Il regno oscuro

C’era una volta un paese piccolo piccolo gli abitanti erano povera gente e quasi tutti erano al servizio del barone Mc Pec un uomo spietato e taccagno padrone di tutte le terre. A due giovani Greg e Al era affidato il compito di portare ogni giorno al pascolo il gregge composta da un migliaio  di capre e pecore appartenenti a Mc Pec. Lavoravano dall’alba fin ben oltre il tramonto. La paga era misera e consistenva in vitto e alloggio e dieci monete alla settimana. Mentre il gregge pascolava nei prati i due si sdraiavano all’ombra di un albero o di un cespuglio e guardando l’orizzonte lontano fantasticavano di cosa potesse esserci al di la delle montagne. Un giorno Greg e Al decisero che i viaggi immaginari dovevano diventare realtà, mollarono tutto e si misero in viaggio. Per anni scavalcarono montagne impervie e dolci colline, guadarono fiumi e solcarono mari tempestosi, attraversarono pianure immense e deserti aridi, visitarono paesi e città. Così che nel loro vagabondare giunsero alla fine del mondo dinanzi a loro si presentava un nero totale impalpabile dopo un breve consulto decisero di proseguire il loro viaggio attraverso il Regno oscuro, così era chiamata quella strana regione dove era talmente buio che non si vedeva assolutamente nulla. Dopo essersi legati l’un l’altro con una corda si inoltrarono in quel luogo sconosciuto procedendo a tentoni. Vagarono per giorni e giorni l’unica cosa che potevano sentire e toccare era il terreno sotto i loro piedi. Arrivati a metà del loro cammino sotto le scarpe cominciarono a sentire qualcosa che parevano sassolini e poi all’improvviso udirono una voce che gridava  che chi ne avesse preso anche solamente uno solo, se ne sarebbe poi pentito ma uno di loro non potè fare a meno di mettersene nella bisaccia uno. Quando giunserò al termine dal Regno oscuro e ne uscirono quello che aveva preso il sassolino lo tiro fuori dalla bisaccia i due amici si accorsero allora che il sassolino era una pepita d’oro All’improvviso entrambi si pentirono uno per non averne preso nessuno l’altro per averne preso uno solo.

 

La volpe e Bracoberto

C’era tanto tanto tempo fa un giovane di nome Bracoberto, era povero viveva in una piccola e diroccata casupola in mezzo ai boschi, il solo suo unico avere era un sacco di farina che custodiva presiozamente in un piccolo ripostiglio dietro la casa. Nelle vicinanze si aggirava una volpe, ogni giorno usciva dal vicino bosco, si infilava nel ripostiglio da una piccola apertura e mangiava la farina di Bracoberto. Un bel giorno questi stanco di essere derubato dalla volpe costrui una trappola  e la catturò. La volpe vedendosi in trappola si penti di tutte le volte che era andata a rubare la farina e promise al ragazzo che gli avrebbe fatta salva la vita lei gli avrebbe fatto sposare niente di meno che la figlia del re. Il giovane si lasciò convincere anche perché non aveva nulla da perdere e liberò l’animale. La volpe andò dritta dritta al castello del re  e riferì al sovrano che Bracoberto giovane bello coraggioso nonchè ricco chiedeva la mano della bella principessa Lucmilla. A questa richiesta il re disse alla volpe di ritornare con lo sposo e gli invitati. La volpe aveva un piano ben congeniato Bracoberto la segui, si rotolarono in un pozzo di fango, poi conciati in quel modo e assumendo un’aria disperata si presentarono al castello, la volpe disse che il ponte era crollato e che tutti gli invitati erano affogati o dispersi nella foresta. Il sovrano non dubitò affatto di quelle parole e consegnò la principessa  nelle mani del futuro sposo i due promessi seguiti da un lungo corteo nuziale intrapresero la strada per raggiungere il palazzo del giovane. La volpe nel frattempo li aveva anticipati ben sapendo che Bracoberto  non possedeva nessun castello ma anche per questo furba com’era aveva trovato la soluzione. La volpe si recò al palazzo dei giganti e avverti loro di un’imminente pericolo che incombeva sulle loro teste. I giganti pur essendo giganti erano tipi molto miti e paurosi così per salvare la pelle si nascosero sotto i mucchi del fieno in mezzo ai campi e che la volpe incendiò. Il furbo animale portato a termine il suo piano aspettò sul ciglio della strada  il corteo. Bracoberto e la sua bella sposa vissero così per sempre felici e contenti nella loro ricca e nuova dimora, la volpe ebbe ogni giorno un sacco di farina di cui andava ghiotta.