ANTOLOGIA

parte I

 

 

ATMOSFERA

Strappo silenzioso

di un "new day" atteso da tempo.

Ogni percorso plasma,

modella,

il busto sul ceppo e' fissato.

Volo radente, rapida ascesa,

passaggio, cambiamento ardito.

Genuflessione dell'orgoglioso vate

davanti a se stesso,

concesso l'idillio "pro forma",

negato l'accesso al neofita.

L'atmosfera e' greve

ma da origine al principio.

 

 

 

 

LA MORTE DELL'ALBERO SECCO

La fine

della sua fredda immagine

avvenne per caso

ai piedi della Sfinge.

Le auree sfere di seta

non l'inondarono

neppure;

era la fine dell'anno col tre.

Salì in soffitta,

non lottai per lui,

(io non c'ero)

gli strapparono il ramo piu' bello,

quello che indicava il luogo del volo,

ed i ragni ne fecero la loro reggia,

la polvere chiara lo avvolse,

per sempre.......... forever.

Nel ricordo della sua immagine

soffro in silenzio,

ora il suo posto e' stato rubato

da foglie verdi, mistificate,

che fanno impallidire la vela.

La foto e la tela

mi parlano ancora di lui.

 

 

 

 

PERDERSI

Generazione nuova,

indice di vacuita',

alberga la sciagura

nel turbinio dei sensi,

lotto con la tetra scure

unica soluzione alle

calunnie incessanti

avulse dal contesto.

Provo di nuovo ad

immaginare un sogno

onirico ricorrente,

malvagio resoconto,

battito di ciglia,

ignoro perfino il

nuovo mondo ed

ogni volonta' si perde.

 

 

 

 

RITROVARSI

Fra la pianura

e le montagne

ride il pallido sole

dai caldi raggi

invernali, l'uomo,

nascosto dalla corazza,

avanza coraggiosamente

nel lago terrestre e

di ogni foglia

osserva la sua forma.

Sincero e naturale

per muoversi nei boschi

aumenta la sua forza,

rinasce e si ritrova

ancora piccolino,

nel pascolo montano

ora il suo nome arpeggia.

 

 

 

 

GIORNATA LEGGERA

(suoni e rumori)

Come sono leggere le giornate

- risata di donna in sottofondo -

quando attraverso le strette strade

- silenzio magico ora -

osservando ogni cosa profondamente

- rumori caotici e sirene -

e con il passo leggero cammino,

- fruscio di foglie mosse dal vento -

cammino pensando.

 

 

 

 

VIOLETTA BRASILIANA

Chissa' se le violette

crescono sulle colline Brasiliane ?

Saperlo non m'importa,

le ho viste nascere

e vivere

sul Pan di Zucchero.

 

 

 

 

TUTTO SEMBRA SENZA LIMITE

Anche quando non ci perdiamo

e siamo svegli e lucidi,

vediamo gli orizzonti

infinitamente lontani.

Ma ci perdiamo, spesso,

nei meandri della conoscenza,

alla ricerca della verita',

e senza luce, brancoliamo nel buio.

Viaggiatori, non turisti,

dei nostri sogni.

Viaggiatori di spazi dove

tutto sembra senza limite.

 

 

 

 

DOVE CADONO LE STELLE

Dove cadono le stelle,

in quella direzione,

si accendono i ricordi.

E proprio in quella parte

della volta celeste

sono raggruppati i segni,

i dolori e le passioni ardenti,

ferri arroventati dalla forgia,

metalli liquefatti dal calore.....

 

 

 

 

A SERGONOVA MAJOSTRI

Svolazza tra le cime

dei campanili delle chiese

una colomba grigia,

volteggia nell'aria della sera

sulla citta' assonnata,

seguo con lo sguardo le sue orbite

ellittiche, volteggia,

ascende leggera, svolazza.

Proviene dall'est,

si e' fermata qui

dove il cielo e' tempesta,

dove la terra e' poltiglia.

 

 

 

 

LIRICA PASSIONALE

Ascolto l'animo

e i sentimenti sciolti.

Morbido pensiero lieve

come il mio greve, muto dolore.

Si scioglie etereo

il dolce canto

per te fanciulla,

solo per te.

Possibile che io viva così,

silenziosamente assorto

nei sogni sublimi

della tua immagine,

da sempre racchiusa in me.

Ascolto il vento

ed i rumori della sera.

Passione grave

mistica e sommessa.

Sento, questo soave suono

sfiorare la mia pelle

e lievitare il corpo,

suono senza parole,

un canto soffocato

nasce dentro il cuore

attraversa il petto

risale nella gola

e vi ristagna.

Ascolto il tenero

ticchettio della pioggia sottile

che batte sui tetti.

Come aspettano queste soffici gocce

le mie labbra fredde

per potersi dischiudere,

per gridare

i suoni bloccati nella gola.

Voluttuoso desiderio :

le labbra ancora umide

lascio posare

sulle tenere guance rosate

ed il contatto ardente

di calore inonda

tutto il corpo,

e l'animo

e i sentimenti sciolti.

 

 

 

 

IL NOME DELLA ROSA

Al calar della sera

muto dolore mi accompagna,

ombra triste del ricordo.

Ma il suo nome

altissimo echeggia,

rapido e rigoglioso

iris, fiore fresco,

al fine pronunciato.

Angelo sublime

nulla distoglie

tutto incanta

ora il mistero e'

noto alla gente

ignota, convoglio

e trattengo il mio segno,

trafiggo la carne,

tango latino

ancora sento.

 

 

 

 

MELODIE E IMMAGINI

Mi accompagna

nei miei viaggi

un groviglio di melodie e immagini,

trovate casualmente.

Sono gocce d'acqua

che riempiono un piccolo calice

dove io estasiato sorseggio.

E assaporo l'incanto

di una vita strana

mentre bevo questo liquido.

Ubriaco mi annullo

nel vuoto,

ma felice di "sentire"

continuo nei viaggi,

nei sogni della realta'.

E ascolto il riverbero delle melodie,

e osservo sereno le immagini,

chiudo gli occhi

e vivo.

 

 

 

 

ANNI

Tra pochi giorni,

ricordo che compare,

ennesimo sospiro,

nuotero' felice

turbato dalla folla,

ancora sconosciuto

tra le gardenie rosa

rimiro le stagioni

e questi sono gli anni.

 

 

 

 

SENZA TITOLO

La corrente del mare

trasporta un relitto.

Vagare lontano,

senza una meta,

senza parole.

Passano i giorni,

veloci trascorrono.

Uggiose le sere,

brevi le notti .....

 

 

 

 

 

LA RETE STRAPPATA

Sento che il lungo velo

dell'animo

ha un buco nel suo centro,

e non riesco

a filtrare la disperazione

della mia poverta' interiore.

Tutto passa,

attraversa lo strappo

e fugge via, lontano,

e non rimane niente.

Scorrono le parole

vagano i pensieri

e i sogni

e le sensazioni

e non rimane niente.

L'unica rete

dove avevo trovato

un segnale positivo

tra i tanti buchi neri

dello spazio fisico reale,

si e' sfondata.

Il dramma ora e' ricucirla.

 

 

 

 

 

HO PERSO ANCHE TE

Ho perso anche te !

............ un mattino

freddo d'inverno.

...........in una strada

stretta e buia.

.......vicino ad un muro di tufo

grigio e crudele.

...........in una camera

bianca ed anonima.

Ho perduto te !

 

 

 

 

TRA LE MACERIE DI SARAJEVO

Girovago solitario

mi inoltro

tra le macerie di Sarajevo,

tra i resti degli edifici distrutti,

tra le rovine bruciate.

E piango l'orrore, crudele destino,

di una citta' del confine,

paese vicino al mio cuore

di giovane cosmopolita.

Le schegge di marmo

le stoffe stracciate

i pezzi di auto sfasciate

un bimbo che cerca la casa,

tra le macerie di Sarajevo

alla ricerca delle cose perdute.

 

 

 

 

RITORNO A NOWHERE

Oggi sono ritornato

nei luoghi, a me cari,

quando ancora giovane

formavo la mia figura.

Le strade, gli edifici,

le piazze, le persone,

sono rimaste le stesse,

nonostante gli anni trascorsi.

Che gioia, qual sofferenza,

ho provato nel mio viaggio.

Nell'animo cambiato,

da solo, ho ritrovato

rivisto e riascoltato

i suoni, le parole,

i pensieri dolci,

le paure antiche.

E nel palazzo,

quell'edificio unico,

un'onda alta di ricordi

ha attraversato il cuore.

Ogni angolo un pensiero,

ogni aula una rimembranza,

ogni viso una sensazione.

Per tanti anni ho vissuto

dentro quella casa,

giocando, piangendo, gridando,

e ridendo, mangiando, volando.

Ascoltavo e parlavo,

imparavo e insegnavo,

crescevo.

Ora maturo, rivedo quel giovane uomo

sperduto in quelle stanze enormi,

seduto su alti sgabelli di legno,

che sogna il futuro,

che aspetta il futuro,

felice e spensierato.

Quale gioia, che sofferenza

prova l'animo mio

a ritornar nei luoghi

a me piu' cari

dell'appena trascorsa giovinezza.

 

 

 

 

IL SEGNO DEL VIAGGIO

Una sottile voglia

di ......piangere.

Questo ho provato

in un viaggio

che ogni mattina

di qualche anno fa'

facevo senza pensare.

Ma oggi pensavo !

E per questo piangevo:

vedevo un piccolo uomo

sereno, senza legami,

che andava a maturare.

Come l'ho visto lontano,

piccino, infantile,

come avrei voluto

abbracciarlo

tuffandomi nella la sua mente.

L'ho invidiato per la sua giovinezza

e soprattutto per la sua liberta'.

Ma indietro non si puo' tornare,

che disperazione cio' provoca oggi,

una sottile voglia di piangere.

Un uomo mai piu' bambino.

 

 

 

 

TUTTO PASSA

Tutto passa,

come il tempo che trascorre

lentamente, tutto vola via,

scivolando tra le nostre mani.

E' inutile aggrapparsi

stringere i pugni,

non serve a niente.

Tutto passa,

nasce, cresce,

si allontana e muore.

Tutto, proprio tutto,

anche noi stessi.

Ma cio' non mi rattrista,

così e' la nostra vita,

bisogna solo saper cogliere,

profondamente,

quegli attimi fuggenti

assaporarli a fondo,

viverli e lasciarli.

Fino alla fine ............

 

 

 

 

IL FILO ROSSO

Odio il filo rosso ?

Amo il filo rosso ?

Non ci puo' essere risposta

a due domande stupide

che mi chiedono

se e' piu' bello vivere

o morire.

 

 

 

 

LA PERLA NEL CASSETTO

Rovistando in un cassetto,

un piccolo cassetto, rivestito

di seta rossa drappeggiata,

tra le tante cose che avevo conservato

ho ritrovato un gioiello.

Una perla !

Una piccola perla di un'antica collana.

L'ho guardata, era lei,

la perla dei ricordi

che accende il filo rosso.

Ed ho viaggiato,

che pura sensazione,

ovunque la mia mente si posava

sentivo nel mio cuore

salire la dolcezza

e la nostalgia .......

La perla, questo era il senso

di quella ricerca banale,

di quel rovistare ansioso

tra le mie cose.

L'ho riposta nel cassetto

e l'ho richiuso,

a chiave,

con tre mandate.

 

 

 

 

GLI AMICI PERDUTI

Eravamo tre amici,

il tempo crudele ci ha segnati,

tre strade diverse aveva preparato.

Ora non ci riconosciamo neppure,

quando casualmente

le nostre strade s'incontrano,

ma un tempo viaggiavamo insieme,

da amici.

Perduti, noi tre solo perduti.

Chissa' forse un giorno

ci ritroveremo

ed evocheremo quel tempo

di comune fratellanza,

chissa' .............

Eravamo tre amici,

Giocavamo insieme,

ci scambiavamo le gioie ed i dolori,

si scherzava e si lavorava,

sempre insieme

.......ora lontani.

 

 

 

 

DELLA SERA

Il tempo, di nuovo, il tempo

mio tiranno, mio persecutore

che disgrega la mia mente

e la porta lontano nel vuoto.

Figure di donne

sul bordo del fiume

con gli occhi magici

che incantano il sogno,

le loro figure divine,

le vedo divine,

muse della mia ragion d’essere.

E il tempo, ancora, il tempo

mio tormento, mio dittatore,

che non mi aiuta a ritrovar

la notte, e neppure il giorno,

sarò sempre chiuso

in questo guscio vuoto,

alla ricerca...............

di cose mai trovate e

di occhi mai sfiorati

dalle mie lunghe dita,

di volti mai baciati

dalla mia voluttuosa bocca.

 

 

 

 

BUONGIORNO (Bonjour)

Possa la sera scorrere

leggera,

veloce fino al mattino,

divento lieto e parco

quando l’aurora

dipinge d’oro

i colli Tifatini.

Buongiorno,

è ora di partire.

 

 

 

 

COSA POSSO MAI DIRE

Cosa posso mai dire

dopo che sono trascorsi

più di trenta giorni

dall’ultima parola

lasciata sopra un foglio.

Cosa posso mai sentire

ora che di fredda roccia

l’animo mio si e’ trasformato.

Urla di pietra, ma non a Cap Frehel,

qui nella citta’ perduta

sul monte Sogno.

 

 

 

 

UN DOLORE

Le linee scorrono,

attraverso i fili rossi,

procedono.

Si sfiorano.

Una sera si sono incontrate

di nuovo.

Nel luogo dove il contatto

era vivo.

Che dolore ho provato.

Stupide parole banali

sussurrate con il cuore in gola.

Che serata strana.

E la notte lunga

ha rievocato un fuoco

oramai spento.

Il calore ha ustionato le ferite,

ancora fresche,

del ricordo.

E’ vero !

t’amo ancora.

Strega della mia anima.

 

 

 

 

ALESSANDRO II

Perché ?

Si, perché ?

Mi hai coinvolto

nel tuo mondo,

mi hai rapito,

prigioniero della tua vita.

Piccolo bimbo,

sorridente,

mi hai catturato

senza nemmeno saperlo.

 

 

 

 

UN SUONO DI CAMPANE

(DON......DAN)

Un suono di campane,

accompagna la salma.

(lugubre corteo funebre)

Passi lenti,

trascinano le gambe :

i vivi.

 

 

 

 

Senza titolo

Ti respiro la sera

aria immobile

pungente ricordo

la sera ti respiro.

 

 

 

 

 

EYES

Pietroburgo di sera

occhi vellutati accendono le luci

veleno nelle vene

Sognatore di farfalle

tra le sfere di cristallo.

 

 

 

 

 

OVUNQUE

In una goccia d’acqua del mio fiume,

in una pietra consunta del selciato,

sul volto di sette Donne,

nelle mie stesse mani.

Nell’aria che respiro,

sull’acqua che mi bagna

in un tramonto livido,

in una luna bianca.

Tu sei dovunque

in ogni donna

in ogni cosa

Ovunque tu sei !

 

 

 

 

AMORE TRISTE

Io non amo più

non amo te io

ti amo io non

te io amo me

ma io ti amo.

 

 

 

 

IL DONO (aforisma)

Cos’è l’amore ?

Un dono,

che ogni essere umano

porge ad un suo simile

senza chiedere null’altro in cambio.

 

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