La porta d'ingresso delle case di oggi è, in molti casi, in stile occidentale. Nelle case in legno più datate che troviamo nelle campagne e nei piccoli centri si osservano ancora porte a pannelli scorrevoli. Queste 'porte' scorrevoli attraggono l'interesse di uno straniero in Giappone: sono molto diffuse all'interno delle case, ma anche nei locali pubblici e in diverse strutture. Tradizionalmente nelle case si chiamano fusuma e sono composte da due ante molto grandi che scorrendo l'una sull'altra vanno a sovrapporsi.
Si possono asportare facilmente dalla sede in cui scorrono, consistente in una scanalatura nel pavimento e una nell'architrave sovrastante. I fusuma occupano in larghezza una parete intera e una volta rimossi si ottiene continuità di spazio fra due o più locali. Sono telai di legno rivestiti di carta robusta o di stoffa e spesso decorati con motivi ornamentali che richiamano paesaggi naturali. Esistono antichi fusuma con dipinti di artisti famosi, alcuni impreziositi con lamine d'oro, ancora oggi presenti nei castelli storici del Giappone medioevale.
In uso dall'VIII secolo si chiamavano fusuma-shoji, ma oggi con il termine shoji si indicano altri pannelli, ugualmente ad apertura scorrevole, che sono rivestiti da carta traslucida permettendo alla luce di filtrare all'interno della stanza. Gli shoji, quindi si adattano alla parete rivolta all'esterno, fungendo da finestra. Usati anche all'interno, permettono di creare effetti di luce morbidi e ornamentali, con la loro caratteristica struttura a riquadri, che non è visibile nel più solido fusuma. Entrambi i pannelli permettono di essere aperti per entrare ed uscire da una stanza, non hanno serrature e sono così leggeri che non ci si può "chiudere dentro", e non ha senso riunirsi a "porte chiuse" perché da fuori si sente tutto. Da tale caratteristica delle abitazioni sembra risalire il mancato sviluppo del concetto di privacy nel Giappone tradizionale.
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