Quanti guai...per le rose rubate

In una cittadina molto carina chiamata Chalille,viveva un giovane molto bello che tuti chiamavano “il Morettino”,ma il suo vero nome era Kant.

Questi era un ricco possidente che viveva di rendita, e non avendo nulla da fare per tutto  il giorno,si dedicava a curare il bellissimo giardino che circondava la sua casa. Lo faceva con tanto amore che sembrava un oasi di paradiso. Ma più di tutto la sua passione era dedicata alle rose rosse dallo stelo lungo. Lui era innamorato di questo fiore,e non permetteva a nessuno di avvicinarsi a suoi roseti. Solo lui ogni tanto con delicatezza ne raccoglieva qualcuna, che regalava alla donna di turno, il Morettino infatti sotto questo profilo non si faceva mancare nulla, tanto che da quanti lo conoscevano veniva soprannominato “lo Sciupafemmine”.,ogni sera una donna diversa,alla quale dedicava tutte le sue attenzioni, ma a qualcuna e soprattutto ad una aveva giurato “AMORE ETERNO”,illudendola che fosse lei l’unica donna della sua vita.

Questa era una giovane donna molto bella di origine giapponese dal nome Yosaka,che aveva creduto nell’amore del Morettino,ma “AHIME’!!!!!!!!!!” con il passar del tempo si accorse che erano tutte bugie, perché quando lei non c’era, faceva il cascamorto con tutte quelle che gli capitavano a tiro,promettendo a tutte le stesse cose.

Delusa  dal suo comportamento, Yosaka decise di vendicarsi,ma non sapeva in quale modo perché nulla le veniva in mente. Una sera però, mentre era a cena con lui ed  altri amici, lo sentì parlare della gelosia che provava per i suoi roseti, Yosaka allora pensò “ecco questa sarà la mia vendetta”.

Il giorno dopo chiamò il suo amico Ioel (da tutti conosciuto come 007,perché amava passare il tempo ad emulare ed a fare il Detectives), lui era follemente innamorato di una donna di nome Cellisa,alla quale amava regalare tutte le sere una rosa,  gli disse: “sai Ioel, ho trovato il modo perché tu non spenda più una lira per le rose da portare alla tua adorata Cellisa”, qual’è chiese Ioel! Sai ho un mio carissimo amico che ha dei bellissimi roseti, sarebbe felicissimo di regalartele, lui ha un grande cuore, e poi anche perché  lui ama regalare rose alla sua donna; Ioel che era molto parsimonioso(diciamo taccagno che è meglio) accettò subito di buon grado questa offerta, anche perché, non volendo deludere la sua signora, si era quasi dissanguato. Il giorno dopo, quando Kant uscì per sbrigare alcuni affari , Yosaka inventando la scusa che il suo amico era fuori per un viaggio che lo avrebbe tenuto lontano per molto tempo, lo accompagnò a casa di Kant dicendogli puoi  entrare nel giardino scaval  cando la siepe,lui è già al corrente di tutto, ed è molto felice di aiutarti, puoi stare tranquillo. Fu così che Ioel ogni giorno  andava a raccogliere le sue rose( di Kant) per la sua amata.

Kant vedeva le sue rose sparire a vista d’occhio, e non riusciva a spiegarsi il perché, sospettando che ci fosse lo zampino di qualche ladruncolo, decise quindi di appostarsi per prenderlo in flagrante rubicidio, poichè solo di quello poteva trattarsi,visto che le rose non venivano tagliate dal gambo ma solo spezzate (quasi un “rosicidio”), si nascose per bene, imbracciando la sua doppietta caricata a pallini misti a sale, ed attese con pazienza certosina, non dovette attendere molto,  vide un uomo scavalcare la siepe e strappare ben 5 rose, Kant sgranò gli occhi,  le orbite pareva volessero partire per gli spazi siderali, tanto era lo sdegno, uscì dal suo nascondiglio imprecando contro Ioel,che ignaro di tutto rimase impietrito. Kant correndo per bloccare il “rapinatore di rose” scivolò sull’erbetta bagnata, e cadendo fece partire dalla sua doppietta una scarica di pallini e sale, che colpirono il povero Ioel nel suo bel fondo schiena(deretano). Ioel nonostante il forte dolore accompagnato da un’insostenibile bruciore dovuto al sale, riuscì a scavalcare ed eclissarsi, guardandosi bene dal lasciar cadere le rose rubate.

Corse da Yosaka,che quando aprì la porta lo vide inginocchiarsi ai suoi piedi,Yosaka si mise a ridere esclamando “Ioel non è il caso che tu tui prostri ai miei piedi ,io ho voluto solo farti un favore per aiutarti, ma lui pallido in volto,alzando lo sguardo balbettò “Aiutami ti prego,sono pieno di buchi ed ho un bruciore da cani.” Yosaka non capiva,  lo pregò di spiegarsi meglio, Ioel tra un lamento ed una imprecazione  raccontò cosa era successo, la pregò di aiutarlo.Lei non sapeva cosa fare, lo fece sdraiare sul suo letto e gli intimò di stare calmo, avrebbe chiamato un suo amico medico che lo avrebbe curato. Uscì e tornò dopo poco insieme a Sailor,  medico condotto della piccola cittadina, Sailor calmò Ioel rassicurandolo che tutto sarebbe finito di li a poco.gli fece un iniezione(come se non fossero bastati i pallini ed il sale) per aiutarlo contro il dolore(sich!),ma ora il problema era togliere tutti quei pallini,e con calma serafica cominciò,furono attimi di terrore per Ioel, che non era per niente un cuor di leone, infatti ad ogni estrazione(o spallinamento, come dir si voglia) lanciava degli urli  che sembravano ululati(tarzan al suo confronto era un dilettante), Yosaka responsabile di quello che era successo al povero Ioel, si guardò bene dal dire che lo aveva usato per vendicarsi di Kant, e cercava di rassicurarlo,standogli vicino ed accarezzandogli i capelli. Finalmente Sailor finì,e dopo averlo medicato,intimò al Ioel di stare a riposo,rassicurandolo che l’indomani il dolore sarebbe diminuito. Fù così infatti, ma Ioel in verità non seppe cosa era una sedia per più di 10 giorni.

Intanto l’accaduto si venne a sapere(YOSAKA dicet),e Cellisa donna dal carattere non dolce ma abbastanza aggressivo(di dolce ha solo la ERRE alla Francese),che non perdeva occasione di minacciare tutti delle peggiori azioni, per difendere il suo Ioel andò a casa di Kant che conosceva bene, qualche volta il morettino sfacciatamente ci aveva provato anche con lei. Bussò alla porta, e senza che Kant potesse dire nulla, lo colpì così duramente che dovette fare ricorso alle cure del pronto soccorso(Sailor ripetuta). Alle grida di Kant accorse Giggiotto un poliziotto  che abita vicino al morettino, bloccò la furiosa Cellisa, sferrandole un bel colpo,anche lui non era per niente gentile “era il tipico poliziotto duro,che non guarda in faccia nessuno”(in effetti colpisce sempre alle spalle),infatti non si accorse neanche di avere a che fare con una donna(Cellisa porta i capelli alla maschietto, con la sfumatura molto alta),non volle sentire ragioni(aveva dimenticato l’Amplifon a casa), e la consegnò ai colleghi intervenuti sul posto chiamati dai vicini. Cellisa venne arrestata per violazione di domicilio e aggressione aggravata , e dopo le formalità di rito,come una delinquente comune venne associata alle carceri locali.

In galera venne sistemata in  una cella insieme ad un'altra detenuta di nome Chantilly,che Cellisa con il suo caratteraccio provò a snobbare, non sapendo che di fronte aveva una persona molto pericolosa e senza scrupoli che stava scontando una pena a 30 anni, per avere fatto fuori  il marito a colpi d’ascia.

Intanto Ioel angosciato per quello che era successo, si interessò di trovare alla sua amata un buon avvocato,ed affidò la sua difesa ad un noto avvocato la Signora Racchiettina,”che solo fama aveva”,infatti faticò molto  a tirarla fuori dal collegio.

Cellisa intanto  chiusa in quella cella,ove aveva trovato una persona più forte di lei,si accorse presto di dover abbassare la cresta, infatti subiva senza lamentarsi “Anche se il sangue le usciva dagli occhi”le angherie della crudele e pericolosa Chantilly.

Finalmente dopo lunghi 30 giorni,Cellisa ormai stremata, subì il processo,e dopo poche udienze,sempre difesa dal quel bravo avvocato,venne condannata ad 1 anno di reclusione,al pagamento dei danni a Kant,  e delle spese di giudizio, ma siccome era incensurata,fù rimessa in libertà con la condizionale, riabbracciando finalmente il suo amato signore. Presto però si accorse di non aver trovato ad aspettarla il  suo Ioel,quello che aveva occhi solo per lei e la copriva di mille attenzioni,ma un Ioel diverso che cercava di fare di tutto inventando sempre una scusa per non stare molto con lei, e questo perché nel frattempo Ioel frequentando quotidianamente Yosaka,aveva notato la differenza tra le due, e si era preso una bella sbandata per la bella e dolce Yosaka,che non disdegnava la sua corte,anche perché Ioel era un tipo piacente,nonostante i suoi tanti difetti. Ma presto Cellisa capì il perché, li aveva trovati al chiaro di luna, che si scambiavano un tenero bacio.”Apriti cielo……….non immaginate cosa successe, il finimondo, si aprirono le catarratte, tuoni, fulmini e saette. Ioel cercò di spiegarle,ma lei divenne furiosa ,anche Yosaka cercò di farlo ma lei non volle sentire ragioni, anzi la apostrofò con frasi irripetibili,aggiungendo che Ioel era suo e che mai nessuno avrebbe dovuto permettersi di sfiorarlo, poi se ne andò minacciando tutti e due che gliela avrebbe fatta pagare. La vendetta non tardò e fra i due ebbe la peggio Yosaka,che invitata da Cellisa per un chiarimento, si trovò difronte ad un tranello. La Cellisa  aiutata da un suo amico, un certo Bobo,la malmenò ed anche di brutto,perché la poverina rimase in coma per diversi giorni.”Figuratevi come l’hanno conciata lei e quell’energumeno”.

Cellisa pensò di avere pareggiato i conti,ma potè stare tranquilla,cercando di riconquistare il suo Ioel solo per poco,perché quando Yosaka uscì dal coma ,raccontò tutto alla polizia, e presto Cellisa insieme al suo compare Bobo finì di nuovo dietro le sbarre,ove questa volta rimase per molto tempo,l’accusa fu “tentato omicidio”.

Nel frattempo tutti cercarono di ritornare alla normalità, infatti Ioel oltre a svolgere il suo consueto lavoro,si dedicava ad aiutare i poveri…………”bel cambiamento non credete”,chissà  forse per espiare la sua colpa di taccagno………..chi lo sa?.


Yosaka lasciò Chalille e si creò una nuova vita in un'altra città,sposando una sua vecchia fiamma,un giovane di nome ruter,che non le faceva mancare nulla e dal quale ebbe tre bei pargoletti.

Kant, invece continuò a vivere di rendita,usando le donne,come si cambiano le scarpe,che volete farci, “c’è chi può e chi no”.

Solo lei,dopo aver espiato la sua pena non cambiò per niente,anzi diventò peggiore, infatti continuò a combinarne di tutti i colori,ritornando spesso a far visita alle patrie galere,che ormai  giusto come diceva lei, erano diventate il “Suo Albergo a 5 stelle”.

………….Ma conoscendola c’era d’aspettarselo ………….NON CREDETE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!