E'
sufficiente un'osservazione ad occhio sotto un cielo buio per notare
che alcune zone della volta celeste, in particolare lungo la Via
Lattea, sono regioni prive di stelle.
Queste
aree sono solo apparentemente vuote, in realtà la presenza di
materia interstellare oscura, le così dette nebulose, genera un
filtro naturale fra la Terra ed il cosmo.
La
materia interstellare a seconda della forma e della struttura viene
suddivisa nei seguenti gruppi:
Materia
interstellare: nel vero senso della
parola, come gas e polveri dispersi finemente fra le stelle, la
densità è così bassa da sfuggire a qualsiasi tipo di
osservazione.
Nubi
oscure: si tratta di dense
concentrazioni di nubi, polveri che danno luogo ad un sensibile
assorbimento della luce delle stelle, generando quindi dei vuoti
apparenti.
Nebulose
diffuse: sono nebulose che si trovano
in prossimità di stelle brillanti, oppure di gruppi di stelle. A
loro volta si suddividono in:
a)
Nebulose ad emissione:
composte di gas dotato di luminosità propria, l'energia emessa
viene fornita dalle stelle circostanti.
b)
Nebulose a riflessione:
composte da nubi di polvere che riflettono la luce delle stelle più
vicine.
Nebulose
Planetarie: sono composte da un involucro gassoso, di forma sferica
in espansione. L'energia irraggiata viene garantita da una stella
ormai morta, posta nella posizione centrale della nebulosa. In
effetti possiamo osservare l'involucro esterno della superficie
della stella ormai esplosa da secoli in supernova.
La
Grande Nebulosa di Orione, o M42, è l'esempio meglio conosciuto di
nebulosa diffusa.
Può
essere vista ad occhio nudo come un'indistinta macchia sulla spada
del Cacciatore a sud delle tre stelle che compongono la cintura.
Al
centro di questo stupefacente oggetto vi è il Trapezio, un ammasso
di calde, giovani stelle responsabili della ionizzazione che
consente alla nebulosa di brillare.
Altre
famose nebulose sono la Nebulosa Nordamerica in Cigno, e le nebulose
Laguna, Trifida, entrambe nel Sagittario.
Le
nebulose costituiscono la materia dalla quale sono nate le prime
stelle, a dimostrazione di questo, nella Nebulosa di Orione le
stelle sono circondate da un primordiale involucro gassoso di
idrogeno, attestante la loro recente costituzione.
Lo
strumento più economico per osservare questi oggetti di grande
dimensioni angolari, ma di scarsa luminosità, è il binocolo.
Grazie
all'ampio campo angolare si possono ammirare le forme stravaganti
delle nebulose, che comunque ci appariranno di un colore grigio
tenue.
In
strumenti maggiori, telescopi di almeno trenta centimetri di
diametro, possiamo scorgere anche le stelle che eccitano le
nebulose, come ad esempio il Trapezio, oppure la stella centrale di
M57 nella costellazione della Lira.
Per
ottenere delle immagini dettagliate a colori di questi oggetti così
elusivi è indispensabile un telescopio dotato di una stabile
montatura equatoriale motorizzata, in questo modo dopo alcuni minuti
d'esposizione la pellicola avrà impresso i colori delle nebulose,
così come li possiamo apprezzare nelle fotografie delle riviste
specializzate.
Claudio
Caridi