P A R R U F F parole nella notte poesie |
Introduzione
Parruff, parole nella notte, la continuazione di un momento. Dopo "l'universo umano e altre storie", le "morfeose", le "news from Nowhere", le "nuvole", il breve racconto del 1983 "il viaggio" ecco spuntare dal cappello a cilindro "parruff". Parole nella notte, un semplice diario di viaggio, di viaggio non fisico, ma mentale. Ci sono nuvole, morfeose, pensieri, dialoghi, ma soprattutto parole, un fiume di parole, a volte nel vuoto, altre volte ludiche, impacciate, serene, gioiose, felici, di speranza. C'e' la noia, l'allegria, tutto cio' che passa attraverso l'anima, il sentimento. C'e' la passione e l'odio, il bene e il male.
Iniziano dopo la morte di Gianluca, dal suo suicidio, un gesto evocato da "il viaggio" che si e' trasformato in finzione, anche se gia' era nell'aria, la sua scomparsa era gia' palpabile alla fine delle "morfeose".
Dove arriveranno le "parruff", e soprattutto dove porteranno le parole nel vuoto della notte ? Spero alla felicita' illusa, alla vita piena di sogno, nel postscritto la risposta.
PARRUFF
Gorogoro da pua,
ingou, engou, inga'.
Asput teco teco,
Insulatio esta pocou,
smailotto fenilotto.
Non sentire le parole
che grido nella notte.
Possono essere
tante frasi d'amore
oppure tante parole di dolore.
Amanoss, amanoss emaitollo,
ergatopo ergatopo.
Immagina tu
il loro significato.
Ellaio puttollo angaio,
umutucassi aprocolotta.
Ma non dare ascolto
alle parole di un pazzo.
Anamossa curicuricosollo,
anatlopi egosol esta pocu...
....................parruff.
Sembra il gioco
di un bimbo.
Elepati scatosamma,
ungueo, ungueo, ungua'.
Parruff................
....parole nella notte.
STANCHEZZA
Provocazione
semplice gesto
lontano,
perdente
senza strade,
ovattato d'incenso.
Mercurio e Plutone
gemelli del destino,
portati dalla gioia
adesso noia.
Un solo miraggio
cantare la luna
e con essa sognare
nella bruna locanda.
Stanchezza di un mattino
con il tramonto ad ovest.
NON CI SARANNO LUNE
NEL CIELO DELLA NOTTE
SULLA CITTA' PERDUTA.
Non ci saranno lune,
lo dice anche la stella,
sfiduciato
della vittoria immonda,
Nel cielo della notte
buia,
si vede il nulla,
come la gioia
come la sete.
Sulla citta' perduta
un solo vento soffia,
il grecale austero
della gioconda rotta.
IL RACCONTO DEL VIAGGIO
DI HELEN SUL TRENO
PER PARIGI CON VISIONE
NOTTURNA DI FANTASMA
E FINALE TRASGRESSIVO
Helen partì,
il fantasma sogno'
e mai piu' ritorno'.
NAVIGARE
Con il piccolo battello
gioiello,
che la mia genitrice mi dono',
approdo sulla costa
diamante.
STORIA DELLA LUNA E DEL MARE
Chi non conosce le onde
ignora che la marea
alla luna si lego'
nei giorni della storia.
La sfera d'argento
con dolce sentimento
nel mare si specchiava.
E l'immagine frantumata
sulle increspature morbide
risollevo' le onde
e sulla nuda terra
le getto'.
ALTI E BASSI
E mentre sono in cielo
cado a terra,
tra gli alti e bassi
della corrente,
un attimo fuggente
e il condottiero
spegne le mie luci
e le riaccende.
L'EQUILIBRIO
Difficilmente
l'equilibrio
e' staticamente
fermo.
C'e' sempre
l'oscillazione
che precario
lo rende.
QUANDO FINIRA' LA NOTTE
Quando finira' la notte
leghero' le quattro cime
sull'olmo del giardino.
Ascoltero' la valle del
pensiero e giacero'
felice sopra il colle.
Quando finira' la notte
ovunque vedro' la luce
inondare le facce della gente
e miagolero' suadente
col volto dietro il velo.
Ed un pensiero
cerchero' tra i miei
ricordi,
un'atmosfera di letizia
sentiro'
e cantero' sereno il mistero
di dodici pazzi delusi
nell'oasi del deserto.
Quando finira' la notte
il giorno sempre sveglio
cerchero'
giulivo e soggiogato.
Palude di panna montata.
Quando finira' la notte...
..........................
SPIGOLATRICE
Donna,
ti chiamo donna,
bruna di chioma,
idioma.
Fanciulla,
sempre piccino
e' il tuo sorriso
carino.
Bambina,
fata turchina
come la nonna,
francesina.
Pupilla
sogno del mattino,
viola del pensiero.
ESSERE O NON ESSERE,
VOLARE O NON VOLARE
Dubbio amletico
sul volo di Pindaro
sulla vetta del teschio
in cima al monte.
Interrogativo
bramoso
curioso
nervoso.
Nel volo la gioia ?
Nella vita la felicita' ?
Ed allora
essere o non essere,
ma cosa essere ?
Volare o non volare,
ma dove volare ?
La risposta........
........ e' nel fato.
FATO
Il fato siamo
noi
con le nostre facce
con i nostri cerchi
con la nostra vita
con i giorni ciechi.
NAUFRAGANDO
Nel deserto dei mari
mossi, calmi,
dal vascello fantasma
la vedetta osserva
l'orizzonte,
piatto, sterile.
Uno scoglio illuso,
fato, superstizione,
frantuma il guscio
affonda la nave.
Naufragando nell'oceano
su di una cassa vuota
sotto il sole rovente
salsedine sulle labbra.
Emisfero australe
scompenso cardiaco.
TIRANA
E come volevi che fosse
Tirana ?
Fresca ma lontana
senza una figura umana
come il guanciale rosso.
C'e' solo il bosco
e l'acqua fetida.
Ma la strada per
Tirana
diventa sempre piu' bella
c'e' anche una stella,
la luna fiammella,
gemella.
Si sale
si scende
sulle colline verdi
sette uccelli,
brusio di colore
avion.
NUOVE STRADE
Domani,
il giorno che verra',
scegliero' nuove strade,
e come viaggero'?
Con il vestito magenta
colore che dissolve
il gusto della gloria,
ma gioia,
cuscino di foglie,
fiumi e torrenti
verso San Silvano.
IL SERBATOIO
Ho una fottuta
voglia
di gocciolare
e di svuotare
quel serbatoio avulso
che nell'ora della rosa
conosce i suoi momenti.
Ma il tappo non gira,
e' arrugginito, troppo,
si deve solo troncare
ma chiedo molto.
ASPETTARE
Sono stanco di nuotare,
aspettare 24 giri
del cerchio silenzioso
o 7 fogli uggiosi
trasportare nel torrente.
Sono stanco di aspettare
che nel lago senza sponde
possa ritornar la barca
con un viaggiatore sopra.
VIA ROMA
Il solito viaggiare
come il solito
parlare,
ma questa sera,
dietro l'angolo
c'e' via Roma
come un sogno
della notte chiara.
Due file di lampioni
rossi illuminati
ed alla fine
uno spicchio soave
di luna orientale
rosata,
enorme,
fresca.
Quant'e' bella !
Mi fermo per guardarla,
ammirarla,
gioirne,
per la sua figura
mistica.
E un brivido
sulla pelle........
TRE STRADE
La solita,
banale.
La vecchia,
pastorale.
La nuova
velocissimamente lunga.
TAEDIUM VITAE
Questo pezzo
di strada
solitaria
senza confini
che attraversa
una citta' perduta
nel caldo dell'estate
e' taedium vitae !
GORGOGLIO
All'unisono i due
pozzi di idrocarburi
emanando un putrido
olezzo di foglie
marcite
emettono un gorgoglio
esasperato
dal silenzio della massa
che li circonda.
Bramoso cinguettio
di liquido ostile
e spruzzo tridimensionale
sopra la crosta terrestre.
GHIRIGORO
Puntino luminoso
flebile
con toni viola
profumato di lavanda
accenna a rotazioni
nello spazio
lasciando fosforescenti
scie di ghirigori
assorbiti dal cratere.
ALLE SETTE PULEDRE
Rimembranze
di archi temporali.
Soavemente ignudo
respiro ansimando
l'aria turbolenta
rinfrescata dalla notte
nel mattino della sera.
Ed una ad una
le sette puledre
scorrono ignare
tra le pupille
scure
replicando l'oblio
che nel tempo passato
rievocarono nella scatola
cranica dell'essere
ondeggiante.
Silenziosamente
assente nel presente
la tacita intesa
tra noi e' pervasa
da un chiarore
di tramonti australi
con aurore boreali
che sconvolgono
l'esperanto narrato.
Ubriaco di frammenti
intersecati tra di loro
e sospeso su lucidi
fili sottili percepisco
il flautato suono
del sogno di una notte
di mezza estate.
INTERCETTAZIONE MENTALE
Onde radio,
sfere viaggianti,
trasmettono dati
sulla epidermide
bruna
ricoperta da villi.
Trasgressione utopica
del mantello amorfo.
Tracce frastagliate
di coste latine
si intravedono
dal picco sulla guglia.
Olfattivo sentore
di inusuali
trasposizioni
di onde cerebrali.
LA COSA MENTALE
Fisicamente reale,
non visibile all'essere
umano,
la cosa mentale,
germoglio piroclastico
letale all'universo,
produce lo straripamento
sintattico della sostanza.
Tra modello e tipologia
la forma perde contenuto
travasando nei canali
ambigui precarie diramazioni.
I SASSI NELLO STAGNO
Pluff,
un altro sasso
nello stagno
antracite,
che affonda.
Simulacro di gesta
sognate nella selva
tra rovi e percorsi
scoscesi.
Pluff,
sempre piu' in basso
ricade la pietra
vulcanica
e affonda.
Sistematico segno semantico
con allori utopici
e grovigli mentali
immortali.
Splash,
anch'io
nello stagno ?
DELUSIONE
Le mie parole
al vento,
trasportate dal brioso
canto serale di insinuanti,
oscure, pagode.
Ricadono nel vortice
passionale di euritmici,
inconsistenti, lacci
assortiti.
Pervaso di caliente
soffio interiore
ma deluso dal fragoroso
squarcio albino.
Unicita' biunivoca
di onde marine
infrante sulla scogliera
di blocchi di pietra
calcarea.
NON
Non discernere
il pauroso dubbio
amletico nel vernacolare
mistero di voli
planari sugli infranti
rocciosi, massi.
Non invadere l'ostracismo
spettacolare con la
ingiuriosa stravaganza
di essere immortale.
Usa sbiadir la soglia
con liquido umano.
ESPOSIZIONE MENTALE
Gli oceani dei voli
pindarici sono stracolmi
di liquido salato.
L'ansia di universo
umano e ludico
si inebria di colori intensi.
Dall'aurora al tramonto
un turbinio di immagini
confuse dal bagliore magenta
di olfattivi grovigli ancestrali.
La cupa trasposizione del fato
nel cratere avulso
della citta' perduta.
L'organizzazione amena del ricordo
trapela dal comportamento
ludico e grottesco,
dai sussurri prolungati
ai silenzi di ovatta.
ESPANA
Europa d'arte
tra sfere melodiche
sfarfallio umano,
veli trasparenti
ragnatele umane
gorgoglii vocali.
Los divinos
e l'immagine di Ute
danze sublimi
tramonto passato
monumenti ingialliti.
Divinamente Espana
trasfigura l'oblio.
ORIGLIANDO IL MAESTRO
DIETRO L'USCIO DELLA CAVERNA
ALLE FALDE DELL'OLIMPO
O frammento, briciola
scarlatta di inseparabili
contorsioni strumentali,
(parola della psiche),
dal maestro perduto
sulla soglia dell'uscio,
adombri la particella
sfavillante di novelle
del guardiano di perle.
SENZA SENSO
Parole umane
e gocce
e ululati lontani
pinguino ardente
segno premonitore
di rabbie crepuscolari
indipendenti dal cosmo
visivo e sentimentale
del fisico ignudo,
stereotipato,
tipologicamente lontano
dal modello esatto.
Incanto d'oriente
tra le mani
che non percepiscono
contatti richiamati
dal risveglio tardivo.
Una sola frase
ha senso tra le tante
.....................
.........senza senso.
GIUGNO
Tra i campi di grano
non una figura umana,
l'assoluto.
L'estasi incontaminata
dei percorsi mattutini
barcolla nel drammatico
sentore di deviazioni
impossibili, immaginarie.
Tortuosi grovigli
di oscuri tragitti
riducono il reale.
BLA
Serata di parole
oleate sul tragico
rogo di Jeanluc.
Solo un piccolo sasso
scagliato nel lago
provoca un pesante
risucchio di onde.
Come gettare nell'acqua
palustre il masso pesante
del tempo trascorso ?
................bla.
ORGANIGRAMMA
Paleontologicamente
cercando la destinazione
utopica della apatia congenita
sviluppo un organigramma
di sfere di cristalli amorfi
racchiusi nello spazio,
universalmente infinito,
delle scatole fruibili
dal corpo umano.
Nel ripetere la forma
del pensiero
modello la sostanza
rievocando grandi spazi
illuminati e finiti.
Al centro del movimento
il puntino scuro, flebile
ma oscuro, del buco nero,
sempre piu' buio, assorbe
l'intercettazione mentale,
la cosa mentale,
l'esposizione mentale,
lasciando sul piano
solo il reale, cruciforme.
La sintesi della maniacale
ricerca forzata dell'io
trascende dal modello,
ridefinendo tipologie assurde.
ROTAZIONE FLUIDA
Dal punto di partenza
a quello di arrivo
trasmetto una rotazione,
fluida,
di invisibili nuvole.
E nella rotazione,
vortice,
immagazzino l'eutanasia
della coscienza.
MORGANA
Numi,
l'aurora chiara
della valle silvana
ottempera la soglia
tracotante di voglia.
Morgana,
la sfida urbana
della gioia umana
brulica di sorgenti
oscenita' perdenti.
ORCIO
Frattura dell'orcio,
perdita silenziosa
del salmastro liquame
contemplato nel mattino
all'ombra del filare
di alberi innaturali.
NOTTETEMPO
Molto veloce
l'incandescente involucro
si proietta nello spazio
sulle fasce sconnesse,
il fruscio del vento
forte
il brusio sonoro
forte
i pensieri volano
alti
l'orizzonte e' finalmente
visibile.
IL PARLARE AMBIGUO
La sera trasporta in se'
il virtuoso canto effimero
senza sollievo con il mistero.
E' il parlare ambiguo
di cio' che potrebbe essere
vero
e di cio' che potrebbe essere
falso.
LA MEDUSA CATTURATA
Vedi
dalle onde del mare
traspare
sotto il pelo dell'acqua
la medusa.
La vedi, la vedo,
la vediamo,
adesso non e' piu' visibile,
ora e' qui sotto di noi,
la vedo.
Un tuffo tra le onde
alte
la prendo tra le mani
ci gioco,
e' il palpare morbido
delle passioni.
Spruzza il suo veleno,
l'unguento del suo cuore
di pietra bagnata,
abrasivo,
irrita l'epidermide
chiara, bruciore malinconico,
ma la tocco.
Scivola, sbianca, sfugge,
la tiro nell'aria,
tra il vento
mi scappa dalle mani,
la riprendo
la lancio sulla battigia,
l'ho catturata.
Trasparente sensualita'
dell'essere opaco desideroso
di enfasi, bruna.
L'ho catturata.
Anelito organico di procioni
altisonanti sulla increspatura
morbida del volere.
L'ho catturata ?
LA FOCA IMBALSAMATA
Cosa osservi con lo sguardo
nel vuoto tu non vedi
che il misero corpo
disfatto dal colpo
di un mite guerriero
nella valle di ghiaccio.
Cosa palpi con le mani
leggere tu non tocchi
che una piuma volatile
asportata dal resto
di una carcassa immobile
nella collina di fango.
Cosa senti nel tuo corpo
assopito tu non ascolti
che la nenia ingiallita
dai ricordi lontani
di un baccanale d'autunno
nella capanna di foglie.
Tu vedi,
tu tocchi,
tu ascolti,
la foca imbalsamata.
AL GALLO CHE CANTA
Chi
chirichi'
chiama,
chiedendo
chiome
chiudendo
chiese,
chiare
chimere
chilometriche.
IL DIVINO ERRANTE
Cavaliere, di un ronzino
scheletrico, con l'elmo
di latta grottesco, lo
sguardo fisso nel vuoto,
tra il mare e i monti
la tua figura di essere
divino, o cavaliere errante
nella brughiera cosparsa
di rovi.
Multiforme visioni di gatti
maculati, di cavalli bai
nelle pianure delle ginestre
questo tu vedi attraverso le
pupille profonde, o divino errante
nell'oceano dei marosi.
Emblema vitreo della diaspora
della coscienza, perdutamente
invincibile l'ostracismo plumbeo
della sostanza.
E viaggiando, o cavaliere, ritrovi
il bianco velo della donzella
e perdi il controllo delle stagioni
tumefatto dal continuo scontro
con cio' che tu chiami divino.
Coraggiosamente perverso,
invaso dalla cretosa sfinge,
castighi l'incontro, o cavaliere
errante, errabondo fringuello.
Pascolando nei frammenti di vetro
laceri le membra stanche, ossessivo
incontro con te stesso,
quello che vedi in te stesso.
E lasciando che la sera ti porti
nel vuoto, o divino, accetti la tua
ingordigia terrena, o cavaliere,
errante.
Spaventosamente sicuro,
impavido, il tuo pensiero e' fermo,
fissato nel tempo e nello spazio,
o cavaliere che non conosce confini,
che maledici il tuo volare umano.
E parco il tuo viaggiare ambiguo,
divelto il tuo mantello grigio,
aspettando che il movimento del tempo
trasporti, o divino, l'essere errante
nel cratere vulcanico.
APOTEOSI
Al culmine della salita
la cuspide irreale
traspare
nella foschia serale.
Si staglia virilmente
davanti al proprio corpo
impercepibilmente contorta
umanamente fresca.
E' l'ibrido canale
di gioie e di passioni
nate nella tristezza
cresciute nella noia.
Intensamente lucida
luccicante di letizia
infatuata di pensieri
dolci, arroventati.
Adesso io la vedo,
l'apoteosi finale.
IL CECCHINO
Ovunque
fluttua la oscura
sete di vendetta,
la canna invisibile
del cecchino
colpisce,
nella notte.
E ti ferisce
al cuore,
ti stordisce
ignaro.
Il colpo inaspettato,
trafigge nell'ombra.
AL PICCOLO SCOGLIO DORATO
NEL MARE DI FOLLA CON PENSIERI
FREDDI E SENTIMENTI OSCURI
Piccolo scoglio
tra muri di gomma
di pietra tu sei,
di roccia calcarea.
Ornamento invisibile
con alta pressione
di ghiaccio tu sei,
di freddo contatto.
Brillante connubio
tra sogni e parole
di buio sei tu,
di oscure palpitazioni.
SE (all'infinito)
Se ti penso e' perche'
non ti voglio,
e se ti voglio e' perche'
non ti parlo,
e se ti parlo e' perche'
non ti guardo,
e se ti guardo e' perche'
non ti ascolto,
e se ti ascolto e' perche'
non ti sento,
e se ti sento e' perche'
non ti penso.
IL FILO ROSSO
Noi tutti
abbiamo un filo rosso
che ci precede nella vita
quello che segue e' di lana
lana infeltrita.
La bellezza della storia
e' nella gioia
che il rosso filo
ci fa percepire.
Ma felice e serena
la vita sincera
si ottiene nel filo
che non si aggroviglia
davanti ai tuoi occhi.
E se piatto ci appare
e' sempre banale,
e se sale e scende
e' felice e perdente,
BUIO
........e all'improvviso
la luce si spegne, inesorabilmente
scende la notte profonda.
Buio.
Sono al buio.
Mi sento nel buio.
........e con gli occhi
chiusi il nulla, l'invisibile
stagione dell'essere.
Stanco.
Sono stanco.
Mi sento stanco.
........e piano piano
la luce ritorna, le palpebre
si schiudono leggere.
Vivo.
Sono vivo.
Mi sento vivo.
........e all'improvviso
la luce si spegne............
....................di nuovo.
L'ONDA LUNGA DEL SOLITO PENSARE
Estate,
l'uomo grigio dalla palpazione
sintomatica reagisce inconsciamente
all'apatia congenita del solito
pensare.
L'onda lunga della disperazione
tra grattacieli e guglie amorfe,
riporta agli inferi il solito
parlare.
Il brulicare di canti tra le folle
ignare, ignude, illusorie, infide,
restaura la battaglia avulsa del solito
viaggiare.
E l'onda lunga del solito
pensare, parlare, viaggiare,
si sente, palpabile nelle mani.
OSCILLOGRAFO
Tre, due, uno, zero,
accensione dell'oscillografo,
Beep, beep, beep, beep,
il diagramma e' piatto,
la vita e' piatta,
la mente e' piatta,
i sensi sono piatti,
i pensieri sono piatti,
tutto e' lineare.
Beep, beep, beep, beep,
il diagramma e' alternato,
sale, scende, risale, ridiscende,
la vita' e' contorta,
la mente e' distorta,
i sensi sono sconvolti,
la corrente e' alternata,
tutto e' incomprensibile.
FELICITA'
Un momento breve,
effimero,
la consapevolezza che
la vita e' un sottile
filo rosso,
legato alle lune,
ai mari,
agli scogli.
Il domani senza certezze,
il presente galleggiante
sopra le sfere auree,
il passato tra gioie e dolori,
tra l'universo e le storie.
Felicita'
sono io quando mi perdo
sopra le nuvole.
L'ANGOLO
Strade
vicoli
e palazzi
storie
strane
della vita.
Mari
monti
pianure
distese
luoghi
strani
dell'incoscio.
Alberi
erbe
animali
pensieri
strani
dell'amore.
UCCELLINI
Cinguettano
sopra l'allusivo olmo
due uccellini
dal colore marino.
Alternano le loro
canzoni, gorgoglii vocali,
cinguettano.
Tra le tenere foglie
vibranti di passioni
si scambiano utopiche
parole d'amore.
FLUIDITA' MENTALE
Rettilineo
sgomento di quello
che ora io penso.
Non languide coste
ne' fari nella notte,
anoressia della mente
pervasa di angosce
e guglie
e scogli
e calma apparente.
La fluidita' mentale
trasporta l'organigramma
irreale del giorno banale
nella citta' perduta,
perduto anch'io
tra le pareti di ghiaccio,
particella misteriosa
dell'intera galassia.
Lapalissiano pensiero
dopo il groviglio magenta,
caduco di sapori
ma intriso di sangue,
la fluidita' mentale
corregge il virtuale,
sonoro istinto primario
del cavaliere errante,
nella stabilita' intuitiva
del solito viaggiare.
Ed i grandi spazi immensi
delle pianure d'altura
si restringono consumandosi,
assurgendo a vette
di esacerbata drammaticita'.
E il vuoto, il nulla, ripiombano
nel burrone della storia finita,
nello spazio finito e reale,
congelando la chiara musa inquietante,
ibernata di nuovo dal freddo glaciale
dei castelli di carta, straccia.
PAROLE NELLA NOTTE
Istintivamente,
coraggiosamente
inglobato nel parlare ambiguo,
raccolgo le energie vitali
per sussurrare
le parole nella notte.
Le analizzo concretamente
oscillando nel buio
trascendendo dall'oblio.
Le lancio nello stagno
antracite,
il fango si scioglie,
fluidifica la mente,
si riaccende fioca una luce
lontana, pensata perduta.
Orgoglioso del divino errante
che gioca nell'atmosfera silenziosa
della notte fresca,
ascolto silenzioso il travaso
dell'universo umano nella cisterna
profonda della sfinge di creta.
Stanco del movimento sinuoso
dei grovigli magenta, lascio
al vento trasportare i pensieri,
leggeri, leggeri.
Illusione della fragilita' cosmica
che galleggia nello spazio oscuro
della notte, nel sogno di una notte
di mezza estate che riaccende
il flebile contatto con fusione.
Rinfrancato nello spirito
disperdo nel vento le nuvole
che inutilmente si volatilizzano
tra le fiammelle senza luna.
E un grido : "parruff".
A CHI ?
Nel tempo trascorso
un suono elettromagnetico
chiedeva dove i sogni
sarebbero finiti.
E così, ora io mi chiedo
a chi
lascero' tutti i sogni
miei.
Li lascero' viaggiare nel vuoto ?
Li mandero' sopra le colline ?
Ma a chi ?
LUCIDITA' MENTALE
Ultimo scoglio
l'ibrido connubio
tra il giorno e la notte.
Il repressivo discorso
sul brancolare nel buio
oltrepassa la soglia della stagione.
E sicuro che le piccole nuvole
viaggeranno verso l'oriente,
volatilizzo la realta' virtuale.
La lucidita' mentale
e' arrivata,
cercata tra gli spazi dell'universo
e le ragioni irrazionali,
si ferma sublime sulle spoglie umane.
In fusione calda le quattro
particelle riprendono l'ignoto viaggio
nei meandri oscuri delle stagioni.
E senza piu' contatti,
senza piu' illusioni,
scivolano sui leggeri fili rossi.
postfazione
Le parole nella notte sono terminate, ma dove hanno portato ? Cosa hanno provocato interiormente ? Che cosa hanno descritto ?
Le parruff hanno portato, come era stato predetto nell'introduzione, alla serenita' interiore, provocando dei forti e chiari sentimenti, passioni lucide, descrivendo i percorsi del pensiero, della mente e della vita.
E' il ritorno alla serenita' illusa, oggi i pensieri sono molto fluidi, a volta addirittura piatti, non c'e' il forte bisogno di dialogo delle "morfeose", e neppure la descrizione violenta e breve delle "nuvole", c'e' solo la voglia di fissare le sensazioni della vita.
E' la consapevolezza che la vita ha sempre dei momenti positivi e negativi e che questa alternanza e' la fonte di tutti gli impulsi creativi. E' il filo rosso della vita stessa che non deve essere mai piatto, porterebbe alla banalita' di una vita incolore dove l'animo non riuscirebbe a 'sentire' nulla.
La serenita' illusa, come la vita illusa e' il conoscere se stessi e sapere che le gioie ed i dolori vanno sempre visti con l'ottica sensibile della positivita' dei sentimenti umani. E quando questa conoscenza si perde o viene invasa dalla nebbia solo allora si sprofonda nella crisi (la crisi dell'universo umano).
Certamente le parruff hanno portato alla definitiva creazione e visione di una parte importante della personalita', fissando immagini di momenti interiori, e ad una fondamentale scelta di vita, alla nascita dell'uomo errante.
L'uomo errante ovvero chi sente un forte il bisogno di visioni, arte, musica, immagini, sensazioni, sentimenti, gioia, dolore, odio, passione, scrittura, dialogo, lettura, contatti, fusioni, ...............