianto di risalita, per fare meno fatica. Qualche capitombolo, qualche piccolo scontro, qualche curva presa male, non hanno fermato il divertimento di una splendida gita, in una giornata altrettanto splendida.

G.B.

Ritorna al Sommario


Pellegrinaggio a Sveta Gora

Quest’anno – il 7 giugno – siamo andati all’estero, in Slovenia, per la nostra gita pelelgrinaggio delle parrocchie di Cintello e di Teglio. Un atto di riconoscenza per tutte le signore che hanno a cuore la pulizia e il decoro delle nostre chiese: un lavoro nascosto ma quanto mai necessario, che dimostra amore e dedizione.
La basilica della Madonna Assunta sorge sulla sommità del Monte Santo (Sveta Gora), teatro della prima Guerra Mondiale, dove morirono migliaia di soldati italiani e austro-ungarici. Si trova poco oltre il confine di Nova Gorica. Il nome stesso ha origine dall’apparizione della Madonna ad una pastorella, Ursula Ferligoj di Gargaro, avvenuta nel 1539. L’antica chiesa del 1544 fu completamente distrutta dai bombardamenti, durante la guerra del 1915-18. La chiesa attuale fu ricostruita nel 1928. Il luogo, di rara bellezza naturalistica, si può per certi aspetti paragonare a Castelmonte.
In quel sabato, il santuario era frequentatissimo da scolaresche, per la conclusione dell’anno scolastico. Nello stesso luogo, proprio di fronte alla basilica, abbiamo consumato un buon pranzo, all’ombra di un ampio porticato. Dopo la difficile discesa si è puntato decisamente su Aquileia, per tornare alle origini delal nostra fede ed ammirare l’antica basilica paleocristiana, col suo battistero, la cripta e i mosaici, dopo i lavori di restauro dell’anno santo 2000.

G.B.

Ritorna al Sommario


La vedova scaltra di Carlo Goldoni
L’annuale appuntamento estivo con il teatro d’autore

L’appuntamento estivo con il teatro d’autore è divenuta una piacevole consuetudine alla quale già da tre anni l’Amministrazione comunale di Teglio Veneto ci ha abituati. Quest’anno nello spiazzo antistante la chiesa a due passi dal Lemene, è stata rappresentata la commedia intitolata La vedova scaltra scritta nel 1748 da Carlo Goldoni e che ha per protagonista la bella vedova Rosaura, che vanta ben quattro pretendenti: il galante Le Blau, il flemmatico lord Runebif, l’orgoglioso don Alvaro e il gelosissimo ma appassionato conte di Bosconero. Una straordinaria messa in scena con canti, balli, duelli e tutti gli ingredienti per una serata in cui si vuole abbinare cultura e divertimento. A presentarla è stata la compagnia “Teatro dei Pazzi” di San Donà di Piave formatasi nel 1997 con lo scopo di creare un punto di riferimento per le attività teatrali del Veneto orientale partendo dall’esperienza della commedia dell’arte. Ed è a questo che si ispira nel suo allestimento il regista Giovanni Giusto. Dell’opera così scriveva Goldoni: “La mia vedova si vesta più volte d’oltremontana per essere presa da patriota dai Forestieri, ma conservi la lingua italiana, così il popolo intenda ben cosa ella dice e goda nel vederla si ben condurre la sua scaltrezza... Ella è una donna scaltra, ma onesta, che non insegna adescare gli uomini alle fanciulle semplici”. La risposta da parte del pubblico è stata buona anche quest’anno, ci auguriamo perciò che l’iniziativa, inserita nell’ambito della rassegna “Venezia porta d’Oriente” portata avanti dalla provincia, prosegua anche in futuro e che i Cintellesi vincendo ogni timore reverenziale nei confronti della “Cultura” con la C maiuscola, vi partecipino sempre più numerosi. (E.M.)  

Ritorna al Sommario


La festa della Terza età 

Con la collaborazione dell’Amministrazione Comunale, il Gruppo Festeggiamenti di Cintello ha organizzato per domenica 12 ottobre l’annuale festa della “Terza Età”, che comprendeva anzitutto la S. Messa per ringraziare il Singore della vita, della salute e per pregare per tutti gli anziani che non sono in perfette condizioni.
Alla celebrazione, disattesa da molti, il parroco ha detto tra l’altro che gli anziani sono un patrimonio prezioso per la famiglia e la società, un’immensa riserva di energie umane e professionali. Ha poi concluso con un augurio: “Continuate a rendervi utili, continuate a fare del bene, date qualcosa del vostro tempo e di voi stessi e vi sentirete più giovani”.
Al termine del sacro rito, tutti hanno preso la via dell’Oratorio per il pranzo comunitario: 60 persone. Servizio impeccabile delle bravissime signore cintellesi, inframmezzato da suoni e canti popolari del gruppo “Los bafos” di Fossalta. Il saluto del Sindaco Sandro Mestriner e l’immancabile tombola, hanno concluso la bella giornata. Non è mancato qualche passo di danza in cui si è cimentata la Mara e qualcuno più in là con gli anni.

Don Giacinto

Ritorna al Sommario


Concerto benefico e Lucciolata
Due iniziative a favore dell’associazione “Via di Natale”

Affinchè la “Via di Natale” possa continuare la propria marcia e tenere così aperte “le porte della speranza e accendere una luce nel cammino di chi soffre”, ogni anno vengono organizzate numerose iniziative spontanee per la raccolta di fondi tra le quali spiccano le ormai famose “Lucciolate”. Anche a Cintello la Lucciolata è divenuta un appuntamento fisso e sempre partecipato grazie al quale anche la nostra piccola comunità lascia il proprio segno tangibile a favore delle iniziative che questa benemerita associazione porta avanti.
Dall’anno scorso una nuova lodevole iniziativa si è affiancata, e anche se non si svolge fisicamente nel nostro paese, la sentiamo molto nostra. Infatti nel bel mezzo dell’estate - quest’anno sabato 2 agosto - nella suggestiva cornice di Villa Mocenigo ad Alvisopoli si tiene un concerto di beneficenza, organizzato da Fabia Geremia ed altri amici con la passione della musica. Una serata che, oltre ad essere un’occasione per ascoltare buona musica, serve soprattutto per riflettere e contribuire a diffondere il messaggio di speranza che da 25 anni anima l’associazione “Via di Natale”.

E.M.

Ritorna al Sommario


LA SAGRA DEL BISAT: DIED OR ALIVE?

Dopo 2 anni di assenza cominciavamo a sentire la mancanza della Sagra del Bisat, ma finalmente la lieta manifestazione nel 2004 dovrebbe presentarsi puntuale all’appuntamento.
Infatti dopo tanti mesi di burocrazia (detta anche lentocrazia) e di lavori, il centro sociale di Cintello in via L.Ciol, è quasi pronto.
Nel corso di quest’ultimo anno molti volontari Cintellesi nostalgici della festa hanno collaborato con il Comune di Teglio Veneto per realizzare il fabbricato che conterrà tutti i retroscena dell’organizzazione. Nella parte antistante il manufatto verrà posizionata la struttura mobile che ospiterà i visitatori e i degustatori del prelibato piatto protagonista di quelle gioiose serate di giugno.
Facciamo un ringraziamento a chiunque ha partecipato alla realizzazione delle strutture e, in anticipo, a chiunque parteciperà all’organizzazione della festa, permettendo così di mantenere viva la tradizione della sagra a cui oramai i Cintellesi erano affezionati e difficilmente avrebbero rinunciato.
Rinnovando l’appuntamento ai numerosi simpatizzanti della Sagra del Bisat attendiamo giugno con  l’acquolina in bocca ed un pizzico di scaramanzia.

Ivana Pin

Ritorna al Sommario


L'Immacolata 2003

Seconda per importanza solo alla festa di San Valentino, la solennità dell’Immacolata Concezione attira sempre numerosi fedeli anche da fuori paese. Anche quest’anno l’otto dicembre, in una giornata soleggiata ma piuttosto fredda, si è svolta la processione lungo le vie di Cintello come avviene ormai da 107 anni, con la statua portata in spalle da alcuni giovani del paese. I più pessimisti avevano recuperato un carrello rassegnati a dover sostituire i tradizionali portatori con un più moderno, ma assai meno poetico mezzo di trasporto (come accade in molte delle piccole parrocchie dei dintorni); fortunatamente non c’è stato bisogno di utilizzarlo, e così speriamo accada ancora per molto tempo. (E.M.)

Ritorna al Sommario


ANAGRAFE PARROCCHIALE

Battesimi

Colavitti Veronica, di Giorgio e Milan Maria Cristina, nata il 22/09/2002, battezzata il 9/02/2003

Colavitti Francesca di Cristian e Pilon Michela, nata il 7/01/2003, battezzata l’8/06/2003

Padoan Nicol di Fabrizio e Gasparini Marina, nata il 11/08/2003, battezzata il 16/11/2003

Nicodemo Alessandro di Maurizio e Barbui Lucia, nato il 28/08/2003, battezzato il 7/12/2003  

Matrimoni

Massimo Daneluzzi e Paola Rossi, sposati il 26/04/2003 a Latisana

Stefano Daneluzzi e Monica Formentini, sposati il 4/05/2003 a Villanova della Cartera

Ermes Gruarin e Sara Tedesco, sposati il 31/05/2003 a Cinto Caomaggiore

Gabriele Rizzetto e Blasigh Tiziana, sposati il 21/06/2003 a Bevazzana di Cesarolo

Ivan Fasulo e Maurutto Deborah, sposati il 6/09/2003 a Cintello

Alex Biason e Ilaria Pecile, sposati il 14/09/2003 a Tiezzo

Defunti

Giovanni Farenci, morto il 19/02/2003 di anni 89

Coloni Maria ved. Arduin, morta il 19/02/2003 di anni 88

Luigi Geremia, morto il 24/02/2003 di anni 79

Stefanuto Giovanni, morto il 16/05/2003 in Brasile di anni 83

Marin Maria ved. Marin, morta il 24/06/2003 di anni 85

Pasian Ada morta il 14/08/2003 di anni 72

Elisa Tisiot ved. Fanzel, morta il 27/09/2003 di anni 81

Maria Appolonio in Miniscalco, morta il 17/10/2003 di anni 67

Prima comunione

Dopo il battesimo, la Prima Comunione rappresenta per i fanciulli il primo vero incontro con la religione e con Dio. Questa festa è quindi un giorno memorabile per i 21 bambini protagonisti e le loro famiglie. Vari sono gli elementi di questa celebrazione, che vanno dalla preoccupazione che tutto funzioni perfettamente all’emozione dei neocomunicandi, dall’attenzione curiosa dei genitori ai canti e alle preghiere dei bimbi che fanno sempre tenerezza, dai fiori e addobbi che impreziosiscono la chiesa all’impegno festaiolo dei pranzi e dei regali. In mezzo a tutto questo, speriamo ci possa stare un vero pensiero religioso e cristiano, un vero impegno di vita e di partecipazione nella chiesa, da parte di tutti. Spesso la Prima Comunione dei figli, risveglia negli stessi genitori una presa di coscienza dei loro doveri cristiani. Auguriamo a Amedeo Brenelli, Francesco Daneluzzi, Petra Geremia, Elisa Pantarotto, Valentina Pauletto, Susan Traverso, Mirco Vazzoler di poter ricavare dei veri frutti spirituali da questo loro primo incontro con Gesù. Anche quest’anno la festa di Prima Comunione ha avuto un duplice svolgimento: prima a Teglio il 18 maggio e poi a Cintello, il 25, dove è stata seguita da un sontuoso rinfresco preparato dalle mamme. Era spiritualmente unita a noi Adriana Aparecida Antoniutti, una ragazzina brasiliana che è stata adottata a distanza da tutta la classe. Anch’essa a dicembre ha ricevuto la Prima Comunione, accompagnata dai nostri auguri e dalle nostre preghiere.

G.B.

Ritorna al Sommario



Sul Lemene

Numero unico della parrocchia di Cintello di Teglio Veneto (Ve)
E-mail: cintello@libero.it
Sito internet: http://digilander.libero.it/Cintello/SulLemene/Index.html
Resp. don Giacinto Biscontin
Stampa: Portografica (Portogruaro/Ve)
Composizione: Compset (Portogruaro/Ve)

Si ringraziano tutti coloro che hanno contribuito in qualsiasi modo alla buona riuscita del giornale.

Ritorna al Sommario


HOME