10/9/93 e 11/9/ 02
(by BABBACOP)
10 settembre 2002 X-File compie
veramente 9 anni.
Era il 10 settembre 1993 quando
la Fox mandava in onda il pilot 1x79. E fa meraviglia che una data tanto
particolare, preceda adesso un’altra data tanto particolare, che a nove anni di
distanza ha assunto un enorme significato simbolico, quella dell’11 settembre
ed è stato proprio l’11 settembre a cambiare e condannare in un certo senso a
morte X-Files.
LA NOTA
In Usa il 19 maggio 2002 è andato
in onda The Truth, l’ultimo episodio di X-Files. Pochi giorni dopo sul sito di
E-bay si potevano comprare all’asta decine di pezzi provenienti dal set. Dalle
cravatte di Mulder ai copioni originali degli episodi autografati da attori e
sceneggiatori.
(A me sarebbe tanto piaciuto
aggiudicarmi uno di quelle pedane in legno su cui facevano recitare puffetta
Gillian Anderson per riuscire a tenerla nella stessa inquadratura con David
Duchovny nei primi piani…).
In mezzo a decine di pezzi di
provenienza diversa è stato messo all’asta anche un fogliettino giallo,
spiegazzato e stropicciato, che qualcuno aveva arrotolato e gettato via. Per
quel pezzettino di carta è stata pagata una cifra esorbitante perché? Perché
quel post-it era il finale come era stato concepito, quel finale che all’ultimo
è stato deciso di cambiare e che nessuno ha mai visto.
Questa scena mancante di X-Files
non so se dovesse essere montata prima o dopo l’abbraccio finale fra Mulder e
Scully oppure addirittura prima, a seguito della distruzione delle rovine
Anasazi da parte degli elicotteri neri, comunque si svolgeva più o meno con la
telecamera si apriva su uno scenario abbastanza noto: la sala ovale, lo studio
del presidente degli Stati Uniti alla Casa bianca, qualcuno, forse proprio il
super soldato che era in mezzo ai giudici durante il processo-farsa di Mulder,
doveva consegnare al presidente in persona quel biglietto, il presidente lo
leggeva: “La verità è stata scoperta” e poi lo arrotolava e buttava via e
doveva assumere più o meno un volto fra il sorpreso e il disperato.
E questo doveva dire tante cose…
prima di tutto che il governo ombra era legato a doppio filo, se non
addirittura essere lo stesso governo regolare e democratico del paese. Che
Mulder almeno un piccolo misero punto lo aveva finalmente messo a segno. Il
solo fatto che qualcuno, un gruppo, seppur ristretto di persone (Mulder,
Scully, Skinner, Doggett, Reyes, Kersh e Gibson – il temuto Gibson –) fosse a
conoscenza del piano di invasione aliena, della cospirazione e forse anche
della data, di quel 22 dicembre 2012, metteva di per sé a rischio di
esposizione tutta la storia. E Mulder lo aveva sempre saputo che esporre la
verità nuda, anche se per i più sarebbe apparsa una sciocca follia, a qualcuno,
da qualche parte avrebbe fatto scattare una molla. E tanti singoli a cui è
scattata una molla fanno una Resistenza. Che il presidente potesse entrarci in
un modo o nell’altro ce lo avevano già iniziato a dire nell’ottava stagione,
quando un uomo con un Cd-Rom con scritto sopra FTF aveva cercato di raggiungere
il presidente ed era stato ucciso nel tentativo di far sapere al primo
cittadino la verità. Lo shock che il presidente in persona fosse a tirare le
fila della cospirazione avrebbe fatto più presa, anche il sospetto che forse
l’uomo più potente del mondo fosse addirittura un supersoldato in persona non
doveva essere da meno. Questo finale lasciava molte più porte aperte e forse
vendicava, almeno in parte, tutte le sofferenze dei nostri FBI preferiti.
Invece, Chris Carter o chi per
lui, ha deciso che quella nota, non fosse più il caso che arrivasse nello
studio ovale. Forse la produzione, forse il gruppo degli sceneggiatori o la Fox
stessa (oppure una congiura internazionale che ha visto collaborare CIA e KGB!)
hanno deciso che il presidente e il governo regolare dovevano rimanere fuori da
tutto questo. Che non era il caso.
La nona stagione è infatti
iniziata all’ombra dell’11 settembre. L’impatto emotivo sugli americani è stato
tale, che la produzione può aver deciso di non rischiare. Non è la prima volta
che su questo telefilm si inserisce con prepotenza la vita reale. Anzi
riferimenti alla realtà storica e culturale sono sempre stati al centro della
serie e la produzione ha sempre fatto molta attenzione all’umore del pubblico,
facendo sterzare la stagione anche a metà se era il caso. Il metodo di
produzione lo ha permesso perché normalmente XF si è girato e montato a
rotazione. Ovvero in agosto è partita la preparazione, a settembre/ottobre si
inizia a proiettare i primi episodi finite e con un solo vantaggio di poche
settimane si filmano e girano gli episodi successivi. Nella stessa settimana
infatti accadeva che in televisione andasse in onda l’episodio 1, il 2 e il 3
fossero pronti, si stesse montando il 4, girando il 5 scrivendo il 6 e ideando
il numero 7. E’ ovvio che qualsiasi cosa che stesse accadendo, al momento della
messa in onda dell’episodio 1 avrebbe potuto influenzare la produzione di
quelli a venire ancora in corso d’opera. In USA l’ultimo episodio 9x19/9x20 è
andato in onda il 19 maggio ma è stato girato appena in marzo/aprile.
ANTI YUPPISMO & NO GLOBAL
X-Files è, in tutto e per tutto
un frutto degli anni ’90. Un precursore dei no-global, farcito di una filosofia
anti arrivista in aperta contrapposizione con la maggiore pratica Usa degli
anni ’80.
Negli anni ’80 la massima
filosofia applicata in materia di filosofia di vita è stato lo Yuppismo più
sfrenato. La cultura americana sentenzia il primato dell’apparire sull’essere.
Essere di successo e avere successo sono più importanti di ogni cosa. Non basta
essere i migliori, ma si deve essere riconosciuti dagli altri come tali.
Vincere ed essere riconosciuti vincitori sono il must, non importano il metodo,
la strada seguita e tantomeno si può stare a guardare in faccia legami
affettivi e sentimentali quando tutti sono improntati ad arrivare al successo,
a discapito di tutto e tutti.
Negli anni 80 nasce il concetto
di status symbol, auto, orologio, casa e palestra diventano il simbolo di un
“poterselo permettere” che altro non sono che ostentazione del grado del
successo raggiunto.
XF negli anni ’90 è forse la
prima produzione di successo che dice basta a tutto questo. Mulder per primo è
l’identikit di un uomo che nel suo campo è il migliore (profiler) al quale non
interessa il riconoscimento, sa di essere il migliore e non gli importa scalare
gli uffici dell’FBI ed essere quindi riconosciuto come tale, anzi, dà un calcio
al suo futuro e al successo per inseguire un sogno e un’ossessione. Per la
visione yuppista degli anni ’80, Mulder sarebbe un personaggio inaccettabile.
Peggio ancora è Dana, che dà un calcio al proprio futuro e manda al diavolo le
proprie possibilità di salire nella scala sociale solamente per puro senso di
lealtà verso Mulder (questa poi!!!). Più volte le verrà offerta la possibilità,
solo a lei, di lasciare lo scantinato e prendere, da sola, l’ascensore. La
prima volta rifiuta nella seconda stagione, in Tooms, ma l’offerta gli si
parerà di fronte di nuovo nella sesta stagione in Tithonus. La scelta di Scully
sarà sempre quella di mandare tutti al diavolo e restare fedele alla fiducia di
Mulder che ha riposto in lei.
Con il passare degli anni, sempre
per essere fedeli a se stessi, per fregarsene delle apparenze e degli status
symbol, guardando solo all’essenza e al contenuto, i nostri due eroi al posto
di salire nella scala sociale finiscono con lo scendere, finendo per diventare
dei reietti, degli epurati.
Guardando su un altro piano, lo
stesso telefilm ha preferito sempre, il contenuto delle storie e dei dialoghi
sull’apparenza degli effetti speciali. Mentre tutte le produzioni erano
rimaste, per così dire agli anni ’80, dando al pubblico inseguimenti e
sparatorie, effetti speciali e fuoco e fiamme, conditi con dialoghi a
monosillabi e parolacce, XF intuendo (o perfino anticipando) il gusto del
pubblico fornisce un prodotto completamente diverso e anticonvenzionale,
addirittura con lunghi e statici monologhi Shakespariani. Dove la retorica
filosofia americana è fatta di patria, famiglia, torta di mele e arrivismo, in
XF abbiamo cospirazioni governative, famiglie pronte a tradirti e a ingannarti
nella totale mancanza di affetto, insalate salutiste e idealismo puro. Come mai
gli americani hanno apprezzato una serie così anticonvenzionale? Semplice, in
XF ci si ribella per esempio al potere delle multinazionali nel 1994 con F.
Maculata e nel 1999 nasce il movimento di Seattle e i no-global… coincidenza?
Non penso proprio. Penso piuttosto che il geniaccio di CC abbia saputo leggere
in anticipo le istanze che venivano dalla massa, dando voce a quei dubbi che
tutti avevano, portando sullo schermo quei “basta” che solo molto più tardi
anche per gli americani sarà ammissibile dire a voce alta.
E anche questa volta, dopo l’11
settembre Chris Carter ha guardato nella personale sfera di cristallo che ha
dentro e ha fatto lo stesso. Di fronte al terrorismo esterno, l’America si è
compattata intorno alle sue istituzioni, in un movimento spontaneo di
Restaurazione dei vecchi miti. Confermando la propria fiducia nel “sistema”,
volendo credere che la democrazia esista e coincida con il presidente e
ignorando volutamente il sistema delle lobby, che la famiglia sia solo quella
tradizionale. La restaurazione americana è stato un processo veloce e
repentino, avvenuto in meno di un anno. CC e la 1013 hanno capito che non
tirava più aria per le cospirazioni governative, per parlare della corruzione
nell’FBI e nel governo, per una famiglia fatta da due che si amano sinceramente
ma in modo strano e anticonvenzionale, non convivono e hanno figli fregandosene
dell’opinione e del sentire comune.
Dopo l’11 settembre l’America è
tornata di colpo a voler credere alla patria, alla famiglia e alla torta di
mele.… E’ anche per questo che se vuole portare gli americani al cinema nel
2003 CC sa benissimo che potrà parlare di mostri mutanti, di killer paranormali
in un episodio “solo standing” ma non gli converrà toccare il tasto della
mitologia, con i governi ombra, le cospirazioni e le congiure nel cuore
dell’FBI.
Quello che si poteva ben dire il
10 settembre 1993, non lo si può più dire dopo l’11 settembre 2001.
Ed è così che il biglietto non
arrivò mai sulla scrivania del presidente!
un bacio – babbacop