I
telescopi ottici si possono suddividere in due gruppi fondamentali:
i rifrattori ed i riflettori. Entrambi sono utilizzati dagli
astronomi con risultati diversi a seconda delle specifiche esigenze
di studio. In linea generale il rifrattore è più adatto
all'osservazione dei pianeti, del sole, della luna, cioè di tutti
gli oggetti sufficientemente luminosi. Il riflettore invece, grazie
alla sua maggiore apertura relativa, è in grado di raccogliere più
luce, ed è quindi utilizzato per l'osservazione degli oggetti di
maggiori dimensioni angolari e scarsamente luminosi, come le
galassie, le nebulose e le comete.
Il
Telescopio Rifrattore
E'
costituito da una lente frontale chiamata obbiettivo, la sua
funzione è quella di raccogliere la luce nel punto focale. Quando
la luce l'attraversa viene rifratta verso l'oculare che ha il
compito di mettere a fuoco ciò che l'obbiettivo e riuscito a
riprendere. A causa della diversa lunghezza d'onda della luce, una
sola lente non può essere usata con successo nelle osservazioni
astronomiche, per porvi rimedio sono stati realizzati degli
obbiettivi acromatici costituiti da più lenti con diversi gradi di
rifrazione (Crown e Flint) in modo da correggere l'aberrazione
cromatica.
Questa
fastidiosa conseguenza evidenzia intorno agli oggetti celesti il così
detto "effetto arcobaleno", rendendo del tutto inutile
l'osservazione. Un telescopio rifrattore solitamente ha un tubo
lungo, il limite di questi strumenti infatti è di avere una
lunghezza focale elevata, con un fattore di luminosità (F=Lunghezza
focale obbiettivo/Diametro obbiettivo) molto alto, F15 o F10.
I
primi telescopi nella storia dell'astronomia avevano questa
configurazione, come ad esempio il telescopio di Galileo Galilei,
nei secoli si sono evoluti riuscendo ad ottenere delle immagini
superlative dei pianeti e della luna, superate solamente dalle foto
ricevute dalle sonde spaziali o dal telescopio orbitale Hubble.
A
causa delle dimensioni considerevoli della struttura, i moderni
osservatori ricorrono ad altre configurazioni ottiche, tuttavia sono
ancora operativi diversi osservatori equipaggiati con strumenti di
questo tipo. Il maggiore fra di essi è il rifrattore da 1 metro di
diametro dell'osservatorio Yerkes.
Il
Telescopio Riflettore
Questo
strumento non utilizza un sistema di lenti, ma bensì uno specchio
parabolico di grandi dimensioni, il quale riflette l'immagine verso
un piccolo specchio piano angolato a 45° ed infine verso l'oculare,
risolvendo così definitivamente il problema dell'aberrazione
cromatica. La relativa semplicità di lavorare gli specchi hanno
fatto si che il riflettore classico, meglio conosciuto come
telescopio Newton, si evolvesse rapidamente, soppiantando il suo
illustre predecessore.
Il
riflettore può avere una lunghezza focale contenuta, con un fattore
di luminosità prossimo a F/6, che lo rende adatto per affrontare
qualsiasi osservazione celeste con successo. Il maggior problema con
questi strumenti è rappresentato dal fatto che il tubo che contiene
le ottiche è aperto, e l'aria può quindi circolare liberamente
all'interno, generando turbolenza. Inoltre lo specchietto secondario
è posto di fronte alla sorgente luminosa e diaframma la luce in
ricezione, diminuendone così la risoluzione.
Nei
telescopi professionali il problema è stato risolto inserendo
l'osservatore direttamente all'interno della cella del secondario,
evitando l'uso di una seconda superficie speculare. Nel caso di
strumenti amatoriali, per osservare, è necessario salire su una
scala in modo da potere avvicinare l'occhio all'oculare, il fuoco
dei riflettori Newton è infatti prossimo all'imboccatura del tubo,
e quando il telescopio viene puntato verso l'alto, è indispensabile
arrampicarsi fino alla cremagliera di messa a fuoco dell'oculare.
Il
più grande riflettore del mondo è il telescopio di 6 metri di
diametro nell'ex Unione Sovietica, mentre il maggiore telescopio
Americano è lo strumento di 5 metri di diametro del mitico
osservatorio di Monte Palomar.
Telescopi
Riflettori - Evoluzione
Dopo
il successo dei telescopi riflettori di tipo Newton sono nate delle
nuove configurazioni ottiche, alcune delle quali utilizzano i
principi dei rifrattori unendole alle potenzialità dei riflettori.
Telescopio
Cassegrain: questo tipo di
strumento usa una lente addizionale (specchio convesso) come
secondario e focalizza l'immagine attraverso un foro praticato sulla
superficie dello specchio parabolico. In questo modo l'osservatore e
situato dietro il telescopio, proprio come se utilizzasse un
rifrattore. Il problema del tubo aperto e della turbolenza dell'aria
non vengono però risolti, e la complessa lavorazione della lente li
rende piuttosto delicati. Inoltre la lunghezza focale tende ad
aumentare rendendo i telescopi Casssegrain utili per osservare i
medesimi oggetti prediletti dai rifrattori.
Telescopio
Schmidt-Cassegrain: questo nuovo
tipo di strumento sigilla il tubo del telescopio con l'aggiunta di
un vetro ottico. I costi elevati per produrre lo Schmidt-Cassegrain
lo rendo appetibile solo per gli appassionati, i quali si
accontentano di diametri relativamente piccoli. Il numero elevato di
superfici ottiche in uso con questa configurazione, fanno sì che
l'immagine finale sia meno nitida rispetto ad un tradizionale
riflettore. A suo vantaggio giocano però le dimensioni ridotte del
tubo ottico, che lo rendono ideale per essere trasportato nei luoghi
lontani dalle luci della città.
Telescopio
Schmidt: in realtà questo non è
un telescopio d'osservazione, ma bensì uno strumento fotografico a
grande campo. Nella camera di Schmidt una lamina trasparente con la
curvatura opportunamente studiata, corregge le imperfezioni del
bordo dell'obbiettivo, mentre la pellicola fotografica viene curvata
direttamente nel fuoco dello strumento. Le più belle immagini di
comete e campi stellari sono state ottenute proprio con questi
strumenti.
Non
bisogna poi dimenticare un oggetto semplice e facilmente reperibile
in tutte le case: il binocolo.
Con esso si può iniziare ad osservare la volta celeste, portandolo
con sé magari in alta montagna. Grazie al grande campo abbracciato
ed alla semplicità d'uso, il binocolo è stato il primo strumento
d'osservazione per tanti astronomi.
Claudio
Caridi