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di
Paola Franz
Nel
mondo 130 milioni di donne hanno subito mutilazioni degli
organi sessuali, dall'infibulazione all'escissione. Ogni anno se ne
aggiungono 2 milioni. Esistono diversi tipi di mutilazioni di
diversi gradi, dipende dalla richiesta dei genitori della bambina:
il taglio del cappuccio del clitoride impropriamente detto
circoncisione, la recisione del clitoride (clitoridectomia) e il
taglio parziale o totale delle piccole labbra, l'infibulazione (dal
latino "fibula" cioè spilla) o escissione faraonica è l'asportazione del
clitoride, delle piccole labbra e di quasi tutte le grandi labbra,
la ferita viene richiusa con spine o con fili lasciando una piccola
apertura per l'urina e il sangue mestruale. Seimila bambine di
un'età che va da pochi giorni di vita a 12 anni, ogni giorno subiscono questa atroce violenza,
perpetrata dalle donne anziane che utilizzano qualunque strumento
dal pezzo di vetro alle forbici, senza nessun tipo di anestesia o di
terapia antibiotica.
Questa atroce pratica viene effettuata in 40
paesi, ma il triste primato spetta all'Africa, soprattutto nella
zona subsahariana, dove, ad esempio, in Somalia ben il 98% delle
donne ha subito l'infibulazione. Le mutilazioni genitali sono
pratiche inammissibili che ledono tutti i diritti umani, e perciò
durante la Giornata Mondiale dei Diritti Umani il Parlamento Europeo
ha preso posizione contro questa barbarie. È stato redatto un
appello solenne volto ad ottenere il maggiore consenso possibile,
fra gli illustri firmatari il premio Nobel Rita Levi Montalcini,
sempre impegnata sul fronte dell'emancipazione femminile. L'impegno
in questa battaglia vede schierati anche alcuni leader africani che,
in varia maniera, cercano di essere da esempio alle proprie
popolazioni non facendo sottoporre le proprie figlie a questa
pratica.
Sono le madri che vedono l'infibulazione come un segno
normale di appartenenza, loro stesse vittime di questa violenza; la
donna non amputata viene vista come una "poco di buono",
una donna di facili costumi. Nessuna madre vorrebbe che la propria
figlia rimanga al di fuori del gruppo. Questo bisogno di
appartenenza è stato portato attraverso i secoli da un Paese
all'altro; perciò si incontrano gruppi che la praticano in Asia, in
Europa e in America. Moltissime sono state le motivazioni portate
avanti per giustificare queste pratiche, ma vi è un solo motivo,
profondo, inconfessato e inconfessabile: controllare la donna,
umiliandola, ferendola nella sua intimità, togliendogli qualsiasi
forma di piacere, costringendola a divenire una merce che viene
venduta dalla famiglia, che serve a soddisfare i piaceri dell'uomo,
gli da dei figli e non potrà mai tradire. Questo
tipo di mutilazione oltre a distruggere gran parte della sessualità
costringe la vittima a continue sofferenze, molto spesso anche la
mestruazione diviene difficile e dolorosa, il primo rapporto diviene impossibile per cui il marito o
le sue parenti incidono la cicatrice dell'infibulazione con un
coltello.
Il parto costituisce un altro momento in cui la donna deve essere sottoposta ad ulteriore
taglio per permettere la fuoriuscita del bambino. Al termine la
donna viene reinfibulata. E la tortura viene spesso ripetuta più
volte durante la vita. Vi sono moltissime complicazioni che
accompagnano queste pratiche, dipendendo tutte dalla bravura
dell'operatrice, dall'igiene, dal tipo di strumento utilizzato,
dalla forza della bambina e dalla sua resistenza alla violenza (non
vengono utilizzati anestetici). Immediatamente vi possono essere:
lesioni all'uretra, alle ghiandole di Bartolini, alla vagina, alla
vescica, all'ano, all'arteria vulvare o all'arteria dorsale del
clitoride con emorragia fino allo shock e alla morte, infezioni di
tutti i tipi fino alla setticemia, all'epatite e all'Aids. Il tetano
è frequente a causa degli strumenti utilizzati durante
l'intervento. Nel tempo si possono formare cicatrici cheloidee così
rigide che la bambina non riesce a camminare, infezioni frequenti
per ritenzione di sangue mestruale, formazione di fistole e ascessi
recidivanti. Il moncone del nervo dorsale del clitoride può
trasformarsi in un neurinoma che rende la zona genitale
ipersensibile e dolorosa. La sterilità spesso consegue alle
continue infiammazioni.
Non vi è gruppo religioso che venga
risparmiato da questa barbara e antica pratica: atei, animisti,
ebrei etiopi dei Falas, cattolici, protestanti, mussulmani e
quant'altro. Questa pratica riduce drasticamente la sensibilità, ma
il desiderio spesso spinge alcune ragazze ad avere rapporti, che
talora riescono; ed è questo un ulteriore momento del trionfo
dell'ipocrisia. La famiglia fa ripetere l'infibulazione prima del
matrimonio, come accadeva nei popoli occidentali per la verginità,
che spesso veniva ricostruita dal chirurgo con un semplice
intervento. Dobbiamo combattere questa pratica inumana che
distrugge anche psichicamente, esportando
civiltà e conoscenza.
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