Il fischio del vapore

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Vedi la copertina in dettaglio

1.   Sento il fischio del vapore   3:00
2. O Venezia che sei la più bella 2:52
3. L'attentato a Togliatti 3:28
4. I treni per Reggio Calabria 5:13
5. Nina ti te ricordi 3:09
6. Sacco e Vanzetti 4:03
7. Donna Lombarda di Gualtieri 5:03
8. Il tragico naufragio della nave Sirio 3:20
9. Il feroce monarchico Bava 3:06
10. Lamento per la morte di Pasolini 2:51
11. L'abbigliamento di un fuochista 4:50
12. Saluteremo il signor padrone 2:28
13. Bella ciao 3:20
14. O Venezia che sei la più bella 3:16

[P] & [C] 2002 - Sony / Caravan

"Il fischio del vapore", registrato con la band di Francesco De Gregori nella sua casa in Umbria, è uscito nei negozi il 15 Novembre 2002.

L'album è stato realizzato insieme a Giovanna Marini, amica di De Gregori fin dai tempi dell'album "Titanic", e contiene alcune fra le più grandi canzoni popolari italiane riarrangiate per l’occasione ed interpretate a due voci.

Nel 2003, Francesco De Gregori e Giovanna Marini hanno vinto la targa Tenco per il miglior disco come interpreti di brani non propri con "Il fischio del vapore".

Sento il fischio del vapore

Probabilmente ispirato dalla spedizione italiana in Albania del 1914 ed inserito nel clima antimilitarista della Settimana Rossa, questo canto ci viene tramandato da Giovanna Daffini, mondina e cantastorie. Il duro lavoro nelle risaie della pianura Padana produsse solidarietà di classe, coscienza politica ed emancipazione femminile. Molte delle più belle canzoni popolari dell’Italia settentrionale, legate alla quotidianità, alla cronaca, alla vita privata e collettiva, nascono e vengono cantate proprio nelle risaie.

O Venezia che sei la più bella

Sempre dal repertorio di Giovanna Daffini questa canzone, ricca di echi e suggestioni Verdiane, narra dell’insurrezione di Venezia del 1848 e della repressione Austriaca dell’anno successivo. L’ultima strofa, delicata e misteriosa, di rara intensità poetica, sembra in qualche modo evocare il sogno dell’Unità d’Italia.

L'attentato a Togliatti

Palmiro Togliatti fu gravemente ferito nel luglio del '48 da Antonio Pallante, in seguito arrestato e condannato. La meticolosa narrazione dell’accaduto ben esprime l’ansia professionale del cantastorie di non omettere il minimo particolare, e il finale rievoca felicemente il sollievo di tutti per il pronto ristabilimento di Togliatti, che valse a contenere la protesta dei lavoratori e i disordini e la repressione successivi. Un piccolo falso storico, dovuto sicuramente al perbenismo che contraddistingueva nell’Italia di allora anche la sinistra: non fu Rita Montagnana, moglie di Togliatti, ad accompagnare il marito all’ospedale, bensì Nilde Iotti, fino alla morte compagna del segretario del PCI.

I treni per Reggio Calabria

Agli inizi degli anni '70 la città di Reggio Calabria, in competizione con Catanzaro per l’attribuzione del Capoluogo di Regione, fu teatro di gravi disordini con blocchi stradali, barricate, occupazione della stazione ferroviaria. La rivolta, strumentalizzata dai partiti di estrema destra e capeggiata dal neo fascista Ciccio Franco, caporione diSbarre, durò più di un anno fino ad assumere i contorni di una vera e propria insurrezione contro lo Stato. Nell’ottobre del 1972 più di 40.000 operai provenienti da ogni parte d’Italia giunsero a Reggio a testimoniare la loro solidarietà e a riaffermare i valori della democrazia sfidando un clima di pesanti intimidazioni e violenza.

Sacco e Vanzetti

Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, anarchici, processati sotto la falsa accusa di rapina ed omicidio, furono assassinati sulla sedia elettrica il 22 agosto 1927. L’esecuzione si inseriva nel clima di intolleranza e di razzismo nei confronti degli immigrati, a quel tempo assai diffuso negli Stati Uniti. La loro morte scosse le coscienze e divise il Paese. Sacco e Vanzetti, ancora oggi considerati un simbolo dell’opposizione alla pena di morte, furono completamente riabilitati nel 1977 dal Governatore del Massachusetts.

Donna Lombarda di Gualtieri

È una delle più antiche canzoni popolari italiane, una storia di passione e tradimento con accenti sospesi fra il favolistico ed il grottesco. Giovanna Daffini, la incise per la prima volta nei Dischi del Sole agli inizi degli anni '60 quando si incontrò con Roberto Leydi e Giovanni Bosio, musicologi e ricercatori che animavano il gruppo del Nuovo Canzoniere Italiano. A lei dobbiamo alcuni fra i più bei canti della risaia e della guerra partigiana. Dotata di una voce intensa e di straordinarie capacità interpretative si esibiva spesso con il marito Vittorio Carpi, violinista, nelle piazze e nei circuiti tradizionali della sinistra. Partecipò agli spettacoli “Bella Ciao” e “Ci ragiono e canto”, con Dario Fo. Il suo ricchissimo repertorio comprendeva canti di lavoro e di lotta, canzoni d’amore, pezzi classici, romanze d’opera: né disdegnava di cantare ai matrimoni dove talvolta le capitava di interpretare le ultime canzoni di Sanremo, anch’esse in qualche modo “popolari”. Giovanna Daffini è morta all’età di 54 anni il 7 luglio 1967.

Il tragico naufragio della nave Sirio

Quasi una copertina della “Domenica del Corriere” questo bellissimo canto di emigrazione nello stile tipico dei cantastorie della pianura Padana. All’inizio del secolo, quando l’analfabetismo era largamente diffuso, la funzione del cantastorie era di grande importanza ai fini della comunicazione e l’elemento pittoresco (in questo caso un imperturbabile Vescovo) era fondamentale per attirare l’attenzione di ogni tipo di spettatore.

Il feroce monarchico Bava

La sanguinosa repressione dei tumulti milanesi del 1898 valse al generale Bava Beccaris la croce di Grand’ufficiale dell’Ordine Militare dei Savoia. Lo stile aulico del testo lascia intendere come l’anonimo autore fosse di buona cultura borghese e padroneggiasse il linguaggio letterario dell’epoca. Sulla stessa linea melodica fu scritta la Ballata di Pinelli, dopo la misteriosa morte dell’anarchico precipitato da una finestra della Questura di Milano nel corso delle indagini per l’attentato di Piazza Fontana del dicembre 1969.

Lamento per la morte di Pasolini

Il canto ricalca la narrazione per orario tipica del modo narrativo popolare. È nelle passioni religiose, soprattutto nel Lazio, in Umbria e nelle Marche, che si cantano le ore collegandole a momenti significativi della Crocefissione. Pierpaolo Pasolini poeta, scrittore e regista cinematografico, è stato uno dei più ispirati intellettuali del '900. Fu ucciso il 2 novembre 1975 all’idroscalo di Ostia, nei pressi di Roma.

L'abbigliamento di un fuochista

L’inaffondabile Titanic, meraviglia tecnologica e simbolo estremo di fiducia nella modernità, colò a picco nell’aprile del 1912 durante il suo viaggio inaugurale. Sembra che il Comandante, incurante dei bollettini che segnalavano la presenza di numerosi iceberg lungo la rotta, avesse lanciato la nave alla massima velocità per stabilire un nuovo primato. A bordo, oltre al jet–set dell’epoca, passeggeri di seconda e terza classe, molti emigranti e, ultimi fra gli ultimi, coloro che si pagavano il passaggio lavorando.

Saluteremo il signor padrone

Il lavoro delle mondine era massacrante: lontane da casa, sottoposte a turni disumani in condizioni ambientali spesso proibitive, ricevevano una paga irrisoria ed erano alla mercé del proprietario della risaia, padrone assoluto delle loro esistenze. La fine del periodo di lavoro era per loro un vero e proprio ritorno alla vita. Il “cappellone” cui si allude nei versi finali di questa canzone è probabilmente il largo cappello di paglia che le mondine usavano per proteggersi dal sole e che può finalmente essere abbandonato al momento di tornare a casa.