...E vai a fidarti di Tocca...

In occasione del suo compleanno,il nostro amico di nome Toccalenuvole,ci invitò a passare il fine settimana nella sua casa di campagna. …….Arrivati ci accolse molto bene,e ci fece visitare tutto quello che era suo,la casa, i vigneti, gli uliveti,l’orto,le stalle etc……………

Poi rientrammo in casa, lui viveva con una sorella molto bella di nome Patcoc, e ci riunimmo intorno ad un grande tavolo a festeggiare,consumando una gustosa cena preparata da Pat, dopo aver mangiato e bevuto di tutto e di più  Pat molto gentilmente e con grazia ci fece accomodare in salotto,dove c’era un grande camino con un bel fuoco che ardeva, a gustare il caffè.Qui chiacchierammo tanto senza accorgerci che si era fatto molto tardi.

Decidemmo allora di andare a dormire,Pat ci indicò le nostre sistemazioni dicendoci.

Lei Sig,ra Yosaka,Lei Sig:ra Cellisa e lei Sig:ra Magikastella potete accomodarvi al piano di sopra:Invece voi Signori Marcel, War e Kant potete salire in Mansarda,dove certamente starete bene,anche perché .l’ambiente è molto riscaldato.

Dopo esserci scambiati la buonanotte,andammo tutti a letto, e nella casa scese un gran silenzio(Quasi tombale).

……..Il mattino seguente ci ritrovammo di nuovo tutti insieme a consumare una ricca colazione,  Tocca ci propose di andare a fare una passeggiata nel bosco poco lontano da casa sua,cogliendo l’occasione per raccogliere qualche fungo. Accettammo tutti di buon grado,però prima di andare domandammo a Tocca: “Conosci bene il bosco”?,lui quasi offeso e con la sua sempre ostentata sicurezza rispose. “Si……che conosco bene il bosco, è qui che vivo”,la sorella Pat “Sorrise”(per non dire:sghignazzò) e guardandoci esclamò!!!!!!!!!…”Che Dio ve la mandi buona”, facemmo una bella risata ……ahahahahahahah………e partimmo. Dopo un breve tragitto con le macchine,e dopo averle  parcheggiate,……cominciò la nostra avventura.

……….incominciammo a camminare,percorrendo piccoli sentieri,dopo poco entrati nel Bosco, rimanemmo tutti meravigliati dalla bellezza di quel posto, era veramente fantastico, sembrava di vivere una favola,Tocca ci raccomandò di stare sempre vicini a lui, e così facemmo. Cominciammo a camminare ed a cercare i funghi nei punti in cui ci indirizzava Tocca,ma per dir la verità né trovammo molto pochi.

……….Faceva  molto freddo, e War che era il più freddoloso di tutti,ed il più brontolone,cominciò a mugugnare esclamando “Tanto cammino e tanto freddo per niente” e con stizza ci propose di tornare indietro,nessuno di noi accettò è quindi lui fu costretto a seguirci.

Dopo poco ci fermammo,per consumare il pasto che pat ci aveva preparato,gli uomini bevvero anche del vino “Molto vino”,ma quello che né uscì più malconcio fu Tocca,era quasi ubriaco,diceva frasi sconnesse, e stentava  a tenere gli occhi aperti,

però devo dire che, nonostante il freddo un po’ di stanchezza e la scarsa raccolta, avevamo trascorso una bella mattinata, a ridere, scherzare e soprattutto a prendere in giro Tocca, che si era sempre vantato di essere un buon “Fungaiolo”,tanto da raccoglierne sempre a quintali.

Era ormai pomeriggio,quando decidemmo di tornare indietro,ma……..cammina cammina…….”AHIME’”,l’uscita del bosco non si intravedeva mai.

Cominciammo a preoccuparci,anche perché Tocca brillo com’era non riusciva a tirarci fuori di là………..non sapevamo cosa fare,War cominciò a inveire contro di lui, Marcel e Kant sfogavano il loro nervosismo dando calci a qualunque cosa incontrassero con i loro piedi.Tocca vista la situazione,tra una balbuzia e l’altra,cercava di rassicurarci dicendoci:……..Non temete, avete con voi una buona guida, fu allora che ripensammo alle parole di Pat, ed a prepararci a passare una notte

all’addiaccio.

Furono ore molto brutte,si cominciavano a sentire rumori strani,versi di animali,il vento cominciò a soffiare forte,il freddo aumentava, e già quasi non si vedeva nulla:

Cellisa e Magikastella cominciarono a piangere ed a gridare,dicendoci  che c’erano degli omini piccoli che le toccavano e le facevano lo sgambetto, Marcel rise, e facendomi l’occhiolino,disse loro che potevano essere degli Elfi,omini dispettosi abitatori dei boschi,e li pregò di smetterla di frignare, altrimenti si sarebbero indispettiti diventando anche aggressivi, le due erano terrorizzate,ma lo divennero ancora di più,quando Tocca, al quale l’aria frizzante del bosco faceva più male che bene, “nel senso che più tempo passava più la sbornia aumentava” disse loro che sarebbero potuti diventare anche maniaci, al chè le due con gridolini di terrore svegliarono anche i grilli del bosco che cominciarono a trillare.

War nel frattempo,……andava avanti ed indietro senza fermarsi un attimo, mugugnando e maledicendo l’ora in cui aveva accettato di fidarsi di Tocca,      nell’impeto non si accorse di una buca abbastanza profonda e coperta da foglie morte, e vi cadde dentro………………..Cominciò ad urlare con tutta la voce e la rabbia che aveva in corpo “Tiratemi fuori di qua”,qualcosa mi stà pungendo,ci avvicinammo per tirarlo fuori ma non ci riuscimmo, sia perché avevamo le mani gelate,sia perché stavamo morendo dal ridere,lui continuava a dire: qualcosa mi punge, che sarà mai?  Marcel ridendo gli disse , forse sarà qualche vipera, o qualche riccio incazzato perché hai invaso il suo spazio,lui cominciò ad urlare, è quindi per farlo smettere ci impegnammo allo spasimo e lo tirammo finalmente fuori. Non vi dico quello che uscì dalla sua bocca………….ma cercate di immaginarlo(avete presente i “Picari”? uno di quelli, nemmeno lo appaiava).

Passavano così le ore e pensammo di sederci tutti vicini per poterci riscaldare,Tocca ben presto cadde in un sonno quasi profondo, e dovemmo così subirci anche il suo ronf…….ronf……… All’improvviso  Marcel emise un urlo tarzannesco(sich!)che ci fece accapponare la pelle, esclamammo in coro “che succiess” cosa hai visto? Lui ci invitò ad alzarci, io scattai all’impiedi e lui m’indicò un bagliore che si intravedeva tra la fitta vegetazione, facemmo alzare tutti, svegliammo Toc e cominciammo a camminare tenendo gli occhi ben fissi su quel bagliore. Arrivammo così ad un capanno, Magika e Cellisa non volevano avvicinarsi perché avevano paura, io cercai di tranquillizzarle dicendo loro, di farla finita con tutte quelle fisime, perché quasi sicuramente quella sarebbe stata la nostra salvezza.

Tutti insieme ci avvicinammo per guardare attraverso una piccola finestra, all’interno c’era un camino acceso, pensammo: quanto ci piacerebbe riscaldarci! Preso coraggio, bussammo alla porta, ci aprì un brutto vecchiaccio, più brutto lui della varicella purulenta, come ci vide, ci aggredì con queste parole: che volete? I venditori ambulanti, in questa casa non sono accettati,  No buon uomo, esclamò Cellisa nascondendosi dietro Magikastelladelfirmamento, ci siamo solamente persi,e speravamo di trovare un po’ di ospitalità per passare la notte, il vecchiaccio, per tutta risposta ci indicò una direzione del tutto approssimativa, precisandoci che la sua, si fa per dire , casa, non è un’albergo, e non intendeva ospitare nessuno senza almeno una settimana di preavviso, (come si usa nei migliori alberghi della Costa Azzurra). Via buon uomo aggiunsi io, non sia scontroso, ci aiuti, domani non appena farà giorno andremo via, a queste mie parole dette con voce “flautata” il vecchiaccio si convinse e ci fece accomodare nel suo “castello”.

Ci sedemmo davanti al fuoco e finalmente riuscimmo a prendere caldo,la stanchezza era ormai tanta,che alcuni si addormentarono:.Il vecchio ci guardava incuriosito,e sghignazzando con voce burbera,ci disse:  mai entrare in un bosco se non si conosce bene,fidatevi di me,parola di Lancillotto, e ci raccontò che anche lui si era perso circa due anni fa, e che non avendo nessuno, e dopo essere rimasto affascinato da quel luogo,decise di rimanere li. Il sonno ci colse poi tutti,ed al nostro risveglio domandammo a Tocca di cercare di ricordare la strada e di portarci fuori di li………ma lui………sembrava inebetito,capimmo che non sapeva cosa fare,tutti lo guardammo male,e lui fu allora che finalmente ammise che in quel bosco era entrato solo un paio di volte,ma sempre in compagnia di gente esperta.

Il vecchiaccio captò la cose, e si offrì di aiutarci lui ad uscire dal bosco,ma solo ad una condizione che ognuno di noi gli desse qualcosa.Noi rifiutammo, ma lui minacciò di farci rimanere li dentro per sempre, quindi ci vedemmo costretti ad accettare[1] Lui ci guardò, si rivolse a War e gli disse, tu dammi il tuo bel giubbotto imbottito, così potrò ripararmi bene dal freddo,a Marcel chiese il suo orologio,a Kant il suo bel maglione,da Magika volle l’anello che le brillava al dito, e da Tocca le scarpe,perché le sue erano ormai vecchie.Solo a Cellisa non aveva ancora chiesto nulla, ma all’improvviso gridò “Tu vecchia Signora “ dammi la tua pelliccia,lei si rifiutò,noi la guardammo, e le dicemmo “vuoi rimanere qui insieme agli elfi?”dai non fare la taccagna come il tuo solito dagliela,anche noi ci siamo privati di cose a cui siamo affezionati,appena Cellisa gli dette la pelliccia,lui si rivolse verso di me, e disse………..Tu! non credere di farla franca,dammi quei bei orecchini,io me li tolsi ,e mentre glieli davo gli dissi,scusa toglimi una curiosità “a cosa ti servono, sei un uomo,non vorrai mica farti il “Piercing”,tutti scoppiarono a ridere, ma lui mi rispose: non sono fatti tuoi.Il vecchiaccio soddisfatto del bottino,imbraccio il suo bastone e ci disse muovetevi andiamo, l’aria era molto umida, il freddo era tagliente,,ma in men che non si dica,vedemmo l’uscita del bosco,ed in coro gridammo,”finalmente……….l’incubo è finito. Salutammo il vecchiaccio che ci aveva anche derubato,e ci avviammo verso le nostre auto. Ben presto fummo di nuovo a casa di Tocca,Pat aprendoci la porta disse.: non raccontatemi nulla,io avevo cercato di avvertirvi,ma voi non mi avete capito.Tocca le lanciò un occhiataccia e lei si ammutolì. Pat ci disse mettetevi comodi,prendemmo velocemente un caffè,e dopo aver fatto una doccia,prendemmo ognuno il nostro bagaglio,e scendemmo per salutare ed andarcene: Tocca che fino a quel momento era rimasto muto,ci chiese di rimanere almeno per il pranzo,ma noi rifiutammo garbatamente,lui quasi offeso  disse: bene andate se volete.

      …………………………..E NOI ANDAMMO…………………………