Bollettino della comunità di Cintello (Ve) a cura del gruppo "Cintello Giovani"

Sul Lemene

Natale 2001


Un Natale di Pace, nonostante tutto

 

Siamo ormai a Natale, coi suoi segni e i suoi richiami alla pace, all'amore, alla fratellanza. Ma nel nostro orizzonte sta la guerra, che ha ormai preso il sopravvento in tutti i media. Prima l'attacco terroristico dell'11 settembre negli USA e poi le azioni di guerra, di ritorsione e di rappresaglia sull'Afganistan, con lo scopo di scovare Bin Laden.

Ultimamente, si sono intensificati gli attacchi suicidi palestinesi e le conseguenti azioni di guerra, come risposta da parte israeliana, proprio nella terra di Gesù.

Eppure, con la forza che ci viene dalla fede e dal nostro umanesimo, sappiamo che la guerra, l'odio, il terrorismo, mai hanno avuto l'ultima parola

Nel momento della paura, del trionfo dell'odio, dal profondo dell'animo osiamo ripescare il linguaggio della pace e della speranza.

Vogliamo però che anche la politica e la finanza internazionale siano ripulite da ogni criminale sfruttamento dei deboli, per togliere ogni giustificazione alla violenza.

E vogliamo ribadire ancora una volta con forza che non esiste nessuna guerra santa, ma solo la pace é santa e benedetta da Dio.

E il Signore Gesù, mite re di pace che nasce nella grotta di Betlemme, sia portatore di pace ad ogni nostra famiglia e a questa povera e martoriata umanità.

 Buon Natale e felice 2002

 Don Giacinto Biscontin


IL "BENEFICIO” E LA CHIESA PARROCCHIALE DI CINTELLO

Noterelle per una storia delle proprietà ecclesiastiche nella nostra comunità

 

 

E questo sia suggel ch'ogn'uomo sganni

(Dante - Inferno, canto XIX)

 

Il Beneficio Parrocchiale

Non si hanno notizie precise sulla nascita della parrocchia di Cintello, di certo sappiamo però che fin dalle origini la nostra comunità cristiana era soggetta alla pieve di Cordovado. Già a partire dalla fine del Quattrocento iniziamo a trovare i nomi di alcuni cappellani che si occupavano della cura d’anime di Cintello. Ferma restando la dipendenza dalla pieve cordovadese, tali sacerdoti venivano “stipendiati” direttamente dai nostri compaesani di allora, non potendo usufruire del quartese come accadeva in altri luoghi. Infatti, in seguito ad un privilegio concesso dai vescovi al Capitolo di Concordia (una congregazione di sacerdoti che officiava nella cattedrale), il diritto di riscossione del quartese in quello che era il territorio dell’antica pieve di Cordovado, passò nelle mani dei canonici. Per questo motivo con il passare dei secoli, a mano a mano che Cintello procedeva il cammino verso l’autonomia parrocchiale (raggiunta solo nella seconda metà del XVI secolo), si andò costituendo una piccola dote beneficiaria destinata al mantenimento dei cappellani prima e dei parroci dopo. Si trattava di appezzamenti di terra situati entro i confini della nostra parrocchia o nelle immediate vicinanze, quasi tutti di modeste dimensioni. Per i secoli più lontani da noi non siamo in grado di indicare la consistenza precisa di tali beni, né il momento preciso e le modalità con le quali furono accorpati al Beneficio.

Da una dichiarazione presentata alle autorità veneziane il 28 dicembre 1769 dal parroco don Giuseppe Brunetti, si apprende che allora il Beneficio consisteva in una casa dove egli abitava dotata di “cortivo e orticello” e di alcuni “pezzetti di terra tutti A.P.V. (arativi piantumati e vitigati), uno chiamato Fornase nelle pertinenze di Teglio, altro Pelose nelle pertinenze di Cordovado, altro Pradaz, altro Saccona, altro Malafin, ed altro Casaletto nelle pertinenze di questa villa” per un totale di oltre 10 campi (pari a circa 35.000 m2). Tutti i campi venivano fatti lavorare a bovaria e da essi ogni anno si potevano ricavare in tutto 6 stara di frumento, 5:2 stara di sorgoturco, 10 orne circa di vino, più qualche altro modesto quantitativo in legumi. D’altro canto sul curato gravavano alcune spese che egli doveva sostenere di tasca propria, ad esempio per l’acquisto dell’olio della lampada del SS.mo e per svolgere le celebrazioni festive.

Per avere un’altra rilevazione delle proprietà, bisogna attendere il primo vero catasto, il cosiddetto Catasto Napoleonico risalente al 1810. Sfogliando i grossi registri relativi al comune di Teglio, cui era appena stato aggregato Cintello, si può ricavare una precisa descrizione delle particelle con il nome del proprietario, la denominazione del fondo, l’estensione ed il reddito catastale. Da uno spoglio operato presso l’Archivio di Stato di Venezia, dove tali registri si conservano, risulta che l’ente “Beneficio  Parrocchiale di Cintello” era proprietario della casa di abitazione del parroco e di 7 appezzamenti di terra, dei quali solamente uno raggiungeva un’estensione ragguardevole. In tutto la superficie era di 26,25 pertiche quadrate, pari a 26.250 m2 (1 pertica quadrata equivale a 1000 m2). Dalla lettura dei dati sin qui esposti si può concludere che tutto sommato si trattava di un patrimonio sufficiente per poter garantire ai parroci pro tempore di Cintello un reddito che, sommato alle elemosine e ad altri piccoli introiti, assicurava una dignitosa sopravvivenza.

 

Elenco dei beni del Beneficio parrocchiale di Cintello (1810):

N° mappale

Qualità

Denominazione

Superficie (pertiche2)

713*

Casa ad uso proprio

Cintello

0,94

674

Orto

Casale

0,23

688

Aratorio

Lodet

0,56

712

Zerbo con moroni

Cintello

0,30

714

Orto

Cintello

0,70

737

Prato vitigato

Cintello

0,83

776

Aratorio Vitigato

Roiatta

3,19

817

Aratorio Vitigato

Prato

20,44

*Si tratta della casa canonica

 

I beni della Chiesa

Finora si è unicamente parlato di beni appartenuti al Beneficio parrocchiale, da non confondersi assolutamente con i beni della Chiesa di Cintello. Questi ultimi infatti, frutto di pii lasciti che devoti fecero nel corso dei secoli, dovevano servire al mantenimento della Chiesa di San Giovanni Battista, ossia costituivano gran parte del reddito della cosiddetta “fabbrica”. Anche in questo caso, grazie al Catasto Napoleonico, possiamo conoscere la precisa consistenza dei beni immobili all’inizio dell’Ottocento.

 

Elenco dei beni della Chiesa Parrocchiale di Cintello (1810):

N° mappale

Qualità

Denominazione

Superficie

(pertiche2)

733

Casa d'affitto

Cintello

0,25

687

Aratorio Vitigato con moroni

Malafin

3,03

733

Casa d'affitto

Cintello

0,25

750

Aratorio Vitigato

Levona

2,87

761

Aratorio Vitigato

Fornasi

7,94

790

Aratorio Vitigato

Riva

1,84

820

Aratorio Vitigato

Prato della Chiesa

1,75

829

Aratorio Vitigato

Seconins

3,13

830

Aratorio Vitigato

Seconins

1,90

803*

Aratorio Vitigato

Saccona

8,04

600**

Aratorio Vitigato

Badia

3,22

 

* Terreno destinato all’acquisto dell’olio per la lampada del SS.mo

** Terreno situato nel comune censuario di Gruaro

 

Ma nel corso del XIX secolo, dopo essere scampati alle confische napoleoniche, tali proprietà non passarono indenni alle “Leggi eversive” del Regno d’Italia. Il regalo di nozze che la casa Sabauda fece al Veneto entrato nel nuovo Stato nel 1866, fu l’esproprio e la successiva messa all’asta dei beni del cosiddetto “Asse ecclesiastico”, vendita che non sortì gli effetti sperati in termini finanziari e che portò molte di quelle proprietà nelle mani di pochi ricchi, a tutto svantaggio dei poveri contadini. A Cintello fortunatamente si riuscì a limitare il danno, grazie al provvidenziale e generoso intervento della comunità che riuscì a riacquistare buona parte dei terreni della Chiesa, intestandoli però ad un privato.

 

Ai giorni nostri

Molti si chiederanno che fine hanno fatto tutte queste proprietà, o meglio quelle giunte fino ai nostri giorni. Ebbene, del patrimonio un tempo appartenuto alla Chiesa, poi passato alla Parrocchia, rimane solamente un unico campo. Il resto dei terreni fu venduto nel 1913 per poter racimolare i fondi necessari per il completamento del campanile.

Il Beneficio Parrocchiale invece non esiste più. Come è noto nel 1984 c’è stata la famosa revisione del Concordato che dal 1929 regola i rapporti tra lo Stato Italiano e la Chiesa. In quell’occasione fu stabilita la soppressione di tutti i benefici ecclesiastici ancora esistenti e l’incameramento delle loro proprietà, eccezion fatta per le case canoniche, da parte di enti appostamente creati. L’evoluzione economica avutasi nel corso del secolo scorso, imponeva un adeguamento anche nelle forme di retribuzione dei sacerdoti i quali ora vengono stipendiati direttamente dall’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero (I.D.S.C.) con i proventi di tutti i beni già appertenuti ai singoli benfici,  a cui vanno sommate la quota del cosiddetto “otto per mille” e le libere contribuzioni dei cittadini. Alcuni anni orsono, per ragioni di opportunità legate ad una migliore gestione delle risorse patrimoniali, i responsabili di tale Istituto hanno ritenuto necessario vendere le proprietà di Cintello, per provvedere all’acquisto di appezzamenti concentrati in altre zone.

Purtroppo molte persone di Cintello, per la mancanza di informazione in materia, hanno ritenuto la vendita un’autentica usurpazione, pensando che quelle sostanze si sarebbero potute utilizzare diversamente, ad esempio per finanziare il restauro della chiesa.

Vorremmo perciò rassicurare doppiamente quanti hanno temuto di essersi trovati di fronte ad un azione scorretta da parte della Curia, dicendo loro che era nei pieni diritti dell’I.D.S.C. compiere quell’atto e che comunque la Parrocchia non avrebbe mai potuto in alcun modo disporre di quei terreni.

Una volta, in tempi in cui i sacerdoti non mancavano, il rischio per le piccole comunità era di non avere un beneficio sufficiente per mantenere un parroco. Ora che questo problema è stato superato,  la carenza di sacerdoti ha trasformato in un lusso per un piccolo paese come il nostro la presenza stabile di un parroco. E forse su questo, più che sulla gestione delle proprietà fondiarie, dovrebbero riflettere tutti coloro a cui sta veramente a cuore la sopravvivenza della parrocchia.

Eugenio Marin

Bibliografia: E. DEGANI, La diocesi di Concordia, Udine 1924; E. MARIN, La pieve di Cordovado matrice di Cintello e di Morsano in: “la bassa”, n° 29, 1994, pp. 35-41; Storia d’Italia Einaudi, vol. 13; Enciclopedia Universale Rizzoli Laorusse, 21 voll., Milano 1966-1999.

Fonti d’archivio: A.S.Ve., Catasto Napoleonico, Sommarioni dei comuni di Teglio (n° 115) e Gruaro (n° 104); A.S.Ve., Soprintendenti alle Decime del Clero, b. 87; A.Parrocchiale Cintello, b. 12, fasc. H (Costruzione del campanile).


Cari Cintellesi…

 

Carissimi amici di Cintello, sono già passati nove mesi da quando il Vescovo Ovidio Poletto mi ha affidato la cura pastorale della Parrocchia di San Giovanni Battista, dopo le dimissioni di don Jacek Cocik, passato ad altri compiti presso l'ospedale di Portogruaro.

Ho avuto modo di incontrare due volte il Consiglio Pastorale e molte di più quello economico. Ho trovato tanta gente buona, comprensiva e disponibile al dialogo e alla collaborazione. Una Parrocchia piccola, ma ancora viva, che conserva gelosamente la propria fede e le proprie tradizioni e vuole continuare così.

Con la conduzione di due Parrocchie, é evidente che la mia presenza non potrà essere sempre così assidua. Ho voluto continuare con la collaudata esperienza di don Elvio, ai tempi della malattia di Don Giuseppe. La S. Messa viene celebrata al sabato, alla domenica e al mercoledì; il catechismo viene impartito a Teglio Veneto, dove i ragazzi vivono già assieme l'esperienza scolastica.

Nel tempo pasquale ho visitato quasi tutte le famiglie, dove sono sempre stato ben accolto.

Certamente ci vorrà un po' di pazienza per far quadrare gli orari, ma in definitiva cercherò di immedesimarmi con le problematiche di tutti come prete, amico e famigliare.

Spero che abbiate anche un po' di comprensione se non sarò in grado di soddisfare tutte le vostre aspettative e ad essere sempre in linea coi vostri pensieri ed i vostri progetti. Accettatemi con i pregi, ma anche con i difetti che sono tanti e che fanno, purtroppo, parte anch'essi del mio bagaglio. Abbiamo tanti problemi con le strutture della Chiesa e tanti debiti da saldare, ma vi chiedo soprattutto il sostegno della preghiera, per andare avanti.

 Don Giacinto Biscontin


RICORDANDO PADRE GINO PINOS

 

Il 20 giugno scorso in Bangladesh, terra che lo ha visto per 52 anni missionario, si è spento cristianamente padre Gino Pinos. Padre Gino, al secolo Luigi Pinos, era nato il 4 gennaio 1921 nella parrocchia di Portovecchio. Nel 1927 la sua famiglia si trasferì a Cintello, fu qui che egli frequentò le scuole elementari e dove maturò in lui la vocazione missionaria. Nel 1934 entrò nel seminario del Pime di Treviso e nel 1945 fu ordinato sacerdote. In attesa di essere inviato in terra di missione svolse le funzioni di cappellano a Concordia Sagittaria fino al 1948, quando finalmente poté partire per il Bangladesh, che allora si chiamava Bengala Orientale. Nelle rare occasioni in cui ha fatto ritorno in patria, non mancava mai di fare una visita anche alla nostra parrocchia, che egli portava sempre nel cuore: in molti ricorderanno ancora la sua imponente figura e quel suo volto mescolato da una folta barba bianca, che tuttavia non nascondeva un'espressione di saggezza e di bontà.

Per rendere omaggio a padre Gino vogliamo proporre un brano tratto dalla sua autobiografia, in cui egli si sofferma a raccontare alcune vicende legate alla propria infanzia trascorsa a Cintello.

“Un giorno, a scuola, eravamo in seconda elementare, la maestra ci stava narrando la storia della passione di Gesù. Era la prima volta che la sentivo e ben presto mi venne tanta voglia di piangere. Ad un certo momento questa voglia fu così forte che non ce la facevo più. Non volevo però che gli altri ragazzi vedessero il mio pianto; ormai, in seconda ero un bambino grande…Diedi così una sbirciatina a Carlo, il mio compagno di banco, quella sbirciatina mi rassicurò: Carlo piangeva senza badare a nessuno e le lacrime gli lavavano il viso.

Volevo tanto bene a Carlo e lo ammiravo; non c’erano complimenti fra noi, tutt’e due eravamo nati e crescevamo nel ruvido ambiente contadino, per nessuna cosa al mondo avrei torto un capello a lui e lui a me. Carlo aveva capelli lisci e grandi occhi chiari; la sua casa era ai piedi della gradinata del sagrato. La mamma era morta, in compenso egli aveva una nonna che l’adorava. Egli non mancava fin da piccolo di venire, pioggia o vento, a servir messa tutte le mattine. Il nostro vecchio prete, don Antonio, avvolto nel suo immenso mantello nero, aspettava l’ora di messa seduto sul suo seggiolone, in un angolo della sacrestia; da lì, guardando fuori dalla finestra egli dominava la gradinata. Quando Carlo spuntava, il vecchio prete, volgendosi ad Osvaldino, il sacrestano, mormorava: “Arriva Carlo! Suonate il bot”.

Don Antonio era un uomo monumentale: i suoi scarponi erano sempre slegati, perché, essendo molto grosso, faticava ad abbassarsi per legarseli. La sua tonaca era alquanto corta, di stoffa grossolana e con vistosa infioritura di “frittelle” sul davanti. I suoi occhi, piccoli, sporgenti e seminascosti fra le palpebre, erano protetti da due lente piccole e spesse; si sarebbe detto che le avesse ereditate direttamente da Camillo Benso conte di Cavour. Dei capelli gli era rimasta soltanto un’ampia corona, che gli scendeva sul collo, corto e tozzo e gli teneva oleato ed inforforato il collare della tonaca.

Per insegnarci la dottrina, don Antonio ci faceva sedere, tutt’intorno a sé, su panche in sacrestia. In mano teneva sempre una lunga canna, destinata a cadere sulle nostre teste irrequiete. Dalla parte sottile però quella canna era così fessa che nel contatto col nostro capo sprigionava un monte di fracasso, senza farci alcun male.

Quante cose ci sapeva dire quel prete, eppure da quanto fascino e da quanto arcano restava circondata la sua persona! Per noi egli era un mondo da scoprire. Anche i nostri papà, parlando di lui, tenevano il cappello in mano ed erano impacciati come se fossero ragazzini essi pure, come noi.

Carlo era l’ombra del vecchio prete, conosceva le sue mosse e le sue debolezze; quando dopo la Comunione don Antonio si curava a purificare la patena sul calice, Carlo lì vicino a lui, si rizzava sulla punta dei piedi, allungava la mano ed anche lui dava col ditino dei piccoli colpi sulla patena, per far cadere nel calice i frammenti che il prete, miope, non vedeva.

Crescemmo ed un giorno io entrai in seminario, Carlo invece andò a fare il meccanico. Poi venne la guerra; tutti partirono e, quando finalmente il grande castigo cessò, tutti gli altri tornarono, Carlo però non tornò più. Mi sono rimasti ancora tanti amici, eppure ogni volta che penso al mancato ritorno di Carlo, sento gli occhi gonfiarsi, proprio come tanti anni fa, quando seduti sul banco piangevamo per Gesù. Oh Carlo, quante volte, da giovane seminarista, mi sono chiesto e continuo a chiedermelo ancora oggi (ormai sono diventato anch’io grosso e anziano come don Antonio): Perché mai il Signore ha chiamato a fare il prete me e non ha chiamato te!”

(Da Taraganj. Il mercato delle stelle di Padre Gino Pinos)


ANNO SABBATICO PER LA SAGRA DEL BISAT

 

I festeggiamenti della Sagra del Bisat costituiscono un evento alquanto radicato nella tradizione popolare del Paese e sono diventati nel tempo una delle feste storiche di Cintello. La Sagra nata quasi venti anni fa, unica nei dintorni per il soggetto protagonista, è diventata un appuntamento irrinunciabile per gli abitanti di Cintello e per tutti coloro che numerosi anche da fuori paese la frequentano annualmente. Quest’anno l’estate è arrivata, trascorsa e terminata senza lo svolgimento della Sagra con vivo rammarico degli organizzatori, dei Cintellesi e di quanti ritenevano immancabile questo appuntamento di festa.

Durante il corso del 2001 si sono svolti alcuni lavori di restauro della Chiesa e dell’edificio delle Opere Parrocchiali, che hanno reso inagibili le strutture, da sempre utilizzate dal comitato organizzatore, anche nel periodo dedicato alla preparazione e allo svolgimento della Sagra del Bisat.

Ricordiamo che la festa nasce all'inizio degli anni '80 ad opera di un gruppo di persone, il cui scopo era quello di creare una struttura, non fine a se stessa, ma in grado di raccogliere fondi da devolvere alle associazioni locali ed in beneficenza e da utilizzare per lo svolgimento di alcune importanti giornate di festa (giornata dell’anziano, giornata della festa della befana dedicata ai bambini…). In particolare l’esigenza più sentita era la raccolta di fondi per restaurare l’edificio delle Opere Parrocchiali, gravemente lesionato a causa di un cedimento strutturale. Una volta sistemato, l’oratorio delle Opere Parrocchiali è diventato nel corso degli anni la base logistica della Sagra del Bisat e il punto di riferimento per il Comitato Festeggiamenti. I problemi creati dallo svolgimento dei nuovi lavori di restauro, hanno fatto emergere con più convinzione la necessità di disporre di un edificio stabile posto nell’area dedicata alla festa, e rispettoso delle numerose leggi sanitarie che regolano la ristorazione. Da queste motivazioni nasce la richiesta del Comitato Sagra del Bisat di avere una struttura autonoma da destinare in modo permanente allo svolgimento della sagra.

L’area, su cui costruire l’edificio, è stata individuata accanto alla lottizzazione “La Rosa”, in via Viola, dove da un paio d’anni si svolge la festa. Il progetto è stato sviluppato dall’Amministrazione del Comune di Teglio Veneto su indicazioni del Comitato Festeggiamenti, e la sua realizzazione dovrebbe avvenire nei primi mesi dell'anno prossimo. Il nuovo edificio non è stato concepito in sostituzione della struttura delle Opere Parrocchiali, bensì per essere complementare, diversificando le attività che si svolgeranno nei due luoghi.

La nuova costruzione si porrà all’interno di un’area di circa 3500 mq rispondendo così alle esigenze di spazio della festa e alle richieste dei giovani Cintellesi che lamentano la mancanza di un’area destinata a parco adatta per svolgere attività sportive e ricreative.

La superficie individuata si inserisce fra la lottizzazione “La Rosa” di via Viola e la schiera di villette poste in via Matteotti. Il progetto prevede di edificare l’edificio al centro di quest’area, di costruire verso sud un campo polivalente per basket, pallavolo, calcetto, tennis, e di destinare a parco la zona nord. Un camminamento pedonale garantirà il collegamento tra l’attuale via Luigi Ciol, le strutture dell’intera area e la via Matteotti.

L’edificio, che misurerà circa 120 mq, ospiterà la sala polifunzionale, la cucina permanente, il magazzino, i servizi per il pubblico e per il personale e le griglie protette da un porticato.

Il campo polivalente, realizzato in conglomerato cementizio, si presterà allo svolgimento di numerosi sport e, nel corso dei festeggiamenti, sarà utilizzato come base per la struttura coperta dove si intratterranno i visitatori. Durante il periodo della festa, inoltre troveranno posto anche i chioschi enogastronomici, la pista da ballo e il palco per l’orchestra e la struttura per una possibile pesca di beneficenza distribuiti in modo raccolto e funzionale.

La realizzazione di questo nuovo parco rappresenta un’opportunità di crescita e rinnovamento per la comunità di Cintello e per la Sagra del Bisat.


IL RESTAURO DELLA CHIESA

Conclusi i lavori di consolidamento all’edificio di culto

 

Al termine dell'anno 2000, l'articolo di fondo di questa rivista, appariva carico di delusione per il mancato avvio dei lavori di restauro della chiesa di Cintello. Le osservazioni e i commenti a tale riguardo erano quanto mai pieni di amarezza, per non dire carichi di disfattismo.

Per fortuna la lentezza della burocrazia non é infinita, ed in questo anno, finalmente, i lavori sono iniziati e sono giunti quasi al loro termine (mancano soltanto alcune finiture).

Con l'aggiudicazione dell'appalto, sono iniziati a giugno i primi due lotti, sotto la direzione dell'ing. Arturo Busetto.

TIRANTATURE

Le murature presentavano varie lesioni e scollature soprattutto a livello del transetto di sinistra e dell'innesto della navata con la sacrestia, a causa di varie aggiunte ed ingrandimento cui la chiesa stessa era stata sottoposta in un passato abbastanza recente.

Con perforazioni lungo tutti i muri perimetrali, sono state inserite delle barre d'acciaio, opportunamente tenute e tese mediante piastre di ancoraggio a croce, in ferro battuto, abbastanza in sintonia estetica con la vetustà dell'edificio.

PALIFICAZIONI

Il terreno non del tutto solido, in parte di riporto ed in parte soggetto alle infiltrazioni del Lemene, aveva provocato un leggero sprofondamento delle strutture della sacrestia e del transetto di sinistra. Sono state, perciò inserite con apposita macchina delle palificazioni, fino alla profondità di oltre 10 metri e quindi è stato effettuato un getto di cemento armato, lungo i muri perimetrali che guardano il fiume.

Il processo di scavo e di rinforzo ha riguardato il salone dell'oratorio e tutta la sacrestia, il cui pavimento ha dovuto essere completamente sostituito. Come completamento, é stato sostituito anche l'impianto di riscaldamento che correva sotto la pavimentazione e mostrava già diverse perdite. Queste operazioni hanno reso praticamente inagibile sia la chiesa che il salone dell'oratorio, per cui, per alcune settimane, le sacre funzioni sono state celebrate nella chiesa di S. Antonio.

TETTO

Il ripasso del tetto apparteneva al terzo lotto di lavori e doveva essere eseguito successivamente, ma le condizioni della copertura erano decisamente precarie, con varie perdite, per cui si è pensato di procedere anche a questo intervento. Esso ha previsto la ripulitura della copertura, la posa di onduline, la sostituzione parziale dei coppi deteriorati ed il loro fissaggio con schiuma chimica, per evitare il loro scivolamento causato da eventi atmosferici e dalle vibrazioni del traffico. Purtroppo, alcune coperture in legno sopra gli altari e la cupola erano completamente fradice e hanno dovuto essere sostituite. Sono pure state rimosse le vecchie grondaie e sostituite con delle nuove e con dei pluviali in rame.

Ora manca l'adeguamento dell'impianto elettrico (costo circa 20 milioni) ed infine la tinteggiatura (costo da valutare).

La chiesa, per il momento è sicura ed accogliente, ma serve ben poco se i fedeli di Cintello non la frequentano: la Chiesa fatta di persone è più importante di quella di mattoni.

Don Giacinto


IN VINO… VENETAS

 

Il suo spirito aleggia in molte trasmissioni televisive, la gente ne parla per strada, nei treni e negli autobus; durante le cene è ormai sulla bocca i tutti…o quasi.

Chi, Bin Laden? Ma no, stavamo parlando del vino!!!

Il vino la fa da padrone in molti programmi televisivi, sia come protagonista “(Sapore di vino” su Retequattro) sia come ospite fisso (“Quelli che il calcio...” al fianco di Bruno Pizzul su Rai Due), sia come ospite occasionale in moltissime altre trasmissioni.

La sua riscoperta, anche da parte dei giovani, spesso attenti più alla qualità che alla quantità, è uno dei trend culturali del nuovo millennio, ed ha portato alla nascita di molti wine bar, enoteche e locali dove alla tradizionale buona cucina vengono affiancati vini di elevata qualità, per non dire pregiati.

Con il presente articolo non vogliamo né fare demagogia sul consumo o meno di vino o entrare in argomenti poco consoni alla (poca) serietà di chi scrive; vorrei solo essere di aiuto a chi, una sera, decidesse di andare a bere un buon bicchiere di vino nelle nostre zone.

L’elenco dei locali che vengono sotto elencati è frutto esclusivamente di esperienze personali; non si offenda dunque chi non è citato; ci inviti e saremo felici di andarlo a trovare e inserirlo nell’elenco….ovviamente se il suo vino ci soddisferà.

 

Bar Roma (Portogruaro, Piazza della Repubblica): per veri intenditori; l’offerta, che comprende vini da tutte le regioni d’Italia e alcune pregiatissimi vini esteri, varia a seconda del periodo dell’anno, ma qualitativamente resta sempre elevatissima; Barbera d’annata, Rosso di Montepulciano, Sassicaia, vini californiani, vini bianchi barricati, il tutto accompagnato da cicchetti di pari livello qualitativo. Per un aperitivo di gusto.

 

Osteria al Campanile: (Portogruaro, Via Roma, dietro il Duomo): molto accogliente, vi si respira l’antico spirito delle nostre tradizioni; offre piatti tipici accompagnati da ottimi vini della zona; molto frequentato durante l’aperitivo del fine settimana.

 

“Al Bacaro” (Portogruaro, via Martiri della Libertà): storico nello spirito, nuovo nella gestione, il locale offre vini di elevata qualità che rispecchiano questa caratteristica: ai classici pregiati si affiancano le nuove frontiere della produzione vinicola, soprattutto delle nostre zone.  Da provare.

 

Enoteca alla Porta (Cordovado, Via Btg. Gemona): questa enoteca di recente apertura si è imposta all’attenzione generale per la varietà e la qualità dei vini che offre. Oltre ai migliori vini veneti e friulani, in particolare i rossi barrique ed bianchi del Collio, consigliamo di provare i vini cileni una delle autentiche chicche del locale. Fulmine a ciel sereno.

Gabriele Rizzetto

 

L’ANIMA DEL VINO

 

Dentro le bottiglie cantava una sera l’anima del vino:

“Uomo, caro diseredato, eccoti un canto pieno

di luce e di fraternità da questa prigione

di vetro e da sotto le vermiglie ceralacche

 

So quanta pena, quanto sudore e quanto sole

Cocente servono, sulla collina ardente,

per mettermi al mondo e donarmi l’anima;

ma non sarò ingrato né malefico,

 

perché sento una gioia immensa quando scendo

giù per la gola d’un uomo affranto di fatica,

e il suo caldo petto è una dolce tomba

dove sto meglio che nelle mie fredde cantine.

 

Senti come echeggiano i ritornelli delle domeniche?

Senti come bisbiglia la speranza del mio seno palpitante?

Vedrai come mi esalterai e sarai contento

Coi gomiti sul tavolo e le maniche rimboccate!

 

Come accenderò lo sguardo della tua donna rapita!

Come ridarò a tuo figlio la sua forza e i suoi colori!

Come sarò per quell’esile atleta della vita

L’olio che tempra i muscoli dei lottatori!

 

Cadrò in te, ambrosia vegetale,

prezioso grano sparso dal Seminatore eterno,

perché dal nostro amore nasca la poesia

che come un raro fiore s’alzerà verso Dio!”

 

Charles Baudelaire


CRONACA PARROCCHIALE 2001

 

La festa di San Valentino

Domenica 18 febbraio si è svolta la tradizionale festa di San Valentino, solennità molto sentita nella comunità di Cintello. Dopo la Santa Messa delle 14,30 concelebrata dai parroci dei paesi vicini, ha avuto luogo la processione, alla quale, grazie anche alla giornata quasi primaverile, hanno partecipato moltissimi devoti provenienti anche da fuori paese, richiamati da una tradizione che può vantare più di quattro secoli di storia. I documenti d'archivio testimoniano infatti che fin dal 1584 esisteva un altare intitolato a Valentino, prete e martire, invocato contro l'epilessia (mal di San Valentin) ed inoltre già allora era stata eretta la "scuola" devozionale che tuttora sussiste. Un appuntamento rimasto inalterato nei secoli è proprio l'iscrizione alla confraternita a cui fa seguito l'acquisto del pane benedetto, la cui distribuzione può essere considerata una traccia degli antichi scopi di carità e solidarietà che tale pia associazione aveva in origine. Ben poco è rimasto invece della sagra "profana" con tanto di ballo ed altri intrattenimenti che fino a qualche decennio fa si teneva in concomitanza con la festa religiosa. Molti la ricordano ancora, non solo perché era la prima dell'anno, ma soprattutto per il gran numero di bancarelle che vi si potevano trovare e per la particolarità dei prodotti venduti: in particolare arance e lupini in salamoia facevano la gioia di grandi e piccoli tanto che la festa era stata ribattezzata la "sagra deli naransi e dei luvins".

E.M.

 

Teatro in Piazza

Grande successo per le "Baruffe" di Goldoni

Sabato 14 luglio si è svolto un evento culturale destinato a rimanere impresso negli annali della piccola comunità cintellese. Il suggestivo spazio antistante la chiesa, antica piazza del paese, è ritornato per una sera ad essere il cuore pulsante della vita comunitaria. A far convenire quasi 200 persone è stata la rappresentazione di una delle più famose commedie di Carlo Goldoni, “Le baruffe chiozzotte”, messe in scena dalla compagnia “Piccolo teatro città di Sacile”. Grazie alla bravura degli attori, guidati dal valente regista Flavio Rover, che hanno magistralmente interpretato questa non facile opera goldoniana, il folto pubblico è stato letteralmente rapito per più di due ore durante le quali si è sviluppato l’intreccio. Uno straordinario affresco del mondo dei pescatori chioggiotti, che dietro la parodia cela un complesso sistema di valori e sentimenti. Il tutto scandito dal concitato ritmo della baruffa sempre in corso, cadenzato dalla musicalità del dialetto veneziano, solo camuffato da chioggiotto per rendere un atmosfera. E così poco importa se molte parole sfuggono, se non se ne comprende il significato letterale; ciò che conta è il contesto più generale. Per questa iniziativa va anche un plauso all’amministrazione comunale per aver organizzato la manifestazione e soprattutto per aver scelto come sede Cintello, quest’anno orfano della tradizionale sagra paesana. Dall’ultima volta che si era svolta un’analoga rappresentazione in paese sono trascorsi ben 15 anni, ci auguriamo di non doverne attendere alltrettanti per rivederne un’altra di simile. A tale proposito ci permettiamo di avanzare pure una proposta: la prossima volta perché non pensare ad un’opera recitata in friulano, per sottolineare così la posizione di cerniera tra cultura veneta e friulana del nostro paese?

E.M.

 

LA GIORNATA DELL’ANZIANO

Il giorno 16 settembre agli anziani del nostro paese è stata data l’opportunità, come ogni anno, di ritrovarsi fra loro per alcune ore in occasione dell’ormai immancabile Giornata dell’anziano.

Dopo la funzione celebrata da don Giacinto, durante la quale i nostri genitori e nonni hanno ringraziato Dio per ciò che hanno ricevuto nella vita e per quello che ancora riceveranno, la festa è proseguita nel salone delle Opere Parrocchiali dove, fino a pomeriggio inoltrato, questi “giovani di ieri” hanno potuto gustare un delizioso pranzetto offerto da Comitato festeggiamenti parrocchiale.

L.D.

 

La Lucciolata: un fuoco che accende la Speranza

Da alcuni anni a questa parte il nostro paese dà un suo contributo al CRO di Aviano attraverso le offerte raccolte durante la Lucciolata. La manifestazione è stata organizzata il 20 ottobre quando un folto gruppo di persone si è avventurato per le vie del paese verso le 21.00. La serata, per fortuna, non è stata delle più fredde dal momento che il tragitto non era poi dei più brevi. Il gruppo è partito dal piazzale della chiesa, si è diretto per via Viola fino all’incrocio con la Strada Provinciale Portogruaro-Udine, poi dietro front fino ad imboccare via Matteotti. Da qui (novità da quest’anno) il gruppo ha proseguito per via Case Sparse fino alla chiesetta di S. Antonio, ancora un dietro front, giù per la “stradina dei sassi”, via Canton e ritorno alla chiesa di S. Giovanni Battista.

Al termine del percorso è stata offerta dal Comitato Festeggiamenti Parrocchiale una ricca castagnata accompagnata da bibite, vino e dolci. Così si è conclusa questa edizione della Lucciolata, il cui ricavato è stato devoluto interamente al CRO di Aviano con la speranza che il cancro, questa orrenda malattia che miete sempre più vittime, venga presto debellata.

Silvia Steccanella

 

CONCLUSA LA STAGIONE CICLISTICA 2001 PER IL G.S. CINTELLESE

Con il tradizionale pranzo di metà novembre, si è ufficialmente chiusa la stagione ciclistica 2001 del Gruppo Sportivo Cintellese. Presso un noto ristorante del comune di Pramaggiore, i giovani atleti sono stati festeggiati dai numerosi sportivi di Cintello, alla presenza del direttivo al gran completo, delle autorità comunali di Teglio Veneto e di Pramaggiore, e dei rappresentanti delle principali associazioni sportive e non di Teglio Veneto e dintorni. Ha fatto gli onori di casa il presidente Saverio Correra, il quale, dopo aver ringraziato i genitori dei ragazzi e tutti i sostenitori che hanno seguito i giovani corridori durante la stagione, ha ricordato il fondamentale impegno degli sponsor (Carrefour, Atena, Atenalux, Hartmann italiana) senza i quali non sarebbe possibile continuare l’attività agonistica. È stato quindi tracciato un bilancio della stagione appena conclusa: si è trattato di un’annata di transizione, che ha visto comunque una positiva crescita del gruppo sia dal punto di vista numerico che formativo. Una tappa fondamentale insomma nel lungo lavoro di preparazione che, per una precisa scelta societaria, rifiuta l’eccessivo sfruttamento fisico dei ragazzi, puntando soprattutto sul collettivo, per creare quello spirito di squadra fondamentale per il futuro sportivo e non solo dei giovani atleti. Ricordiamo che il sodalizio, nato nel 1987 per volontà di un gruppo di sportivi di Cintello, ha già ottenuto nel corso di questi anni prestigiosi riconoscimenti, tra cui spicca il titolo di campione italiano nella categoria esordienti ed altre importanti affermazioni societarie sia a livello regionale che nazionale. Anche per il prossimo anno, in cui la società festeggerà i 15 anni di attività, è intenzione dei dirigenti puntare tutto sui giovani, con la partecipazione ai campionati nelle categorie Giovanissimi ed Esordienti di circa 25 elementi. Oltre che nel raggiungimento del principale obiettivo, la qualificazione ai campionati italiani, il G.S. Cintellese sarà impegnato in prima persona nell’organizzare anche alcune corse che si svolgeranno a Cintello, Teglio Veneto, Portovecchio e Pramaggiore. Nell’augurare alla Società ancora tante soddisfazioni per il futuro, ricordiamo a tutti che il prossimo appuntamento ufficiale, dopo il tradizionale brindisi natalizio presso l’oratorio parrocchiale, è fissato per metà marzo per un altro momento di festa, con la partecipazione alla Santa Messa cui farà seguito la presentazione ufficiale della squadra 2002.

E.M.

 

OTTO DICEMBRE 2001. L’IMMACOLATA CONCEZIONE

 

8 dicembre 2001. Nella foto un momento della giornata dedicata all’Immacolata Concezione, e che i Cintellesi venerano da moltissimi anni.

Oltre alla tradizionale cerimonia seguita dalla processione, i fedeli quest’anno hanno potuto assistere ad un concerto di musica classica svoltosi quella sera nella nostra chiesa parrocchiale e durante la quale il fisarmonicista Gianni Fassetta ha eseguito brani di Bach, Vivaldi e Piazzola.

Il concerto, che ha riscaldato con melodiose note il freddo sabato dei Cintellesi, è stato organizzato dal comune di Teglio Veneto in collaborazione con la fondazione musicale S. Cecilia.


ANAGRAFE PARROCCHIALE

 

Battesimi:

Sutto Anna di Rudi e Tambosco Vera, nata il 16/12/2000, battezzata il 01/07/2001.

Artico Giulio di Attilio e Argenton Anna, nato il 09/07/2001, battezzato il 30/09/2001.

 

Matrimoni:

Falcomer Luca e Comin Flavia sposati il 08/09/01 a Cordovado (Santuario B.V. delle Grazie).

 

Defunti:

Vanzin Giovanni, morto il 14/04/01 di anni 39.

Bon Irma, morta il 18 /08/01 di anni 90.

 

Nogherotto Luigi (Anniversario)

(Cintello, 30 novembre 1901 – 5 giugno 1965)

La figlia lo ricorda a cento anni dalla nascita.

 

 

L’ultimo saluto alla signorina Irma

Sabato 18 agosto nella casa di riposo di San Vito al Tagliamento, si è spenta all'età di 90 anni Irma Bon, meglio conosciuta in paese come la signorina Irma. Nativa di Sesto al Reghena era giunta a Cintello nel lontano 1959 assieme a don Giuseppe Zamuner di cui è stata fedele governante per mezzo secolo. Le esequie celebrate lunedì 20, hanno visto la partecipazione di molte persone anche da fuori paese, tra cui alcuni sacerdoti che l'hanno conosciuta e stimata in vita, giunti a renderle l'ultimo saluto ed a tributare la sincera riconoscenza ad una donna sempre attiva, operosa lavoratrice, dotata di un forte carattere a dispetto della sua esile corporatura. Durante i quarant'anni trascorsi a Cintello si è sempre incessantemente dedicata al bene della parrocchia sostenendo con le sue instancabili mani e con la sua grande forza d'animo don Giuseppe fino all'ultimo, non abbandonando mai la sua missione di fedele, anche se silenziosa lavoratrice.

Per tutto questo Irma verrà ricordata da tutti i Cintellesi che dal suo esempio di dedizione trarranno certamente un insegnamento ed un modello di vita da imitare.

 Eugenio Marin


 

Parrocchia di San Giovanni Battista in Cintello

CELEBRAZIONI LITURGICHE NATALIZIE

 

Lunedì 24 dicembre 2001 – Vigilia di Natale

Confessioni, ore 14,30 – 17,00

S. Messa della Notte di Natale, ore 21,00

 

Martedì 25 dicembre 2001 – Natale del Signore

S. Messa di Natale, ore 10,00

 

Mercoledì 26 dicembre 2001 – S. Stefano

S. Messa, ore 10,00

 

Domenica 30 dicembre 2001 – S. Famiglia

S. Messa festiva, ore 10,00

 

Lunedì 31 dicembre 2001 – Ultimo giorno dell’anno

S. Messa prefestiva di ringraziamento, ore 17,00

 

Martedì 1° gennaio 2002 – S. Maria Madre di Dio

S. Messa festiva, ore 10,00

 

Sabato 5 gennaio 2002 – Vigilia dell’Epifania

S. Messa con benedizione dell’acqua e della frutta, ore 17,00

 

Domenica 6 gennaio 2002 – Epifania e Giornata Missionaria per l’Infanzia

S. Messa festiva, ore 10,00

Benedizione dei bambini, ore 14,30

 

 


RESOCONTO ECONOMICO DELL’ANNO 2001

(Gestione ordinaria e straordinaria)

 

ENTRATE                                                               USCITE

Saldo 2000 e gestione ordinaria

£.54.000.000

1°Lotto Opere Murarie edili

£.83.451.019

Contributo CEI

£.36.000.000

Micropali

£.37.235.000

Contributo Comunale

  £.8.000.000

Tiranti

£.20.031.880

Offerte - Buste

  £.7.075.000

Impianto Idraulico

£.15.000.000

 

 

2°Lotto Tetto

£.52.000.000

 

 

Spese Tecniche

£.26.632.000

TOTALE ENTRATE                      

£.105.075.000             

TOTALE USCITE

£.234.349.899

 

 

TOTALE DEBITO

£.129.274.899

 

 


Sul Lemene

Numero unico della parrocchia di Cintello di Teglio Veneto (Ve)
E-mail: cintello@libero.it
Sito internet: http://digilander.libero.it/Cintello/SulLemene/Index.html
Resp. don Giacinto Biscontin
Stampa: Portografica (Portogruaro/Ve)
Composizione: Compset (Portogruaro/Ve)


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