CARATTERISTICHE
La naturale curiosità umana, porta inevitabilmente alla brama di
conoscere tutto ciò che è inconsueto e subdolo.
Quanti di voi hanno già avuto la fortuna (perché di fortuna si
tratta) di incontrare e vedere un serpente nel suo ambiente
naturale ?
Questo animale infatti è molto timido e rifugge l’uomo. Se
sorpreso, normalmente rimane immobile, sfruttando la sua capacità
di mimetizzazione per non farsi vedere.
Se avete l’abitudine di passeggiare nei boschi, nei prati o
addirittura sulle strade, vi sarà sicuramente capitato di
imbattervi in un serpente che, protetto proprio da questo
mimetismo, vi ha lasciato passare senza nemmeno preoccuparsi.
Malgrado questa brama di conoscere è incredibile vede il livello
di ignoranza che ancora oggi, nel duemila, circonda questo
animale.
Il problema maggiore è dato da un’infinità di storie antiche,
leggende o credenze popolari perlopiù con risvolti drammatici, in
cui il serpente o rettile è dipinto come un essere sinistro che
sfrutta ogni buona occasione per fare del male.
Il serpente invece, attacca solo in caso di minaccia reale ed
attende sempre l’ultimo momento, quando per lui non vi è che
una sola ed unica scelta: colpire o essere colpito.
Di circa 2'700 specie di serpenti conosciuti, solo il 10% circa
sono velenosi e solo una parte ancora più piccola è pericolosa
per l’uomo. A causa di questa esigua minoranza, i rettili sono
oggetto di repulsione, ribrezzo e terrore irragionevole.
Spesso nei film viene mostrato il serpente come un animale
aggressivo, uccisore e mangiatore di uomini. Poco importa se ciò
rispecchia la realtà o se l’animale è compatibile con
l’ambiente in cui è riprodotto. L’importante è fare
sensazione.
Nella maggior parte di questi casi, gli animali interpretano la
parte del cattivo e vengono uccisi per la salvezza dei
protagonisti e la gioia degli spettatori.
I serpenti sono inoltre spesso legati ad interessi commerciali non
indifferenti e data anche la forte attrazione che esercitano
sull’uomo, si prestano a scopi pubblicitarie spesso
pseudo-scientifici da parte di appassionati e improvvisati
esperti.
Il serpente e l’ecosistema
Il ruolo svolto dai serpenti nell’equilibrio biologico è
importantissimo.
Facendo riferimento ad esempio alla vipera, uno studio ha
dimostrato che su una densità di cinque di questi animali per
ettaro, vengono inghiottiti circa 225 roditori l’anno per
ettaro!
Considerando le potenzialità riproduttive dei roditori, vi lascio
immaginare cosa accadrebbe se queste vipere venissero decimate o
addirittura eliminate.
Qualcosa del genere sta già succedendo nelle piantagioni di riso
in India, dove dati i numerosi incidenti dovuti soprattutto al
fatto che i lavoratori operano nelle riserie a piedi nudi, da anni
si stanno uccidendo i cobra che vi abitano. Questa strage ha
causato un aumento sproporzionato del numero di ratti, i quali
arrecano notevoli danni alle piantagioni.
Mitologia
Il serpente occupa un posto molto particolare nella psicologia
umana. Esso ha sempre avuto un’importanza enorme ed è stato
preso in considerazione sotto molti aspetti. A seconda dei periodi
di civilizzazione e delle razze, il serpente viene considerato
tutt’ora oggi un oggetto di repulsione o di venerazione :
In
breve il serpente è visto come essere diabolico (mediatore del
diavolo, protettore di tesori, simbolo di potere, simbolo del
male, istigatore al peccato…) che come idolo (simbolo della
medicina, simbolo fallico, simbolo di resurrezione, simbolo di
eterna giovinezza, sangue con potere afrodisiaco, ..).
Esistono anche numerose leggende e superstizioni che con l’ingnoranza
trovano ancora appoggio. Spesso sentiamo ancora dire che i
serpenti ipnotizzano le loro prede (ciò non è vero, in quanto la
preda rimane immobile per non farsi reperire dal serpente che non
vede gli oggetti fermi!), i serpenti succhiano il latte dalle
vacche (pensiamo solo al fatto che la conformazione della bocca di
un serpente non lo rende possibile), l’odore del latte attira la
vipera (il serpente non è un bevitore di latte), i serpenti sono
viscidi (la pelle del serpente è pulita ed asciutta), …..
La pelle (elasticità, muta)
La pelle dei serpenti è duttile, liscia ed asciutta. E’
ricoperta di squame che si accavallano l’una sopra l’altra.
Queste squame possono essere lisce, come ad esempio nei boidi o
nei colubridi, oppure carenate (piccola sporgenza longitudinale)
come nei viperini.
Tra le squame la pelle è più fine e forma delle pieghe che
assicurano al serpente un’elasticità e la dilatazione
necessaria alla mobilità ed ingoiare prede voluminose.
Lo strato superiore,l’epidermide, è costituita da una sostanza
cornea, la cheratina che funge da scudo di protezione. Quando lo
strato esterno perde la sua elasticità e diventa troppo piccolo
per il serpente, viene semplicemente sostituito. La nuova
epidermide si forma sotto la vecchia e una secrezione lattiginosa
separa i due strati provocando una perdita di nitidezza e gli
occhi appaiono biancastri.
Durante questa fase il serpente per 7-8 giorni è praticamente
cieco e di nasconde. Una volta che la vista ridiventa normale, la
muta inizia.
La frequenza della muta di un rettile dipende soprattutto dalla
velocità di crescita di quest’ultimo oltre che dall’età e
dalla specie ed altri parametri.
Come tutti i vertebrati, i serpenti hanno delle terminazioni
sensoriali sparse su tutta la pelle. Alcune specie come il
serpente a sonagli, possiede inoltre dei captatori termici capaci
di distinguere scarti termici di frazioni di grado centigrado.
Gli occhi
I serpenti sono sprovvisti di palpebre, ma sono protetti da una
membrana cornea trasparente e fissa che viene sostituita durante
la muta. Tra questa membrana e l’occhio, corre il liquido
lacrimale.
Gli occhi sono in grado di reperire soprattutto i corpi in
movimento in un campo visivo molto vasto senza però fornire
un’immagine dettagliata. La pupilla può essere tonda o
verticalmente ellittica.
Apparato uditivo
I serpenti a differenza dei sauri, non hanno né membrana uditiva
(timpano) né orecchio medio né tromba di Eustachio. Sono dotati
di terminali nervosi che collegano la mandibola all’orecchio
interno. Questo permette loro di captare le più minime vibrazioni
generate da un animale (es. topolino) che scorrazza a parecchi
metri di distanza. Con questo sistema risultano sensibili
solamente a frequenza molto basse. Alle frequenze vocali i
serpenti sono quindi praticamente sordi.
La lingua
L’organo di Jacobson è l’organo olfattivo per eccellenza. Il
continuo slinguettare dei serpenti serve unicamente a raccogliere
le minuscole particelle in sospensione nell’aria che trasportano
informazioni quali odore, umidità e la temperatura
dell’ambiente circostante e non è dunque assolutamente un
atteggiamento di intimidazione, ma corrisponde al nostro annusare.
Ritirandosi la lingua deposita queste particelle sull’organo
Jacobson, incaricato di selezionarle e di trasmettere le
informazioni al cervello. Senza lingua il serpente è destinato a
morire, data l’impossibilità di reperire le sue prede durante
la caccia.
La dentatura
Malgrado siano atti alla masticazione, i denti dei serpenti hanno
compiti fondamentali. Sono disposti su sei file: quattro sopra e
due sotto.
Per supplire all’assenza di arti da usare per la caccia, i
serpenti non velenosi (ed anche alcuni velenosi) afferrano la
preda con i denti. Acuminati e ricurvi verso la gola, non danno
scampo alla vittima che viene poi uccisa, soffocata fra le spire.
Alcuni serpenti velenosi sono dotati di speciali denti usati come
una siringa. Con questi, iniettano il veleno nella preda che poi
lasciano allontanare. Essa viene poi reperita in un secondo tempo
ed inghiottita spingendola verso la gola, con l’ausilio dei
denti.
IL SIERO
Esistono specifici sieri antiofidici, cioè sviluppati unicamente
per agire contro il veleno di una determinata famiglia di
serpenti. La tendenza però è quella di fabbricare sieri
polivalenti, capaci di contrastare il veleno di un gruppo di
famiglie di serpenti che vivono in una certa zona.
Questi sieri vengono fabbricati in alcuni centri specializzati
sparsi nel mondo. Il principio è molto semplice. S inietta ad un
cavallo una dose di veleno che può essere sopportata
tranquillamente, aumentando poi questa dose fino ad ottenere un
cavallo perfettamente immune.
Dopo qualche tempo, ne viene prelevato il sangue ricco di
anticorpi al veleno iniettato.
L’antiveleno è in pratica il plasma sanguigno liofilizzato del
cavallo.
TIPI DI VELENO E PRINCIPALI EFFETTI SULL’ORGANISMO
Esistono due tipi di veleno : emotossico ed neurotossico.
EMOTOSSICO: appartiene ai viperini e crotalidi (possiedono denti
veleniferi mobili).
Il veleno emotossico procura una coagulazione sanguigna poi
fludificazione, emorragie capillari, distruzione dei globuli rossi
e necrosi.
NEUROTOSSICO: appartiene ai mamba, cobra, serpente corallo,
ecc..(possiedono denti veleniferi fissi).
Il veleno neurotossico procura paralisi cardiaca, paralisi
respiratoria, spasmi.
Un serpente difficilmente inietta tutta la quantità di veleno, in
quanto poi lui stesso ne rimarrebbe esente per alcuni giorni. In
questo caso lui diventerebbe una possibile preda. Quindi la dose
di veleno iniettata è sempre minore rispetto a quanto produce.
Da tenere presente comunque che per gli animali (cani), il veleno
risulta molto più letale che per noi!
La persona morsicata e' bene quindi che venga portato
immediatamente da un Veterinario. La ferita va immediatamente
detersa con acqua ossigenata, bisogna cercare di far uscire piu'
sangue che si puo' dai fori della ferita (NON succhiate, rischiate
di intossicarvi). Esistono in commercio anche degli
"estrattori", cioè delle pompette che permettono di
risucchiare parte del veleno senza incorrere in auto
avvelenamenti, nei casi in cui si succhi con la bocca. Eventuali
microlesioni all'interno della stessa possono veicolare il veleno
nell'organismo del soccorritore.
Se si dispone di una confezione di siero antiofidico prima di
inocularlo bisogna effettuare una semplice prova di tolleranza
facendo cadere poche gocce del siero in un occhio del paziente. Se
nel giro di alcuni minuti l' occhio si gonfia NON bisogna
somministrare il siero, si avrebbe immediatamente dopo l' inoculo
una reazione anafilattica con grave rischio della vita. Tale prova
va sempre fatta specie se il soggetto ha subito altre morsicature.
Poco conosciuto e abbastanza recente , è il prodotto "
Ecobyte", un apparecchio alimentato con comuni pile a 9 volt
, in grado, a quanto sembra, di contrastare piuttosto
efficacemente l'azione del veleno, con l'utilizzo della corrente
elettrica, che pare riesca ad interferire coi complessi legami
chimici che lo regolano ,attenuandone sensibilmente gli effetti.
L' applicazione di lacci per evitare il diffondersi del veleno si
puo' fare se il morso e stato dato ad un arto (parte inferiore) ma
bisogna ricordarsi di non stringere troppo e di rimuoverlo
periodicamente (ogni quarto d'ora).
Senza correre (durante una corsa il battito cardiaco si accellera
ed il tossico viene diffuso piu' rapidamente) raggiungete una
strada e poi un Veterinario.
Anche i soggetti morsi da rettili non velenosi vanno messi in
terapia, in generale i piccoli ed acuminati denti degli ofidi
inoculano germi, spesso clostridi, ed il trattamento antibiotico
risulta indispensabile.
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