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ISTITUTO EUROPEO DI STUDI DELL'EDUCAZIONE (IEEE)
PROGRAMMA DI EDUCAZIONE FAMILIARE
P.E.F.
Educare è diverso, oggi. I mezzi di comunicazione, la stampa, la televisione, la radio, il cinema, eccetera, hanno una crescente influenza e non sempre trasmettono i valori che i genitori desiderano che i figli vivano.
L'ambiente, gli amici, le scuole, la strada, eccetera, non sempre danno
l'esempio desiderato. Queste influenze esterne esigono che i genitori responsabili
abbiano, come educatori, una preparazione sempre maggiore.
La situazione ha diffuso una preoccupazione che ha avuto come conseguenza lo sviluppo di metodi pedagogici nuovi, che aprono a noi genitori orizzonti ottimistici. È Infatti una realtà che sotto gli occhi abbiamo risultati molto positivi. Le ricerche nell'ambito del comportamento umano hanno messo a disposizione apporti di gran pregio nel campo dell'educazione familiare.
Noi genitori dobbiamo imparare ad educare meglio e a conoscere i nuovi mezzi sui quali fanno conto le scienze educative. In questo modo i buoni risultati saranno la norma in una famiglia responsabile, e i "figli problema" saranno l'eccezione
Nella società d'oggi si deve educare "in futuro"
Il futuro non è una conseguenza del caso. Il futuro lo stiamo costruendo tutti insieme. Ogni famiglia dà la sua collaborazione con lo sforzarsi di aiutare i propri figli a essere persone libere e responsabili. A tal fine è necessario formarsi, prepararsi e, ancor meglio, professionalizzarsi.
Ciò richiede Uno sforzo serio. Ma l'importanza dello Scopo lo merita. In questa lotta c'è qualcosa di assolutamente sicuro: la famiglia vivrà più unita e felice nello sforzo comune di migliorare. Un miglioramento che finirà con l'essere contagioso.
1.1 - Che cosa è il P.E.F.?
Il Programma di Educazione Familiare è un piano di formazione continua diretto ai genitori quali primi educatori dei propri figli.
Il P.E.F. sviluppa un progetto innovativo sulla "Educazione della Volontà".
Il Suo principale obiettivo è il miglioramento personale dei figli mediante lo
sviluppo della volontà.
1.2 - Che cosa intendiamo con Educare la Volontà?
Educare la volontà è mettere in azione i mezzi perché i nostri figli siano
persone libere e responsabili, con carattere ed energia interiore, capaci di progettarsi un piano di vita e di realizzarlo nonostante ostacoli e difficoltà.
1.3- Quali caratteristiche ha nel P.E.F. l'Educazione della Volontà?
Nel P.E.F. l'educazione della volontà si fonda principalmente su:
1.4 - Su che cosa si basa l'Educazione Precoce della Volontà?
Lo sviluppo delle nuove tecniche educative, nell'ambito dei Periodi Sensitivi e degli Istinti Guida, ha portato gli specialisti a dare impulso al processo formativo particolarmente nelle età precoci, favorendo mediante un'appropriata stimolazione il
massimo sviluppo delle capacità potenziali della persona. La stimolazione cerebrale durante la prima maturazione dei neuroni moltiplica le connessioni tra neuroni e con ciò favorisce uno sviluppo maggiore del cervello.
Questo processo è il punto di partenza dell'Educazione Precoce della Volontà.
1.5 - Su che cosa si basa l'educazione efficace della Volontà?
Ricerche nel campo delle Motivazioni Umane, realizzate in particolare in ambito aziendale, affermano che: .'Quando si motiva una volontà disposta a fare qualcosa, una volontà ricettiva, i risultati si potenziano e si sviluppa una sinergia positiva capace di moltiplicare lo sforzo". Quando esiste un clima di amicizia, delicatezza, allegria, fiducia e tranquillità, la volontà è meglio disposta ad agire positivamente.
1.6 - Su che cosa si basa l'Educazione Preventiva della Volontà?
Come nel caso di una malattia è "meglio prevenire" che curare, così nell'educazione si ottengono risultati migliori quando si forma una persona nel bene piuttosto che quando se ne correggono semplicemente gli errori.
È più facile educare anticipando i problemi che correggendoli. Se i nostri figli
sono ben formati e conoscono le conseguenze di un comportamento cattivo,
sapranno scegliere meglio.
1.7 - Che cosa si intende per Educazione con l'Esempio?
L 'educazione con l'esempio continua ad essere il principale fondamento dell'educazione dei figli. Il miglior esempio è che i figli vedano che i genitori si sforzano d'essere migliori come persone.
Quando i genitori si propongono mete comuni, di miglioramento personale, insieme con i figli, si sta praticando la Teoria "Z" a livello familiare.
1.8 - Che cosa si intende per Educazione Motivata?
La motivazione migliore per fare un'azione buona è il valore che il bene ha in se stesso.
Perché i premi e i castighi aiutino a motivare correttamente una persona, essi devono stare sulla medesima linea dell'azione da motivare; e premi e i castighi devono stare al medesimo livello dell'obiettivo che si vuole conseguire.
Di conseguenza non è consigliabile premiare o castigare un atto buono o cattivo con qualcosa di materiale, perché ciò significa porre qualcosa di materiale al di sopra di un valore superiore.
1.9 - Che cosa si intende per educazione personalizzata?
Che ogni figlio deve essere educato in modo diverso dagli altri. Tutti i figli sono persone distinte. Non ci sono figli che siano uguali agli altri. Dobbiamo conoscere come ciascuno dei nostri figli è, per poterlo educare come persona unica e irripetibile.
1.10 - Il P.E.F. come realizza l'obiettivo di miglioramento personale dei figli?
Perché un'educazione sia completa, perché cioè consideri la totalità della persona, si deve mettere in conto:
- Lo Sviluppo Organico
- La Formazione Intellettuale
- L'Educazione della Volontà
Il P. E. F. è progettato appositamente per aiutare dei genitori a educare la volontà dei figli.
1.11 - I genitori come conseguono il miglioramento personale dei figli nel campo della volontà?
I genitori ottengono il miglioramento personale dei figli favorendo l'acquisizione, da parte dei figli, di virtù, e appoggiano questa azione con l'esempio e con una formazione appropriata.
L’azione educativa dei genitori dei genitori si sviluppa mediante piani di azione concreti per ogni situazione.
1.12 - Che cosa è necessario per mettere in marcia un programma P.E.F.?
Alcuni genitori interessati all'educazione dei figli e che posseggano l'orientamento appropriato. Questi genitori si riuniscono in gruppi di 10 coppie. Il numero minimo di gruppi è uno, al numero massimo non c'è limite.
Il P.E.F. si può applicare in ambiti diversi:
-Centri Educativi
-Comunità di Vicini
-Comuni
-Club
-Parrocchie
-Gruppi di amici, ecc.
Le riunioni si possono svolgere nel centro che le organizzi, o nelle case delle famiglie che compongono il gruppo.
1.13 - A che cosa si impegnano i genitori che partecipano a un P.E.F. ?
A leggere ogni trimestre un libro su un tema educativo. La lettura richiede un poco meno di due ore mensili.
A sviluppare Piani di Azione con i figli perché questi si migliorino in un'abitudine o in una virtù concreta.
A partecipare a una riunione mensile, della durata di due ore, con dieci coppie con figli in età simile ai loro.
A una riunione trimestrale, della durata di due ore, diretta da un professore dello IEEE.
1.14 - Il P.E.F. è un sistema rigido?
Non è un sistema rigido. Anche se l'esperienza consiglia di adattarsi il più possibile, inizialmente, al modello di funzionamento che qui si descrive. Una volta che lo si conosca approfonditamente, è un sistema flessibile, capace di adattarsi alle diverse necessità che sorgono in ogni situazione concreta.
1.15 - Quale sistema pedagogico utilizza il P.E.F.?
Il P.E.F. utilizza un sistema di auto apprendimento di gruppo, ispirato a due tecniche ben note:
- il Sistema Attivo Docente (SAD), ampiamente sviluppato nell'ambito universitario nordamericano.
- i Circoli di Qualità (CQ), impiantati con notevole successo in grandi complessi imprenditoriali giapponesi, nordamericani e tedeschi.
Le conoscenze si trasmettono attraverso documenti scritti appositamente per questo sistema, realizzati da specialisti. Tali documenti sono pubblicati in forma di libri. Assieme a ogni libro sono state approntate alcune guide di lavoro che spiegano come sviluppare e portare a termine l'apprendimento.
1.16 Quando esiste un effetto di sinergia, positiva o negativa, in un processo educativo?
Esiste sinergia positiva quando a un determinato sforzo, in questo caso a un intervento educativo dei genitori, corrisponde un risultato molto più alto di quello che ci si potrebbe aspettare in una situazione normale.
Quando si attua l'Educazione della Volontà in una situazione positiva o ricettiva del figlio, è normale che si produca Sinergia Positiva. Questo modo di educare con maggiore efficacia prende anche il nome di Educazione della Volontà Ricettiva.
Facciamo un esempio;
Supponiamo che un genitore si sforzi di ottenere un miglioramento concreto in uno dei figli. Analizziamo tre situazioni diverse per quanto riguarda l'atteggiamento del figlio.
Prima situazione:
Il figlio ha appena fatto male qualcosa e il genitore lo riprende positivamente perché faccia bene. La cosa più probabile è che il risultato risulti sminuito dalla reazione del figlio e che questi presti solo un'attenzione parziale al padre o addirittura reagisca in senso negativo. In questa situazione è esistita una sinergia negativa: di fronte a un apporto forte del padre, i risultati nel figlio sono bassi.
Seconda situazione:
Il genitore vuole potenziare una virtù nel figlio, e lo motiva positivamente perché faccia un'azione buona. Il figlio, in questo caso, non ha ancora fatto niente, ne pro ne contro, e nemmeno è disposto a operare in una direzione o nell'altra. La reazione più normale sarà buona e il figlio, se ben motivato, tenderà a migliorare la propria condotta. Lo sforzo del figlio per migliorare tende ad essere equivalente a ciò che il genitore ha fatto. In questo caso c’è stata sinergia.
Terza situazione:
Il figlio realizza liberamente un'azione buona e il genitore lo motiva per l'azione già compiuta e lo anima a ripeterla. La cosa più probabile è che il figlio si senta molto soddisfatto ed abbia gran desiderio di ripetere azioni analoghe: si trova in situazione ricettiva ad ascoltare i consigli del genitore. C’è stata sinergia positiva portata dal figlio, che migliora sensibilmente i risultati ottenuti.
Solo nella terza situazione si dà il caso che si stia educando in volontà ricettiva, e di conseguenza esiste una sinergia positiva, che sempre sorge dall'automotivazione positiva a migliorare che nasce nel figlio. Essa si deve al convincimento, che il figlio ha, d'essere capace di farlo perché lo ha già fatto.
I buoni risultati dell'educazione della Volontà Ricettiva si basano sul fatto che un atto ben compiuto dà, per legge naturale, una soddisfazione interiore e una gioia che, altrettanto naturalmente, aiutano a ripetere l'azione.
La sinergia positiva opera all'identico modo negli adulti quando ci si complimenta con loro o si riconosce loro un'azione fatta bene: allora nasce il desiderio interiore di esser grati per il riconoscimento e, se si presenta l'occasione, di ripetere l'azione.
2.1
- Qual'è l'origine dei circoli di qualità?Cominciarono a essere utilizzati subito dopo la seconda guerra mondiale e sono stati i principali protagonisti del grande sviluppo giapponese in campo economico.
Durante gli Anni Cinquanta i Circoli di Qualità (CQ) venivano usati per il miglioramento dei prodotti. Nel decennio successivo furono applicati ai sistemi di organizzazione.
A partire dagli Anni Settanta furono orientati al miglioramento dei valori personali (Virtù Umane) e presero il nome di "Qualità Totale" allorché le aziende li adottarono in ogni loro settore.
I C.Q., studiati per il miglioramento dei valori personali, si adattano perfettamente alle esigenze e agli obiettivi del P.E.F.
2.2 - Chi compone i Circoli di Qualità ?
I Circoli di Qualità sono formati da dieci famiglie che, per quanto possibile, si cerca abbiano necessità e condizioni affini:
1 - Figli di età simile
2 - Analogo livello culturale
3 - Prossimità di domicilio
Si ritiene che un gruppo con una partecipazione reale tra le 6 e le 12 persone possa lavorare con un rendimento accettabile.
Quando una coppia lascia un gruppo -di solito per difficoltà connesse alla frequenza- deve essere rimpiazzata da un'altra nel più breve tempo possibile. Perciò ogni gruppo deve avere numerose famiglie interessate all'adesione al P.E.F.
2.3 - Le nuove famiglie che intendano aderire ai gruppi, lo fanno direttamente?
È consigliabile che le famiglie che aderiscono coprendo posti vacanti siano preparate in anticipo sul funzionamento del sistema. Ciò sottintende:
Possono ricevere questa preparazione con l'aiuto di qualche famiglia che conosca il sistema, o assistendo a un corso previo organizzato per famiglie nuove.
2.4 - Chi modera i circoli di qualità?
È consigliabile che lo faccia la persona che, per professione o esperienza, sia più abile in un compito del genere.
Un assistente svolgerà le funzioni di segretario, compilando le guide e prendendo nota dei temi di maggior interesse e dell'assistenza alle singole persone.
È importante seguire le indicazioni delle Guide di Lavoro e calcolare il tempo di ogni paragrafo (settore) per poter concludere la riunione entro le due ore.
2.5 - Quali temi si devono trattare nelle riunioni di gruppo?
Quelli indicati nelle Guide di Lavoro. Gli argomenti principali saranno i contributi degli assistenti dei Piani di Azione realizzati con ciascuno dei figli.
Si espongono i fatti nel miglior modo possibile ma non si chiedono ne si danno consigli su ciò che si sarebbe dovuto fare. Nei gruppi non si devono sollevare problemi concreti circa l'educazione.
2.6 - Perché non si devono sollevare i problemi che i genitori hanno con i figli?
Per l'identica ragione per cui un medico non deve diagnosticare senza vedere il malato. Tutti i problemi riguardano persone reali, e sono diversi tra loro perché ogni persona è unica come uniche sono le circostanze che la riguardano.
Ai gruppi non presenziano i figli, e inoltre gli assistenti non sono degli esperti, per cui sarebbe un grave errore impostare e cercare di risolvere casi concreti. I gruppi non sono un consultorio educativo.
2.7 - Qual' è la strada migliore per risolvere i problemi concreti dei figli?
La strada migliore è che li risolvano i genitori, consultandosi con un esperto quando lo ritengano necessario. È consigliabile che siano consultazioni private.
Ad ogni famiglia è assegnato un professore dell'IEEE perché la consigli in modo continuo per la durata degli studi nell'Istituto.
Il professore-consigliere correggerà le Guide di Lavoro e consiglierà la famiglia nel compito dell'educazione dei figli.
2.8 - Nei gruppi di lavoro si devono discutere le materie nelle quali non si è d'accordo con l'autore del libro?
Per una questione di efficacia non si devono discutere, durante le due ore di durata della riunione, per le seguenti ragioni:
La discussione del disaccordo con l'autore, fuori dalle ore di lavoro del gruppo,
può essere qualcosa di consigliabile e arricchente. Si suggerisce di rivolgersi
all'autore direttamente o tramite 1’Editore.
3 - IL SISTEMA ATTIVO DOCENTE (S.A.D.)
3.1 - In che cosa consiste il S.A.D.?
Il S.A.D. è un sistema di insegnamento ad alto rendimento.
Quando una persona è motivata a desiderare di apprendere qualcosa, il S.A.D. facilita l'apprendimento con uno sforzo ridotto.
Secondo una serie di dati statistici risulta che:
1 ° - Di una conferenza ascoltata con attenzione direttamente dalla voce di un esperto, dopo una settimana ricordiamo di solito il 15%.
2° - Se della conferenza ci viene dato il testo scritto e lo leggiamo con attenzione, il rendimento si alza al 30%.
3°- Se ci viene data una guida che spieghi come dobbiamo fare la lettura, quali sono le parti più importanti e come assimilare meglio ciò che andiamo leggendo, ricorderemo attorno al 40%.
4° - Se facciamo pratica su ciò che abbiamo letto (nel nostro caso: se aiutiamo i figli a fare Piani di Azione per migliorarsi in un valore), possiamo arrivare a ricordare un 50%.
5 ° - Se annotiamo su un foglio - la guida di lavoro - i Piani d'Azione realizzati e il risultato ottenuto, ricorderemo circa il 60%.
6° - Se inoltre informiamo un gruppo circa i Piani d'Azione realizzati, spiegandone circostanze e risultati, arriveremo a ricordare quasi il 70%.
La differenza tra assistere a una riunione presieduta da un esperto e seguire il procedimento sopra indicato, il Sistema Attivo Docente, ci ha fatto passare da un ricordare circa il 15% a quasi il 70%. Il risultato parla da solo.
Nel P.E.F. si applica integralmente il S.A.D.
4.1 - Che cosa è un Piano di Azione ?
Un Piano di Azione è il mezzo per motivare un figlio a compiere un atto che lo porti a migliorare o a iniziare un apprendimento.
4.2 - Di quali parti si compone un Piano di Azione ?
Un Piano di Azione si compone delle parti seguenti:
SITUAZIONE: ambiente in cui si vive l'azione
OBIETTIVO: abitudine o virtù da conseguire
MEZZI: risorse impiegate per raggiungere l'obiettivo
MOTIVAZIONE: ragionamento per animare il figlio a fare il Piano d'Azione
STORIA: sviluppo dell'azione nel tempo
RISULTATI: conclusioni e mete raggiunte
È consigliabile archiviare i Piani d'Azione e classificarli per materie ed età. Si raccomanda di fare questo lavoro d'archiviazione e classificazione a livello familiare e collettivo, comunicandosi tra i diversi gruppi i Piani d'Azione più efficaci. Con questo lavoro si facilita e si potenzia il lavoro educativo dei genitori.
4.3 - Perché i Piani di Azione sono la base principale del P.E.F.?
Perché il primo obiettivo del P.E.F. è il miglioramento personale di ogni figlio, l'acquisizione di virtù, e le virtù si acquisiscono mediante la ripetizione di atti buoni, cercando il bene in se stesso. Motivare un figlio a fare un atto buono è compito dei genitori, realizzare l'atto è compito del figlio.
4.4 - Si devono elaborare Piani d'Azione nelle riunioni di gruppo?
I Piani d'Azione non devono essere elaborati nelle riunioni di gruppo. I gruppi di lavoro si tengono per ascoltare le esperienze di altre persone sulla base dei Piani di Azione già realizzati; si tratta di imparare dall'esperienza degli altri.
Per elaborare un piano d'azione effettivo è necessario conoscere bene i figli, e nel gruppo solo i loro genitori rispondono a questa condizione.
4.5 - Quali persone ci possono consigliare nell’elaborazione dei Piani di Azione ?
Le persone che, oltre a conoscere bene i vostri figli e le loro circostanze, abbiano familiarità con questa messa a fuoco dell'educazione della volontà. La persona ideale per consigliare è il professore-consigliere che è assegnato a ogni famiglia.
5.1 Quali testi o documenti si raccomandano per l'uso del sistema P.E.F.?
I testi che riuniscano le condizioni proprie del sistema P.E.F.
L 'editrice Palabra ha pubblicato la collana "Hacer Familia" che serve come base pedagogica del P.E.F.
La rivista "Hacer familia n fa parte del materiale pedagogico necessario a sviluppare le Guide di Lavoro individuale e di gruppo.
5.2 - Con quali criteri sono stati scritti i libri?
Sono libri didattici, semplici, pratici e coordinati, scritti specificamente per essere usati come strumenti di lavoro nel P.E.F. Gli autori sono specialisti dei diversi argomenti, con una grande esperienza nel campo educativo.
Didattici: in ogni libro l'informazione teorica e pratica si alterna con dialoghi e casi che descrivono situazioni familiari così che risulta facile la memorizzazione del contenuto e al tempo stesso si facilita lo sviluppo di atteggiamenti positivi nei genitori.
Semplici: con un linguaggio adatto alle situazioni più comuni dei lettori. Le idee principali si ripetono e si sottolineano per facilitarne il messaggio.
Pratici: sono basati sui successi familiari più ricorrenti, e danno modelli di azioni educative e di applicazione a circostanze diverse.
Coordinati: i libri sviluppano in forma coordinata diversi temi educativi. Si è partiti da una programmazione previa di materie che abbracciasse tutto l'ambito educativo con il fine di formare una completa unità.
Il contenuto si suddivide in sei serie: