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Anno 1 Numero 34 Mercoledì 27.11.02 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

Con la scienza e la conoscenza si deve combattere l'Aids, non con la morale

 

di Guido Donati

Siamo giunti al terzo millennio e si continua a consigliare ai giovani di astenersi dai rapporti sessuali per evitare le malattie sessualmente trasmesse. Da ricerche effettuate da più parti emerge che i giovani iniziano i primi rapporti senza sapere nulla sulle malattie sessualmente trasmesse, né sui modi per prevenirle e tanto meno su come vadano utilizzati i profilattici. Vi è una mancanza quasi totale di interesse da parte della comunità di informare i ragazzi sui problemi che incontreranno, proprio nel momento in cui ci sarebbe il bisogno maggiore di conoscenza. Non parliamo solo dell'Aids, ma anche dei papovavirus che sono la causa principale dello sviluppo del cancro del collo dell'utero. L'assenza di informazioni si traduce nell'aumento dei casi di Aids proprio nella fascia di età che va dai 15 ai 24 anni, e la metà dei nuovi casi si presenta proprio in questo gruppo. Se si vogliono costruire programmi di prevenzione efficaci si deve dare per scontato che i giovani hanno rapporti sessuali anche prima dei 15 anni. L'esempio della Thailandia ci dovrebbe far pensare. Dopo una campagna importantissima per l'uso dei profilattici, dal 1991 al 1995 l'uso di questi è passato dal 60% a quasi il 95% e ne è conseguita una riduzione dei sieropositivi maschi dal 1992 al 1997 dall'8% a meno del 3%. In Brasile le campagne di prevenzione hanno portato l'uso del profilattico durante il primo rapporto dal 1986 al 1993 dal 5% al 50% e le vendite dal 1993 al 1999 sono quasi quintuplicate. 

Per vincere la battaglia alle malattie sessualmente trasmesse bisogna:

  • dare ai giovani conoscenze ed informazioni chiare ed esaustive

  • dare le basi per mettere in pratica tali conoscenze

  • far crollare il muro della vergogna, della paura e dei sensi di colpa che accompagnano la sessualità

  • abolire le discriminazioni

  • raggiungere i giovani nelle scuole con personale qualificato atto a istruirli ed ascoltarli

  • fornire visite e test gratuiti

  • fornire profilattici gratuiti o a basso costo

  • raggiungere i giovani a rischio

  • incoraggiare il lavoro e la partecipazione dei giovani

  • coinvolgere i giovani che convivono con l'HIV

  • verificare la qualità dei servizi

Oggi l'unica arma per prevenire le malattie sessualmente trasmesse è il profilattico, è riconosciuto anche da Organizzazioni Mondiali Socio-Sanitarie "super partes", ma sottolineano il fatto che un uso inappropriato ne può determinare l'inefficacia.
Ci associamo alle rimostranze del prof. Ferdinando Aiuti che ha criticato l'opuscolo che sarà distribuito prossimamente ai giovani in un numero di 1.300.000 copie, fatto dai Ministeri della Sanità e della Pubblica Istruzione, per la prevenzione dell'Aids. Concordiamo anche sull'assurdità di trasformare il termine Malattie Sessualmente Trasmesse in "Mamma Sono Triste", e come dice Aiuti è ''negativo, pessimista, come se già i giovani ne fossero affetti," proponendo il ricorso alla mamma piuttosto che al medico. L'Anlaids consiglia che la sigla MST eventualmente corrisponda a "Mai Senza Te", intendendo il profilattico. 

 


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