Gli Arredi Shakers



Etichetta per i mobili con il marchio registrato nel 1873.Questo spazio è dedicato ai famosi arredi shakers. Gran parte dei contenuti presenti sono già stati pubblicati su testate giornalistiche o su altri siti. L'intento è quello di fornire argomenti in lingua italiana riguardante questi arredi che hanno rivoluzionato l'architettura del mobile. Siamo lieti di riceve contenuti e segnalazioni di link per arricchire questo contenitore [Arredi_Shaker at libero.it]. Dove possibile sarà citata la fonte.

L'influenza Shaker sul design scandinavo
(dalla tesi "Design come mass-medium" di Sara Barbieri)

Usando moderne tecniche di vendita, come l’utilizzo di un catalogo postale e di una showroom di prodotti, gli Shakers iniziarono la vendita delle loro sedie in quantità nella metà del XIX secolo. Nel 1870, nacque la sedia modello “business” e la fabbrica presso Mount Lebanon iniziò una produzione in serie di sedie di tipo popolare sotto la direzione di Robert Wagan. Nel 1927 una di queste sedie “con braccioli e seduta morbida” trovò in Danimarca l’attenzione particolare di uno dei più importanti personaggi del moderno movimento Scandinavo, l’architetto Kaare Klint (1888-1954) (fig. 24).

Questo tipo di sedia con braccioli, costruito a Mount Lebanon, New York, verso il 1880, ispirò molti designers scandinavi moderni.

Klint fu co-direttore del Museo delle Arti Decorative di Copenhagen e responsabile di decorazione d’interni dell’Accademia Reale d’Arte. Quando Klint vide quel tipo particolare di sedia a dondolo americana con schienale in legno curvato, ne fu fortemente impressionato. Egli prese, infatti, il progetto e le misure reali e li utilizzo quali canoni base d’ausilio all’insegnamento del design. Fino a quel momento nessuno in Danimarca conosceva tale tipologia di sedia e l’origine degli Shakers, se non per sentito dire in qualità di “primi americani”. In seguito, vennero acquistate alcune sedie per il Museo Danese di Arti Decorative e nulla più.

Solamente nel 1937, quando Edward Deming Andrews e Faith Andrews pubblicarono un libro sull’arredamento Shaker e sull’artigianato di tale popolo (Yale University Press, 1937, ristampa Dover Publications, 1964) i Danesi impararono l’origine e la filosofia degli Shakers in modo completo e compresero l’ispirazione profonda delle loro forme progettuali.

Negli anni dopo la prima guerra mondiale, la dottrina del funzionalismo fu adottata dai designers e dagli architetti sia negli Stati Uniti sia in Europa: il funzionalismo e le asserzioni degli Shakers furono adottate quali canoni di design.

Nel 1939 la Società Cooperativa Grossisti danese pensò di creare una linea di mobili che, ben progettati, accattivanti ed affidabili, potessero essere prodotti su larga scala per l’uso quotidiano di massa. La società, con una propria azienda di produzione - la FBD Mobler - mise Borge Mogensen (1914-1972) a capo del progetto. Apprezzato costruttore di arredi, Mogensen aveva lavorato per Klimt ed aveva conoscenza del fascino che gli Shaker avevano prodotto, con i loro mobili, sul famoso architetto. Mogensen riconobbe l’approccio funzionale delle forme Shakers e che i loro progetti erano molto adatti ai processi di produzione industriale.

Mogensen progettò molte sedie basandosi su prototipi Shaker; tra queste, la famosa J39, fu progettata nel 1947 (fig. 40). Con un semplice basso schienale inclinato, opportunamente sagomato, la J39 è un chiaro riferimento alle caratteristiche degli Shakers di mantenere composta la postura al tavolo durante il pranzo.

A complemento delle sue sedie, Mogensen progettò un semplice tavolo su cavalletto, chiaramente ispirato ad una figura di Hancock dipinta su un libro di arredamento Shaker (fig. 41). Rispetto al modello Shaker tradizionale con quattro gambe agli angoli del piano, Mogensen realizzò un tavolo appoggiante su un cavalletto formato da due coppie di gambe sottili e ravvicinate tra loro poste alle estremità del telaio. La struttura con gambe ravvicinate conferisce al tavolo una snellezza ed una semplicità estrema, rinforzando gli spessori e la zona critica delle giunture: risultato una robusta struttura con un progetto pulito e leggero.

Mogensen enfatizza ulteriormente la leggerezza delle gambe arrotondandone gli spigoli, sull’eco dei vasti arrotondamenti trovati sui disegni della comunità di Hancock.

Non a caso il tavolo di Mogensen ridefinisce un classico dello stile Shaker.

La FDB Mobler mise in produzione la sedia ed il tavolo progettati da Mogensen e li esportò anche negli Stati Uniti dove ci furono entusiasti consensi. Per molti americani i prodotti della FDB Mobler introdussero lo stile scandinavo moderno.

Il più importante dei progettisti di arredo scandinavi è probabilmente Hans Wegner, il quale affermò che il design e la funzione andavano mano nella mano.

Wegner riassunse la sua filosofia in un’intervista del 1979: “C’e’ molta confusione oggi su che cosa è moderno e che cos’e’ funzionale .... e la mia speranza è sempre che le persone non siano programmate ad inseguire le novità ma imparino a valutare che cos’è semplice e puro nel progetto dei beni. Gli oggetti dovrebbero eseguire il lavoro per cui sono stati progettati. Io non penso che questo sia chiedere troppo“.

Wegner confermò questa sua affermazione vincendo numerosi premi nell’annuale competizione sponsorizzata dalla società dei costruttori di mobili di Copenaghen. Dopo la seconda guerra mondiale, egli progettò per la Danish Cooperative Wholesale Society una poltrona a dondolo di ispirazione Shaker. Oggi egli è meglio conosciuto per la sua Peacock Chair (1947) (fig. 42) con lo schienale a coda di pavone e la sua classica Chair (1949) (fig.43). Nessuno di questi famosi pezzi è di ispirazione apertamente Shaker, ma entrambi rappresentano una continuazione dei principi riscontrati nella sua sedia a dondolo (J16) (fig. 44).

L’influenza degli Shakers ispirò anche la progettazione d’interni per Thiele, importante ottico in Copenhagen. Klint e Vilhelm Wohlert ne progettarono lo spazio di vendita a metà degli anni 1950: un’intera parete fu pannellata in legno e ricoperta da una moltitudine di piccoli supporti a vista per sostenere le numerosissime montature degli occhiali. Dettagli, arredi ed artigiani furono di altissimo livello. Klint e Wohlert ebbero familiarità con la casa della comunità Shaker di Hancock e sicuramente furono influenzati dai grandi espositori a ganci per le suppellettili da cucina che videro in quel luogo.

La Scandinavia iniziò l’esportazione in massa della propria produzione di arredi negli Stati Uniti nel 1950. Dal 1960 lo stile incontrò enorme popolarità, che continuò nella successiva decade. Molti americani crebbero con il moderno stile scandinavo, ammirandone la pulizia delle linee e la notevole funzionalità, ignorando completamente che diversi pezzi importanti di tali arredi erano stati ispirati dalle comunità Shakers delle loro stesse terre.

Quelli di loro che diventarono progettisti di arredi scoprirono questo fatto. Molti di noi dovrebbero esplorare la tradizione Shaker, disegnando e progettando attingendo direttamente dai canoni della loro purezza, semplicità di forme e funzionalità.

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