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Arciragazzi Bologna 

La storia dell'Arciragazzi attraverso un ritratto originale del suo fondatore...


Carlo Pagliarini e l’ARCIRAGAZZI

"Noi siamo tra i costruttori di castelli in aria.
Ora dobbiamo costruirci, sotto a quel castello, delle fondamenta.
E’ ciò che stiamo facendo, senza rinunciare a rendere di tanto in tanto più bello e
rilucenti le sue alte torri!"

   Nel 1981 si costituisce ufficialmente a Napoli l’ARCIRAGAZZI di Carlo Pagliarini. Dopo il tramonto dell’era dei Pionieri, di cui Carlo è stato dirigente e straordinario protagonista, si realizza finalmente il sogno di ridare vita ad un'associazione laica dei ragazzi, sogno che Carlo ha coltivato nel frattempo come dirigente dell’ARCI negli anni ‘70. Al suo fianco c’è un gruppo di giovani educatori, "un manipolo di sognatori" che lo seguiranno per tanti anni ed alcuni, ancora adesso, sempre meno giovani ma ancora con l’entusiasmo e la voglia di sognare porta avanti le sue idee e il suo progetto innovativo.
Purtroppo i progetti veramente innovativi spesso non sono capiti, anzi sono osteggiati.
In un paese dove è sempre esistita e permane tuttora una cultura ispirata all’adulto, al paternalismo, la battaglia ideale di Carlo, il quale, da sempre, ha considerato i bambini come una gran risorsa troppo spesso sottovalutata e ignorata, è stata frequentemente segnata da momenti d'amarezza e delusione.
Sempre però è prevalso in lui l’ottimismo e la voglia di continuare, di costruire nuovi rapporti in un dialogo e confronto con tutti, con la disponibilità, la dolcezza, la totale buona fede, la trasparenza e la correttezza che ha contraddistinto tutta la vita di Carlo.
Noi allora eravamo "arrabbiati, creativi, simpatici ed iper-attivi". Volevamo vedere svilupparsi e subito realizzarsi i nostri progetti con i bambini. Avevamo 20 anni! Carlo ci spronava, ci motivava, ci faceva sentire protagonisti di un progetto di cambiamento. La realizzazione di un progetto extrascolastico pieno di nuovi contenuti educativi e culturali per e con i bambini e ragazzi.
Gli spazi, il gruppo, il gioco, l’avventura, i laboratori tecnici e scientifici, le vacanze, gli scambi internazionali: questi erano i temi che affrontavamo in quel periodo.
Gli spazi d'aggregazione e socializzazione. Nelle città, nei comuni, nei circoli ARCI. Quanta poca disponibilità da parte di tutti! Quanto è stato difficile conquistare una saletta in un circolo, in un quartiere! Quanta differenza, mancanza d'aiuto, disattenzione!

I nostri slogan :

ASSOCIAZIONE E PROTAGONISMO

CITTADINI DEL MONDO

SOLIDARIETA’ E INTERCULTURA

LA CITTA’ IN TASCA

PRENDIAMO LA PAROLA

NOI NON VOTIAMO… MA VOTEREMO

Carlo ha sempre considerato come irrinunciabile nel nostro progetto: la valorizzazione della soggettività infantile, rilevando tra i suoi bisogni d’oggi l’esigenza di superare l’isolamento dei bambini e la loro riduzione a figli e scolari.
La grande intuizione e sensibilità pedagogica di Pagliarini è stata quella di promuovere un'associazione educativa fatta di bambini, ragazzi, genitori, educatori, non connotata da approcci ideologico, ma da una pratica educativa che punta al coinvolgimento, all’assunzione di compiti e responsabilità, alla partecipazione attiva dei bambini e dei ragazzi stessi.
Forse troppo condizionata dai modelli di riferimento cui vuole assomigliare per svilupparsi capillarmente (l’ARCI, i Pionieri), quell’associazione immaginata da Pagliarini e dai primi dirigenti dall’ARCIRAGAZZI non riuscirà a trovare, negli anni, la compiuta e diffusa realizzazione che ci si aspettava. Molta qualità, ma poca quantità. Tuttavia, il lavoro prodotto in quegli anni serve a creare in tante persone una consapevolezza e una sensibilità al lavoro educativo, per progetti, che non è onnipresente nella tradizione laica.
Nel progetto educativo di Carlo Pagliarini la famiglia e la scuola rivestono un ruolo importante ma insufficiente. Vi è una vasta zona di tempo libero che sta tra la scuola e la famiglia, che non può essere ignorata. L’impegno e gli obiettivi dovrebbero però essere comuni in un’ottica proficua collaborazione.
 

    Negli anni ’80, in collaborazione con l’istituto di scienze dell’Educazione di Bologna e con il Prof. Franco Frabboni, Carlo realizza la rivista pedagogica "Albero ad elica".
È una forte spinta di sensibilizzazione al sistema formativo integrato.
Scuola – Famiglia – Enti locali e Associazioni dovrebbero lavorare "in rete" per l’educazione dei bambini e dei giovani. S'intensificano i momenti formativi con gli educatori e i dirigenti in collaborazione con l’Università. Si rilanciano i CENTRI ESTIVI con i comuni.
Terminata la scuola, le strutture funzionano da punto d’accoglienza assistenziale per i bambini con i genitori che lavorano. Tutta l’estate, dalla mattina alla sera, sono seguiti da insegnanti stanchi e demotivati in una situazione di mero "controllo".
L’ARCIRAGAZZI promuove su tutto il territorio nazionale dibattiti, convegni e iniziative sull’ESTATE DEI RAGAZZI.
Si tratta di qualificare l’estate come importante momento di svago, di socializzazione, d'avventura con gli amici, di conquista all’autonomia. Gli educatori di Carlo Pagliarini propongono progetti ai Comuni, iniziative estive che coinvolgono i bambini in laboratori fantastici, grandi giochi all’aperto, feste di piazza e animazioni teatrali, spettacoli itineranti.
Sono organizzati grandi incontri di bambini e ragazzi con gli aquiloni (la grande festa di Coloriamo i cieli prima al Lago Trasimeno, poi in tutta Italia), con il circo, con l’animazione di strada e i grandi giochi (uno per tutti, il Rally Infernale per imparare ad apprezzare la lettura), con i LUDOBUS e le ludoteche. Sono organizzate vacanze in strutture concesse dai Comuni in convenzione. Sono spesse casolari nel verde e in campagna.
Carlo organizza seminari, si mettono in contatto le associazioni ambientali, si realizzano bellissimi progetti natura.
Sul versante internazionale, non sfugge alla consapevolezza di Carlo che le tradizionali forme di aggregazione storica delle associazioni educative in Europa (Falchi, Pionieri) vanno superate, e si arriva così alla costituzione della FIEEA (Federazione per gli scambi educativi), di cui l’ARCIRAGAZZI è fondatore di cui entreranno in breve a far parte, oltre ad associazioni francesi, tedesche e spagnole, anche associazioni africane, gli scambi internazionali diventano uno degli elementi caratterizzanti l’idea che l’ARCIRAGAZZI ha del processo una formazione dei bambini e adolescenti.
Carlo non ha avuto una vita facile come educatore, ma è stata certamente una vita felice, contrassegnata da incontri speciali con Loris Malaguzzi, Gianni Rodari, Bruno Ciari.
Incontri dai quali attingeva nuovi stimoli e nuove energie per proseguire nella realizzazione delle sue "utopie".
Negli ultimi e dopo parecchi viaggi all’estero, Carlo si era reso conto che la questione minorile aveva ormai assunto i connotati di un’emergenza culturale. I minori sono l’unica categoria sociale priva di rappresentanza. Non votano, non hanno poteri. Carlo intuisce con carezza e lucidità che "occorre porsi in atteggiamento critico rispetto a molte pratiche ora attive. È necessario trovare la strada per fare prendere la parola ai ragazzi. Farne dei soggetti attivi e non soltanto dei consumatori di merendine". Nel 1986 grazie alla collaborazione del Ministero degli Interni, l’ARCIRAGAZZI lancia la proposta di una grande indagine a campione in cinque città d’Italia sulla condizione del tempo libero di bambini da sette a undici anni. È la prima volta in Italia che si raccolgono dati sulla situazione extra - scolastica dell’infanzia, un contributo importante ma sottovalutato.
Vi sono stati parecchi momenti di sconforto, di crisi e anche di conflitto tra i dirigenti dell’ARCIRAGAZZI, ma Carlo non ha mai "mollato"! Sempre propositivo e ottimista – sosteneva: "c’è uno spazio straordinario per un'associazione come la nostra". Uno spazio sociale, culturale, politico. Basato sull’originalità e anche la parzialità dell’analisi, sulla convinzione che le cose ora non vanno bene, che esiste anche se non avvertita, l’urgenza di operare per dare spazio al soggetto sociale ora silente perché reso muto. Questa è la politica di un’associazione che si affaccia al duemila. Non mettiamo come priorità quella di formare l’uomo di domani attraverso la somministrazione di precetti pedagogici. Poniamo l’urgenza di togliere dal disagio il ragazzo cacciato nella solitudine del consumismo e dalle condizioni specifica della vita di oggi. Lo vogliamo rendere soggetto pieno "oggi, non domani". Operando bene oggi, gli forniremo strumenti utili anche per costruirsi il suo domani. Ed è per questo che per Pagliarini l’ARCIRAGAZZI doveva "diventare sempre più un soggetto educativo che raccoglie e rilancia energie consapevoli o da rendere consapevoli del mondo adulto a partire dai genitori, dai giovani educatori, capaci e appassionati, e dei bambini adolescenti che dobbiamo aiutare a liberarsi da stati di isolamento, di solitudine, d’incapacità apparente".
L’ultimo periodo della vita di Carlo lo vede impegnato per i diretti, sui CONSIGLI NAZIONALI DEI RAGAZZI, FINO ALLA COSTITUZIONE DI DEMOCRAZIA IN ERBA.
Nel 1996 viene realizzato un importante rapporto sulla condizione dei minori in Italia dal titolo "DIRITTO DI CRESCERE E DISAGIO".
Il rapporto è realizzato dal CENTRO NAZIONALE DI DOCUMENTAZIONE SUI MINORI costituito presso l’ISTITUTO degli INNOCENTI di Firenze su mandato della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento Affari Sociali.
Carlo Pagliarini è tra il gruppo di collaboratori ed esperti che realizzano il trattato.
In quel periodo Carlo è membro dell’Osservatorio Nazionale sui Problemi dei Minori.
Il suo impegno è proteso a far comprendere a livello politico l’importanza di attivare strategie organiche e coordinate partendo da un monitoraggio permanente sulla condizione della vita dei minori.
Riuscirà a vedere approvato poco prima di lasciarci, la legge 285/97 PIANO DELL’INFANZIA proposto dall’onorevole Livia Turco.
Con la realizzazione dei Consiglio Comunali dei Ragazzi, viene messa in atto la strategia del coinvolgimento e della partecipazione attiva dei ragazzi.
"Partecipazione " è il processo di appropriazione del potere.
I diritti riconosciuti ai minori restano infatti ancora parziali e soprattutto soltanto proclamati. Occorre operare affinchè i bambini escano dalla marginalità. Perché ciò accada occorre che agiscano con capacità adeguate al compito, forze associate, donne, uomini, giovani motivati e capaci di costruire ed affermare, l’idea della soggettività dei minori: con gli altre 60 Consigli Comunali dei Ragazzi, realizzati in tutta Italia si è avviato un importante percorso di partecipazione dei giovani ed un processo di conoscenza concreto di democrazia ed educazione civica.
E’ un’importante forma di attivazione dei bambini e delle bambine ad un esercizio di cittadinanza intrecciato ad un rapporto bambini – adulti propositivo e costruttivo. Insieme a Carlo vengono organizzate le assemblee delle basi Arciragazzi. Gli adolescenti Arciragazzi di tutta l’Italia si incontrano insieme agli educatori e si confrontano. Nascono idee, stimoli, nuove proposte. Si definiscono alcuni diritti prioritari per i ragazzi. Esce da loro stessi la linea politica e la progettualità odierna.

DIRITTO DI PAROLA: troppo spesso non trova un’adeguata applicazione nella famiglia, nella scuola, nella società.

DIRITTO AD AVERE SPAZI di incontro al chiuso e all’aperto con coetanei ma anche con adulti.

DIRITTO A MODIFICARE QUESTI SPAZI apprendendo cosi l’arte della partecipazione, della democrazia, del cambiamento.

DIRITTO DI CAMMINARE NELLA PROPRIA CITTA’ cioè di diventare visibili, di essere cittadini riconosciuti.

DIRITTO ALLA SICUREZZA e quindi a forme di tutela che non siano però infantilizzanti.

DIRITTO AD INCONTRARSI CON ADULTI disposti all’ascolto, alla collaborazione, allo scambio: a vivere esperienze comuni.

DIRITTO AD ESSERE CONSULTATI e ad essere presi in considerazione ogni qualvolta s'intervenga con opere e progetti sugli ambienti di vita e nel territorio nel qual si vive.

Per rendere operanti questi diritti diceva Carlo: non occorrono tanti miliardi, anche se non guasterebbero: occorre l’accettazione consapevole di uno stato di diritto (ripeto di diritto, non di tutela !) dei minori. La cultura da imporre deve essere questa: FARE EMERGERE SEMPRE IL PUNTO DI VISTA DEI RAGAZZI !


Serena Frascaroli

Paolo Gallinari

Luigi Bandera

(Gli storici…. Sognatori !!)

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