Ferdinando IV

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Maria Carolina Francesco I

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Maria Carolina d'Asburgo

 (Vienna, 13 agosto 1752 - Hetzendorf, Vienna, 8 settembre 1814), figlia dell'imperatrice d'Austria Maria Teresa d'Asburgo, e di Francesco I del Sacro Romano Impero, sposa di Ferdinando I di Borbone re delle Due Sicilie (già Ferdinando IV di Napoli e III di Sicilia).

 Accordi matrimoniali Nei piani di Maria Teresa, Ferdinando avrebbe dovuto sposare sua figlia Maria Giovanna, che morì però di vaiolo.

La defunta arciduchessa venne allora sostituita con la sorella Maria Giuseppa, ma quando anche questa morì di vaiolo fu Maria Carolina a dover sposare Ferdinando, perché l'altra sorella, Maria Amalia, era più vecchia del futuro sposo.

Il matrimonio avvenne il 12 maggio 1768 a Vienna, per procura.

Famiglia Ferdinando e Maria Carolina ebbero molti figli, di cui solo pochi raggiunsero l'età adulta:

Maria Teresa (1772-1807), moglie dell'imperatore d'Austria Francesco I;

Maria Luisa (1773-1802), moglie del granduca di Toscana Ferdinando III di Asburgo-Lorena;

Carlo Tito, duca di Calabria (1775-1778);

Anna (1775-1780);

 Francesco I, duca di Calabria e re delle due Sicilie;

Maria (1779-1783);

Maria Cristina (1779-1849), moglie del re di Sardegna Carlo Felice I;

Gennaro (1780-1789); Giuseppe (1781-1783);

Maria Amelia (1782-1866), moglie del re di Francia Luigi Filippo d'Orleans;

 Maria Antonietta (1784-1806), moglie del re di Spagna Ferdinando VII;

Clotilde (1786-1792);

Enrichetta (1787-1792);

Carlo (1788-1789);

Leopoldo (1790-1851);

Alberto (1792-1798); Isabella (1793-1801).

 Politica Ferdinando di Borbone era diventato a soli otto anni re di Napoli e di Sicilia (e dopo il congresso di Vienna divenne re delle Due Sicilie), poiché suo padre Carlo aveva ereditato il regno di Spagna dal fratello morto senza eredi.

Con questo matrimonio Napoli tornò sotto il controllo austriaco: una clausola del contratto di matrimonio prevedeva che la regina entrasse a far parte del Consiglio di Stato dopo aver partorito il primo figlio maschio.

Grazie allo scarso interesse del marito per la politica, Maria Carolina riuscì ad avvicinare sempre più il suo regno all'Austria.

Nel 1775, dopo la nascita del primo figlio maschio, entrò a tutti gli effetti a far parte del Consiglio di Stato ed ottenne l'allontanamento del ministro Bernardo Tanucci, legato al padre di Ferdinando, sottraendo quindi il regno dall'influenza spagnola.

Nei primi anni di regno si mostrò favorevole alle idee illuministiche, come sua madre e suo fratello, guadagnandosi la stima di letterati e progressisti, che speravano in una politica di rinnovamento. I suoi primi venti anni di regno furono incentrati sul rinnovamento dell'apparato politico - economico.

Al suo dispotismo illuminato si deve la nascita dello Statuto di San Leucio, il più ardito codice presocialista mai fino ad allora pensato e messo in pratica.

 Le idee illuministiche della regina crollarono però con la rivoluzione francese, quando sua sorella, la regina Maria Antonietta, venne ghigliottinata.

Diede quindi inizio una caccia ai giacobini insieme al suo favorito John Acton, incitando il popolo alla delazione e punendo chi solo formulava il pensiero di uccidere i reali (celebre la condanna a morte nel 1794 di tre giovani che avevano sognato di assassinare il re).

Divenne intima amica di Emma Hamilton, moglie dell'ambasciatore inglese, per ottenere l'appoggio dell'Inghilterra.

Nel 1798 promosse un intervento militare contro la Repubblica Romana, ma venne sconfitta grazie all'intervento dell'esercito francese.

Scappò quindi da Napoli con la famiglia, l'ammiraglio Horatio Nelson e gli Hamilton.

Quando tornò a Napoli, dopo la riconquista da parte del cardinale Ruffo, attuò una atroce vendetta facendo giustiziare tutti i sostenitori della Repubblica, tra i quali Francesco Caracciolo.

 Nel 1806 perse nuovamente il regno di Napoli, avendo Napoleone Bonaparte messo sul trono suo fratello Giuseppe Bonaparte.

 Maria Carolina si rifugiò allora in Sicilia con la famiglia, dopodiché si ritirò a Vienna nel 1814, dove morì il 2 febbraio delo stesso anno, si dice dopo aver saputo che a Napoli, dopo la caduta di Napoleone, non si voleva rimettere suo marito sul trono a causa della sanguinosa repressione della Repubblica Napoletana da lei stessa ordinata.

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