La paura ad Alma andava scemando,la casa di Goffredo offriva riparo,sicurezza.Rimase a Roma per circa una settimana,non usciva mai da sola.I giorni passano in fretta e così arriva anche il giorno della partenza,Goffredo con molta premura accompagna Alma alla stazione Termini per il viaggio di ritorno verso il caro nord est,il ritorno di Alma a casa.La nostra amica non viene mai lasciata sola Gofferdo è sempre con lei,premuroso,paterno.Alma sale in treno,sistema il suo bagaglio a mano si accomoda nella sua poltroncina.In lontananza fuori dal treno si ode il fischio che annuncia la partenza del treno,lentamente le carrozze si avviano,la stazione Termini con il suo carico di varia umanità scorre fuori dal finestrino.Nella mente di Alma contemporaneamente scorrono le immagini delle sue disavventure come diapositive proiettate su di un muro,dove solo lei,la protagonista può vederle.Le persone passano accanto al muro ma oltre i cartelli pubblicitari non riesce a vedere. E’vero,pensa Alma,le disgrazie altrui non interessano a nessuno,sono come le mie diapositive,le vedo solo io.Ripensa un attimo al giovane rasta,lui si che è riuscito a vederle,un giovane dai capelli lunghi,un giovane che Alma in condizioni normali avrebbe criticato era stato capace di aiutarla e lei non lo aveva nemmeno ringraziato,il fatto la disturbava,si rammaricava di questo,lei sempre gentile. Il treno oramai è alla sua massima velocità,il paesaggio scorre veloce,gli occhi faticano a seguire quel paesaggio che sfugge ad ogni momento,Alma dolcemente cade nel sonno.Quando riapre gli occhi riconosce la pianura,finalmente la sua pianura,finalmente a casa.Il treno rallenta la sua corsa,e lentamente entra in stazione,è a casa. Preso il taxi in meno di quindici minuti entra in casa,poggia a terra il bagaglio chiude la porta e dalla sua bocca esce un enorme respiro di sollievo,è bello tornare a casa,ancora più bello quando si sono avute brutte avventure.Entata in cucina si affretta a preparare il suo the,l’acqua comincia a bollire quando il campanello della porta squilla.Con calma Alma apre la porta,sono le sue amiche, prima fra tutte Adele la più birichina.Non si era resa conto dell’orario,ma era proprio l’ora del the. Mentre faceva entrare in casa le sue amiche,Alma si rendeva conto del perché avesse messo a bollire così tanta acqua,il suo orologio biologico le aveva detto che era ora del the e che di li a poco sarebbero arrivate le amiche. Non aveva pasticcini in casa e mentre si scusava con le amiche del fatto Adele tirò fuori come per magia i pasticcini.La cerimonia del the poteva cominciare,così fra un pasticcino ed il the Alma raccontava le sue brutte avventure ad Adele e compagne.Le poverine al racconto sono allibite,come poteva esistere gente così fatta,approfittare di una donna sola per togliergli tutto.Alma mentre raccontava il tutto pensava che le sue amiche erano come lei,non volevano accettare l’idea che nel mondo,che in Italia ci fossero persone attanagliate dalla fame e che per fame rubavano a chi potevano.Qualcosa nella testa di Alma era cambiata,i commenti delle sue amiche le davano fastidio. Finalmente andarono via,ne era felice,rimasta sola gli prese uno strano sentimento,una agitazione mentale.Il cervello frullava pensieri con una velocità incredibile,non riusciva a stargli dietro,vedeva “diapositive”di gente povera,bisognosa,malata,era come se in un attimo rivedesse tutti i telegiornali della sua vita,solo immagini di povertà,di degrado. Non ne poteva più del suo benessere,ne aveva nausea.Ogni giorno che passava era uguale,sempre quelle immagini,non riusciva a scrollarsele di dosso.Erano un peso per la sua coscienza,stessi sentimenti per le sue amiche.Solamente in Adele aveva trovato solidarietà e comprensione,si doveva parlare con Adele del suo progetto.preso il telefono la chiamò e in una cascata di frasi espose il suo progetto,Adele presa alla sprovvista non seppe che dire di si,incondizionatamente. Era fatta,sarebbero partite lei ed Adele non appena avessero avuto tutti i documenti e le vaccinazioni per poter fare il viaggio.Dove andare?Il mondo è pieno di disperati,ne era piena Roma,figuriamoci una nazione del terzo o peggio del quarto mondo.Si doveva decidere con Adele dove andare. Per il pomeriggio successivo Alma diede appuntamento alla sua amica per decidere la destinazione del viaggio.Il campanello squilla,Alma apre la porta ed entra Adele.The,pasticcini e discussioni per la destinazione,non si trova un compromesso.Sembrava che fra le due si facesse a gara ad elencare i paesi più poveri della terra.Venne fuori di tutto,nazioni africane,asiatiche,sud americane,di tutto.La nostra amica Adele ad un certo punto perse la pazienza ed con fare deciso disse che non dovevano fare un viaggio di piacere, ma un viaggio fra i bisognosi, un viaggio umanitario.Alma fu presa alla sprovvista,immediatamente si rese conto che la sua natura indifferente aveva preso il sopravvento. Chiese scusa ad Adele,spiegando che ancora una volta non volendo si era comportata scorrettamente,dimenticando lo scopo del viaggio.Con un largo sorriso rassicurante Adele tranquillizzò Alma.Nella mente di Adele passò un rapido pensiero,la nipote di Alma.Come in tutte le famiglie anche in casa di Alma era passata la pecora nera,non se ne era mai parlato ma Alma aveva una sorella illegittima,frutto di un amore impossibile fra suo padre Giovanni e Paula una bellissima ragazza Giamaicana.Tutti sapevano e tutti tacevano.Dal loro incontro nacque Patrizia,la nipote di Alma.Il buon Giovanni anche se sposato fece di tutto per Paula e la loro figlia Patrizia, rendita vitalizia e le migliori scuole per la piccola.La madre di Alma,Adriana dovette fare buon viso a cattiva sorte.Anche se dispiaciuta perdonò Giovanni ma non volle mai saper nulla di Paula e sua figlia.Adele non si sa per quali vie era venuta a sapere che Patrizia operava con una organizzazione umanitaria in Mongolia fra una delle ultime tribù nomadi di quel paese.Doveva dirglielo,il viaggio sarebbe servito anche per riunire una famiglia.Adele fece un lungo respiro e di getto gli propese la cosa.Rimase meravigliata dal comportamento di Alma,disse che la Mongolia andava bene e che vedere Patrizia andava meglio.Patrizia,sentì in un baleno un grande affetto venir fuori dal suo cuore,ne rimase sorpresa.Avrebbe voluto una sorella ma quando era arrivata non andava bene,vallo a spiegare ad una ragazzina di cinque anni che ha una sorellina ma non potrà vederla,giocarci insieme.Alma ricorda solo che la vide di sfuggita una volta nella mensa universitaria.Distrattamente guardò una ragazza con la pelle scura,bellissima,lunghi capelli raccolti in treccioline ben pettinate;ricorda che mentre la guardava dal suo cuore uscì un sentimento di affetto per lei come quello provato pochi istanti prima,seppe non sapendolo che quella ragazza era sua sorella.Da allora non la vide più.Doveva rivederla ad ogni costo,Adele aveva avuto la giusta intuizione. La discussione proseguì a lungo,si parlò del come arrivare in Mongolia,del bagaglio,dei permessi e di tutto ciò che era inerente al viaggio.Ad un tratto ci si rese conto che non avendo un indirizzo preciso di Patrizia sarebbe stato impossibile raggiungerla fra quelle distese immense quasi prive di strade con piccoli villaggi che non comparivano nemmeno nelle carte più dettagliate.Bisognava fare delle ricerche per rintracciare anche un piccolo indizio di Patrizia.L’indomani avrebbero fatto delle ricerche. Il giorno dopo Adele suonò di buon mattino a casa di Alma,le ricerche cominciavano.Si divisero i compiti,Alma al telefono,Adele al computer.La mattinata passò in fretta,ma non riuscirono a cavare il ragno dal buco.Pausa pranzo e via di nuovo al lavoro.Sfogliando le pagine web delle associazioni umanitarie Adele riuscì a scoprirne una,l’unica che operava in Mongolia,ma non era una associazione umanitaria ma una spedizione scientifica della facoltà di Antropologia di una famosa università Italiana.Data la notizia Alma telefonò immediatamente alla segreteria della facoltà,dove chiese chiarimenti.Gli fu risposto che in effetti in quel paese era in corso una ricerca e che ne faceva parte anche Paula sua sorella.La spedizione lavorava nella zona di Kobodo dove aveva il campo base,ma seguivano gli spostamenti di una tribù nomade studiandone usi costumi e credenze.Oramai l’eccitazione era al massimo,non importava che lo scopo originario del viaggio era umanitario,Alma voleva raggiungere sua sorella e lo avrebbe fatto.Finita la telefonata in facoltà le due amiche discussero sul motivo del viaggio,erano convinte dello scopo umanitario ma rintracciare Patrizia era più importante per tutte e due.La decisione oramai era ovvia per entrambe sarebbero partite il prima possibile.Per accelerare i tempi si sarebbero nuovamente divisi i compiti,chi si sarebbe occupato delle cose amministrative;biglietti,prenotazioni,permessi e quant’altro,chi del materiale tecnico del viaggio.Capita che quando si lavora per un interesse comune il tempo voli,ed anche per Alma ed Adele il tempo volò.In meno di una settimana avevano organizzato nei minimi particolari la loro avventura in Mongolia.Tutto previsto,pianificato,si era tenuto conto anche degli eventi inattesi.Il viaggio sarebbe partito da Roma per Mosca e di li una volta arrivati sarebbe proseguito alla volta di Ulan-Bator capitale della Mongolia.Poi in treno sino a Kobodo ed infine alla ricerca della sorella Patrizia.Entrambe erano consce delle difficoltà a cui si andava incontro,ma felici di partire.Potevano partire,tutto era deciso,la casa di Alma che era sempre così ordinata sembrava un magazzino c’era materiale sparso ovunque.Ci volle del bel tempo per mettere tutto in ordine,il materiale da portare era veramente tanto,sembrava che dovessero partire per le cime dell’Himalaya,ma era quello che serviva.Tutto il materiale fu spedito alcuni giorni prima della loro partenza,lo avrebbero ritirato nella città di Kobodo al loro arrivo.Bene, non rimaneva altro che aspettare il giorno della partenza. Le nostre amiche partirono da Roma Fiumicino con un volo diretto per Mosca,dove arrivarono nel primo pomeriggio,Alma forte della sua disavventura romana seppe comportarsi in maniera decisa, scese dall’aereo ritirati i bagagli a mano,uscirono dall’aereo stazione con sicurezza non esternando timore,passo deciso e svelto.Salite in taxi si recarono al loro albergo nel centro della città dove avrebbero aspettato il volo per il giorno successivo.C’era tempo per fare una visitina alla città,la piazza rossa,la chiesa di San Basilio,il Cremlino,il mausoleo di Lenin ed il famosissimo Bolscioi, uno dei teatri più belli de mondo.Uscite dall’albergo raggiunsero tutti questi luoghi,rimanendone affascinante.Adele fece notare ad Alma che la città era piena di negozi lussuosi occidentali.Poi un po’ più in la del negozio si poteva vedere chiaramente la faccia della povertà.Le strade adiacenti erano occupate da alcolizzati,barboni.Adele pensò per un attimo a quale brutta fine aveva fatto la santa madre russia.C’erano tanti bei negozi ma tanta gente senza un rublo,costretta a vivere in strada.Girarono per la città sino all’ora di cena.Cercando di comunicare in inglese con i passanti riuscirono a farsi dare l’indirizzo di un buon ristorante,di lì a poco erano a cena.Fu una buona cena. Si era fatto tardi e uscite dal locale si recarono a piedi verso l’albergo.Il mattino successivo erano in aereo porto pronte all’imbarco per la Mongolia.L’aereo non era uno dei migliori sembrava vecchio e trascurato,ma la casa offriva quello e lo dovevano prendere.Nonostante le condizioni decrepite dell’aereo il volo andò bene.Dagli oblò si godeva l’immenso panorama siberiano,migliaia di chilometri ricoperti di foreste,una natura forte non ancora del tutto domata dall’uomo,l’immensità della Siberia non si poteva nemmeno immaginare,bisognava vederla.La Mongolia oramai era vicina. L’aereo cominciò a preparare l’atterraggio,dopo poco erano fermi e poterono uscire dall’aereo. Sbrigate le formalità doganali chiesero ad un militare dove potevano prendere il primo volo per Kobodo,il militare in un inglese stentato gli disse che l’aereo stava per partire e che dovevano fare in fretta.Fecero appena in tempo a prendere l’aereo,la Mongolia dall’alto era bellissima,praterie sconfinate,mandrie di cavalli e più ci si avvicinava a Koboto e più si vedevano montagne innevate. Questa volta l’aereo era un vecchio turboelica Tupolev non ispirava affatto fiducia,giunti in prossimità delle montagne cominciò a vibrare tutto a causa delle turbolenze,sembrava che stesse per perdere i pezzi.Anche l’atterraggio non fu dei migliori,toccato terra cominciò a rimbalzare sulla pista svariate volte prima di fermarsi.Quando fu finalmente fermo si udì un grido:<<A marfidati!>> Incredibile,a bordo c’era un italiano,una persona con forte accento romano.Alma si voltò di scatto verso il punto da dove proveniva il grido.Non credeva hai suoi occhi,colui che aveva gridato era il rasta che l’aveva aiutata nella metropolitana di Roma.Alma si avvicinò di corsa verso il ragazzo,lo baciò come se fossero stati vecchi amici che si ritrovavano,aveva gli occhi lucidi di emozione.Anche il ragazzo era felice di vedere Alma.Scesero dall’aereo parlando fra loro fitto fitto, Si erano ritrovati a Koboto,in aeroporto Alma domandò ad un addetto dove poteva ritirare il materiale spedito alcuni giorni prima e dove poter affittare una 4x4. Il materiale era arrivato,e giaceva in magazzino,mentre per il 4x4…..……ci avrebbe pensato Jaris,il rasta.Jaris disse ad Alma ed Adele che disponeva di un pik-up 4x4.Lui lavorava da quelle parti e se non dovevano andare troppo lontane le avrebbe portate a destinazione.Alma rispose che erano lì per ritrovare Patrizia,Yaris propose di andare a mangiare,era l’ora,che avrebbero parlato del viaggio durante il pranzo.Entrarono in una locanda,sembrava ferma dai tempi di Marco Polo,ma faceva così oriente.Mentre si mangiava le cose divennero più chiare,Yaris lavorava con una società petrolifera e conosceva bene la zona di Kobodo,parlava anche un poco del dialetto locale,aveva sentito parlare della spedizione scientifica Italiana,e i locali gli avevano descritto una ragazza di colore.Una ragazza come Patrizia,pensò Alma,non poteva passare inosservata,contava molto in questo per ritrovarla,la sua bellezza ed il colore della sua pelle.Usciti dal locale andarono al magazzino per il ritiro della merce spedita.Le strade della città di Kobodo erano strette ed affollate di una quantità innumerevole di gente.Tutti andavano non so dove per fare qualcosa,erano tutti indaffarati nelle loro cose quotidiane.Le donne vestivano con lunghe gonne multicolori,i capelli lunghi e nerissimi erano raccolti in trecce,il collo adornato di collane di corallo antico,Alma ed Adele ne erano affascinate,non era una ostentazione di ricchezza era una povertà dignitosa,portata con decoro.Gli uomini indossavano lunghe casacche ,pantaloni e stivali di cuoio grezzo.Il vociferare in strada era incessante ma non dava fastidio,anzi teneva compagnia.proseguirono fino al magazzino fra un dedalo di viuzze e piazzette dove facevano da cornice antichi palazzi patrizi,era una vista che riempiva gli occhi,era tutto molto bello.Arrivati al magazzino vennero accolti da una impiegata molto cordiale che fece di tutto per aiutare Alma ed Adele.Mentre le nostre amiche controllavano che nulla fosse andato smarrito Jaris disse loro che sarebbe andato a prendere il 4x4 per poter caricare tutto e partire verso le montagne.Non mancava nulla,Alma approfittò della disponibilità dell’impiegata e fece quello che avrebbe fatto chiunque,domandò di sua sorella Patrizia. L’impiegata con un sorriso contagioso rispose che aveva conosciuto la ragazza,aggiunse anche che operava fra le montagne a circa 300 Km da Kobodo in una zona poco conosciuta fra valli isolate abitate dagli ultimi mongoli nomadi.Aggiunse anche,vedendo le loro espressioni che tali tribù non erano affatto pericolose,solamente gelose delle loro tradizioni,persone chiuse alla civiltà occidentale ma estremamente cordiali ed ospitali.Aggiunse anche qualche informazione sul viaggio,dovevano seguire la ferrovia verso Est fin dove arrivava poi proseguire sempre ad Est per le “strade”che incontravano.Per il rifornimento del carburante non ci sarebbero stati grossi problemi,in ogni villaggio che si attraversava c’era una posto di polizia che poteva dare loro il carburante necessario, non così per eventuali pezzi di ricambio.Mentre si parlava di queste cose arrivò Jaris con la 4x4,era nuova fiammante,gialla,veramente bella.In silenzio Jaris ascoltò le donne parlare,poi accortosi che le cose andavano per le lunghe cominciò a caricare la macchina,sistemò tutto con grande perizia,si vedeva che ne aveva di esperienza di viaggi in quelle zone.Era passata quasi un’ora quando si salutarono con l’impiegata,Alma ed Adele si voltarono dalla parte dei bagagli,non li videro,allora cercarono con lo sguardo Jaris che con un cenno della testa gli fece capire che era tutto a posto si poteva partire.Alma salendo in macchina notò che nel cassone era avanzato dello spazio,con tutto quel materiale era avanzato dello spazio,lo disse ad Jaris il quale rispose che lì doveva caricare dei fusti di carburante.Alma rispose con quello che le aveva detto l’impiegata,c’erano le caserme della polizia a dare il carburante…………….Jaris con calma rispose che si era vero quello che le avevano detto ma era altrettanto vero che spesso la polizia vendeva il carburante a prezzi enormi.Se poi non lo si comprava cominciavano le rogne,in quei posti il potere centrale era lontano,spesso non arrivava nemmeno lo stipendio per i militari,e dovevano pur vivere.Comunque non dovevano preoccuparsi di questo,erano anni che lavorava in Mongolia e sapeva come comportarsi.Mise in moto la macchina e lentamente uscì dal magazzino,percorse alcune strade strette per poi immettersi in una strada degna di questo nome,il traffico era praticamente inesistente,da un lato della strada si perdeva a vista d’occhio la pianura,dall’altra si vedevano le montagne con le cime imbiancate.La macchia andava veloce sulla strada quando all’avvicinarsi di un distributore di carburante Jaris disse che si sarebbe fermato.Entrato nella stazione di servizio Alma si meravigliò di come il suo amico si intratteneva con il gestore,sembravano vecchi amici.Nello spazio rimasto libero del cassone Jaris sistemò tre fusti di carburante e due gomme di riserva con il battistrada da neve,pagò tutto con la carta di credito fornitagli dalla compagnia petrolifera.Il progresso era arrivato anche nella periferia di Kobodo pensò Alma,ma era anche giusto così.Ripresero il viaggio che il sole cominciava a tramontare faceva piacevolmente caldo ed il cielo si colorava di cremisi.Tramontando il sole illuminava le montagne facendole brillare di una luce magica,dall’altra parte della strada l’erba dell’immensa taiga si colorava di oro che sotto un leggero vento ondeggiava,era un mare d’oro che si muoveva con il vento.La strada costeggiava la ferrovia come aveva detto ad Alma la impiegata si sentiva rassicurata da questo,sembrava che conoscesse quei luoghi,come se era già stata lì.Alma era immersa in queste considerazioni quando si accorse che era notte,lo aveva capito dal riverbero dei fari sulla strada non da altro.Si era fatto notte in un baleno,dal colore cremisi del cielo al buio totale in pochi minuti.Chiese spiegazioni ai compagni di viaggio i quali risposero che non era come diceva lei ma la notte era venuta con la velocità di sempre,era Alma che immersa nelle sue riflessioni non si era accorta del tempo che passava.Era tutto normale solo lei aveva perso la cognizione del tempo per circa un’ora.E’ strano come il tempo si dilati o si comprima in funzione del nostro stato d’animo.Il viaggio proseguiva senza contrattempi,si parlava per un poco,si taceva,si ascoltava musica,tutto procedeva nel migliore dei modi.All’improvviso la macchina cominciò a sobbalzare,la strada asfaltata era terminata si procedeva su terra battuta,la velocità diminuì di colpo. Il ragazzo con voce rassicurante disse che da li in poi sarebbe cominciata l’avventura.Ora il buio era totale,di lato della macchina non si riusciva a distinguere il paesaggio,tutto era avvolto dall’oscurità. La macchina procedeva lentamente,la strada disseminata di avvallamenti e buche,le nostre amiche erano inquiete.Il cielo per un attimo si rischiarò alla luce di un fulmine,subito dopo il rumore del tuono fece vibrare l’aria,cominciò a piovere a dirotto.Il nervosismo di Alma ed Adele salì di colpo ed a nulla valsero le parole rassicuranti di Jaris.Viaggiavano oramai a ridosso delle montagne ed i temporali erano normali,si normali per te, pensò Alma nella sua mente io di così forti non ne ricordo.La strada era diventata quasi un ruscello,le buche sembravano laghetti,e non si poteva più stimare la loro profondità,oramai ogni buca che si attraversava poteva essere quella che metteva termine al viaggio.All’uscita di una curva in lontananza si videro delle flebili luci,era il villaggio di ………Jaris lo disse ma Alma non capì e non le sembrava il caso di dover insistere sul nome.La vista di quelle luci la rinfrancò ora si sentiva più serena anche se la pioggia aumentava la sua intensità.La macchina procedeva lentamente fra il fango,si era al limite,bastava una piccola esitazione e si sarebbe piantata su quella strada.Finalmente riuscirono ad entrare nel paese,le case erano che si riuscivano a vedere erano piccole,ad un piano ma decorose,Jaris prese una stradina laterale,la percorse fino ad un cancello che dava sul cortile di una grande casa in legno.Sceso dalla macchina e bagnandosi tutto in un attimo,apri il cancello e risalito in auto si diresse su quella che doveva essere la porta d’ingresso della casa.Spense il motore e guardando le sue passeggere disse che erano arrivate nel luogo dove avrebbero mangiato e dormito.Alma aperto lo sportello scese, messo il piede a terra scivolò rovinando in una buca piena di acqua,dalla sua bocca uscì un flebile grido,forse un lamento.Vedendola in acqua,sporca di fango i due scoppiarono a ridere a crepapelle, Adele si avvicinò alla sventurata ridendo quando Alma le lanciò dell’acqua,lei cercando di evitarla fece un giro su se stessa e cadde in terra,le risa aumentarono,erano contagiose,anche dalla casa erano usciti per vedere cosa stava succedendo,tutti ridevano, la tensione del viaggio era svanita. Continuando a ridere entrarono in casa,erano due fantocci di creta,non vi era un punto della loro pelle pulito.Accorse verso di loro una piccola donna dicendo chissà cosa,il loro inglese in quel posto serviva veramente poco.Le prese per mano e cercò di accompagnarle in un’altra stanza,Alma non capendo le intenzioni della donne tornò indietro verso Jaris,stesso comportamento di Adele.La donna disse loro Jaris non voleva far altro che accompagnarle nell’unico bagno con doccia della casa,non dovevano essere così timorose.Sapute le intenzioni della donna le due amiche ripresero a ridere entrando e scomparendo dietro la porta.Jaris conosceva bene il locale e con il tempo era divenuto amico dei proprietari,gente semplice con un forte senso dell’amicizia.Il locale disponeva di cinque camere al piano superiore con bagno in comune.La sala dove si poteva mangiare non era molto grande,vi si potevano contare otto tavoli,tre dei quali in quel momento erano occupati da gente del posto.La cucina era adiacente alla sala.Tutto era decoroso e pulito,dalla cucina provenivano dei buoni odori di carne d’agnello e spezie.In uno scaffale c’erano anche esposte delle bottiglie di vino.La donna che aveva accolto Alma ed Adele scese le scale con in mano dei vestiti asciutti,entrò nel bagno e dicendo qualcosa ne uscì subito dopo.Con la porta aperta si potevano ancora udire le risa delle due amiche.Dopo un po’ uscirono vestite in modo tradizionale mongolo, erano bellissime,sembrava che avessero sempre portato quei vestiti,erano regali.Jaris rimase a bocca aperta per la meraviglia,anche gli ospiti del locale ne furono sorpresi.Jaris pensò che erano due belle donne,simpatiche ed intelligenti.Camminavano lentamente verso il centro della sala quando da uno dei tavoli partì uno spontaneo applauso di benvenuto.Ora erano tutti in piedi che battevano le mani. La sala si era improvvisamente animata,i presenti erano festanti,accorrevano tutti vicino alle due donne per vederle più da vicino,loro ne erano compiaciute da tanta manifestazione di cordialità. Improvvisamente nella sala apparve un vecchio giradischi,la musica cominciò come pure le danze. Era musica tradizionale mongola,quei vecchi dischi chissà da quanti anni giravano su quel vecchio giradischi.La musica era intervallata dai rumori di fondo del vinile,raschi,fruscii……nulla a che fare con i moderni impianti digitali,ma quella musica così ricca di “fastidi”era incredibilmente bella ed affascinante,come le nostre due amiche. Tutti volevano ballare con loro,Alma ed Adele si prestavano volentieri al ballo,Jaris vedendo che la cosa come al solito con loro, andava per le lunghe entrò nei locali delle cucine per ordinare la cena. In cucina non c’era nessuno a parte alcune pentole fumanti sul fuoco,tornò indietro e con stupore vide che anche gli addetti alla cucina stavano ballando.Era cominciata una festa dove tutti partecipavano.Per il frastuono delle voci,dei colpi sul pavimento in legno, la musica era appena percepibile,nonostante ciò si ballava si rideva.Anche Jaris fu coinvolto nelle danze,fu preso per mano dalla ragazza che portò i vestiti asciutti alle due amiche,e portato a ballare.Mentre si stava ballando Jaris con destrezza si avvicinò a quello che doveva essere il cuoco dicendogli cortesemente che l’ora era tarda,loro stanchi ed affamati,l’uomo fece cenno con la testa di aver capito e ballando si diresse verso la cucina.Nel frattempo la sala si era riempita di gente attratta dal rumore festoso che proveniva dalla locanda.Erano entrati anche i militari del posto,loro non ballavano, ma erano felici di vedere tutta quella gente che si divertiva.Il ragazzo della cucina dopo un poco si avvicinò a Jaris dicendogli che la cena era sul tavolo,voltatosi verso il tavolo vide che si poteva andare a cena, con un gran fischio richiamò l’attenzione di Alma ed Adele invitandole al tavolo.Per loro non fu facile avvicinarsi alla cena,con un po’ di perizia sorrisi e passi di danza riuscirono alla fine a raggiungere il tavolo.Le povere donne erano sudate,Jaris disse che era più di un’ora che ballavano, loro risposero solo che avevano fame.La cena fu consumata mentre ancora si ballava,sembrava che tutto il paese fosse entrato in sala,anche il gestore del locale era felice,quello che assomigliava al banco del bar era affollatissimo,buoni guadagni per lui.Si era fatto tardi,pian piano i festanti cominciarono ad uscire,così di lì a poco in sala rimasero poche persone,due di loro si avvicinarono al tavolo di Alma,c’erano due sedie libere e si sedettero con i tre,erano pastori che all’indomani sarebbero partiti per le strette vallate dove avevano il bestiame.Alma non si fece perdere l’occasione e tramite Jaris chiese loro se avevano notizie di sua sorella Patrizia.Uno di loro disse di no,l’altro,il più vecchio disse che alcuni suoi parenti l’avevano conosciuta e parlato con lei.Alma fu presa dalla eccitazione,ne voleva sapere di più,non dava nemmeno il tempo a Jaris di formulare le domande.Le notizie che dava il vecchio non erano molto recenti,Patrizia viveva con la tribù nomade dei parenti del vecchio,ma lui non sapeva in che zona fosse stanziata la sua gente.Disse che di solito la sua tribù faceva sempre lo stesso giro per le vallate,ma poteva anche accadere che avessero cambiato itinerario per un qualsiasi motivo.Se fosse stato così sarebbe stato quasi impossibile ritrovarli in quel territorio selvaggio e poco abitato.Alma in un attimo passò dall’eccitazione allo sconforto. Adele si accorse del cambiamento d’umore della sua amica e con un poco di battute spiritose fece ritornare il sorriso ad Alma.Jaris disse ai due pastori se volevano viaggiare con loro finchè era possibile,i due accettarono volentieri il passaggio,erano appiedati.La serata continuò parlando del più e del meno,quando si cominciò a sbadigliare tutti capirono che era ora di andare a dormire. Appuntamento all’alba per tutti davanti alla locanda.Salite le scale ognuno si diresse verso la sua camera accompagnati dalla solita ragazza.Nella stanza di Alma ed Adele sopra due sedie erano riposti puliti e ben piegati ed asciutti gli abiti dell’arrivo.La cosa non passò inosservata,ringraziata la ragazza si misero a letto.Alma non riusciva a dormire,pensava e ripensava a sua sorella,sarebbe riuscita a trovarla?Patrizia sarebbe stata felice di vederla?Aveva un milione di pensieri in testa,tutti riconducevano a Patrizia tranne uno,era un pensiero strano,altrettanto martellante come Patrizia,non riusciva a toglierlo dalla sua mente.Perché quei luoghi gli erano familiari?Perché aveva imparato quasi istantaneamente quei passi di danza?E poi il vestito tradizionale lo aveva indossato senza lo aiuto da parte di nessuno e si che era complicato indossarlo.Immersa in questi pensieri Alma finalmente cadde addormentata come già lo era da diverso tempo la sua grande amica Adele. L’alba arrivò in men che non si dica,le due amiche si prepararono per riprendere il viaggio in pochissimo tempo.Fatta colazione uscirono dalla locanda,fuori vicino alla jeep c’erano i due pastori ad attenderli.Alma si meravigliò del loro bagaglio,un semplice fagotto legato con cinghie di cuoio. La jeep venne messa in moto ed il tubo di scarico emise il solito puzzo di progresso,in quell’aria tersa del mattino la puzza di gasolio sembrava amplificata,tutti salirono a bordo e lentamente si allontanarono dal villaggio.Era ancora notte,si viaggiava a fari accesi,eccetto Jaris tutti si rimisero a dormire.La strada ora sembrava una di quelle mulattiere che si potevano vedere nei documentari della prima guerra mondiale,si procedeva con molta cautela,da est cominciava a sorgere il sole,la luce radente rendeva un’atmosfera particolare,la brina rispecchiava la luce solare in mille arcobaleni.Tanta bellezza andava condivisa con i compagni di viaggio,Jaris svegliò Adele ed Alma, aprendo gli occhi Alma gridò a Jaris di voltare verso sinistra e di inoltrarsi per la taiga,il grido svegliò i due pastori,la jeep era ferma,Jaris guardava il paesaggio insieme ad Adele i pastori parlottavano fra loro,Alma continuava a dire di svoltare a sinistra.Nell’abitacolo della macchina era tutto un vociare convulso,il vecchio pastore mise una mano sulla spalla di Jaris catturando la sua attenzione,dovevano svoltare a sinistra.Il viaggio riprese in silenzio,nessuno formulò domande ad Alma sulla sua premonizione,si continuava in silenzio,i due pastori cominciarono a guardare Alma con curiosità.La taiga si perdeva a vista d’occhio,in fondo si intravedeva una sua deviazione,era come se la pianura prendesse due strade diverse,un braccio continuava verso l’infinito un altro si dirigeva nuovamente verso le montagne,si inoltrava verso quella che si poteva immaginare come una vallata.Il fondo della taiga era molto meno sconnesso della strada da li a poco abbandonata,la velocità della macchina era aumentata.Erano già diverse ore che procedevano in quella immensa pianura,quando giunti sulla sommità di una collinetta si videro in lontananza una mandria di cavalli. Da quella distanza il pastore più anziano riconobbe i cavalli,erano quelli della sua gente,disse a Jaris che la tribù era stata trovata,avevano messo il campo in quella valle,tempo una mezz’ora ed il campo si sarebbe visto.Alma non stava più nella pelle,avrebbe visto sua sorella.Giarando intorno a degli alberi che crescevano sul margine della vallata apparve il campo,era composto da circa trenta tende disposte in circolo,da un lato scorreva un ruscello,era uguale ad un campo di nativi americani. Alcuni cavalieri corsero gioiosi verso la jeep ferma al di fuori del campo,alla vista dei cavalieri i due pastori scesero dalla macchina e correndo andarono loro incontro.Si salutarono cordialmente felici di rivedersi,finiti i convenevoli il vecchio fece cenno ad Alma e gli altri di avvicinarsi.Tutti si salutarono cordialmente,poi risalendo a cavallo si diressero a galoppo verso il campo.Jaris seguì i cavalieri con la jeep.Arrivati al campo tutto il villaggio uscì dalle tende,anche chi era occupato in lavori corse verso quegli inattesi ospiti.Da una tenda più appartata delle altre uscì Patrizia,non riuscendo bene a capire cosa stesse succedendo.Alma era appena uscita dall’auto quando la vide,per un attimo rimase dubbiosa sul da farsi,poi improvvisamente si mise a correre verso di lei,si fermò a due passi da Patrizia,si guardarono intensamente per un attimo ed infine riconoscendosi si abbracciarono fra le lacrime.Dopo tanti anni si erano riunite,erano ancora abbracciate e dalla tenda uscì lo sciamano della tribù.Era un uomo basso di statura,all’apparenza anziano,ma si intuiva che sotto le sue vesti era nascosto un corpo forte e vigoroso.Con gli occhi semi chiusi guardo le due donne e rivolgendosi al suo popolo disse che quel giorno si erano ritrovate due sorelle,guardando Alma sempre con gli occhi socchiusi disse che il suo popolo aveva recuperato un suo membro.La cosa rivestiva un’importanza eccezionale per la tribù ed andava festeggiata in modo degno quella sera stessa.Alma non riusciva a capire il senso di tutto quello,Patrizia gli spiegò tutto con calma dicendogli che lo sciamano era un uomo potente capace di vedere cose che sfuggono alle persone normali.Gli disse anche che aspettava da lungo tempo il ricongiungersi di un membro della tribù e che era lei la persona che aspettava.Patrizia ed Alma passarono tutto il resto della giornata insieme parlando delle loro attività,Alma voleva sapere tutto su sua sorella e della sua ricerca.Passarono ore ed ore a parlare,a volte passeggiando per il villaggio altre sedute vicino alla tenda dello sciamano.Di tanto in tanto il vecchio sciamano usciva dalla tenda e guardava soddisfatto Alma,lei dal canto suo si sentiva in imbarazzo.Patrizia più volte spiegò a sua sorella che lo sciamano aspettava la sua venuta e sapeva bene che prima o poi sarebbe arrivata colei che aspettava.Ora era lì e si festeggiava. Il sole cominciava a tramontare,dal campo,in lontananza si intravedevano i componenti della tribù ritornare verso il villaggio di tende.La grande pianura ora brulicava di mandrie di cavalli di ritorno, dalla collina scendevano alcune donne con cesti pieni di erbe raccolte chissà dove,i bambini correvano giocosi verso di loro.Alma si riempiva gli occhi di tutto ciò.Guardava tutto intorno con la espressione di beatitudine.Mentre girando gli occhi da una parte all’altra del campo vide che Jaris ed Adele avevano scaricato la macchina dei loro bagagli e piantato le tende per la notte.Insieme a Patrizia si diresse verso di loro,provò a scusarsi ma non ce ne fu bisogno,Adele disse alla sua amica che non serviva,comprendeva la sua gioia per aver trovato Patrizia,il lavoro poi non era stato pesante.La notte era calata,lo sciamano aveva dato indicazioni al suo popolo per festeggiare il ritorno di Alma.Al centro dell’accampamento era stato preparato un gran fuoco dove si era riunito tutto il popolo.Lo sciamano si diresse verso i suoi ospiti e parlando con Patrizia fece loro intendere che si dovevano unire al resto della sua gente.Patrizia indicò la strada non allontanandosi un attimo da sua sorella.presero posto un poco al margine del fuoco,per pudore e rispetto,ma lo sciamano invitò Patrizia e gli altri a sedersi presso di lui,Patrizia disse loro che quel gesto era riservato solo ad ospiti importanti,ma che non capiva bene il perché lo sciamano aspettasse Alma da lungo tempo.Di colpo nel campo si udirono tamburi suonare accompagnati da strumenti a fiato,intorno al fuoco iniziò una danza,i danzatori per questa occasione indossavano quello che dovevano essere i loro abiti più belli.La danza proseguì per lungo tempo,lo sciamano si alzò dal suo posto e raggiunse il gran fuoco,lì mentre ancora si danzava prese a parlare in simbiosi con la musica.Le sue parole seguivano il ritmo dei tamburi,Patrizia non riusciva a dire ad Alma cosa dicesse di preciso lo sciamano,la sua voce si confondeva con gli strumenti musicali.Seppe solo dirgli che cercava di entrare in contatto con gli spiriti della taiga,delle foreste e delle montagne,li pregava di guidarlo nel suo viaggio.Lo sciamano era caduto in trance,la musica ora era appena udibile,l’uomo parlava una lingua incomprensibile per tutti.Stette in questo stato per molto tempo,poi come ad un segnale stabilito riprese il suono dei tamburi e lo sciamano si accasciò in terra sfinito.Alma fece il gesto di alzarsi per andarlo ad aiutare ma Patrizia non lo permise.Rimasero tutti seduti,lentamente lo sciamano si alzò ed ora con andatura decisa riprese il suo posto vicino a Patrizia ed ai suoi ospiti. Prese subito a parlare con Patrizia che fungeva da interprete,ma parlava troppo veloce per lei non riusciva bene a capire quello che diceva.Fatta presente la cosa la conversazione prese un andamento più consono alla proprietà di linguaggio di Patrizia.Alma ed i suoi amici sembravano sedere sulla brace ardente tanta era la voglia di sapere quello che si stavano dicendo.Lo sciamano parlava solo con lei disinteressandosi dei suoi ospiti.Venne portata la cena,non so cosa si mangia in mongolia quindi non la descrivo,tutto il popolo era in festa.Da quelle parti non ci sono molte occasioni per festeggiare,tutti mangiarono in abbondanza;era bello vedere tanta gente felice.Nell’accampamento i primi bambini già dormivano,non erano abituati a tirar per le lunghe la notte,le loro madri li presero e senza svegliarli li portarono nelle loro tende.A poco a poco tutti si ritirarono finchè intorno al fuoco rimasero solo i nostri amici,anche lo sciamano era andato via,nessuno di loro si era accorto della sua assenza.Patrizia si alzò seguita da tutti gli altri,prese per mano Alma e con lei si diresse alla sua tenda,Alma si accorse di uno sguardo di complicità fra lei e Jaris ma fece finta di nulla e andò via con Patrizia.Adele e Jaris entrarono nelle loro tende per dormire.Nel campo ora regnava il silenzio assoluto,la festa era finita e domani si doveva lavorare come ogni giorno.Entrata in tenda Alma notò subito la sua funzionalità.per terra erano disposti dei feltri al centro c’era una vecchia stufa a legna,tutto intorno fagotti e pochissimi mobiletti in legno,dentro era caldo e solo in quel momento si rese conto del freddo patito nel percorrere il breve tragitto fra il fuoco e la tenda.Si stesero sul letto ed Alma iniziò un interrogatorio senza fine,voleva sapere dello sciamano.Patrizia le rispose che a tutte quelle domande lei non poteva dare risposte semplicemente perché non ne aveva. Gli disse solo che lo sciamano aveva riconosciuto in lei un suo avo,un antico guerriero della tribù, famoso per il suo coraggio in battaglia e la sua generosità,gli disse che lo sciamano era sicuro di questo ma aspettava da lei delle conferme.Patrizia aggiunse che Alma doveva trovare,secondo lo sciamano,quei segni dentro di lei.Trovate le risposte lo sciamano l’avrebbe aiutata a far venir fuori l’antico guerriero che riposava in lei. Patrizia cadde addormentata nel suo letto quasi immediatamente,Alma restò sveglia avvolta nelle sue mille domande senza risposte.La sua mente era una centrifuga domande su domande tutte senza risposte,non sapeva nemmeno dove trovarle le sue risposte.Capiva che da quando era arrivata in Mongolia si trovava come a casa,viaggiando verso sua sorella a tratti le sembrava di riconoscere dei paesaggi,aveva indossato il vestito tradizionale mongolo con disinvoltura,anche i passi di danza gli erano familiari;non riusciva a trovare una via di uscita alla sua situazione.La sua mente comunque tornava sempre alla danza,nella sua vita aveva sempre rifiutato di ballare,non gli era mai piaciuto. Ora improvvisamente ballava.Forse una delle risposte stava nella danza,doveva essere per forza così.La notte non passava mai,Alma era sempre sveglia,immersa nei suoi pensieri,fuori della tenda si udiva il sibilare di un leggero vento,tutto era tranquillo.Ad un tratto gli sembrò di sentire il rumore di zoccoli di cavallo calpestare il suolo,no,non poteva essere tutto il villaggio dormiva ed a nessuno sarebbe venuta l’idea di cavalcare a quell’ora di notte.Pensò che si era sbagliata,dal suo letto cercò di concentrarsi su quel rumore ma non riusciva più a sentirlo,accadde però in lei un cambiamento di umore,qualcosa dentro di lei gli diceva che doveva uscire,lentamente uscì dal letto e con prudenza mise fuori la testa dalla tenda.Quello che vide non poteva essere vero,in direzione del fuoco delle danze,che ancora illuminava un poco la notte,vide quello che sembrava un guerriero. Era un guerriero mongolo tutto attrezzato per la battaglia.Con il suo cavallo girava e rigirava intorno al fuoco,una mano teneva le redini del cavallo l’altra brandiva una spada.Non si udiva più il rumore degli zoccoli,solo il soffiare del vento.Il cavaliere si accorse di essere osservato e si diresse al galoppo verso Alma,la poverina cercò riparo nella tenda dove attese l’ingresso del cavaliere ma passato un poco di tempo e non succedendo nulla rimise il capo fuori,tutto era tranquillo,non c’era nessuno.Il presunto galoppo del cavaliere verso di lei le aveva messo paura,respirava con affanno e poco mancò che dalla sua bocca non ne uscì un grido.Patrizia doveva aver sentito pur qualcosa,si mise di scatto a sedere sul letto e vide sua sorella vicino all’uscita della tenda che guardava fuori. Domandò ad Alma cosa stesse guardando,ma non ottenne risposta.Si avvicinò allora a lei e notando il suo nervosismo lei chiese con voce rassicurante cosa facesse in piedi a quell’ora della notte,o meglio del mattino.Alma raccontò tutta la sua visione a Patrizia ed ora che raccontava riusciva a mettere a fuoco particolari che in un primo momento gli erano sfuggiti.Il racconto della visione di Alma continuò fino al mattino,il sole entrava già nella tenda,era ora di uscire,nel villaggio si udivano già le prime voci.Patrizia avrebbe parlato con lo sciamano della visione di Alma,lui sicuramente sapeva come interpretarla.L’aria del mattino era fresca,per non dire decisamente fredda i cavalli stavano già uscendo dai loro recinti per il pascolo.Patrizia preparò la colazione che fu immediatamente consumata.Mentre si faceva colazione Alma chiese a sua sorella in cosa consisteva la sua ricerca e da quanto tempo andava avanti.Patrizia rispose che il suo lavoro era raccogliere materiale e documentazione sull’attività degli sciamani del posto,disse anche che la figura degli sciamani era fondamentale per le tribù del posto,in quanto essi assolvevano un gran numero di funzioni sociali.Guarivano le persone malate,fungevano da notai,celebravano cerimonie sacre,stabilivano tempi e luoghi per gli spostamenti della tribù,e soprattutto erano il tramite fra gli uomini e i dei delle montagne,della taiga,delle foreste.Questo ultimo aspetto degli sciamani era il fulcro della sua ricerca.Capire il meccanismo di accesso al mondo degli dei era per lei di particolare importanza.Lo sciamano già in diverse occasioni l’aveva condotta con lui nelle foreste per cercare delle erbe particolari e dei funghi psicotropi,secondo lo sciamano erano il tramite per poter parlare con gli dei.Patrizia aveva raccolto quelle erbe,le aveva catalogate e riposte per bene per spedirle in facoltà.Non era riuscita invece a conservare i funghi,dopo poco imputridivano.Alma gli consigliò di riporre i funghi,una volta raccolti,nel miele lì si sarebbero conservati in eterno.Patrizia non voleva credergli,Alma con calma e determinazione gli consigliò di provare,disse di si,poi il miele non era un problema ogni tenda ne aveva una scorta.Alma si diresse verso la tenda di Adele e si fece dare un barattolo di vetro di marmellata.La marmellata fu data ai bambini del villaggio,il barattolo vuoto a Patrizia per riporre la prossima raccolta di funghi.I bambini del villaggio apprezzarono molto la marmellata di Alma,la terminarono in brevissimo tempo,ne avrebbero voluta altra ma non la chiesero.Lo sciamano si stava dirigendo verso di loro e chiese l’aiuto di Patrizia per comunicare.Lo esordio dello sciamano non era dei migliori,aveva sognato una grande battaglia della sua gente,molte persone erano morte ma il villaggio e le sue riserve di viveri per l’inverno erano salve. Poi aveva visto l’artefice della vittoria,un grande e valoroso guerriero a cavallo,il suo solo aspetto intimoriva i nemici,lo descrisse.Era il cavaliere che aveva visto Alma durante la notte.L’uomo sembrò capire i pensieri di Alma,allungato un braccio la prese per un gomito e si diresse verso la sua tenda seguita da Patrizia.Durante il tragitto Alma sembrava capire quello che lo sciamano andava borbottando sottovoce,non conosceva il suo idioma ma sapeva quello che diceva.L’uomo mise seduta Alma su di una pietra levigata con il viso rivolto ad Est,capì subito che non doveva più muoversi di lì,quello sarebbe stato il suo posto.Lo sciamano entrò nella sua tenda e ne riuscì subito con un fagotto di pezze avvolte fra di loro.Patrizia conosceva bene il contenuto.Con calma ed estrema cura tolse ad una ad una tutte le bende.Ne uscì fuori quella che sembrava una pipa,un sacchetto di pelle morbida e altri oggetti di dubbio gusto.Una testa di uccello,delle ossa,ed alcune piume.Con la stessa concentrazione tirò fuori la pipa dal suo involucro,aprì il sacchetto di pelle e vi immerse la pipa riempiendo il fornello di una polvere finissima dall’odore pungente.Ancora senza dire una parola rientrò nella tenda e ne uscì fuori con un carbone ardente nelle mani.Mise il carbone nel braciere della pipa e sedutosi vicino ad Alma ne aspirò il fumo,ripetè l’aspirazione del fumo sin quando tutto il contenuto della pipa non fu acceso.Terminata questa operazione porse la pipa ad Alma che non avendo mai fumato alla prima aspirazione fu presa da un violento attacco di tosse.Riprese ad aspirare il fumo della pipa,più aspirava e più la bocca di Alma si riempiva di un sapore metallico,la sua mente si concentrò su quel sapore non del tutto sgradevole.La sua percezione visiva era cambiata,si accorse che non era più seduta ma adagiata da un fianco e aveva davanti a lei lo sciamano e Patrizia.La presenza di sua sorella le infondeva coraggio.Lo sciamano le parlava e lei o meglio la sua mente capiva quello che le diceva.Parlavano di quel cavaliere,Alma lo conosceva,sapeva persino il suo nome,stava per pronunciarlo quando lo sciamano gli fece capire che era meglio non chiamarlo.Parlarono a lungo fra loro,Patrizia prendeva appunti in modo frenetico,aveva in una sola volta raccolto una grande quantità di materiale per la sua ricerca.Alma cadde addormentata lì fuori,lo sciamano la coprì con una pelle e si allontanò con Patrizia verso il margine della foresta.Camminarono un poco nella foresta fino a giungere ai bordi di una parete di roccia alta una decina di metri dove alla base sembravano esserci due gradini.Lo sciamano disse a Patrizia che quello era un luogo di potere,lo ripeteva ogni volta che conduceva Patrizia in quel posto.Iniziò a parlare con fare molto serio,non lo aveva mai visto così,capì che la situazione era seria.Lo sciamano raccontò la storia del guerriero a Patrizia,gli disse tutto quello che la tradizione orale del suo popolo aveva tramandato.Era un prode guerriero,un gran capo in guerra ed un saggio in tempo di pace.Fu ucciso a tradimento mentre andava a caccia,il suo corpo non fu mai ritrovato e non aveva potuto ricevere gli onori di una degna sepoltura.Il fatto che Alma lo abbia visto era importante,ad Alma aveva anche indicato la direzione del luogo dell’agguato con la sua spada mentre cavalcava intorno al fuoco.Era per quel motivo che aveva fatto fumare il suo fumo ad Alma. Sua sorella ricordava moltissimi particolari del cavaliere ed ora con l’aiuto del suo fumo aveva ricordato la direzione del luogo e forse il cavaliere gli avrebbe detto anche il luogo preciso.Nel far ciò aveva infranto una regola fondamentale ma l’occasione era troppo importante e non si poteva attendere oltre,secondo le regole Alma avrebbe dovuto fumare il fumo che lei stessa avrebbe dovuto preparare,ma era sicuro che gli dei non si sarebbero adirati per questa volta,dare una sepoltura allo antico guerriero era una grande impresa.Patrizia ascoltava con attenzione le parole del suo amico,scrivendo sul suo quaderno ogni parola.Lo sciamano si rialzò e cominciò a camminare verso il campo,aggiunse che Alma doveva fumare di nuovo il suo fumo finchè non sarebbe uscito il nome del luogo dove era stato ucciso il guerriero.Alma dormì profondamente per tutta la notte e Patrizia non si allontanò un attimo da lei.Il sole cominciò a rischiarare il campo ed Alma cominciò a risvegliarsi,lo sciamano sembrava sapere l’ora del suo risveglio,era lì accanto con un fagotto di pelle piegato con cura e dell’acqua fresca.Patrizia non si era accorta della sua presenza.Lo sciamano disse a Patrizia di aiutarlo a far “rinvenire”Alma nel giusto mondo,pregò Patrizia di spogliare la sorella,nel mentre aprì il fagotto ed estrasse delle erbe essiccate,dei bastoncini adornati di piume ed altre cose.Alma giaceva nuda sopra a delle pelli,lo sciamano passò le sue erbe su tutto il corpo di Alma,cantava una nenia incomprensibile,poi con una pezza rossa lavò il corpo di Alma,ed intrecciò i bastoncini nei suoi capelli,lo sciamano divenne maledettamente serio Patrizia percepì la situazione e guardò lo sciamano che preoccupato gli disse di aiutarlo a trasportare Alma al vicino ruscello dove immerse Alma nell’acqua trattenendola per i bastoncini.Lo sciamano vedendo Patrizia disse con un filo di voce che Alma si stava svegliando in un altro mondo,se non riusciva a riportarla indietro l’avrebbero persa per sempre,la causa a suo dire era il fumo che Alma aveva usato,era il suo e non poteva essere usato da altri;ma la situazione non ammetteva ritardi si doveva provare comunque.Improvvisamente il silenzio fu rotto da ripetuti colpi di tosse,Alma si stava riprendendo. Lo sciamano estrasse la donna dal ruscello e sempre tenendola per i bastoncini la tenne in piedi accanto a lui con la sola forza di un braccio,non permise a Patrizia di toccarla.Cominciò a tambureggiare i piedi al suolo intonando chissà quale antico canto,continuò così finchè Alma non fu sveglia del tutto.Il corpo nudo di Alma brillava nel sole che era sorto dalle goccioline di acqua sul suo corpo si rifrangeva la luce,lo sciamano disse che aspettava questo segno,Alma era di nuovo in questo mondo.Tutti e tre in silenzio raggiunsero la tenda dello sciamano,Alma voleva parlare, raccontare tutto quello che aveva visto durante il suo viaggio,lo sciamano gli mise una mano sulla bocca facendole capire che non doveva farlo almeno sino a quando era sulla terra del guerriero,lui aveva visto tutto,ora sapeva dove cercare il guerriero.Con noncuranza stese una coperta ad Alma che solo allora si accorse di essere nuda.Lo sciamano uscì dalla tenda seguito di lì a poco dalle due donne.Uno strano sentimento si impadronì della mente di Alma,voleva raccontare tutto a sua sorella ma sentiva in lei che non poteva farlo doveva rimanere un segreto,Patrizia si accorse del disagio di sua sorella e voltandosi verso di lei l’abbracciò con affetto.Dal corpo di Alma si diffondeva una energia calda,rassicurante,ora anche Patrizia sapeva.La mente di Alma era tesa,pronta ad ogni più piccolo stimolo,tutto era a fuoco,nulla le sfuggiva.Parlò di questo con sua sorella che non avendo risposte rivolse il tutto allo sciamano.L’uomo disse che tutto era dovuto al fumo,era il fascino facile del fumo,donava a chi ne faceva uso una mente affilata,sempre concentrata ma non durava a lungo e spesso,proprio per questo se ne faceva un uso errato,aggiunse che il fumo era una via,un collegamento con altri mondi ai più sconosciuti,era sacro.Di colpo troncò il discorso,aggiungendo solo che grazie al fumo e sua sorella potevano dare una onorevole sepoltura al guerriero ma dopo che tutti fossero ripartiti.Patrizia prese la cosa con disappunto,non voleva andare via,lo sciamano guardò con gli occhi socchiusi Patrizia,dalle sottili fessure delle palpebre gli sembro di vedere degli scintillii,seppe che poteva rimanere,la sua ricerca continuava,seppe anche che ora era il seguace dello sciamano,il suo allievo.Alma doveva andare via,lei si doveva lasciare la terra della tribù.I giorni seguenti passarono velocemente,Alma era diventata suo malgrado l’eroina del villaggio,tutti volevano parlare con lei,tutti volevano toccarla.In uno di questi pomeriggi Alma si accorse che nel villaggio c’era animazione,in cuor suo sapeva che si stava preparando una grande festa di addio per lei.Passò anche la festa,si preparò di nuovo la macchina e salutati tutti si riprese la via del ritorno. Lentamente il villaggio si allontanava,Alma era serena,sapeva che non poteva rimanere con Patrizia ma la cosa non la disturbava,si sarebbero riviste certamente.In macchina Jaris disse ad Adele ed Alma se volevano proseguire con lui verso le montagne.Le due amiche si guardarono per un attimo negli occhi………..il viaggio proseguiva. La storia forse prosegue,chissà come e quando,……un grazie dal cuore ai miei amici di chat:Patcoc, Cellisa,Yosaka,007mp,Sailorpc. Toccalenuvole |