DESERTO poesie |
Introduzione
Un altro viaggio, nel deserto.
Prima ritorno al nulla, poi riparto.
Destinazione : il deserto immenso, sconfinato, arido.
Il bisogno di ritrovarsi, di confrontare la mente con la mente, in pieno deserto, incontrando solo figure fredde, immobili, attraversando dune di sabbia, e qualche piccola oasi per poter scaricare la stanchezza e per poter riprendere degnamente il viaggio.
Il deserto come momento di riflessione profonda sui drammi della realta', sugli scontri continui con le cose terrene. Lo svincolarsi dai legami umani sottoponendosi a profonde costrizioni fisiche e mentali, simulando la fame e la sete, il bruciore del sole sulla pelle, simulando il terrore di incontri violenti con esseri orribili.
La visione di un paesaggio vuoto, enorme, senza nessun segno di vita, riporta all'interiore contatto fluidificando la mente.
Si studia il cammino da fare, senza vincoli di percorso, il deserto non ha strade, la direzione da seguire e' in funzione degli astri, il sole, la luna, le stelle. (un altro deserto, ma cosmico). Si viaggia cosė in direzione dei punti cardinali, prescelti dal momento creativo.
Ad oriente, se si cercano incontri dolci, morbidi, leggeri. Ad occidente, quando si vuole lo scontro diretto, in prima linea, contro realta' fredde, banali, molto dure.
Verso sud o nord, a secondo se si vuole avanzare o ritornare indietro. Ma sempre nel deserto, non conoscendone ne' la fine ne' l'inizio, e sapendo soltanto che da qualche parte ci sono la sfinge di creta e l'oasi della Musa.
L'incontro con i miraggi (i sogni), che avvengono anche in pieno giorno, all'ombra del dromedario, la loro scomparsa, la dissolvenza delle stesse immagini ammirate, ricercate, il ritorno di nuovo al nulla.
E le lunghe riflessioni, profonde, con lo sguardo verso l'orizzonte ignoto, lontano. Senza chiedersi mai i perche' (va bene cosė ?), ma solo cercando l'arrivo del viaggio (attraverso i canali della coscienza).
La meta sara' il mare, le onde, l'oceano, la piatta distesa delle acque salate, piene di vita. Dove le onde si tuffano sulla riva, di sabbia come il deserto. La ricerca forzata del confine tra il mare ed il deserto stesso.
Il luogo ideale per la preghiera, la contemplazione,
l'annullamento totale delle cose fisiche per approdare a quelle spirituali, respirando lentamente, rallentando il battito cardiaco e sussurrando leggere parole.
Il piacere sottile de sentirsi soli, lontani, sperduti.
La paura di non fare piu' ritorno, di perdersi nel vuoto, di annientarsi coscientemente.
Nel deserto non si incontreranno viaggiatori, tuareg, carovane. E' un deserto nudo, volutamente nudo. I contatti con altri esseri umani sono stati annullati, potrebbero deviare il sereno e lento cammino verso la meta agognata.
RITORNO AL NULLA
Ricado, scivolando
nel vuoto amletico
della stagione utopica.
L'ordigno interiore
sconvolge la lucidita'
mentale aggrovigliando
i sottili fili rossi
appena districati dalla
matassa ingarbugliata.
THE DAY AFTER
In un mattino fresco,
le lunghe ossa stanche
ancora addormentate,
seduto sulla cima del colle
osservo attraverso la sfera azzurra
il mondo dei petali.
E la notte trascorsa sul giaciglio
tra incubi e sogni.
Ed i giorni passati nel vuoto
tra paure e ricordi.
E me stesso
(ancora sconosciuto il mio viaggiare)
sospeso sulla corda
del morbido pensare.
ALESSANDRO
Sfioro con le mie lunghe dita
la soffice pelle di un piccolo bimbo,
il mio fanciullo sorridente,
sempre felice.
MICHELE
Folletto di bosco
Gattino birbante
Furbetto bambino
Mi coinvolge nel mondo.
BLOCCO CREATIVO
Dieci pagine
strappate
e gettate
nel vuoto.
NEL DESERTO ARIDO
Nel deserto, arido,
mi ritrovai, dopo il lungo cammino
del viaggiare ambiguo.
Come un fanciullo, curioso,
crebbi velocemente, cercando
nei sogni le realta' utopiche.
Contemplando le nuvole
che sfrecciavano nel cielo azzurro
dalle morbidi e sottili forme.
E ritrovai, nei lunghi viaggi,
i petali appassiti delle stagioni
primaverili, dai verdi umori.
Dopo la nuova nascita,
il risveglio,
solcai gli oceani dell'animo
invaso da segni mentali.
L'apertura della grande diga
(lo straripamento della sostanza)
inondo' i campi della mente
nella pianura arsa,
e germogliarono le nuove erbe
e la valle divenne incantata
e i laghi traboccanti
raccolsero i sassi
scagliati dalla collina
increspando il pelo dell'acqua
con un continuo accavallarsi
di soffici onde
a cerchi concentrici.
E comparvero la sfinge di creta
(un miraggio),
la musa inquietante
(Divinita' sublime),
il cavaliere errante
(essere solitario),
e mi addormentai suadente
nella palude, illuso dagli onirici canti.
Ora nel deserto arido,
dove mi risvegliai,
riprendo l'errante cammino
senza visioni d'incanto
e nel silenzio
completo
mi chiedo.............
LA SFINGE DI CRETA
Tu sei una sfinge,
una sfinge di creta
sulle soglie del deserto.
Immobile, tu sei,
di un freddo glaciale
i tuoi occhi,
il cuore di creta.
Rannicchiata sulla sabbia
sottilissima,
irritatamente reale.
Una sfinge di creta
che non prova sollievo
dalla brezza mattutina
alle falde del deserto.
Enigmatica l'espressione
del tuo volto, di creta.
Portai al tuo altare
i miei agnelli,
li immolai in tuo onore
prostrandomi ai tuoi piedi,
zampe di tigre, di creta.
Cancellai i miei sogni,
digiunai pregando,
per te ho anche lottato
contro me stesso.
L'ho fatto con convinzione,
con devozione,
ma sei una sfinge di creta
il tuo aiuto divino
non esiste.
Cos fuggo nel deserto
sorpreso dalla tormenta,
soffrendo la sete
e la fame,
con la pelle arsa
dai raggi del torrido sole.
Braccato dalla tua immagine.
E senza la bussola,
girovagando tra le dune,
mi ritrovo nuovamente
ai margini del deserto
davanti alla tua figura,
una sfinge di creta.
UN SOGNO POMERIDIANO
Un lieve venticello
rinfresca l'afa
del primo pomeriggio d'agosto.
All'ombra disteso
mi lascio trasportare
dalla visione chiara
delle palpebre abbassate.
E sognai.
Attraverso una rete
geometrica
il sogno dei sogni comparve,
non era niente
niente di cose reali
o che il corpo umano vede
o tocchi
o palpi
il tutto in niente era.
Il vuoto cosmico,
chiaro, luminoso,
il cielo bianco,
limpido, suadente.
Ma cos'e'
quasto bagliore,
che cangiante mi riempie
di gioia ?
Questo Nulla che percepisco
ma che non vedo ?
La mia anima nel vuoto !
E nel nulla mi ritrovo.
Anche i sogni parlano !
L'OASI
A tre lune di distanza
c'e' l'oasi della Musa.
Ultima fermata per rifocillarsi
e riposar le membra stanche.
Poi non ci saranno piu'
oasi conosciute, per molte lune
si viaggera' nella sabbia,
sulle dune.
Nell'oasi dormiro' una sola notte,
carichero' la nave e riempiro' le borracce
di limpida acqua cristallina.
E partiro' di nuovo verso
il centro del deserto,
fuggendo la sfinge.
Dormiro' sulla stuoia
sognando la valle incantata.
Lascero' che il sole
bruci la mia pelle
e nella solitudine
aspettero' i miraggi
e li vedro' svanire.
Fino a quando, all'orizzonte
apparira' la piatta distesa del mare,
dove mi tuffero',
ignudo,
per irrorare il corpo
oramai arso e pieno di rughe.
E anneghero' tra i flutti
delle morbide onde,
gridando
al calar del sole :
"parole .............
.....................".
(Parole che non ho mai
sussurrato)
VA BENE COSI'
E va bene,
va bene cosė.
Non chiedersi se il mondo
gira o ruota, se i pensieri
sono alti o bassi,
se i sogni sono sogni
e la realta' e' realta'
o i sogni sono realta'
e la realta' sono i sogni.
Va bene cosė.
Lasciarsi trasportare
dal dromedario
senza traguardi,
aspettando che il giorno
finisca e ne riparte un'altro,
un'altro giorno,
e poi un'altra notte
prima del nuovo giorno,
che nell'istante della sua aurora
e' gia' tramontato.
Va bene cosė!.
Non chiedersi niente.
Trasformarsi in un pagliaccio,
un uomo di pezza.
Ridere sempre, a squarciagola.
Annulare la propria personalita'
tuffandosi tra le zampe della sfinge.
Va bene cosė.
Questo ti hanno insegnato.
Cosė devi fare.
Lavoro e famiglia
e se c'e' un po' di tempo
per te stesso lascialo agli altri.
Tu non ne hai bisogno.
Non hai bisogno di parlare
come di scrivere o sognare.
Va bene cosė.
Lanciarsi nel burrone
del'ipocrisia.
Celare la memoria
dentro il guscio,
il velo trasparente dei pensieri.
Piangendo dentro
ma sorridendo fuori.
Va bene cosė.
Lottare contro i mulini a vento
non serve a niente,
non ti porta a niente,
ma cosė devi fare.
Cosė e' bene.
E non chiedersi mai :
va bene cosė ?
IL CROTALO
All'alba si riparte.
Destinazione ignota.
Io e il mio cammello,
passi stanchi sulla sabbia.
Nel silenzio irreale
il paesaggio, un'immensa distesa.
Dietro una duna un fruscio.
E' un crotalo.
Mi fermo immobile,
lo fisso negli occhi,
nessuno si muove.
Lentamente erge il suo capo,
lentamente alzo il bastone.
Sinuosamente inizia a scivolare
verso di me,
io immobile.
Accellera il suo movimento,
io immobile.
Si avvicina sempre di piu',
io immobile.
Si ferma di nuovo.
Emette un sibilo,
da vicino vedo la sua viscida
lingua biforcuta,
mi magnetizza con i suoi
occhi freddi,
io immobile.
Avanza ancora, lentamente,
lasciando sulla sabbia
una scia ondeggiante,
io immobile.
E' vicinissimo al mio corpo,
vedo le sue scaglie risonanti
all'estremita' della coda,
leggermente eretta,
io immobile.
Si blocca ancora una volta,
lentamente mi abbasso
lascio il bastone
e siedo per terra
incrociando le gambe
e allungando in avanti le mani,
senza mai lasciare il suo sguardo.
Riprende a strisciare verso di me,
io immobile.
Si ferma quasi dove sono le mie mani,
potrei anche toccarlo,
io immobile................
...........................
lui immobile.
IL LAGO DI LIEBE
Ho versato dalla mia fonte
fiumi di acqua dentro il lago.
Ma il mio lago era il deserto
ed e' sempre prosciugato.
Non irrori le mie guance
quando tuffandomi dentro di te
cerco l'acqua che ho versato,
solo arsura, odio e te.
E poi goccia dopo goccia
la mia fonte si e' esaurita,
ora ne' sgorga un succo strano,
e' la fine della vita ?
AL VENTO
Nel vento
soffio un alito di fumo,
nel vento
volano i miei pensieri.
Si dissolvono nell'aria
si disperdono nel vento.
Nel silenzio del presente
un sentore di futuro.
La mia ultima estate ?
HERMANN (a H.H.)
Sopra dei fogli ingialliti dal tempo
c'e' un mondo incantato,
profondo.
E nel deserto mi sento meno solo
quando accendo la luce di Hermann,
una luce intensa che mi trasporta,
ovunque.
Thank my friend Hermann.
SONO QUI
Sono qui
perche voglio conoscere la mia direzione,
la stella che devo seguire,
La mente errante vola
senza trovare sponde.
Trova solo un intreccio di reti,
mille nodi da sciogliere e da legare.
Mi lascio trasportare
dal vento del deserto.
Nessun miraggio aiuta la ricerca.
Solo le stelle senza luna.
Il tempo e' breve,
il passo e' lento,
e.................
CHI SONO ?
Sono un essere umano
con pregi e difetti
che ama
che odia
che piange
e che ride,
che prega, ingiuria,
che sogna
che cerca,
che scorre ......
.................
...sono un fiume.
DAL DESERTO ALLA CITTA'
Giorno dopo giorno,
notte dopo notte,
io con me !
Ho parlato con me stesso,
nel deserto,
ed ho visto nei miraggi
tante storie,
tante vie.
E le stelle mi han parlato,
hanno acceso la mia fiammella,
prima flebile ora forte.
La mia Musa mi ha ispirato,
il friend Hermann mi ha aiutato.
..............ora so' chi sono !
Conosco dove porta il mio cammino,
com'e' fatto il mio pensiero,
quali sono i miei limiti
e le mie paure.
Anche se con la maschera cangiante,
come un camaleonte.
E' la maschera della vita ! (1)
La maschera dell'illusionista ! (2)
Ed ora ritorno
nel mondo tra la gente.
Eccomi,
(anche se cambiato)
sono ritornato !
(1) da "Devi sapere"
(2) da "Circo"
Minareto errante la memoria