Sul Lemene

                                       Natale 2002

 

 

 

 

 

DIECI ANNI DI GRATITUDINE

 

Nella primavera del 1992 un gruppo di giovanissimi Cintellesi si trovò per realizzare un giornalino che lasciasse testimonianza degli avvenimenti del paese e delle vicende della sua gente, di oggi e di ieri. Nacque così l’avventura editoriale di Sul Lemene, nome scelto per l’indissolubile legame che la nostra comunità ha sempre avuto con le acque del fiume. A dieci anni di distanza molta acqua ha lambito le rive del Lemene e molta strada è stata percorsa dal vostro bollettino. L’amore per il nostro piccolo paese ci ha sempre spinto a registrare quanto accaduto negli anni, cercando di infondere la sensibilità per la memoria storica e rendere partecipi tutti alle vicende quotidiane di Cintello, compresi quanti, loro malgrado hanno dovuto lasciare il loro paese d’origine.

Forse nel perseguire questo obiettivo alcune volte abbiamo peccato di presunzione, e non sempre gli sforzi sono stati ripagati dai risultati ottenuti. Non ce ne vogliano i lettori se a volte non abbiamo accontentato le loro aspettative, fatto imputabile ai nostri limiti umani e alle modeste risorse economiche a disposizione. Ma noi siamo comunque fieri di tagliare questo piccolo traguardo raggiunto: crediamo infatti che venti numeri di Sul Lemene usciti in questi dieci anni, nei quali sono comparsi oltre trecento articoli a firma di circa cinquanta persone, non siano poca cosa per una realtà di nemmeno cinquecento anime.

Ci sentiamo perciò di ringraziare tutti i collaboratori e i redattori, i parroci a cominciare dal compianto don Giuseppe, il Comune di Teglio Veneto, e soprattutto le molte persone che ci hanno sempre accolto con il sorriso alla vista del giornalino.

Grazie a tutti e buone feste

Ivana Pin - Eugenio Marin

 

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NATALE: APRIRE LE BRACCIA AD OGNI UOMO

 

In una cornice, apparentemente la più semplice e normale, di due sposi in trepida contemplazione di un Bimbo che dorme in una mangiatoia, siamo condotti al mistero della Chiesa e a quella profonda comunione della nostra piccola e grande famiglia cristiana.

Sì, sento che fare Natale per noi quest'anno, significa imitare quel Bambino che nel presepe sorride e allarga le braccia a tutti. È venuto per questo, per abbattere ogni barriera e ogni “muro” che gli uomini costruiscono.

Come comunità cristiana di Cintello, vogliamo collaborare ad abbattere tutti i muri di divisione che ci sono nel mondo. E non solo i grandi muri dell'odio e della guerra, ma anche i piccoli muri all'interno del nostro paese e delle nostre famiglie.

Quelle braccia aperte di Gesù, siano anche le nostre braccia aperte nell'abbraccio del perdono e della misericordia, le nostre menti aperte alla comprensione e alla solidarietà, i nostri cuori aperti all'amore fraterno.

“Non temete! Io vi porto una bella notizia, che procurerà una grande gioia a tutto il popolo. Oggi, nella città di Davide è nato il vostro Salvatore, il Cristo, il Signore.

Lo riconoscerete cosi: troverete un bambino avvolto in fasce che giace in una mangiatoia”.

 

Buon Natale e Felice 2003                          

 

                                                                    Don Giacinto Biscontin

 

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METTI L’UMIDO DA PARTE

 

Dal 4 Novembre 2002 è iniziata anche a Cintello la raccolta separata del rifiuto umido. Si tratta di un servizio previsto dalla normativa di legge in materia di raccolta di rifiuti da parte dell’Azienda ASVO. La frazione umida dei rifiuti domestici, avanzi di cibo, resti di ortaggi e di frutta, salviette di carta, fiori… sarà raccolta in modo separato ed avviata alla trasformazione in compost. Sono i rifiuti riciclabili che contengono acqua, che opportunamente separati, raccolti e trattati vengono trasformati in fertilizzante naturale per i terreni agricoli. Ad Ottobre tutte le famiglie hanno ricevuto un apposito kit per il conferimento dei rifiuti umidi che comprende la biopattumiera, una scorta di sacchetti biodegradabili ed un piccolo manuale d’istruzioni. Questi rifiuti vanno inseriti negli appositi cassonetti stradali. È necessario specificare che l’importanza di questo gesto genera automaticamente la divisione dei rifiuti, separando l’umido dalla frazione secca, quest’ultima costituita da carta plastificata, polistirolo, i contenitori in tetrapak per latte, succhi di frutta, tè, che sarà direzionata verso la discarica in quanto materiale impossibile da riciclare.

Ricordiamo inoltre che la plastica, il vetro, le lattine in alluminio vanno inserite nella campana bianca, la carta ed il cartone in quella gialla.

Ivana Pin

 

SOMMARIO

 

UN ANNO SOLO NON È BASTATO

 

La realizzazione del parco di Cintello, in lottizzazione ex area Bolis, non è ancora avvenuta! L’intervento considerato necessario per la mancanza di un’area verde attrezzata che accogliesse i compaesani per momenti di svago o gioco, ritarda ancora di qualche mese la sua nascita. Cogliendo l’indicazione del Comitato Festeggiamenti, il Comune di Teglio Veneto intendeva realizzare un campo polivalente, che permettesse ai ragazzi di svolgere molteplici attività motorie, e un edificio polifunzionale, per cene sociali, momenti ricreativi e soprattutto per avere un luogo stabile dove svolgere la Sagra del Bisat; il tutto inserito in un contesto ambientale ricco di verde percorribile attraverso tragitti pedonali e protetto da un perimetro di alberature autoctone. Invece sembra che una serie di lentezze burocratiche e cavilli legali abbiano ritardato la costruzione del sognato centro sociale. Attualmente il Comune dopo aver notificato gli espropri, sta appaltando i lavori che dovranno essere svolti da un’impresa edile. Nelle previsioni del Comitato Festeggiamenti e dell’Amministrazione locale i lavori si concluderanno in tempo per lo svolgimento della Sagra del Bisat 2002 e, orgogliosi per questi propositi, ringraziamo il gruppo di volontari che si è già messo a disposizione per favorire una più rapida conclusione dei lavori e fiduciosi diamo appuntamento a tutti i simpatizzanti della Sagra per l’edizione 2003.

I.P.

 

SOMMARIO


C’E’ PIÙ SPAZIO PER TUTTI!!!

 

Si ricorda che sono in corso i lavori di ampliamento del cimitero di Cintello, che esaurita la disponibilità di loculi necessitava di un intervento immediato. I nuovi loculi saranno costruiti sulla parte ovest del cimitero più recente a ridosso del retro delle storiche cappelle esistenti. L’intervento si mostrerà unitario e migliorativo rispetto ad una struttura attualmente asimmetrica e incompleta. Il nuovo fabbricato si svilupperà con caratteri architettonici simili a quelli della struttura esistente, manterrà la stessa altezza e il tipo di camminamento. Il parcheggio esterno che attualmente permette la sosta di pochi veicoli verrà ampliato per permettere la fermata e la manovra delle auto. L’attuale angusto passaggio di ingresso alla zona cimiteriale ha già acquistato un doveroso senso di rispetto e dignità attraverso l’allargamento della strada, cui seguirà a breve la costruzione di un marciapiede e l’inserimento di un aiuola alberata lungo tutto il percorso. Per informazioni telefonare al comune di Teglio Veneto 0421706025.

I.P.

 

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Fonti e documenti per servire alla storia di Cintello

LA VISITA APOSTOLICA DI CESARE DE NORES DEL 1584

 

 

La visita apostolica nella strategia di riforma post-tridentina

All’indomani della promulgazione dei decreti del Concilio di Trento (1545-1564), si poneva con sempre maggiore urgenza la necessità di svolgere un’azione di controllo sulla loro effettiva applicazione, per provvedere dove necessario ad imprimere una forte spinta attuativa. In tale direzione si posero le iniziative promosse da papa Gregorio XIII (1572-1585), che incaricò una serie di “visitatori apostolici”, vescovi dotati di poteri eccezionali, con il compito di visitare un po’ tutte le diocesi della penisola. Nel corso del 1584 fu dato l’incarico a Cesare de Nores, vescovo di Parenzo, di visitare varie diocesi della terraferma veneziana, tra le quali quelle friulane di Concordia ed Aquileia. Le facoltà affidate al de Nores erano molto ampie, poiché gli era consentito intervenire in qualsiasi affare riguardante il campo ecclesiastico, in particolare sui luoghi di culto, sui luoghi pii e sui loro responsabili, comprese anche le molte istituzioni esenti, quali conventi, abbazie e capitoli.

La diocesi di Concordia fu visitata tra il settembre e l’ottobre del 1584; in due mesi di lavoro furono ispezionate 212 chiese di cui 103 sede di pievi, parrocchie o filiali curate, 13 annesse ad enti religiosi, conventi e monasteri e 7 ad ospedali. In generale le parrocchie principali venivano visitate direttamente dal vescovo parentino, mentre quelle più piccole erano lasciate ai suoi collaboratori. Durante la visita oltre ad essere passati in rassegna tutti gli edifici sacri, furono anche esaminati un gran numero di sacerdoti e laici per far luce sulle effettive condizioni religiose della diocesi. Gli atti di questa visita sono perciò molto utili perché ci forniscono una preziosa istantanea sulla realtà ecclesiastica e non solo dell’epoca.

 

La visita a Cintello

Il 21 ottobre fu visitata la chiesa di Cintello che allora non poteva ancora definirsi formalmente parrocchia, ma piuttosto “rettoria”; essa infatti, pur avendo tutti i requisiti e le prerogative parrocchiali, rimaneva legata alla pieve matrice di Cordovado anche se ormai soltanto da vincoli poco più che simbolici.

L’ispezione alla chiesa e l’esame dei testimoni e del parroco che ne fece seguito, ci forniscono degli interessanti spunti per ricostruire uno spaccato di storia di oltre 4 secoli fa. Innanzitutto la chiesa risultava regolarmente consacrata; come ai giorni nostri gli altari erano tre: il maggiore era intitolato a San Giovanni Battista, vi era poi l’altare di San Valentino dotato di una “scollam” senza alcun reddito (questa del 1584 è la più antica attestazione del culto di San Valentino in paese) ed infine l’altare di San Giovanni Apostolo, destinato ad essere sostituito alcuni anni più tardi dalla devozione alla Madonna. Esisteva inoltre il fonte battesimale, il tabernacolo – che era ligneo – ed il cimitero posto intorno alla chiesa; non c’era invece ancora la sacrestia.

Tra gli ordini lasciati dal visitatore spiccano le disposizioni riguardanti gli altari: per i due laterali ne veniva addirittura prescritta la demolizione, mentre il maggiore doveva essere ampliato. Inoltre il tabernacolo necessitava di essere indorato ed il battistero coperto con un operculo piramidato e con un conopeo.

Molto scarno appariva il corredo costituito da paramenti, rappresentato soltanto da quattro pianete con i suoi fornimenti, 3 camici, 9 mantili e 2 tovaglie. Nessun cenno viene fatto sulla presenza di suppellettili liturgiche, ma viene solo ordinato di procurare tre ampolle di stagno (per gli olii sacri) e dei candelabri ex auricalco.

Il rettore della chiesa era pre’ Biagio de’ Lorenzi che si occupava della cura d’anime della comunità di Cintello dove vivevano soltanto 67 persone, di cui 37 in età da comunione e 30 minori. Il giudizio che ne danno di lui i verbali non è dei migliori, dato che viene definito rudis et imperitus. Il quartese del villaggio veniva percepito dal Capitolo dei canonici di Concordia, la chiesa invece non aveva alcun reddito, ma al suo mantenimento provvedeva la comunità.

Il successivo 14 novembre davanti ai collaboratori del de Nores furono convocati tre uomini di Cintello, più il curato, per essere esaminati. Le dichiarazioni di Giacomo del Putto, Francesco Cordenons e Lorenzo del fu Bastiano sono sostanzialmente concordi nel difendere l’operato di pre’ Biagio: “Sono ormai cinque anni che è stato in questa villa, mai ha dato nissun scandalo della vita sua . Lui è povero la chiesa ancho non ha; con tutto ciò lui non manca dal debito suo”; e ancora: “è homo da bene attende benissimo alla cura no ha mai dato scandalo alcuno della vita sua in cosa alcuna; lui predica le feste et attende benissimo alla cura”. Anche per quanto riguarda l’estrema povertà della chiesa i tre insistono: “Il quartese di questa villa tira il Capitolo di Concordia, né mai spende un bagattino alla chiesa, tanto più che la chiesa non ha luminaria né altra intrata; vi è la schola di San Valentino la quale è poverissima e non ha nissuna intrata”. Anche sulla situzione generale della comunità tutti sono concordi nel dire: “Qui non vi sono gente di cattiva opinione ma buonissimi cristiani”.

Per ultimo fu il curato pre’ Biagio ad essere sentito; egli dichiarava di trovarsi a Cintello da circa cinque anni, svelandoci che la sua elezione era stata fatta, come da consuetudine, dalla comunità, con la successiva conferma del vescovo. Lo stesso curato veniva “stipendiato” dagli abitanti del paese dato che il quartese per antico diritto spettava al Capitolo di Concordia. In chiesa risultavano erette due confraternite: “Vi è la schola di San Giovanni e di San Valentino non hanno intrata nissuna”. Infine la condotta dei fedeli anche ai suoi occhi era regolare: “Qui non sono gente di cattiva fama, ma tutti homini da bene tutti comunicati, perché non sono altro che 37 anime di comunione, di non comunione da 30; in questo loco non vi è nissun disordine”, per concludere dichiarando: “ho libri de battezati, maritati e morti”.

A conclusione di questo breve resoconto possiamo dire che all’epoca la situazione patrimoniale era a dir poco negativa: la quasi totale assenza di introiti per la chiesa si riflette inevitabilmente sulla tenuta della stessa e sulla scarsità di suppellettili ed arredi liturgici. A questa povertà materiale sembrerebbe far da controaltare una buona situazione morale che emerge dalle testimonianze raccolte durante la visita. Tuttavia vien da chiedersi se dobbiamo proprio credere in toto a quelle dichiarazioni, anche se rilasciate sotto giuramento. Sul fatto che non ci fossero degli scandali e che gli abitanti di Cintello fossero tutte persone dabbene lo si può anche prendere per buono, visto anche il loro esiguo numero; qualche dubbio però può essere sollevato circa i giudizi positivi sul curato. Innanzitutto questo contrasta con il giudizio espresso dal visitatore, che lo definisce “rudis et imperitus”, inoltre alcuni anni più tardi, nel 1599, egli sarà processato dal tribunale ecclesiastico di Concordia, con le accuse di concubinato, ingiurie, ommissione di Messe, ebrietà… Vien da pensare che tra il curato ed i suoi parrocchiani ci fosse una reciproca coperura, ovvero che i fedeli per paura di ritorsioni non avessero coraggio di denunciare il proprio parroco. Sta di fatto che la denuncia arrivò solo 15 anni più tardi: è vero che durante questo periodo il nostro curato potrebbe essersi un po’ lasciato andare, tuttavia la cosa è quanto meno sospetta. Ma questa è un’altra storia, che vi racconteremo in una prossima puntata.

Eugenio Marin

 

 

 

 

BIBLIOGRAFIA E FONTI

Bibliografia

E. DEGANI, La diocesi di Concordia, Udine 1924, pp. 282-288.

E. MARIN, Il Capitolo cattedrale di Concordia nella prima età moderna, tesi di laurea, relatore G. DEL TORRE, Università Ca’ Foscari di Venezia, a.a. 2000-2001, passim.

Fonti

Padova, Archivio della Curia Vescovile, Fondo Visite pastorali, Visita Apostolica di Cesare de Nores alla diocesi di Concordia (1584), vol. 6, cc. 491v, 493r; ivi, vol. 7, fascicolo 9.

 

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LEGGERE DI…VINO

 

“Cosa le porto, signora?” “Un Delitto e Castigo, copertina rigida se lo avete, e da bere un Tocai del Collio, 2000, grazie” “Ottima scelta signora”.

 

Non so se vi è mai capitato di assistere ad un dialogo del genere, a me no, ma mi piacerebbe tanto.

Perché se oggi ormai non si fa fatica a trovare “cultura” dell’abbinamento tra cibi e vini (manuali più o meno validi, wine bar gestiti più o meno bene) manca del tutto la possibilità di accostare le emozioni provenienti da due opere d’arte come i libri e il vino.

Questo articolo vuole essere uno stimolo alla creazione e sviluppo di una cultura biblioenologica.

Perché quello che manca non è tanto la possibilità di trovare l’accostamento giusto tra cibo e vino, ma la mancanza di uno spazio culturale dove questo possa avvenire, uno spazio dove collocare le emozioni derivanti dall’unione, una stanza dove le sensazioni e le emozioni che singolarmente questi prodotti riescono a dare possano venire amplificati dall’insolito incontro. Non sto parlando solo di spazio fisico, ma anche di spazi nuovi nella nostra vita, possibilità nuove di sperimentare nuove sensazioni.

Ma come si fa ad accostare un libro ad un vino? Beh, o ci si basa su esperienze passate (proprie e altrui) o si va alla scoperta; di seguito quindi proporrò, senza pretesa di assumere lo status di docente ma solo di colui che così ha fatto fino ad ora, una mia piccola teoria e una serie di esemplificazioni pratiche.

Solitamente cibo e vino si possono accostare per tradizione, per contrasto di sapori, per similitudine di sapori o per similitudine di struttura; mi piace pensare questa come una possibile metafora dell’abbinamento tra libro e vino, perché lascia spazio alle sensazioni personali senza dare regole, perché permette di creare, scoprire assaporare, vivere emozioni.

Non so, cosa ne dite di Delitto e Castigo con un rosso di corpo, persistente (similitudine di struttura) o un Postino di Neruda con un bianco cileno, che sa di mare (abbinamento per tradizione) o un Profumo di Suskind con uno spumante italiano (abbinamento per contrasto), o I Fiori del Male con un Souvignon del Collio (similitudine di sapori, a parere dello scrivente ovviamente).

Spero che questi abbinamenti non trovino il vostro consenso, perché vuol dire che, se non condividete le mie emozioni ne avete provate altre… Ecco, con l’augurio di continuare su questa strada, vi auguro un Buon Natale, e che sia occasione, quando pensate ai regali, di dare un contributo a questo piccolo insieme di esperienza.

Gabriele Rizzetto

 

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LA FOGHERA

 

Durante la Messa della vigilia dell'Epifania, ha avuto luogo la tradizionale benedizione dell'acqua, del sale e della frutta, secondo l'antico rito aquileiese.

C'é la consuetudine di conservare una mela benedetta per il 3 febbraio, giorno della festa di S. Biagio, protettore della gola. Molti portano a casa anche l'acqua benedetta, come segno della protezione di Dio.

Ma la tradizione più singolare é quella del falò epifanico, indicato con varie denominazioni, a seconda delle località: Foghera, casera, fogaròn, pan e vin, pignarûl...

Si tratta sempre di un grande fuoco crepitante, per esorcizzare i fantasmi ed i brutti ricordi dell'anno vecchio, per gettarsi nella rincorsa ai nuovi 12 mesi, sperabilmente più ricchi di gioie e soddisfazioni. Spesso é soltanto un'illusione, ma provare a crederci, resta comunque bello.

Il falò epifanico é frutto di una tradizione precristiana: sembra che i nostri progenitori Celti lo accendessero poco dopo il solstizio d'inverno, per chiedere alle loro divinità, e al dio Beleno in particolare, una stagione propizia. Il Cristianesimo ha cercato di dare a questo fuoco un significato cristiano, collocandolo alla vigilia dell'Epifania, come segno della luce di Cristo o per indicare la strada ai Magi. Spesso si vede la croce sulla sommità della pira.

A Cintello, nell'area festeggiamenti, i soliti meravigliosi volontari, hanno preparato una grande foghera. Per l'accensione, una vera folla è accorsa ad ammirare il fuoco e per trarre gli auspici per l'anno venturo. Quest'anno, il bel tempo e la prolungata siccità hanno facilitato la preparazione delle sterpaglie ed hanno permesso alle fiamme di innalzarsi con forza verso il cielo. Nel frattempo, il comitato festeggiamenti offriva vin brulé e pinza a tutti i presenti, per coronare degnamente questa vera festa popolare.

G.B.

 

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CHIESA. ANCORA LAVORI

 

Quei pochi fedeli di Cintello che partecipano abitualmente alle Sante Messe, sono stati costretti a riunirsi nel salone dell'Oratorio, per quasi tutto il mese di novembre.

La Chiesa, infatti, è stata ancora interessata da lavori.

In questa circostanza, si tratta del nuovo impianto elettrico adeguato alle nuove norme di sicurezza. Quello precedente non era certamente conforme ai dettami di legge, anzi era fatiscente, pericoloso ed insufficiente per una seria illuminazione, adatta anche alla lettura dei testi liturgici.

La ditta Zanotel di Concordia, ha predisposto nuove e più ampie canalizzazioni, su nuove tracce scavate nei muri. Un grosso lavoro, alleggerito per fortuna, da un bel gruppo di volontari che hanno provveduto alla sistemazione e copertura dei nuovi canali. Siamo infinitamente grati per questa unità e per questo amore alla Chiesa.

In precedenza, durante l'estate, la ditta Platter di Bolzano ha provveduto a rimettere il parafulmine sul Campanile, con un nuovo cavo di scarico. Un lavoro eseguito in sicurezza, da esperti, senza l'ausilio di impalcature.

Ora rimane da realizzare la nuova tinteggiatura, resasi quanto mai opportuna, specialmente dopo le ultime opere.

Speriamo di portare a termine al più presto anche questo lavoro, per presentare una Chiesa accogliente, ma anche un po’ più frequentata.

Don Giacinto Biscontin

 

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SAN VALENTINO, TRA CALO DEI MATRIMONI E AUMENTO DELLE DIVISIONI

 

La festa di S. Valentino si celebra solennemente nella domenica successiva al 14 febbraio. Quest'anno, la giornata non era certamente delle migliori, sotto il profilo meteorologico: freddo e pioggia fino all'ora delle sacre funzioni.

La corale parrocchiale, ben diretta da Fabia Geremia, ha cantato con la consueta bravura e preparazione.

Il vicario vescovile mons. Basilio Danelon ho presieduto la S. Messa, dettando ai molti fedeli convenuti delle interessanti riflessioni sul Santo e sulla famiglia. Verso il termine della S. Messa, improvvisamente ha smesso di piovere e così si è deciso di uscire con la processione, portando il simulacro di S. Valentino per le strade di Cintello, con l'accompagnamento della Banda Musicale di Bagnarola.

Dopo la benedizione conclusiva, tutti sono stati invitati al generale rinfresco, preparato con la solita bravura dal comitato festeggiamenti.

Tutto è bene, quel che finisce bene...

San Valentino - vescovo di Terni - è vissuto a cavallo tra il secondo e terzo secolo e deve la sua fama sostanzialmente a due cose: alla guarigione dall'epilessia (o male di S. Valentino) e alle celebrazioni di matrimoni, nonostante il divieto dell'imperatore. Per questo secondo motivo, sarebbe stato martirizzato nel 273, sotto l'imperatore Claudio II e si perpetuò nei secoli la sua fama di Santo dell'amore, anche se i fatti che lo riguardano sono do considerarsi leggendari. Tra questi, la celebrazione del matrimonio tra Serapia, giovane cristiana e Sabino, legionario pagano.

Oggi non c'é un imperatore Claudio ad intralciare i matrimoni, ma tuttavia, siamo di fronte ad un calo pauroso degli stessi, mentre un matrimonio su quattro si rompe.

Certamente é una costatazione che fa a pugni con la retorica dell'amore trionfante e dei sentimenti in bella vista. Ma si tratta, forse, più di consumismo dei sentimenti che di vero amore.

Ormai la parola "fidanzamento" è scomparsa dal vocabolario. Piuttosto si parla oggi di "storia" (una love story, appunto), termine più neutro meno impegnativo.

Purtroppo il S. Valentino attuale fa pensare che l'amore e i sentimenti siano divenuti solo parole, frasi fatte e rituali da digitare frettolosamente sul computer o sul telefonino.

Ben agli antipodi, quindi, di una seria pedagogia degli affetti.

G.B.

 

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8 MARZO, FESTA DELLA DONNA

 

Quando mai gli uomini preparano la cena alle donne? L'8 marzo, festa della donna, sembra proprio l'occasione buona.

Quest'anno, ben 35 donne di ogni età (ma la maggioranza rappresentava l'età delle ex sessantottine, passate attraverso le battaglie per la parità dei diritti e l'emancipazione femminile) si sono riunite per la cena, preparata dagli uomini, nel salone dell'Oratorio.

La storia di questa ricorrenza é abbastanza recente: la decise nel 1910 a Copenhagen, il Secondo Congresso Internazionale Socialista delle donne. La data, in realtà, non ricorda una festa, ma una tragedia: l'8 marzo 1908, infatti, a New York, 129 operaie della fabbrica tessile Cotton, che protestavano per le inumane condizioni di lavoro, morirono bruciate dentro i capannoni chiusi a chiave dal padrone…

Donare un rametto di mimosa, in questa data, è una tradizione tipicamente italiana, partita da una idea di Rita Montagnana, nel 1946, all'alba della nuova Italia, appena uscita dalla guerra. Cominciarono anche le fortune dei produttori di mimose, dal momento che questa specie di acacia non era molto diffusa al nord.

Le conquiste dell'emancipazione femminile passano quasi sotto silenzio: ormai anche la festa dell'8 marzo è più un'occasione per stare assieme allegramente.

G.B.

 

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15 GIUGNO 2002 PELLEGRINAGGIO ALLA MADONNA DEL COVOLO

 

Quest’anno la parrocchia ha organizzato il pellegrinaggio mariano, che viene offerto innanzitutto a quella trentina di donne di Teglio e Cintello che si prendono cura del decoro e della pulizia delle rispettive chiese. È un piccolo atto di riconoscenza da parte di tutta la comunità cristiana, ben sapendo che la vera ricompensa la darà il Signore stesso. La meta della gita-pellegrinaggio è stato il santuario della Madonna del Covolo, a Crespano del Grappa. La Chiesa con la venerata immagine della Vergine si trova in una posizione meravigliosa, a mezza costa del Monte Grappa.

Dopo la S. Messa, i più hanno affrontato il ripido pendio per visitare la bella località dei “Tre busi” o tre fontane, dove presumibilmente è apparsa la Madonna, ben 700 anni fa, ad una bambina sordo-muta, poi guarita. Una faticaccia, ma affrontata con gioia e spirito giovanile da tutti.

È seguito il pranzo comunitario e poi delle brevi visite a Marostica, la città degli scacchi e a Bassano, la città degli alpini, col tipico ponte e con le distillerie di grappa.

Per tutti è stata una giornata da ricordare, col proposito di ripetere anche l'esperienza di una unione tra Teglio e Cintello, nel segno della fede.

G.B.

 

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BOMBA IN VIA CANTON

 

All’inizio della primavera del 2002, in un terreno posto non lontano dal fiume Lemene in fondo a Via Canton, è venuta alla luce una bomba a mano inesplosa. Pur trattandosi di un residuato bellico coperto da abbondante ruggine, la prudenza ha suggerito al proprietario del fondo di interpellare i Carabinieri, i quali a loro volta hanno immediatamente avvertito gli artificieri affinché provvedessero a far brillare l’ordigno. Questi, giunti su posto il 20 maggio scorso hanno fatto esplodere la bomba con l’ausilio di una piccola carica di esplosivo.

Secondo gli esperti giunti da Padova, si trattava di una SIPE (Società Italiana Prodotti Esplodenti), bomba a mano difensiva con accensione a miccia, in dotazione all’esercito italiano durante la prima guerra mondiale. Gli artificieri hanno inoltre riscontrato che la bomba era parzialmente bruciata, segno che era stata innescata e lanciata ma non era esplosa. È probabile che l’abbandono dell’ordigno risalga al periodo della ritirata di Caporetto del 1917, quando la nostra zona fu teatro di scontri tra l’esercito italiano e quello austro-ungarico.

E.M.

 

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METTI UNA SERA A TEATRO

 

Il giorno otto giugno gli amanti del teatro hanno potuto assistere, presso il piazzale dietro la chiesa di Cintello, alla commedia "I pettegolezzi delle donne" messa in scena dalla compagnia teatrale "La Goldoniana" di S. Stino di Livenza. La vivace e coinvolgente rappresentazione teatrale, presentata ad un folto pubblico che era presente nonostante il brutto tempo, si rifaceva al testo scritto da Carlo Goldoni al quale però sono state apportate alcune modifiche; infatti è stata eliminata la figura di Arlecchino, famosissima maschera, e quella di due marinai veneziani e di un garzone napoletano, presenti nell'opera originale ma che, secondo gli autori, nulla avrebbero aggiunto alla vicenda narrata. Lo spettacolo teatrale allestito a Cintello faceva parte di un progetto molto più ampio posto in essere dai comuni di Cinto Caomaggiore, Gruaro, Pramaggiore e Teglio Veneto che aveva lo scopo di portare per il secondo anno consecutivo, quasi nelle case della gente, il "teatro nostrano", ovvero quello interpretato da compagnie locali, alcune appena nate e altre con una storia pluridecennale alle spalle, come "La Goldoniana" che si è esibita a Cintello. Il programma organizzato dai quattro comuni prevedeva la messa in scena di 21 spettacoli a partire dal 29 maggio fino ad arrivare al 16 novembre, serata in cui si è esibita a Teglio Veneto la compagnia "La Lanterna" che, con la commedia "La ciasa del Nonu" ha concluso questa seconda edizione di teatro amatoriale.

La speranza è che attraverso queste iniziative molte persone abbiano scoperto o riscoperto lo spettacolo teatrale che è così diverso dal cinema e dalla televisione.
Quando si è a teatro si è a contatto con uno o più attori i quali, attraverso l'uso della parola, del tono della voce e della gestualità riescono a catalizzare l'attenzione del pubblico trasmettendogli e risvegliandogli innumerevoli emozioni... e tutto questo avviene senza dover ricorrere a strabilianti effetti speciali o a scenografie particolari. Non è certo un'impresa da poco!

Luisa Daneluzzi

 

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EMILIA COMIN COMPIE UN SECOLO

 

Nel mese di agosto nella casa di riposo di Morsano, Emilia Comin ha tagliato il traguardo del secolo di vita. Nata a Cintello nel 1902, ha trascorso nel nostro paese la prima parte della sua vita, fino al matrimonio. Anche Il Gazzettino ha ricordato l’evento dedicandole un articolo che di seguito proponiamo.

 

Emilia Maria Comin, la sestense più anziana, taglierà oggi il prestigioso traguardo dei cent'anni. Vive da pensionata nella Casa di riposo di Morsano al Tagliamento, ma conserva una lucidità invidiabile, che i problemi di udito non sono riusciti a minare. Un tempo era una delle poche che sapevano "costruire" artigianalmente, con l'aiuto del padre sacrestano, le particole per l'Eucarestia.

La piccola nonna Emilia (è alta un metro e 50 centimetri), originaria di Cintello di Teglio Veneto, ha basato la sua intera esistenza su tre valori assoluti: la fede, il marito e il lavoro (faceva la domestica). Negli anni Quaranta aveva sposato Giuseppe Bernard, trasferendosi da Cintello alla pittoresca borgata dei Molini di Stalis, che oggi sono parte integrante del Parco letterario nieviano. Nella casa ristrutturata ai bordi del Lemene ora vivono i nipoti, poiché Elena e Giuseppe non ebbero mai figli. Il marito, agricoltore e pescatore ben noto in tutta la zona (molti, a Cordovado e Bagnarola, invidiano ancora le trote di grande pezzatura che sapeva catturare praticamente ogni giorno), morì una ventina d'anni fa. Lei, nonna Emilia, ha lavorato per mezzo secolo come domestica in diversi nuclei familiari di Portogruaro, la cittadina un cui era solita recarsi in bicicletta, coprendo chilometri e chilometri senza curarsi della pioggia, della neve o del sole, forte di una salute sempre invidiabile. «È merito della mia fede», ripeteva spesso. Un rapporto del tutto speciale, poi, era quello che la univa alla famiglia dei Gennaro, di Borgo Sant'Agnese, che sono stati parte integrante della sua vita.

Ma la signora Comin potrebbe raccontare anche una storia di fede, genuina e popolare, quella che la vide affiancare per 50 anni il padre sacrestano a Cintello, tenendo in ordine la chiesa e facendo in casa le particole che poi sarebbero state benedette. Domani, a festeggiarla, ci saranno tanti e tanti amici. (p.p.s.)

 

Da “Il Gazzettino” edizione di Pordenone del 18 agosto 2002

 

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UNA DOMENICA TANTO ATTESA

 

A che domenica si sta facendo riferimento nel titolo dell'articolo? Al 20 di ottobre. Probabilmente questa data non avrà un grande significato per la maggior parte dei paesani, ma sono sicura che gli anziani l'avranno riconosciuta, perché in quel giorno si sono riuniti presso le Opere Parrocchiali per il consueto pranzo annuale preceduto dalla funzione religiosa. Anche quest'anno il paese ha voluto rendere omaggio ai suoi anziani organizzando una domenica diversa dal solito: un succulento pranzo, preparato da alcune donne del paese, senza le quali molte iniziative non avrebbero luogo, e intrattenimenti vari che si sono conclusi solo nel tardo pomeriggio. Non resta che una cosa da aggiungere: arrivederci al prossimo anno con la grinta e l'allegria di sempre!

L.D.

 

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LUCCIOLATA 2002

 

Già da qualche anno anche a Cintello si svolge la "Lucciolata", la tradizionale manifestazione a favore della raccolta di fondi per l'associazione VIA DI NATALE. Questa realtà ha sede ad Aviano ed è in stretta collaborazione con il famoso Centro di Riferimento Oncologico. L'associazione nasce nel 1996 dalla necessità di garantire un'assistenza adeguata ai malati oncologici alla fine della loro vita. Grazie alla generosità di molti cittadini, si è potuto dar vita ad un hospice cioè una costruzone in grado di ospitare i malati terminali di cancro per i quali non vi è più l'indicazione di un trattamento chemioterapico o radioterapico volto alla guarigione o al rallentamento della malattia tumorale. L'hospice è situato al secondo piano della VIA DI NATALE vicino al centro di Riferimento Oncologico. L'assistenza è finalizzata alle cure palliative per offrire al malato e alla propria famiglia, sotto tutti gli aspetti, una qualità di vita migliore. I pazienti non hanno limiti di tempo per il loro soggiorno, possono ospitare per 2-3 settimane un loro parente, e sono seguiti da un team specializzato di medici, infermieri ed anche da un assistente spirituale per i momenti più critici. Per ogni necessità medica ci si appoggia al Centro di Riferimento Oncologico che è a pochi passi. Per concludere vorrei sottolineare l'importanza di iniziative e di associazioni di questo genere, auspicando una sempre maggiore partecipazione allle raccolte di fondi di questo genere.

Silvia Steccanella

 

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LA FESTA DELL’IMMACOLATA

 

Domenica 8 dicembre la nostra comunità ha festeggiato come tradizione, il giorno dell'Immacolata Concezione. Nonostante l'8 dicembre si sia abbattuta su tutta l'Italia un'ondata di gelo, la tradizionale processione per le vie si è svolta ed ha visto anche un numero non indifferente di partecipanti. Ma vogliamo ricordare qual'è il messaggio di questa ricorrenza?

In inghilterra ed in Normandia già nel sec. XI si celebrava una festa della Concezione di Maria; si commemorava l'avvenimento in sè stesso, soffermandosi soprattutto sulle sue condizioni miracolose (come la sterilità di Anna). Oltre questo aspetto aneddotico, sant'Anselmo mise in luce la vera grandezza del mistero che si attua nella concezione di Maria: la sua preservazione dal peccato. Dio ha voluto Maria per la salvezza dell'umanità, perchè ha voluto che il Salvatore fosse "figlio dell'uomo". Maria è venuta al mondo per volere di Dio che le ha assegnato il compito di portare in grembo suo Figlio. Essa non ha opposto resistenza al suo dovere, ha operato in maniera santa, con operosità. Essa non è una figura passiva, ma molto attiva. Ci insegna che bisogna più fare che parlare, preferire l'opera umile ma tenace e carica d'amore, mettersi a servizio anche quando si è chiamati a compiti importanti. Il mondo è stanco di parole, di gesti clamorosi, di chi si mette sempre al primo posto.

S.S.

 

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CINTELLESE IN FESTA PER I QUINDICI ANNI DALLA FONDAZIONE

 

 

Nel corso del 2002 la Società Ciclistica Cintellese ha festeggiato i 15 anni di attività: sono trascorsi infatti tre lustri dal lontano 1987 quando venne fondato il sodalizio sportivo. Il presidente Saverio Correra è orgoglioso del traguardo raggiunto dalla Cintellese; con lui operano Mario Bellia in qualità di vicepresidente, Luciano Berti, direttore sportivo, Lino Piccolo, allenatore, Renzo Gozzo direttore di corse.

La Cintellese ha oggi 19 tesserati: 8 giovanissimi, 8 esordienti, 2 allievi e 1 nella categoria mountain bike.

Quest'anno la nostra società ciclistica ha ottenuto delle importanti vittorie a livello giovanile nonché numerosi promettenti piazzamenti, distinguendosi tra le Società del Triveneto nella categoria Giovanissimi e in quella Esordienti. Ricordiamo che in questi anni la Cintellese ha dato al ciclismo un campione italiano e tanti giovani, alcuni dei quali si sono distinti nelle categorie dilettanti e tutt’ora corrono in altre società sportive.

Purtroppo l’anno appena concluso è stato caratterizzato da due gravi lutti. Il 5 maggio in un tragico incidente automobilistico ha perso la vita Dante Geremia, dirigente della società, la cui morte ha lasciato un grande vuoto a Cintello dove era molto conosciuto per la sua grande passione sportiva che fin da giovane lo aveva portato ad intraprendere l’attività ciclistica dapprima come corridore, poi come fondatore del Gruppo sportivo Cintellese.

La seconda dolorosa scomparsa è stata quella di Devis Danelon, ex ciclista della squadra, che ha perso la vita proprio mentre si stava allenando.

Ma dopo il lutto bisogna riprendere, la stagione continua, con Carrefour e Athena a sostenere le sorti del bilancio societario.

Lucia Versolato

 

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ANAGRAFE PARROCCHIALE

 

 

BATTESIMI

 

Alba Luca di Francesco e Maurutto Debora

nato il 18 gennaio 2002, battezzato il 12 maggio 2002

 

Battiston Sara di Boris e De Bortoli Susy

nata il 12 marzo 2002, battezzata il 14 settembre 2002

 

Brenelli Victoria di Vito e Marin Luana

nata il 4 luglio 2002, battezzata il 20 ottobre 2002

 

 

MATRIMONI

 

Stefanuto Francesco e Bennardo Loredana, sposati l’8 giugno 2002 a Cintello

 

Pezzot Nicola e Argenton Emanuela, sposati il 7 settembre 2002 a Cintello

 

Argenton Massimo e Daneluzzi Sara, sposati il 21 settembre 2002 a Cinto Caomaggiore

 

 

DEFUNTI

 

Mezzavilla Albina ved. Geremia, morta il 1° marzo 2002, di anni 91

 

Geremia Dante, morto il 5 maggio 2002, di anni 50

 

Giacomini Pilon Ruggero, morto il 7 ottobre 2002, di anni 79

 

Maganza Anna Maria ved. Argenton, morta il 9 ottobre 2002, di anni 92

 

Bolis Bruna ved. Pesenato, morta il 1° novembre 2002, di anni 85

 

Petraz Adele ved. Mestriner, morta il 12 dicembre 2002, di anni 77

 

 

 

 

PRIMA COMUNIONE

 

Il 19 maggio, otto bambini di Cintello, devoti ed emozionati, hanno vissuto uno dei momenti più intensi della loro giovane esistenza, quello della Prima Comunione assieme ai loro amici di Teglio: Cicuto Stefano, Duri Leonardo, Scala Rossella, Scatigno Gabriele, Stefanuto Alberto, Stefanuto Federica, Vanzin Martina e Zoccarato Ilario.

La festa si é svolta due volte: prima a Teglio Veneto e, nella domenica successiva, a Cintello, per coinvolgere positivamente le due comunità consorelle, al di sopra di ogni divisione e campanilismo.

Questi bambini, con la loro preparazione, la loro preghiera e la loro innocenza, sono stati il più bel messaggio cristiano a tutta la comunità, per una partecipazione più sentita e assidua alla S. Messa e alla S. Comunione.

 

 

9 Marzo   CRESIMA

 

Con la S. Messa pre-festiva del sabato sera il nostro Vescovo Ovidio Poletto ha conferito il sacramento della Cresima o 26 giovani: 20 di Teglio e 6 di Cintello: Cicuto Oscar, Farenci Marco, Gruarin Fabio, Steccanella Greta, Stefanuto Giulia, Tesser Alessandra.

Due comunità unite nella fede e nella celebrazione di un importante sacramento. I cresimati sono chiamati in prima persona a confermare seriamente la loro fede e a dimostrarsi cristiani maturi e coraggiosi, soggetti non più passivi nella comunità, ma in grado di dare il loro apporto con le parole e con le opere.

La preoccupazione maggiore espressa dal Vescovo stesso, è quella che la Cresima diventi invece il sacramento dell'abbandono, anziché quello della maturità cristiana.                                                                       Per questo ha raccomandato caldamente: "Non smarrite l'indirizzo di questa casa...” Il problema più importante si chiama quindi continuità.

 

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Numero unico della parrocchia di Cintello di Teglio Veneto (Ve)
E-mail: cintello@libero.it
Sito internet: http://digilander.libero.it/Cintello/SulLemene/Index.html
Resp. don Giacinto Biscontin
Stampa: Portografica (Portogruaro/Ve)
Composizione: Compset (Portogruaro/Ve)

Si ringraziano tutti coloro che hanno contribuito in qualsiasi modo alla buona riuscita del giornale.

 


 

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