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Luigi Carcano "El Luisin tassista"
Chi era
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Luigi Carcano, meglio conosciuto come "el Luisin tassista", nasceva a Milano (1920) nella stretta via Scaldasole, a due passi dalla Darsena di Porta Ticinese. Pur avendo frequentato solo le scuole commerciali, "el Luisin" aveva le idee chiare e la mente fervida, e può essere definito a pieno titolo "un letterato meneghino". Per la sua partecipazione alla seconda guerra mondiale è stato insignito di parecchie onorificenze, tra cui: Due croci di guerra, "Commendation" della 5ª Armata Americana, Cittadinanza onoraria di Mignano Montelungo, Cittadinanza onoraria di Legnano, Diploma d'onore di Combattente per la Libertà d'Italia (rilasciato dal Presidente Sandro Pertini), Cavaliere della Repubblica Italiana. Iniziò a comporre nel 1969. Autore di poesie, di racconti e di testi di canzoni in dialetto milanese (sono sue le prime due operette in dialetto milanese, "I fortunn del Tecoppa" e "Quand l'amor el gh'è"). Vincitore di parecchi premi tra cui: - L'Ambrogino d'oro (1982), Arca Canora (1960), Premio letterario Orobico (1978), Primo Festival della Canzone Meneghina (1983), Meneghino d'oro (1984) Numerose canzoni di cui è autore dei testi hanno vinto premi e concorsi canori. Tra le sue pubblicazioni si ricordano: -"Dedree di quint del segond conflit mondial"- Poema epico in dialetto milanese in cui racconta la storia di un fante (la sua) del 67° Fanteria, durante la guerra di liberazione, dall'inverno del 1940 alla primavera del 1945, raccontando dell'Albania, della risalita da Brindisi a Napoli, Montelungo, Roma, Firenze, la linea Gotica... fino alle amate ringhiere di Porta Ticinese. Il tutto visto con gli occhi di un soldato che ha fatto il suo servizio senza grande entusiasmo, ma con onore, con i sentimenti, i mugugni, la fantasia, i magoni di un attento osservatore che non lesina le stoccate e che ha imparato l'arte di sopravvivere in mezzo a tanto cataclisma. -"Coriandol de parol milanes in poesia" - Raccolta di poesie in dialetto milanese, scritte nelle più disparate condizioni di spirito, sempre però rispettose delle regole "del scriv in meneghin". -"quand fasevi el sciafoeur de piazza" - Racconti, sempre in dialetto milanese, quasi tutte storie autentiche, avventure vissute alla guida del suo taxi, arricchite da qualche spunto di fantasia. -"testi delle canzoni firmate luigi carcano" - È stata la sua ultima pubblicazione, dove ha raccolto i testi di tutte le sue più belle canzoni.
Nel libro "La Milano della memoria" l'artista Roberto Marelli ha dedicato un ricordo a Luigi Carcano
-LUIGI CARCANO ovvero EL LUISIN TASSISTA- Luigi Carcano ha abitato per anni in quella che oggi è la zona cinque, in Via Magliocco e poi in via Costantino Baroni, con la moglie Luciana e i figli Silvia e Marco. Ho voluto ricordare - el Luisin - attraverso le sue stesse parole, estrapolate da un'intervista che mi rilasciò a Novaradio; dalle testimonianze tratte da una recente puntata televisiva di Storie di Lombardia dedicata a lui, ma soprattutto utilizzando in libertà brani delle sue poesie, nella speranza che l'omaggio ad un uomo, non comune, susciti in chi lo legge la stessa emozione che ha destato in me nel comporre queste pagine. Per farlo ho selezionato più di 220 sonetti e canzoni raccolti in un unico volume dal titolo: "Coriandol de parol Milanes in Poesia."
" Mi sont el Luisin neod del pòr Bigin che l'era on formaggee la in Borgh di Formaggiatt... Mi sont on menestrell, la piòla a l'è el mè mond. Quand canti i mè canzon, gh'è nient che me sconfond. "
Di lui si è scritto; " Personaggio unico nel suo genere, l'essere arrivato ai traguardi a cui è arrivato, lo si deve al suo impegno e alla sua volontà." Luisin era nato nel 1920 in via Scaldasole, una traversa di Corso di Porta Ticinese...
" Là in Sant Eustorg, gh'è 'na contrada veggia, on strenciroeu de via che stracca la se speggia dedent di cà tucc ròtt, rest de ratter, de cort e de ringher, che in bissa a malapèna la riva in sul canton de la via Arèna.
E in quel quartiere era cresciuto, lì c'era la sua gente...
" Oh Pòrta Ticines, coeur de Milan! Te set el specc del pòpol buseccon de gent, come se dis, col coeur in man. Tanabus de ratter, gròss carozzon che se moeuv dent d'on mond s'cett ambrosian..."
Del suo quartiere era innamorato e per tutta la vita ha difeso l'autenticità della sua gente, la sua parlata, come traspare in un brano dell'intervista che mi rilasciò a Novaradio il 22 ottobre 1988; durante la trasmissione el Luisin ha sempre parlato in dialetto milanese, per renderlo comprensibile a tutti ho tradotto le sue parole utilizzando un tipo di scrittura che definirei "lombardese". Roberto: Parlando di te, dicono: "Sarebbe errato definire il Carcano un milanese di antico stampo, cioè "on andeghee", perché egli è nato nel 1920, non appartiene alla generazione che è vissuta nel periodo d'oro del dialetto, in cui questo era linguaggio corrente non solo nel basso popolo ma anche nella borghesia e nella nobiltà la quale, anzi, ne faceva argomento di distinzione." Sei d'accordo? Luisin: "Beh, minga tropp! - Milan l'è grand, ma el mè mond, el mè canton l'è Pòrta Ticines e ho sempre parlato come parli adess... Roberto: "Di te si dice anche: "La milanesità del Carcano si spiega nel fatto che egli è nato e vissuto nel quartiere di Porta Ticinese - Porta Cicca - notoriamente il più popolare di Milano, tenacemente attaccato al suo modo di esprimersi e alle sue tradizioni…" Luisin: E' giusto, perché io sono così; se devo parlare parlo con la mia parlata, col mio linguaggio e così scrivo, anche se c'è stato qualcuno che mi ha fatto osservazione; io me la prendevo perché, per esempio, quando dicevo: "El por Carletto, el por Giovann..." c'è stato un professore che mi ha detto: "Non si dice POR perché in milanese EL POR è la verdura, si dice POVER! - E infatti sul vocabolario non c'era scritto POR, c'era scritto POVER... ma allora perché a Porta Cicca diciamo POR?! - Chiedilo al Pinza (era il mitico proprietario della trattoria Briosca, situata all'inizio del Naviglio Pavese, centro della milanesità e della canzone meneghina negli anni 1960/70). Chiedilo al Pinza, dicevo, se dice POVER o POR; lui dice POR! E allora mi sono detto: " Luisin, fà come te voeuret!" - Basta che ci facciamo capire, no? E se poi una parola ha la doppia o non la doppia io non so come fare, perché il Carlo Porta adoperava sempre la lettera doppia, poi sono arrivati altri che hanno detto che la doppia non ci voleva e l'hanno tolta... Poi ci sono quelli che ancora la mettono e allora mi sono detto: "Tira, mola e meseda, Luisin scrivi come ti senti!" Roberto: Leggo dalla prefazione di un libro che mi hai portato: "Luisin Carcano è un meneghino puro che parla, scrive poesie e canzoni in qualità di paroliere in un vernacolo che corrisponde ancora a quella "lengua" che Carlo Porta, nel 1800, andava a studiare alla Scuola del Verziere." E' vero? Luisin: Sicura de si! Il milanese l'ha inventato il popolo, è la parlata del popolo, perché il dialetto è più parlato che scritto. Perché a quei tempi là, tra il popolo, non tutti erano capaci di scrivere! Dopo sono arrivati quelli che avevano studiato il greco e il latino e hanno cominciato a dire: "Quella tal parola quì arriva dal greco, quella tal parola là arriva dal latino, ma al popolo queste cose non interessano: lui parla e basta! Hanno cominciato a storpiare le parole, invece la pronuncia è quella del popolo! Con questo però guarda che quei milanesi lì, che studiano la letteratura, ci vogliono, perché c'è da imparare... anche se poi accomodano le cose come voeuren lor! Guarda Roberto io ho a casa quattro vocabolari, su quattro non ce n'è uno che va d'accordo con l'altro! Uno dice una cosa, l'altro ne dice un'altra e allora indovina cosa faccio io, faccio come il Carlo Porta che andava alla "scoeula de lengua del Verzee", non andava a casa della Contessa Maffei per imparare il milanese, andava al Verziere, andava dal popolo... e il popolo non sa ne il latino ne il greco...
" ...E quest, l'è 'l monument del Carlo Porta, poetta busecon de prima sòrta!"
Oppositore del passato regime, a 17 anni e a 19 venne arrestato per motivi politici… finché nel 1940:
" Giubilaa dai sò scagnòzz, el vosava el capp gerarca dal pogioeu del sò palazz: - Armiamoci! E voi partite per conquistar la Grecia!"
E anche el Luisin, come tanti altri giovani, riceve la chiamata militare:
" Strett in man la valisetta son partì per fà el soldaa, Coi stelett in "grigio verde" vagabond lontan de cà, per 'na guerra nò sentida... Seri on giovin de vint'ann, per istinto preferivi fagh la cort ai bei tosann.”
Grecia, Albania, alla fine di febbraio del 1941 è ferito e viene portato all'ospedale di campo a Drasciovizza in Albania.
" Crocerossina senza nòmm! El tò faccin… L'è denter del cassett di mè rigord! "
E siamo all'otto settembre 1943.... (dall'Enciclopedia Rizzoli-Larousse) - "Il Maresciallo d'Italia Pietro Badoglio, chiamato dal Re Vittorio Emanuele III a formare il governo dopo l'arresto di Mussolini il 25 luglio, con un contegno ambiguo tenne a bada i tedeschi, negoziando nello stesso tempo con gli Alleati un armistizio firmato il 3 settembre a Cassibile (Siracusa) e reso noto, inaspettatamente, l'otto settembre. Badoglio si ritirò col Re a Brindisi e di fronte all'inevitabile reazione tedesca, emanò ordini confusi e contradditori, gettando il paese nel caos..."
" Oh infama guerra! Che castigh de Dio! Ma cosa hoo faa de mal, pòver pantella... per vess consideraa, on tòcch de carna de cristian,..che và ben per i canon? Mi pianti chi tuscòss,..oh sporca naia! E i me compagn?...Nò nò...son minga bon! Ma i nòster superior del Stat Maggior, hinn staa bon lor però, de fa la bella! Che faghen pur! Ma nun de fanteria, semm divers. Nun femm part d'on altra gesa. "
Ecco, attraverso i ricordi rilasciati a Novaradio dal Luisin, cosa gli è successo; "...dopo l'otto settembre, noi militari ci siamo trovati sbandati; ci sono stati quelli che sono scappati a casa e ci sono stati quelli che non sono scappati. Mi sont restà lì e se semm trovà in bassitalia in 5000/5500... e me l'hann cuntada su bella! - Insomma, siamo andati volontari nel nuovo esercito italiano formato nel sud Italia per affiancare gli alleati... ci hanno fatto subito partecipare alla guerra... in somma m'hann miss in proeuva! La prova è andata bene e ci hanno mandato a Monte Lungo!
(dall'Enciclopedia Rizzoli-Larousse) "La collina di Monte Lungo, altezza 351 mt.s.l.m. si trova in Campania; domina la valle del Peccia a ovest e la via Casilina a est. La collina costituiva una delle posizioni della "linea invernale" tedesca. Ai primi di dicembre 1943 il II° Corpo d'Armata americano, nel quale era inquadrato il 1° Raggruppamento Motorizzato Italiano, iniziò l'attacco condotto da un battaglione di fanteria e da uno dei bersaglieri, ma non ebbe successo. Fu ripetuto il mattino del 16 dicembre; reparti italiani e americani presero contatto e alla sera il rilievo risultò saldamente presidiato. Le perdite italiane furono di 52 morti, 132 feriti e 160 dispersi. Fu questo il primo combattimento sostenuto da reparti schierati a fianco degli alleati."
" Sui Cimm biòtt, senza l'ombra d'ona pianta, smicciaven i tedesch, da l'alt in bass. Al minim moviment che gh'era in l'aria, eren pront col canon e la mitraglia. ………………………………….. O Monte Lungo, Golgota del fant nel vesper dicembrin fenii el frecass, lagrim smorzaa, coeur magonent pesant, semm vegnuu giò quacc quacc cont el coo bass. ………………………………….. Al mè compagn, sciaffoeur de fanteria, la Patria infinn, a gratis la gh'ha daa: La tomba con la cros, in mezz a on praa. El discors. La medaja...e così sia. "
(dall'intervista a Novaradio) Luisin: …" A Monte Lungo eravamo di tutte le razze, di tutti i corpi; c'erano i bersaglieri, l'aviazione, i marinai... tutta gente sbandata che aveva voglia di fare qualcosa e si è messa assieme. C'erano anche gli allievi di una scuola ufficiali... allora erano semplici allievi, ma dopo hanno fatto carriera e qualcuno è diventato anche generale; invece el Luisin l'è resta soldà! " Da Montelungo lo mandano a Cassino, dove passa il Natale del 1943 e resta fino al febbraio 1944, poi risale la penisola con gli americani della Vª Armata:
" Oh San Martin miracolos! Protettor di soldaa de fanteria ch'hinn 'dree vegnì su coi alleaa! Per piasé, scolta scolta la mia vos sincera! "
Arrivato, finalmente, il momento del ritorno a casa, Luisin ce lo racconta in maniera magistrale con la prosa "Cinch ann… mametta d'ora" Eccone un sunto: " Cont el Po dedree di spall, in sù on "camion" american, e và che te và, senza incòrges son chi sul milanes. Che Dio tè pelucca!... Cinch ann, cinch ann longh 'me la famm in gir per el mond compagn d'on vagabond per fà la guerra. E adess, che l'è fenida, per tornà indree de doe son partì, senza el front denanz che imbròja, a l'è question de ôr... La mia cà? I mè gent? Ghe sarann anmò? Trovaroo pù nient? L'è nanca de pensà, ma mi son minga bon... Segond che paren ôr, e mi smanios son lì a trepilà sui gugg...I cà de San Giulian, el campanin de San Donaa... Sta volta ghe semm! Quell là l'è 'l Dòmm! L'è pròpi lu! L'è minga on sògn!... Me vègn incontra el dazzi: Rogored, Piazzal Corvett, Pòrta Romana, la circonvallazion... Pòrta Ticinesa ghe l'hoo denanz de mi... cent meter, Sant Eustorg, su la piazzetta svolti giò per el canton: tè la lì! Tè la lì la mia cà!.. Traversi la cort, guardi in alt su la ringhera... la mia mametta l'è lì che la zabetta! - Cinch ann dedree di spall, hinn andaa tucc. Signor, anmò mi te ringrazi! - "Mamma, mamma! Son chi tutt inter e san come on còrno de corall!" La me guarda, in fond di oeucc, la voeur mangiamm! Sgrisor de cald e fregg me coren dent in di òss e su la pel. Li strett in dì sò brasc, me senti mòll 'me on strasc! El mond el po’ crodà che a mi me impòrta nient. - "Mamma, piang pù, che incoeu l'è on dì de festa!" - Giò in cort e sui ringher se spand la vos ch'el fioeu de la sciora Angelina. l'è minga mòrt, ma l'è rivaa vestii de american. Ona sfilza de parent, amis e conoscent voeuren vedemm, toccamm,.. Chi va, chi ven, e s'cioppa on gasaghee tant de parè la festa in borgh. - Tramonta el sô sul dì che per cinch ann de fila coi oeucc avert sognavi. Quacc quacc in del mè lett, con tant de materass e lenzeeu, pensavi dent de mi, che per riviv on dì compagn d'incoeu, quasi, quasi, inscì per dì: var la péna de rifà ancamò cinch ann de guerra."
" Finida la buriana, pél e òss e pù nagott... Del pòcch che mi g'avevi son restà senza. E per mangià e segutà pagà e pagà i tass, hoo lavoraa compagn d'on negher "
Quando è tornato, nel 1945 aveva 25 anni e per mantenersi si cimenta in diversi lavori: quello che capitava, in una Milano tutta da ricostruire, E in quel periodo incontra la donna della sua vita:
" On dì...sul verd sentee... guarnii de fior hoo vist 'na margherita, fresca anmò di gott de la rosada e del profumm intatt de gioventù, de sòtt la lus del sô mi l'hoo catada e in coeur per semper l'hoo sarada sù! "
Nel mese di giugno del 1946 si sposa e mette su casa con la sua Luciana:
" Me pias cercà con ti la gibigiana che illumina de l'alt du coeur e 'na capana. "
E finalmente, una sistemazione sicura, diventa tassista:
" Mi me ciami Luisin, milanes son vun de razza, stoo de cà al Gentilin, de mestee sciaffoeur de piazza ……………………………… Come tal, de nòtt e dì giri giri col tassì. Giri giri mezz Milan per portà a destinazion i client de la giornada, bòia can se on vespasian l’incontrassi per la strad! Non gh'è mezzo de trovall... on milion, nanca pagall! "
Mette la sua vena poetica al servizio della sua professione e scrive:
- EL MANUAL DEL TASSISTA MILANES - " Cognoss tucc i canton del grand Milan. Studià el percors e minga sbaglià strada. Vedè, tasè, ma minga fà el ruffian. E tirà là...de viv a la giornada... Alegher ma prudent in sul mestee. E minga profitass di forestee. L'è quest, o cara gent, el manual d'on regolar tassista comunal. "
Il dott. Tullio Barbato, direttore di Radio Meneghina, nella trasmissione "Storie di Lombardia" del 1° giugno 2004, ricorda: " Fare il tassista ha significato per lui essere in contatto con tutti coloro che trasportava quotidianamente e quindi venire a conoscenza di varie storie, alcune molto simpatiche. In quegli anni si è avvicinato a Radio Meneghina, al gruppo guidato da Claudio Beretta, Pier Gilde Bianchi e dall'avvocato Giovanni Luzzi; partecipò a tutta una serie di trasmissioni dove faceva la parte dell'ultimo arrivato, ma in questa sua modestia è stato anche grande... Quando raccontò all'avvocato Luzzi le sue avventure da tassista e quelle dei suoi colleghi, questi pensò di metterle in dialetto meneghino e di pubblicarle. La prima edizione uscì nell'aprile del l98l... poi c'è stato un dissenso tra i due circa la paternità, perché nel primo libro non era ben chiaro che fosse del Luisin Carcano, mentre ERA del Luisin Carchen. Ci sono state due edizioni..." Nella seconda edizione del febbraio 1982, l'avvocato Luzzi, nella presentazione puntualizzò: "Il libro non è soltanto mio, è anche del Carcano che mi ha narrato fatti realmente accaduti... egli ha parlato ed io ho scritto." Ricorda ancora Tullio Barbato: "Luisin era un personaggio di enorme dimensione anche se, comprensibilmente, non aveva approfondito gli studi per via della guerra. Il Luigino ha raccontato in un libro la vicenda del Primo Motorizzato e la battaglia di Monte Lungo, realizzando forse, credo sia così, il primo poema epico in dialetto milanese dal titolo: "Dedree di quint del second conflitt mondial" vincitore del premio Orobico 1978. " Ecco cosa mi raccontò, a tal proposito, el Luisin a Novaradio: "Luisin: In del liber hoo cuntà quell che hoo vist cont i pee per terra, cont i pee in della palta!... Perché di solito quelli che scrivono queste cose, sono persone che lo fanno di mestiere e allora ci mettono la retòrica, la gloria e una balla e l'altra... invece io racconto, terra terra, come ho visto le cose, le racconto in modo semplice, come se fossimo all'osteria; no in manera pesanta! ...Macché gloria! Se te savesset!... In quei momenti lì, vai da un soldato a parlargli della gloria, poi senti cosa ti dice!... La realtà è quella che ho raccontato io! " Roberto: Insieme ad altri ex commilitoni sei impegnato a mantenere vivo il ricordo delle vostre imprese di guerra; la campagna del fronte occidentale, l'Albania, la Grecia, la riscossa del nuovo esercito italiano a Monte Lungo, Cassino, sulla linea Gotica... se permetti vorrei far conoscere ai nostri ascoltatori il tuo curriculum di benemerenze e riconoscimenti... - Luigi Carcano è Cavaliere al merito della Repubblica, onorificenza avuta sotto la Presidenza Cossiga, E' Cittadino onorario di Monte Lungo, Cittadino onorario di Legnano, Due croci di guerra, Diploma d'onore di combattente per la libertà, Ambrogino d'oro del Comune di Milano e infine la Commendation (elogio) della Quinta Armata americana." Luisin: " Oei, famm no diventà ross! Roberto: " Ma che ross! - Hai combattuto davvero, altrimenti tutti questi riconoscimenti non li avresti avuti, ti pare?! Luisin: Beh, si, la mia part l'hoo fada!
" Là sul front, se copaven de nemis, ma ’dess, al mond de là... in tucc amis! "
Con alcuni colleghi fonda l'A.T.E.C. (Associazione Tassisti ex Combattenti) di cui è segretario:
" Dòpo ann, ti tassista dipendent, t'hee conquistà...oh gent! L'indipendenza! El mond, incoeu per ti l'è sbarlusent! Te gh'hett el tò d'on nòmm sù la licenza. El foss te l'hee saltà... e finalment adess te see padron con l'incombenza de no podè stracass gnanch on moment ……………………………………. quell che ti te ciamet Indipendenza, me ven de rid, perché t'ha condanaa, per semper, de fà el boia e l'impicaa!"
(ancora dall'intervista a Novaradio) Roberto: Luisin, raccontami la storia del 3 per 9 uguale a ventisette, mi incuriosisce! Luisin: .E' la storia della Cooperativa Monte Lungo. Quando ero tassista mi ero messo in testa di fare una cooperativa e ce l'ho fatta; assieme a dei miei colleghi tassisti abbiamo fatto la cooperativa degli ex combattenti. Orco cane! Picchiavamo la testa da tutte le parti perché non riuscivamo a trovare il filo da dove cominciare... l'appoggio politico insomma... se tè g'hee minga on appoggio politich gh'è nient de fa!... Allora siamo andati da tutti i colori politici… men on color e ti te podet capì qual'è, vera?... fino a quando ho trovato un onorevole che mi ha detto: "In quanti siete?" e io di rimando: "Nove!" - Lui ci pensa un pò poi mi fa: "Tré per nove ventisette... non ne vale la pena!" - Allora io mi sono chiesto: "Cosa vuol dire, ventisette?!... Mi sono informato...vuol dire che in media, nove persone, tra uno e l'altro portano tre voti per uno, e ho capito che, tre per nove ventisette, vuol dire ventisette voti... e ventisette erano troppo pochi per quel partito lì! Allora sono andato da un altro e siccome ormai avevo capito "la ronfa", gli ho messo uno zero in più!
" Fusss de padron, fuss de garzon, infin... vorè guarda gh'è pòca differenza, guidà el tassì, l'è quest el tò destin."
Scrive Franca Brambilla a proposito del Luisin; "Quando uno, dopo una giornata "de sciaffoeur de piazza", in una Milano che farebbe perdere la pazienza anche ad un santo, trova ancora la forza di far cantare la sua vena poetica, questa, cara la mia gente è proprio Arte genuina!"
" Finii, che hoo finii de lavorà, metti giò in garag el tassì, e voo a cà. E finalment, tranquill con su i sibrett e in manigh de camisa sol solett, i mè penser, donzèna sù donzèna, me scarlighen sù la ponta de la péna. Compagn de quand se fà la rusumada, al tutt, ghe se da 'na sgigottada!... ...E chi la bosinada, calda calda a l'è sfornada! "
Inizia il sodalizio con il Maestro Vittorio Pinotti, pianista di liscio, compositore e concertista; con lui scriverà molte canzoni portate al successo da bravi cantanti meneghini e due operette completamente in milanese; "I fortunn del Tecoppa" e "Quand l'amor el gh'è..." messe in scena dalla Compagnia "I Milanes" diretta dalla regista Alice Marzi Longoni. " I fortunn del Tecoppa" terrà il cartellone per molti anni a teatri esauriti e ancora oggi continua ad essere rappresentata. Una delle arie più note di questa operetta è: "La canzon de la liggera"
" Nun semm i bolgiraa de la liggera, e lavorà per nun l'è ona fadiga. A San Vittor al fresch, saraa in galera, putòst de sfadigà femm 'na dormida. E cont el cunt avert de la giustizia, semm semper lì dedent de l'osteria a somenà bon temp e in amicizia a bev del vin sincer e fà legria."
( testimonianza telefonica alla trasmissione televisiva "Storie di Lombardia" della regista Alice Marzi Longoni) : " Ho conosciuto il Luisin nello studio del Maestro Pinotti, insieme mi hanno presentato questa operetta. All'inizio sono rimasta perplessa perché io dirigo commedie di prosa, quindi per me è stata una esperienza nuova; una stupenda esperienza! I miei attori mi hanno presentato i cantanti, che erano tutti cantanti milanesi, e da lì è nata questa operetta che è andata in scena per la prima volta all'Auditorium Don Bosco nel novembre del 1985. Luisin mi aveva dato come soprannome "Alice forbesetta" perché quando un regista mette in scena un lavoro, effettua spesso dei tagli e lui che veniva tutte le sere a vedere le prove, quando interrompevo un attore per dirgli: "No, quella frase non va bene, tagliala!" lui dal fondo della sala diceva: "Oei, Alice forbesetta, tutt el mè laurà in dove el va a finì?!... E ogni tanto c'erano delle diatribe, però poi...poera stella..." Tra un'operetta, una poesia e una canzone, el Luisin non dimentica il suo passato di combattente e assieme al Maestro Vittorio Pinotti compone "L'Inno di Monte Lungo" strumentato dal Maestro Parente della Banda Musicale della Polizia di Roma. L'Inno è stato eseguito per la prima volta dalla Banda Musicale della Scuola "La Nunziatella" di Napoli, alla presenza del Presidente della Repubblica - Sandro Pertini - ed è tuttora nel repertorio delle Bande Musicali dell'Esercito e in quelle Comunali. E' l'Inno ufficiale dell'Associazione nazionale Combattenti della Guerra di Liberazione.
" Nella stretta di Mignano Monte Lungo, fra la nebbia del mattino dicembrino, per aprire di Cassino l'irta strada, sulle rocce arroventate combattendo, i migliori son caduti per la fede di giustizia di speranza e libertà. ……….."
Mancato il Maestro Pinotti, el Luisin conosce un giovane musicista e cantante, Claudio Merli; con lui nascerà, oltre che una bella amicizia, un lungo sodalizio. Claudio canterà e inciderà molte delle canzoni del Luisin e assieme ne comporranno delle altre. Ecco come Claudio Merli ha ricordato el Luisin nella già citata trasmissione " Storie di Lombardia": " Ho cominciato a collaborare con lui nel 1995. Per una coincidenza ci siamo incontrati "Nel salotto delle Zabette" condotto da Piera Bottini al Circolo Ambrosiano Meneghino e Cecca; da lì è nato tutto e abbiamo cominciato a fare la prima canzone... lui ha sbagliato a darmi il testo, io ho sbagliato a fare la musica... e siamo arrivati in finale al Festival della Canzone Meneghina del 1995! Oltre che al gemellaggio artistico, el Luisin è stato il mio maestro; mi ha insegnato a leggere e scrivere in milanese." ...E con le canzoni, la poesia dialettale dove è, a buon diritto, stimato tra i validi poeti milanesi... così descrive la sua Milano che vede pian piano trasformarsi in una città multietnica:
" El Motta e l'Alemagna, a hinn pù di tradizion! El Biffi in Galleria ormai a l'è on rigòrd, Vernis e propaganda bordeghen tucc i mur. Milan te saree granda ma 'l bell te l'hee distrutt. ………………………… La nòstra Mamma Granda, che là de l'alt sul Dòmm ghe scappa pròpi nient, me dis per consolam: " Su daj, fa 'l brav, stà quiett! Fà minga el malmostos, che dòpo tutt in fin: son semper tutta toa?" ...E poeu, a mezza vos me par che l'abbia dii: "E on poo… di forestee! "
Nella maturità gli affetti si fanno più forti; anche il ricordo dei genitori torna più vivo che mai e a loro Luisin si affida e chiede conforto...
" Gh'hoo lì sul mur in stanza, dò bei cornis de legn; hinn duu ritratt de spos di pòver gent de mi. Mè pader, vestii scur, col ciuff bell dritt in pee; coi fior d'aranz sul véll, mè mader soridenta, con grazia tra i sò brasc la streng on mazz de roeus. Quand capita di vòlt de vess de luna inversa, guardand i dò cornis, mi parli coi mè gent: ghe cunti sù i mè cruzzi e tucc i mè torment! "
Oltre ai suoi Cari, un pensiero è sempre per Luciana...
" Te pensi semper mamma di mè fioeu: el prim amor te see per mi! El tò soris l'è on mazz de ròs ch'el me spalanca i pòrt del paradis. "
Inevitabilmente il tempo passa e va...
" Dent el spegg me guardi e vedi, ben marcaa e carpognent, i prim sègn de la veggiaia che rotolen cont i ann, al gioeugh del vent. …………………………………… ...adess a l'è la dietta che comanda, o per dì mej, la mia veggia; che in riffa o in raffa l'è stada bòna de mettom sù la bria.
E' il mese di giugno del 1996. Assieme a figli e nipoti, Luisin e Luciana, festeggiano le nozze d'oro... e in quello speciale momento, Luisin dedica un sonetto a:
" ...quell fior de praa rivaa in del mè destin, gh'ha dit a tucc 'na paròlina bòna: de sposa prima e poeu de mamma e nònna. "
Luisin e Luciana, sembrano avviarsi verso una vecchiaia serena quando un giorno, come un fulmine a ciel sereno, arriva lo sfratto, rimettendo in discussione la tranquillità faticosamente guadagnata; il loro appartamento di via Magliocco, dove da anni abitano in affitto, è stato vendute e devono lasciarlo al nuovo proprietario.
" ...Ma che ghe vègna 'na caghetta prepotenta, ma prepotenta e fòrta assee! Ai politegh e nò politegh che hann vorsuu sta legg del menga! …………………………………….. La mia veggia, poverina, minga de pòcch preoccupada la va 'dree dimm, compagn d'on ritornell: "Se troeuvom no on altra cà, ne metten su la strada? " …………………………………….. Per fagh coragg, decis ghe pondi: " Rigòrdes ben che gh'è nissun al mond ch'el sarà bon de sbattom foeura de cà nostra! " Invece… oej! Che pes che senti chì sul stòmegh, quand pensi che ormai a l’è 'na vita, che in ben e in mal a vivom denter de sta cà, ………………………………… Quand, IN NOME DELLA LEGGE, mi e la mia veggia faremm fagòtt, prima de mèttes in sul nebbios sentee del nòster noeuv destin, ghe faremm i funerai ai nòster bèi e brutt rigòrd. Morall! Adess che sont chì vecc... me son vanzaa pù nanca el tecc !
... e s'ciavo!
Luigi Carcano ci ha lasciato il 17 aprile del 1999, sua moglie Luciana gli è sopravvissuta fino all'11 novembre 2003; Luisin vive ora nel ricordo dei figli, dei nipoti e di coloro, e sono tanti, che l'hanno conosciuto e apprezzato per le sue qualità di celebratore dei valori più genuini e veri del popolo ambrosiano. ...a me piace pensarlo alla guida "del sò tassì" lungo le autostrade del cielo in compagnia della sua Luciana e di Santa Francesca Saverio Cabrini, sua lontana parente da parte del padre, alla quale avrà senz'altro chiesto di intercedere presso la Mamma Granda (La Madonnina) "perché la guarda giò e la ghe daga on oggiada al noster bell Milan!" Ciao Luisin!
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