Le stelle variabili

 

 

 

Mentre nella massima parte delle stelle le grandezze fisiche rimangono inalterate per lunghi periodi di tempo, alcuni corpi celesti, le cosiddette "stelle variabili", presentano oscillazioni regolari o irregolari, particolarmente nella loro luminosità; si classificano stelle variabili solo quelle stelle che presentano oscillazioni più del 10%.

L’osservazione ci permette innanzi tutto di costruire la curva di luce, cioè una rappresentazione grafica dell’andamento della luminosità in funzione del tempo. Le caratteristiche principali che possiamo dedurre dalla curva di luce sono il periodo, cioè lo spazio di tempo che intercorre tra due massimi di luminosità, e l’ampiezza della variazione di luce, cioè la differenza di splendore tra il massimo e il minimo.

Nel 17% delle variabili, l’oscillazione di luminosità non è legata alla composizione fisica, bensì ad un fenomeno di occultamento tra le componenti di un sistema binario. Delle stelle in cui si verifica all’improvviso un unico e forte accrescimento di luminosità si parla in novae e super novae.

Le stelle RR Lirae e le Cefeidi sono le rappresentanti tipiche delle variabili periodiche. Sono giganti e super giganti la cui composizione di luce rivela una grandissima regolarità.

Mentre le Cefeidi compaiono soltanto nella Via Lattea e rispetto al Sole rivelano velocità normali che solo raramente superano i 30 km/sec, le RR Lirae compaiono a tutte le latitudini celesti e sono particolarmente frequenti negli ammassi stellari. Le RR Lirae sono rappresentanti tipiche della popolazione II mentre è difficile stabilire a quale popolazione appartengano le Cefeidi.

Ricerche spettroscopiche indicano che le oscillazioni di luminosità sono causate essenzialmente da oscillazioni di temperatura cui si associano variazioni del tipo spettrale. Inoltre, spostamenti nelle righe dello spettro testimoniano l’esistenza di movimenti radiali periodici, con velocità comprese fra i tre e i 30 km/sec.

Ciò significa che le stelle "pulsano": in questo fenomeno il loro raggio subisce oscillazioni del 10% circa. Le cause dell’inizio della pulsazione e del suo conservarsi sono ancora praticamente sconosciute. E’ però interessante il fato che esiste una stretta correlazione fra il periodo e le altre grandezze fisiche.

Ciò è particolarmente evidente nelle stelle RR Lirae che nel diagramma Hertzsprung-Russell degli ammassi globulari compaiono solo in un punto ben determinato; un punto in cui, d’altra parte, non ci sono stelle normali. Le RR Lirae posseggono tutte circa la stessa luminosità assoluta (circa 100 volte la luminosità assoluta del Sole).

Fino ad alcuni anni fa sembrava che le Cefeidi costituissero il mezzo ideale per la determinazione delle distanze, tanto che spesso venivano chiamate addirittura le "pietre miliari" dell’universo. Soltanto recenti lavori hanno rivelato che la situazione è più complessa. Esistono cioè due tipi di stelle d Cephei: il primo è quello delle Cefeidi che appartengono alla popolazione I sono oggi chiamate "Cefeidi classiche"; le stelle del secondo appartengono alla popolazione II e per distinguersi dal tipo classico delle Cefeidi sono spesso chiamate stelle W Virginis.

Questi due gruppi posseggono la stessa forma della relazione periodo-luminosità, ma si differenziano per il fatto che, ad eguale periodo, le Cefeidi classiche sono più luminose delle stelle W Virginis.

Le stelle Mira, chiamate anche variabili a lungo periodo, hanno periodi compresi tra i 100 e i 700 giorni, e costituiscono, per molti aspetti, il seguito della successione RR Lirae - Cefeidi.

Tra le stelle del tipo Mira Ceti e Cefeidi c’è una seconda lacuna assai evidente in corrispondenza dei periodi compresi tra i cinquanta e i 100 giorni, dove si trovano solo poche stelle intermedie. Oggi si conoscono alcune migliaia di stelle Mira Ceti: esse costituiscono, col 34%, il tipo di variabili più comuni. Il loro prototipo è la stella Mira nella costellazione della Balena.

Alle variabili irregolari appartengono alcune denominate novoidi. Queste si distinguono dalle novae vere e proprie per il fatto che presentano ad intervalli molti incrementi di luminosità, e non così forti. Per lo più, ad una pausa più lunga segue un’esplosione maggiore, ad una pausa più breve un’esplosione minore, come se la stella assomigliasse ad un vulcano, in cui l’entità dell’eruzione è in funzione della lava accumulata nelle sue viscere.

Gli spettri presentano una grande analogia con quelli delle novae. In relazione con la massa interstellare stanno probabilmente le flare stars e flash stars (stelle fiammeggianti e stelle lampeggianti): la prima denominazione si riferisce a quelle che si trovano nelle vicinanze del Sole, la seconda a stelle situate in nebulose diffuse.

In entrambi i casi si tratta probabilmente di stelle dello stesso tipo, e cioè di nane fredde, che hanno vivi lampeggiamenti dell’incremento di luce, che si realizza spesso nello spazio di pochi minuti. Si tratta verosimilmente di fenomeni analoghi, anche se più vasta scala, alle eruzioni solari, ma in particolare sulla loro natura si sa ancora poco.

 

Franco Tioli