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THE FIELD WHERE I DIED

Vite precedenti

 

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ATTORI:

DAVID DUCHOVNY  Agente Speciale Fox Mulder

GILLIAN ANDERSON  Agente Speciale Dana Scully

 

SCRITTO DA: 

 

DIRETTO DA: 

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MULDER: A volte è come un sogno.

 

(Mulder è in mezzo ad un grande e desolato campo. L’erba è alta e gli arriva fino ai fianchi. Soffia un vento leggero. Sta guardando tristemente due fotografie che ha in mano.)

 

MULDER: Io vivo come tutti cercando di seguire le orme dei saggi, percorrendo sentieri una volta familiari. Ma in una precedente epoca sono morto, mentre arrogante confidavo in me stesso. E in quell’istante ho pregato fervidamente per avere un’altra possibilità. L’istinto, illuminato dalla consapevolezza della morte, diceva che non si può cancellare completamente una vita, perché sparsi frammenti restano in fioche memorie. Come ora, quando sembra che ancora una volta la meta sia in vista.

 

(Le due foto sono molto vecchie e in bianco e nero. Una raffigura un soldato della Guerra Civile, l’altra, strappata a metà, una dama dello stesso periodo.)

 

Sigla

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Tempio delle Sette Stelle; Apison, Tennessee; 5:15 AM

 

AGENTE ATF: Agenti Federali! Siamo armati!

 

(Gli agenti irrompono in un vecchio edificio. La maggior parte dell’illuminazione proviene dalle torce dei loro scudi protettivi. Si fanno strada in un corridoio in mezzo a persone che gridano, soprattutto donne e bambini.)

 

AGENTE ATF: Avanti, avanti, avanti! Tutti a terra! Abbiamo un mandato di perquisizione per detenzione illegale di armi!

 

(Vengono spalancate molte porte. Dietro una di esse due bambini si tengono stretti alla loro madre.)

 

AGENTE ATF: E abbiamo un mandato d’arresto per Vernon Warren, noto anche come Vernon Ephesian!

 

(La gente urla e corre in tutte le direzioni, spaventata.)

 

AGENTE ATF: Muoversi, muoversi! Di là! Cercate dappertutto, presto! Presto!

 

(L’intero edificio è in breve evacuato. Un poster appeso su una porta recita: “Mirate Io sono vivio in eterno Apocalisse 1.18”. La porta improvvisamente si spalanca ed entrano alcuni agenti, inclusi Mulder e Scully. La stanza è vuota.)

 

MULDER: Qualcuno ha avvertito Ephesian.

 

SCULLY: Eppure deve essere qui, da qualche parte.

 

(Escono.)

 

SCULLY: Ephesian?

 

AGENTE ATF: Niente. Abbiamo perquisito il 90% del fabbricato.

 

SCULLY: Dobbiamo trovarlo.

 

AGENTE ATF: E non c’è traccia delle armi. Devono averle nascoste!

 

(Una porta di vetro cattura l’interesse di Mulder. E’ come se gli ricordasse qualcosa.)

 

SCULLY: Avete cercato bene?

AGENTE ATF: Sì, dappertutto. Dovremo riguardare nel magazzino. Forse c’è una porta nascosta.

 

(Mulder vede un’altra porta oltre quella che sta fissando e si dirige verso di essa.)

SCULLY: Mulder. Mulder!

 

(Continua a camminare, tenendo in mano la sua pistola.)

 

SCULLY: (rivolta all’agente dell’ATF) Continuate a cercare.

 

(Mulder esce fuori e vede degli agenti indaffarati a controllare alcune casse. Scully lo raggiunge.)

 

SCULLY: Mulder? Ma dove stai andando?

 

(Mulder guarda il campo.)

 

SCULLY: I rapporti dicono che non ci sono nascondigli nei campi.

 

(Mulder aumenta l’andatura, dirigendosi in mezzo al campo quasi correndo, seguito da Scully. Poi di colpo si ferma, come se avesse visto qualcosa.)

 

SCULLY: Hai visto qualcuno?

 

(Mulder sente la voce di una donna.)

 

DONNA: Io sono colui che vive ed ero  morto. E mirate… io sono vivo per l’eternità.

 

(Scully impugna la pistola. Anche lei ora riesce a sentire una debole voce. Seguendo la voce arrivano in una zona del prato dove l’erba è smossa. Ben nascosta da essa, spunta una botola.)

 

DONNA: Signore,  accoglici nel tuo regno. Noi chiediamo accesso…

 

(La sua voce sfuma nella preghiera. Mulder si piega per aprire la botola, mentre Scully tiene la pistola puntata su di essa.)

 

DONNA: …possa il nostro spirito innalzarsi a Te, così come la nostra carne sprofonda nella tomba. Accoglici, o Signore.

 

UOMO: Amen.

 

DONNA: E nel tuo paradiso...

 

(Mulder spalanca la botola e sia lui che Scully puntano le pistole all’interno, dove nella penombra si intravedono alcune persone.)

 

MULDER: F.B.I.

 

(Tutti quanti hanno in mano un bicchiere riempito con un liquido rosso. La donna che stava parlando porta il bicchiere alle labbra.)

 

MULDER: No!

 

(Mulder la raggiunge velocemente e getta via il bicchiere dalle sue mani. Lei sussulta, quindi gli sputa in faccia. Mulder indietreggia un poco, ma continua a guardarla. L’uomo le si avvicina e le carezza una guancia.)

 

UOMO: Sta calma...

 

(Mulder afferra il suo polso e gli punta addosso la pistola minaccioso, ma la sua attenzione è ancora rivolta alla giovane donna.)

 

 

Federal Command Center; Chattanoga, Tennessee; 7:25 AM

 

VOCE MASCHILE: (sul nastro) ATF, Dipartimento per Alcool, Tabacco e armi da Fuoco. Chiamata ricevuta alle ore 2:30 del 5 novembre 96, Apison, Tennessee. Telefonata proveniente dall’interno del prefabbricato delle Sette Stelle.

 

(Vengono passate in rassegna le foto segnaletiche di Vernon Ephesian e delle sue sei mogli, due bionde, tre brune e un’afro americana. Mulder appoggia sul tavolo la foto di una delle mogli di Ephesian, la stessa che pregava nella botola, e la osserva pensieroso. Di fianco a lui, Scully ascolta attentamente il nastro.)

 

KILEY: (sul nastro) ATF, Agente Kiley.

 

UOMO: (sul nastro) Ehm, attenti, non parlerò tanto, chiaro? Neanche ci credo che lo sto facendo!

 

(L’uomo sul nastro è estremamente agitato. Tutti nella stanza stanno ascoltando, Skinner, i suoi agenti e quelli dell’ATF.)

 

UOMO: (sul nastro) Dunque, Vernon… quello ha sempre un sacco di idee. Lui, lui ha ragione su tante cose, ma adesso sta facendo della roba con i bambini che per me non va bene… non va bene, chiaro? Perché se lo sapevo, ci puoi credere, io mica ci stavo!

 

KILEY: (sul nastro) Va bene, va bene, stia calmo. Può dirmi il suo nome?

 

UOMO: (sul nastro) Ah… chiamami… Sidney. E allora, ti dicevo… Vernon, qua sta facendo del male a dei bambini. E’ brutto, non va bene. E poi le armi, oddio… puoi far fuori tutto l’esercito coreano, qua. Basta, non posso parlare più…

 

(La chiamata si interrompe. Skinner ferma il nastro.)

 

SKINNER: Questa chiamata ha coronato otto mesi di indagini dell’ATF sul tempio delle Sette Stelle di Vernon Ephesian. Ha convinto il procuratore generale a dare il via alle operazioni di oggi.

 

UOMO #1: I rapporti dell’ATF erano imprecisi. Uno dei nostri ha trovato Ephesian in un nascondiglio di cui loro non sapevano niente.

 

UOMO #2: Voi dovevate vagliare e coordinare i dati…

 

(Si accende una piccola disputa tra i due uomini. Scully si avvicina a Mulder.)

 

SCULLY: Tu come lo sapevi?

 

(Mulder scuote la testa. I due uomini intanto continuano a discutere.)

 

MULDER: Non lo so.

 

UOMO #1: Ma eravate voi che dovevate...

 

SKINNER: Basta così! I rapporti sono validi. Nella chiesa delle Sette Stelle si svolgevano attività illegali. Qualcuno li avrà avvertiti e hanno fatto sparire le prove. Ephesian e le sue mogli sono trattenuti con la patetica accusa di detenzione di prodotti velenosi… accusa che non può reggere a lungo. Saranno fuori in meno di ventiquattro ore se non troviamo imputazioni migliori. Gli agenti sul posto continueranno a cercare quelle benedette armi. E ancora più importante, trovate l’informatore, “Sidney”. Se scoprono che è stato lui a farci la soffiata, dovremo indagare su un omicidio. Su, al lavoro.

 

(Gli agenti escono dalla stanza. Mulder chiude il suo portatile, mentre Skinner si avvicina a lui e Scully.)

 

SKINNER: Agente Mulder, Agente Scully. Vi è stata assegnata quest’operazione per indagare sulle presunte capacità paranormali di Ephesian… preveggenza, proiezioni astrali…

 

SCULLY: Noi pensiamo che Ephesian sia un paranoico dalla personalità carismatica. E’ ossessionato da libro dell’Apocalisse e sfrutta la sua conoscenza dei Sacri Testi per far fare ciò che vuole ai suoi seguaci.

 

SKINNER: Ephesian ha portato sei donne sull’orlo del suicidio, l’avete visto. Il mio timore è che, se venissero rilasciati, ulteriori indagini federali porterebbero la paranoia di Ephesian ad un punto tale che non avremmo per le mani un’altra Waco, ma un suicidio collettivo, come quello della Guaina.

 

 

8:12 AM

 

(Vernon osserva Scully, che è seduta di fronte a lui. Un altro uomo, l’avvocato di Ephesian, è seduto vicino a lui. Mulder, invece, è in fondo alla stanza, appoggiato al muro.)

 

EPHESIAN: Sapevo del vostro arrivo. Lo sapevo da diciannove secoli. Era tutto scritto nel libro dell’Apocalisse. “Ecco… il diavolo getterà alcuni di voi in carcere per mettervi alla prova… avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita.”

 

(Mulder cammina verso il tavolo.)

 

MULDER: Ma quel messaggio era rivolto alla chiesa di Smyrne. Mi risulta che il suo tempio sia la reincarnazione della chiesa di Efeso.

 

EPHESIAN: Il mio… è il Tempio delle Sette Stelle. Di tutte e sette le chiese che ricevettero la Rivelazione. E i miei fedeli non sono la reincarnazione di quelle chiese.

 

MULDER: E lei?

 

EPHESIAN: Oh, sì, io ero presente. Ho ascoltato l’apostolo Giovanni darci il suo messaggio dell’Apocalisse.

 

(Mulder ritorna verso il muro.)

 

SCULLY: Ma allora, se Sidney è stato infedele non ha ricevuto la “corona della vita”, è così?

 

AVVOCATO: Non c’è nessun fedele del tempio che abbia per nome o sopranno…

 

EPHESIAN: (interrompendolo) So bene che non mi credete. Non mi importa se pensate che sono un Jim Jones o un David Koresh. Non ho bisogno di piacervi, non mi interessa. Ma solo per un momento vorrei che metteste da parte la vostra indagine… per le vostre anime. E’ vitale che voi capiate che presto, molto, molto presto, tutti coloro che non hanno fede, tutti i miscredenti, i servi della bestia, che possa trattarsi di me… o di quel Sidney… o di lei (indica Mulder.)tutti saranno distrutti dai possenti uomini di Dio. Questo è quello che succederà, perché Dio l’ha annunciato. Questo è quello che Dio ha detto e noi dobbiamo crederlo. Fatelo, dunque e il “Signore vi preserverà da ogni male. Preserverà le vostre anime. Il Signore veglierà sulla vostra dipartita… e sul vostro ritorno.”

 

 

Federal Command Center; Chattanooga, Tennessee

 

(Mulder continua a fissare la foto segnaletica di una delle mogli di Ephesian. Alcuni telefoni squillano e si sente un incessante chiacchierio di sottofondo.)

 

SCULLY: Skinner dice che nessuno ha detto niente. Infatti, vedi, stanno cominciando a rilasciare i fedeli del tempio, anche se l’edificio resta sotto sequestro.

 

(Una fila di persone stanno salendo le scale. Scully dà un’occhiata all’orologio.)

 

SCULLY: Ah, il tempo vola, dobbiamo interrogare le sei mogli. Prevedo altre dodici ore di salvezza e dannazione e neanche una parola su Sidney.

 

(Prende un sorso dal suo caffè. Mulder le mostra la fotografia.)

 

MULDER: Cominciamo da lei.

 

 

Stanza per gli interrogatori

 

(La donna afferra una sigaretta appena accesa dal portacenere e ne prende una boccata.)

 

DONNA: Il mio nome è Melissa Riedal-Ephesian, venticinque anni.

 

SCULLY: Melissa, lei sa di avere diritto alla presenza di un avvocato all’interrogatorio?

 

MELISSA: Non serve.

 

(Mulder, seduto di fronte a lei, la osserva, sorridendo appena.)

 

MULDER: Lei di dov’è?

 

(Melissa aggrotta la fronte, come se faticasse a trovare la risposta.)

 

MELISSA: Io… non lo so.

 

SCULLY: E la sua famiglia? Dove abitano i suoi?

 

MELISSA: La mia vera famiglia è qui.

 

SCULLY: E da quanto vive qui?

 

MELISSA: Un anno.

 

SCULLY: Da quanto è sposata con Ephesian?

 

MELISSA: Un anno.

 

MULDER: Non la disturba che abbia altre mogli?

 

MELISSA: “In quel giorno sette donne si uniranno ad un solo uomo, dicendo ‘noi mangeremo il nostro pane e noi indosseremo i nostri panni. Lascia però che siamo chiamate con il tuo nome, così che svanisca il nostro vituperio.’”

 

SCULLY: E’ davvero profonda la sua fede in Vernon. Sarebbe dura per me se mio marito avesse tanti figli da altre donne.

 

(Una lacrima scende lungo la guancia di Melissa. Lei fa spallucce.)

 

SCULLY: Ha avuto un figlio da lui?

 

(Melissa sorride.)

 

MELISSA: Un giorno l’avrò. Vernon dovrà aspettare fino a quando Dio non gli dirà che è arrivata l’anima giusta, pronta per essere reincarnata. E’ per questo che i figli di Vernon sono i più sacri membri del tempio.

 

MULDER: Ci hanno detto che Vernon maltratta i bambini.

 

(Melissa prende un’altra boccata dalla sigaretta.)

 

SCULLY: E’ stata testimone di violenze sui bambini nel tempio, Melissa?

 

(Melissa rimane in silenzio mentre Scully e Mulder la osservano attentamente. Improvvisamente dà un pugno sul tavolo, mentre la sua faccia si deforma visibilmente e i suoi occhi si riducono ad una fessura. Quando parla la sua voce è diversa, quasi mascolina e le sue mani si muovono nervosamente per aria.)

 

MELISSA: Attenti! Io non ho capito voi come fate a dirlo! Insomma, ho visto un paio di cose, e insomma… cioè… no, non è detto che era quello, no?

 

SCULLY: Melissa?

 

MELISSA: Melissa? No. Io non la conosco.

 

MULDER: Sidney?

 

MELISSA: E questa che cos’è? La commissione McCarthy? No, no. Non conosco nessuno con quel nome.

 

(Scully la guarda, esterefatta. Mulder invece non sembra sorpreso. Scully scrive sul block notes “personalità multipla” e lo mostra a Mulder.)

 

MELISSA: Ho visto un paio di cose, ma non è detto che era quello, no?

 

(Mulder aspetta un attimo prima di scrivere sul block notes.)

 

MULDER: Sidney, sapresti dirmi chi è il presidente degli Stati Uniti?

 

MELISSA: Chi è il presidente degli Stati Uniti? Che cavolo di domanda cretina!

 

(Mulder scrive "vita precedente". Scully lo guarda stupita.)

 

MELISSA: Ma è proprio una domanda stupida! Harry Truman!

 

(Scully torna a guardare Melissa, attonita. Si avvicina a Mulder e gli parla quasi sussurrando.)

 

SCULLY: Sidney sarebbe una sua vita precedente solo perché ha nominato McCarthy?

 

MULDER: Non è solo per questo. E’ che io lo sapevo.

 

(Entrambi guardano Melissa che, tornata se stessa, continua a fumare la sua sigaretta.)

 

 

Federal Command Center; Chattanooga, Tennessee

 

(Mulder sta studiando la mappa del campo. Scully è seduta davanti al portatile. Entra Skinner, portando una cartella.)

 

SKINNER: Ephesian e le sue mogli andranno in aula domattina. Abbiamo quindici ore per tirare fuori qualcosa. (abbandona il fascicolo su una scrivania)

 

MULDER: Tirar fuori qualcosa? Abbiamo trovato Sidney! Lo spettrogramma vocale dice che la voce di Melissa coincide con quella della chiamata all’ATF.

 

SCULLY: Melissa Riedal non sta collaborando.

 

MULDER: Ma c’è una personalità dentro di lei che invece vuole. Ci serve un catalizzatore psicologico. Se riportiamo Melissa al tempio, magari in quell’ambiente, senza la presenza di Ephesian, lei o una personalità dentro di lei vorrà parlare.

 

SKINNER: Agente Scully, non potrebbe essere un espediente, una messa in scena? A quanto so le personalità multiple sono molto rare.

 

SCULLY: Sono estremamente rare, (si alza) tanto che nella comunità psichiatrica molti pensano che la dissociazione dell’identità non esista.

 

MULDER: Quello che abbiamo visto risponde a quanto stabilito dalla letteratura scientifica. La presenza di due o più personalità che alternativamente prendono il controllo del soggetto, compresa la personalità protettiva, Sidney. L’incapacità di ricordare importanti fatti personali - non ricordava dov’era nata. La transizione da una personalità all’altra è di solito molto rapida e spesso è provocata da stress psicosociali – Sidney è comparso quando abbiamo menzionato la violenza sui bambini.

 

(Skinner osserva Scully.)

 

SKINNER: Ma lei non è convinta?

 

SCULLY: Io penso che la malattia esista, ma in questo caso, date le circostanze, dovrei saperne di più.

 

SKINNER: Se Melissa avesse più personalità, la sua… la loro testimonianza sarebbe ammissibile?

 

MULDER: I precedenti giudiziari stabiliscono che le personalità dissociate sono responsabili.

 

SCULLY: Sì, ma noi siamo responsabili per Melissa Riedal.

 

MULDER: Noi siamo responsabili della possibile perdita di cinquanta vite umane.

 

(Si guardano per un istante, poi rivolgono la loro attenzione a Skinner.)

 

SKINNER: Procedete.

 

(Skinner esce. Mulder si avvicina al portatile e lo chiude.)

 

SCULLY: Non hai avuto il coraggio di dire a Skinner cosa credi veramente… che Melissa Riedal è invasa dalle incarnazioni delle sue vite precedenti.

 

MULDER: Perché non mi avrebbe creduto.

 

SCULLY: E io non credo che tu ti senta responsabile per quelle cinquanta vite… o per Melissa Riedal. Tu ti senti responsabile solo verso te stesso.

 

(Mulder, visibilmente innervosito, si infila la giacca ed esce.)

 

 

Tempio delle Sette Stelle, 4:27 PM

 

(I due agenti sono ritornati al tempio con Melissa.)

 

MULDER: Con noi sei al sicuro, e Vernon non c’è.

 

SCULLY: Sappiamo che le cose successe qui possono essere state dolorose. Tu non ne vuoi parlare. Possono essere state così dolorose da non volerle neanche ricordare. Ma per aiutare gli altri… per aiutare i bambini, per aiutare te stessa, noi siamo qui con te per ascoltare. Per ascoltare Melissa, Sidney o chiunque senta il bisogno di parlare.

 

(Melissa sembra confusa. Poi si dirige verso la stanza di Ephesian, quella con il versetto dell’Apocalisse inciso sulla porta. Scully e Mulder la osservano da poco lontano. Osserva una serie di fotografie, poi prende la foto delle sue nozze con Vernon e incomincia a piangere. Scully la raggiunge per cercare di confortarla, ma Melissa getta inavvertitamente a terra le foto ed esce dalla stanza. Mulder e Scully la ritrovano nella nursery del tempio, seduta ad un tavolo per bambini, con il volto nascosto tra le braccia. Scully si siede di fronte a lei, mentre Mulder su una sedia ad un tavolino accanto.)

 

SCULLY: Melissa? Melissa.

 

(Melissa ha in mano un pastello rosso e sta colorando il tavolo.)

 

MELISSA: Perché mi chiami così?

 

(La sua voce è quella di una bambina.)

 

SCULLY: Come ti devo chiamare?

 

MELISSA: Lily.

 

(Scully lancia un’occhiata a Mulder.)

 

SCULLY: Lily... qui dentro hanno fatto male a qualcuno dei tuoi amichetti?

 

(Melissa la fissa.)

 

SCULLY: Che c’è?

 

MELISSA: Lo sai fare così?

 

(Si tocca il naso con la lingua.)

 

SCULLY: Melissa, Lily... a me lo puoi dire, veramente.

 

(Melissa incomincia a piangere e si alza lentamente. Immediatamente, i suoi lineamenti si deformano e muove la mano nervosamente, come in precedenza. Come Sidney.)

 

MELISSA: Attenti! Lasciate in pace la ragazzina, capito? Non vuole parlare, chiaro? Non fatelo e la riporto a casa.

 

MULDER: Sidney, a casa potete andarci tutti. Sarete tutti al sicuro se ci dici dove hanno nascosto le armi.

 

(Melissa si scosta i capelli dal viso. Cammina fuori dalla stanza e guarda attraverso la stessa porta a vetri che aveva colpito Mulder. Come lui in precedenza, esce nel campo, seguita dai due agenti. Ma Mulder si blocca, scrutando un’altra volta il campo. Scully torna indietro da lui, preoccupata.)

 

SCULLY: Che cosa c’è?

 

(Entrambi raggiungono Melissa, che nel frattempo si è fermata alcuni metri più avanti. Melissa sta scrutando il campo esattamente come Mulder poco prima. Incomincia a parlare con tono solenne.)

 

MELISSA: Le armi erano state messe nel rifugio che avevano costruito la notte precedente.

 

(Scully tira fuori il suo block notes.)

 

SCULLY: Per questo non c’era nel rapporto dell’ATF.

 

MELISSA: I federali arrivarono la mattina, prima del sorgere del sole. Conoscendo la forza e il numero dei governativi, molti quel mattino pensavano che non avrebbero più rivisto la luce del giorno… così come il giorno prima avevano visto i loro fratelli morire a Missionary Ridge.

 

(Scully la guarda, avendo riconosciuto il nome. Melissa riprende lentamente a camminare.)

 

MELISSA: Era giunta notizia della ritirata del Generale Cleburn di fronte ai nordisti. Come infermiera mi era stato ordinato a Hamilton County di raggiungere le truppe… (si ferma nuovamente) a dire la verità io stavo cercando il mio amore. Sapevo che avrebbe cercato di restare nel Tennessee, piuttosto che ritirarsi a Dalton.

 

(Mulder avanza di alcuni passi. In qualche modo, le sue parole lo confondono.)

 

MELISSA: E infatti lo trovai qui… insieme agli altri, che erano rimasto indietro quando il Generale Thomas aveva sfondato le linee dei Confederati. Le truppe federali apparvero da quella parte. (indica oltre la linea degli alberi, dove il sole sta tramontando) Ma loro non vollero ancora ritirarsi e diedero battaglia… ci fecero nascondere nei rifugi. E all’interno sentivo l’odore acre del fumo, la fucileria… i corpi che cadevano al suolo sopra di noi. Li sentii cadere uno ad uno.

 

(Combatte contro le lacrime.)

 

MELISSA: Era il 1863, il 26 novembre.

 

(Scully ha smesso di scrivere e la sta guardando ora. Melissa si gira verso di loro.)

 

MELISSA: Io ero qui.

 

(Mulder lo guarda. I loro occhi si incontrano.)

 

MELISSA: E c’eri anche tu. (le si incrina la voce) Questo è il campo dove io ti ho visto morire.

 

(Mulder apparentemente non mostra emozioni.)

 

 

Strada statale

 

(Mulder and Scully sono in macchina, Mulder è al volante. Melissa sta dormendo sul sedile posteriore. Mulder ha il cellullare all’orecchio.)

 

SCULLY: Chi stai chiamando?

 

MULDER: Voglio far venire un terapeuta specializzato in ipnosi.

 

SCULLY: Perché l’ipnosi è usata nel trattamento delle identità dissociate per far venire alla luce le varie personalità del paziente?

 

MULDER: Lei vuole parlare. Si tratta di trovare un modo di aiutarla.

 

SCULLY: No, tu vuoi farla ritornare ad una vita precedente.

 

(Mulder spegne il telefono.)

 

SCULLY: Non puoi farle questo! La mente di quella povera donna, la sua vita, sono già in pezzi, lo capisci? Già l’aver aver sposato Ephesian dimostra quanto sia suscettibile alla suggestione.

 

(Mulder colpisce il volanti, visibilmente arrabbiato.)

 

MULDER: Ma tu, tu eri lì con me, Scully! Tu hai visto. Tu hai sentito. Perché non vuoi accettarlo, allora?

 

(Scully lo guarda a metà tra il sorpreso e l’arrabbiato.)

 

MULDER: Come facevo a sapere della buca se non c’ero mai stato in quel campo?

 

SCULLY: E come mai definisci Vernon Ephesian un paranoico psicopatico perché è convinto di essere vissuto centinaia di anni fa, mentre tu, cosiddetto normale, sei convinto di essere già vissuto e morto in quel campo?

 

(Mulder torna a guardare la strada, nei suoi occhi rabbia e frustrazione. Scully fa altrettanto.)

 

 

Studio del terapeuta

 

(Melissa siede su una poltrona, una lampada è accesa vicino a lei. Ha gli occhi chiusi e il suo gomito è puntato sul bracciolo della poltrona, il pugno chiuso. La voce pacata della terapista riempie la stanza.)

 

TERAPISTA: Sto parlando con Melissa. In quest’anno, nel Tempio delle Sette Stelle è successo qualcosa che pensavi fosse sbagliato? Che ti ha ferito?

 

MELISSA: Sì. C’è stata… una donna che era venuta al tempio. Lei e suo figlio avevano vissuto per strada.

 

TERAPISTA: Come si chiamava?

 

MELISSA: Elizabeth.

 

(Un microfono è sistemato sul tavolino tra Melissa e la terapista. Mulder è seduto di fianco a lei, mentre Scully è in piedi che prende appunti.)

 

MELISSA: Suo figlio invece Scott. Vernon prese in simpatia il bambino. Diceva che era un profeta rinato. Così lo ha portato via alla madre.

 

TERAPISTA: Lo ha portato via? Come?

 

MELISSA: I figli di Vernon sono I nipoti di Dio, li tiene separati dagli altri. Alla madre si spezzò il cuore. E aveva paura… degli uomini possenti. E una notte, di nascosto, lei andò a trovare Scott. Oh, com’era contenta! (sorride appena) Gli portò, gli portò i biscotti al miele che aveva rubato in cucina. (incomincia a piangere) Vernon... Vernon... Vernon arriva e li sorprende… gli uomini possenti… la prendono, l’afferrano… e la picchiano davanti a suo figlio e il bambino, “No! No, mamma…”

 

(Melissa è evidentemente angosciata da questo ricordo penoso.)

 

MELISSA: Vernon... Vernon... Vernon lo prende e lo tira via... Lo prende per i capelli. (cerca di ricomporsi) Poi gli tira giù il pigiama, e lo picchia. “Tu non sei un figlio di Dio, sei spazzatura…”, è così che lo chiama e gli dice di andare a dormire tra i rifiuti… con i topi. La… la madre… la madre piange… (le lacrime riaffiorano nuovamente) …ma Vernon continua a picchiarlo… davanti a lei. "No, no, no, no, no..."

 

(Sidney riappare, con sorpresa dei presenti. Le sue dita si muovono freneticamente, i suoi occhi socchiusi.)

 

MELISSA: Attenti! Perfetto, perfetto! Bella mossa! Che cosa volete sapere? Però, però… lasciate in pace Melissa. Lei ne ha già passate anche troppe.

 

(La terapista dà un’occhiata a Scully, che le sussurra "le armi dove sono.")

 

TERAPISTA: Dove sono le armi?

 

MELISSA: Le… le buche… eh, sì, cioè, i… i rifugi della Guerra Civile. Vernon, Vernon e I suoi scagnozzi lo sanno, ma io no. Non so dove sono.

 

(Scully si avvicina a Mulder.)

 

SCULLY: Dev’esserci una mappa del campo di battaglia negli archivi.

 

MULDER: Lo sai come possiamo trovare i rifugi.

 

SCULLY: Mulder...

 

(Mulder si rivolge a Melissa.)

 

MULDER: Melissa...

 

(Melissa sembra essere tornata in sé, Sidney è scomparso.)

 

MULDER: Sono io, Melissa. Voglio tornare al campo… ritornare indietro.

 

(Lei apre gli occhi e lo guarda, quasi con sorpresa.)

 

MELISSA: Oh... oh...

 

(Tende una mano verso di lui, sorridendo commossa.)

 

MELISSA: I tuoi occhi possono aver cambiato di colore, ma di sicuro l’anima che c’è dietro non è cambiata. Siamo tornati insieme in questa vita, in questo tempo, per incontrarci di passaggio. (incomincia a piangere, appoggiandosi una mano sul cuore) L’attesa è una cosa che ti spezza il cuore. (sospira, mentre Mulder è visibilmente coinvolto dalle sue parole) Sento la tua mancanza.

 

(Si fissano per alcuni istanti negli occhi, poi Melissa, esausta, si lascia sprofondare nulla poltrona e anche questa vita passata scompare. Scully si avvicina di nuovo a Mulder che ha il volto nascosto tra le mani.)

 

SCULLY: Mulder, questo è solo il portato della sua malattia. Non ci ha saputo dare una risposta sui rifugi, non ci ha dato… nessun nome specifico, nessuna… informazione che provi la sua attendibilità. Non c’è niente che dimostri che quello che dice è vero.

 

MULDER: C’è un modo.

 

SCULLY: Ma Ephesian andrà in giudizio tra due ore. Non c’è tempo di fare quello a cui stai pensando.

 

MULDER: Tu non lo faresti, Scully? Non lo farebbe chiunque?

 

(Adesso c’è  Mulder sulla poltrona, gli occhi chiusi e il gomito puntato sul bracciolo della poltrona, il pugno chiuso.)

 

TERAPISTA: Voglio che ritorni nel tuo passato, prima della tua vita come Fox Mulder. (il resapiro di Mulder accelera) Che cosa vedi?

 

(Sospira, mentre Scully lo osserva.)

 

MULDER: Le strade del Ghetto… (apre gli occhi) vetri in frantumi… i corpi dei morti… io sono una donna… una donna ebrea in Polonia. C’è mio figlio con me. Lui è Samantha.

 

TERAPISTA: Samantha? Credevo che Samantha fosse tua sorella.

 

MULDER: In questa vita… lei è mio figlio. Quello è mio padre. (chiude gli occhi per un istante nel tentativo di scacciare le lacrime) E’ morto lì sulla strada. Lui è Scully...

 

(Scully lo guarda sorpresa.)

 

MULDER: Ma per ora se n’è andato… mi aspetta in un'altra vita. Anime… che insieme ritornano… diverse… ma sempre unite. Ancora e ancora. Non posso andare da mio padre. (scuote la testa disperato) C’è la Gestapo in strada,  intorno a lui. Un ufficiale... è l’Uomo che Fuma... il male ritorna come male...

 

(Solleva la testa, tenendo gli occhi chiusi per alcuni secondi. Quando li riapre sembra in un certo senso più sollevato.)

 

MULDER: …e l’amore torna… come amore… e le anime si uniscono in eterno. Mio… marito… lo stanno portando via da me, a Buchenwald. Lui è Melissa. E’ il nostro destino venire separati.

 

(Ricomincia a piangere. Scully è sinceramente rattristata, anch’essa sull’orlo delle lacrime.)

 

MULDER: Mi sto sollevando… mi sto sollevando, adesso… sto andando in alto, mi sto librando. Sopra il mio corpo. Sopra il campo. Il mio volto è insanguinato. Il rifugio è vicino... i federali se ne sono andati… il mio sergente è morto anche lui. Lui è Scully.

 

(Scully ascolta attentamente il racconto.)

 

MULDER: Sarah mi tiene tra le braccia. E’ così addolorata. (la sua voce si incrina) Lei è Melissa. Lei vive accanto… al luogo della battaglia... Hamilton County... il suo nome è Kavanaugh. Sarah Kavanaugh... (Scully prende nota del nome) E il mio nome è Sullivan Biddle.

 

(La tristezza lo assale di nuovo.)

 

MULDER: E lei non lo sa… lei non lo sa… che, che io la sto aspettando… che noi vivremo di nuovo. Che io e lei ci rincontreremo ancora. (Scully gli si avvicina e si inginocchia di fronte a lui) Sono così stanco…

 

SCULLY: Mulder, sono Scully. Dove sono i rifugi?

 

MULDER: Mi sento così stanco… Voglio riposare.

 

(Scully si rialza.)

 

 

Ufficio dei Registri di Hamilton County, 4:12 AM

 

(Scully cerca qualcosa sulla vecchia mappa di un campo di battaglia. Fa per rimettere a posto il libro, intitolato "Maps and Battle Plans; 1863-1865", quando nota uno scaffale con i registri della contea, contenente nominativi dal 1800 al 1900. Prende a sfogliarlo finché non trova il nome che cerca: "Biddle, Sullivan". Poi trova il secondo nome: "Kavanaugh, Sarah". Sospirando silenziosamente apre il cassetto contenente le fotografie e cerca finché non trova una sul cui retro si legge "Sullivan Biddle, 1862". Guarda per un istante la foto quindi cerca l’altra. C’è scritto “Sarah Kavanaugh, 1858" sul suo retro. Le mette una di fianco all’altra e le osserva sconcertata.)

 

Federal Command Center; Chattanooga, Tennessee

 

(Mulder fissa le due fotografie appoggiate sul tavolo di fronte a lui.)

 

SCULLY: Ephesian va in aula per la contestazione delle accuse. Lui e Melissa saranno rilasciati entro un’ora o due.

 

MULDER: Dana… se durante questi quattro anni che abbiamo lavorato insieme… qualcosa ti avesse suggerito o qualcuno ti avesse detto che… noi eravamo stati amici… in un’altra vita… sarebbe cambiato il modo in cui guardavamo l’uno all’altra?

 

SCULLY: Anche se lo sapessi per certo, per me sarebbe stato lo stesso.

 

(Si avvia verso la porta, poi si volta per un attimo prima di uscire.)

 

SCULLY: Forse… di qualche tua battutina ironica avrei fatto volentieri a meno!

 

(Gli sorride ed esce. Anche lui sorride.)

 

(Poco più tardi lui e Melissa stanno ascoltando la registrazione della regressione ipnotica di Melissa.)

 

MELISSA: (sul nastro) Siamo tornati insieme in questa vita, in questo tempo, per incontrarci di passaggio. L’attesa è una cosa che ti spezza il cuore. (sospira) Sento la tua mancanza.

 

(Mulder ferma il nastro.)

 

MELISSA: Non credo ad una parola.

 

MULDER: Perché?

 

MELISSA: Questa registrazione dice che abbiamo scelto le vite che abbiamo vissuto prima di questa, e con chi viverle. E’ un’idea carina. Anzi, è una bellissima idea. Io vorrei crederci. E se sapessi che è vero, vorrei ricominciare. Vorrei finirla questa vita senza senso.

 

(Mulder si sporge in avanti, parlando lentamente.)

 

MULDER: Sarah... se fosse vero... nessuna vita sarebbe senza senso.

 

(Melissa guarda la foto di Sarah, poi di nuovo Mulder che le sta accarezzando dolcemente la mano. La porta si apre e compare Vernon.)

 

EPHESIAN: Melissa... è ora di andare.

 

(Melissa strappa la foto di Sarah ed esce. Mulder sospira e si alza, quindi alza le mani contro il muro e ci appoggia la testa sconfitto. Entra Scully.)

 

SCULLY: Ho comunicato agli agenti dell’ATF la possibile esistenza di altri rifugi.

 

 

Tempio delle Sette Stelle

 

(Vernon e gli altri fedeli ritornano al tempio. Si sente la voce di Scully fuoricampo.)

 

SCULLY: Il campo non è proprietà del Tempio delle Sette Stelle, quindi le ricerche continuano.

 

(Un nutrito gruppo di persone accoglie quelli che sono appena ritornati.)

 

DONNA: Fatevi abbracciare!

 

BAMBINA: Mamma!

 

(Vernon si fa largo tra la folla, fermandosi a salutare alcune persone. Si vedono agenti che perlustrano l’area. Vernon nota poi Melissa, che fissa il suolo senza alcuna emozione.)

 

 

Federal Command Center; Chattanooga, Tennessee

 

(Mulder sta studiando la mappa, Scully è seduta. Skinner è in piedi vicino al tavolo.)

 

SKINNER: Il procuratore generale è furioso, non avremo mai l’ok per una seconda incursione nel fabbricato.

 

MULDER: Ephesian predica, e i suoi seguaci gli credono, che l’FBI e l’ATF sono l’esercito del maligno, che secondo l’Apocalisse farà guerra “contro quelli che osservano il comandamento di Dio e conservano la testimonianza di Gesù Cristo”.

 

SCULLY: L’Apocalisse dice che la fede cristiana lo sconfiggerà.

 

SKINNER: Quindi Ephesian attaccherà gli agenti dell’ATF che cercano i rifugi perché è profetizzato che vincerà?

 

MULDER: Direi di sì, se fossi convinto che lui crede all’Apocalisse alla lettera. Però ha nascosto le armi.

 

SCULLY: Sapeva di non poter vincere.

 

MULDER: Se non pensa di poter sconfiggere l’esercito del male, può pensare che sottraendo se stesso e i suoi seguaci al maligno, cioè sacrificandosi, mi spiego? lui otterrà per tutti la ricompensa della vita eterna… insomma, capiterà il peggio.

 

 

Tempio delle Sette Stelle

 

(Alcuni uomini possenti camminano lungo un corridoio.)

 

UOMO POSSENTE: Tutti i fedeli alla preghiera. Il Signore vi preserverà da ogni male! Preserverà le vostre anime!

 

(Uomini e donne escono dalle loro stanze. Melissa fissa tristemente l’uomo possente. Un uomo l’afferra gentilmente per il braccio invitandola a seguirlo.)

 

UOMO POSSENTE: Tutti i fedeli alla preghiera. Il Signore vi preserverà da ogni male!

 

(Tutti i fedeli sono riuniti in un’enorme stanza, in fondo alla quale, su un podio, sta Vernon. Anche Melissa entra.)

 

EPHESIAN: Non vi meravigliate, fratelli, se il mondo ci odia. (due uomini armati sprangano la porta della stanza e prendono posizione vicino alle finestre) Noi sappiamo che passeremo dalla morte alla vita, perché amiamo i nostri fratelli.

 

 

Federal Command Center; Chattanooga, Tennessee

 

(Un agente dell’ATF è furioso con Skinner e i suoi.)

 

AGENTE ATF: No, no faccia andar via i miei uomini! Siamo vicini a trovare le armi!

 

SKINNER: Voglio soltanto allentare la tensione.

 

(Entra l’agente Riggins.)

 

RIGGINS: Ephesian ha riunito tutti nella sala delle preghiere. Abbiamo registrato questo con un microfono parabolico.

 

(Mette il registratore sul tavolo e preme il tasto della riproduzione.)

 

EPHESIAN ON TAPE: Non vi meravigliate, fratelli, se il mondo ci odia. Noi sappiamo che passeremo dalla morte alla vita, perché amiamo i nostri fratelli. E’ già successo in passato, da questo abbiamo conosciuto l’amore di Dio. Egli ha dato la sua vita per noi…

 

(Scully, rendendosi conto di aver già udito quelle parole, digita qualcosa sul portatile. Riggins ferma il nastro.)

 

RIGGINS: Poi il tempio ha mandato delle interferenze.

 

SCULLY: Prima lettera di Giovanni, capitolo tre: "Egli ha dato la sua vita per noi, quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli."

 

SKINNER: Okay, Mulder.

 

(Mulder annuisce ed esce.)

 

 

Tempio delle Sette Stelle

 

(Da un enorme tanica vengono riempiti dei bicchieri con un liquido rosso. E’ chiaro che quello che viene versato nei picchieri è veleno, dal momento che vicino alla tanica ve n’è un’enorme bottiglia.)

 

EPHESIAN: Benedetti sono coloro che seguono i suoi comandamenti, che sia loro concesso di attingere all’albero della vita.

 

(Gli uomini possenti cominciano a distribuire i bicchieri.)

 

EPHESIAN: Miei cari figlioli… non amiamoci con le parole, con vuote espressioni, ma con gli atti e con la verità. (anche Melissa afferra un bicchiere) Noi sappiamo di essere nel vero.

 

(Vedendo gli agenti nel campo, avvicinarsi al tempio i cecchini rompono le finestre con i fucili e incominciano a sparare.)

 

EPHESIAN: Noi siamo la verità...

 

(Gli agenti dell’ATF rispondono al fuoco, ma uno di essi grida dopo essere stato colpito.)

 

UOMO #1: Tutti a terra, presto!

 

(Melissa fissa il bicchiere, mentre arrivano due jeep.)

 

UOMO #1: Cessate il fuoco! Cessate il fuoco!

 

UOMO #2: Non sparate! Non sparate!

 

(Mulder e Scully scendono dalle jeep e si dirigono verso gli agenti.)

 

MULDER: Nessun contatto con il tempio?

 

AGENTE: Se quello lo chiama un "contatto."

 

(Osservano l’agente ferito, mentre viene portato via. Un altro agente parla ad un walkie-talkie.)

 

UOMO: ...dobbiamo portarlo via subito.

 

(Dentro, Vernon è in piena predica, mentre cammina tra i suoi fedeli.)

 

EPHESIAN: "...e varcheremo la porta della città. Mentre fuori staranno i vili… i truffatori…

 

(Donne e uomini incominciano a bere il veleno.)

 

"…gli abbietti… gli omicidi.. gli idolatri…

 

(Lentamente, tutti quanti bevono il veleno. Vernon, si ferma di fronte a Melissa sottolineando le parole.)

 

"…e tutti coloro che amano la menzogna e la falsità."

 

(Melissa guarda in alto verso di lui, le sue dita si muovono nervosamente, il suo volto deformato e gli occhi socchiusi. Fuori, Mulder consegna la sua pistola a Scully, si toglie la giacca e avanza verso il tempio con le mani ben in vista.)

 

SCULLY: Mulder, no! Ti uccideranno!

 

(Dentro, tutto tace. Sono tutti quanti morti e i corpi sono uno addosso all’altro. Mulder raggiunge la porta del tempio ed entra. Melissa si sveglia lentamente e guarda attonita il massacro intorno a lei. Gli unici sopravvissuti sono lei e Vernon, che ora le sta di fronte con due bicchieri di veleno in mano. Melissa non riesce a trattenere le lacrime.)

 

EPHESIAN: "Mirate... Io sono vivo per l’eternità."

 

(Le porge un bicchiere di veleno, mentre lei osserva tristemente il campo attraverso la finestra. Mulder raggiunge la porta della stanza principale e la apre. Lo spettacolo davanti ai suoi occhi è un carneficina. Si fa strada attraverso i corpi, finchè non trova quello di Vernon, mano sulla Bibbia. Accanto a lui la figura esanime di Melissa, che tiene in mano la foto strappata di Sarah Kavanaugh. Incomincia a piangere e le prende gentilmente la fotografia dalle mani. Scully entra insieme agli altri agenti e trova Mulder prostrato sul corpo di Melissa. Si può udire la sua voce fuoricampo.)

 

MULDER: A volte è come un sogno.

 

(Mulder è in mezzo al campo. L’erba è alta e gli arriva fino ai fianchi. Soffia un vento leggero. Sta guardando tristemente le due fotografie. Le foto di Sullivan Biddle e di Sarah Kavanaugh.)

 

MULDER: Io vivo come tutti cercando di seguire le orme dei saggi, percorrendo sentieri una volta familiari. Ma in una precedente epoca sono morto, mentre arrogante confidavo in me stesso. E in quell’istante ho pregato fervidamente per avere un’altra possibilità. L’istinto, illuminato dalla consapevolezza della morte, diceva che non si può cancellare completamente una vita, perché sparsi frammenti restano in fioche memorie. Come ora, quando sembra che ancora una volta la meta sia in vista.

 

 

 

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Lara 

queequeg0228@hotmail.com

 

 

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