Chi è stato veramente Tolstoi? Un grande romanziere russo, che in vecchiaia
ebbe una strana crisi mistica o un profeta, un "inviato" con uno speciale
messaggio per l´umanità in pericolo?
Lev Nicolaevic Tolstoj (1828-1910) nacque da una famiglia di antica nobiltà,
nella grande tenuta materna, a pochi chilometri dalla cittadina di Tula e a
circa 180 Km da Mosca. Il nome della tenuta - Jasnaia Poliana - può significare:
"radura" (poliana) "di frassini" (jasen) oppure "radura luminosa"
(jasny = luminoso).
Perse entrambi i genitori, quando era ancora bambino. Fu allevato dalla nonna
e dalle zie insieme ai fratelli, dapprima a Mosca, poi a Kazan sul Volga. A
Kazan frequentò per due anni l´università, senza concludere gli studi.
A diciannove anni, ormai padrone di sè, tornò ad abitare nella
tenuta di Jasnaia Poliana. Segue un periodo di ricerca, di sperimentazione,
sbandamento anche e nel 1851 a 23 anni raggiunge il fratello Nicola ufficiale
nel Caucaso, si arruola nell´artiglieria e partecipa alla difesa di Sebastopoli.
Intanto quasi per caso comincia a scrivere. Il primo breve romanzo, Infanzia,
viene accolto dalla critica con molto favore. I successivi Racconti di Sebastopoli,
lo rendono famoso in tutta la Russia.
Lasciata la vita militare, frequenta gli ambienti letterari della capitale.
Decide però di stabilirsi definitivamente a Jasnaia Poliana, dove si
occupa delle terre e di una scuola per i figli dei contadini. Compie due viaggi
in Europa e visita anche l´Italia.
Tolstoi ha ormai 34 anni e si definisce un "vecchietto". Pensa al
matrimonio per mettere ordine nella sua vita. Innamoratosi della diciassettenne
Sofia Bers, figlia di un medico di corte, nel 1862 la sposa e la conduce nella
sua tenuta.
Conosce un periodo di grande felicità. Chiude la scuola, si dedica alla
moglie e ai figli che cominciano a nascere (ne avrà tredici, di cui solo
nove giungono allàetà adulta), amministra il suo patrimonio e
soprattutto scrive. I due grandi romanzi Guerra e Pace e Anna Karenina gli danno
fama internazionale. Ma ecco che alle soglie dei cinquant´anni - ricco, famoso,
amato - si accorge che la vita non ha senso, lo aspettano solo malattia, vecchiaia
e morte. Viene preso dalla disperazione e pensa al suicidio. È la crisi
del Buddha.
Descritta ampiamente da Tolstoi stesso nella "Confessione" e altrove,
in breve la spiega così: "Compresi allora che dopo questa vita priva di
senso, non mi aspettava nulla, mi attendevano soltanto sofferenza, malattia,
vecchiaia e distruzione finale. Allora mi chiesi: a che scopo tutto ciò?
Non trovai risposta e caddi nella disperazione. La mia disperazione era così
grande che pensai di suicidarmi. Ma ecco giunge a me la salvezza. La salvezza
spuntò da ciò: che fin da bambino avevo una vaga idea che nel Vangelo
si trovasse la risposta alla mia domanda. Feci l´ultimo tentativo, gettai via
tutti i commentari, mi misi a leggere il Vangelo e ad approfondirne il senso.
Non mi trovai solo nella conoscenza della verità scoperta nel Vangelo, mi trovai
invece insieme a tutti i migliori uomini del presente e del passato. Mi confermai
dunque in questa verità e mi calmai. Ho vissuto dopo di ciò gioiosamente vent´anni
della mia vita e gioiosamente mi avvicino alla morte" (Dottrina cristiana)
Da allora fino alla morte avvenuta ad 82 anni, Tolstoi cambia il suo modo di
vivere, tra innumerevoli contrasti in famiglia, si veste come i contadini, fa
lavori manuali, coltiva la terra. E infaticabilmente cerca di trasmettere alla
gente le verità che lo avevano illuminato.
È un´immensa produzione non sistematica e di argomento molto vario:
la non resistenza al male - la disubbidienza civile - l´antimilitarismo
e l´obiezione al servizio militare - la pedagogia antiautoritaria - la
critica radicale ad ogni sistema di potere statale o ecclesiastico - la critica
dell´industrialismo e della scienza moderna - la condanna del lusso, dello
sfruttamento delle masse operaie e contadine - l´esaltazione della civiltà
agricola - il vegetarismo - la teoria dell´arte popolare - l´interesse
per l´Oriente - il significato religioso della vita. In sintesi l´etica
della fratellanza universale e della pace.
Man mano che avanza nella sua ricerca, egli sente che Dio stesso lo chiama a
dare un messaggio agli uomini, in un momento storico in cui l´ordine cosmico
appare gravemente offeso e l´umanità in pericolo. "Giammai
prima d´ora l´umanità ì stata tanto vicina all´annientamento,
giammai cadde tanto moralmente in basso" egli scrive. Tolstoi vuole avvertire
gli uomini che si trovano di fronte ad un pericoloso passaggio epocale, annuncia
"la rovina verso cui stiamo correndo inarrestabilmente". Egli sente
che Dio si serve di lui nonostante i suoi peccati e la sua indegnità:
"I miei pensieri, i miei scritti sono solo passati attraverso di me e ciò
che di cattivo ì in essi, ì mio, ciò che in essi vi ì di buono ì di Dio".
(Lettera a E. V. Molostova 15.6.1904)
Implora di fermarsi, ascoltare, cambiare strada. Individua l´origine dei
nostri mali nella perdita di una comune spiegazione sul significato e scopo
dell´esistenza, nella diffusione esponenziale della violenza e dell´inganno
nei nostri rapporti. Occorre allora "studiare ciò che ì stato elaborato
da tutti i grandi pensatori riguardo alla definizione degli autentici fondamenti
religiosi della vita". (Sul socialismo). Occorre soprattutto porre l´amor
reciproco, compreso l´amore per i nemici, a fondamento dei rapporti umani,
sia personali che sociali e politici, perchì quest´amore ì oggi per noi
la sola via di salvezza.
Se si potesse sintetizzare in una frase il cuore del suo messaggio potremmo
scegliere questa: "Il prossimo compito della vita consiste nel sostituire
la vita fondata sulla lotta e la violenza con una vita fondata sull´amore
ed il ragionamento" (Diari, 29.11.1901)
Sulla non resistenza al male e sull´amore Tolstoi scriverà centinaia
di pagine, che ispireranno Gandhi nella sua azione
politica. Gandhi leggerà uno dei testi fondamentali di Tolstoi Il
Regno di Dio è dentro di voi in Sudafrica nel 1894. Scriverà
più tardi: "Quarant´anni fa, mentre attraversavo una grave crisi
di scetticismo e dubbio, incappai nel libro di Tolstoi Il Regno di Dio è
dentro di voi, e ne fui profondamente colpito. A quel tempo credevo nella
violenza. La lettura del libro mi guarì dallo scetticismo e fece di me un fermo
credente nell´ahimsa. Tolstoi fu l´uomo più veritiero della sua
epoca. Fu il più grande apostolo della nonviolenza che l´epoca attuale
abbia dato. Nessuno in occidente, prima o dopo di lui, ha parlato e scritto
della nonviolenza così ampiamente e insistentemente, e con tanta penetrazione
e intuito. La vita di Tolstoi, con il suo amore grande come l´oceano,
dovrebbe servire da faro e da inesauribile fonte di ispirazione, per inculcare
in noi questo vero e più alto tipo di ahimsa". Questa data, 1894, e questo
incontro fra Tolstoi e Gandhi segnano l´inizio di tutta la nonviolenza
moderna. L´Occidente si incontrò con l´Oriente, la non resistenza
evangelica con la ahimsa induista.
E moltissimo ha da dirci ancora oggi Tolstoi sull´antimilitarismo, le sue forme
autentiche, le sue forme mistificate. Le sue pagine contro la guerra e il servizio
militare sono forse le più belle che siano state scritte in assoluto sull´argomento.
Egli denuncia l´insanabile contraddizione fra la coscienza cristiana, la coscienza
civile evoluta e la guerra.
L´edizione russa delle Opere complete, detta del "Giubileo", in 90
volumi più uno con l´indice dei nomi, fu edita a Mosca dal 1929 al 1958. Voluta
da Lenin, che ordinò di raccogliere "tutto" e curata da Certkòv, il
più fedele discepolo di Tolstoi, fu iniziata nel centenario della nascita
dello scrittore, da qui la denominazione. Ciascun testo è corredato da
accurate introduzioni storico-critiche. Le opere scritte dopo i 50 anni, narrativa
compresa, occupano circa i tre quarti di questi novanta volumi, i saggi, diari
e lettere circa la metà.
Il destino editoriale di questi scritti, mentre Tolstoi era vivo, fu assai avventuroso.
Per lo più censurati in patria, venivano stampati all´estero, in
Inghilterra, Svizzera, Francia. Di solito venivano tradotti subito in francese,
poi si passava dal francese alle altre lingue e non sempre le traduzioni erano
fedeli. Liberi, per volere di Tolstoi, da diritti di autore, venivano tagliati,
ricuciti, a volte gli si cambiava titolo. Ci preme però far rilevare
che, pur fra contrasti, critiche violente o sospetti di follia, questa seconda
parte dell´opera di Tolstoi - mentre Tolstoi era vivo - era letta, tradotta,
discussa. Ma subito dopo la sua morte, quasi all´improvviso si produce
un singolare fenomeno: su tutti questi suoi scritti cala un velo di silenzio
(con la felice eccezione di Gandhi, come abbiamo già visto). Non vengono
più ristampati, mentre si accredita l´immagine di un Tolstoi narratore
geniale, ma filosofo mediocre, tanto mediocre che non vale nemmeno più
la pena di rileggerlo. Egli aveva scritto di se stesso: "Gli uomini, che
mi odiano per le loro opinioni pseudo-religiose che io ho distrutto, mi amano
per quelle sciocchezze, ´Guerra e Pace´ e simili, che sembrano
loro importanti" (Diari 6.12.1908), e ancor prima: "Prego i miei amici...
se vogliono occuparsi dei miei scritti, prestino attenzione a quella parte della
mia opera in cui, lo so, parlava attraverso di me la forza di Dio. Spero che
gli uomini, nonostante il contagio meschino ed impuro che ho potuto trasmettere
a questa verità, possano nutrirsi di essa" (Diari 27.3.1895).
Ma questa verità era tanto scomoda, sollecitava così chiaramente
ad un cambiamento radicale di vita, che si è preferito ignorarla.
Noi crediamo che nell´attuale smarrimento e nell´estremo pericolo in cui
ci troviamo, occorra riscoprire, conoscere e far conoscere, assimilare nella
nostra cultura questi testi di Tolstoi misteriosamente oscurati, questo suo
messaggio evolutivo e salvifico. Tolstoi si presenta come un inviato, un profeta
che debba tentare di ricondurre l´umanità errante sul retto cammino.
Il suo sforzo è volto a farci passare dalla dimensione magico-ritualistica
a quella etica, dalla conflittualità alla collaborazione e all´unione
col Cristo, affinchè si manifesti sulla terra il Regno di Dio.
Egli ci dà le coordinate, le indicazioni essenziali per attraversare
lo iato, il baratro che ci separa da questa nuova era, era che sarà,
come speriamo, di fratellanza e di pace.
Riferiscono i giornali dell´epoca che al funerale di Tolstoi uno sconosciuto
gridò: "Il grande Leone èmorto. Viva il grande spirito di
Leone. Possano realizzarsi i suoi principi sul cristianesimo e sull´amore".
Ancora oggi, dopo un secolo, vorremmo ripetere quel grido.
A cura degli Amici di Tolstoi