LA REALTA' CI INTERPELLA
"Allora il Signore disse a Caino: Dov'è Abele tuo fratello? Egli
rispose: Non lo so. Sono forse io il custode di mio fratello?" (Gn. 4,9).
Ecco il grave pericolo che, da sempre, incombe sull'uomo: vivere in una situazione
di morte, perché non ci si cura degli altri.
Il Vangelo ci chiama a trasformare l'umanità in una comunità d'amore.
Qual'è il primo di tutti i comandamenti?
Gesù rispose: "Il primo è: Il Signore Dio nostro è l'unico Signore; amerai
dunque il Signore Dio Tuo con tutto il cuore, con tutta la tua mente e
con tutta la tua forza. E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo
come te stesso. Non c'è altro comandamento più importante di questo" (Mc.
12,30).
La radio, i giornali e la televisione ci parlano (...) della situazione in cui
vivono gli uomini del Terzo Mondo. La maggioranza vive in una situazione
drammatica, che ha nomi ben precisi: miseria da fame (...); mancanza di servizi
elementari, come l'acqua, la luce le scuole, l'assistenza medica; sfruttamento
ed emarginazione (...).
Quando esiste una situazione di miseria c'è il segno del peccato e
dell'ingiustizia umana.
Un esempio. Consideriamo per un momento l'Africa. Tre flagelli
l'hanno profondamente segnata:
lo schiavismo, che le ha rubato quasi 100 milioni di abitanti (circa il
doppio dell'intera popolazione italiana, Ndr), di cui il 90% sotto i 30 anni;
il colonialismo, che l’ha spaventosamente impoverita e sfruttata;
il neo-colonialismo, che continua sulla stessa linea.
E, come se ciò non bastasse, una nuova trappola è stata tesa agli Africani:
quella delle armi. Gli Stati Comunisti e Capitalisti fanno a gara per
offrire ai popoli del Terzo Mondo ogni genere di armi, che hanno il solo scopo
di mettere un popolo contro l'altro.
Così l'alienazione dei popoli poveri continua.
La legge del Boomerang. Questa situazione di ingiustizia ha
finito per rivoltarsi anche contro di noi, provocando innumerevoli disagi e
squilibri.
Guardiamo che cosa è capitato ai giovani in questi ultimi anni. Proprio nel periodo
di maggior benessere, cioè tra il '68 ed il '75, i giovani sono diventati
irrequieti e violenti. Gli studenti hanno cominciato a fare cortei, a lanciare
bottiglie molotov contro polizia e negozi, a predicare il cambiamento
del sistema. Hanno sconvolto la scuola del "palazzo" ed alla
fine si sono trovati con poca istruzione e senza lavoro. Era il momento della
fiducia nella politica, nei partiti, nelle ideologie: Marx, Che Guevara, Mao
Tse Tung, Fidel Castro erano i nuovi modelli, i veri maestri, i salvatori...
Poi è arrivata l'ondata del sesso. Gonfiata dalla letteratura, dai films
e dalle TV (...), ha letteralmente polverizzato molti giovani, che, liberati
finalmente da ogni tabù, sono finiti sui divani degli psicoterapeuti. Si, era
una falsa liberazione. Così la nausea è aumentata.
Nel
frattempo era venuta di moda la religione “esotico-orientale”. Si partiva per
l’India… alla ricerca di Dio. In quel tempo nasceva il film “Jesus Christ
Superstar”. Ma era un Cristo destinato a consumarsi presto, come una saponetta.
E ora c’è
la droga, il nuovo sacramento, che rende possibile l’ingresso nel paese
dei balocchi. Dietro l’angolo, però, non c’è alcuna salvezza, solo la morte…
prima della volontà, poi della psiche e quindi del corpo stesso… mentre, senza
accorgersi, ancora una volta si fa il gioco di aumentare strepitosamente la
ricchezza dei ricchi.
Black-Out. Adesso è il momento dei grandi scandali.
I nodi vengono al pettine, fornendoci una ulteriore prova che il sistema è
marcio, che è urgente cambiare.
Alla
caduta degli idoli, al rimpianto delle vittime sacrificate sui loro altari, è
subentrata una grande crisi di valori e di ideali. La famiglia si
è sfasciata. Gli aborti aumentano paurosamente.
Al Dio Trino
si è sostituito il dio “quattrino”. Ai comandamenti dati da Dio sull’Oreb a
Mosè si sono sostituiti i nuovi comandamenti… del progresso e dell’egoismo: 1°
produrre, 2° consumare, 3° apparire, 4° far carriera, 5° fare quello che ci si
sente, ecc. E in questa nuova religione “edonistica” c’è anche un nuovo “sacramento”:
la violenza, che è come il segno efficace della grazia di questo
sistema.
Basta! Il giovane d’oggi appare
stanco. In questi ultimi anni ha provato tutto e ormai non crede più a niente,
a nessuno. Di tanto in tanto tenta ancora di chiudersi in una sua piccola
spirale, avido di carpire dalla vita, in fretta e senza sforzo, tutto ciò che
essa gli può dare. Ma la sua grande fame viene regolarmente delusa. Appare in
lui solo l’infermità e la stanchezza.
Che
cosa possiamo e dobbiamo fare? E’ una domanda inevitabile, perché non possiamo più
cavarcela con le parole e con le promesse. Né possiamo gettare unicamente sugli
altri la responsabilità di quanto accade. Il mondo va male perché noi andiamo
male.
La
società è malata perché il nostro cuore è malato.
Non
siamo sulla strada giusta se, individuata la crisi, non decidiamo di fare
qualcosa.
La
confusione, l’incoerenza e l’egoismo sono dentro di noi. Sono catene che ci
tengono prigionieri. Dobbiamo romperle e fare i primi passi verso gli altri,
verso la liberazione. E questo non a parole, che non bastano più; non con le
promesse a cui nessuno ormai crede; ma coi fatti e con l’impegno personale.
Tu
stesso sei chiamato in causa.
“Il
mondo ha tanto bisogno di Cristo” dice Giovanni Paolo II. Il mondo ha bisogno
impellente di Cristo per ritrovare il suo equilibrio.
Tutti
gli altri surrogati di ideologie, sistemi politici, filosofie, sono caduti uno
dopo l’altro, lasciando nell’uomo un senso di vuoto e di fallimento, un senso
di angoscia e di disperazione.
Perciò
non si può più essere sordi al grido che ancora oggi, come ai tempi di S.
Paolo, si eleva dai popoli desiderosi di luce: “passa da noi e vieni in
nostro aiuto” (Atti 16,10).
Cristo è l’unico che ha tutte le carte
in regola per ridare all’uomo la sua originale speranza e la sua genuina
identità.
La
Chiesa desidera pertanto servire quest’unico fine: che ogni uomo possa
incontrare Cristo. Per questo Giovanni Paolo II afferma: “Il miglior servizio
al fratello è l’evangelizzazione … perché l’azione evangelizzatrice,
mirando a trasformare dal di dentro ogni creatura umana, introduce nelle
coscienze un fermento rinnovatore capace di “PLASMARE L’UOMO NUOVO”.
Di qui
la necessità e l’urgenza “oggi non meno che in altri tempi, di apostoli e Missionari
… i quali, dice il Papa, sappiano parlare agli uomini della salvezza
liberatrice dello spirito, avviandoli alla conoscenza della verità” (Giov.
Paolo II).
Ecco chi
sono i Missionari e perché ci sono i Missionari nel mondo:
essi sono i “segni della presenza liberatrice dello Spirito”, che continuano in
mezzo ai fratelli l’opera rinnovatrice di Cristo.
Da Missionari
Comboniani, supplemento a NIGRIZIA, 1983.