Edgard Allan Poe

Poe (Edgar Allan), scrittore americano (1809-1849). Figlio di due attori girovaghi, David, di origine irlandese, ed Elizabeth Arnold, di origine inglese, rimase orfano a due anni. Adottato da due ricchi mercanti di Richmond, i signori Allan, dei quali assunse il nome, ricevette un'adeguata educazione, che proseguì, come raccontò in William Wilson, in Inghilterra, dove i genitori adottivi si erano temporaneamente trasferiti, dal 1815 al 1820. Rientrato in patria, frequentò la scuola Clarke e si iscrisse all'università di Virginia, da cui però venne allontanato dopo un anno, nel 1826, per indisciplina. Emerse in questo periodo di dissolutezza, durante il quale cominciò a bere, a giocare e a indebitarsi, l'instabilità del carattere del futuro scrittore. Trasferitosi prima a New York, dove pubblicò Poesie (1831) [una prima raccolta di versi, Tamerlano e altre poesie, era già apparsa nel 1827], e poi a Baltimora presso la sorella del padre, Maria Clemm, che fu per lui una nuova madre, vinse i cento dollari del concorso indetto dal Baltimore Saturday Visitor con il Manoscritto trovato in una bottiglia. Nel 1837 si trasferì a Filadelfia al Gentleman's Magazine. Intanto apparvero su varie riviste i cosiddetti «racconti del terrore», tra cui Ligeia (1835), La rovina [o La caduta] della casa degli Usher (1839), e il suo unico romanzo, Le avventure di Gordon Pym (Narrative of A. Gordon Pym of Nantucket, 1837-1838). Nel 1840 furono raccolti in volume i racconti già pubblicati (Racconti del grottesco e dell'arabesco). Abbandonata la rivista nel 1842, P. visse gli anni più tragici della sua esistenza: la moglie gravemente affetta da tubercolosi, lui stesso ammalato, con l'alcool unico rimedio alla miseria e alla disperazione. A questo periodo risalgono i cosiddetti «racconti del mistero» o del raziocinio: I delitti della via Morgue (tradotto anche come Il doppio assassinio della via Morgue, 1841), Il mistero di Marie Roget (1842-1843), e La lettera rubata (1845). La lucidità, la vigorosa capacità di analisi, che toccano il culmine nell'ingegnosa e appassionante vicenda dello Scarabeo d'oro (The Gold bug, 1843), considerato uno dei suoi capolavori, sono del resto prevalenti nell'opera di P, che ripercorre dall'interno le sensazioni, le immagini, le allucinazioni, i dati offertigli dalla fantasia, secondo quella che lui stesso ebbe a definire «fantasia analitica». Trasferitosi a New York pubblicò nel 1845 sull'Evening Mirror la lirica Il corvo (The Raven), che gli procurò un immenso successo, e riuscì a diventare proprietario del Broadway Journal; ma fu costretto a cederlo dopo un anno, nel 1846, per difficoltà finanziarie e per i soliti eccessi alcolici. Nel 1847 si spense la moglie Virginia, e la vita dello scrittore si fece frenetica fra viaggi, amicizie femminili e attacchi continui del male che lo minacciava: il delirium tremens. Dopo un ultimo soggiorno a Richmond, mentre si accingeva a sposare una vecchia amica, la ricca Elmira Royster Shelton, fu trovato in gravi condizioni davanti a una taverna di Baltimora il 3 ottobre 1849; quattro giorni dopo spirò in ospedale. La sua concezione estetica (Principi della poesia, postumi, 1850) rifiuta il lirismo romantico, diffida dell'ispirazione e si fonda sulla ricerca del «bello», depurato da ogni intenzione didascalica.

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