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Il 3 novembre 2006 uscirà una nuova raccolta composta da ben 3 CD, contenente brani presi da tutti i dischi precedentemente incisi da De Gregori. Questa raccolta contiene anche la canzone "Diamante" scritta molto tempo fa da De Gregori per Zucchero, che qui è cantata da De Gregori in una nuova versione musicale.
DISCO 1 | DISCO 2 | DISCO 3 |
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Dopo soli 11 mesi dalla pubblicazione di "Pezzi" (marzo 2005), venerdì 17 febbraio 2006 uscirà nei negozi il nuovo album di Francesco De Gregori, intitolato "Calypsos". E' stato prodotto come ormai d'abitudine da Guido Guglielminetti, il quale ha solo anticipato: «Di questo disco ci sarà da discutere per tutto l'anno. Credo che rimarrete scioccati».
In occasione delle interviste per "Pezzi", De Gregori aveva rivelato di aver composto molti altri brani oltre quelli e aveva anche anticipato l'intenzione di non aspettare quattro o cinque anni per un nuovo disco. Addirittura alla pubblicazione dell'album di Jovanotti "Buon sangue" rivelò: «Con un titolo così avrei già un disco di canzoni pronte».
Il disco è stato registrato in studio da novembre fino alla fine di dicembre del 2005.
«Cotto e mangiato. Scritto in un mese. Registrato e mixato in venti giorni, per giunta mentre avevo ancora nelle orecchie il disco precedente. Sono meravigliato io stesso, ma si vede che ne avevo bisogno, l'arte è una medicina contro i mali della vita. Mi sto scoprendo una tenerezza tardiva per i ferri del mestiere, addirittura un amore senile per la sala di registrazione, uno studio come quelli di una volta, sala grande, ampio spazio per l'ingombro fisico degli strumenti, nessuna fredda miniaturizzazione tecnologica. Mi hanno chiesto: com'è il disco? Ho risposto: intimo. Parla dei conti non risolti con l'amore, che rimane un momento di grande indecifrabilità. Si chiama "Calypsos", parla dei rapimenti d'amore. Il riferimento è più alla ninfa che fece innamorare Ulisse che al ballo, anche se una canzone è dedicata proprio al ballo. E un'altra, "Cardiologia", alla scienza del cuore, ammesso che sia una scienza quella...».
Dal 3 febbraio, il singolo "Cardiologia" viene trasmesso in radio (dal 1 febbraio, in anteprima, su Radio Deejay). L'intero disco sarà trasmesso a partire dal 13 febbraio su Radio Capital, in esclusiva. Sempre su Radio Capital, giovedì 16 febbraio, dalle 11:00 alle 12:00, Mary Cacciola ospiterà Francesco De Gregori che parlerà in ASSOLUTA ESCLUSIVA radio del suo nuovo lavoro.
(fonte: "il Giornale" del 16/01/06)
di Paolo Giordano
Colpo secco, nuovo ciddì. Sarà che uno non se l’aspettava così presto. O che lui, il Principe, di solito se le coccola le sue nuove canzoni, le lascia crescere e respirare sui fogli d’appunti, in sala d’incisione, sui tavolacci delle osterie. Comunque rieccolo ed è una sorpresa: appena undici mesi dopo il ciddì Pezzi, il dieci febbraio Francesco De Gregori ne pubblica un altro che nel titolo richiama una ninfa greca ma pure un ballo giamaicano, un titolo di bellezza e movimento e anche di svolta, massì. Calypso. De Gregori lo ha registrato di getto tra la seconda metà di novembre e dicembre, trascorrendo ore chiuso con la sua band nel piccolo studio di registrazione della casa di Spello, il borgo silenzioso nell’Umbria ai confini con le Marche. Settimane di lavoro al riparo dalle pressioni e dalle ansie, a pochi metri dagli uliveti che inseguivano le ombre lunghe del sole d’autunno. Lì De Gregori produce un extravergine da primato, con i riflessi verdi e asprigni dell’olio umbro, il Moraiolo o il Leccino, che già nel Trecento i contadini benedicevano col pane e il sollievo di un anno buono. E lì sono nate queste nove canzoni a bruciapelo, inattese e impegnative perché dovranno sovrastare l’eco delle altre appena uscite e anche loro subito benedette dagli osanna dei critici. Pezzi è stato un ciddì trasversale per Francesco De Gregori. Salutato come uno scampolo di poesia rock, gallonato da riferimenti simbolici a Celestino V (Vai in Africa, Celestino!) o alla Atene dei peripatetici (Gambadilegno a Parigi), è stato addirittura esposto alle luci volatili del Festivalbar dove lui, il Principe di Alice, ha voltato pagina, è salito in scena dopo Max Pezzali o Shakira o il pop usaegetta e ha dato l’imprimatur al segnale che era nell’aria: la canzone d’autore ora scende a patti, si fida di chi l’ascolta, non ha più paura di perdere quarti di nobiltà mostrandosi di prima sera in una gigantesca e coloratissima piazza tv. Risultato: un po’ più di centomila copie vendute, forse troppo poche, forse qualche mugugno dei discografici (è sotto contratto Sony/Bmg) che a ottobre hanno imposto l’album a metà prezzo per riaccendere le vendite. E allora dagli dentro. De Gregori ha finito la sua tournée partita in un tripudio di chitarre e pubblico nel palasport di Palermo sorpreso dalla festa eppoi ha deciso di rinunciare al piacere angoscioso dei foglietti di carta, degli appunti con gli accordi o delle parole lasciate lì a macerare o germinare in attesa di diventare canzoni. Ha registrato subito. E ha svoltato, dentro e fuori. Calypso è meno elettrico, più acustico, le chitarre si sono vestite a sera abbandonando tra gli alberi di Spello le ruvidezze dylaniane. E i testi, sembra, sono diventati meno politici nel senso vero di «polis», meno addolorati forse, dopo avere urlato nell’altro ciddì che «Se potessi rinascere ancora/ preferirei non rinascere qua». C’è la canzone Calypso che forse porta con sé i profumi dell’evasione o del rilassato, inevitabile disimpegno e c’è un altro brano che riapre alle atmosfere della Donna cannone. C’è insomma un nuovo De Gregori o forse un altro volto di De Gregori che nell’accelerazione creativa trova la cura al «rifiuto della politica» affiorato già tra le maglie di Pezzi, nelle canzoni ma anche nelle sue parole pubbliche, abituate da decenni ad avere ben altro tenore. Ora esce Calypso. Così, all’improvviso. Così, per il bisogno urgente di non lasciarsi scorrere altro tempo addosso senza il piacere o la rabbia di fermarlo tra le note di un disco.
L'album "Pezzi", uscito il 25 marzo 2005, è stato gratificato da parecchi riconoscimenti.
La critica l'ha premiato come miglior disco dell'anno con la Targa Tenco 2005. Ma non solo. Il brano
"Gambadilengo a Parigi" ha vinto un gioco sulla canzone più emozionante dell'anno fra i lettori della 'Stampa' di Torino, mentre l'intero album è in testa al referendum fra quelli del 'Corriere della sera' sul più bel disco del 2005.
Inoltre, De Gregori ha sbancato anche con lettori di 'La Repubblica': il 24 gennaio 2006 "Titanic" è stato scelto come miglior album degli ultimi trent'anni, davanti a dischi di Pink Floyd, De André, U2, Guccini, Springsteen, Clash e altri
grandi artisti.
2 Giugno 2005
ROMA - In occasione della Festa della Repubblica del 2 Giugno 2005, il presidente
della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, capo dell'Ordine al Merito della
Repubblica Italiana, ha insignito «motu proprio» alcuni cittadini per il
lavoro svolto nella società a favore della solidarietà sociale, dell'impegno
civile, dell'arte, della difesa del patrimonio artistico, della letteratura,
della musica, del cinema, della ricerca, dell'università e della formazione.
Tra le personalità rientrano l'attore e regista Roberto Benigni e i cantautori
Fred Bongusto, Francesco De Gregori, Peppino Di Capri e Fiorella Mannoia. Si
tratta di persone, in tutto cinquantotto, distintesi per il lavoro svolto nella
società. L'Oscar Benigni è divenuto cavaliere di Gran Croce, Bongusto e Di
Capri (al secolo Giuseppe Faiella) commendatori, De Gregori e la Mannoia
ufficiali.
L'anno scorso, in occasione del 2 Giugno, aveva nominato Roberto Vecchioni,
Fanco Battiato e Francesco Guccini ufficiali al Merito della Repubblica.
24 Maggio 2005
Sarà un Festivalbar all'insegna delle novità, a partire dalla diretta tv su Italia 1 delle serate finali, quello che comincerà il 7 giugno in piazza Castello, a Torino, per concludersi il 12 e il 13 settembre all'Arena di Verona. Inedita, e virata al comico, la coppia di conduttori formata da Fabio De Luigi e Vanessa Incontrada. Affidata a Jessica Polski, già vista in "Camera cafè", la striscia di "Anteprima" con il dietro le quinte.
Dal punto di vista musicale, la 42esima edizione del Festivalbar sarà
all'insegna del Made in Italy: Jovanotti e Laura Pausini sono le due sigle di
quest'anno. Insieme a loro un altro big italiano, Francesco De Gregori, alla sua
prima volta al festival estivo, e poi il vincitore di Sanremo, il bresciano
Francesco Renga, Giorgia, i Planet Funk, Cesare Cremonini, i Negrita, Elisa, Le
Vibrazioni Max Pezzali, i Tiromancino, Luca Dirisio, Irene Grandi (che torna da
ospite dopo aver condotto il programma la scorsa estate), Nek, Paolo Meneguzzi,
Zucchero, Gemelli Diversi, Gianluca Grignani, Alex Britti e Simone Cristicchi.
Meno ricco il cast straniero, dove brillano Jamiroquai, che presenterà in
anteprima mondiale il suo nuovo singolo "Feels just like it should", i
Coldplay, Natalie Imbruglia, i Backstreet Boys, Anggun, Mario, Mel C, i Green
Day, Shakira, Tears for fears e James Blunt.
Quattro le città toccate, dieci le puntate, che andranno in onda da Torino (7 e 14 giugno), Viterbo (21 e 28 giugno, 5 luglio), Arezzo (12, 19, 26 luglio), con finalissima in due parti all'Arena di Verona (12 e 13 settembre).
Come ogni anno, il jukebox dell'estate si è legato a una campagna sociale, che per questa edizione sarà contro l'utilizzo dei bambini-soldato in guerra. Inoltre, Festivalbar aderisce al progetto Impatto Zero di Lifegate: per compensare l'anidride carbonica emessa durante il tour, la kermesse contribuirà alla riqualificazione di una foresta in Costa Rica.
20 Aprile 2005
Fervono i preparativi per l'edizione 2005 di Music Village, la prestigiosa kermesse musicale che riunisce molti tra i più grandi musicisti di fama internazionale. Sul palcoscenico della manifestazione, che comincerà il prossimo 1 giugno per concludersi il 31 luglio in Emilia Romagna si alterneranno artisti come De Gregori, Snoop Dogg, Elvis Costello, Tori Amos e Fiorello.
Dopo 4 anni dall'ultimo album in studio "Amore nel pomeriggio", venerdì 25 Marzo 2005 è uscito il nuovo album di De Gregori: si intitola "Pezzi" e contiene 10 nuovi brani. L'album è stato anticipato l'11 marzo dal singolo "Vai in Africa, Celestino!", un brano definito dallo stesso De Gregori "una canzone sull'antinferno e sul libero arbitrio".
"E' la prima volta che un mio disco suona esattamente come suonerà dal vivo con la mia band", ha detto De Gregori.
La sera del 25 marzo, giorno in cui è uscito il nuovo album, De Gregori ha suonato al "Buddha", un locale a Orzinuovi in provincia di Brescia, anticipando il tour che partirà con quattro date pilota: il 17 maggio a Palermo, il 19 a Roma, il 21 a Milano e il 23 a Torino.
(fonte: "la Repubblica" del 12/11/04)
di Michele Serra
Esce oggi da Einaudi il libro più Dvd "Parole e canzoni", curato da Mollica, che raccoglie l'opera del cantautore dai 20 ai 50 anni
Francesco De Gregori, il poeta che racconta la Storia
ROMA - La pubblicistica sui (o dei) cantautori e cantanti ha spesso, o quasi sempre, un discutibile sapore gadgettistico. Materiale celebrativo destinato ai fan. Per riuscire a spiccare in questa zona grigia, parassitaria rispetto al già detto e già fatto attraverso i dischi e le esibizioni pubbliche, servirebbe una qualità di parola che giustifichi il libro. Nel caso di Parole e canzoni (libro più Dvd), da oggi in libreria curato da Vincenzo Mollica per Einaudi Stile Libero (22 euro), l'oggetto facilita assai l'impresa.
Perché l'oggetto è Francesco De Gregori, uno dei non molti cantautori italiani che ha adoperato la parola, fin dai precoci inizi, con un rispetto e una cura perfettamente letterari. Anche se De Gregori non accetta e anzi osteggia gli apparentamenti facili tra poesia e canzone (e non perché valuti la seconda inferiore alla prima, ma perché difende, giustamente, la preziosa e fragile specificità della parola cantata), la sua scrittura sopravvive benissimo anche svestita della musica. Il cuore del cofanetto einaudiano (arricchito anche da interviste, canzoni cantate, apparizioni televisive, occasionali scritti di De Gregori e interventi amichevoli tra i quali spicca quello di Vasco Rossi) è infatti la pubblicazione di tutti i testi delle canzoni del nostro, che sono 149, ordinate cronologicamente, e coprono ormai più di trent'anni di lavoro, dagli esordi con l'album Theorius Campus (1970), in coppia con Venditti, fino ai giorni nostri. Tante, dunque, se si pensa che ogni canzone è un'opera compiuta, ancorché breve, e che la brevità (proprio come accade in poesia) non è certo una scorciatoia, ma un obiettivo spesso faticoso.
È anche la quantità delle canzoni, accanto alla loro qualità, a impressionare il lettore: un corpus di parole così notevole, per quanto scarnificato in versi, è prova di un percorso intellettuale e artistico lungo, complesso, ricco, e infine anche orgoglioso, come per testimoniare che la "canzonetta" è uno strumento artistico dalle possibilità inesauribili, piccolo compendio di narrativa, melodia, spettacolo, poesia, umori politici e culturali...
Ma quello che soprattutto colpisce, percorrendo il libro, è che si debba comunque ricorrere all'anno di pubblicazione del brano per collocarlo esattamente nel tempo, perché tra il De Gregori ventenne e quello cinquantenne non ci sono clamorosi scarti di stile o di intensità o di "genere". Scrivere negli anni del furore politico o in quelli del ripiegamento individuale o in questi, di confusione e guerra, non ha comportato, per lui, troppo evidenti aggiustamenti di linguaggio. E se si considera che De Gregori, tra i cantautori italiani, è decisamente uno dei più "politici", permeabile ai mutamenti di cultura e di costume, tutt'altro che estraneo all'aria che tira e agli umori dell'epoca, questa complessiva unità di stile significa che è un autore vero, uno dei non molti che sanno tenere dritta la barra. Uno dalla personalità artistica così forte e riconoscibile che temi pubblici e privati, invettive (ne ha scritte più d'una) ed elegie, ballate civili e storie d'amore sono comunque e sempre dette in quell'inconfondibile modo (anti-didascalico, antirealistico, metaforico, allusivo, "difficile") che divide da sempre amanti e antipatizzanti di De Gregori.
Risalgono ai suoi primi successi le polemiche sulla cosiddetta "ermeticità" e "aristocraticità" dei suoi testi, giudicati, all'epoca, impolitici, quasi un lusso decadente, distonico rispetto al vigoroso clima "di lotta" nel quale si formarono i cantautori italiani più importanti. Leggere questo libro è una salutare lezione per quei critici (poi passati, magari, dall'impegno militante allo yè-yè del riflusso): senza mai deviare dalle sue scelte linguistiche, è stato proprio Francesco De Gregori a inanellare, anche in controtendenza, molte delle (pochissime) canzoni politiche italiane recenti, dalla Ballata dell'Uomo Ragno a Scacchi e tarocchi, da Agnello di Dio a Rumore di niente, da Sangue su sangue all'attualissima Chi ruba nei supermercati?
Non è dunque lo slogan edificante o lo sbocco retorico a rendere "politica" una scrittura: magari, al contrario, è proprio evitando le scorciatoie ideologiche, o gli adescamenti emotivi, che si può mantenere aperto il proprio conto con l'"impegno". E ci può permettere il raro lusso (da "ermetico", da "aristocratico") di rilanciare, insieme alla grande Giovanna Marini, il canto popolare tradizionale e di vendere centomila copie di uno dei dischi più anacronistici, più sorprendenti e più "di sinistra" del decennio, come ha fatto De Gregori due anni fa.
Tornando al libro, dire che "manchi" la musica (specie nei brani più ritmati, meno dove la melodia è più sciolta e la frase è libera dalla metrica) è perfettamente vero. Manca soprattutto, ovvio, a chi conosce le canzoni, e mentalmente se le ricanta mentre legge i testi, come se leggesse uno spartito. Ma è l'occasione migliore, leggere e basta, per apprezzare la cura e la sensibilità con le quali l'autore tratta le parole, ne trae il significato e il suono, gioca con le rime interne e con le assonanze dell'italiano. Scrive Vasco Rossi, nel suo breve contributo al libro, che nelle canzoni di De Gregori "ogni parola suscita un'emozione, ogni frase suscita una visione". Nessuno scialo, insomma, e nessuna casualità, come usa nel lavoro dei poeti. Ma questo a De Gregori non bisogna dirlo, lui sostiene di fare il cantante.
E' uscito l'11 Novembre 2004 il cofanetto "Parole e canzoni" (Einaudi) che comprende un libro e un DVD.
Un cofanetto dedicato a De Gregori composto da un volume che offre una chiave di lettura dell'intero corpus di canzoni del cantautore romano. Ogni testo è commentato dai ricordi dell'autore che ne ripercorre la storia. La sezione "Altre parole" offre una serie di testi editi e inediti, scritti nel corso degli anni. Completano l'opera un'appendice con la discografia completa, una nota biografica e la bibliografia.
Il libro comprende, oltre al canzoniere integrale, un'introduzione di Cesare G. Romana, i contributi di Vasco Rossi e Michele Mondella, e una sezione che raccoglie i testi composti da De Gregori con Fabrizio De André assieme a vari scritti dell'artista romano.
Il DVD di 72 minuti è costituito da un montaggio originale proposto da Vincenzo Mollica attraverso apparizioni televisive e filmati dei concerti di De Gregori, alternati a interviste in cui il Principe racconta di sé e della sua opera.
(fonte: "la Repubblica" del 28/10/04)
di Giacomo Pellicciotti
Dai cantautori un album di musiche per bambini ma di qualità. Parte del ricavato andrà a Emergency e altre organizzazioni
Guccini e gli altri dalla parte dei bambini
Hanno partecipato anche Battiato, De Gregori e Moni Ovadia
MILANO - Francesco Guccini, Francesco De Gregori, Franco Battiato, la crema dei cantautori italiani insomma, scende in campo per un disco dedicato ai bambini. Il risultato, tra tanti prodotti insulsi e poco educativi, è una consolazione inebriante. L'album in questione si intitola Sette veli intorno al re (Sony). Non è solo un album di ottima musica per i piccoli, ma ha tutto per piacere anche ai genitori. Cantato e suonato con amore e competenza da musicisti più o meno illustri e dai ragazzini della scuola elementare di Pontida, Bergamo, il cd mette in campo le stelle della canzone d'autore, ma gli ospiti famosi sono coinvolti per amicizia, non prendono soldi ed è palpabile, tra i solchi dell'album, il piacere nel cantare in questo affettuoso contesto.
La felice idea di Sette veli intorno al re è venuta a tre amici-padri, il chitarrista blues e musicoterapeuta Carlo Sinigaglia, che svolge il suo compito di educatore nelle scuole e ospedali, Ares Tavolazzi, ex degli Area e oggi richiesto contrabbassista di jazz, e Michele Fedrigotti, pianista e compositore già con Alice e Battiato. Racconta Fedrigotti: "Una sera eravamo a casa e, per mandare a letto i bambini, ci siamo messi a suonare con loro. E' stata la moglie di Carlo che ha detto: "Ma perché non fate un disco dei papà?". E per una volta ecco un album virile, nel senso paterno, pacifico e non guerrafondaio".
Non si sentivano dagli anni '70 canzoni così delicate e poetiche, dai tempi di piccoli capolavori come "La casa", "Ci vuole un fiore" o "Il pappagallo", cantate da Sergio Endrigo e scritte da Vinicius De Moraes e Gianni Rodari. Altro che Zecchino D'Oro. Per "La luna e il dito" De Gregori si è scritto le parole da solo e, fatto ancora più raro, ne parla volentieri. Ve lo immaginate Guccini che duetta con un coro di bimbi in una specie di samba brasiliano? Succede ne "Il bagno" e, dal suo buen retiro di Pavana, sui monti emiliani, Guccini commenta: "Un giorno Ares, che suona con me da tanto tempo, mi ha chiesto: "Canteresti questa cosa per i bambini?". Perché no? Volentieri. Sono venuti qui a casa mia, l'abbiamo fatta e ci siamo divertiti molto".
Stesso entusiasmo traspare da Battiato, che è amico di Fedrigotti da una vita: "E' un disco per bambini, ma con una qualità per adulti. Mi hanno fatto sentire il nastro del brano ed era già cantato bene. Allora ho detto: qui ci vuole un'improvvisazione contrappuntistica". Ed eccolo volteggiare come uno sciamano con i suoi fonemi sanscriti nella magica "Ninna nanna del violino".
Ma non sono solo tre i camei del disco. Moni Ovadia interpreta una ninna nanna tradizionale yiddish, Faisal Taher (Daunia) ne canta una in arabo, Stefano Bollani canta e suona il piano in "Tino, Pino e Barbalunga", Carlo Taranto della Gialappa's è nel coro di "Alfabeto", il flautista tibetano Nawang Khekhog incanta con un inno alla pace e, dulcis in fundo, il grande Fausto Cigliano cesella in napoletano una tarantella di Natale sul presepe. Tutti gli arrangiamenti dei brani sono studiati in maniera minuziosa: "C'è un intento di educazione musicale attraverso vari generi e vari strumenti" spiega Sinigaglia "Abbiamo cercato una qualità di esecuzione per arrivare ad avere un ascolto che possa rimanere nella memoria di un bambino. Ma anche negli arrangiamenti abbiamo voluto sobrietà anche quando gli strumenti sono molti".
Oltre al risultato eccellente di tutte le musiche, il cd ha anche un risvolto benefico: il 62,85 % del ricavato delle vendite va diviso tra Emergency, l'Associazione Mandabe per una missione in Madagascar e i bambini tibetani.
DE GREGORI - IO COME RODARI
MILANO - A Francesco De Gregori è piaciuto molto essere coinvolto in uno degli episodi più toccanti dell'album, la canzone "La luna e il dito". Ha talmente amato la melodia,che ha scritto quasi di getto il testo e lo ha interpretato. "Il disco di Fedrigotti è un tentativo coraggioso" spiega il cantautore."Questo disco mi fa venire in mente certe cose di Italo Calvino del periodo Cantacronache. L'idea di fare una canzone in qualche modo colta, però con un destinatario bambinesco. Mi ha sedotto perché è un progetto sghembo. Non sono canzoni di facile consumo, ma chi l'ha detto che i bambini debbano essere ingozzati di cose usa e getta?"
Negli anni Settanta Endrigo conquistò anche i grandi con canzoni per i piccoli scritte da De Moraes e Rodari. Ricorda?
Ma sì, il mondo è un po' quello di Rodari. Dicevo Calvino, anche se lui non ha scritto per i bambini. Certo, soprattutto Rodari era più bambinesco. Nel disco ci sono parole come "il bagnetto" e "l'alfabeto" che si riferiscono in modo diretto a un immaginario infantile. Io non ho un'esperienza diretta, ho figli grandi di 26 anni, ma mi piace aprire un credito illimitato alla sensibilità dei bambini, proprio perché non li conosco. L'adolescente già non l'apprezza più, perché diventa vittima di una congiura culturale ai suoi danni. Forse il bambino chissà, con la storia della tabula rasa? Il Candido di Voltaire, con gli occhi incontaminati, riesce forse a trovare il bello.
Di cosa parlano i versi de "La luna e il dito"?
Il testo l'ho scritto pensando di dare divieti benevoli a un bambino. A volte uno pensa che a un bimbo si debba sempre dare l'assoluta libertà per non castrarlo. Nella canzone dico: tu puoi fare tutto, ma questo no. Sotto forma di metafora, puoi prenderti un'onda, ma non tutto il mare. Rispetta anche gli altri e rispetta la natura. Il mondo è tutto ai tuoi piedi, ma c'è sempre qualcosa che è giusto limiti la tua libertà. Forse è un concetto più da adulti che da bambini, ma è proprio una canzone scritta da un adulto come me per i più piccoli. Mi sono riascoltato, ora che il disco è uscito, e mi sono trovato in ottima compagnia. E' magnifica l'idea di coinvolgere Cigliano e bellissima la sua interpretazione. Battiato è sempre matto e c'è Guccini. Il bello del disco è stato di portarmi piacevolmente in un territorio che non è il mio.
22 Ottobre 2004
"Sette veli intorno al re" è il titolo del CD dedicato ai bambini, che si può trovare nei negozi dal 22 ottobre. Buona parte del ricavato della sua vendita andrà in beneficenza.
E' soprattutto un progetto pedagogico quello ideato da Carlo Sinigaglia, chitarrista blues e musico-terapeuta, Ares Tavolazzi, contrabbassista jazz, e Michele Fedrigotti, pianista e docente al conservatorio "G. Verdi " di Milano. Il Cd (presentato il 21 ottobre negli uffici milanesi della Sony Music) è composto da 15 brani volti a diventare una sorta di "colonna sonora" per l' infanzia, puntando sulla sperimentazione ma anche sulla semplicità di testi e musiche.
Alla realizzazione del progetto hanno partecipato anche cantautori e musicisti del calibro di Franco Battiato (in "Ninna nanna del violino"), Francesco De Gregori (in "La luna e il dito"), Francesco Guccini (in "Il bagno") e tanti altri.
Ottobre 2004
E' stata annunciata l'uscita prevista per novembre di "Francesco De Gregori. Dell'amore e di altre canzoni" per Editori Riuniti.
L'autore è Giammaria Monti, giornalista ed autore televisivo alla sua prima esperienza come autore di un libro dedicato ad un musicista, suo il libro "Falcone e Borsellino" sempre per "Editori Riuniti". Non si tratta della solita biografia (ne hanno scritte in tanti, forse in troppi), ma una lettura di tutta la produzione discografica di Francesco.
21 Novembre 2003
Si intitola "Mix" il nuovo album di De Gregori, uscito nei negozi il 21 Novembre 2003 e accompagnato dall'uscita del DVD "Mix -film".
MIX 1 |
MIX 2 |
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28 Febbraio 2003
Il 28 Febbraio 2003 è uscito nei negozi il singolo di "Saluteremo il signor padrone"
(estratto da "Il fischio del vapore"), di cui è stato realizzato
anche un videoclip.
Il CD contiene non solo la traccia audio di
"Saluteremo il signor padrone", ma anche due bellissime tracce video
(visibili sul computer) di "Saluteremo il signor padrone" e di "Sento il
fischio del vapore".
Gennaio 2003
Dopo l'uscita de "Il fischio del vapore", De Gregori ha affermato che non vuole fare un'altro disco di canzoni popolari (e gradirebbe che lo facesse qualcun'altro), «perché, visto il successo del primo, non vogliamo che qualcuno pensi che intendiamo approfittarne». Piuttosto è interessato a produrre il prossimo album di Giovanna Marini contenente canzoni scritte da lei.
Nel frattempo, De Gregori ha collaborato al nuovo lavoro di suo fratello, Luigi Grechi, di imminente uscita.
Ha anche scritto con Antonello Venditti un brano che dovrebbe comparire sul prossimo CD di Fiorella Mannoia ed è presente, in un duetto, nel nuovo album dello stesso Venditti ("Che fantastica storia è la vita"), nella canzone "Io e mio fratello".
Il suo nome ha ricevuto una sorta di consacrazione ufficiale, essendo stato inserito nell'aggiornamento enciclopedico della Piccola Treccani.
Egli ha affermato di esser venuto a conoscenza del fatto grazie alla telefonata di una sua zia e, non avendo ancora letto la definizione, ha commentato dicendo: «Nella Piccola Treccani... chissà, magari crescendo entrerò in quella grande!».
Nell'autunno del 2002, De Gregori ha preso parte come attore alle riprese del film «Del perduto amor», che segnerà il debutto alla regia di Franco Battiato.
(fonte: "la Repubblica" del 25/01/03)
Intervista su Togliatti, De Gregori vince causa contro Feltri
Francesco De Gregori ha vinto, davanti alla prima sezione del Tribunale di Roma, la causa intentata contro Vittorio Feltri, la Società Europea
Edizioni Spa, editrice de 'Il Giornale', e Paolo Giordano per il contenuto di un'intervista in cui il cantautore esprimeva giudizi su Togliatti.
La vicenda nasce da un'intervista rilasciata nel 1997 da De Gregori a Paolo Giordano, pubblicata il 30 agosto dello stesso anno sul 'Giornale', allora
diretto da Feltri, oggi direttore di 'Libero'. Nel testo fu attribuita a De Gregori la frase:
«I protagonisti della Garibaldi massacrarono i compagni della Osoppo che non volevano piegarsi alle mire di Tito...
effettivamente, conoscendo le posizioni del Pci in quel periodo, allineate con le direttive staliniane, non fatico a credere che i vertici del
partito, Togliatti compreso, ne fossero al corrente».
In una nota , si afferma che i legali del cantautore "hanno dimostrato che il cantautore espresse un giudizio del tutto opposto - recita una nota
dell'ufficio stampa di De Gregori -, affermando: «La responsabilità di Togliatti non fu mai accertata... conoscendo il partito comunista di quel
periodo e la politica di Togliatti, non fatico a credere che Togliatti non fu segnato da questa
storia»".
Con la sentenza Feltri, la Società Europea Edizioni e Paolo Giordano sono stati inibiti dall'ulteriore pubblicazione dell'intervista e li ha
condannati a pubblicare a loro spese il dispositivo di sentenza nei
quotidiani 'Il Giornale', 'Corriere della Sera', 'La Repubblica' e 'La Stampa'. A loro carico anche le spese processuali, liquidate a favore di De
Gregori in 9.000 euro.
(fonte: ANSA, 11/07/02)
De Gregori condannato per plagio risarcirà danni morali
ROMA, 11 Luglio 2002 - Francesco De Gregori è stato condannato per plagio e dovrà pagare i danni morali agli autori del brano "Zingara", lanciata da Iva Zanicchi. De Gregori aveva pubblicato nel 1996 un pezzo che aveva per titolo e come primo verso lo steso di quella canzone ("Prendi questa mano, zingara..."). Il brano di De Gregori era contenuto nell'album "Prendere e lasciare", pubblicato dalla Sony. Dopo il ricorso degli autori (Albertelli e Riccardi) e della BMG Ricordi, il cantante è stato inibito dall'usare ulteriormente la canzone.
Ha anche partecipato ad un concorso presentando il suo olio extravergine d'oliva spremuto a freddo, etichettato "le PALOMBE", ove si è classificato al quinto posto.
LE PALOMBE di F. De Gregori palombe@tin.it
http://www.umbriadoc.com/prodottotipico/ |
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