Glossario

Antifrasi
 s. f. Figura retorica con la quale ironicamente si usa una parola in luogo del suo contrario (es. che delizia sgobbare tutto il giorno!).
Antifrāstico
agg. (pl. m. -ci) Usato per antifrasi.
Satiro
s. m. 1 Nella mitologia greco-romana, divinitā dei boschi, avente figura umana, con piedi e orecchie caprini. 2 (fig.) Uomo lascivo.
Parodía
s. f. 1 Versione burlesca e caricaturale di un'opera, film e sim.: fare la parodía di una canzone, mettere q.c. in p. 2 Persona, organismo e sim. che sono un'imitazione scadente di ciō che dovrebbero essere: una parodía di governo.
Diātriba o diatrėba
s. f. 1 Discussione su temi morali propria delle filosofie popolari greche. 2 Discorso violento pieno daccuse, rimproveri e sim.
Nerone
(37-68 d.C.), imperatore romano (54-68), ultimo della gente Giulio-Claudia.
Romanzo picaresco
(Dallo spagnolo pícaro, "vagabondo", "briccone"), genere narrativo dorigine spagnola, sviluppatosi nel XVI secolo, i cui protagonisti sono solitamente avventurieri furbi e privi di scrupoli, coinvolti in peripezie dogni tipo. Per estensione si definisce picaresca ogni descrizione o situazione che presenti tali caratteristiche. Il suo prototipo č il romanzo anonimo Lazarillo de Tormes (1553) e avventure picaresche compaiono nelle opere di Miguel de Cervantes e Francisco Quevedo; dalla Spagna il genere si diffuse in tutta Europa. In Germania l'opera pių notevole fu il Simplicissimus (1669) di Hans Jacob von Grimmelshausen. In Francia troviamo la Storia di Gil Blas di Santillana (1715-1735) dAlain Lesage. In Inghilterra il genere fu molto popolare; al Viaggiatore sfortunato (1594) di Thomas Nashe seguirono nel XVIII secolo Moll Flanders (1722) di Daniel Defoe e Le avventure di Rodrigo Random (1748) e Le avventure di Peregrino Pickle (1751) di Tobias Smollett. In Italia compose poemi picareschi il poeta dialettale napoletano Giulio Cesare Cortese (1575-1625).
Trimetro giambico scazonte (coliambo):

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N.B.: alcuni metricologi accentano tutti e sei i "piedi" giambici; altri propongono di accentare solo i "piedi" pari; la pronuncia pių diffusa č perō quella che accenta solo i tre "piedi" dispari pių il piede "zoppo" finale, come a noi pare preferibile.

Misčr Catųlle, dčsinās inčptėre (tutti i piedi accentati)
Miser Catųlle, desinās ineptėre (piedi pari + piede zoppo accentati)
Misčr Catulle, dčsinas inčptėre (piedi dispari + piede zoppo accentati).

Esametro dattilico catalettico:

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Tėtyre, tų patulač recubāns sub tčgmine fāgi

sėlvestrčm tenuė Musām meditāris avčna.

Schema delle cesure e delle dičresi:

a = semiternaria (o tritemėmera)

b = semiquinaria (o pentemėmera)

c = trocaica o del terzo trocheo (katā trėton trochāion)

d = semisettenaria (o eftemėmera)

e = dičresi bucolica (o femminile).

Esempio:

Tėtyre, tų patulač || recubāns sub tčgmine fāgi

__cesura semiquinaria

<>sėlvestrčm || tenuė Musām || meditāris avčna.
__cesure semiternaria + semisettenaria.