È molto difficile descrivere a parole la "nostra" Experience Week, perché è stato un evento ricco di sensazioni e di emozioni profonde, che "parlano" il linguaggio del cuore, non quello delle parole. Si può provare, comunque, a comunicare qualcosa, trasmettendo quello che si riesce a "filtrare" attraverso le parole.
L´ Experience week è stata un´esperienza straordinaria per vari motivi: prima di tutto perché ci ha dato la possibilità di sperimentare "dal di dentro" vari momenti della vita del villaggio di Findhorn e di compenetrare meglio l´ "ispirazione" di fondo della vita che in esso si conduce; poi perché ci ha permesso di arrivare ad una apertura "massima" nei confronti di noi stessi e degli altri: siamo infatti riusciti, pur con i nostri limiti e le diverse modalità individuali, ad entrare più profondamente in sintonia con noi stessi, con la nostra parte più interiore, col "divino" che c´è in ognuno di noi, ma abbiamo anche costituito una fortissima sinergia tra noi membri del gruppo, siamo riusciti in brevissimo tempo e in maniera istintiva, spontanea, ad instaurare tra noi una stupenda sintonia, ad entrare in contatto profondo talvolta con le parole, talvolta aprendo semplicemente il nostro mondo interiore ed essendo pronti a cogliere quello degli altri, abbattendo senza difficoltà la barriera del "non detto".
Tutto questo è potuto avvenire non solo perché noi eravamo aperti e disponibili nei confronti dell´esperienza che stavamo vivendo, ma anche grazie alla "speciale" energia del posto (Findhorn è un luogo "magico", in cui si percepisce qualcosa di forte, di positivo nell´aria) e grazie allo stupendo contributo di Antonio e Joshua, i nostri focalizzatori.
Il loro intervento è stato fondamentale: ci hanno guidato sempre, senza imporci nulla, ci hanno insegnato tante cose, senza mai porsi "sopra" di noi, sono riusciti a "condurci" essendo, comunque, sempre anche parte del gruppo e partecipando di tutte le nostre emozioni, sia fisicamente che emotivamente, ci hanno fatto conoscere tante persone, ma con estrema "delicatezza", proponendocele soltanto come ulteriore opportunità per arricchire la nostra esperienza.
In tutto questo, un grande contributo è stato fornito anche da Isabella, che ha collaborato con loro, portando quel tocco di sensibilità femminile, unita alla professionalità, che ha arricchito "dal di dentro" il lavoro che stavamo facendo.
La profondità della nostra esperienza si misura anche in altri modi: per molti di noi lasciare Findhorn è stato difficile, doloroso, è stato come "spezzare" un legame bellissimo, profondo con il luogo e con le persone; tra noi, inoltre, anche dopo la fine della meravigliosa settimana in cui abbiamo condiviso tanti momenti (di gioia, di scoperta, di allegria, ma anche di crisi, di sconforto, di stanchezza) è rimasto il desiderio di mantenere un legame, un contatto, magari utilizzando i mezzi offerti dalle moderne tecnologie o, se possibile, organizzando qualche occasione di incontro. Insomma, tra noi si è instaurato un legame particolare, è come se persone di diverse età, luogo di provenienza, attività, interessi, sesso, idee. religione o non religione, si fossero "trovate" (per caso?), avessero condiviso un importante evento della loro vita e fossero tornate alle loro diverse esistenze con la consapevolezza di aver istituito un legame profondo, di sentirsi ancora uniti nonostante le distanze e le difficoltà della vita quotidiana (dove tutto è molto diverso che a Findhorn...!!!) e di voler mantenere, in qualche modo, questo legame: forse questo è già un grande regalo che ci ha fatto l´Experience week!!!
Un altro regalo, più difficile da coniugare con la "giungla" quotidiana, è il desiderio di entrare più spesso dentro di noi, di concederci del tempo per "sentirci", per fermarci a considerare il momento presente (allontanando i pensieri sul "dopo" o sul "da farsi"): solo così potremo recuperare un vero contatto con la parte migliore di noi stessi, con il nostro Sé interiore e potremo trovare, lì, le risposte più vere per i nostri interrogativi più profondi
Antonella