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STARRING
DAVID DUCHOVNY Agente Speciale Fox Mulder
GILLIAN ANDERSON Agente Speciale Dana Scully
GUEST STARRING
XANDER BERKELEY Dr. Lawrence Hodge
FELICITY HUFFMAN Dr. Nancy Da Silva
STEVE HYTNER Dr. Denny Murphy
JEFF KOBER Bear
CO-STARRING
KEN KIRZINGER Richter
SONNY SURWIEC Campbell
SCRITTO DA: Glen Morgan e James Wong
DIRETTO DA: David Nutter
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ARTIC ICE CORE PROJECT, ICY CAPE, ALASKA, 250 MILES
NORTH OF THE ARCITC CIRCLE
(Sono le 8.29. Nella casa ci sono –35° e fuori incute una
grande bufera. Un cane mangia qualcosa da un secchio. Vediamo una casa in uno
stato pietoso e un cadavere sulla destra. Il cane gironzola. Vediamo Richter con
una pistola in mano. Posa la pistola, attiva la ricetrasmittente e accende la
luce. Si siede.)
RICHTER: Noi…non siamo…chi siamo.
Noi…non siamo…chi siamo.
Non c‘è via d‘uscita. Abbiamo toccato il fondo…tutti quanti.
(Campbell
si avvicina da dietro a Richter e lo attacca alla gola. Richter cerca di
difendersi e i due vengono sballottati qua e la. Una vetrata si rompe e i due
cadono a terra. Richter zoppica verso la pistola e la prende. Poi i due si
puntano entrambi una pistola contro. Dopo qualche esitazione, i due si puntano
la pistola alla tempia e sparano.)
Sigla
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UFFICIO
DEGLI X-FILES, WASHINGTON DC.
(Si vedono le immagine di un video.)
RICHTER: Capo squadra John Richter. Abbiamo passato mesi duri, eh? Ma dopo un periodo di chiappe strette, siamo lieti di annunciare che appena mezz‘ ora fa abbiamo superato ogni precedente record di trivellazione di lastra.
(I tecnici esultano contenti. Ridendo battono le mani e si complimentano a vicenda. Mulder stoppa la VHS.)
MULDER: Questa équipe di scienziati era addetta al progetto nucleo ghiaccio artico. Mandata in Alaska dal “Dipartimento progetti ricerche avanzate” a trivellare la calotta artica. Circa un anno fa. I campioni di ghiaccio da loro prelevati, contenevano gas, polvere e sostanze chimiche. Tutte prove per risalire al tipo di clima terrestre agli albori dell’umanità. Il loro lavoro è stato praticamente un successo. Nessun rapporto o indicazione di problemi di alcun genere. All’improvviso, una settimana di silenzio e poi questa trasmissione:
(Mulder
riaccende la VHS. Sullo schermo compare una scritta:
ARCITC
ICE CORE
Transmission Received:
NOVEMBER 5, 1993
8:30 AM AST
(Appare Richter, visibilmente sconvolto)
RICHTER: Noi…non siamo…chi siamo.
Noi…non siamo…chi siamo.
Non c’è via d’uscita. Abbiamo toccato il fondo…tutti quanti.
(La trasmissione si interrompe improvvisamente.)
SCULLY: Cosa può essere successo?
MULDER: Non è stato possibile raggiungere il campo per le condizioni meteorologiche. Non so se ci considerano geniali oppure superflui, visto che ce ne dobbiamo occupare noi due.
SCULLY: E se fosse angoscia da isolamento?
MULDER: Erano ottimi geofisici. Addestrati e selezionati per il progetto sotto tutti i punti di vista, incluso il fattore psicologico. Partiamo per la base oggi stesso. Incontreremo tre scienziati pratici del progetto nucleo e andremo a nord fino a Icy Cape. Secondo il servizio meteorologico abbiamo tre giorni per andare e tornare prima della prossima bufera. Portati la maglia di lana.
(Il dottor Murphy sta ascoltando le registrazioni delle sue partite preferite.)
COMMENTATORE: Ed ecco lo scatto. Contropiede dei Riders. Fouts
lancia dal centro per Wislow. È un azione incredibile. Touch down.
DOTTOR MURPHY: Ha, ha touch down. Fouts è un Dio, un Dio…ha, ha, ha.
(Mulder e Scully gli si avvicinano alle spalle.)
MURPHY: Scusate, gioca la mia squadra.
SCULLY: Non si gioca a football di mercoledì.
MULDER: Fouts non si ritirò nel ’87?
MURPHY: Sono registrazioni delle…mie partite preferite. Siete del FBI?
MULDER: Agente Mulder. Agente Scully. E lei?
MURPHY: Murphy. Professore di geologia. Università di San Diego.
MULDER: San Diego? Ma, in California qualcosa di ghiacciato ce l’avete?
MURPHY: I cubetti del ghiaccio.
SCULLY: Dottoressa Da Silva? Dottor Hodge?
HODGE: Eh, si, scusate il ritardo.
SCULLY: Salve, sono l’agente Scully.
MULDER: Agente
Mulder.
SCULLY: Lui è il professor Murphy.
HODGE: Ahem, potrei vedere un documento?
MULDER: A che scopo?
HODGE: Per sapere se siamo chi diciamo di essere.
(Tutti e cinque estraggono il proprio tesserino dalla giacca.)
HODGE: Sono io. E lei?
MURPHY: Sono io.
HODGE: Perfetto.
MULDER: Sono io.
HODGE: Aha, certo. Grazie mille.
MULDER: E tu Scully? Ah, sei tu.
HODGE: Bene, ora che sappiamo chi siamo qualcuno ha idea del perché andiamo lassù?
MURPHY: Bhé, due agenti federali, un geologo, un medico chirurgo e una tossicologa. Questo dovrebbe darci qualche indicazione su cosa ci aspetta.
SCULLY: La cassetta, immagino l’abbiate vista.
(Da Silva e Hodge si lanciano delle occhiate sospettose.)
MULDER: Qualcosa non va?
DA SILVA: Avanti siete dell’FBI, sarete più informati.
(Da dietro si avvicina una gip con la musica a tutto volume. Esce un uomo.)
BEAR: Siete voi quelli diretti ad Icy Cape?
MULDER: Sì.
BEAR: Sono il vostro pilota. Mi chiamo Bear. Le provviste sono già sull’aereo. Prendete i bagagli e andiamo.
HODGE: Ci fa vedere le credenziali?
BEAR: Credenziali? Tutte le credenziali che ho è che sono l’unico pilota disposto a portarvi lassù. Se queste credenziali non vi bastano arrangiatevi.
(Mulder, Scully, il
dottor Murphy, Da Silva, Hodge e Bear arrivano alla base. Vi entrano con le
torce accese e per primo vedono i due cadaveri di Richter e Campbell.)
MULDER: Bear, prova a riattaccare la corrente.
BEAR: Qualunque cosa pur di andarmene da qui.
SCULLY: Da dove cominciamo?
HODGE: I sacchi per i cadaveri sono sull’aereo.
MULDER: Prima di toccare qualcosa dobbiamo fare rilievi e fotografie.
SCULLY: Io faccio le foto.
(Mentre Scully sta scattando le foto, Mulder va avanti e nota un frigorifero)
MULDER: Nuclei di ghiaccio.
(Mulder apre la cella e nota campioni di ghiaccio.)
MULDER: Trivellavano per arrivare a questo. 250.000 anni scongelati in un paio di giorni.
MURPHY: Provo a prendere qualche campione.
(Mulder e Da Silva entrano in una seconda stanza. Si sente il generatore attivarsi. Da Silva si spaventa.)
MULDER: È il generatore.
(I due entrano con calma nella stanza. Si sente ringhiare e un cane attacca Mulder.)
DA SILVA: Agente Mulder! Ahh…Hodge, Hodge!
(Scully, Hodge, Murphy e Bear corrono nella stanza dalla quale provengono le urla. Mulder nel frattempo cerca di liberarsi dall’attacco del cane con una racchetta. Bear si avvicina da dietro al cane e lo afferra. Il cane, però, attacca a sua volta Bear.)
BEAR: Eccomi!
HODGE: Tenetelo fermo.
(Mulder copre il cane con una coperta e Hodge riesce a addormentarlo. Bear è seduto a terra con il braccio grondante di sangue.)
HODGE: Ecco, dormirà per un po’.
(Il cane viene posizionato su un tavolino di metallo.)
SCULLY: Stai bene?
MULDER: Si, neanche un graffio grazie. Bear, tutto bene?
BEAR: Mi ha morso.
HODGE: Tolga la giacca.
BEAR: Dia a me, faccio da solo.
(Hodge passa la garza a Bear e se ne va.)
DA SILVA: Si tratta
di rabia?
(Scully ispeziona il corpo del cane. Alza una zampa e controlla il pelo e la pelle del cagnolino.)
HODGE: Non vedo
alcun segno di spasmo alla glottide. Se si tratta di idrofobia non è certo di
un ceppo che conosco.
(Scully alza la zampa anteriore dell’animale e nota dei segni neri.)
SCULLY: Guardate
qui. Noduli neri. Linfonodi ingrossati.
DA SILVA: Sono
sintomi di peste bubbonica.
HODGE: Facciamo
un’analisi del sangue. Poi si vedrà.
SCULLY: Ma che
strano.
DA SILVA: Ha
un’irritazione della pelle attorno al collo.
MURPHY: È come se si
fosse grattato via il pelo.
(Sotto al collo del cane si muove una strana cosa, che poi sparisce improvvisamente come è apparsa.)
SCULLY: Guardate
qui! Guardate qui!
MURPHY:
Cosa…diavolo…è stato? Che cos’era?
(Mentre Bear si sta fasciando la mano ha uno strano
spasmo sotto l’ascella. È costretto a sedersi momentaneamente sul water.
Togliendosi la maglietta nota dei noduli neri, come quelli che aveva il cane.)
(Nel frattempo Scully esegue le varie autopsie sui
cadaveri.)
SCULLY:
Dall’autopsia riemerge chiaramente, che si sono uccisi tra loro. Ci sono
contusioni intorno al collo di tre uomini, tracce di strangolamento. Richter e
Campbell si sono suicidati. Ho rivelato anche danni ai tessuti, dovuti a
febbre.
BEAR: Qualcuno
aveva delle macchie nere come il cane?
SCULLY: No, nessuno
aveva noduli neri.
BEAR: Allora…vuol
dire che quelle macchie non hanno niente a che fare con la loro morte, vero?
HODGE: Io non lo
escluderei. Ho appena riesaminato il cane. I noduli sono scomparsi.
MULDER: Come mai?
HODGE: Mha, le
macchie potrebbero essere un sintomo di qualche malattia allo stadio iniziale.
(Bear rimane spiazzato dalla risposta. Poi si affretta a spostare i sacchi con i cadaveri. Da Silva posiziona una pistola sul tavolo. Mulder trova dei fogli con dei diversi dati e con una scritta: “Noi non siamo chi siamo”.)
MULDER: Danny,
Danny!
(Murphy scolta sempre le sue partite registrate e non si accorge dell’arrivo di Mulder.)
MUDLER: Hey, Danny.
MURPHY: È il
Playoff contro il Miami dell’82. Mi aiuta a distrarmi.
MULDER: Purtroppo
sono un tantino arrugginito nell’ interpretare foto rilevate dal satellite.
(Mulder mostra a Murphy una foto della calotta artica.)
MURPHY: Vediamo.
Questa è la zona di Icy Cape. Lo spessore della calotta di ghiaccio è approssimativamente
3.500 m.
MULDER: Ho trovato
anche questi dati e se gli interpreto correttamente, avevano scoperto che lo
spessore era quasi il doppio in questo punto.
MURPHY: Bravissimo.
I numeri indicano una profonda depressione. Pare che stessero trivellando nel
cratere di una meteora.
(Una discussione nel sottofondo interrompe il dialogo dei due.)
HODGE: No, ti
sbagli, è impossibile.
SCULLY: Ho
analizzato due campioni.
MULDER: Che cosa
hai trovato?
SCULLY: Sembra che ci
sia la presenza di ossido di ammonio nel campione di sangue di Richter.
HODGE: Non è
possibile! L’ammoniaca evaporerebbe al temperatura corporea.
DA SILVA: Ho
controllato tutti i sistemi di filtraggio dell’aria. Nessuna traccia di
tossine.
MURPHY: Io invece
ne ho trovate: nel ghiaccio. E questo non è tutto. Ho anche trovato
un’elevatissima presenza di ammoniaca nei campioni analizzati. L’atmosfera
della terra non avrebbe mai potuto arrivare a tali livelli, neanche 250.000
anni fa.
MULDER: A meno che
un corpo estraneo non si fosse introdotto in quel ambiente.
(Mulder guarda dentro al microscopio e vede un parassita muoversi nel vetrino.)
MURPHY: Dimmi se
quello non è un corpo estraneo.
MULDER: Ah, Scully.
(Anche Scully guarda attraverso il microscopio.)
SCULLY: C’è la
stessa cosa nel sangue di Richter. E se questo organismo unicellulare fosse lo
stato larvale di un animale più grande?
HODGE: Mi sembra
alquanto azzardato.
SCULLY: Ma non
impossibile.
MURPHY: Forse si è insediato
nel corpo umano, dopo essere stato liberato dal ghiaccio.
DA SILVA: Avanti,
niente sopravvive a temperature sotto zero per 250.000 anni.
MULDER: A meno che
non sia il suo ambiente naturale.
BEAR: Sentite!
State qui a discutere su uno stupido lombrico. L’hai detto tu Scully, che
secondo l’autopsia quei uomini si sono ammazzati a vicenda. E allora? Io dico a
che serve restare, scusate?
HODGE: Sono
d’accordo. Mandiamo i corpi in un centro attrezzato per fare una diagnosi
definitiva. Nel caso ti fosse sfuggito qualcosa, agente Scully.
MULDER: Se sono
infettati da un organismo sconosciuto, non possiamo portarli via. Non possiamo
muoverli senza adeguate procedure di quarantena. Rischiamo di scatenare
un’epidemia senza precedenti.
BEAR: D’accordo, può
darsi. Hanno preso qualche malattia, ma noi no e non rimango certo qui a
prendermela anch’io.
HODGE: Credo che
potremmo anche andare. Non dovremo essere infettati, abbiamo preso tutte le
precauzioni possibili.
DA SILVA: Il cane
ha morso Bear.
BEAR: Anche Mulder
se è per questo.
MULDER: Non ho
avuto…
SCULLY: C’è un solo
modo per risolvere la cosa: un’analisi elimina ogni dubbio. Dobbiamo stabilire
se qualcuno di noi è infettato.
HODGE: D’accordo.
La procedura diagnostica parassitaria richiede che ognuno fornisca un campione
di sangue e di feci.
BEAR: Un campione
di feci…
MURPHY: Ehem…quando
si è lontani da casa è piuttosto difficile. Per me almeno.
(Scully posiziona dei contenitori per i campioni di feci sul tavolo.)
MULDER: Perfetto. Qualcuno
ha una pagina sportiva a portata di mano?
(Bear prende uno di quei contenitori e lo scaraventa sulla parete.)
BEAR: Insomma
smettiamola con questa buffonata! Sapete che faccio? Prendo la mia roba, prendo
l’aereo e taglio la corda al più presto.
MULDER: Non puoi
andare, ti ha morso il cane.
BEAR: Sono stato
assunto per portarvi qui e riportarvi indietro. Il mio accordo non prevede
nient’altro. Quindi non farò nient’altro.
(Bear esce dal laboratorio sbattendo la porta dietro di se.)
SCULLY: Non se ne
può andare via senza fare le analisi.
DA SILVA: E chi lo
fermerà?
MULDER: Tocca a
noi. Altrimenti c’è il rischio di scatenare un’epidemia.
DA SILVA: Se lui
sale sull’aereo ci salgo anch’io.
SCULLY: Non è un
atteggiamento responsabile.
MULDER: Mettiamo ai
voti! Chi è favorevole a costringere Bear a sottoporsi all’esame medico alzi la
mano.
(Così dicendo, Mulder alza la mano.)
HODGE: Ah, io sono
contrario.
(Anche Scully alza la mano. Gli altri si guardano attorno e dopo un po’ d’esitazione, anche Murphy alza la mano.)
MULDER: D’accordo.
(Mulder estrae la sua pistola, mentre Bear sta rientrando nel laboratorio con la sua valigia.)
MULDER: Bear,
dobbiamo fare un esame di controllo. Se non troveremo tracce del parassita o
del virus ce ne andremo tutti.
(Bear getta le valige a terra.)
BEAR: Va bene,
datemi quel barattolo.
(Mentre Mulder sta rimettendo la pistola nella fondina,
Bear prende il barattolo di vetro e lo rompe sulla nuca di Mulder. Poi tenta di
fuggire, ma Scully gli salta addosso e lo afferra alle gambe, gettandolo a
terra. Mulder corre in aiuto a Scully e i due cercano di tenerlo fermo.)
MULDER: Murphy!
Prendi una corda!
MURPHY: Subito!
(Murphy corre a prendere una corda, mentre Mulder alza
Bear da terra e tenendolo sul colletto lo sbatte faccia in avanti sul tavolo.
Bear cerca in tutti i modi di divincolarsi dalla stretta di Mulder, ma
finalmente gli agenti riescono a immobilizzarlo. Bear ha delle forti
convulsioni e si vede, che sotto la pelle del collo sta strisciando qualcosa.)
DA SILVA: Oh, mio
Dio.
HODGE: La mia
borsa!
SCULLY: Che cosa
vuoi fare?
HODGE: Bisturi! Lo
asporto.
MULDER: Non ne
sappiamo abbastanza.
HODGE: Lo sta
uccidendo! Scully, tienilo fermo.
(Mentre Bear sta tremando, Hodge si affretta ad asportare il parassita.)
HODGE: Sta calmo,
sta calmo. Pinze!
(Da Silva passa le pinze a Hodge.)
HODGE: Ho quasi
finito, andrà tutto bene.
(Finalmente Hodge riesce ad asportare il parassita che stava uccidendo Bear. Le sue mani e quelle di Scully, però, si sporcano del sangue del pilota. Mulder corre a prendere un contenitore.)
HODGE: Ecco fatto!
(Il parassita viene messo nel contenitore. Mulder corre alla ricetrasmittente per cercare aiuto. Inizialmente ha qualche problema ad attivarla, ma poi ci riesce.)
MULDER: Progetto
NUCLEO GHIACCIO ARTICO a campo base. Rispondete! Rispondete!
CAMPO BASE: Campo
base ricevuto.
MULDER: Sono
l’agente Mulder, grave minaccia biologica. Richiediamo aereo da carico e procedure
per quarantena. Passo.
(Dall’altro capo nessun segnale.)
MULDER: Rispondete
campo base!
CAMPO BASE: Ci
spiace agente Mulder, siamo in piena bufera! Nessun velivolo può alzarsi nelle prossime
ventiquattro ore. La base militare di Cocxen potrebbe organizzare una
quarantena. Consigliamo evacuazione immediata. La bufera artica si dirige verso
di voi. Passo.
MULDER: Dovevamo
avere tre giorni di tempo stabile. Passo.
CAMPO BASE: Ben
venuto in cima al mondo signore. Passo.
(Mulder si alza dalla sedia e si dirige verso Scully.)
MULDER: Bear è in
condizione di volare? Se non partiamo entro un’ora saremo bloccati per giorni.
SCULLY: È morto.
Più tardi.
(Hodge apre il frigorifero e vede il parassita nuotare nell’ammoniaca.)
HODGE: È simile a
una tenia, nel senso che ha uno scolice con ventose e uncini.
MURPHY: Quindi ti è
famigliare? Sai come trattarlo?
DA SILVA: È così?
HODGE: No! È molto
diverso da qualsiasi organismo da me conosciuto.
MULDER: Hai idea di
come venga trasmesso?
HODGE: Scambio di
liquidi, tatto, aria…non si può escludere niente.
(Scully ritorna dal luogo, in cui sono custoditi i cadaveri con un contenitore con lo stesso parassita.)
SCULLY: In ogni cadavere
ce n’era uno. Questo è l’unico rimasto in vita.
MULDER: Tutti nella
spina dorsale?
SCULLY: No. Si
trovavano nell’ipotalamo, in pieno cervello.
MURPHY: Ipotalamo?
Che cos’è esattamente?
SCULLY: È una
ghiandola che secerne ormoni. Comunque non so perché un parassita si attacchi
lì.
(Scully posa il secondo contenitore nel frigorifero.)
HODGE: L’ipotalamo
produce acetilcolina che regola i comportamenti violenti e aggressivi. Forse è
questo il collegamento. Tutti gli infettati si comportavano in maniera
aggressiva. Magari il verme si nutre di acetilcolina, esasperando così i nostri
comportamenti violenti.
SCULLY: Ma un
parassita non uccide chi lo ospita.
HODGE: No, non lo
uccide, finché non viene estratto. Solo allora secerne veleno.
MULDER: Vuoi dire
che è possibile che il verme spinga a uccidere altre persone? Potrebbe essere
successo alla prima squadra.
DA SILVA: E
potrebbe succedere a noi.
HODGE: Bha, è solo
una teoria. Non abbiamo prove.
MURPHY: A parte
cinque morti.
SCULLY: Ma se il
verme rende violenti e aggressivi, come mai Richter e Campbell si sono uccisi?
MULDER: Per salvare
noi probabilmente.
Più tardi.
(Scully continua a esaminare i corpi delle vittima, per essere sicura di non esserle sfuggito niente. Mulder entra nella stanza.)
SCULLY: Voglio solo
assicurarmi che non mi sia sfuggito niente.
MULDER: Dovresti
dormire.
SCULLY: Dormire?!
Sono talmente stanca che non chiuderò occhio.
MULDER: Bhè, siamo
tutti a pezzi, a nervi tesi. Ci farà bene riposare un po’.
SCULLY: Mulder,
voglio assolutamente trovare il modo di uccidere quell’affare.
MULDER: Non so se
dovremo ucciderlo. Quel ghiaccio si è formato sopra un cratere di meteorite. Il
verme vive nell’ammoniaca. È sopravvissuto sotto zero per migliaia di anni.
Nello studio di vite aliene si teorizza un sistema basato su ammoniaca in
pianeti con temperatura glaciale che potrebbero…
SCULLY: Mulder!
MULDER: Il
meteorite caduto qui può aver portato quel genere di vita sulla terra migliaia
di anni fa.
SCULLY: Senti
Mulder, sul pilota i sintomi si sono manifestati in pochi minuti. In qualche
ora il parassita aveva già il controllo totale del suo corpo. Che cosa
succederebbe se colpisse un’intera popolazione? Una città della grandezza di
New York sarebbe contagiata nel giro di pochissimi giorni!
MULDER: Esatto! Ma
cosa ne sappiamo? Quell’organismo potrebbe vivere anche in altri crateri.
SCULLY: Se non
riusciamo a ucciderlo adesso, potremo ritrovarci come Richter e Campbell: con
un buco in fronte.
MULDER: Se invece
ci riusciamo, non scopriremo mai come fermare cose del genere in futuro.
SCULLY: Futuro?
Mulder, come diavolo fai a parlare di futuro, nel momento in cui è in pericolo la
sopravvivenza stessa della vita umana. Non puoi arrogarti questo diritto!
MULDER: Sei tu che
non hai il diritto…
(Mentre la discussione fra Mulder e Scully si fa sempre più accesa, Murphy si ascolta le registrazioni delle sue partite preferite, per non sentire. Da Silva, invece è molto accaldata.)
DA SILVA: Sto
morendo di caldo.
HODGE: Non
preoccuparti, non hai la febbre, è il riscaldamento che non funziona bene.
Fuori farà quaranta sotto zero e qui dentro si soffoca.
DA SILVA: Di che
cosa staranno discutendo?
HODGE: Mha,
probabilmente di qualche importante segreto governativo.
DA SILVA: Secondo
te sapevano già che cosa avremo trovato?
HODGE: Öh,
altroché. Può darsi che il pilota l’abbia infettata con il suo sangue.
DA SILVA: Questo
vale anche per te.
(Da Silva, Hodge e Murphy decidono di entrare nello
stanzino a vedere di cosa stanno discutendo Mulder e Scully.)
SCULLY: So solo che
è porta morte e distruzione e che va eliminato!
MULDER: Come fai a
sapere che non è controllabile?
SCULLY: Lo so! Va
sterminato. I corpi, i vermi, gli strumenti e tutto il resto vanno presi e
inceneriti!
HODGE: C’è qualcosa
di cui dovremo essere informati? Agente Scully stai bene?
SCULLY: Si, sto
bene. Non è niente.
HODGE: Bhé, sembri
un tantino stressata.
SCULLY: Che cosa
diavolo vorresti insinuare?!
MULDER: Cerchiamo
di stare calmi! È stata una giornata estenuante. Siamo stanchi e impauriti. Non
scagliamoci uno contro l’altro.
HODGE: Non senza
una buona ragione.
MULDER: Forse è
meglio farci tutti una bella dormita.
HODGE: Stai
scherzando? Pensi che qualcuno possa dormire? Dobbiamo prima controllare se
abbiamo qualche macchia. Qualsiasi persona abbia macchie dovrà essere isolata.
Siete d’accordo su questo?
DA SILVA: Sarai tu
a visitarci?
SCULLY: No! Lo
faremo l’uno davanti all’altro. Non voglio segreti.
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(I ragazzi cominciano a spogliarsi e a visitarsi a vicenda.)
MULDER: Ah, ragazzi
prima di fare commenti ricordatevi che siamo al Polo Nord.
(Scully, nell’altro stanzino, sta visitando Da Silva.
Scruta attentamente il corpo di Da Silva in cerca di noduli neri, ma
fortunatamente non trova niente.)
DA SILVA: Niente?
(Scully scuote il capo e Da Silva emette un sospiro di solievo.)
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(La squadra si reca nel dormitorio e ognuno si sceglie una stanza.)
HODGE: Dormi bene e
non fare brutti sogni.
DA SILVA: Si.
Buonanotte.
(Tutti entrano nella propria stanza, tranne Scully e Mulder che si fermano sulla soglia.)
SCULLY: Buonanotte
Mulder.
MULDER: Buonanotte
Scully.
SCULLY: Nessuno è
stato contagiato.
MULDER: Non è
detto. Le macchie sul cane sono sparite.
(Anche Mulder e Scully entrano nella propria stanza.
Scully accende la luce e si guarda intorno. Posiziona le valige sul letto e si dirige
verso la scrivania. Nota delle varie foto e le osserva, poi presa dal panico le
capovolge, tira la scrivania davanti alla porta, bloccandola e si accuccia per
terra.
Murphy è sdraiato sul letto e ascolta sempre le registrazioni delle sue partite preferite.
Hodge, invece, fa una lista, delle persone che potrebbero
essere infettate e perché. Sulla lista c’è scritto: Mulder – attaccato dal cane
Scully –
contatto con sangue infetto
Murphy –
contatto con campioni di ghiaccio
Poi sente un rumore provenire dal corridoio e alza lo
sguardo.
Da Silva è sdraiata sul letto e sta piangendo.
Mulder posiziona la pistola sul comodino e poi si addormenta sul letto.
Durante la notte, però, viene svegliato da un rumore. Sente una porta chiudersi. Spaventato si infila le scarpe e una maglietta, prende la pistola e esce dalla sua stanza. Apparentemente è tutto apposto, ma la stanza di Murphy è spalancata e lui non c’è. Così va nel laboratorio e viene spaventato dall’abbaiare del cane. Inoltre nota una pozza di sangue sotto il frigorifero, così decide di aprirlo, ma li cade il cadavere di Murphy adosso. Scully, Hodge e Da Silva, i quali erano stati svegliati dal rumore, entrano nel laboratorio e vedono Mulder e Murphy a terra. Scully accende la luce.
SCULLY: Mulder, che
cosa fai?
MULDER: Murphy è
morto.
HODGE: L’hai ucciso
tu?
MULDER: L’ho
trovato così! Ho sentito chiudersi una porta e sono venuto a controllare. Uno
di voi l’ha ucciso.
HODGE: Non è vero.
DA SILVA: L’hai fatto
senza accorgertene.
SCULLY: No! Ha
detto che non è stato lui.
MULDER: Non ho
nessuno di quei sintomi.
SCULLY: L’hai
controllato tu stesso Hodge.
HODGE: Si, sei ore
fa.
MULDER: È stato uno
di voi!
SCULLY: Smettetela!
Smettetela un momento! Mulder, metti giù la pistola e lascia che Hodge ti
faccia l’analisi del sangue.
MULDER: Per fargli
manipolare i risultati? Non gli permetterò di infilarmi un ago, potrebbe essere
infetto!
HODGE: Devi essere
subito isolato!
SCULLY: Allora
ascolta! Adesso ti volti e ti fai dare un’occhiata al collo.
(Mulder alza la pistola e la punta contro Scully, Hodge e Da Silva.)
MULDER: Non volto
le spalle a nessuno di voi! Per quanto mi riguarda siete tutti infettati.
DA SILVA: Attenti!
Sta diventando pericoloso.
(Hodge cerca di prendere una spranga per mettere K.O.
Mulder, ma quest’ultimo se ne accorge e punta la pistola contro Hodge. Scully
approfitta di un momento di distrazione del suo collega e tira fuori la sua
pistola, puntandola contro Mulder.)
SCULLY: Mulder!
MULDER: Scully,
abbassa quella pistola!
SCULLY: Mulder, non
opporre resistenza.
MULDER: Abbassala!
SCULLY: Abbassala
prima tu!
MULDER: Scully!
Sono io, guardami!
SCULLY: Ma potresti
non essere più la stessa persona!
(Mulder, sconfitto abbassa la pistola per primo.)
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(Scully è costretta a rinchiudere Mulder in uno stanzino buio. Per prima cosa Mulder accende la lampadina.)
MULDER: Qui dentro
sarò più al sicuro di te.
(Scully chiude la porta dietro di se e va verso il laboratorio. Lì trova Hodge e Da Silva che dormono. Scully, ne approfitta e vuole controllare il collo di Da Silva, Hodge, però, la vede e la blocca.)
HODGE: Cosa facevi?
SCULLY: Sai
benissimo cosa facevo.
HODGE: Sai, stavo
pensando agente Scully che solo tu hai la pistola. Se vieni infettata, noi non
avremo scampo.
(Scully da un’occhiata alla sua pistola e poi ne toglie il caricatore. Toglie il caricatore anche a quella di riserva e poi la getta fuori, nella neve.)
HODGE: Bene.
DA SILVA: Hai visto
qualcosa prima?
HODGE: Stai
tranquilla Nancy. Stiamo tutti bene. Noi tre dobbiamo avere nervi saldi e non
prendercela l’uno con l’altro.
SCULLY: Noi quattro
vorrai dire.
HODGE: Mulder non è
più uno di noi purtroppo.
SCULLY: Se davvero
Mulder é stato infettato va soccorso. Voltargli le spalle invece di aiutarlo è
un’azione criminale.
DA SILVA: Ha ragione.
Chissà cosa porta un’esposizione prolungata al parassita. Gli potrebbe
procurare una psicosi permanente.
(Scully sta per voltarsi e dirigersi alla ricetrasmittente, quando Hodge l’afferra di peso al braccio.)
HODGE: Comunque se
è infettato da qui non si muove. Non possiamo permetterci nessun rischio.
(Scully riesce a divincolarsi dalla stretta e si dirige verso la radio.)
SCULLY: Attenzione!
Qui è il progetto NUCLEO GHIACCIO ARTICO! Per favore rispondete!
(Nessun segnale.)
SCULLY: SOS generale
dal progetto NUCLEO GHIACCIO ARTICO! Campo base per favore rispondete!
(Sempre nessun segnale. Scully ci rinuncia. Nel frattempo Da Silva e Hodge stanno esaminando i vari campioni di sangue, quelli infetti e non infetti.)
HODGE: Nancy metti
sul vetrino sangue non infetto insieme a quello prelevato dal pilota.
DA SILVA: Come
scusa?
HODGE: Metti il
sangue non infetto sopra quello infetto!
(Da Silva esegue il compito, ma per sbaglio mischia due campioni di sangue infetto.)
HODGE: È no,
maledizione! Non mi stai a sentire! Hai preso due campioni di sangue infetto.
Dobbiamo ricominciare tutto da capo!
DA SILVA: Mi sono
sbagliata, non serve alzare la voce!
HODGE: Ore di
lavoro buttate al vento!
DA SILVA: Allora perché
non te lo fai da solo invece di stare qui a sbraitare! Cavolo! Non sono la tua
assistente! Tutto ha un limite e adesso l’hai proprio superato!
(Scully ha un intuizione e si dirigere verso il microscopio. Guardando sul vetrino, nota che le due larve si sono uccise fra loro.)
SCULLY: Hodge!
HODGE: Che c’è?
SCULLY: Vieni a
dare un’occhiata. Le larve di due vermi diversi si sono uccise tra loro.
(Scully va verso il frigorifero e posiziona i due contenitori con i parassiti accanto. I due vermi cominciano a sbattere contro il vetro, come se si volessero uccidere a vicenda.)
SCULLY: Ognuno di
questi vermi non tollera che un altro invada la sua sfera. Si scatena quello
che è successo anche negli uomini: si uccidono a vicenda.
HODGE: Una specie
non uccide la propria specie. Ne ha bisogno per riprodursi.
DA SILVA: I vermi
sono ermafroditi. Si possono riprodurre da soli.
SCULLY: Hai avuto
la prova al microscopio. A questo affare non piace stare in compagnia.
HODGE: Cosa
vorresti dire? Che si distrugge introducendo un altro verme in un corpo già
infettato?
(Scully fa di si con la testa e così i tre decidono di
sperimentare questa teoria sul cane. Prima lo addormentano e poi Scully gli
inocula un parassita attraverso l’orecchio. Il cane si agita un po’ e quando si
alza sembra stare meglio. Hodge gli sente il battito cardiaco e nota che ora è
tutto a posto.)
HODGE: Sembra che stia bene.
(Scully gli da mangiare e accarezzandolo osserva il suo collo. Non c’è più nessuna traccia di parassiti.)
HODGE: Ha eliminato
i vermi con le feci. Sono morti.
(I tre decidono che sia la cura adatta anche per Mulder.)
SCULLY: Voglio
provare a parlarci, in modo che accetti di farlo.
DA SILVA: Cosa?!
HODGE: No, tu non
entri là da sola.
SCULLY: Se avrò
qualche problema, allora interverrete. Sarebbe ingiusto non avvisarlo prima.
(Scully entra nello stanzino e come prima cosa accende la luce. Mulder, spaventato si alza da terra.)
MULDER: Sei tu?
SCULLY: Si.
MUDLER: È uno di
loro?
SCULLY: Non è stato
ucciso nessuno da quando sei qui.
MULDER: E allora?
SCULLY: Abbiamo
trovato il modo di annientarlo. Due vermi in un corpo solo si eliminano a
vicenda.
MULDER: Cioè
vorresti inocularmelo? Ma così mi infetti.
SCULLY: Se sei sicuro
di essere sano, perché non ci hai permesso di visitarti allora?
MULDER: L’avrei
fatto, ma tu mi hai puntato contro la pistola. Io non mi fido di quei due. Mi
fido soltanto di te Scully.
SCULLY: D’accordo.
Siamo soli adesso.
(Mulder si gira per permettere a Scully di visitarlo. Lei esitante, gli tira giù la maglietta e nota che effettivamente Mulder non è infetto. Se ne sta per andare, ma Mulder la ferma e le ispeziona il collo. Scully gli lascia fare e Mulder capisce che neanche lei è infetta. Nel frattempo, fuori dallo stanzino, anche Hodge e Da Silva hanno una conversazione. Da Silva posiziona il contenitore con il parassita sul tavolino.)
DA SILVA: Questo è
l’ultimo. Sono sicura che lui si rifiuterà.
HODGE: Lo
costringeremo se è infettato.
DA SILVA: La
convincerà del contrario.
(Scully apre la porta del stanzino e lei e Mulder escono.)
SCULLY: L’ho
accuratamente visitato. Lui non è infetto.
MUDLER: E neanche
lei.
SCULLY: Perciò deve
essere per forza uno di voi.
HODGE: D’accordo.
Torniamo al laboratorio. Lo visiteremo di nuovo e lui potrà visitare noi.
Vogliamo andare?
(Scully e Mulder stanno per avviarsi verso il laboratorio, quando Hodge afferra Mulder e Da Silva afferra all’improvviso Scully e la scaraventa nello stanzino, chiudendola dentro. Nel frattempo Mulder e Hodge lottano. Mulder cerca disperatamente di liberarsi dalla presa di Hodge. Scully nel frattempo cerca con tutte le sue forze di aprire la porta. Prende una spranga di metallo e cerca di sfondare la porta, senza riuscirci. Da Silva prepara l’anestetico per Mulder, ma la siringa si rompe a terra. Hodge riesce a gettare Mulder a terra e a immobilizzarlo.)
HODGE: Prendi il
verme.
(Da Silva cerca di inoculare il verme a Mulder, ma quest’ultimo continua a muovere la testa.)
MULDER: Nooooo!
(Hodge lo tiene immobile per i capelli, quando nota qualcosa muoversi sulla nuca di Da Silva. Spaventato, la getta a terra e anche il lombrico cade.)
HODGE: Mulder! È
lei!
(Da Silva, spaventata, butta a terra Mulder che tenta di fermarla e corre in laboratorio. Poi, Mulder, libera Scully.)
MULDER: Scully! È
Da Silva!
(Mulder e Scully corrono in laboratorio, mentre Hodge raccoglie da terra il lombrico, l’ultima speranza di salvare la vita di Da Silva. Da Silva urla, scaraventa a terra vari oggetti e prende la pistola che aveva poggiato il giorno prima su un tavolo. Mentre spara un colpo, Mulder la getta a terra. Anche Scully si getta su Da Silva e le prende la pistola. I due cercano di immobilizzarla, mentre Hodge, esitante si dirige verso di loro.)
SCULLY: Sbrigati!
Avanti! Mulder, è l’unica possibilità che abbiamo! Si uccideranno a vicenda!
MULDER: Sbrigati!
(Da Silva ha delle forti convulsioni e cerca in ogni modo di liberarsi. Finalmente Hodge prende coraggio e le inocula il parassita.)
SCULLY: Shhh…va
tutto bene. É finita. Non devi preoccuparti, é finita.
)()(())(())(())(())(())(())(())(())(())(())(())(())(())(())(())(())(())(())(())(())(())(())(())(())(())(())(())(())(())(
DOOLITTLE AIRFIELD,
NOME, ALASKA
(Da Silva viene trasportata nell’ambulanza.)
INFERMIERE: Apra la
porta dell’ambulanza, forza. Puoi andare.
(L’ambulanza parte.)
HODGE: Dovrà essere
tenuta in quarantena insieme al cane. Almeno finché non saremo sicuri che non ci
sarà più pericolo di contagio. I nostri esami hanno dato esito negativo. Siamo
liberi di andarcene. L’aereo vi aspetta. Vi porterà dove il clima è meno
inospitale.
MULDER: No, io me
ne torno sul posto. E stavolta ci vado preparato, con le attrezzature adeguate.
Ci sono ancora tante ricerche da effettuare: sulla struttura genetica, sulle
origini…
HODGE: Aspetta
Mulder, non lo sai?
MULDER: Non so
cosa?
HODGE:
Quarantacinque minuti dopo la nostra evacuazione hanno appiccato il fuoco. Non
c’è rimasto più niente.
SCULLY: Chi è
stato?
HOGDE: I militari.
Il CENTRO CONTROLLO EPIDEMIE. Dovreste saperlo, è gente vostra.
(Hodge se ne va.)
MULDER: È ancora li
Scully. Sprofondato nel ghiaccio da centinaia…migliaia di anni.
SCULLY: Lascialo
li.
(Scully se ne va verso l’aereo. Mulder esita un momento,
poi decide di seguirla.)
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