Anno 2 Numero 62 Mercoledì 11.06.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

NON SPARATE A CAVARADOSSI

Un reportage dal mondo dell’opera

di Francesco Canessa 


Recensione di Marina Pinto

Il libro “Non sparate a Cavaradossi” racconta, con un linguaggio divertente ed ironico, gli aspetti “nascosti” di una rappresentazione teatrale, tutto quello che succede alle spalle di un palcoscenico: le ansie nascoste, le paure, i personaggi e i loro interpreti, i grandi nomi della lirica sono qui umani e vicini al lettore come se davvero egli li conoscesse non soltanto nelle vesti di questo o quest’altro personaggio, ma come persone reali – in realtà essi sono proprio questo – con le loro manie e le loro debolezze, ma anche con la loro grande carica umana e professionalità che il mondo gli riconosce. 
Tutto si fonde nella magia della musica, il palcoscenico è il luogo fatato dove ogni sorta di cataclisma può accadere, lì c’è il buio dell’inferno, le volte celestiali, le città, le strade, il mare, ogni tempo del passato diventa presente allorché la musica attacca a farsi sentire dalla buca d’orchestra, ed ogni spettatore si distacca dalla realtà del quotidiano per vivere insieme ai protagonisti di ogni opera la loro storia, le gioie, i dolori, le morti e le disfatte, i piccoli litigi e i finali gioiosi, ride e si commuove proprio come se ne facesse parte.
Oltre il sipario però ci sono regole e meccanismi da affrontare, e l’autore – Francesco Canessa – li conosce assai bene, e li racconta da esperto sovrintendente del Teatro S. Carlo di Napoli. Il suo narrare è fluido e semplice, non manca di spirito e di riflessioni, si sente che chi scrive è non solo un profondo conoscitore del mondo dell’opera, ma che ne è soprattutto un cultore spirituale, egli ama la musica e l’opera allo stesso modo dei suoi autori e degli interpreti, è vicino alla loro umanità con semplicità e con rispetto.
Grandissimi nomi si fanno strada fra le pagine di questo libro, interpreti di fama mondiale – da Caruso a Pavarotti alla Kabaivanska, persino Carla Fracci – anche il fantasma di Donizetti fa sentire la sua presenza fra i palchi bui del S. Carlo, e lui – l’autore – è sempre con loro dal punto di vista umano e professionale. E tanti sono gli aneddoti raccontati che ci fanno sorridere di incredulità: perché non possiamo sparare a Cavaradossi? Perché non c’è il permesso della questura per comprare la polvere da sparo! Perché i coristi protestano? Perché durante la prova generale della IX Sinfonia di Beethoven ad essi è negata l’indennità “lingua straniera” - per il fatto di dover cantare in tedesco – e poi c’è pubblico, anche se si tratta soltanto di studenti di conservatorio, un pubblico è un pubblico comunque, e se si canta dinanzi ad esso bisogna pagare come fosse un concerto vero e proprio! Quindi o si dà l’ok alla doppia paga o non si canta (ma davvero tutto questo può accadere? E il piacere di cantare dov’è finito?). E poi che fine ha fatto il costume del protagonista di “Un ballo in maschera”? Lo ha preso Pavarotti che doveva cantare a Londra la stessa opera. Ma come? Il costume (e la parrucca) sono del Teatro! L’ “ispezione amministrativa” controlla e sancisce che c’è una “indebita liberalità in danno all’Ente”, per cui il costume deve tornare a casa al più presto. Ma un costume creato per “big” Luciano difficilmente può essere usato da altri cantanti, sembrava un peccato veniale averglielo ceduto! Niente da fare, le cose stanno così.
Troviamo in questo libro tutto questo e molto altro, cose che ci divertono ed avvenimenti di grande umanità e che ci rendono più vicino il mondo del teatro e della grande musica che, in realtà, non è mai stato lontano dall’uomo, perché è assolutamente vero che la musica avvicina gli animi e rende il mondo più bello.

195 pagine
Prezzo al pubblico 16,50 euro
Edizioni La Conchiglia


Inizio pagina | Home | Archivio  Motori di Ricerca Links  mail

Autorizzazione del Tribunale di Roma n 524/2001 del 4/12/2001 Agenzia di Stampa a periodicità Settimanale