Breve Storia del Quartiere

Il quartiere di Casal Bernocchi è sorto negli anni 60. Il nome attuale deriva dalla famiglia dei proprietari di un casale e di un appezzamento agricolo che la contessa Bernocchi cedette alla ex INA-CASA per farvi costruire case per lavoratori.

E' composto dal  comprensorio di Malafede, intendendo con esso una più ampia fascia di territorio compresa tra il fosso stesso, la via C. Colombo,
la via di Acilia e la via Ostiense in buona parte interessato dai centri di Acilia e Casal Bernocchi ma conserva ancora notevoli aree verdi, nonostante tra esse si stia proprio in questi mesi
 insinuando violentemente un esteso complesso edilizio che contribuirà a stravolgere definitivamente la situazione ambientale

Ai primi sporadici ritrovamenti della fine del secolo scorso hanno fatto seguito in anni recenti numerosi scavi (a volte purtroppo condotti in condizioni di emergenza, per la necessità di salvare il salvabile dall'avanzare del cemento) che hanno permesso di collocare molti importanti tasselli nel mosaico delle presenze insediative e monumentali della zona.

Questa zona un tempo era stata occupata da ville romane e, prima ancora, da capanne di abitatori preistorici. Reperti archeologici sinora rinvenuti collocano gli eventi storici della nostra zona con i primi insediamenti delle popolazioni pre-latine della cultura appenninica, con le popolazioni latine del territorio di Albano, con le testimonianze della monarchia di Roma alla cui potenza espansiva dovette sottomettersi, contribuendo anche alla fondazione di Ostia.

Una prima frequentazione, risalente ad età preistorica (Paleolitico Medio e Superiore - da 100.000 a 10.000 anni fa circa) è testimoniata dai materiali litici (schegge, utensili, punte di freccia) raccolti sul terreno per un'amplissima superficie.

A Malafede restano scarse tracce di questi impianti, sono invece molto più consistenti le strutture relative alle più grandi ville che alla fine dell'età repubblicana iniziarono a sostituirli e che in taluni casi continuarono ad essere abitate fino alla tarda età imperiale.

Le ville , come risulta chiaro dalla loro estensione e dagli elementi decorativi, appartennero a ricchi membri dell'aristocrazia, che non disdegnavano di incrementare le loro fortune con la produzione agricola dei terreni circostanti.

Tra costoro emergeva sicuramente Lucio Fabio Cilone , senatore, console e soprattutto intimo amico dell'imperatore Settimio Severo (193-211 d.C.), il suo nome appare su alcune tubature idriche in piombo scoperte in vicinanza del fosso e della via Ostiense e diviene così molto probabile attribuirgli il possesso della villa rinvenuta in località Colli del Casale, via Fiumalbo.

Nel territorio sono emerse inoltre le strutture di almeno altre tre ville: una lungo la via Ostiense, in località Ponte Ladrone (è la lieve depressione tra Casal Bernocchi e Acilia), un'altra sulla sommità della collina, poco ad est della via di Acilia (località Fralana) e soprattutto la villa posta nell'area del camping lungo la C. Colombo,  presso l'incrocio con via di Malafede; qui sono stati riconosciuti gli ambienti della parte "rustica", caratterizzati dalla presenza di un frantoio e di grandi orci per conservare le derrate, ed anche gli ambienti "residenziali", tra i quali spiccano le sale termali, riscaldate e decorate con un mosaico a tema marino del II secolo d.C.

Ma le scoperte più interessanti nella zona riguardano le grandi infrastrutture che attraversano il territorio di Malafede.
Innanzitutto la via Ostiense. Nel 1983 si scavò un tratto della strada lungo 60 metri, in corrispondenza del km. 17 della moderna Ostiense, che vi corre parallela, a pochi metri di distanza; si scoprì il basolato della pavimentazione (di età imperiale) perfettamente conservato, con una carreggiata larga quasi 5 metri; poco più in basso, a Ponte Ladrone, una precedente sistemazione della via, risalente all'età repubblicana, superava la depressione naturale su un viadotto di cui resta una delle originarie 11 arcate che lo sostenevano. Ancora più a monte, presso il fosso di Malafede, è stato recuperato il cippo di pietra che segnava l'XI miglio della strada che portava ad Ostia.

E' noto da un passo di una lettera di Plinio il Giovane (inizi del II secolo d.C.) che da qui si staccava dall'Ostiense una strada che si dirigeva a sud di Ostia, in direzione delle lussuose villae (tra cui quella stessa di Plinio) che sorgevano fin quasi sulla spiaggia di Castel Fusano e Castel Porziano. Il primo tratto di questo tracciato doveva correre sul pendio di Malafede, ma è evidente che da questo si sviluppava una fitta maglia di strade minori e viottoli che raggiungevano nella campagna le villae di cui si è già detto, indagini di scavo dei primi anni '90 effettuate sullo stesso pendio,
tra il casale dell'Infermeria e quello di Malafede, hanno messo in luce in più punti le strutture di due acquedotti che corrono appaiati in direzione parallela al fosso. Il rinvenimento è stato naturalmente collegato subito con l'esistenza dell'acquedotto che riforniva Ostia, costruito al tempo di Caligola (37-41 d.C.) e soprattutto con le sue monumentali arcate che ancora fino agli inizi del 1800 si vedevano attraversare, a poca distanza dalla via Ostiense, anche da un sommario riassunto delle principali evidenze archeologiche finora rinvenute, risulta dunque evidente che ci si trova a poter solo intravedere la complessità e la varietà di un paesaggio antico a vocazione prettamente agricola, punteggiato dalla presenza di più o meno lussuose residenze secondarie, spesso attrezzate come piccole aziende rurali, solcato da una efficiente rete di collegamenti viari a corto e medio raggio ed infine caratterizzato, anche visivamente, da grandi manufatti di servizio, come gli acquedotti, che esprimono il pieno possesso del territorio e la perfetta interazione esistente tra uomo ed ambiente, in funzione soprattutto del grande centro abitato costiero di Ostia.

Gli enormi e quotidiani problemi della ricerca e della tutela di un simile patrimonio storico-ambientale e culturale, già in gran parte compromesso, non derivano solo da inefficienza, degrado e speculazioni, ma anche dalla scarsa sensibilità che si ha nei confronti del passato di un territorio che si crede inutile ed anonimo, soltanto perchè se ne ignora l'antico ed originale valore

Fosso di Malafede: Ponte di Malafede o “del Risaro”, distrutto durante l’ultima guerra, rappresentava il confine tra Roma e il territorio di Ostia. Poco dopo Casale di Malafede con chiesetta ove era la villa di Fabio Cilone, il Prefetto all’Annona sulla cui Casa fu edificata la Chiesa di S. Balbina sul Piccolo Aventino;

Fosso del Fontanile: il Ponte della Rifolta o Ladrone aveva la funzione di sorpassare la valletta tra Casal Bernocchi e Acilia. Opera monumentale a 11 archi in opera quadrata e basolato. Gli ultimi resti furono distrutti nel 1944 e l’ultimo arco fu sotterrato per motivi funzionali;

Tratto anche da:
Archeologia a Malafede: uomini e paesaggio in età romana
di Antongiulio Granelli