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Le
due rose
Un castello nero si stagliò contro la notte scura alla luce
di un improvviso fulmine. E subito sparì. Una valle desolata
ormai priva di vita lo accompagnava quasi come venerandolo.
Non un suono, non un sospiro squarciava quel silenzio
soffocante. Anche il vento pareva si fosse zittito alla vista
della cupa costruzione. Nessun mortale da tanto tempo
ricordava la sua nascita,come se il castello stesse in quel
posto dall´inizio dei tempi,da quando la terra ribolliva
nelle sue viscere e catastrofi cercavano di annientarla
definitivamente. Forse secoli addietro qualcuno l´aveva
abitata ma ormai alla gente non interessava più la storia di
quel vecchio rudere. Si erano quasi scordati delle quattro
torri che sovrastavano la collina e quei pochi vecchi in cui
balenava nella mente ancora il ricordo del castello
raccontavano leggende spaventose ai bambini per divertirli.
Ma c´era una famiglia in un paese al di là dei monti che
tramandava ancora di generazione in generazione la storia del
rudere. Anche quelle persone,come il castello,vivevano
allontanate da tutti e molti non sapevano neppure della loro
esistenza. L´ultimo erede di quella famiglia sono io e come
ognuno della mia dinastia conosco Quella storia. È una storia
che nel tempo si è tramutata in leggenda,poi in mito e alla
fine è stata dimenticata. Si perde nei secoli precisamente
nel 1455. In quel tempo era in atto la "guerra delle due
rose" tra le famiglie dei Lancaster e degli York per
ottenere la successione del trono inglese. Il nome della
guerra deriva dai simboli posti sulle bandiere delle due
nobili famiglie. Infatti i Lancaster avevano come simbolo una
rosa rossa e gli York una rosa bianca. In quel tempo anche l´aria
odorava di terrore. Allora neanche il castello sapeva più
della sua sempre presente comodità e sicurezza. Ogni giorno
arrivavano notizie della guerra da messaggeri di tutte le
regioni. La vecchia regia con l´aumentare della paura dei
suoi abitanti si era avvizzita come un fiore che ormai stanco
di essere calpestato perde la sua bellezza dei colori e degli
odori. Con il passare degli anni il terrore si era impadronito
di tutti e quasi ci si conviveva insieme. Da generazioni gli
York distruggevano ogni traccia della famiglia nemica.
In un villaggio sotto la protezione dei Lancaster viveva il
nonno del mio bisnonno che divenne poi il fedele servitore di
Enrico Tudor (unico superstite della rosa bianca).
Meredith,questo era il suo nome, da ragazzo non sapeva quasi
nulla della guerra e un giorno senza capirne i motivo si vide
morire davanti ai suoi occhi i genitori,la sorella e il
villaggio in fiamme. L´ultima persona con cui parlò fu il
parroco che gli disse mentre esalava il suo ultimo respiro:
-Corri ragazzo mio,corri...sono gli York...vai dalla signora...saprà
come aiutarti...
Meredith invece non si mosse,rimase li,accanto al parroco.
Aveva capito benissimo cosa gli aveva chiesto di fare,ma la
sua mente non era capace di prendere decisioni. Si sentiva
come estraneo al suo corpo,vedeva se stesso da sopra le nuvole
grigie che ricoprivano il cielo. Tutto era ovattato,i suoni
erano oppressi da una sgradevole sensazione di impotenza mista
a odio per coloro che avevano distrutto la sua vita. La terra
tremava mentre un rumore di zoccoli si avvicinava al
ragazzo,ormai come in trance,seguiti da delle urla:
-Eccolo!...È l´ultimo rimasto!...UCCIDIAMOLO!
Quell´ultima parola "risvegliò" Meredith che si
accorse di sei cavalieri neri incappucciati che galoppavano
impugnando una spada ciascuno. Per il vento a uno di questi
scivolò il cappuccio dalla testa. I suoi occhi erano spenti
come se avesse visto così tante crudeltà da non essere più
in grado di provare compassione. Aveva il viso scavato dal
tempo e una cicatrice sull´occhio. Il ragazzo cominciò a
correre veloce quanto le sue gambe potevano permetterglielo.
Se avesse raggiunto e oltrepassato il fiume sarebbe arrivato
nella proprietà difesa dai Lancaster dove i cavalieri non
potevano entrare. Il fiume era dopo la radura e c´era poca
strada ormai da fare ma le sue gambe erano diventate troppo
molli e stanche per proseguire. I sei cavalieri mano a mano
guadagnavano terreno. All´improvviso un rumore familiare
giunse all´orecchio di Meredith:acqua...era il rumore di un
fiume. L´acqua,portatrice di buone novelle,era ormai vicina.
Allora la vide,che sbatteva contro i sassi con la sua
limpidezza. Entrò nel suo letto,lo percorse quasi affogando
ma raggiunse la riva opposta. I cavalli si impennarono e i
loro cavalieri brandirono con ancor più vigore le loro spade
luccicanti al sole. Dopo poco se ne andarono promettendo al
ragazzo che lo avrebbero cercato per ucciderlo e nessun fiume
o monte che fosse li avrebbe fermati. Meredith si sdraiò sull´erba
e cadde in un sonno profondo privo di sogni.
La mattina dopo fu svegliato dai raggi del sole
che gli accarezzavano dolcemente il viso. Si mise a sedere e
con suo grande stupore si accorse di essere sopra un letto.
Scosse i capelli dorati e vide la sua solita camicia adagiata
su una poltrona. Qualcuno entrò,era una ragazza e dai vestiti
che portava sembrava una cameriera. Posò un vassoio con una
colazione su un tavolinetto e Meredith le chiese dove si
trovasse. Lei non rispose ma iniziò a ridacchiare forse
emozionata alla vista di un ragazzo senza camicia e poi andò
via chiudendo la porta alle sue spalle. Il ragazzo rimase
perplesso non capendo i motivi di quello strano comportamento.
Ma non ebbe tempo per pensare alle motivazioni che subito
nella calda stanza entrò un´altra persona. Questa volta era
una donna matura. I capelli mori le ricadevano dolcemente
sulle spalle e gli occhi verdi acqua guardavano il ragazzo.
Portava un vestito di velluto verde che le arrivava fino ai
piedi. La pelle era candida e delicata come la neve e le
labbra erano rosse come petali di rosa.
-Buon giorno- disse -è da molto che dormi.
-Dove mi trovo- chiese Meredith
-Nel castello
-Lei allora deve essere la Signora...
-Si- disse lei sorridendo -i miei guerrieri ti hanno trovato
svenuto vicino al fiume e ti hanno portato qui. Posso sapere
cosa ci facevi in quel posto?
-Gli York hanno incendiato il mio villaggio e io sono l´unico
che è riuscito a fuggire...gli altri sono tutti morti....
-Capisco- e il suo viso divenne d´un tratto cupo -si sono
spinti fin qua... conosci mio figlio?
-No
-Si chiama Enrico Tudor e vorrei che tu lo seguissi e lo
proteggessi urante il viaggio che dovrà sostenere
-Ma io non sono un guerriero
-A questo punto mi fido più di te che di loro...tu sei una
persona semplice e difficile da corrompere mentre loro no
Per una settimana intera Meredith rimase a pensare alle parole
dette dalla dama. Il giorno della partenza capì che era suo
destino seguire il ragazzo così si presentò alla signora
dicendole che sarebbe partito. Lo stesso pomeriggio la
carrozza lasciò il castello e si diresse verso la nave che li
avrebbe condotti in Bretagna dove si sarebbero nascosti. Dopo
tre mesi arrivò la notizia che gli York avevano attaccato il
castello e ucciso tutti. Nei cuori dei due ragazzi crebbe l´odio
per la rosa bianca che poi verrà sconfitta...ma questa è un´altra
storia.
Questa invece è la storia del castello ormai dimenticato che
vive solo nel mio ricordo e in quello di chi ha letto queste
pagine..
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