Il monumento a Pinocchio è un perfetto esempio di ingratitudine
culturale. Si trova in Corso Indipendenza, al centro di quello che un tempo
era un parco giochi e oggi è soltanto lo squallido retrobottega dei
negozi prefabbricati che deturpano il viale ormai da quindici anni. Opera dello scultore Attilio Fagioli
(1877-1966), la statua-fontana fu inaugurata il 19 maggio 1956 e rappresenta
Pinocchio trasformato in bambino, in piedi su un piccolo pilastro, che sovrasta
il corpo inanimato del burattino che era. Ai fianchi del basamento la statua
del gatto e la volpe. Al centro del pilastro una frase composta dal poeta
Antonio Negri: COM'ERO BUFFO QUANDO ERO UN BURATTINO - E TU CHE MI GUARDI SEI BEN
SICURO D'AVER DOMATO IL BURATTINO CHE VIVE IN TE?
Un tempo cuore dei giardini del Corso, oggi Pinocchio versa in uno stato
di totale abbandono. La statua del gatto è sparita e ne restano solo
le impronte delle zampe, il naso del burattino è stato spezzato,
la fontana chiusa, la vasca sta andando a pezzi. La statua non rappresenta
un mistero in sè. Ma come altre piccole perle di pone una domanda silenziosa.
Possibile che con tutti i milioni di Euro che ogni anno vengono buttati
dalla finestra per "infighettare" la città, non si trovino quattro
soldi per restaurarla?