Sabato
19 Gennaio E'
un pomeriggio inoltrato di una calda giornata estiva. L'auto, una
station wagon che mostra gli anni vissuti, corre lungo l'autostrada che
da Milano scende lungo lo stivale. La meta finale è Roma. Il retro è
occupato da quattro voluminose valige e alcuni peluches. Alla guida c'è
Francesca e accanto a lei la figlia Laura di nove anni. Sono
partite nella tarda mattinata, ma il loro non è un viaggio di piacere;
si sono lasciate alle spalle tutto ciò che, fino allora, rappresentava
la loro vita: una bella casa, gli amici, il lavoro, il giardino da
curare, un marito per Francesca e un padre per Laura. Non
è stato facile per la donna arrivare a questa decisione, traumatica sia
per lei sia per la bambina, ma la situazione era giunta ad un limite
insostenibile. Già da alcuni mesi nutriva sospetti sul marito… aveva
notato il suo cambiamento in famiglia; l'intolleranza che dimostrava nei
suoi confronti; i continui appuntamenti per lavoro che comportavano,
talvolta, assenze di giorni; i lunghi silenzi. Aveva provato a parlarne
con lui, ma le risposte rimanevano sempre nel vago e, anziché dissipare
i suoi dubbi, questi atteggiamenti contribuivano ad aumentarli finché
un giorno… Si
trova per lavoro (è un'affermata assicuratrice nel campo dei Grandi
Rischi) a Como. Deve stipulare un contratto con una importante azienda
della zona e, concluso l'appuntamento, si sta dirigendo nuovamente verso
Milano, quando, alla periferia di Como, nota l'auto del marito ferma nel
parcheggio di un motel. Quella
mattina, uscendo da casa, le aveva detto che sarebbe stato per tutto il
giorno in città in quanto doveva incontrarsi con alcuni clienti.
Fermata la macchina in un punto da dove non può essere vista, scende
per sincerarsi di non aver preso un abbaglio e quindi decide di
aspettare…non sono passati venti minuti e lo vede uscire accompagnato
ad una giovane donna da lei ben conosciuta: è la sua amica Diana. Con
gli occhi offuscati dalle lacrime rimane a guardarlo mentre abbraccia e
bacia la ragazza… non riesce a credere che ciò a cui sta assistendo
sia realtà. Attende che il marito e la sua amica si allontanino, prima
di ripartire verso Milano. Non
potrà dimenticare quella sera… ricorda la violenta discussione, la
negazione da parte del marito dell'evidenza, l'ammissione infine del
tradimento. Forse Francesca lo avrebbe anche perdonato ma comprende che
lui non vuole troncare la relazione e allora la decisione di lasciarlo. Gli
incontri con il giudice, l'affidamento della bambina e, finalmente, il
giorno della sua partenza per Roma. Sabato
19 Gennaio Sono
le 14 e la stazione Termini è affollata di persone: studenti con i loro
zaini colorati, impegnati a vivere la loro gioventù; viaggiatori con
gli occhi alzati sui tabelloni delle partenze e altri appena giunti. Gli
addetti ai bagagli si destreggiano con i loro carrelli elettrici colmi
di valige, tra la folla, tra la quale, da alcuni giorni, si aggira
Lorella, una bambina di circa 11 anni. E' vestita dimessamente e non
sembra interessata ai treni ma piuttosto alle persone che continuamente
le passano vicino. La
sua è una triste storia, iniziata con la morte dei genitori tre anni
prima, in un tragico incidente. Entrambi senza un lavoro, si prestavano
a piccoli lavori occasionali che non erano però sufficienti a condurre
una vita decorosa. Non essendo in grado di sopportare le spese d'affitto
del piccolo appartamento dove vivevano, si erano adattati a vivere in un
seminterrato di una sola stanza, dove la poca luce entrava da una
finestrella posta a livello della strada. Era una vita difficile e
riuscivano ad andare avanti anche grazie agli aiuti che ricevevano dal
servizio d'assistenza sociale del comune. Con grandi sacrifici
riuscivano a far frequentare la scuola all'unica figlia, ed erano
orgogliosi dei risultati che otteneva, nonostante tutte le difficoltà. Poi
l'incidente e la svolta nella sua vita. E' affidata ad una lontana
parente, una donna già avanti con l'età, che vive sola e che ha
accettato di prendere la bambina con sé, anche attratta da quei pochi
soldi ottenuti per la morte dei genitori della piccola. Se prima la vita
era difficile, adesso è impossibile. Lorella
deve abbandonare la scuola e a nulla valgono le sue suppliche: i soldi
sono pochi e non possono essere spesi per dei libri. Cambiano anche
domicilio in modo da non poter essere rintracciati dagli assistenti
sociali e ora la donna rivela la sua vera occupazione: è una piccola
spacciatrice di periferia ed è a lei che si rivolgono i ragazzi per la
dose. La bambina è obbligata a fare le consegne al posto suo e se
ritarda o si ferma a giocare, puntuali arrivano le percosse. Ha
ora ha 11 anni…. è maturata in fretta e capisce ciò che sta facendo;
i suoi genitori le avevano parlato della droga e degli effetti che essa
provoca. Non vuole più fare questo e una sera fugge, lontano da
quest'inferno. Non ha nulla con sé, solo gli abiti che indossa e lo
zainetto rosa oramai scolorito, utilizzato tanto tempo fa per la scuola,
con all'interno del pane e qualche scatoletta. Non ha paura…si sente
leggera e, per la prima volta in questi ultimi anni, felice. ……Francesca
è giunta nelle vicinanze di Orte e vede il cartello che indica un
autogrill. Laura è visibilmente stanca e la cintura la rende
insofferente….è stata anche troppo brava e decide di fare una breve
sosta. Entrano nel bar e, mentre Laura si accinge a dare l'assalto ad un
invitante gelato alla crema, decide di telefonare alla sorella per
avvertirla del suo prossimo arrivo. Possiedono
due appartamentini nello stesso stabile in via Volturno, nelle vicinanze
della stazione Termini, ma lei non ha più la chiave del portone…è
molto tempo che manca da Roma. Il telefono squilla a vuoto e, dopo
alcuni minuti, rinuncia; proverà più tardi. Riprendono il viaggio e
finalmente arrivano in città; lasciata la tangenziale, s'immette nella
via Salaria fino a raggiungere la zona della stazione. Riprova a
chiamare la sorella ma inutilmente. E'
l'imbrunire quando Francesca parcheggia l'auto lungo il viale che
collega via Volturno con la stazione Termini. Si ricorda di una pizzeria
situata all'interno della costruzione e, con Laura eccitata all'idea
della pizza e con il suo peluche preferito tra le braccia, si avvia. ……La
sera è calata e Lorella continua a vagabondare tra i marciapiedi. Ha
cenato con un avanzo di panino trovato su una panchina e una banana
ammaccata, ma ancora intera. E' stanca e cerca un posto tranquillo dove
poter riposare… ora le persone sono meno numerose ed iniziano a fare
la loro comparsa uomini e donne senza casa anche loro alla ricerca di un
posto per la notte. Non ha paura di loro, anzi li saluta e a tutti fa un
sorriso. La conoscono ormai e non si meravigliano di quella bambina sola
che vive in stazione… soltanto il primo giorno uno di loro, un uomo
con la barba lunga con due borsoni che si trascinava stancamente dietro,
le chiese se si era persa e le aveva indicato un ufficio dove recarsi
per aiuto. Ma questa è l'ultima cosa che Lorella desiderava e si era
affrettata a dirigersi nella direzione opposta. Ha
cenato, ma un delizioso e invitante profumo di pizza la attira verso un
locale pieno di luci, con tavolini all'esterno e delimitato da grossi
vasi con piante, quasi a formare una siepe. Ad un tavolino oltre la
siepe, vede una bambina che sta mangiando una pizza più grande di lei
ma ciò che più attrae il suo sguardo è la visione di uno splendido
orsacchiotto bianco con il musetto nero, posato sulla sedia vicino a
lei. Non ha mai posseduto un simile giocattolo e non riesce a
distogliere lo sguardo. ……La
cena è finita e Francesca, seguita dalla figlia, si avvia verso la
cassa per pagare. Sul tavolino è rimasto un avanzo di pizza e su una
sedia…un orsacchiotto. Nel momento in cui Francesca ritira lo
scontrino, Laura si volge e vede una bambina che, con il suo
orsacchiotto in braccio, si sta allontanando tranquillamente, gustando
con evidente soddisfazione la pizza che era rimasta nel piatto. Un urlo
di Laura e anche Francesca si rende conto di quanto sta succedendo.
Immediatamente escono dal locale e raggiungono Lorella, per nulla
intimorita dallo sguardo severo di Francesca. Francesca
prende il peluche e, mentre si appresta a rimproverare la bambina per
quanto ha fatto, nota lo sguardo profondamente triste di Lorella e ne
rimane turbata. Capisce che il gesto compiuto non è quello di una
piccola ladra, ma il fortissimo desiderio di avere un giocattolo. I suoi
occhi sono innocenti e questo, unito al fatto che, imperterrita,
continua a mangiare quell'avanzo di pizza, la convince che è solo una
bambina infelice. Anche Laura si avvicina e, dopo aver ripreso
l'orsacchiotto dalle mani della mamma, con la naturalezza dei bambini,
esordisce con un "Ciao, chi sei?" "Lorella
e tu? Cosa fai qui, aspetti il treno per partire?" "Sono
Laura e questa è la mia mamma Francesca… la tua dov'è? Io sono
arrivata con la macchina da Milano e ora abiterò qui. Anche tu abiti
qui?" "Si,
abito qui nella stazione ma la mia mamma non c'è… è andata in
Paradiso" "Qui
nella stazione? Ma dove è la tua casa? E il tuo papà?" "Il
mio papà è andato con la mamma… non voleva lasciarla sola, ma mi
hanno detto che poi, un giorno, anch'io tornerò con loro" "Il
mio papà invece è rimasto a Milano e la mamma mi ha detto che ogni
tanto verrà a trovarmi… ma qui non vedo case, dov'è la tua?" Francesca
capisce che è giunto il momento di intervenire. Si china sulla bambina
e le chiede se vuole venire con Laura a prendere un gelato. Laura è
felice di avere una nuova amichetta e risponde anche per lei "Sì…
andiamo a mangiare il gelato" aggiungendo "Vuoi tenere un
po’ il mio orsetto? Si chiama Poldo e in macchina ne ho degli
altri" "Mamma, posso regalarne uno a Lorella?". Le
due bambine camminano dietro a Francesca e parlano senza quasi prendere
il fiato. Laura è felice di aver già trovato una amichetta mentre
Lorella sembra voler ricuperare il tempo trascorso da sola. Alle
orecchie della donna giungono le risate argentine e le continue
esclamazioni…. chissà che cosa si stanno raccontando, pensa. Arrivano
al bar e, sedute davanti ad una montagna di crema e cioccolata,
continuano imperterrite nei loro discorsi…Laura ha dimenticato la
stanchezza del viaggio e il desiderio precedentemente espresso di andare
a dormire. Effettivamente
comincia ad essere tardi e Francesca ritiene sia arrivato il momento
di…intromettersi in questo diluvio di parole, anche perché vuole
accertare se quello che pensa sia vero. Con delicatezza inizia a porre
domande a Lorella e rimane sconvolta quando viene ad apprendere la sua
storia. Vicino al bar c'è un ufficio di polizia. Decide di informare
gli agenti e, dopo aver detto alle due bambine di non allontanarsi perché
deve assentarsi pochi minuti, si dirige verso l'ufficio. Racconta
di quanto è venuta a conoscenza e si sente rispondere che la donna con
la quale la bambina viveva è stata arrestata due giorni prima e che gli
assistenti sociali stanno cercando di rintracciare Lorella per
ricoverarla in un istituto. La donna spiega che la bambina è adesso con
loro e che sarebbe per lei un trauma essere portata via…sente di
essersi già affezionata e, nell'attesa delle decisioni del giudice, è
disposta a tenerla con sé in affidamento. Uno scambio di telefonate e
infine il consenso. Francesca lascia i suoi dati e torna verso le
bambine. Si sente felice.. tutta la tristezza che l'ha accompagnata in
questi ultimi tempi è dissolta. Chiede
alle bambine un attimo di silenzio e fa la sua proposta: "Ho avuto
un'idea… Laura, ti piacerebbe dividere la tua cameretta con Lorella? E
tu Lorella, vorresti venire a casa nostra? c'è un letto a castello con
la scaletta e rimarrebbe solo se tu non accettassi". Laura esplode
in un urlo di felicità e abbraccia l'amichetta che però rimane
silenziosa… non capisce. "Che
cosa vuoi dire, Signora? Che posso venire a dormire nella vostra casa
questa notte?" "Certamente
e, se ti piacerà, potrai anche stare domani e tutti gli altri giorni,
potrai tornare a scuola, giocare con Laura e con i nuovi amici che
conoscerete, potremo tornare qui a mangiare la pizza tutti insieme e tu
potrai far conoscere Roma a Laura… sai, lei è stata poche volte qui e
ha bisogno di una guida esperta!". E'
la figlia che ora chiede "Ma per sempre, mamma?" Francesca
spiega alle due bambine dell'incontro che ha avuto poco prima, che
presto una donna sarebbe venuta a parlare con tutte loro e che, molto
probabilmente, sarebbe stato così. Riprova a comporre il numero della
sorella, che finalmente risponde, dicendole di prepararsi a una bella
sorpresa. Laura si alza, prende l'orsacchiotto e lo mette in braccio a
Lorella "Tieni, ora sei la mia sorellina e Poldo è anche
il tuo… ma perché piangi? Non sei contenta di venire con
noi?" Anche
Francesca è emozionata… si alza e stringe in un unico abbraccio le
due bambine. Asciuga le lacrime sul volto di Lorella e le chiede
"Possiamo andare?" La
bambina si alza per poi improvvisamente bloccarsi "Scusami Signora,
devo salutare i miei amici" e corre verso due uomini e una donna
che da qualche tempo li stavano osservando. La guardano avvicinarsi ai
tre, parlare fitto con loro e quindi vedono la bambina sollevata e
stretta in un lungo, tenero abbraccio. Lentamente torna verso Francesca
e Laura, girandosi ogni quattro passi per salutarli. Sono tutti
commossi… è come se il tempo si fosse fermato e nella stazione
fossero solo loro tre e il gruppetto di barboni che continuano a
seguirla con gli occhi mentre si avvicina alla sua nuova famiglia. "Adesso
possiamo andare Signora… quelli sono gli amici che mi hanno aiutato in
questi giorni". "Verremo
ancora insieme a trovarli… e poi non chiamarmi Signora… fai come tua
sorella, chiamami mamma". Prende fra le sue le mani delle figlie e si avvia verso l'uscita…. una porta aperta su un nuovo futuro. (Albino)
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