MUSINE'
Di Elena Romanello
Disclaimer: I personaggi di Fox Mulder, Dana Scully e gli altri già visti
nel telefilm appartengono al sommo mito Chris Carter. Ci sono anche alcune
creazioni mie. Questa storia si basa su fatti e leggende della mia città,
Torino, dove non ci sono solo FIAT e Juve, ma ci sono anche il secondo Museo
Egizio del mondo, enigmi e misteri che davvero Chris Carter dovrebbe
conoscere. Ovviamente io ho romanzato alcuni fatti..
Prologo
Il ragazzo si guardò intorno: ecco quello che cercava, era là, di fronte a
lui. La risposta a tanti misteri. Era sera, e l'illuminazione della strada
statale non era poi così forte. Ma il monte brillava di luce sua. Si
affrettò, gli cadde lo zaino ma non si precipitò a raccoglierlo. Doveva
salire, doveva salire sempre di più... La luce lo avvolse completamente.
Washington, Edgar Hoover
Building, ore 9,15.
L'ascensore stava salendo dal piano interrato al quinto piano, dove
c'era
l'ufficio di Skinner. Mulder guardò Scully e disse: "Senti, ma questa
volta
cosa abbiamo combinato? Voglio proprio capire a chi abbiamo pestato i piedi
ultimamente... Oddio, forse a qualcuno sì."
"Mulder, tra poco lo sapremo"
Arrivarono fuori dall'ufficio di Skinner e la segretaria li fece subito
accomodare. Skinner non era solo. Con lui c'era una persona che Mulder e
Scully riconobbero subito. Margareth Gordon. La senatrice Margareth Gordon.
Di persona era distinta come in foto, una bella donna di cinquant'anni,
battagliera e volitiva. Grazie anche alla sua amicizia con Hillary Clinton,
era arrivata ad essere una delle più importanti senatrici americane, in
prima linea nella lotta contro la droga e la pedofilia. Suo marito Dean era
un industriale, produceva pezzi di ricambio per auto. Cosa poteva volere da
Mulder e Scully la senatrice Gordon?
"Agenti Mulder e Scully, vi presento la senatrice Margareth Gordon.
Dunque..."
"Vicedirettore Skinner? Se non le spiace vorrei parlare direttamente io.
Piacere di conoscervi, agenti Mulder e Scully". Il tono non ammetteva
repliche.
Skinner rimase in silenzio.
Margareth Gordon diede a Mulder e Scully un fascicolo: dentro c'era la foto
di un ragazzo sui vent'anni, un po' goffo, ma simpatico.
"Mio figlio James, ha vent'anni. E' scomparso da una settimana."
Mulder vide subito dietro la scorza della donna la fragilità di una madre:
"Cosa ci può dire signora?"
"Mio figlio è partito dieci giorni fa per l'Italia, per studio e turismo.
Tre giorni dopo l'arrivo è sparito. Ho già contattato l'ambasciata a Roma,
ma la storia rischia di arenarsi nella burocrazia. Ho bisogno di qualcuno
che investighi sul posto. Qualcuno come voi, agenti Mulder e Scully".
"Suo figlio era a Roma?", chiese Scully.
"No. Era a Torino, nell'Italia settentrionale, vicino al confine francese.
Si è recato là per studio, è molto interessato all'antico Egitto.."
"Antico Egitto?", disse Mulder, "Torino non è una città
industriale..."
"Non solo Mulder", disse Scully, "lo so perché anche a Melissa
piaceva
l'egittologia. A Torino c'è il secondo Museo Egizio del mondo. Strano
inoltre che tu non conosca la fama di città misteriosa che ha!"
"Proprio per il vostro lavoro desidero che siate voi a cercare mio figlio.
Vi occupate di casi strani, e mio figlio era interessato a tutto quello che
è strano e paranormale. Forse riuscirete a scoprire che fine ha fatto. Sono
a vostra disposizione per fornirvi ogni altra informazione, per quello che
mi è possibile!"
La casa della senatrice Gordon era su una collina vicino a Washington ed era
un palazzo dei primi dell'Ottocento. James aveva una specie di
miniappartamento all'interno della casa stessa. Entrandoci, sembrava di
essere nell'alloggio di Mulder, pur con qualche variante. James aveva una
marea di libri e di materiale sull'antico Egitto, oltre che decine di
pubblicazioni sugli Ufo, tra cui troneggiava anche "Il Guerriero
solitario";
film di fantascienza in cassetta, libri sui misteri e l'occulto, fumetti
soprattutto di genere fantascientifico. Aveva anche un computer, che Mulder
accese subito. C'erano molte cose significative delle passioni di James: un
romanzo iniziato sull'antico Egitto della serie de "La mummia",
alcune
enciclopedie sull'Egitto installate, Tomb Raider. La posta elettronica aveva
una serie di messaggi da persone di vari Paesi su argomenti come l'Egitto e
gli enigmi, e Mulder scoprì anche che corrispondeva con Langly. Chiamò
subito il suo amico, che non riuscì però a dargli informazioni specifiche:
si scrivevano, gli sembrava una persona arguta e piena di interessi, ma non
aveva potuto capire molto di più.
Scully si rivolse alla senatrice Gordon:
"Suo figlio James ha amici, una ragazza, qualcuno?"
"Credo che le sue uniche amicizie siano quelle via Internet. Non gli ho
mai
sentito dire che una ragazza lo interessava. Era molto solo, ma non soffriva
per questo. Aveva un suo mondo interiore in cui viveva che lo appagava ma
che lo aveva sottratto al mondo reale. E' per questo che sono
preoccupata."
"Una traccia da cui potremmo cominciare la ricerca?"
"Ho l'indirizzo dell'agenzia presso la quale ha affittato un
alloggetto."
"Ha un numero telefonico a cui chiamare?", chiese Scully.
"Il cellulare di mio figlio è disattivato. Mi sto mettendo in contatto con
il console americano a Milano, così potrà prendere lui i primi contatti. Vi
prego di aiutarmi, se potete."
Una delle cameriere di casa Gordon venne ad avvisare che c'era una chiamata
al telefono per la senatrice.
Scully disse a Mulder: "Cosa facciamo? Accettiamo vero?"
"Molto volentieri, James Gordon mi pare un personaggio molto particolare e
interessante su cui indagare. E i Gunmen mi hanno confermato che a Torino
succedono molte cose strane."
"Di che tipo?"
"E' considerata dagli esoterici uno dei vertici dei triangoli sia della
magia bianca, insieme a Lione e Praga, sia della magia nera, insieme a
Londra e San Francisco. Si dice che ci siano molti misteri nascosti nella
città."
"Mulder, magari James è vittima di un rapimento, non dimenticare come
l'operato di sua madre ha messo i bastoni tra le ruote ai trafficanti di
droga."
"Non tralasceremo nessuna pista, Scully e vedremo cosa troveremo."
La senatrice Gordon rientrò in quel momento:
"Ho parlato con il console Grant a Milano. Vi aspetta ".
Torino, sede centrale della polizia di via Verdi
Il commissario in capo Paolo Morelli mescolò lo zucchero nel caffè e lo
mandò giù tutto d'un fiato. Quella notte c'era stata la terza retata in
pochi giorni di albanesi legati alla prostituzione. Una ragazza aveva
parlato, ora era ospite di una comunità di suore fuori città e la polizia
torinese aveva arrestato una ventina di persone. Uomini e donne anche molto
giovani, e senza scrupoli, moderni negrieri del Duemila, disposti a tutto
pur di controllare il mercato delle prostitute in Piemonte. Morelli sapeva
che nel giro di un'ora avrebbe dovuto vedersi con la stampa e spiegare a
grandi linee la cosa. Era stanco, erano due giorni che non dormiva. Suonò il
telefono: era Luigi Manfredi, il suo segretario. "Commissario, c'è il
console degli Stati Uniti a Milano!"
Morelli si stupì un po': forse la malavita albanese aveva degli agganci
anche in America. "D'accordo, passamelo sulla mia linea, per
piacere."
"E' qui di persona!"
"Va bene."
Paolo Morelli conosceva il console Douglas Grant, un uomo molto potente ed
affascinante. Fin da giovane aveva sempre sognato di lavorare nella polizia
americana, o nel corpo dell'FBI, ma forse era solo pura suggestione da film.
Douglas Grant entrò con un largo sorriso nello studio di Morelli:
"Buongiorno commissario, devo discutere con lei di una faccenda molto
importante. Presto due nostri agenti federali verranno a trovarla."
"Davvero? E' per la storia della mafia albanese?"
"No. Non credo proprio. Il figlio della nostra senatrice Gordon, James, è
sparito misteriosamente a Torino".
"Oddio, come sarà successo?"
"E' quello che lei deve aiutarli a scoprire. Li indirizzi verso il crimine
organizzato, la senatrice è molto attiva nella lotta contro la droga e
qualcuno può avergliela fatta pagare."
"Quindi c'è già un'idea della pista?"
"Diciamo di sì. Meglio mantenere le ricerche su un piano come questo,
tralasciando altre piste, non crede?"
"Perché che altre piste ci possono essere?" Morelli cominciava ad
essere
perplesso.
"Non ce ne devono essere altre. Certe cose non vanno toccate, ok?"
Morelli annuì. Non era la prima volta che riceveva pressioni per lasciar
perdere certe indagini. Quando c'era di mezzo il crimine organizzato non era
proprio la norma ma quasi. Ma qui invece gli dicevano di insistere sul
crimine organizzato. Cosa poteva esserci di più pericoloso da tirare fuori
di certe connivenze con la mafia?
Grant prese in mano il cellulare all'interno del bar Mulassano di Piazza
Castello e compose un numero internazionale. Parlò a bassa voce e in slang
stretto, nessuno della clientela e dei camerieri del bar lo capì:
"Ho parlato con il mio amico. Li terrà su cose normali, magari sul giro
della mafia albanese, visto che va di moda ora a Torino. Non preoccupatevi.
Arrivano domani mattina? Bene, li andrò ad accogliere e veglierò sul loro
operato."
La comunicazione si interruppe. L'interlocutore di Grant aspirò dalla
sigaretta e guardò la pagina di quel giornale popolare italiano anni
Settanta che aveva di fronte in cui si parlava di sparizioni misteriose
nella zona di Torino. Era uno dei posti dove loro andavano a rifornirsi di
mercanzia, era sempre stato chiaro.
Luigi Manfredi approfittò della pausa pranzo per fare una telefonata:
"Adriana? Sai che dovevo chiamarti quando c'erano novità? Sì lo so che dei
magnaccia albanesi non te ne frega niente, ma pare che stiano per arrivare
due americani, due agenti federali addirittura, che indagano su un ragazzo
scomparso, te ne avevo già accennato, il figlio di una senatrice... Sai mi sa
che c'è qualcosa di strano sotto."
Adriana Ferrero, dall'altra parte del filo, lo ringraziò e mise giù.
Un'altra persona scomparsa. Come sua zia e suo cugino, quando lei era ancora
una bambina. Si guardò intorno, lei era già al lavoro nella redazione del
settimanale Torino news. Doveva preparare la pagina di pettegolezzi dal
mondo dello spettacolo, poi si sarebbe dedicata alla pagina del mistero, la
sua parte preferita, visto che lei si definiva una giornalista
investigativa. Ci sarebbe stato da scrivere qualcosa sull'ennesima
apparizione di Nessie. Ma questa storia non era male. Adriana accese con
fatica il suo pc, avere più di 40 anni voleva proprio dire non essere al
passo con i tempi, lei rimpiangeva la buona e vecchia macchina da scrivere
Olivetti. Ma poi ci prese mano ed andò a ripescare il file di tutti gli
scomparsi negli ultimi quarant'anni a Torino. Gli scomparsi la cui
sparizione non andava imputata a fatti di cronaca nera. Tanti, troppi. E
possibile che la polizia avesse sempre sospeso le indagini dopo poco?
Questa volta non si sarebbe lasciata scappare l'occasione di capire
qualcosa. Che qualcuno le dicesse la verità.
Aeroporto di Milano Malpensa
Mulder e Scully uscirono dal corridoio del controllo dei documenti e furono
accolti dal console Grant:
"Benvenuti a Milano! Lasciate che vi accompagni fino a Torino e vi
presenti
un mio buon amico, il commissario Morelli, che sarà ben felice di aiutarvi.
Non preoccupatevi per l'auto, è già stata noleggiata. Peccato non ci sia il
volo diretto su Torino dagli States.".
Il viaggio fu piacevole: Grant parlò molto della senatrice Gordon, della sua
stima per la sua opera e le sue battaglie.
"La cosa strana", disse Scully ad un tratto, "è che James Gordon
sembra un
ragazzo molto lontano dallo stereotipo di quelli che si mettono nei
pasticci. Niente droga né alcol, solo alcune grandi passioni direi tutto
sommato innocue.."
"Non si sa mai cosa possa esserci sotto", ribatté Grant,
"guardi, la figlia
di un mio conoscente sembrava la ragazza più a posto del mondo e poi era
finita in un gruppo di estremisti di destra.."
Mulder si concentrò sulla strada: strano o il console Grant voleva portarli
su una strada predefinita per indagare?
L'albergo Genova era a due passi dalla stazione di Porta Nuova, ed era molto
bello e lussuoso. Risaliva alla fine dell'Ottocento.
"Ecco qualcosa che noi non abbiamo", disse Scully guardando la sua
stanza,
la porta accanto a quella di Mulder. Certo, l'ambiente era diverso da quelli
dei motel.
"Scully, scendiamo sotto, c'è il commissario Morelli che ci aspetta".
"Saprà l'inglese?"
"Beh al limite Grant ci aiuterà".
Il commissario Morelli sembrò disponibilissimo ad aiutarli: aveva già pronto
un dossier per loro, in cui c'erano l'indirizzo dell'alloggetto che James
aveva affittato e altre informazioni utili sulla sua permanenza a Torino.
Non ci furono problemi di lingua, Morelli parlava un inglese scolastico ma
comunque buono.
"Sappiate che io rappresento la legge e sono disposto a darvi una
mano!"
Mulder e Scully decisero come prima cosa di recarsi dal proprietario
dell'alloggio, Rossi: "Io metto a disposizione alloggi semiarredati o
arredati a studenti o pendolari. Mi è stato raccomandato dal Centro
Turistico Studentesco, una delle associazioni che mi procurano più
affittuari. Mi ha pagato anticipato per sei mesi. In ogni caso l'alloggio è
in via Principe Amedeo, ho le chiavi di scorta, se volete ispezionarlo."
Morelli si offrì di accompagnare Mulder e Scully. Ma di colpo lo squillo del
cellulare lo interruppe: era sua sorella, Caterina.
"Paolo, devi andare su a Torre Pellice, da mamma. E' stata male, molto
male.
Dice che ti vuole parlare urgentemente".
Morelli interruppe la chiamata e disse: "Scusatemi, altri impegni urgenti
mi
attendono. Se avete bisogno non esitate a chiamarmi".
Mulder e Scully entrarono nell'alloggio, a un terzo piano senza ascensore.
Se la casa di Mulder era caotica, quella non era da meno. James aveva
ammonticchiato in poco tempo decine di libri, riviste, videocassette. C'era
molto materiale sull'antico Egitto, un po' di cose su Torino e soprattutto
diverso materiale sul Musiné.
"Cos'è il Musiné, Mulder?", chiese Scully.
"Uhm... ne ho già sentito parlare... credo sia un monte qui vicino... senti,
cerco di mettermi in contatto con i Gunmen, loro ne sapranno di più."
Scully sfogliò gli opuscoli e i ritagli di giornale. Alcuni erano
vecchissimi, di fine Ottocento, e per quel po' di italiano che poteva
riconoscere e per fortuna che non era tanto diverso dallo spagnolo che lei
aveva studiato un po', si diceva che presso questo monte c'erano state delle
sparizioni strane... Razionalmente, ad un ragazzo dalla personalità di James
non potevano non interessare queste notizie. Ma come potevano avere
influenzato la sua scomparsa?
C'erano suoi appunti, note a piè di pagina di libri e documenti. Molti
sull'Egitto, del tipo "Dov'è il faraone Phaeton? Cos'è veramente il suo
carro?" e molti sul Musiné: "Scomparsa un'altra persona".
Mulder riuscì, sfruttando il collegamento ad Internet di James, a contattare
Langly:
"Ascoltami: mandami in qualsiasi modo ogni informazione sul Musiné, un
monte
nei pressi di Torino".
In attesa, Mulder e Scully andarono anche al Museo Egizio a mostrare la foto
di James. Un guardiano lo riconobbe:
"Sì, veniva qui quasi tutti i giorni, la mattina. Gli piaceva molto tutto.
Soprattutto i sarcofagi. In particolare quelli delle tre sorelle... Volete
vederli?"
Erano ricchi di disegni particolari. C'era un uomo, con il sole davanti, e
alto. E verso il sole andavano tante persone. Una rappresentazione
dell'aldilà egizio, pensò Scully, comunque estasiata. A Mulder invece venne
in mente qualcos'altro... i rapimenti alieni... le sparizioni..
All'uscita dal Museo Egizio Mulder e Scully notarono una donna di circa
cinquant'anni, che sembrava aspettarli.
"Gli agenti speciali Mulder e Scully?", chiese in perfetto inglese,
"piacere
di conoscervi, seguo da tempo via Internet le vostre imprese. Mi chiamo
Adriana Ferrero, sono una giornalista. Credo di potervi aiutare. Se mi
permettete, vi offro un aperitivo così ne parliamo". Seduti al bar Il
Panino
Doc di via Lagrange, Mulder e Scully stavano gustando delle ottime tartine,
mentre Adriana tirò fuori una serie di foto e di documenti.
"James Gordon, il ragazzo che cercate, credo si stesse interessando molto
ai
misteri di Torino. Torino è una città magica, dai mille segreti. Credete che
sia un caso che abbiamo il secondo Museo Egizio al mondo, con ancora più
reperti che al Louvre di Parigi, al Metropolitan di New York e al British
Museum di Londra?"
"Beh", disse Scully, "ho letto che molti mecenati e studiosi
dell'Egitto si
adoperarono per questo."
"Perché millenni fa gli Egizi scoprirono la nostra città e un gruppo di
loro
si trasferì qui per cercare di venire a patti con qualcuno di molto
potente.."
"Chi?", chiese Mulder.
"Una stirpe di Antichi, che giungevano da una distanza enorme e per cui
noi
uomini eravamo il risultato di un audace esperimento genetico. Ma loro
volevano continuare a prenderci... e gli Egizi vennero qui a stabilire un
primo patto, costruendo un tempio del Sole e mettendo un avamposto vicino ad
un monte sacro... il Musiné... l'unico punto in cui gli Antichi avrebbero
potuto prendere gli uomini... Ma non stabilirono che il Musiné avrebbe
attratto alcuni individui dotati... per portarli via."
"Signora Ferrero", disse Scully, "lei sarebbe un'ottima
scrittrice di
romanzi di fantascienza."
"Non è fantascienza, agente Scully... è verità... Qui in Italia oltretutto
gli
scrittori di fantascienza non hanno mercato. Io vidi sparire mia zia e mio
cugino da bambina... eravamo andati a fare un pic-nic in campagna... era il
1959... Ad un tratto tutti e tre cominciammo a camminare verso il Musiné..
c'era qualcosa che ci attirava. Io persi la cognizione del tempo fino al
mattino dopo... e mia zia e mio cugino non furono mai più ritrovati. E da
allora è successo sempre più spesso... tutta questa gente... tutta sparita..
Loro vengono e ci portano via. So che anche sua sorella Samantha è
scomparsa, agente Mulder... e anche lei agente Scully è sparita per dei
giorni interi... ma qui la gente non torna più."
"Ricapitolando, signora Ferrero", disse Fox Mulder, "lei dove
ritiene che
sia finito James?"
"E' con loro... Era un predestinato a conoscerli."
"Vede, signora", continuò Mulder, "lei saprà bene che negli
Stati Uniti
esiste tutta una letteratura relativa ai rapimenti alieni che in molti passi
si differenzia da quello che lei ci ha detto."
"So tutto, so anche del ruolo che avrebbe il vostro governo. Sono anche
venuta da voi, ho cercato di entrare nell'Area 51, a Roswell, sono stata
fermata e mi è stato anche confiscato il rullino della macchina fotografica.
Ma vede, questo è un mistero che dura da secoli... solo che da quarant'anni a
questa parte è diventato tutto più frequente. C'è anche una storia risalente
al Settecento di un contadino scomparso alla vigilia del matrimonio vicino
al Musiné e ritornato cinquant'anni dopo, tale e quale a se stesso, salvo
poi morire dopo un giorno dopo essere invecchiato di colpo."
"Per cui dovremmo andare a vedere vicino al Musiné se troviamo qualcosa di
suo?"
"Forse... ma se foste anche voi dei predestinati?"
"Signora", disse Scully, "siamo qui per ritrovarlo. E' il nostro
lavoro.
Grazie comunque della compagnia, al limite ci rivediamo".
"Desidero accompagnarvi io al Musiné. Risentiamoci".
"Grazie, noi vorremmo prima fare ancora qualche indagine in Torino".
Il commissario Morelli arrivò nella stanza di sua madre, nella Residenza per
anziani San Giuseppe di Torre Pellice.
Sua madre Maria era stesa sul letto, ma con gli occhi aperti.
"Grazie di essere venuto... devo dirti una cosa importante su tuo
padre."
Paolo Morelli sapeva che suo padre Giuseppe se ne era andato di casa prima
della sua nascita, con un'altra donna.
"Mamma, non parlare di lui, sai che ti fa male.."
"No, devo parlarti di lui."
"Di quell'egoista che non ha voluto nemmeno conoscermi e se ne è fuggito
in
Australia con un'altra."
"No... quella è una storia che ho inventato perché non mi dessero della
pazza, per non perdere te e tua sorella. Tuo padre. eravamo andati a fare
una scampagnata vicino al Musiné. ad un tratto l'ho visto alzarsi e correre
verso il monte... Io l'ho seguito... ero incinta di sei mesi di te. ad un
tratto ho visto una luce aprirsi nel monte... una luce che l'ha
inghiottito."
Maria alzò un polso verso suo figlio:
"Questa non me la sono fatta con l'olio bollente come ho sempre detto a
voi... è stata quella luce.". Sul polso c'era una cicatrice non grande ma
profonda, come di una bruciatura.
"Ti prego, credimi, c'era qualcosa in quella montagna... qualcosa che
inghiotte. non te l'ho mai voluto dire... ormai non sei più giovane nemmeno
tu... forse potresti scoprire cosa c'è."
Paolo Morelli rimase di sasso. Sua madre non poteva mentirgli... Il Musiné..
ogni tanto gli arrivavano segnalazioni di sparizioni. Anche suo padre era
finito così? Quei due agenti... Mulder e Scully... gli avevano detto che erano
specializzati in quelle cose misteriose... Morelli non ci aveva mai creduto
più di tanto, era un poliziotto tradizionale, lui ricercava e arrestava
criminali. Aveva fermato un boss della 'ndrangheta, tanti spacciatori, quel
gruppo di sfruttatori albanesi, ladri, diversi assassini comuni, dei
pedofili che l'avevano disgustato. Aveva dedicato la sua vita al lavoro, il
suo matrimonio con Cristina, un'insegnante, era miseramente fallito tanti
anni prima per quello. Aveva odiato suo padre per tutta la vita, per aver
lasciato sua madre. E ora..
Strinse la mano alla mamma e prima di partire per tornare a Torino le disse:
"Scoprirò cosa è successo!"
Telefonò sulla strada a Manfredi:
"Mi puoi preparare un dossier sui fatti strani a Torino?"
Poco dopo il suo cellulare suonò. Era Grant:
"Come va con i miei connazionali Mulder e Scully?"
"Beh, bene... sono persone molto corrette.."
"Si ricordi quello che le ho detto."
Morelli continuava ad essere perplesso. C'era qualcosa che non gli tornava..
qualcosa di grosso.
Mirko l'albanese sterzò con l'auto: eccola lì, Ljuba, quella dannata
sgualdrina, erano due giorni che non la vedeva, si era tenuta per sé tutti i
soldi... Per fortuna l'aveva ritrovata. Ljuba lo vide e cominciò a scappare
nel prato, verso quel monte tutto brullo, con la croce in cima. L'avrebbe
riacciuffata e le avrebbe dato quello che si meritava. Ljuba correva veloce,
ma anche lui non era da meno. l'aveva quasi raggiunta.
Di colpo Ljuba accelerò l'andatura. Mirko bestemmiò e prese a correre. Ma
cosa stava succedendo? Il monte stava brillando, era quasi sera, non poteva
essere il Sole... Ljuba corse come attratta... sembrava che là dentro ci fosse
una calamita... Mirko cercò di raggingerla... e un'ondata di calore lo
avvolse, sentì la pelle che bruciava, sentì un calore immenso..
Il commissario Morelli ricevette di buon mattino Mulder e Scully:
"Vorrei un parere da voi. So che vi interessate di fatti strani. A me
invece
non hanno mai interessato, sono un poliziotto, ho il mio da fare con la
criminalità normale... Ma ho scoperto qualcosa su mio padre che mi ha
stravolto... cosa ne pensate di queste strane sparizioni, che spiegazioni
date?"
"Non c'è una spiegazione ufficiale", disse Mulder, "ci sono
ipotesi, teorie
e spiegazioni alternative."
"Io voglio andare sul Musiné. Venite anche voi con me, se volete. Ci vado
come privato cittadino, non come poliziotto. Voglio sapere la verità".
In quel momento Manfredi aprì la porta:
"Capo, hanno trovato quel bastardo di Mirko l'albanese sulla statale 26,
in
stato di incoscienza. E' pieno di bruciature e ustioni. Ora l'hanno portato
al Reparto Grandi ustionati al CTO. Pare che straparlasse di una luce dal
Musinè."
Mulder e Scully videro Morelli impallidire:
"La statale 26 passa vicino al Musiné", mormorò il commissario.
"Vorrei che veniste con me al CTO per interrogare quel tipo!", disse
poi a
Mulder e Scully.
Non era la prima volta che il commissario Morelli metteva piede al Centro
Grandi Ustionati, e guidò agevolmente Mulder e Scully all'interno. Il dottor
Maltese, il responsabile, li accolse e li portò nella camera del paziente.
Ma Mirko era morto.
"Porca miseria", disse il dottor Maltese, "dieci minuti fa era
vivo, e
sembrava stesse migliorando."
Scully lo osservò e capì subito che quelle che aveva addosso erano ustioni
particolari, non comuni. Di colpo entrarono due infermieri:
"Ordine della direzione, lo trasferiamo!"
"E per l'autopsia?", chiese Maltese.
"Ah, se ne occuperanno altrove!" e se ne andarono.
Si guardarono tutti costernati. Mulder guardò per terra, vicino al letto e
notò qualcosa. Si chinò a raccoglierla: era un mozzicone di sigaretta
Morley.
"Guarda Scully!"
Scully scosse la testa:
"Non vorrai mica dirmi che lui può essere stato qui?"
"Scully, c'è anche lui qui sotto! Non credo che i tabaccai italiani
vendano
così tante Morley!"
Il commissario Morelli si avvicinò a loro e disse:
"Voglio andare a indagare vicino al Musiné!"
Un'auto stava correndo verso il Musiné. Morelli aveva ascoltato dalla bocca
di Adriana Ferrero tutte le storie relative al Musiné e alle sparizioni.
Aveva letto di quanta gente era scomparsa, tutte sparizioni riconducibili a
quel posto. Ma non sapeva cosa pensare...Mulder gli aveva aggiunto delle
storie sulle abduction in genere.
"Non riesco a credere che sia vera una cosa così!", disse scuotendo
la
testa.
Si fermarono nel prato antistante e iniziarono a perquisire. Non c'erano
rifiuti, stranamente, e l'aria era ferma, troppo ferma. Scully si era
avvicinata al ciglio del sentiero che portava sul monte e di colpo disse:
"Qui c'è qualcosa!"
C'era uno zaino. Lei e Mulder lo aprirono e trovarono un'agenda e un
permesso di soggiorno intestati a James Gordon.
"Lui allora è stato qui!", disse Dana, "vediamo di trovare altre
tracce!"
Tutti e quattro si avvicinarono al monte... e di colpo l'aria ferma fu
attraversata da un rombo, e qualcosa sembrò scaturire dalla montagna. Mulder
si avvicinò a Scully e la strinse a sé, come timoroso di perderla di nuovo,
di non trovarla più come Samantha... ma cercò di guardare quella luce, che
non lo respingeva né lo attraeva... Lo rispettava, rispettava lui e Scully.
Morelli vide che in quella luce sembravano esserci tante figure. di tante
persone... riconobbe Ljuba, una ragazza albanese che aveva cercato di salvare
dal marciapiede... e riconobbe suo padre, sì, dall'unica foto che aveva
visto... non era vecchio... e poi c'erano strane creature, con forme strane,
non erano uomini.
Adriana Ferrero seppe che lì c'era il suo destino... da bambina lei era
fuggita... ma ora non doveva farlo più. si avvicinò... e entrò... qualcuno
uscì.
Di colpo la luce si spense. Mulder e Scully si guardarono attorno. Adriana
non c'era più, era scomparsa. Morelli si stava alzando da terra, aveva
qualche lieve ustione sulle mani, era stravolto. E con loro c'era un'altra
persona: James Gordon, senza abiti, mezzo svenuto, ma che continuava a
mormorare:
"E' stato fantastico, fantastico!"
Rapporto di Dana Scully.
Domani ripartiamo per gli Stati Uniti. Le condizioni fisiche di James
Gordon, a parte una leggera e curabilissima anemia, sono buone. Non si sa
dove sia stato, e lui alterna momenti in cui dice di non ricordare niente a
sogni anche durante la veglia in cui parla di creature fantastiche, di
luoghi di sogno, di faraoni egizi in vita. Non ha assunto droghe di nessun
tipo, né ha bevuto niente. Questo fascicolo finirà tra i casi irrisolti,
l'importante è che James ritorni a casa.
Il commissario Morelli si sedette di fronte all'ambasciatore Grant in una
saletta del ristorante Arcadia:
"Mi dica".
"Morelli, continui ad occuparsi dei criminali. Lei è un eroe, non lo
sa?"
"Sì, ma cosa succede? Cosa ho visto?"
"Cose che è meglio che tenga per sé. Non capisce cosa succederebbe se
qualcuno sapesse tutta la verità?"
"Ma la gente."
"Mi creda... meglio dare la caccia ai papponi albanesi, ai mafiosi, ai
pedofili... Dimentichi tutto... Il mondo potrebbe scoppiare... Sono misteri
troppo grandi."
"E Mirko?"
"Uno in meno a cui dare la caccia, non trova?"
Morelli rimase in silenzio: era la prima volta in cui qualcuno lo fermava
davvero.
"E gli agenti Mulder e Scully? E la Ferrero?"
"Gli agenti Mulder e Scully non avranno mai una carriera come la sua.
Lasci
perdere, non diventi come loro. La giornalista Ferrero... sparita... tanto
nessuno la cercherà".
Non finisce qui, si disse Morelli. A costo di farlo nel tempo libero e
quando sarebbe stato in pensione, avrebbe cercato di capire la verità. Se
c'era una verità.
Rapporto di Fox Mulder.
Siamo tornati in America. James Gordon sta bene, l'ho sentito via e-mail,
ora siamo in contatto, mi ha detto che sta scrivendo un romanzo basato sulla
fantaarcheologia egizia. Lui dice di ricordare bellezza e splendore... Per
molti invece i sequestri alieni sono qualcosa di orrendo... Sperimentazioni,
mutilazioni. James vuole credere invece che chi è superiore a noi lo è anche
moralmente e spiritualmente. Forse ha trovato qualcosa di buono in cui
credere. E forse a questo punto questo rimane la cosa migliore di tutta la
faccenda. Trovare qualcosa in cui credere. Qualcosa di bello e fantastico.
Io vorrei poter pregare che anche Samantha sia lì. che anche Samantha si
trovi in un regno fantastico, fatto di fantasia e sapere puro. Ma non riesco
a credere. Vorrei ma non riesco. Non sempre è possibile credere, nemmeno per
me. |