1x14
__________________________________
STARRING
DAVID
DUCHOVNY Agente Speciale Fox Mulder
GILLIAN ANDERSON Agente
Speciale Dana Scully
GUEST
STARRING
CHRISTOPHER
ALLPORT Agente Speciale Jack Willis
JASON
SCHOMBING Warren James Dupre
CEC
VERRELL Lula Philips
CALLUM
KEITH RENNIE Tommy
PETER
KELAMIS O’dell
JAY
BRAZEAU Professor Varnes
JACKSON
DAVIDS Agente Speciale Bruskin
CO-STARRING
LISA BUNTING Dottoressa
#1
RUSSEL
HAMAILTON Officer Daniels
BRENDA
CHRCHLOW Giornalista
MARK
SAUNDERS Dottore #2
SCRITTO DA: Alex Gansa e
Howard Gordon
DIRETTO DA: David Nutter
__________________________________
(Scully si guarda intorno e posa su
un tavolo di una Banca una valigetta.)
SCULLY:
Rilassati! Verranno.
WILLIS:
La banca chiude tra cinque minuti.
SCULLY:
Sei sicuro che la soffiata sia giusta?
WILLIS:
Ci puoi giurare. Ormai queste cose le riconosco al volo e poi lo sento. A volte
mi sembra di pensare con la loro testa.
SCULLY:
Bhe, cerca di non rimetterci la tua.
WILLIS:
Messaggio ricevuto agente Scully. Forte e chiaro.
(Mentre Scully finisce di compilare dei moduli e ripone la
penna nella valigetta, dove si trova anche la sua pistola, Willis parla nel
ricevitore.)
WILLIS:
Postazione cinque. Agente Willis. Mi sentite?
(Fuori dalla banca si trova un auto con Lula Philipps e James
Dupre. Dupre sta caricando un fucile.)
DUPRE:
Sei nervosa?
LULA:
No, ma non vorrei che la fortuna ci voltasse le spalle.
DUPRE:
A me basta averti al mio fianco e poi succeda quel che succeda. Tutte le volte
che guarderò le stelle io saprò che anche tu le guarderai.
LULA:
Un ultimo bacio amore mio.
(I due si baciano appassionatamente e si nota che Dupre ha
un tatuaggio di un drago sul braccio destro.)
DUPRE:
Mi fai vedere sempre i fuochi d’artificio.
(Dupre si mette una maschera e poi esce di corsa dalla
macchina e entra in banca con il fucile carico.)
DUPRE:
Forza gente! Sdraiatevi subito a terra! Per terra! Subito! Non ho tempo da
perdere qui.
(La gente entra nel panico e si butta a terra. Un
poliziotto vuole fermare Dupre, ma quest’ultimo lo stordisce colpendolo con il
fucile. Inoltre minaccia anche Scully, la quale non si era subito sdraiata a
terra.)
DUPRE:
Ti spiacerebbe sdraiarti per terra? Sdraiati o sei morta!
(Poi si rivolge a Willis.)
DUPRE:
Ehi, laggiù. Sdraiatevi per terra o v’ammazzo tutti! Spostatevi! Spostatevi!
(Dupre posa una borsa vuota sul bancone.)
DUPRE:
Tutti i soldi nella borsa immediatamente e non fare la furba! Più veloce o
t’ammazzo!
(Durante questo momento di distrazione del rapinatore, Willis
e Scully tirano fuori la pistola e gliela puntano contro.)
WILLIS:
FBI! Fermo! Butta il fucile! Ho detto mani in alto o sparo!
(Dupre finge di buttare il fucile a terra, ma poi lo
riprende in mano e spara un colpo contro Willis, poi si gira verso Scully, ma
questa, prontamente, spara tre colpi contro Dupre, mettendolo KO.)
(Dupre è sdraiato su un lettino senza
vita. Un infermiere lo copre con un telo, mentre il resto della troupe cerca di
rianimare Willis.
INFERMIERE:
Pronti?
INFERMIERA:
Il defibrillatore è carico, siamo a 360 in questo momento!
DOTTORESSA:
Datemi il tempo. Avanti! Avanti!
INFERMIERE:
11 minuti e 55 secondi.
DOTTORESSA:
Scarica!
(Nessun battito cardiaco.)
SCULLY: Andiamo Jack.
INFERMIERE:
Sono più di 12 minuti che ha il tracciato piatto.
DOTTORESSA:
Un altro milligrammo di epinefrina, ci riproviamo a 360. Scarica!
INFERMIERA:
Ancora nessuna pulsazione.
DOTTORESSA:
Abbiamo fatto il possibile. Mi dispiace.
INFERMIERE:
Va bene, spegniamo tutto. Stendo il certificato di morte?
SCULLY:
No! Continuate per favore.
DOTTORESSA:
Sono passati 13 minuti. È morto.
SCULLY:
Salite a 400.
DOTTORESSA:
Lo abbiamo perso! Lasciamolo in pace.
SCULLY:
Sono un dottore. Salite a 400 o lo farò da sola.
(I medici si arrendono a tale testardaggine e decidono di
continuare, anche se di malavoglia.)
DOTTORESSA:
Scarica!
(Il tracciato rimane piatto, ma stranamente alla scarica,
non si muove solo il corpo di Willis, ma anche quello di Dupre, steso accanto.)
DOTTORESSA:
Ancora nessuna pulsazione.
SCULLY:
Fateli ancora un milligrammo di epinefrina e salite di nuovo a 400. Per favore!
(I medici eseguono la richiesta di Scully.)
DOTTORESSA:
Scarica!
SCULLY:
Ancora! Andiamo Jack.
DOTTORESSA:
Scarica!
(Ogni volta che viene data una scarica al corpo di Willis,
anche il corpo di Dupre si contorce.
SCULLY:
Forza!
DOTTORESSA:
Guardate! Abbiamo un battito. Non chiedetemi come, ma è tornato. Il battito
basale è 80 su 50. Sta salendo! 90 su 50.
(Jack è stato finalmente rianimato,
ma al corpo di Dupre succede una cosa strana: il tatuaggio scompare
lentamente.)
Sigla
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BETHESDA
NAVAL HOSPITAL
12:51
AM
TWO
DAYS LATER
(Willis è sdraiato nel letto d’ospedale con un tubicino
infilato in bocca. Di scatto apre gli occhi e si alza dal letto. Prende i primi
vestiti che trova appesi con la scritta “Goldbaum” e li prende. In quel
istante, però, entra nella stanza un’infermiera.)
INFERMIERA:
Allora signor Goldbaum come andiamo stasera?
(Willis, spaventato, afferra una cinghia per sicurezza.)
INFERMIERA:
La flebo è quasi finita, tornerò con un altro flacone.
(L’infermiera se ne va e Willis tira
un sospiro di sollievo e alza inaspettatamente la testa. Ha delle visioni, di
quando Dupre gli ha sparato. Willis si avvicina lentamente allo specchio che ha
di fronte e si guarda attentamente. Si tocca la faccia per sicurezza e
effettivamente è proprio lui. Willis se ne va dall’ospedale e entra nell’obitorio,
dove è custodito il cadavere di Dupre. Cerca di prendere la fede, ma non ci
riesce, così, Willis amputa al cadavere tre dita della mano sinistra, per
riuscire a prendere la fede di Dupre.)
BETHESDA NAVAL HOSPITAL
(L’obitorio è pieno di poliziotti e
uno apre la porta a Mulder, per farlo entrare.)
MULDER:
Grazie.
SCULLY:
Notizie di Willis?
MULDER:
No, macché. Non è passato a casa, ne in ufficio. Ho sentito qualcosa riguardo a
una mutilazione.
SCULLY:
Si, tre dita della mano di Dupre sono state amputate con delle forbici
chirurgiche.
(Scully e Mulder si muovono in avanti, verso il tavolino
con il corpo di Dupre.)
SCULLY:
Abbiamo rilevato delle impronte. Sono di Willis.
MULDER:
Hai detto che gli stava dando la caccia, da quasi un anno.
SCULLY:
Si, viveva per questo. Era diventata un’ossessione, un incubo per lui.
MULDER:
Cosa ne pensi?
SCULLY:
È possibile che si tratti di una specie di psicosi post trauma. Come in guerra,
quando i soldati mutilavano il corpo dei nemici uccisi.
MULDER:
Comunque non spiega il motivo per cui è sparito.
MULDER:
E della compagna di Dupre? Cosa sai?
(Mulder si reca verso un fascicolo e lo apre. Mulder legge
ad alta voce il nome della compagna di Dupre.)
MULDER: Lula Philipps.
SCULLY:
Si conobbero mentre lei stava scontando dieci anni per omicidio colposo nel
penitenziario femminile del Maryland.
MULDER:
Lui faceva la guardia carceraria.
SCULLY:
Fino a quando il direttore non scoprì il loro segreto. La compagna di cella di
Lula ha dichiarato che il loro era un amore folle.
(Mulder continua a sfogliare il fascicolo.)
MULDER:
È stata rilasciata il 2 maggio 1993.
SCULLY:
Giusto una settimana prima della rapina alla cassa di risparmio di Annapolis.
Un’anziana cassiera fu colpita con il calcio di una pistola. Morì per una grave
emorragia celebrale. Tutto perché non mise i soldi nella borsa abbastanza in
fretta.
MULDER:
Bella coppia.
SCULLY:
Bhe, a quanto pare facevano a turno. Uno svolgeva il lavoro, mentre l’altro
aspettava con il motore acceso. Tra tutti e due hanno ucciso sette persone e se
la sono data a gambe con quasi centomila dollari.
MULDER:
Un sacco di soldi, senza contare che ora lei non dovrà più dividerli.
SCULLY:
Abbiamo dato la sua fotografia ai giornali e a qualche emittente locale.
(Mulder continua a studiare il fascicolo e non presta
attenzione a Scully, per una scoperta.)
SCULLY:
Ti sto annoiando?
MULDER:
Si erano sposati.
SCULLY:
Si, lo scorso maggio ad Atlantic City. E allora?
MULDER:
E allora questo non è stato un atto di necrofilia gratuita. Willis ha amputato
le dita per prendere l’anello nuziale.
(Willis rompe una finestra e forza la porta di una casa.)
WILLIS:
C’è qualcuno qui? Lula?
(Willis si guarda intorno attentamente. Si sente un aereo
sorvolare la casa.)
WILLIS:
Amore mio, amore mio dove sei?
(Willis tasta sotto il caminetto in cerca del denaro.
Probabilmente lui e Lula l’avevano nascosto li. Sotto il caminetto, però, non
c’è niente.)
WILLIS:
Dannazione.
(Willis si tasta il braccio per un dolore e nota che gli
si sta formando il tatuaggio precedentemente scomparso dal braccio di Dupre.)
(Mulder e Scully stanno guardando delle impronte
digitali.)
SCULLY:
È un impronta del pollice sinistro.
MULDER:
Da queste due biforcazioni si vice chiaramente che chiunque tenesse in mano
quelle forbici era mancino.
SCULLY:
Che cosa intendi con chiunque? Era Willis.
MULDER:
Willis è destro, ho controllato l’impugnatura della sua pistola, mentre i video
di sorveglianza della banca mostrano che Dupre era mancino.
SCULLY:
Non capisco dove vuoi arrivare?
MULDER:
Quanto è rimasto con il tracciato piatto prima di essere rianimato?
SCULLY:
Circa 13 minuti.
MULDER:
Questo è il tracciato dell’elettrocardiogramma di Willis proprio in quel
momento. Vorrei la tua opinione professionale. Che cos’è quello?
(Mulder porge a Scully il tracciato di Willis. Lei lo apre
e nota due battiti cardiaci sovrapposti.)
SCULLY:
Potrebbe essere un cattivo funzionamento della macchina o un sovraccarico
elettrico.
MULDER:
Potrebbe. Ma che cos’è invece?
SCULLY:
Due battiti cardiaci.
MULDER:
Hai detto che Dupre e Willis hanno avuto un arresto cardiaco nello stesso
momento. Giusto?
SCULLY:
Giusto.
MULDER:
Il che significa che in quello stesso momento entrambi gli uomini erano
clinicamente morti.
SCULLY:
Certo, ma poi abbiamo rianimato Willis.
MULDER:
Il suo corpo avete rianimato.
SCULLY:
Mulder.
MULDER:
Due uomini sono morti in sala rianimazioni. Un uomo è tornato. La domanda è:
quale dei due?
DEPARTMENT
OF BIOLOGY
VARNES:
Che cosa sa dirmi sul passaggio tra la vita e la morte, agente Scully?
SCULLY:
Le cose che sanno tutti: il tunnel, la luce, persone che si sollevano e vedono
il loro corpo dall’alto.
VERNES:
E come medico? Come spiega questo fenomeno?
SCULLY:
Una forma di attività allucinatoria e dissociata.
VERNES:
Hm, sapete che la metà delle persone che ha avuto questo tipo di esperienza,
non può portare l’orologio. L’aumento dell’attività elettrica nei loro corpi
rende gli orologi inservibili. Non funzionano. Ora, so che questo sembrerà
strano, ma come vi dirà ogni biologo quando le cellule muoiono e il patrimonio
genetico inizia a disperdersi, si sprigiona una carica d’energia enorme.
MULDER:
Il dottor Vernes, crede che questo scatto d’energia, sia responsabile
dell’azione di inversione del trapasso.
VERNES:
Le persone tornano dall’evento profondamente cambiate.
SCULLY:
In che senso cambiate?
VERNES:
Una nuova personalità, particolari abilità psichiche, maggior interesse per la
vita.
MULDER:
E per quanto riguarda le conseguenze negative?
VERNES:
Bhe, sono rare, ma sembra che nella fase del trapasso ci sia un lasso di tempo,
durante il quale, il corpo è vulnerabile.
SCULLY:
Mi scusi, ma non capisco.
VERNES:
Ecco, c’era un pilota nel mio gruppo di assistenti che ebbe un incidente aereo
insieme a tre passeggeri. Questo successe alcuni anni. Lui ricordava di
fluttuare verso un’aureola di luce e poi di aver sentito un bisogno opprimente
di tornare al suo corpo. Lo rianimarono nell’ambulanza, che lo portava
all’ospedale. Unico sopravvissuto. Fu dopo qualche tempo che iniziarono le
visioni. Vedeva lui e sua moglie fare l’amore, ma in modi e in posti che non
ricordava. In seguito saltò fuori, che uno dei passeggeri sull’aereo, aveva
avuto una relazione con sua moglie e che la sua memoria, la sua coscienza era
sopravvissuta dentro il pilota.
SCULLY:
Cosa successe?
VERNES:
Bhe, il pilota sviluppò un comportamento dissociato, schizofrenico asseriva il
suo dottore, finche un giorno strangolò sua moglie con il filo del telefono.
MULDER:
Storia interessante, eh?
SCULLY:
Hm.
(Scully e Mulder escono dallo studio del dottor Vernes e
scendono una scalinata.)
SCULLY:
Io non metto in dubbio questo tipo d’esperienze, perché possono essere spiegate
impiricamente con la stimolazione del lobo temporale.
MULDER:
Sento che questa frase finisce con un ma.
SCULLY:
Ma sono ancora fermamente convinta che la scomparsa di Jack si può spiegare in
termini psicologici, non soprannaturali.
MULDER:
Per esempio?
SCULLY:
Per esempio lo stress, il trauma dovuto al ferimento, la personalità di Jack.
MULDER:
Da quanto lo conosci?
SCULLY:
Siamo stati insieme per quasi un anno. Era il mio istruttore all’accademia.
MULDER:
La storia si complica.
SCULLY:
Siamo nati nello stesso giorno. Festeggiavamo il compleanno in una taverna a
Stafford, che aveva un tavolo da biliardo sbilenco. Ma era difficile per Jack
rilassarsi, era veramente impossibile per lui, perché era sempre così teso,
così inevitabilmente determinato.
MULDER:
Quindi pensi che avesse una predisposizione per fenomeni psicotici.
SCULLY:
Io penso che un conto è dire che abbia avuto l’esperienza del trapasso, un
altro conto è dire che il suo corpo sia abitato da Dupre. C’è una grossa
differenza.
(Willis apre una porta di un appartamento con un calcio.)
TOMMY:
Ma che diavolo…
(Prima che riesca a terminare la
frase, Willis gli punta una pistola alla tempia.
WILLIS:
Sei così abitudinario Tommy.
TOMMY:
Chi cavolo sei?
WILLIS:
Alzati in piedi.
TOMMY:
Si può sapere che vuoi?
WILLIS:
Alzati in piedi! Non voglio spararti mentre stai a letto.
TOMMY:
Ma chi sei? Ti manda il padrone di casa? Io ho pagato tutto. Lo giuro. Non sto
scherzando. Forza, perché non lo vai a chiedere a Cosmo.
(Willis, nel frattempo, apre il frigorifero, prende una
lattina di soda e la beve.)
WILLIS:
Chiudi il becco. Lei dov’è?
TOMMY:
Lei chi?
WILLIS:
Tua sorella.
TOMMY:
Ha Lula?
(Willis avanza contro Tommy con la pistola alzato.
Quest’ultimo si ributta sul letto, per proteggersi.)
TOMMY:
Non lo so, non lo so, giuro l’ho vista prima al telegiornale.
(Tommy fa segno con la testa verso il televisore.)
TOMMY:
Che ti avevo detto? Da un occhiata.
(Sullo schermo del televisore compare la foto di Lula
Philipps. Willis si avvicina al televisore, perché non si sente niente e ci
batte su.)
TOMMY:
Il volume è rotto. Sembra che la polizia la troverà prima di te amico.
WILLIS:
Ne sei proprio sicuro? Io non ci giurerei.
(Willis spegne la televisione e si alza lentamente.)
WILLIS:
Mi manca Tommy, mi manca da morire. Per questo sono tornato.
TOMMY:
Ti ho conosciuto da qualche parte?
WILLIS:
Penso soltanto a lei. Mi perseguita, è un ossessione.
TOMMY:
Ehi amico, stai sanguinando.
(Willis abbassa lo sguardo sul proprio stomaco e nota una
chiazza di sangue. Ne prende un po’ con le dita.)
WILLIS:
Neanche il dolore riesco a sentire. Penso solo a lei.
(Willis carica la pistola e la
ripunta contro Tommy. Quest’ultimo alza le mani in segno di innocenza.)
TOMMY:
D’accordo, che cosa vuoi?
WILLIS:
Tu ci hai tradito Tommy. Ci hai venduto al FBI bastardo.
TOMMY:
Dupre?
(Willis perde la pazienza e spara.)
DESMOND
ARMS RESIDENT HOTEL
BRUSKIN:
I vicini hanno sentito uno sparo, ma si sono guardati bene dall’intervenire. I
ragazzi di pattuglia hanno ricevuto stamattina una chiamata anonima e sono
venuti. A parte i topi sono stati i primi a trovarlo. La vittima si chiamava
Thomas Philipps.
SCULLY:
È il fratello di Lula.
BRUSKIN:
Bhé, i ratti e la pallottola calibro 45 che si è beccato, hanno cancellato ogni
somiglianza.
(Bruskin mette in bocca una mentina.)
BRUSKIN:
Mm, odio le pasticche alla menta.
(Mulder nel frattempo osserva la stanza e guarda
attentamente il letto.)
SCULLY:
Che altro si sa?
BRUSKIN:
Era scapolo. Negli ultimi sette mesi ha vissuto qui da solo. Qualche
precedente, per lo più piccoli reati. Faceva uso di droga. Sciocchezze in
confronto alla sorella.
MULDER:
Senti, la televisione è stata trovata accesa?
BRUSKIN:
No, perché?
MULDER:
Bhé, Tommy non doveva essere un grande lettore, visto che qua dentro non ci
sono libri e dalla posizione del corpo, io direi che stesse guardando la
televisione quando gli hanno sparato.
BRUSKIN:
Se vuoi faccio rilevare altre impronte. Se ne hai bisogno.
(Nel sottofondo si sente una voce che si arrabbia. È di
Willis.)
WILLIS:
Togliti di mezzo.
OFFICIER
DANIELS: Disposizioni federali. Per ottenere l’accesso al luogo di un crimine
deve mostrarmi un documento d’identità.
(Mulder si rivolge a Scully.)
MULDER:
Avevi ragione.
SCULLY:
Scusatemi.
(Scully si dirige verso Willis e
l’agente. Quando Willis la vede, gli scorrono davanti agli occhi le immagini
della sparatoria nella banca, quando lei sparò mortalmente a Dupre.)
SCULLY:
Jack! C’è qualche problema?
WILLIS:
No, è solo che non ho i documenti. Vorresti dire a questo zelante signore chi
sono per piacere.
SCULLY:
È tutto a posto. Questo è l’agente Jack Willis, della sezione crimini di
Washington.
(Scully prende Willis in disparte.)
SCULLY:
Forza, vieni qui ti devo parlare.
OFFICIER
DANIELS: Stavo solo facendo il mio dovere!
SCULLY:
Santo cielo Jack, cosa è successo? Tutto l’ufficio ti sta cercando. Dove sei
stato?
WILLIS:
Io non lo so. É solo che non ero in me, è come se mi fossi svegliato per
strada.
SCULLY:
Ti riporto in ospedale.
WILLIS:
No, no, no, non ci vengo. Io voglio stare qui.
SCULLY:
Non puoi ricominciare a lavorare.
WILLIS:
Chi lo dice?
SCULLY:
Jack, ti stai rimettendo da un grosso trauma. È un miracolo che tu sia già in
grado di camminare.
WILLIS:
Senti, questa è la casa di Tommy Philipps, giusto?
SCULLY:
Jack!
WILLIS:
Rispondimi, è stato ucciso con una calibro 45?
SCULLY:
Si, effettivamente è stato così.
WILLIS:
Hai visto?! È l’arma preferita da Lula. Io conosco bene queste persone. Gli sto
dietro da un sacco di tempo. Ci siamo, non lo capisci?!
SCULLY:
Bhé, sei stato tu ad aprire il caso…
WILLIS:
Si, e voglio essere presente quando sarà chiuso.
(Willis sta per andarsene, ma Scully lo trattiene ad un
braccio.)
SCULLY:
Però Jack, come collega e come amica ti consiglio di sottoporti ad un controllo
medico completo, fisico e psicologico.
WILLIS:
Va bene, te lo promettono.
(I due ritornano nell’appartamento di Tommy Philipps. Nel
frattempo, uno della scientifica, sta prendendo le impronte dal televisore.)
MULDER:
Jack! È bello riaverti fra noi vivi.
JACK:
Non dirlo a me.
(I due si stringono la mano.)
BRUSKIN:
Jack.
(Anche loro si salutano con una stretta di mano.)
WILLIS:
Allora, che cosa abbiamo?
BRUSKIN:
Mulder ha trovato un’impronta sulla televisione. Una parziale obliqua e non è
della vittima.
WILLIS:
Complimenti agente Mulder. Ottimo lavoro.
(Jack sta sparando al poligono. A quanto pare ha un’ottima
mira. Mulder gli si avvicina da dietro, con le mani sulle orecchie, per non
sentire il rimbombamento.)
MULDER:
Questo si che è sparare.
WILLIS:
Già, devo sostenere un nuovo esame, prima che mi restituiscano la pistola.
MULDER:
A giudicare dai risultati, non credo avrai problemi a superarlo.
WILLIS:
Volevi qualcosa?
MULDER: Ah, si. È il compleanno di Scully. Vuoi mettere anche tu la firma sul
biglietto?
WILLIS:
Certo! Con vero piacere. È bello festeggiare i compleanni dei colleghi.
(Willis cade nella trappola di Mulder, come un allocco e
firma la cartolina con la mano sinistra.)
WILLIS:
Falle gli auguri.
(Mulder getta a Scully una cartolina con la scritta “A birthday
wish for you” sulla scrivania.)
MULDER:
Buon compleanno Scully.
SCULLY:
In anticipo di due mesi?
MULDER:
È da parte di Willis. Non siete nati nello stesso giorno?
SCULLY:
Infatti.
MULDER:
Bhé, lui non lo sapeva. Gli ho chiesto di firmarlo e l’ha fatto con la mano
sinistra.
SCULLY:
Gli hai teso un tranello.
MULDER:
Si, dopo che ho scoperto che l’impronta a casa di Philipps è stata smarrita.
SCULLY:
Quale impronta?
MULDER:
Quella sul televisore. L’unico indizio: sparito. Qualcuno l’ha rubato, prima
che gli dessero un’occhiata in laboratorio.
SCULLY:
E tu pensi che Willis sia responsabile.
MULDER:
Io non sono sicuro che Willis sia Willis.
SCULLY:
Mmmm.
MULDER:
Potresti almeno accettare la possibilità, che durante il suo trapasso, sia sopravvenuto
una specie di transfert psichico.
SCULLY:
E tu puoi accettare la possibilità che questo non sia un X-File? A parte il
normale livello di stress post-traumatico, Jack ha superato entrambi i controlli,
sia fisico che psicologico. E comunque, solo perché qualcuno dimentica un
compleanno non significa che sia posseduto. Quando preparavo gli esami di
medicina, anche io dimenticavo tutto.
MULDER:
Dimenticavi anche la tua calligrafia? Questa è la copia di una richiesta, che
Willis ha compilato il giorno prima che gli sparassero. Confronta le firme.
(Effettivamente la firma sulla richiesta e la firma sulla
cartolina per Scully sono completamente diverse.)
SCULLY:
Per me è solamente stress.
(Mulder non riesce a credere alle sue orecchie e rotea gli
occhi.)
SCULLY:
Sai anche tu, che il corsivo di una persona si può modificare in momenti di
stress. Desolata, temo che questo non provi niente.
(Willis sta sfogliando degli incartamenti. Nota il
fascicolo del caso Philipps e comincia a sfogliarlo, trovando una foto della
maschera che indossava Dupre, una del cadavere di Dupre e una di Lula. Quella
di Lula la osserva attentamente per parecchio tempo. Jack si sta commuovendo, quando
gli suona il telefono.)
WILLIS: Agente Willis, dica.
(Jack sembra agitato, dalla notizia, datagli per telefono
e corre subito fuori dall’ufficio. Proprio lì, incontra Scully.)
SCULLY:
Jack! Dove stai andando?
WILLIS:
Faccio una pausa. Un tizio ha affittato una stanza alla nostra donna.
SCULLY:
Ti ha chiamato lui?
WILLIS:
Si, ha visto la sua fotografia all’ufficio postale. Ecco l’indirizzo.
SCULLY:
Jack, posso chiederti una cosa?
WILLIS:
Si, certo.
SCULLY:
L’impronta che Mulder ha rilevato sul televisore di Philipps si è perduta.
WILLIS:
E con questo?
SCULLY:
E con questo eri tu che l’avevi in custodia se non sbaglio.
WILLIS:
Stai insinuando qualcosa, agente Scully? Io non ne so niente di impronte smarrite,
ma so che sto per chiudere il caso più importante della mia carriera. Vieni con
me?
WILLIS:
Qual era il numero dell’appartamento?
SCULLY: 202.
WILLIS: Ah, si.
(Scully e Willis salgono una scalinata. Dall’interno dell’appartamento
202 si sentono delle voci.)
MULTRAWICH: Ah, si. Ha, ha, ha.
(Willis bussa alla porta.)
WILLIS:
Come si chiama?
SCULLY: Multrevich.
WILLIS: Multrevich?
SCULLY:
Multrevich, si.
MULTREVICH:
Va bene, va bene apro.
(L’uomo, finalmente apre la porta.)
WILLIS: Salve signor
Multrevich. Sono dell’FBI, Jack
Willis.
MULTREVICH:
Si.
WILLIS:
Ci siamo sentiti al telefono.
MULTREVICH:
Si, si.
WILLIS:
È la stessa donna?
(Willis fa vedere una foto di Lula al signor Multrevich.)
MULTREVICH:
Si, 207. È qui da due giorni. Ha pagato un mese anticipato.
SCULLY:
Dov’è il 207?
MULTREVICH:
In fondo al corridoio, girato l’angolo.
SCULLY:
D’accordo signor Multrevich, adesso si chiuda in casa e stia lontano dalle
finestre. Grazie.
(Multrevich chiude la porta, mentre Scully e Willis si
avviano lungo uno stretto corridoio.)
SCULLY:
Ma dove sono i rinforzi? Non gli avevi chiamati?
WILLIS:
Si. Dovevano essere qui già da un po’. Non capisco, perché non arrivano.
SCULLY:
Chiamerò di nuovo.
(Willis volta lo sguardo e vede Lula con in mano una cesta
con la biancheria sporca.)
WILLIS:
Guarda! È lei.
(Lula, spaventata, getta a terra la cesta e scappa nella
lavanderia. Scully e Willis la rincorrono, estraendo entrambi la pistola.)
WILLIS:
Dov’è? Dov’è andata?
SCULLY:
Io controllo da questa parte.
(I due si dividono. Willis si guarda attentamente intorno,
con esito negativo. Anche Scully è impegnata con la sua ricerca. Lula le salta
addosso da dietro, sperando di tramortirla, ma Scully reagisce. Si avventa
contro Lula e la getta su un materasso.)
SCULLY:
Faccia a terra! Faccia a terra!
(Scully gira con forza Lula, posa la pistola vicino a se e
le mette le manette.)
SCULLY:
Mani dietro la schiena! Ferma! È tutta tua Jack.
WILLIS:
Già, come un cane al guinzaglio.
(Nel frattempo Willis sbuca da dietro, prende la pistola
di Scully, estrae dalla sua tasca le manette e le posa vicino a Scully e Lula.)
SCULLY:
Ha già le manette.
WILLIS:
Sono per te Scully. Mettile.
SCULLY:
Che succede Jack?!
WILLIS:
Mettile, se non vuoi che t’ammazzi.
SCULLY:
Jack!
WILLIS:
Zitta puttana! Metti le manette!
(Scully prende lentamente le manette e se le indossa,
mentre Willis continua a tenerla sotto tiro con la pistola. Lula si alza e si
mette a sedere sul materasso.)
WILLIS:
Forza amore! Amore mio! Passione mia.
(Willis si lecca un dito e toglie lo sporco dalla guancia
di Lula. Quest’ultima si scosta violentemente.)
WILLIS:
Guardati, ti sei sporcata tutta.
LULA:
Toglimi quelle manacce di dosso.
WILLIS:
Amore. Tu non crederai mai cosa mi è successo.
(Scully guarda impotente e stupefatta tutta la scena.)
APPARTAMENTO DI JAMES DUPRE E LULA
PHILIPPS
WILLIS:
Certo che è pazzesco. Pensi che io non me ne renda conto? Questa è la mia
faccia, queste sono le mie mani, ma ci sono io qui dentro. Io ti conosco, io so
tutto di te amore.
(Vediamo Scully legata con le manette al termosifone. Ha
varie contusioni in volto.)
WILLIS:
Forza chiedimi qualcosa! Tu sei nata il 7. Aprile, il tuo colore preferito è il
rosso. Forza! Forza fammi qualche domanda. Fammela!
(Lula, intanto, si cambia.)
LULA:
D’accordo. Cosa abbiamo fatto dopo che ci siamo sposati?
WILLIS: He, he. Vuoi i dettagli?
LULA:
Dopo di quello.
WILLIS:
Bhé, siamo andati alla spiaggia. Io ho preso il coltello e mi sono tagliato il
palmo della mano e poi ho tagliato il tuo.
(Così dicendo, Willis afferra la mano di Lula.)
WILLIS:
E abbiamo lasciato che il sangue si disperdesse nell’acqua.
LULA:
E dopo cosa mi hai detto? Te lo ricordi?
WILLIS:
Certo. “Così possiamo essere sposati in tutti gli oceani del mondo”.
(Così dicendo, Willis bacia il palmo della mano di Lula.)
WILLIS:
E poi feci un giuramento solenne.
(Willis estrae dalla tasca, la fede nuziale, rubata dalla
mano di Dupre.)
WILLIS:
Che mai avrei tolto questo anello dal dito. E piuttosto che infrangerlo,
morirò.
(Così dicendo, Willis si infila la fede al dito. Lula si
alza dalla poltrona visibilmente scossa.)
LULA:
No, è troppo assurdo. Non riesco a credere che sia tu.
WILLIS:
Non preoccuparti amore. Non farà alcuna differenza al buio.
(Willis bacia Lula sul collo.)
BRUSKIN:
Grazie signore, ci terremo in contatto.
MULTREVICH:
Bene, mi aspetta una ricompensa?
BRUSKIN:
La richiameremo.
MULTREVICH:
Si…
(Multrevich ritorna in casa, mentre Bruskin e Mulder
scendono la scalinata.)
BRUSKIN:
Comincio a preoccuparmi. Sono dodici ore che non si fanno vivi. Non capisco,
perché la loro macchina è ancora parcheggiata qua di fronte e perché Willis non
ha chiamato per i rinforzi.
MULDER:
Perché non è stato Willis a rispondere a quella chiamata.
BRUSKIN:
Hai ascoltato la registrazione, era la voce di Willis.
MULDER:
Lascia perdere.
BRUSKIN:
E inoltre, l’affittacamere ha appena identificato lui e Scully.
MULDER:
Ho detto lascia perdere Bruskin.
(Mulder e Bruskin escono dall’edificio.)
BRUSKIN:
Non starai inseguendo una delle tue teorie cervellotiche, vero? Hm?
MULDER:
Non importa ciò che penso io. L’importante è trovargli.
(La conversazione dei due, viene interrotta dallo
squillare insistente del cellulare di Mulder. Lui risponde.)
MULDER:
Mulder!
CENTRALINO:
Centralino dell’FBI, attenda prego.
MULDER:
Si.
WILLIS:
Indovina chi sono.
MULDER:
Willis?!
WILLIS:
Non ne sei tanto sicuro, vero?
MULDER:
Dov’è Scully?
WILLIS:
Sei tu l’FBI. Perché non lo scopri da solo?
MULDER:
Passamela subito!
WILLIS:
Si, certo.
(Willis passa il telefonino a Scully,
la quale è sempre legata al termosifone.)
SCULLY:
Mulder!
MUDLER:
Dana, stai bene?
SCULLY:
Non…
(Willis le toglie il telefonino e lo riporta al proprio
orecchio.)
MULDER: Dana!
WILLIS: Sei contento? Basta così. Addio.
(Willis riattacca.)
SCULLY:
Non funzionerà Jack.
WILLIS:
E tu che cavolo ne sai?
SCULLY:
Il regolamento interno dell’FBI proibisce di trattare con i rapitori. Ma questo
lo sapevi. Non è vero Jack?
WILLIS:
Smettila di chiamarmi così!
SCULLY:
Il tuo nome è Jack Willis. Sei nato il 23 febbraio 1957. Vivi all’51 di
Stanhope.
WILLIS:
Il mio nome è Warren James Dupre e sono nato a Klamath Falls, Oregon nell’anno
del ratto.
SCULLY:
Abbiamo passato un fine settimana insieme su a Painbarrens. Tu mi hai insegnato
a pescare dal ghiaccio. Non lo ricordi? Era la baita dei tuoi genitori. Jack,
cerca di ricordare. Abbiamo guidato in mezzo a una bufera di neve. Ricordati,
Jack!
(Willis a delle visioni del fatto descritto da Scully.
Vede una strada piena di neve.)
WILLIS:
Non pensare che io non abbia visto, ciò che hai fatto. Io ero lì, buttato come
uno straccio in un angolo di quell’ospedale. Io ho visto tutto.
SCULLY:
Che cosa hai visto?
WILLIS:
Tu, mi hai lasciato morire su quel tavolo, mentre cercavi di salvare il tuo
amico.
SCULLY:
Sei tu il mio amico!
WILLIS:
È un peccato che se ne fosse già andato. Io l’ho visto andare via. L’ho visto
scivolare lentamente, in quel profondo baratro nero.
SCULLY:
No. Ti ho riportato indietro.
(Willis estrae dall’esasperazione la sua pistola e la
punta contro la guancia di Scully.)
WILLIS:
Tu mi hai ammazzato puttana e poi mi hai lasciato morire. Come un cane!
SCULLY:
No, tu non mi ucciderai Jack.
(Willis punta l’arma contro lo stomaco di Scully.)
WILLIS:
Chiamami ancora così e maledirai di essere venuta al mondo.
LULA:
Calma tesoro! Calma, non ancora. Trattiamola bene, è il nostro passaporto.
(Lula entra nella stanza e sorseggia un po’ di soda.)
WILLIS:
Da qua.
(Willis si stacca da Scully e va da Lula. Le strappa la
lattina dalla mano e ne beve un sorso.)
WILLIS:
Non ce ne è più di soda?
LULA:
Questa era l’ultima lattina.
SCULLY:
Soda?! Quante lattine di soda hai bevuto?
WILLIS:
Perché me lo chiedi?
SCULLY:
Jack Willis è diabetico e ciò significa che lo sei anche tu. Troppo zucchero nell’organismo,
può portare all’iperglicemia.
LULA:
Forse è per questo che lo stomaco ti fa male.
(Lula tocca lo stomaco a Willis e quest’ultimo si scosta
dal dolore.)
SCULLY:
Il dolore addominale è il primo segnale di un imminente coma diabetico. Hai bisogno
d’insulina.
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WASHINGTON
D.C.
UFFICIO DEGLI X-FILES
(Mulder ascolta le cassette, con le note di Willis sul caso
Dupre-Philipps.)
WILLIS:
Sto cominciando a pensare come loro e sono spaventato da ciò che provo. Dalla
libertà inebriante che viene quando si svincolano le azioni dalle loro
conseguenze. Essi vivono in un mondo in cui niente importa, eccetto i loro bisogni,
i loro desideri impossibili. Il piacere che provano dagli atti di violenza é
chiaramente sessuale. Si determina quindi, quella che Ward Jackson definisce
deviazione isterica reciproca. Una storia d’amore, che desta quasi invidia.
(Mulder è costretto ad interrompere l’ascolto della
cassette, perché gli suona il suo cerca persone.)
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WASHINGTON
D.C.
(Mulder sta in piedi davanti ad una cartina di Baltimore,
con in mano un pennarello e sta spiegando qualcosa ad un gruppo di persone.)
MULDER:
La polizia di Cevensfield ci ha riferito di una rapina in una farmacia su
questo incrocio.
(Mulder segna il punto sulla mappa.)
MULDER:
Scommetto che Scully è in questa zona nel raggio di cinque miglia.
BRUSKIN:
Non capisco il collegamento.
MULDER:
Sono state rubate alcune fiale d’insulina, insieme ad una scatola di siringhe.
Willis è diabetico.
BRUSKIN:
Fammi avere un rapporto del censimento. Vediamo di quante famiglie stiamo
parlando.
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(Scully rovescia il contenuto di una busta sul tavolo. Ne
escono l’insulina e le siringhe.)
WILLIS:
Svelta, svelta! Le mie gambe si stanno paralizzando.
SCULLY:
Ci sono quasi.
(Lula butta a terra tutto e punta una pistola contro
Scully.)
WILLIS:
Cosa fai?
LULA:
Lascia la siringa.
SCULLY:
Ma senza questa medicina morirà.
LULA:
Si l’hai già detto. Ora posala sul tavolo lentamente se non vuoi che prema
subito il grilletto.
(Scully posa di malavoglia la siringa sul tavolo.)
WILLIS:
Che cosa fai? Ho bisogno di quella medicina!
LULA:
Ancora non ci sei arrivato, vero?
WILLIS:
Ma che stai dicendo?
LULA:
Non è stato mio fratello a venderti al FBI.
WILLIS:
Sei stata tu?!
LULA:
Io, bravo. Come pensi sia riuscita a salvarmi, eh? Appena sei entrato in banca
ho tagliato la corda. Ho preso i soldi e mi sono liberata di te. Così credevo
almeno.
(Così dicendo, Lula rompe l’insulina e la siringa con un
calcio.)
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WASHINGTON
D.C.
SALA TATTICA
(Nella stanza suona un telefono. Westin va a rispondere.)
WESTIN:
Sala tattica. Un momento.
(Mulder risponde da un altro telefono.)
MULDER:
Mulder.
LULA:
Ascolta attentamente.
MULDER: Dov’è Willis?!
LULA:
Mha, è disteso qui da qualche parte.
MULDER:
Voglio parlare con Scully.
LULA:
No, mi dispiace.
MULDER:
Noi non trattiamo se non ci provi che è viva.
LULA:
È viva! Non fa salti di gioia ma è viva.
MULDER:
Stammi a sentire. Toccala solo con un dito e giuro che ti pentirai di essere
mai nata.
LULA:
Se fossi in te smetterei di parlare e comincerei a far girare il capello per la
colletta. Perché se hai voglia di vedere di nuovo Scully, ti costerà un milione
di dollari. Cerca di trovarti per domani a quest’ora. Ti dirò io come e dove.
(Lula riattacca.)
WESTIN:
Intercettata. 802.
BRUSKIN:
Fantastico!
(Bruskin e Mulder si precipitano verso Westin, il quale
gli porge un biglietto con il numero telefonico intercettato.)
BRUSKIN:
Prendi l’indirizzo.
MULDER:
Lascia stare.
BRUSKIN:
Perché?
(Mulder accartoccia il biglietto.)
MULDER:
È il numero del cellulare di Scully. Stanno usando il suo telefono. Non
possiamo rintracciarli.
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WASHINGTON
D.C.
SALA REGISTRAZIONI
(Mulder si trova
nella sala registrazioni e sta ascoltando la registrazione della sua
telefonata con Lula.)
LULA:
Non fa i salti di gioia, ma è viva. Se fossi in te smetterei di parlare e
comincerei a far girare il capello per la colletta.
O’DELL:
Quest’ultima parte, giusto?
MULDER:
Si, puoi abbassare la voce e alzare il rumore?
O’DELL:
Si.
(O’dell traffica un po’ con il suo apparecchio.)
O’DELL:
Ecco fatto.
(Si risente la registrazione.)
LULA:
Se fossi in te smetterei di parlare e comincerei a far girare il capello per la
colletta.
(Verso la fine si sente chiaramente un rumore, forse di un
elicottero.)
O’DELL:
Si, si, c’è qualcosa li. Ho sentito qualcosa verso la fine.
(O’dell traffica con l’apparecchio.)
O’DELL:
Ci aggiungiamo ancora qualche filtro. Isoliamo tutto sopra il mezzo decibel.
(Si risente la registrazione.)
LULA:
Se fossi in te smetterei di parlare e comincerei a far girare il capello per la
colletta.
(Si risente il rumore, ma questa volta più chiaramente.)
MULDER:
Ecco. Sembra un motore.
(O’dell schiaccia ancora qualche bottoncino.)
O’DELL:
Filtriamolo ancora un po’.
(Di nuovo la registrazione.)
LULA:
Se fossi in te smetterei di parlare e comincerei a far girare il capello per la
colletta.
(Il rumore è sempre più nitido.)
MULDER:
È un aereo da turismo.
O’DELL:
Si. Direi in fase di decollo. Dammi ancora un paio di minuti e stimeremo
l’altitudine entro i duecento piedi.
MULDER: He, fantastico.
WASHINGTON
D.C.
BRUSKIN:
D’accordo gente, un attimo d’attenzione, per favore. Mulder ha qualcosa da
dirci.
AGENTE:
Cosa?! Ha scoperto che l’assassino di Kennedy è un mutante con quattro gambe e
cinque mani?
BRUSKIN: Hey, Mulder è in
gamba. Apri le orecchi, può darsi
anche che impari qualcosa.
(In quel istante Mulder entra nella stanza e porge un
pacco di fogli a Bruskin. Poi si dirige con passo spedito verso la cartina
nella sala.)
MULDER:
Dalla registrazione della telefonata abbiamo identificato il rumore di un piccolo
aereo in fase di decollo e l’aeroporto regionale della contea di Washington è
qui a sud del confine di stato. Dato che i decolli avvengono da nord verso sud
è giusto supporre che il nostro obbiettivo sia lungo questa rotta di volo.
(Mulder traccia la zona con un pennarello sulla cartina.)
MULDER:
Dopo i relativi calcoli il risultato ottenuto ci da un’area appena superiore
alle tre miglia quadrate. Circa mille unità famigliari. Con cento ufficiali
delle forze dell’ordine a nostra disposizione e trenta unità famigliari a
testa, noi dovremmo riuscire a perlustrare l’intera aerea in circa tre ore.
L’agente Bruskin sezionerà l’aera dell’obiettivo e la dividerà tra le squadre.
(Gli agenti cominciano ad alzarsi, ma Mulder gli
interrompe.)
MULDER:
E per quelli di voi che ancora non lo sanno, questa operazione è molto
importante per me. Mi aspetto molto. Vi ringrazio.
(Mulder lascia la sale, mentre Bruskin comincia
l’appello.)
BRUSKIN:
Allora, Senberg, Coldberg, Westin, Stipley e Macovitz.
(Scully è accasciata al suolo con le manette.)
WILLIS: Scully! C’era la
neve!
SCULLY: Si, Jack. C’era moltissima neve. Allora ricordi!
WILLIS:
È tutto così confuso.
SCULLY:
Era dicembre. Siamo partiti dopo il giorno del ringraziamento.
WILLIS:
Mi ricordo una specie di stufa.
SCULLY:
Si. È vero. C’era una…Si c’era una stufa
a legna proprio nel mezzo della camera.
WILLIS:
Era freddo.
SCULLY:
Si.
WILLIS:
Tanto freddo. Mi ricordo che dovetti avvolgerti in una coperta, perché finì la
legna.
SCULLY:
Già.
(Jack sta per riaddormentarsi.)
SCULLY: No Jack! Jack! Non chiudere gli occhi, forza continua a
parlare. Jack! Continua a parlare coraggio.
(Willis ha dei flashback.)
DUPRE:
Sdraiati subito per terra o sei morta.
(Fine del
flashback.)
WILLIS:
Anche voi la giù sdraiatevi tutti.
SCULLY: No! No!
(Willis ha un altro flashback, di quando Dupre gli sparò.)
WILLIS:
Sta zitta e sdraiati.
(Per un momento, a Scully sembra di vedere il volto di
Dupre in quello di Willis e cerca di guardare più attentamente, ma bussano alla
porta. Lula prende la pistola e va ad aprire.)
LULA:
Un’attimo! Chi è?
AGENTE:
Sono fratello Type. Potrei parlare con
lei un momento per favore.
LULA: Che cosa vuole?
AGENTE:
Soltanto alcuni minuti del suo tempo signora. Bella giornata, non è vero? Mi
chiedevo se le interessa la parola del signore in pelle nera o rossa. A sua
scelta.
LULA:
Se ne vada.
(Lula gli sbatte la porta in faccia. Andandosene, l’agente
comunica qualcosa dalla sua ricetrasmittente, a forma di crocefisso.)
AGNETE:
14. Obiettivo individuato.
(Fuori dalla casa iniziano le preparazioni per
l’irruzione, mentre all’interno…)
LULA:
Bhé, è ora che tu faccia quella telefonata.
(Scully guarda Lula con odio.)
SCULLY:
È morto. Ora devi cavartela da sola. È morto per colpa tua.
(Lula va verso Willis, si toglie la fede e gliela getta ai
suoi piedi.)
LULA:
Eh, questa volta è davvero finita, chiunque tu sia.
(Willis apre improvvisamente gli occhi, scaraventa a terra
Lula e le prende la pistola.)
WILLIS:
Non muoverti!
SCULLY: Jack!
WILLIS: Sta zitta!
(Poi rivolto a Lula…)
WILLIS:
Io ti amo! Non capisci? Per questo sono tornato.
(Al di fuori della casa…)
WESTING:
Sono Westing, hanno sbarrato le finestre con delle assi di legno. Non si vede
nient’altro da questa parte. Dal lato vostro?
MULDER:
Niente. Mantenete le vostre postazioni e tenete la radio sul due.
(Gli agenti si apprestano a fare irruzione.)
MULDER:
Come andiamo?
BRUSKIN:
I rinforzi sono qui, ma non sappiamo che succede la dentro.
MULDER: Non ci vorrà molto per saperlo.
(Nella casa…)
LULA: Ho conservato una fiala nell’altra stanza.
Vado a prenderla, hm, che ne dici? È? È? La prenderò per te.
(Lula si rimette la fede.)
LULA:
Io ti amo. Io ti amo tesoro. Ascolta…
WILLIS:
No!
LULA:
Ascolta noi abbiamo ancora lei. Possiamo riuscire ad andarcene.
WILLIS:
Io non ti seguirò amore. Non questa volta.
SCULLY:
Jack! Butta via quella pistola.
WILLIS:
Ti ricordi di quella…di quella luce di cui ti ho parlato…
LULA:
No!
WILLIS:
È bella!
LULA:
Ti prego…
WILLIS:
Non c’è nulla di cui aver paura.
(Willis carica la pistola, posa le sue labbra su quella di
Lula e poi spara. Nello stesso istante, irrompono gli agenti.)
SCULLY: Noooooooo!
AGENTI: FBI! Fermi! Mani in alto!
SCULLY: Jack!
MULDER: FBI!
(Bruskin si avvicina a Willis, mentre Mulder va da
Scully.)
MULDER: Scully, stai bene?
SCULLY: Jack…
(Bruskin fa di no con la testa. Willis è morto. In
quell’istante, scompare anche il tatuaggio del drago.)
WASHINGTON
D.C.
UFFICO DI JACK WILLIS
(Scully sta riponendo gli effetit personali di Jack in uno
scatolone, osservandogli con nostalgia, quando da dietro sbuca Mulder.)
MULDER:
Ciao! Ho preso questo all’obitorio, assieme ai suoi effetti personali. Ho
pensato ti sarebbe piaciuto averlo.
(Mulder da a Scully un orologio, quello di Willis. Scully
lo gira e legge…)
SCULLY:
“Felice 35esimo compleanno”. Glielo regalai 3 anni fa.
(Mulder indica gli scatoloni con gli effetti personali di
Jack.)
MULDER:
Gli dai ai parenti?
SCULLY:
No! Jack era figlio unico e i suoi genitori morirono quando era
all’università. Però c’è un ragazzino a
Parcklon. Jack è stato per lui come un fratello. Andrò a trovarlo domani. Non
so cosa raccontargli.
MULDER:
Raccontagli la storia ufficiale.
SCULLY:
E qual è?
MULDER:
La latitante Lula Philipps è morta ieri in una sparatoria con gli agenti
federali. Nel conflitto a fuoco è stato ucciso anche l’agente speciale Jack
Willis. Morto come un eroe.
SCULLY:
Vorrei poterci credere anch’io.
MULDER:
Buona notte!
(Mulder sta per andarsene, ma Scully lo ferma, perché nota
qualcosa di particolare sull’orologio di Jack.)
SCULLY:
Non funziona! Si è fermato…alle 6:47.
MULDER:
L’ora esatta in cui Jack ha avuto l’arresto cardiaco all’ospedale.
SCULLY:
Che cosa significa?
MULDER:
Significa…Scegli la spiegazione che ti rassicura di più. Notte Scully.
(Mulder se ne va, mentre Scully resta lì, intenta ad
osservare l’orologio.)
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