Le galassie

 

 

 

La forma delle galassie


La classificazione che si fa tutt’ora della forma delle galassie deriva dai lavori eseguiti negli anni venti dal famoso astronomo Hubble che, una volta stabilito che una gran parte degli oggetti visibili al telescopio erano galassie tipo la nostra, decise di mettere ordine. Hubble distingue le forme delle galassie in tre grandi categorie: le ellittiche, le spirali e le irregolari.

Per quanto riguarda le ellittiche, si deve premettere che già alla fine dell’ottocento si sapeva che alcune nebulose avevano una forma molto regolare senza strutture. Sono state così chiamate perché in esse le linee con luminosità superficiale costante danno un’immagine a forma d’ellisse. Hubble le denota con la lettera E seguita da un numero da 0 a 7 che è in funzione del rapporto tra l’asse maggiore e l’asse minore. Per cui si passa dalle immagini abbastanza rotonde delle E0 a quelle abbastanza schiacciate delle E7, dove l’asse maggiore è tre volte l’asse minore. Il numero ci dà l’informazione su come la galassia si proietta sulla sfera celeste e non sulla sua struttura intrinseca. Caratteristica delle ellittiche è una distribuzione molto regolare della luminosità, più forte al centro e decrescente verso l’esterno; in genere questa luminosità non è disturbata da lacuna struttura. Le giganti hanno massa fino a 10 mila miliardi di masse solari e diametri anche di tre milioni di a.l., mentre le nane sono un milione di volte meno massicce. A differenza delle galassie a spirale, le ellittiche sono molto povere di gas ed il loro colore rossastro indica una popolazione vecchia. Si pensa che le stelle in queste galassie si siano formate subito, all’inizio della vita della Galassia, consumando tutto il gas disponibile. Per questa ragione sono prive della tipica struttura a disco; esso, infatti, è il prodotto del collasso gravitazionale del gas, che viene a mancare prima del tempo nelle galassie ellittiche. Avendo poco gas, non c’è recente formazione stellare. Solo in un tipo di ellittiche giganti, denominate cD, che normalmente si ritrovano al centro di un ammasso di galassie, sembra che avvenga nascita di nuove stelle, in quanto queste galassie catturerebbero gas dall’ambiente intergalattico, gas che cadendo sulla galassia si trasformerebbe parzialmente in stelle.

Le galassie a spirale sono gli oggetti più spettacolari del cielo. Hubble divise questa classe in due sottoclassi: le spirali normali e le barrate. Nel primo caso, la struttura a spirale già descritta nel caso della nostra Galassia, ha origine nel nucleo; nel secondo caso, i bracci cominciano a svilupparsi agli estremi di una barra luminosa, al cui centro si trova il nucleo. Inoltre, a seconda dello sviluppo della parte nucleare e delle strutture dei bracci, Hubble opera una divisione in tre sottotipo delle due sottoclassi. Si hanno così le spirali Sa, Sb, Sc e le spirali barrate Sba, SBb e SBc. I tipi Sa e Sba hanno in generale un nucleo ben sviluppato ed una struttura a spirale formata da numerosi bracci molto sottili che si avvolgono molto strettamente per più di un giro. Nelle galassie di tipo Sb e SBb la regione nucleare è più ridotta, i bracci diventano più larghi e la loro struttura è meno continua. Le galassie Sc e SBc costituiscono l’estremo della sequenza delle spirali. I bracci sono pochi, si avvolgono per circa mezzo giro, sono molto larghi e hanno una struttura discontinua che è ben risolta nelle galassie vicine. La nostra Galassia è di tipo intermedio tra le Sb e le Sc. Dopo un lungo dibattito si è stabilito che le galassie ruotano nel senso per il quale i bracci tendono ad avvolgersi. Tutte le galassie che non si è riusciti a far rientrare in queste sottoclassi, vanno a far parte delle galassie irregolari. Hubble classificò come Irr I quelle galassie a bassa luminosità prive di ogni simmetria assiale, senza alcuna struttura a spirale che hanno come prototipo la Grande e la Piccola Nube di Magellano. Le irregolari di tipo II hanno un’alta luminosità superficiale, non sono facilmente risolvibili in stelle e la loro struttura è solcata da strisce di materia oscura. Poi Hubble trovò l’esigenza di inserire un nuovo gruppo di galassie, le SO, che sono la transizione tra le spirali e le ellittiche. Le SO si distinguono dalle ellittiche perché in esse è riscontrabile un disco stellare, anche se senza traccia di strutture a spirale. Sono galassie attualmente allo studio per via della loro peculiarità. 

 




Le galassie attive


Le galassie esaminate fino ad ora sono normali, nel senso che la scala dei tempi della loro evoluzione è dello stesso ordine di grandezza della loro età. Le galassie attive presentano invece dei fenomeni che implicano l’emissione di una grande quantità di energia e pertanto si tratta di fenomeni di durata relativamente breve, molto più breve della loro età. I modi in cui una galassia dimostra la sua attività sono molto diversi: lo si può vedere nell’ottico, ma più spesso si manifesta nello spettro radio e in quello dei raggi X. Le galassie di Zwicky, di Markarian e di Seyfert, così chiamate dai nomi degli scopritori, sono galassie compatte con nuclei molto brillanti. Zwicky trovò un gran numero di galassie che egli chiamò compatte nel senso che esse erano delle galassie praticamente costituite dal solo nucleo. Il grado di compattezza di questi sistemi era tale che spesso le loro immagini si potevano appena distinguere da quelle delle stelle. Di queste galassie, quelle di colore blu sono molto probabilmente enormi nubi di idrogeno ionizzato dove continuamente e rapidamente si formano nuove stelle, mentre quelle rosse hanno una popolazione stellare simile a quella delle galassie ellittiche.

Le galassie i Markarian sono state scoperte fotografandone lo spettro. Presentano uno spettro particolarmente intenso nell’ultravioletto e hanno una natura molto simile a quello delle galassie compatte, ossia si tratta di sistemi molto giovani. Le galassie Zwicky sono state individuate in base alla morfologia e quelle di Markarian in base alle caratteristiche spettroscopiche: le galassie di Seyfert hanno in comune sia caratteristiche morfologiche sia spettroscopiche. Dal punto di vista della forma si presentano come normali spirali, ma con un nucleo particolarmente brillante che sembra costituire un’unità a se stante. Dal punto di vista spettroscopico, si ha uno spettro ricco di intense e larghe righe d’emissione, che indicano la presenza di turbolente nubi di gas. Un fenomeno che caratterizza le galassie a nucleo compatto è la loro variabilità. In una scala di tempo di un anno, la luminosità di alcune di queste galassie varia in modo irregolare da un minimo ad un massimo. 



Radio galassie


La radio astronomia ha inizio nel 1931, quando l’ingegnere americano Jansky dei laboratori Bell Telephone, nel corso di uno studio sui disturbi radio nelle comunicazioni intercontinentali, si rese conto che era presente una sorgente di rumore costante che seguiva tutta la volta celeste. Subito Jansky attribuì il fenomeno al Sole, ma successivamente si accorse che giungeva dal centro della Galassia, in direzione del Sagittario. Da una scoperta casuale era nata una scienza destinata a dare grande sviluppo all’astronomia. La prima sorgente extra galattica scoperta fu Cignus A. Successivamente si scoprì che moltissime galassie sono radio sorgenti, più forti e più deboli, e se ne pubblicano i cataloghi. Le identificazioni ottiche mostrano che le radio galassie più forti coincidono generalmente con le galassie di tipo ellittico, mentre le spirali sono radio sorgenti deboli. La varietà delle radio galassie ha indotto gli astronomi a una loro classificazione morfologica.

-Galassie di tipo cD e D. Si tratta di ellittiche con un inviluppo molto esteso. Le dimensioni delle cD, che sono delle D giganti, sono ragguardevoli e raggiungono il megaparsec: si trovano al centro degli ammassi di galassie.

-Le galassie di tipo DB. Dove DB sta per Dumb- bell, manubrio doppio. Indica una galassia di struttura apparentemente doppia. Si tratta di ellittiche solcate da una banda di polveri.

-Galassie di tipo N. sono galassie compatte caratterizzate da un nucleo brillante quasi stellare circondate da un debole inviluppo luminoso. Questi nuclei hanno intensità variabile nel tempo. 

 





Ammassi di galassie


Le galassie tendono a raggrupparsi, come abbiamo visto per la nostra, nel Gruppo Locale. Questo è però un ammasso povero, in quanto nello spazio di un milione di anni luce vi si trovano una decina di galassie. Vi sono invece raggruppamenti che, nello stesso spazio occupato dal Gruppo Locale, contano anche migliaia di galassie: questi raggruppamenti prendono il nome di “ammassi di galassie”. Si distinguono in ammassi regolari e aperti. Nel primo caso l’ammasso ha una simmetria sferica, con forte addensamento verso un comune centro e la sua popolazione è prevalentemente di galassie ellittiche. Nel secondo caso la struttura è fortemente irregolare, senza una definita condensazione centrale e con galassie sia ellittiche sia spirali. A secondo del numero di galassie che contengono, si suddividono anche in ricchi e poveri come il Gruppo Locale. Dallo studio della distribuzione di questi ammassi emerge una proprietà interessante: essi hanno la tendenza a raggrupparsi tra loro per formare ammassi di ammassi, che vengono chiamati “super ammassi”. Il Gruppo Locale fa parte di un agglomerato di ammassi di forma schiacciata avente come centro il ricco ammasso della Vergine, di cui noi occupiamo una posizione periferica.



Galassie interagenti


Negli ammassi di galassie si è visto che queste, in molti casi, sono così vicine da sovrapporsi. Dato il presupposto, può venire spontaneo chiedersi se possono anche interagire tra loro, o se addirittura possono avvenire scontri. Da calcoli eseguiti, si è potuto verificare che il tempo tra una collisione ed un’altra è di 15 miliardi di anni: essendo questo il tempo medio di vita di ogni galassia, se ne deduce che ognuna può avere già avuto un incontro. L’astronomo ex-sovietico Vorontsvo-Velyaminov ha pubblicato due atlanti che riportano centinaia di interazioni tra galassie. Quando due galassie si scontrano o addirittura si compenetrano i due nuclei, difficilmente avviene uno scontro tra stelle, date le grandi distanze esistenti Scontri veri e propri si hanno solo per le masse gassose. I fenomeni che si verificano sono di natura gravitazionale e quello che si osserva sono deformazioni delle strutture a spirale delle galassie, formazioni di lunghi ponti di materia tra una galassia e l’altra, disturbi anche nelle parti centrali e strutture molto peculiari. Il prototipo di galassie interagenti è M51 nei Cani da Caccia. Si tratta di galassie spirali con un compagno all’estremità di un braccio, il quale nel suo tratto finale devia fortemente dall’andamento a spirale.

Franco Tioli