Viveva
in una grande conca circondata da alte montagna in una piccola casetta
diroccata assieme alla madre Yosa ed al padre Faruk ormai tanto vecchio,
in giovane grande e forte di nome Tocca. La
madre per poter guadagnare qualche soldo si arrangiava a fare delle
piccole riparazioni di sarta,ma il guadagno non era molto,e si può dire
che quasi vivevano nella povertà. Tocca pur vedendo questa situazione
non muoveva un dito,infatti passava le giornate estive a sonnecchiare
sotto il sole, e quelle invernali davanti al fuoco. Nella sua vita non
aveva mai lavorato,perciò da tutti quelli che lo conoscevano veniva
chiamato “Tocca il pigro ed il vagabondo”. Un
giorno Yosa molto angosciata,e non potendone più delle
situazione,affrontò il figlio, e con severità gli disse “se entro
domani non ti darai da fare per trovare un lavoro,sarò costretta a
mandarti via,perché non posso più permettermi di mantenerti Fannullone
e scansafatiche che altro non sei! Tocca
si meravigliò delle parole della madre,anche perché per lui il lavoro
significava Fatica,ma
guardandola capì che non scherzava,e per non ritrovarsi a vivere
“all’addiaccio”,fece un grosso respiro e promise alla madre che
sarebbe andato a cercare lavoro. La
mattina seguente Yosa lo svegliò di buon’ora,e Tocca anche se
controvoglia,stiracchiandosi ad ogni passo partì,percorse circa 100
metri,e scorse un albero molto grande,e decise di fermarsi riposare un
po’, cosi fece,si sdraiò e si appisolò,svegliatosi riprese il suo
cammino e giunse alla prima fattoria. Si presentò al fattore,un uomo
molto alto e ben messo, di nome Kant,gli raccontò la sua storia, e
questi dopo averlo ascoltato,lo prese a lavorare con lui,proponendogli
di dargli una paga di 30
Euro la settimana,Tocca accettò, iniziò a lavorare,ma veniva sempre
richiamato dal fattore perché non svolgeva i suoi compiti come
doveva,infatti cercava sempre di svicolare,accovacciandosi in ogni
angolo dove poteva riposare. Finì la prima settimana,il fattore lo pagò,ma
gli disse di non ritornare più. Lui si prese la paga e si avviò verso
casa,giocherellando con la stessa,ma attraversando il torrente,gli
caddero le banconote di mano e vennero portate via dalla
corrente.Arrivato a casa,la madre che lo aspettava con ansia,gli chiese
“quanto hai guadagnato”? “30 Euro rispose”.La madre felice perchè
poteva comprare finalmente qualcosa da mangiare gli disse dammeli, ma
lui rispose: non posso darteli perché ho perso tutto nel torrente,Yosa innervositasi,gli disse,allora
vai a letto non c’è nulla da mangiare,il padre con voce rauca
disse,mandalo via questo fannullone,non vedi che non è buono a
nulla.Tocca impaurito promise loro che sarebbe stato piu’ attento e li
pregò di non cacciarlo. Il
Lunedì mattina di buon’ora parti nuovamente,camminò per un bel
tratto di strada,ed arrivò ad una altra fattoria di un certo
Lancillotto,persona molto scontrosa, qui
dopo tante insistenze trovò lavoro,ma pregò il fattore di non pagarlo
con soldi ma con roba da mangiare,il fattore accettò, e Tocca cominciò
a lavorare, fu per lui una settimana molto dura,perché Lancillotto gli
fece fare i lavori più pesanti e lui che non era abituato,la sera
tornava a casa distrutto. Finita la settimana,il fattore gli diede un
sacco di farina,lui contento,si avviò verso casa,il sacco era
molto pesante,quindi pensò di legarlo con una cordicella e di
trascinarlo, e cosi fece,arrivato a casa disse alla madre “ora si che
potrai fare tanto pane,vedi quanta farina ti hi ho portato?”,la madre
felice si voltò a guardare, ma si trovò davanti ad un sacco tutto
strappato e vuoto “Gridò coma una folle, Vagabondo! Sai cosa mi hai
portato? un sacco vuoto,altro che tanta farina,vai via non ti sopporto
piu’,non solo devo guardare quel vecchio di tuo padre che se lo perdo
d’occhio me ne combina di tutti i colori,ma devo anche lavorare per
dare da mangiare a te “brutto screanzato”, e si mise a
piangere,Tocca voleva molto bene alla sua mamma,si chinò le diede un
bacio e le promise che non l’avrebbe piu’delusa. Passò la domenica
dormendo tutto il giorno per riposarsi,ed il Lunedì mattina ritornò
alla fattoria di Lancillotto,lavorò molto duramente,il vecchio non gli
permetteva di fermarsi un attimo,lo teneva d’occhio,e lo minacciava in
continuazione di mandarlo via se non avesse fatto tutto quello che lui
gli comandava,arrivò finalmente la fine della settimana ed il fattore
lo pagò dandogli una bella pecora,lui la guardò, e si chiese: ora come
la porto a casa?ebbe un lampo di genio,perché
pensarci tanto,me la carico sulle spalle, e così fece. Si mise in
cammino,ogni tanto si fermava perché la pecora era pesante,e gli capitò
di fermarsi davanti ad una bella casa,dove abitava un signore di nome
Marcel Chicò,inseme alla moglie Cell ed alle due figlie Pat
e Nata…….. Pat era una
bella ragazza,ma non aveva mai parlato,tanto che i genitori pensavano
fosse muta,né mai nessuno l’aveva vista ridere,infatti Marcel e Cell
molto angosciati,l’avevano fatta visitare dai migliori
medici,tra cui uno molto noto di nome War,che vantava una bella fama,ma
nessuno era riuscito a capire cosa la ragazza avesse,nemmeno il grande
luminare. Nata invece al contrario della sorella aveva studiato e si
occupava di botanica,avendo una predisposizione per la coltivazione dei
cavoli,ma era molto bruttina,infatti non era riuscita a sistemarsi. Pat
quel giorno si trovava a guardare fuori dalla finestra,quando Tocca passò,con
la pecora sulle sue spalle che si dimenava,mentre lui cantava a squarcia
gola, “come son contento come son contento”(ma poi, contento di chè?),era
così buffo che Pat scoppiò a ridere,rise tanto che attirò
l’attenzione del padre e della madre,che scapparono verso di lei,Pat
rivolgendosi al padre esclamò “guarda come è
buffo!!!!!!!!!!”,continuando a ridere.
Marcel non riusciva a credere ai suoi occhi ed alle sue orecchie, che la
figlia parlava e rideva,e rivolgendosi alla moglie Cell le disse:vedi le
tue tante preghiere sono state esaudite,”E’avvenuto
il miracolo”.Marcel lasciò le due in casa e corse in strada
gridando al giovane “Ehi tu fermati”,Tocca impaurito aumentò il
passo,ma Marcel lo raggiunse e gli disse “non aver paura,io voglio
solo ringraziarti”,Tocca sbalordito lo guardò,dicendo:di cosa mi deve
ringraziare? Marcel gli disse vieni in casa con me e ti racconterò
tutto.Tocca così fece,lo segui ed entrò in casa, si guardò intorno
meravigliato dalla bellezza di quell’abitazione, e dopo aver ascoltato
tutto disse: posso andarmene ora?ho fretta di portare questa pecora a
mia madre.Cell disse aspetta ti faremo accompagnare da un nostro
servitore,perché abbiamo altro da darti.Chiamarono il loro servo
Tempest e lo pregarono di caricare il calesse con un po’di tutto, e di
accompagnare Tocca a casa. Tocca
finalmente quella sera tornò a casa con molta roba,la madre Yosa sgranò
gli occhi, non poteva crederci e gridò Faruk, Faruk,vieni qua, a vedere
cosa ha portato Tocca,il padre dopo aver visto tutto quel ben di
Dio,disse: Yosa stai attenta chissà dove avrà rubato tutta questa
roba, entra in casa,perché se vengono i Carabinieri portano via anche
te, Tocca non poteva credere alle proprie orecchie,ora il padre gli dava
anche del ladro.Non sono un ladro,se mi date tempo vi racconto tutto.
Yosa e Faruk ascoltarono con attenzione ed alla fine del racconto di
Tocca esclamarono “Bravo Tocca vedi ,finalmente hai fatto qualcosa di
buono”,poi si guardarono e dissero finalmente avremo di che magiare
tutti i giorni. La
mattina seguente Yosa disse al figlio,non andare oggi a
lavorare,accompagnami da questi Signori,che voglio ringraziarli,lui non
si fece pregare, e la portò dai Signori Chicò,Yosa venne ricevuta con
tutte le grazie,come se fosse una regina,pensò bene di approfittare
della situazione,spingendo il figlio Tocca a ritornare spesso in quella
casa anche
perché si era accorta che Nata guardava il suo figliuolo con
interesse,facendogli anche l’occhiolino. Tocca ritornando a casa disse
alla madre,di non mettersi strane idee in testa,perché Nata non le
piaceva,non fa nulla disse Yosa, guarda
bene l’altra,è molto carina,ed ora anche parla,si! Si disse
Tocca tra se e se (se medesimo)quella mi piace, e sai,quasi quasi le
faccio la corte. Chiese al padre Faruk vecchio marpione,qualche
consiglio, è presto riusci’ a conquistare la bella Pat. Dopo
qualche tempo,disse a Marcel di voler sposare sua figlia, e Marcel,forse
per riconoscenza,perché Tocca non era ricco come loro,decise di darle
la figlia in sposa,suscitando l’ira di Nata,che invidiosa della
sorella disse,perché lei si ed io no. A
questa domanda il povero Marcel,che non sapeva cosa fare disse a Nata
vedrai che anche tu un giorno troverai marito,dai tempo,ma Nata
piangendo disse non è vero,io non mi sposerò mai,lo so nessuno mi
vuole, è questa e colpa vostra,perché mi avete fatta brutta,…….Marcel
cercò di consolarla ma lei,messo il muso corse a rifuggiarsi in camera
sua. Dopo
non molto tempo Tocca invidiato da tutti sposò la bella e ricca Pat
con una cerimonia molto sfarzosa,andando poi ad abitare in una
lussuosissima casa,dove Tocca portò a vivere anche i suoi genitori.
Yosa era felice perché ormai non doveva più lavorare,Faruk invece
oziava quasi tutto il giorno nel giardino seduto su una bella poltrona,facendosi
portare dalla servitù ogni genere di bevanda,era ormai diventato un
Signore e non perdeva l’occasione per fare ,nonostante ormai quasi
cadente,delle avance alle cameriere. Tocca aveva ripreso la sua solita
vita,quella di pigro. Ma
tutto questo durò poco,infatti,Marcel decise di ritirarsi in
pensione,cedendo le sue attività
a Tocca,ed una sera mentre erano tutti a cena dette la notizia al
genero,lui sgranò gli occhi,ma non disse nulla,finse di accettare,ma
quando fu solo con la madre la
pregò di aiutarlo,ma lei si rifiutò,dicendogli,”Accetta,non puoi
rifiutare”,non capisci che un
giorno tutto questo sarà tuo?.........Tocca rispose,non mi importa di
essere ricco,io non sono nato per lavorare,è se qualcuno mi obbliga a
farlo come lo fai fatto tu,io preferisco andarmene. Infatti così fece
una notte prese le sue cose e scappò……………………….si
stabilì in un'altra zona in una casa ormai disabitata,nutrendosi di
quello che trovava,ma contento di passare di nuovo le sue giornate
estive a sonnecchiare al sole, e quelle invernali a dormire
saporitamente davanti al fuoco. |