Gli Arredi Shakers



Etichetta per i mobili con il marchio registrato nel 1873.Questo spazio è dedicato ai famosi arredi shakers. Gran parte dei contenuti presenti sono già stati pubblicati su testate giornalistiche o su altri siti. L'intento è quello di fornire argomenti in lingua italiana riguardante questi arredi che hanno rivoluzionato l'architettura del mobile. Siamo lieti di riceve contenuti e segnalazioni di link per arricchire questo contenitore [Arredi_Shaker at libero.it]. Dove possibile sarà citata la fonte.

Il movimento Shaker (l'eredità degli shaker)
(dalla tesi "Design come mass-medium" di Sara Barbieri)

Progettazione di arredi: un’espressione di verità

Gli Shakers fondarono il loro credo in Dio come un’esperienza personale e non come dogma o teoria scritta. Lo shakerismo, nel corso di 200 anni, ha dimostrato che la religione è un fatto dinamico, pur mantenendo dei principi base intatti nel tempo. La loro catechesi forse può essere meglio espressa con le opere ed i manufatti a noi giunti. Ogni pezzo di arredo fornisce un capitolo della loro filosofia di credenti in un’espressione tridimensionale di verità.

Anche nel caso di un contenitore o uno scrittoio, di una sedia o di un tavolo, il mobile è privo di ornamenti non necessari. La finitura può essere semplicemente verniciata o leggermente colorata; spesso si lascia grezza evidenziando al vivo la venatura (fig. 30) sottostante del legno. La progettazione è sempre chiara: le mensole rettangolari, i letti sono orizzontali, le sedie sono semplici come la loro funzione richiede. Gli accessori (fig. 31) e le finiture non attinenti allo scopo e il legno “inutile” dei fregi sono inesistenti. Ci possono essere alcuni accessori in legno, una sottile maniglia, o un pomello (fig. 32), ma questi servono solamente ad evidenziare l’estrema semplicità e funzione di ogni pezzo.

Gli Shaker snobbarono gli ornamenti quali simboli di vacua ostentazione ed inutili. “Il bello, così come tu lo chiami, è assurdo ed anormale” disse Elder Frederick Evans della comunità di Mount Lebanon “esso non ha interessi con noi. L’uomo divino non ha diritto di gettare danaro in quello che chiama bello nella sua casa o nella vita quotidiana, mentre ci sono persone che vivono in miseria”. Nonostante tutte le condanne degli Shakers sui canoni puramente estetici degli uomini, la bellezza dettata da Dio quale espressione di armonia ed ordine, che gli Shakers professano in ogni aspetto della loro vita, è il risultato dei loro arredi, in cui il significato di bellezza è intrinseco e di ispirazione divina.

Per gli Shaker, un buon progetto deriva solamente dall’utilità. “Quello che in se stesso ha il più elevato uso, possiede la più grande bellezza” questo adagio Shaker riassume la filosofia dei loro mobilieri un secolo prima che a Chicago l’architetto Louis Sullivan enunciasse lo stesso concetto nel ben conosciuto detto “Form follows function”.

Assai prima che la scuola del Bauhaus o Frank Lloyd Wright formulassero le loro dottrine sul funzionalismo, gli Shakers compresero che non era necessario ricoprire un tavolo con marmi, lamine o tessuti, ma che esso ha bisogno solo di un piano e delle gambe, con un’intelligente progettazione ed una valida costruzione. Gli Shakers rigettarono secoli di superfluità per esporre le forme essenziali dell’arredamento (fig. 33).

Molti designers, progettisti e storici dell’arredo sono concordi nell’affermare che lo stile Shaker è stato il predecessore delle moderne tendenze dell’arredamento attuale.

E’ chiaro che gli Shakers possedessero un sofisticato senso estetico. Essi presero gli arredi dei primi americani e ne ridefinirono le forme. Gli artigiani Shaker avevano una profonda manualità e conoscenza della lavorazione dei materiali: uno scalpello dato in mano ad un lavorante poteva sapientemente creare un effetto di finitura e di arrotondamento senza alcuna traccia di decorazione esterne.

A volte gli Shakers usavano sottili accorgimenti. Strisce di legno, per esempio, non erano strettamente necessarie per la funzione o la costruzione, ma usate sapientemente conferivano un delicato grado di naturalezza sugli spigoli delle credenze e dei mobili.

Attraverso la non-materialità, gli Shakers furono acutamente sensitivi e propositivi al loro sviluppo fisico. Per loro, grazia ed armonia derivavano da un piano divino di Dio che si propagava negli oggetti che loro stessi creavano.

Nonostante questo permeare di spiritualità e di piacevole sensibilità progettuale, cosa rara tra i costruttori di arredi, gli Shakers non furono i soli. Dall’altra parte del mondo, in una cultura completamente differente, i designers giapponesi crearono lavori che vennero apprezzati immediatamente.

Gli Shakers sono stati i precursori della produzione modulare ed in serie degli arredi. La loro filosofia della funzione e della ripetizione della stessa portò a sviluppare progetti ed esecuzioni estremamente modulari e ripetitive; la serializzazione e componibilità dei moduli consentiva di raggiungere una risultante estetica compositiva (fig. 34) con risultati di piacevole gusto. Nei loro moduli di arredo (fig. 35), cassettiere, unità base ecc. la standardizzazione è stata realizzata con notevoli risultati sia progettuali sia di produzione per semplicità ed ingegno consentendo notevoli economie di scala. Non a caso le comunità Shakers iniziarono a produrre mobili ed oggetti con produzioni tali da iniziare un commercio industriale con cataloghi ed esposizione degli oggetti da loro creati.

Possiamo affermare che gli Shakers sono stati i capostipiti della moderna produzione industriale di massa dell’arredo.

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